domenica 5 dicembre 2010

"Comuni più efficienti se aggregano i servizi"

Confindustria Bergamo ha "scoperto" che dalla messa in comune dei servizi si possono recuperare decine di milioni.

Piccolo sarà anche bello, come recitava un antico detto. Ma non per i Comuni. O meglio, per la loro efficienza. Perchè le dimensioni contenute portano con sè scarsa produttività, diseconomie di scala, doppioni, sprechi. E il territorio in cui ci sono troppe piccole realtà rischia di pagare un prezzo elevato sul piano della competitività. La Bergamasca ne sa qualcosa, visto che è spezzettata, dal punto di vista amministrativo, in ben 244 municipi. Tanti campanili, ognuno orgoglioso della propria specificità, ma poco virtuosi dal punto di visteconomico. Così ha confermato una ricerca effettuata dall'Ufficio Stadi di Confindustria Bergamo.

I ricercatori guidata da Stefano Cofini hanno passato in esame i bilanci del 2008 di 7660 Comuni su 8101. Ne sono emerse indicazioni rilevanti, che dimostrano come una aggregazione o condivisione dei servizi, senza minimamente toccare gli organici, porterebbero un potenziale risparmio a livello nazionale di 3 miliardi e mezzo di euro, a livello regionale di 297 milioni e a livello bergamasco di 42 milioni.
"Questa ricerca - ha sottolineato il presidente Carlo Mazzoleni - dimostra che il fattore discriminante di efficienza è la dimensione dei Comuni. Non è questione di nord e sud, ma di ambito di utenza". L'analisi ha dimostrato che la maggiore efficienza si ha nei Comuni con popolazione compresa tra 7500 e 50 mila abitanti e tra 80 mila e 120 mila. In Bergamasca la stragrande maggiornza dei Comuni dovrebbe mettere in comune i servizi. "Non si tratta di eliminare i singoli consigli comunali - ha aggiunto il leader degli imprenditori orobici - ma di razionalizzare e condividere i servizi. Noi abbiamo immaginato accorpamenti sulla base dei 29 ambiti del Piano Territoriale di Coordinamento provinciale.

Alla presentazione della ricerca ha partecipato il presidente della Provincia Ettore Pirovano che ha sottolineato come in Italia ci sono almeno 200 mila dipendenti pubblici in esubero. "Come Provincia stiamo lavorando per offrire ai Comuni la possibilità di lavorare in rete. Importante è anche il progetto di "riconversione" sul turismo, un settore che potrà recuperare in parte i posti di lavoro e la redditività un tempo garantita dall'industria".

Bergamonews

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