La
Mostra Fotografica sugli ex voto presenti nella chiesetta di Zambla Bassa,
allestita quest’anno nei locali dell’Oratorio della Frazione, ha suscitato, in
non pochi visitatori, la curiosità si approfondire la storia della località, il
periodo e le cause che hanno determinato la formazione delle sue “contrade” e la
costruzione della chiesetta.
Gli
stessi residenti, i più anziani, interrogati sulla materia non hanno saputo
dare indicazioni che non superassero i ricordi dei loro nonni. Per questo
motivo, ho ritenuto di utilizzare a piene mani e con il consenso dell’autore,
una ricerca fatta a suo tempo da un appassionato “ricercatore storico”, Massimo
Maurizio – Pendughet, relativa alla “Storia di Oltre il Colle e delle sue
frazioni”.
Tralascio,
quindi, le notizie generali attinenti il capoluogo della Conca, soffermandomi
su quelle di Zambla, intesa come denominazione comune tra Zambla Alta e Zambla
Bassa.
“Il 4 maggio del 1287
l'Alta val Serina fu acquistata dalla popolazione di Serina unitamente a quella
di Grimoldo dietro compenso di 624 lire imperiali. Al momento dell’acquisto
Zambla o Zolambra, com’era allora chiamata, presentava la visione di una selva
nera. Solo con il lento passare degli anni s’incominciò a dissodarla e a
sfruttarla, dando luogo a magnifici prati, che dovevano fare di Zambla il luogo
ideale dei pascoli più fertili ed estesi, delle mandrie più feconde e numerose
e dei latticini più saporiti e ricercati della valle.” ……..
Ricorda
Pendughet nella sua ricerca:
" La prima
parrocchia della conca, dedicata a San Bartolomeo apostolo, comprendeva tutte
le contrade esistenti dal Colle di Zambla in giù, di qua e di là del torrente Parina, fino
all'inizio di Oltre il Colle, una volta delimitato dal torrente Rina ( oggi la
Tesa) ribattezzata al tempo della dominazione veneta Valle della Tesa (un
termine veneto per indicare un luogo che
forniva una materia prima per la
composizione della polvere da sparo). Il
decreto di erezione a parrocchia venne firmato dal Vescovo Polidoro Foscari di
Bergamo il 5 aprile 1449.”
Alle
varie contrade della Conca fu quindi dato un nome:
“…….Il nome latino del
paese è "Ultracollem", curiosamente italianizzato in alcuni documenti
ufficiali in "Oltro 'l Collo". Dopo di ché, in tutti i documenti,
appare con chiarezza il nome odierno di OLTRE IL COLLE. Il riferimento non va
al Colle di Zambla, come credono alcuni, ma al Col d'Anì, tra Valpiana e Oltre
il Colle.”
Tornando
specificatamente alla parte che ci riguarda – Zambla -, Pendughet, nelle sue
ricerche scrive:
“…..E' anche normale
chiamare Oltre il Colle dal momento che si supera lo spartiacque del torrente
Serina per entrare in quello della Parina. Inoltre gli antichi documenti fanno
sempre riferimento a comunità della val Serina perché la strada comoda e sempre
pulita era percorsa da carrozze e carri trainati da animali.
Viceversa il colle di
Zambla (la pertinente strada aperta solo verso gli anni 70 del 900) era
percorso da una mulattiera che collegava le due comunità intervallari, ma sul
versante seriano la strada s’inerpica ripida sui pendii di Oneta e mal si
addice per trasporti pesanti.”
Sempre
dalla ricerca di Pendughet:
“….Zambla era conosciuta per la
qualità suprema dei suoi formaggi.
Questa comunità sta esattamente a
metà fra il freddo di Oltre il Colle capoluogo e l’assolata Zorzone. Una cosa a metà che godeva dei vantaggi dei
due estremi. I ricchi pascoli, oggi utilizzati per lo sci, permettevano di
allevare centinaia di capi bovini e ovini. Ottimo clima, giusta altezza ma
sopratutto abbondanza di acqua e facilità di raggiungimento.
Quest’amalgama ha
sempre favorito Zambla. Parlo di Zambla in generale ma mi riferisco a Zambla
Bassa. La divisione delle due frazioni risale agli anni 30 del 900. Alla data
odierna il cimitero è ancora in comune tra le due frazioni.
Molto interessante ma purtroppo
scarsamente illustrato è lo stile architettonico delle case costruite durante
la dominazione veneta.
Edificate in uno stile
del tutto particolare avevano caratteristiche comuni con le abitazioni
classiche di montagna. Muri molto larghi, scarse e piccole finestre strombate,
offrivano un suggerimento quasi militaresco perlomeno quasi come gli antichi
castelli.
L'entrata era ad arco
pieno con i simboli del casato impressi nella chiave d'arco. Entrando si
percepiva l'ampiezza dell'atrio, la ricchezza dei manufatti di legno. "
Zambla, nonostante sia stata l'ultima zona della conca a essere dissodata e
abitata, nel giro di pochi decenni incominciò a offrire uno spettacolo maestoso
e imponente di deliziose praterie, frastagliate dai boschi nelle vallate più
scoscese.”
Anche
a Zambla Bassa sono evidenti alcuni edifici che testimoniano le originali
caratteristiche di case costruite nel periodo della dominazione veneta. Le
ristrutturazioni, avvenute dopo la metà del secolo scorso, hanno utilizzato
materiali non adatti sostituendo o nascondendo quelli originali. Tali
testimonianze si possono osservare specialmente alla base delle costruzioni con
i muri di sostegno che ricordano “contrafforti” (ampi alla base che via via si
restringono salendo, tracce se ne trovano nella contrada Cà di Vidai),
e in
alcuni portali costruiti ad arco con pietre scolpite a mano. Molto bello quello
in contrada Vallomi sovrastato da un balconcino con la base in pietra.
Alcune
si sono perse definitivamente a causa di frane, smottamenti e incuria (vedi
"Ol mulì di Balsì", sulla mulattiera che da Zambla Bassa scende a
Oltre il Colle);
altre
si potrebbero ancora salvare come ad esempio la fontana sulla mulattiera che
dalla chiesetta scende a Cà di Ress
e la fontana, la cui base è ancora visibile, a
Cà di Vidai.
Le
pietre che compongono la vasca sono ancorate l’un l’altra con zanche di ferro
sigillate, nei fori della pietra, con piombo.
Continua
il Pendughet nella sua ricerca:
“Le diverse contrade
sorsero l'una distante dall'altra e fin dal principio la popolazione si dedicò
in modo intensivo all'allevamento del bestiame.
Nella conca, infatti,
le "bergamine" più numerose, di maggior resa, di maggior commercio sono
sempre state di Zambla, costituendo un grosso beneficio economico per l'intero
paese. Verso il 1500 Zambla aveva l'aspetto di una comunità compatta e ben
distribuita nelle contrade più note.
Cà di Merèi, Cà di
Vidài, Cà Pezzà, Cà Falgher, Vallomi, Gremsolì, Cà di Ress.
e poi più in alto
Bertogli, Zucchi, Armellini, Moratti.
Nel 1587 i
capifamiglia di Zambla presentarono al vescovo di Bergamo Gerolamo Regazzoni,
in visita pastorale a Oltre il Colle, la domanda di essere separati dalla
Chiesa di San Bartolomeo di Grimoldo per costituirsi parrocchia autonoma. In un
rotolo di cartapecora, conservato nell'archivio parrocchiale di Zambla, dono
del sacerdote Pietro Luigi Palazzini, sono riportate le motivazioni di tale
domanda.
(Quando parliamo della
parrocchia di Zambla ci riferiamo a Zambla bassa).
Con l'intento di
prevenire ogni obiezione nel documento si conclude:" Perché la Chiesa di
San Bortolomeo, non abbia a subire danni economici, gli abitanti offrono una
dote decente, promettono al vescovo un tanto per mantenere il loro parroco e di
versare un tanto anche al vescovo stesso. Si definirono i confini parrocchiali
dal val Grassa alla val Parina. Zambla rinunciò a estendere i suoi confini fino
alla val Carnera comprendendo anche Zorzone che rimase sotto la giurisdizione
di san Bartolomeo. Mantennero il diritto di giuspatronato fino al 1936 come San
Bartolomeo.”
“…..Zambla ottiene
l'autonomia parrocchiale perché sta meglio di Oltre il Colle.
Perché ha più
popolazione, più ricchezza (allevamento, pascoli) più potere negoziale verso le
autorità centrali di Bergamo e pur sottostando a un pagamento in benefici verso
san Bartolomeo di Oltre il Colle e non le mancano gli uomini e i mezzi per
conquistarsi la sua autonomia.
Non si riesce a
definire la data della costruzione della prima chiesa di Zambla (Bassa) essa
comunque avrà tre altari, e il campanile. L'attuale invece ha cinque altari ed
è del 1727 quasi in contemporanea con quella di oltre il Colle san Bartolomeo.
Se gli Zamblesi costruiscono una
chiesa con tre altari e un campanile fornito di campane presumo che le cose
andavano più che bene, sempre rispetto alle altre comunità. La posizione della
chiesa è rilevante.
Si trova in cima a un poggio, là
dove arrivano almeno quattro strade.
Si è spianata una parte di collina
e il campanile slanciato è visibile da ogni angolo della conca.
Con tre altari non si può certo
parlare di una cappelletta. Un sacerdote stabile, fornito di sufficienti
benefici, che gli permetteva di vivere in maniera dignitosa il suo mandato di
curatore d'anime.
La Parrocchia godeva di diritto di giuspatronato, la chiesa era fornita
di un organo Serassi, arricchita da un dipinto del Cavagna (1590-1595)
rappresentante Santa Maddalena in Gloria.
Il pittore Cavagna per quei tempi
era quello che oggi può essere un Guttuso o Morandi.
C'era una gara allora a chi
abbelliva meglio la chiesa tra gli oltrecollesi e gli zamblesi. Credo che stavolta la gara sia stata vinta dagli abitanti di Zambla.“
Passano
gli anni e la Conca si arricchisce sempre più e inevitabilmente:
“……Nella primavera del 1797 truppe armate di
russi e austriaci superano il colle di Zambla, diretti a Dossena poi in alta val
Brembana e Valtellina per contrastare l'esercito napoleonico che sta invadendo
quella valle.
Da noi pretendono
vettovagliamenti, animali da soma, alimenti e animali da stalla. Stuprano e
uccidono i nostri valligiani. Bruciano stalle se non accontentati. Svuotano le
cantine dai formaggi e salami e vino. Insomma lasciano la conca in una
miserevole condizione. Il 2 maggio del
1798 fu un giorno particolarmente nefasto per le nostre genti. A seguito della
mancata consegna immediata di vettovaglie i russi e gli austriaci incendiarono
numerose stalle e abitazioni. Molti civili furono uccisi all'istante. Furono
perfino distrutti i roccoli per la cattura degli uccelli. “
Sin
qui i risultati della ricerca negli archivi storici e parrocchiali fatta da
Pendughet. Purtroppo un incendio nell’archivio della Parrocchia di Oltre il
Colle ha distrutto altra documentazione che avrebbe potuto dare indicazioni
sulla piccola chiesetta di S.M. Addolorata di Zambla Bassa.
La
costruzione è tuttora parzialmente inserita in un edificio che, negli anni
passati, era adibito ad abitazione, stalla e fienile. L’ultima proprietaria del
complesso, lo lasciò in eredità alla Parrocchia negli anni ’90.
Lo
stato della parte dell’edificio dedicata al culto era necessario di pesante
manutenzione. Purtroppo durante i lavori di restauro e di rifacimento non furono
tenute in debita considerazione alcune strutture e/o soluzioni che mantenessero
intatte le caratteristiche più antiche. Rimane, sulla parete esterna del lato
nord, una lapide in pietra di singolare fattura che riporta incisa
un’iscrizione, purtroppo, illeggibile. Con tecniche moderne si potrebbe
risalire al periodo cui risale e al contenuto inciso.
Tuttavia
la chiesetta, nonostante fosse di proprietà privata, non fu mai chiusa al
culto. Lo testimonia l’abbondanza di quadretti ex voto donati dai fedeli ed
esposti sulle sue pareti.
Pur
non appartenendo alle proprietà ecclesiastiche della Conca l’afflusso dei
fedeli che pregavano e intercedevano per la grazia alla Madonna era costante e,
molto probabilmente, si estendeva alla popolazione al di fuori di Zambla e
della stessa Conca di Oltre il Colle.
Recentemente,
a seguito di una richiesta di possibili ulteriori informazioni in merito,
Pendughet così mi rispondeva:
“Questo edificio è uno dei più
antichi luoghi di culto della conca.
E' situato in una posizione
strategica, all'incrocio di quattro mulattiere una delle quali importantissima
scende in valle verso " Ol mulì di Balsì" ed era la strada invernale
di collegamento verso la val Serina e verso Dossena.
Come dicevo in un precedente post
la mulattiera che sale da Oneta e
scollina al Colle di Zambla poi si divide in due.
Una, quella estiva, mantiene la quota altimetrica
e procede verso la Mussa e quindi Valpiana, Dossena e Val Brembana.
L'altra invece ( quella
invernale) scende subito di livello verso Zambla Bassa passa davanti a questa
cappelletta, si abbassa ulteriormente verso " Ol mulì di Balsì" per
continuare in leggero pendio verso il Pendughet, Oltre il Colle , Col d'Anì Valpiana
e Dossena.
Anche qui sarebbe interessante
parlare di queste due strade che tagliano la conca ma tornando alla cappelletta
questa rappresenta bene nel suo interno lo spirito della devozione popolare.
L'esterno è stata brutalmente restaurata,
privata dalla vista della pietra locale, impoverita da quelle due belle
colonnine scalpellinate a mano che adornavano il pronao. Il campanile,
squadrato, se ci fai caso è molto simile
ai piccoli campanili di convento ( vedi quello di Serina).
L'interno è un gioiellino. Lo splendido coro ligneo,
nel soppalco sopra la porta d'entrata
raccoglie quanto è rimasto dalle numerose razzie di ladri di arte
popolare come quelli di" Grazie Ricevute".
L'atmosfera è calda e raccolta
come deve essere in un luogo di preghiera.”
Note: Le parti virgolettate sono state tratte dalla ricerca
storica
"OLTRE IL COLLE, COMUNE AUTONOMO DAL 1569" tratto dal libro di P.
Ceroni ediz. grafiche dehoniane, a cura della Parrocchia di Oltre il Colle,
svolta da Massimo Maurizio – Pendughet – e pubblicate sul sito http://ultracollem.oltreilcolle.com/.
Si
ringraziano Massimo Maurizio per l’autorizzazione alla pubblicazione, il
Portale oltreilcolle.com, camminandopermonti.it, Guido Coppetti e Matteo Genovesi
per le foto pubblicate.
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