Valle Serina e Brembana

I ragazzi che persero le finali
per la burocrazia del calcio


Il Valserina vince il girone, ma le regole Figc vietano la promozione perché servono più iscritti. Il segretario provinciale della Lega Belotti: così si penalizza la realtà montana, legge da rivedere

«Ai ragazzini dicono che l’importante è partecipare, ma alla fine vogliono vincere tutti, e i primi sono i dirigenti». Giuseppe Baretti, presidente del comitato lombardo della Lega nazionale dilettanti-Figc, trent’anni di campionati (organizzati) alle spalle, bergamasco, la butta lì, sibillino. Ma nella promozione conquistata-anzi no dal Valserina calcio, giurano i protagonisti, la coppa c’entra di striscio.
Semmai, educativamente parlando, il problema è proprio l’opposto. Perché se vinci devi rinunciare al premio? Quest’autunno la categoria allievi, venti calciatori in erba tra i 14 e 16 anni, trova quella che il presidente Diego Bonaldi definisce «la formula magica». La società, colori giallo-azzurri e mezzo secolo di storia, nel suo piccolo ha coltivato generazioni di giovani giocatori, cresciuti tra palazzetto e campo sportivo. Ma è una realtà piccola, che si regge sul volontariato. Difficile azzeccare «la formula». Questa volta, però, le soddisfazioni arrivano con un secondo posto che permetterà alla squadra di passare alla fase regionale. In teoria. Perché nella pratica la promozione salta. Ci sono i numeri in classifica ma mancano quelli per il regolamento.
 
L’inghippo è una norma in base alla quale la società per andare avanti deve iscrivere alla Figc l’intera «filiera»: pulcini, giovanissimi e allievi. Al Valserina manca la seconda. «Nella nostra valle — denuncia Bonaldi in una lettera che sta facendo il giro delle società — 4 scuole elementari su 5 sono composte da due pluriclassi, dove sono riuniti gli alunni di prima, seconda e terza. Noi i numeri non ce li abbiamo». Tradotto: «Non è giusto che chi si è impegnato, allenato e confrontato ad armi pari con gli avversari debba rinunciare al titolo. Non è possibile penalizzare ragazzi il cui unico difetto è abitare in luoghi con bassa densità di popolazione». Per Bonaldi, «la Federazione avrebbe dovuto essere coerente dall’inizio. Bastava ammettere le squadre “senza filiera” ma escluderle ai fini della classifica». Il caso del Valserina, tra l’altro, non è isolato.
A Brescia 13 squadre negli stessi panni si sono coalizzate in un’unica protesta. Nella Bergamasca su 160 squadre iscritte 64 hanno partecipato al campionato senza avere i requisiti e almeno un altro paio verrà penalizzato: il Verdello intercomunale e l’Endine Gaiano. Per la prima parla il presidente Filippo Cutrona: «Noi abbiamo vinto il nostro girone e per tutta risposta, siccome non abbiamo i giovanissimi, la Federazione ci ha invitato a mettere per iscritto la rinuncia al campionato regionale. Io non ci penso proprio». Giulio Vitali dell’Endine: «Abbiamo deciso di ritirarci per motivi nostri, ma ho già espresso la mia solidarietà a Bonaldi. Sono regole da cambiare».
Il caso ha catturato l’attenzione pure di un atalantino alle prese con altri Maxi pensieri (l’addio di Moralez), il segretario provinciale della Lega Daniele Belotti. Ieri ha scritto una lettera ai dirigenti della Figc, al presidente della Provincia Matteo Rossi e all’assessore regionale allo Sport Antonio Rossi: «Un simile regolamento — commenta Belotti — va a penalizzare la realtà montana che si cerca di salvare».
C’è spiraglio per una deroga? «Assolutamente no — risponde Baretti —. I regolamenti sono fatti per essere rispettati. Lo scorso anno siamo stati tolleranti perché era la prima stagione con la riforma delle fasi provinciali e regionali. Se ora chiudessimo un occhio, ne dovremmo chiudere altri cento e protesterebbe chi è in regola. Il Valserina doveva sapere fin dal principio come stanno le cose e spiegarlo subito ai suoi ragazzi».
di Maddalena Berbenni
Corriere della Sera - 5 gennaio 2016
 
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Variante di Zogno, sì alla Convenzione
 
Foto de L'eco di Bergamo

Sorte: «Entriamo nella fase conclusiva» 

«Con l’approvazione della Convenzione tra Regione, Provincia di Bergamo e Infrastrutture Lombarde, la Variante di Zogno entra a tutti gli effetti nella fase conclusiva». Lo annuncia l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Alessandro Sorte, dopo l’approvazione, martedì 29 dicembre, da parte della Giunta, della Convenzione relativa al completamento della Variante di Zogno.

«Questa arteria - prosegue Sorte - è fondamentale per il traffico, in particolare per quello commerciale, che da Bergamo percorre la Val Brembana, per arrivare nell’area di Lenna e, da qui, prosegue per Foppolo. La Variante di Zogno, va ricordato, è fondamentale anche per i collegamenti tra Dalmine, la A4 e Villa D’Almè». La Convenzione approvata oggi prevede che i lavori relativi al completamento della Variante siano curati - dal bando di gara all’esecuzione - da Infrastrutture Lombarde Spa. Le parti (Regione, Provincia, Ilspa) convengono che il completamento della Variante alla ex SS.470 e la realizzazione della Variante Monte di Zogno, siano oggetto di distinte progettazioni e distinte gare d’appalto integrato, a causa della complessità, dell’urgenza e della peculiarità di ciascun intervento, nonchè del diverso stadio attuativo.
 
La Provincia di Bergamo si impegna a portare a completamento le procedure di dichiarazione di pubblica utilità e a svolgere il ruolo di Autorità espropriante, provvedendo a mettere a disposizione le aree necessarie ai lavori nei tempi compatibili con quanto previsto. Si impegna inoltre a completare e trasmettere a Regione e Ilspa i progetti definitivi, le indagini geologiche e geotecniche necessarie. Alla Provincia, che s’impegna a garantire la massima trasparenza e collaborazione, toccherà infine la convocazione delle Conferenze di Servizi per l’approvazione dei progetti definitivi.
 
La Regione si impegna a garantire il finanziamento delle risorse indispensabili alla copertura residua dei costi connessi, secondo quanto previsto, e a garantire alla Provincia la copertura dei costi di progettazione, inclusi le indagini e gli approfondimenti ritenuti necessari. Infrastrutture Lombarde curerà la verifica dei progetti definitivi, anche eventualmente avvalendosi di affidamenti esterni.
Infrastrutture Lombarde Spa si impegna a ottenere approvazioni, autorizzazioni, cessioni, permessi e tutto quanto occorra per l’esecuzione e l’agibilità delle opere. Infrastrutture Lombarde svolgerà il ruolo di Responsabile unico del procedimento e le attività di Direzione lavori. Si occuperà anche di dare seguito ai protocolli di sicurezza e legalità. Si prevede l’avvio della gara d’appalto integrato entro il 30 giugno 2016. L’ultimazione dei lavori è prevista entro 30 giugno 2018.

L'Eco di Bergamo - 29 dicembre 2015
 
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Foppolo, tutto è pronto, si scia
Da sabato piste aperte
 

 
Gli impianti a Foppolo apriranno sabato 28 e domenica 29 novembre dalle 8.30 fino alle 16.45 con orario continuato e si potrà sciare sulla pista Montebello oltre che sulla pista Canalino.
Sabato 28 novembre prende il via la stagione invernale
 
2015/2016 nel comprensorio sciistico Brembo Ski San Simone - Foppolo e Carona. Si scierà fino al 3 aprile prossimo. Grazie infatti all’abbassamento delle temperature, nei giorni scorsi sono entrati in funzione, nel comprensorio Brembo Ski San Simone - Foppolo – Carona, i 60 cannoni da neve - fissi e mobili - posizionati da diverse settimane sulle piste IV Baita, Montebello, Cappelletta, Canalino e Vago di Foppolo.

I cannoni da neve hanno continuato ininterrottamente a lavorare giorno e notte, ventiquattro ore su ventiquattro, per sopperire alla mancanza di neve naturale con i tecnici concentrati per produrre neve e, a turno, sorvegliando le macchine e il loro continuo riposizionamento. Gli impianti a Foppolo apriranno sabato 28 e domenica 29 novembre dalle 8.30 fino alle 16.45 con orario continuato e si potrà sciare sulla pista Montebello oltre che sulla pista Canalino.

Una situazione in continua evoluzione, la volontà è naturalmente quella di aprire il maggior numero di impianti e piste man mano le condizioni lo permettano; l’obiettivo è l’apertura dell’intero comprensorio per l’imminente ponte dell’Immacolata a partire dal 05 dicembre. Per questo inizio di stagione, lo skipass giornaliero sarà proposto allo stesso prezzo del giornaliero baby a 15 euro mentre, i bambini fino ai 130 centimetri di altezza potranno sciare gratis. Confermata anche l’apertura, dalle 9 alle 17 con orario continuato, del campo scuola Babi& Bubu che si trova in località Foppelle, gestito dalla Scuola di Sci 90 Foppolo.
 
L'Eco di Bergamo 27 novembre 2015

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La Giunta regionale a Zogno lunedì 16 per confermare

i 31,5 milioni della variante


L'appuntamento è stato fissato: lunedì 16 novembre la Giunta regionale è stata convocata a Zogno per mettere nero su bianco il contributo complessivo da 31,5 milioni.

L'appuntamento è stato fissato: lunedì 16 novembre la Giunta regionale è stata convocata a Zogno per mettere nero su bianco il contributo complessivo da 31,5 milioni di euro con l'obiettivo di completare l'attesa variante. L'ufficialità è arrivata nelle ultime ore: Maroni e gli assessori terranno la riunione nel municipio di Zogno. E durante la conferenza stampa che seguirà all'incontro potrebbero esserci altre novità per il territorio bergamasco.
La Regione ha deciso di impegnarsi per risolvere i problemi economici di un'infrastruttura fondamentale per la Valbrembana e anche per l'intera provincia di Bergamo. Dopo i tentennamenti del mesi scorsi a causa delle risorse sempre più scarse di via Tasso, Palazzo Lombardia ha comunicato l'intenzione di farsi carico interamente della copertura dei soldi mancanti. In tutto la Regione metterà 31,5 milioni di euro tra i primi 15,5 promessi e l'ultima tranche annunciata a fine agosto”.
Bergamonews - 6 novembre 2015
 
 
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Che sia la volta buona?
Maroni e la Giunta a Zogno per rifinanziare la variante


Nei corridoi di Palazzo Lombardia si fanno sempre più insistenti le voci di una convocazione della Giunta regionale a Zogno, in Valbrembana. Potrebbe essere venerdì prossimo oppure tra due settimane.
 
 
Non una semplice conferenza stampa, ma un segnale inequivocabile della vicinanza della Regione al territorio. Nei corridoi di Palazzo Lombardia si fanno sempre più insistenti le voci di una convocazione della Giunta regionale a Zogno, in Valbrembana. Potrebbe essere venerdì prossimo oppure tra due settimane. La trasferta bergamasca dovrebbe ufficializzare il rifinanziamento della variante di Zogno, strada ferma da un anno a causa degli extracosti da quasi 24 milioni di euro emersi nella fase di realizzazione.

La Provincia, bersagliata dai tagli del governo, non è più in grado di gestire il complesso progetto di riapertura del cantiere e così la Regione ha deciso di prendersi in carico la pratica per portare a termine l'infrastruttura. Un paio di settimane fa la questione è stata già affrontata dalla Giunta che ha dato un primo via libera allo stanziamento complessivo di 31 milioni di euro. “In considerazione del perdurare delle criticità legate alla conclusione di un'opera prioritaria – si legge nell'informativa – Regione Lombardia sta valutando di finanziare la totalità degli extracosti della variante di Zogno per l'importo complessivo di 31,5 milioni di euro con un incremento dello stanziamento di ulteriori 15,5 milioni previo accordo con la Provincia”.
I  tecnici di via Tasso venerdì 16 ottobre si sono confrontati con i colleghi di Palazzo Lombardia per affinare la convenzione tecnica. Il documento non è ancora pronto, ma non pregiudica l'impegno formale finanziario della Regione. Nonostante l'ultima accelerata i tempi non sono brevi: tra gara d'appalto, assegnazione e inizio lavori, secondo le previsioni il cantiere dovrebbe riaprire solo dall'estate prossima.

Bergamonews – 16 ottobre 2015

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Laghi Gemelli: rivive il vecchio rifugio
Inaugurazione nella prossima estate


In quattro intensi fine settimana tra giugno e ottobre, per oltre 420 ore di lavoro, venticinque volontari dai 10 ai 70 anni hanno riportato alla luce le tracce del vecchio rifugio Laghi Gemelli, collocato a poche decine di metri dall’attuale.
Inaugurato il 1° luglio 1900 dal Cai di Bergamo, utilizzato dai partigiani durante la Seconda guerra mondiale e bruciato dai fascisti nel gennaio del 1945, il rifugio è stato sostituito dopo la fine del conflitto dall’attuale. Il suo ricordo è andato attenuandosi, mentre i crolli e la crescita della vegetazione lo rendevano un ammasso di pietre e alberi in cui era ben difficile distinguere una costruzione, come ben mostra la foto allegata.
La proposta di Silvio Calvi, già presidente del Cai cittadino, di rimboccarsi le maniche e di recuperare alla memoria uno dei luoghi significativi della Resistenza bergamasca, proprio nel 70° anniversario della Liberazione, è stata raccolta immediatamente da Maurizio Nava, gestore dell’attuale rifugio (che ha messo a disposizione oltre che gli strumenti di lavoro l’ospitalità), da Roberto Cremaschi, autore di pubblicazioni sui percorsi partigiani nel territorio provinciale, e da Martino Signori, vicepresidente Anpi. Intorno a loro si sono raccolti amici, iscritti al Cai e all’Anpi, appassionati di montagna, di storia e di Resistenza, che si sono alternati intorno al rifugio.
Il lavoro - tutto a «pic e pala» - ha portato al risultato ben visibile nella foto principale. Ora il rifugio potrà riposare tranquillo sotto l’abbondante neve che l’inverno porterà, in attesa delle rifiniture primaverili previste in: intervento di muratori esperti per fissare la sommità dei muri con malta e ripulire i giunti fra pietra e pietra ai fini della stabilità; sistemazione e protezione dei pavimenti; collocazione di cancellini in legno alle due porte per evitare l’ingresso di animali troppo ingombranti e di una lastra di vetro sopra il camino della cucina; pulizia dell’area circostante e assestamento della terrazza antistante il rifugio; realizzazione di una vetrinetta al nuovo rifugio per l’esposizione dei reperti più significativi (puliti ed etichettati); realizzazione e posa di un tabellone illustrativo della storia del rifugio e dell’intervento di recupero e di alcuni cartelli segnaletici; pubblicazione di un opuscolo illustrativo.

L’appuntamento per la festa di «restituzione» del luogo alla memoria e della memoria al luogo, per usare le parole di Giuliana Bertacchi, già presidente Isrec, è fin d’ora fissato per il 1° luglio 2016, 116° compleanno del vecchio rifugio. Il profilo Facebook «Que viva il vecchio rifugio Laghi Gemelli» è il punto di riferimento per ogni informazione.

L’Eco di Bergamo – 14 ottobre 2015
 

 
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Variante di Zogno, pronti a ripartire
La Regione finanzierà altri 15 milioni


La variante di Zogno, con relativa galleria, si farà: «La Regione finanzierà tutti gli extra costi necessari a concluderla». Lo hanno annunciato gli assessori regionali Massimo Garavaglia (Economia, Crescita e Semplificazione) e Alessandro Sorte (Infrastrutture e Mobilità).
 
La conferma è arrivata durante la conferenza stampa dopo Giunta: all’opera saranno destinati altri 15,5 milioni. «Stiamo valutando l’opportunità di farla noi - ha spiegato Sorte - con Infrastrutture lombarde. Entro 15, al massimo 30 giorni, approveremo in Giunta la delibera che sblocca i fondi».

«Il presidente Maroni - ha detto invece Garavaglia - ci aveva dato l’input di risolvere la questione. Abbiamo trovato i soldi e quindi potrà essere lo stesso governatore a siglare l’accordo con il sindaco di Zogno».

Il Pirellone, oltre ai 16 milioni di euro già in Bilancio, come già annunciato nei giorni scorsi, si fa dunque carico anche dei 15,5 milioni di euro ancora mancanti per il completamento dell’infrastruttura, il cui cantiere è fermo dall’aprile scorso proprio per le risorse esaurite.
L’Eco di Bergamo – 3 ottobre 2015

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Val Brembana, lavori sulla montagna
Provinciale a senso unico alternato 

 Camerata Cornello, sull’ex statale 470 della Valle Brembana lavori di messa in sicurezza pendio di monte: senso unico alternato dal 28 settembre al 23 ottobre, da lunedì a venerdì. 


«Per eseguire lavori di messa in sicurezza del pendio di monte – si legge nell’ordinanza della Provincia – si rende necessaria l’istituzione del senso unico alternato regolato da impianto semaforico o da movieri con interruzione saltuaria della circolazione fino a 10 minuti nel tratto di strada in oggetto».

Il senso unico scatterà dal chilometro 33+800 al chilometro 34+000 nel Comune di Camerata Cornello dal 28 settembre al 23 ottobre, dal lunedì al venerdì.

Si annunciano tempi duri per chi percorre l’ex statale della Valle Brembana. Il senso unico a Camerata Cornello, infatti, non è l’unico provvedimento viabilistico atteso peri i prossimi giorni.  Per sette giorni, nel periodo fra il 5 e il 14 ottobre, resteranno chiuse le gallerie di San Pellegrino. lavori anche alla galleria di Lenna. Sono infatti stati programmati lavori di manutenzione degli impianti impianti di illuminazione delle gallerie Antea e Frasnadello.

L'Eco di Bergamo - 25 settembre 2015
 
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Val Brembana, sette giorni senza gallerie
A ottobre si rifà l’lluminazione
 

Si annunciano tempi duri per chi percorre l’ex statale della Valle Brembana. Per sette giorni, nel periodo fra il 5 e il 14 ottobre, resteranno chiuse le gallerie di San Pellegrino. lavori anche alla galleria di Lenna. 

Sono infatti stati programmati lavori di manutenzione degli impianti impianti di illuminazione delle gallerie Antea e Frasnadello. Chiusura al transito sarà quindi nel tratto dal chilometro 22 al chilometro 26, nei Comuni di San Pellegrino Terme e San Giovanni Bianco.
«Per eseguire lavori di manutenzione degli impianti di illuminazione delle gallerie - scrive la Provincia - si rende necessario la chiusura al transito:
dalle ore 8.30 del giorno 05/10/2015 alle ore 6.00 del giorno 10/10/2015
dalle ore 8.30 del giorno 12/10/2015 alle ore 6.00 del giorno 14/10/2015
Il transito verrà deviato lungo le strade comunali di San Giovanni Bianco e San Pellegrino Terme».
I lavori saranno eseguiti dalla Elettrobonatese Srl di Bonate Sopra.


I lavori a Lenna 
Lavori sempre lungo l’ex statale 470: della Valle Brembana anche per la manutenzione degli impianti illuminazione della galleria Lenna. La chiusura al transito sarà dal km 35+643 al km 37+943 nel territorio del Comune di Lenna e sarà così articolata:
dalle ore 8.30 del giorno 12/10/2015 alle ore 6.00 del giorno 17/10/2015
dalle ore 8.30 del giorno 19/10/2015 alle ore 6.00 del giorno 21/10/2015
Il transito verrà deviato lungo la SP 1 Lenna-Mezzoldo. 

L'Eco di Bergamo - 24 settembre 2015

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Variante di Zogno, un anno di sole promesse.
Ora rispunta la Regione

E' passato quasi un anno dal 19 settembre 2014, quando sono stati resi pubblici tutti i problemi economici della variante di Zogno. Da quel giorno tutta la politica bergamasca – assessori regionali, presidenti di Provincia, consiglieri regionali, parlamentari, consiglieri provinciali, sindaci – hanno iniziato una gara di promesse che ha pochi precedenti nella storia delle opere bergamasche.
 

E' passato quasi un anno dal 19 settembre 2014, quando sono stati resi pubblici tutti i problemi economici della variante di Zogno (leggi qui). Da quel giorno tutta la politica bergamasca – assessori regionali, presidenti di Provincia, consiglieri regionali, parlamentari, consiglieri provinciali, sindaci – hanno iniziato una gara di promesse che ha pochi precedenti nella storia delle opere bergamasche.

L'ultima è dell'assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Sorte che, utilizzando le stesse parole dello scorso febbraio (“la variante non poteva diventare l’incompiuta Salerno-Reggio Calabria del Nord”), assicura di aver trovato altri 15,5 milioni. Dopo la carrellata di rassicurazioni fatte nell'ultimo anno il cantiere è ancora fermo e le erbacce iniziano a colonizzarlo. La domanda è lecita: “C'è da fidarsi?”



Ecco tutte le promesse fatte nell'ultimo anno da esponenti di ogni colore politico:
L'ex presidente della Provincia Ettore Pirovano, 19 settembre 2014: “Non ho paura, i soldi ci sono – continua Pirovano -. Siamo in trattativa. Una parte li metterà la Provincia, ma la parte più consistente la Regione. Le difficoltà non sono trovare i milioni di euro, ma affrontare gli imprevisti della natura. Il messaggio che voglio lanciare è chiaro: non c'è nessun problema sul completamento dell'opera”.
- 22 settembre 2014: È stata approvata lunedì mattina nella giunta provinciale una delibera per poter reperire le risorse economiche mancanti pari a 24 milioni di euro. Il documento prevede un cofinanziamento: dalla Regione arriveranno 16 milioni di euro e da Via Tasso 8. Sempre Pirovano: “Trovati i soldi”.
- Il sindaco di Zogno Giuliano Ghisalberti incontra l'assessore regionale Massimo Garavaglia. 17 ottobre 2014: “Siamo soddisfatti dell’incontro – dichiara Giuliano Ghisalberti, sindaco di Zogno – e siamo fiduciosi che la giunta Maroni possa trovare i fondi necessari per completare l’opera.
- 16 novembre 2014. L'assessore regionale Claudia Terzi: “Via Tasso metta a bilancio i suoi 8 milioni. Noi crediamo profondamente alla variante di Zogno, però dobbiamo essere sicuri che l'opera vada avanti”.
- 18 novembre 2014. Il presidente della Provincia Matteo Rossi: “Avevo uno spazio d'azione di quindici giorni. Cinque giorni fa mi sono impegnato a parole, oggi con i fatti e domani spero di avere tra le mani queste risorse. Non escludiamo comunque di poter ricavare di più dalla vendita ma tutte le risorse che raccoglieremo verranno impegnate sulla Variante”.
- 26 novembre 2014. L'assessore regionale Claudia Terzi “La variante di Zogno resta una assoluta priorità per Regione Lombardia. Ne ho parlato in un incontro in Regione con il collega Massimo Garavaglia (Bilancio, ndr) e il sindaco di Zogno, Giuliano Ghisalberti. E' confermato l'impegno a inserire i 16 milioni di euro nel bilancio regionale in approvazione entro fine anno e abbiamo dato la completa disponibilità ad un eventuale sopralluogo entro Natale”.
- 3 febbraio 2015. Pirellone e Via Tasso assicurano il loro impegno. “Le ruspe torneranno entro maggio”. Il presidente Rossi: “Buone notizie dall'incontro in Regione sulla variante di Zogno. Grazie alla collaborazione tra la Provincia, in particolare Pasquale Gandolfi e Jonathan Lobati con il nuovo assessore Alessandro Sorte i cantieri potranno ripartire quanto prima. È una vittoria del dialogo tra forze diverse che hanno messo il territorio prima di tutto.
- 8 febbraio 2015.  “Trenta giugno 2017: ora, per la fine dei lavori della variante in galleria di Zogno, c’è anche una data precisa”. L'assessore regionale Alessandro Sorte: “La variante di Zogno, ci siamo detti, non poteva diventare l’incompiuta Salerno-Reggio Calabria in salsa verde del Nord: sarebbe stato inaccettabile. Il problema andava risolto”.
- Pubblicato il Pop (piano opere pubbliche): inizio lavori “primo trimestre 2016”, fine lavori “quarto trimestre 2017”. 
- 11 giugno 2015. Il consigliere provinciale delegato alle Infrastrutture Pasquale Gandolfi: “Il progetto definitivo è stato concluso e nelle prossime settimane verrà indetta la gara di appalto. Queste due tappe presuppongono che, con ogni probabilità, i lavori riprenderanno tra le fine dell'anno e l'inizio del 2016”.
- 22 giugno 2015. L'assessore al Bilancio Massimo Garavaglia, intervenuto alla festa del Carroccio di Zogno, ha assicurato che si prenderà carico subito della regia per la riapertura del cantiere.
- 9 settembre 2015. L'assessore regionale Alessandro Sorte: “Io e Forza Italia ci mettiamo la faccia. La variante di Zogno è una priorità, la Regione troverà i 15,5 milioni di euro che mancano”.
 Bergamonews - Mercoledì, 9 Settembre, 2015

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«Venite a far un giro in Val Brembilla

dove le strade sono pericolosissime»
 «Buongiorno, abito in Val Brembilla e vi inviterei a fare un giro in questo paese dimenticato dalle istituzioni».
«È sufficiente imboccare la strada al pericolosissimo incrocio di Sedrina che porta in valle (sotto i ponti di Sedrina dove si trova la galleria che porta a Zogno), dove mancano da anni le striscie segnaletiche dei vari stop mettendo a serio rischio l’incolumità di chi lo deve attraversare».
 
«Sarebbe molto utile un vostro articolo per far notare alla Provincia lo stato di degrado e abbandono sia del famigerato incrocio, sia della strada che porta verso il paese, anch’essa pericolosissima per via delle frequenti frane che cadono su di essa. Il manto stradale versa in condizioni pietose e quando piove i rischi aumentano notevolmente».
« Recatevi da un qualsiasi meccanico del paese e vi dirà che siamo i primi in provincia per gli acquisti di ammortizzatori. Capisco che per via dei tagli fatti dal governo manchino i soldi, ma qui si tratta della sicurezza di migliaia di persone che percorrono ogni giorno questa maledetta strada. Spero vivamente che troviate il tempo per venire a vedere con i vostri occhi la situazione. Cordiali saluti».


L’Eco di Bergamo – 1 settembre 2015

 
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«Salviamo l’antico Laghi Gemelli»

Fu il primo rifugio in Val Brembana
L’appello del Cai: cerchiamo volontari per ridargli dignità e memoria. Costruito nel 1900, divenne base partigiana. Poi lo distrussero i fascisti nel 1945. Sono rimasti solo ruderi.
Cercasi manodopera volontaria per riportare alla luce il vecchio rifugio «Laghi Gemelli». Dopo la prima tappa di giugno, con la pulizia dagli alberi, il Cai di Bergamo rilancia l’appello: da martedì 25 agosto a sabato 29 servono squadre giornaliere di 6-8 persone che con abiti da lavoro, guanti, scarpe adeguate, diano una mano a ripulire dalle pietre il perimetro interno del vecchio rifugio.

Perché dello storico «Laghi Gemelli», inaugurato il 1° luglio 1900, è rimasto ormai pochissimo, muri che appena si intravedono, soprattutto tante pietre cadute. Il rischio è che la memoria di uno degli edifici storici della montagna bergamasca vada persa per sempre. Non voleva accadesse il Cai di Bergamo che, 115 anni fa lo fece costruire (era il terzo rifugio orobico del Cai, il primo in Val Brembana), non lo volevano soprattutto i tre promotori del «recupero»: Silvio Calvi, ingegnere già presidente della sezione di Bergamo del Cai, Roberto Cremaschi, giornalista, e Maurizio Nava, attuale gestore del nuovo rifugio «Laghi Gemelli».
L’Eco di Bergamo – 23 agosto 2015

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Variante di Zogno, spuntano nuovi extracosti. 
A rischio la bretella



Come se non bastassero i problemi sorti nell'ultimo anno, ecco spuntare nuovi extracosti per la variante di Zogno.

Come se non bastassero i problemi sorti nell'ultimo anno, ecco spuntare nuovi extracosti per la variante di Zogno. O meglio, per una strada finora ritenuta fondamentale nel progetto complessivo: la bretella di collegamento tra il centro storico e il monte di Zogno. Per realizzarla era previsto un investimento da circa 700 mila euro. Le ultime indiscrezioni però parlano di un aumento non preventivato dei costi di circa 2 milioni.

In totale quindi 2,7 milioni di euro che fanno parte dei 7,7 milioni di “altre spese” emersi a inizio 2015, a cui vanno ad aggiungersi i 23,8 milioni in più garantiti da Regione Lombardia (16 milioni) e Provincia (7,8 milioni).

La Provincia potrebbe tentare una trattativa con il Comune di Zogno per convincere l'amministrazione a digerire la cancellazione della strada con l'obiettivo di far ripartire al più presto il cantiere, anche a costo di sacrificare un'opera importante.

Il sindaco Giuliano Ghisalberti però è pronto alle barricate. “Su questa questione ho sempre ricevuto rassicurazioni da parte di via Tasso e chiedo solo che le promesse vengano mantenute – spiega il primo cittadino -. Se ci sono problemi vanno chiariti subito, anche perché noi abbiamo già versato 100 mila euro a testimonianza di quanto manteniamo fede agli impegni. Da sempre puntiamo molto su questa bretella perché è fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio e fa parte del progetto complessivo. Gli accordi sono stati firmati, vanno mantenuti”.


Bergamonews – 8 luglio 2015
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La memoria corre sui monti sui ruderi 
del rifugio Laghi Gemelli

Foto d'archivio del vecchio rifugio


Un gruppo di volontari ha cominciato, nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 giugno, a estirpare erbacce e sradicare arbusti cresciuti fino a quasi occultarli sui ruderi del rifugio Laghi Gemelli.


Il primo, quello che compirà proprio mercoledì1° luglio il 115° anniversario dall’inaugurazione. L’iniziativa è stata presentata al Palamonti dai promotori, Silvio Calvi, ingegnere già presidente della sezione di Bergamo del Cai, Roberto Cremaschi, giornalista e autore del recente «la strada dei monti. 26 itinerari sui luoghi della Resistenza Bergamasca» e Maurizio Nava, gestore dell’attuale rifugio Laghi Gemelli. L’obiettivo, è stato spiegato, è effettuare un recupero della memoria del vecchio rifugio del Laghi Gemelli attraverso la pulizia delle murature, il ripristino e la messa in sicurezza delle tracce di muri esistenti, la collocazione di segnaletica che ne riproponga la memoria a chi frequenta la zona.
Il secondo «campo di lavoro» si effettuerà nella prima settimana di settembre. A settant’anni dalla Liberazione, il vecchio rifugio troverà una degna sistemazione. Il rifugio, costruito nel 1900, fu utilizzato come base dalla formazione partigiana di Giustizia e Libertà «Cacciatori delle Alpi. 2° Dio sciatori», comandata da Mino Bartoli. Nel corso dei vasti rastrellamenti operati dalle truppe nazifasciste nell’inverno 1944-45 fu bruciato a metà gennaio 1945. I partigiani si spostarono negli edifici prossimi al Lago Nero, oltre il passo d’Aviasco.
Subito dopo la guerra venne costruito un nuovo edificio, grazie al supporto della società Vizzola che costruì la diga e che donò il rifugio al Cai di Bergamo nel 1948, in occasione del 70° anniversario della fondazione della sezione.
Sono intervenuti alla presentazione del progetto, portando il loro appoggio, Piermario Marcolin e Stefano Morosini, presidente e vicepresidente del Cai Bergamo, Ornella Bramani e Martino Signori, vicepresidenti dell’Anpi Bergamo, Claudio Plevani dell’Anpi Valle Brembana e della Val Brembana e della Tavola della pace della Val Brembana. La proprietà del terreno è del Comune di Branzi, che ha autorizzato l’intervento e ha espresso il suo sostegno all’iniziativa.

L’Eco di Bergamo – 28 giugno 2015

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Sempre più ticket su strade e parcheggi
I sindaci sono convinti, i turisti meno



Pagare un ticket su strada o parcheggio per accedere alla montagna non fa diminuire gli escursionisti. Anzi consente ai Comuni di tenere strade più sicure e dare proprio quei servizi che i gitanti chiedono.
Gli amministratori ne sono convinti. Ma non sono tutti contenti: dopo l’annuncio degli ultimi ecopass brembani, i commenti sul web non sono poi stati così tutti favorevoli. E anche gli operatori (ristoratori o rifugisti) che stanno a monte delle strade non sempre si trovano d’accordo con la decisione dell’Amministrazione comunale.
In Val Brembana negli ultimi anni i ticket sulla montagna sono proliferati. E qui – a differenza della Val Seriana dove si tratta perlopiù di parcheggi o vie rurali poco frequentate – siamo su strade lunghe, asfaltate e in genere affollate.
Da sabato scorso (fino a ottobre) è in vigore il pedaggio di due euro sui 5,5 chilometri che dal Colle della Maddalena di Cusio portano ai Piani dell’Avaro. Sabato prossimo, invece, entrerà in vigore un altro balzello, questa volta sui frequentatori del lago di Cassiglio, sempre in alta Val Brembana, meta di pic-nic e bagnanti: 2,5 euro per le auto e 1,5 per le moto. Non gioiscono i turisti.
«L’afflusso di escursionisti a mio parere non ha subìto variazioni – dice il sindaco di Oltre il Colle Valerio Carrara. Anzi, si è incrementato. E con i 13 mila euro raccolti riusciamo a tenere in sicurezza la strada».

L’Eco di Bergamo – 26 giugno 2015

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Laghi della Valbrembana:
 in arrivo 400 chili di trote adulte


Venerdì 3 luglio saranno immessi quattrocento chilogrammi di trote nei tre laghi di montagna della Valbrembana.

Lo ha reso noto il servizio Pesca della Provincia di Bergamo.

Una decisione che rientra nelle operazioni di semina di materiale ittico nelle acque bergamasche.
“Venerdì 3 luglio verrà effettuata l’immissione di 400 chilogrammi di trote iridea adulte secondo il seguente piano di riparto: Lago Bernigolo 150 chilogrammi Lago di Carona 200 chilogrammi; Lago Moro in comune di Foppolo 50 chilogrammi”, questo l'annuncio della Provincia.

La pesca nei tre laghi sarà temporaneamente vietata dalle 21 di giovedì 2 sino fino alle 6 di sabato 4 luglio 2015 per consentire l’ambientamento del materiale immesso,


Bergamonews – 25 giugno 2015

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Piani dell’Avaro, pedaggio al via.

E il ticket arriva anche sul lago di Cassiglio 


«Chi siete? Dove andate? Cosa trasportate? Quanti siete?... Un fiorino!». Massimo Troisi col suo famoso tormentone (nel film «Non ci resta che piangere» con Benigni) avrebbe avuto il suo bel lavoro in Val Brembana.

Dopo la strada Roncobello-Mezzeno, quella di Oltre il Colle-Arera e dopo i parcheggi a pagamento alle partenze escursionistiche di Carona, per turisti, amanti dei pic-nic e camminatori, è l’ora di due nuove pedaggi: da sabato – previsto da mesi – parte il ticket (due euro al giorno) per l’utilizzo della strada comunale che dal Colle della Maddalena di Cusio porta ai Piani dell’Avaro.
Ma per l’estate si annuncia un altro dazio turistico: quello che sarà introdotto per l’area attrezzata attorno al laghetto di Cassiglio, in Val Stabina, meta di centinaia di turisti, di famiglie che fanno il pic-nic o giovani che prendono la tintarella. Insomma, una montagna sempre più a pagamento. Anche solo per arrivarci e fermarsi.
Partiamo dal «pass» per l’Avaro: per ora il pagamento è previsto da sabato fino al 31 ottobre ma non è escluso che il ticket sia prolungato per l’inverno. Consentirà l’accesso e l’utilizzo dei 7,5 chilometri di strada che portano in quota: due euro il costo del pass giornaliero, 5 di quello settimanale e 30 lo stagionale. I ticket giornalieri e settimanali potranno essere acquistati al parcometro posizionato in località Piazze (circa 1.800 metri prima dell’inizio della strada a pagamento, poco fuori il centro di Cusio) oppure in negozi, bar e ristoranti del paese. Quello stagionale in Comune.
Sono esclusi dal pagamento i motoveicoli, quindi i residenti di Cusio, Santa Brigida, Averara e Ornica, oltre a proprietari e gestori di attività sull’Avaro.
«Nei giorni scorsi – spiega il sindaco Andrea Paleni – la strada è stata riasfaltata e sistemata in più tratti. L’obiettivo, con il ticket, è quello di garantire una manutenzione costante. I proventi del ticket, infatti, saranno destinati a tale scopo». Strada comunale, di 7,5 chilometri, ma utilizzata per la maggior parte da automobilisti che arrivano da tutta provincia e fuori. Giusto far pagare anche loro? Favorevoli o contrari, questo è comunque diventato uno dei modi con cui i Comuni – sempre più poveri – cercano di racimolare soldi per le manutenzioni. Proprio da Cusio arriva l’esempio: lo scorso inverno i fondi per lo sgombero della neve finirono piuttosto presto, col risultato che la strada rimase chiusa.
Il ticket potrebbe risolvere il problema. E sul web qualche escursionista sembra essere d’accordo: «Se servirà a tenere la strada aperta e sistemata ben venga il pedaggio».
A Cassiglio il balzello (dovrebbe essere un ticket sul parcheggio) arriverà dopo le polemiche di alcuni anni fa innescate dal divieto di sosta istituito dal Comune a lato strada e dalle conseguenti raffiche di multe.
L’avviso dell’assemblea di lunedì sera parla solo di «introduzione del ticket per l’accesso e l’utilizzo dell’area attrezzata in Valle di Cassiglio», senza spiegare altro. Quanto costerà? Per chi sarà? Dove sarà applicato? Il sindaco Fabio Bordogna preferisce non rispondere: «Spiegheremo tutto lunedì». Troisi, almeno, avrebbe svelato il prezzo: «Un fiorino!».
L’Eco di Bergamo – giugno 2015

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Variante di Zogno “I lavori riprenderanno dal prossimo gennaio”



Il progetto definitivo è stato concluso e nelle prossime settimane verrà indetta la gara di appalto. Queste due tappe presuppongono che, con ogni probabilità, i lavori riprenderanno tra le fine dell'anno e l'inizio del 2016

E' trascorso quasi un anno dalle settimane in cui le certezze sulla conclusione della variante di Zogno hanno iniziato a vacillare. Sono passati invece solo pochi mesi dalla promessa fatta dagli assessori regionali Sorte e Terzi: “I lavori per la variante di Zogno riprenderanno entro la fine del mese di maggio e l'opera si farà tutta” (vedi lancio originale di Lombardia Notizie). Una previsione forse troppo ottimistica. Maggio è finito, è quasi la metà di giugno e in Valbrembana non si è mosso nulla. 

Perché non c'è nulla da muovere: il nuovo appalto non è stato ancora pubblicato.

Potrebbe essere pronto a breve, come conferma il consigliere delegato alla Mobilità Pasquale Gandolfi, che sul tema variante di Zogno ha sempre mantenuto una posizione prudenziale seguendo il caso giorno per giorno. “Il progetto definitivo è stato concluso e nelle prossime settimane verrà indetta la gara di appalto. Queste due tappe presuppongono che, con ogni probabilità, i lavori riprenderanno tra le fine dell'anno e l'inizio del 2016”.

Dopo l'abbandono di Itinera, che ha lasciato il cantiere dopo lo stop ai lavori imposto dalla mancanza di soldi, le strade da seguire per completare l'opera sono due: “Stiamo aspettando una risposta dal ministro del Trasporti Graziano Delrio sulla concessione di cinque milioni di euro per la variante di Cisano, che a sua volta sbloccherebbe fondi per Zogno (leggi qui). 

Se la risposta sarà affermativa potremmo procedere con un affidamento unico da 31,5 milioni di euro. In caso contrario siamo pronti a fare più gare, di cui la prima da 12,5 milioni di euro. Il punto fondamentale è la partenza dei lavori e il fatto che vengano eseguiti in continuità, senza stop”.


Isaia Invernizzi - Bergamonews - 12 giugno 2015

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"No della Regione al rilancio dell'ospedale 
di San Giovanni Bianco"


Non è passata la mozione che chiedeva il rilancio del presidio ospedaliero di San Giovanni Bianco. Il Consiglio regionale ha infatti bocciato con 31 no contro 24 sì la mozione sottoscritta da diversi consiglieri regionali bergamaschi tra cui Barboni appunto e Jacopo Scandella del Pd e a prima firma Dario Violi del M5S.

Nonostante la richiesta di voto segreto, avanzata dal consigliere Pd bergamasco Mario Barboni per ottenere un voto massiccio a favore anche dalla maggioranza, non è passata la mozione che chiedeva il rilancio del presidio ospedaliero di San Giovanni Bianco. Il Consiglio regionale ha infatti bocciato con 31 no contro 24 sì la mozione sottoscritta da diversi consiglieri regionali bergamaschi tra cui Barboni appunto e Jacopo Scandella del Pd e a prima firma Dario Violi del M5S.

La mozione invitava a prendere atto della presa di posizione dei sindaci della Valle Brembana, particolarmente critica verso la dirigenze dell’azienda ospedaliera di Treviglio - a cui afferisce l’ospedale di San Giovanni Bianco - e di quella del presidio stesso; a riconsiderare l’accorpamento con Treviglio e a indicare con chiarezza un ruolo per questo ospedale di montagna, ma soprattutto ad assicurare un ricambio qualificato dei medici e dei dirigenti che hanno cessato il servizio o che si sono trasferiti.

“La Regione – dichiara Barboni, che è anche responsabile regionale del Pd per la sanità - ha perso un’ulteriore occasione per dire con chiarezza quale debba essere la prospettiva dell’ospedale di San Giovanni Bianco, che è l’unico presidio pubblico della Valle Brembana e riferimento anche per la Valle Imagna. Abbiamo chiesto all’assessore Mantovani di conoscere una volta per tutte quali siano gli obiettivi della Regione in merito, perché non è pensabile un continuo ridimensionamento dei servizi forniti dalla struttura ospedaliera. Non abbiamo ottenuto una risposta soddisfacente. 

Ricordiamo che un servizio sanitario efficiente ed efficace è importante non solo, ovviamente, per la salute dei cittadini, ma anche come deterrente contro il continuo spopolamento dei territori dell’alta montagna”.


Bergamonews – 6 maggio 2015

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Tragedia a Mezzoldo: 
escursionista muore scivolando in una scarpata


La vittima è Giovanni Brignoli, 77enne di Ponteranica: era in marcia con un gruppo di quindici persone, quando all'improvviso, forse per un malore, è scivolato in un dirupo

 Non è ancora chiara la dinamica del drammatico incidente che intorno alle 13 di oggi, mercoledì 15 aprile, è costato la vita a un escursionista di 77 anni, Giovanni Brignoli di Ponteranica.

La tragedia, l'ennesima nella nostra provincia, dopo quella di sabato scorso costata la vita a un 64enne a Foppolo, si è consumata a Mezzoldo, lungo un sentiero che porta a Ca' San Marco, nei pressi della strada provinciale 98. Brignoli era in marcia con un gruppo di quindici persone, quando all'improvviso, forse per un malore, è scivolato in un dirupo. Sono stati gli stessi compagni di avventura a chiamare i soccorsi.

Sul posto è prontamente intervenuto il personale medico del 118 con un mezzo dell'elisoccorso.
Inutili, però, i tentativi da parte dei sanitari di rianimare l'uomo dopo il trasporto all'ospedale Papa Giovanni di Bergamo, dove è deceduto a causa delle gravi ferite riportate nella caduta. 


Bergamonews – 16 aprile 2015

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Cavi d'acciaio nel bosco ad altezza collo: allarme per gli enduristi a Dossena


L'appassionato di enduro Daniele Consonni ha pubblicato sul proprio profilo Facebook due video inquietanti: durante un'escursione nei sentieri di Dossena ha trovato in tre punti dei cavi d'acciaio all'altezza del collo, del busto e delle gomme. Un episodio allarmante che altrove ha causato anche delle vittime.

Una normale escursione nei sentieri di Dossena poteva trasformarsi in tragedia per un appassionato bergamasco di enduro: domenica, insieme a un amico, Daniele Consonni si trovava con la sua moto su un tratto sterrato in località Crocetta quando, all'improvviso, sul suo percorso ha trovato qualcosa che l'ha fermato.

“Durante un'uscita nei sentieri di Dossena – ha scritto sulla propria pagina Facebook – abbiamo trovato in tre punti cavi d'acciaio ad altezza collo, busto e gomme. Senza parole...”.
I cavi, tesissimi e ben ancorati al terreno, agli alberi o a una staccionata, avrebbero potuto, nella più fortunata delle ipotesi, disarciornarlo dalla moto: in provincia di Bergamo è la prima segnalazione di questo tipo ma in Italia episodi simili hanno causato anche delle vittime.

“Fortunatamente in quel momento procedevo lentamente – racconta Daniele – Poi il primo cavo ha colpito la mascherina della moto. Su quel sentiero passeremo tre o quattro volte all'anno, è quasi impraticabile per fare delle passeggiate e siamo solo noi enduristi a sistemarlo e pulirlo”.

Una denuncia inquietante, poi presentata anche ai carabinieri, che arriva al debutto della bella stagione: la questione delle moto sui sentieri di montagna è annosa e da sempre oggetto di un tira e molla tra gli appassionati e il Cai che lo scorso anno di questi tempi aveva raccolto quasi 50mila firme contro la legge regionale che delegava ai sindaci la scelta sull'apertura o meno dei sentieri ai mezzi motorizzati.


Bergamonews – 14 aprile 2015

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Escursionista 64enne di Arzago, 
precipita e muore a Foppolo


Alle 11 di sabato 11 aprile è scattato l'allarme a Foppolo per un escursionista 64enne precipitato. Immediati i soccorsi sul posto con il 118 e elisoccorso. Purtroppo per l'uomo - Bruno Giacomo Belloni - non c'è stato nulla da fare, è morto nella caduta.

Alle 11 di sabato 11 aprile è scattato l'allarme a Foppolo per un escursionista 64enne precipitato per circa 100 metri dal sentiero che da Foppolo porta al Passo del Dordona. Immediati i soccorsi sul posto con il 118 e elisoccorso. Purtroppo per l'uomo però, non c'è stato nulla da fare, è morto nella caduta.

La vittima è Bruno Giacolo Belloni, 64 anni di Arzago d'Adda. Belloni era in compagnia del fratello e di un amico che hanno assistito alla tragica caduta.

Sono stati proprio il fratello di Belloni e l'amico a chiedere l'invio di soccorsi. Sul posto sono intervenuti i volontari del soccorso alpino, i carabinieri di Zogno e l'elisoccorso dell'Ospedale di Brescia. Dopo aver recuperato la salma del 64enne, i soccorsi hanno trasportato a valle il cadavere dell'uomo.


Bergamonews – 11 aprile 2015

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Grand Hotel di San Pellegrino: 
dal Cipe 18 milioni per il restauro


C’è anche il Grand Hotel di San Pellegrino tra le strutture per le quali il Cipe (il comitato interministeriale per la programmazione economica) ha stanziato un contributo per il completamento delle opere.

Il Cipe ha definitivamente assegnato circa 198,6 milioni di euro per il completamento di opere in 137 Comuni, distribuiti sull’intero territorio italiano, che hanno segnalato interventi di completamento appaltabili entro il 30 aprile 2015 e cantierabili entro il 31 agosto 2015, a seguito della ricognizione degli interventi segnalati dai sindaci alla Presidenza del Consiglio in risposta all’invito del presidente Renzi del 2 giugno 2014.
A San Pellegrino, per il restauro e risanamento della struttura del Grand Hotel , sono stati assegnati per la precisione 18 milioni e 650 mila euro. Visto che la somma complessiva per il totale recupero del Gran Hotel è stata stimata in 40 milioni di euro, così ne è stata incamerata quasi la metà, ma ora si devono scovare i restanti finanziamenti.
I Comuni assegnatari dovranno adottare la determina e contrarre entro il 30 aprile e successivamente firmare con il ministero delle Infrastrutture un disciplinare che fissa gli obblighi e gli adempimenti che dovranno essere rispettati.

L’Eco di Bergamo – 10 aprile 2015
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Ex ferrovia Valbrembana, lo stop diventa caso politico
La Lega Nord alza la voce


“Niente più passeggiate sull'ex sedime della ferrovia prima della messa in sicurezza”. L'ordinanza emessa dal Comune di Sedrina, con tanto di multa da 250 ai trasgressori, diventa un caso politico. Sembrava che tutto filasse per il meglio, con amministrazioni e cittadini uniti nella stessa direzione, invece nell'ultima settimana qualcosa di è rotto.


“Niente più passeggiate sull'ex sedime della ferrovia prima della messa in sicurezza”. L'ordinanza emessa dal Comune di Sedrina, con tanto di multa da 250 ai trasgressori, diventa un caso politico. Sembrava che tutto filasse per il meglio, con amministrazioni e cittadini uniti nella stessa direzione, invece nell'ultima settimana qualcosa di è rotto. Le tensioni politiche prevalgono su un progetto decantato da tutti come un'occasione imperdibile di rilancio per la Valbrembana.

Il consigliere provinciale della Lega Nord Gianfranco Masper ha depositato un'interpellanza per chiedere spiegazioni alla Provincia di Bergamo e sollecitare un intervento. “La pulizia del sedime è stata pianificata per poter consentire ai tecnici della Provincia di effettuare i sopralluoghi necessari alla predisposizione del progetto definitivo per la realizzazione della pista ciclopedonale della Bassa Val Brembana Almè-Villa d'Almè-Sedrina-Zogno – si legge nel documento -. Nonostante il sedime sia area demaniale, l’accesso al sedime risulta sbarrato da un cancello e la vasta area circostante l’accesso risulta occupata da un deposito della SAB che sembrerebbe sprovvisto dei necessari titoli abilitativi all’occupazione. Chiediamo quale ruolo la Provincia intende assumere nei confronti di questo progetto tanto interessante e tanto atteso, con quali tempi, se veramente interessata ad essere parte in causa dell’iniziativa, la Provincia intende fare i passi idonei per potersi fare assegnare il tracciato ex ferroviario dal Demanio”.

Ivano Sonzogni fa parte dei volontari che negli ultimi mesi ha ripulito il sedime. “Il nostro obiettivo è riaprire il sedime ai cittadini: è per questo motivo che abbiamo lavorato molto – spiega -. Il nostro gruppo non ha mai nascosto le sue simpatie politiche (Lega Nord), ma per noi parlano i fatti. In questo caso la politica è quanto di più lontano, perché abbiamo solo un fine concreto, legato al progetto di riapertura. Speriamo che si torni sulla strada giusta”.

Il consigliere provinciale delegato all'Urbanistica e sindaco di Lenna, Jonathan Lobati (Forza Italia), prova a riportare la calma: “Dobbiamo lasciare alle spalle le polemiche politiche – commenta – perché il progetto è valido e deve essere centrato da tutti. Io sono sempre al fianco delle amministrazioni locali e in questo caso bisogna dire che la pulizia è stata fatta per poter iniziare i sopralluoghi, non per rendere l'ex sedime transitabile.
Valuteremo passaggi intermedi per permettere a tutti di godersi la splendida passeggiata. La comunità montana farà la sua parte, così come il Bim. Sono queste le notizie importanti, così come la disponibilità della ditta Zanetti Arturo di Mapello di portare via gratuitamente tutti i rifiuti raccolti. Sono con queste azioni possiamo centrare il risultato”.


Bergamonews – 10 aprile 2015

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Variante di Zogno,
Cantone chiede i documenti per garantire trasparenza


Un pacco di documenti per garantire trasparenza, evitare le irregolarità e accertarsi che tutte le procedure siano corrette: l'autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone ha stabilito i nuovi obblighi a cui sono sottoposte tutte stazioni appaltanti in merito alle varianti in corso d'opera.

Un pacco di documenti per garantire trasparenza, evitare le irregolarità e accertarsi che tutte le procedure siano corrette: l'autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone ha stabilito i nuovi obblighi a cui sono sottoposte tutte stazioni appaltanti in merito alle varianti in corso d'opera. Tra queste figura anche la Provincia di Bergamo a causa dell'annosa questione della variante di Zogno.

Il cantiere della superstrada di accesso alla Valbrembana è fermo in seguito agli extra costi da 23,8 milioni di euro emersi a settembre. I tecnici di via Tasso devono stabilire quale sia la procedura più corretta: nuova gara oppure affidamento diretto. Con la lente dell'Anac pronta ad esaminare ogni pezzo di carta i dirigenti non possono permettersi errori. Dalla Provincia assicurano che già da tempo è stata garantita massima trasparenza in in ogni passaggio legato alla realizzazione della variante di Zogno. Tutti i documenti sono stati e saranno messi a disposizione dell'autorità anticorruzione, anche quelli legati agli obblighi specificati pochi giorni fa.

L'Anac ha infatti ridefinito i confini degli appalti interessati dall'obbligo: al contrario di quanto stabilito l'anno scorso dal Parlamento, la comunicazione va inviata anche in caso di "varianti ripetute", che nel loro insieme superano il 10% del prezzo originario (Zogno è ben oltre il 10%). Si chiude così la strada a tentativi elusivi, realizzati moltiplicando le "correzioni" sullo stesso aspetto all'appalto originario per tenersi sotto il tetto del 10% ed evitare così le verifiche dell'Anac. 

Per evitare che la comunicazione sia solo formale e legata esclusivamente a una trasparenza “ad hoc” per l'autorità, sono stati fissati anche nuovi criteri per la trasmissione dei documenti: dovranno essere distinti per ogni singola gara e dovranno produrre verbale di consegna e di sospensione dei lavori, pareri del progettista, del verificatore, del collaudatore, insomma tutti i documenti necessari a una radiografia completa della variante. 

L'Anac pone poi un obbligo specifico per il responsabile unico del procedimento, che deve fornire “adeguate motivazioni per i lavori della variante che fossero già stati eseguiti, fornendone un'adeguata valutazione e tutti gli elementi giustificativi”.  Insomma, se prima c'era attenzione, ora c'è controllo totale.


Bergamonews – 9 aprile 2015

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Variante di Zogno, il piano opere non mente: cantiere riaperto nel 2016

Il piano delle opere pubbliche della Provincia di Bergamo prevede la riapertura del cantiere della variante di Zogno nel primo trimestre del 2016.

Il cantiere della variante di Zogno riaprirà nel primo trimestre del 2016. La previsione contenuta nel piano delle opere pubbliche presentato dalla Provincia non rispecchia l'ottimismo delle dichiarazioni rilasciate solo poche settimane fa dall'assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Sorte , dalla collega Claudia Terzi e dal presidente Matteo Rossi che avevano indicato giugno 2015 come data di rilancio. Non è certo colpa loro, ma dei dubbi espressi dai tecnici di via Tasso sulla procedura adottata: affidamento diretto o nuova gara d'appalto? La strada da seguire non è stata ancora definita. 

Una commissione composta da alcuni consiglieri è al lavoro per studiare tutte le ipotesi e individuare quella migliore.


Nel frattempo però il quadro temporale dell'infrastruttura, molto attesa dagli abitanti della Valle Brembana, è mutato. Il Pop (piano opere pubbliche) non mente: inizio lavori “primo trimestre 2016”, fine lavori “quarto trimestre 2017”. Anche i finanziamenti della Provincia, gli ormai famosi 7,8 milioni, saranno garantiti nel 2017 mentre i 16 milioni della Regione dovrebbero arrivare quest'anno.

Ad eccezione dell'enorme punto di domanda sulla variante di Zogno, destinato a rimanere fino al definitivo riavvio dei lavori, le priorità indicate dal presidente della Provincia Matteo Rossi sono chiare: manutenzione delle strade e delle scuole superiori. Si tratta di interventi che fino a pochi anni fa rappresentavano il corollario del piano opere pubbliche. Ora, con le poche risorse a disposizione, sono la parte più importante. “Il filone principale è l'attenzione data alle scuole – spiega Matteo Rossi -. Mettiamo i soldi dove si possono generare finanziamenti con l'intervento del governo o dell'Europa.

E poi non dimentichiamo il grande tema delle strade. E' un Pop da “zero grandi opere”, ma di lavoro per aggiustare l'esistente. La ricerca delle risorse passa anche dal piano delle alienazioni, che dobbiamo verificare e che ci porterà necessariamente a modificare le previsioni nella seconda parte dell'anno. L'idea è chiara: la sistemazione delle buche sulle strade è un pezzo di competitività del territorio bergamasco che non vogliamo perdere”. Soddisfatto il consigliere delegato all'Urbanistica e pianificazione territoriale Jonathan Lobati: “Interveniamo sull'urgenza e di conseguenza le priorità sono strade e scuole, non possiamo fare altrimenti – commenta -. Sono soddisfatto del lavoro fatto: è stato un percorso condiviso”.


Bergamonews – 31 marzo 2015

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La soluzione per entrare in Bergamo
La ferrovia della val Brembana

Tra circa un anno ricorrerà il cinquantesimo anniversario della sospensione del servizio ferroviario in valle Brembana, decretata il 17 marzo 1966 e qualche anno dopo divenuta definitiva. Solo oggi si valutano compiutamente i danni arrecati alla allora fiorente economia della valle da quella deprecabile decisione.

Tra circa un anno ricorrerà il cinquantesimo anniversario della sospensione del servizio ferroviario in valle Brembana, decretata il 17 marzo 1966 e qualche anno dopo divenuta definitiva. Solo oggi si valutano compiutamente i danni arrecati alla allora fiorente economia della valle da quella deprecabile decisione: se il trasporto su gomma poté, almeno in parte, sopperire alle esigenze di mobilità dei passeggeri, ben più grave fu il danno inferto al trasporto delle merci. Negli anni molte aziende portarono la loro sede al di fuori della valle, in collocazioni logisticamente più favorevoli al trasporto con i camion. Delle grandi fabbriche brembane di un tempo rimangono in Valle solo le realtà produttive legate alle famosissime acque San Pellegrino e Bracca, con relative aziende correlate all’indotto, che avviano le loro produzioni verso il resto del mondo con uno spaventoso numero di tir che quotidianamente percorrono la strada della valle. La perdita delle strutture produttive ha costretto molti valbrembanini ad emigrare nelle vicinanze delle aziende di cui sono dipendenti o, per rimanere nell’amata valle, a sobbarcarsi la quotidiana fatica del pendolarismo, alimentando così le code di automobili che affollano l’ingresso a Bergamo o sono dirette all’autostrada percorrendo la Villa d’Almè–Dalmine.
E così, in un momento in cui la Provincia ed il Comune di Bergamo tornano ad interrogarsi sul come risolvere il problema dell’accesso a Bergamo nelle ore di punta, vorrei ricordare ai lettori di Bergamopost e agli amministratori politici che hanno a cuore le sorti del  nostro territorio, che nella vicina valle Seriana il treno di un tempo è stato parzialmente sostituito da un tram “veloce”, che correndo su doppio binario da Bergamo ad Albino, trasporta ogni anno tre milioni di passeggeri.
Esiste, nei cassetti della TEB (Tramvie Elettriche Bergamasche, la Società gerente la tramvia della valle Seriana), un progetto di ricostruzione della ferrovia nel tratto da Bergamo a Villa d’Almè, con opportuni parcheggi d’interscambio, rendendola tramvia veloce a doppio binario in sede propria. Tenendo conto delle grandi difficoltà di ampliamento dell’attuale strada d’ingresso a Bergamo dalla direttiva Sorisole–Ponteranica, zona con forte concentrazione abitativa, la soluzione è di riqualificare la vecchia sede ferroviaria, fino a Villa d’Almè ancora intatta. Solo la galleria di Ponteranica, con la volta che presenta da sempre una gibbosità, e che fu la scusante per decretare la fine del servizio ferroviario, (la volta della galleria si è abbassata, con grave pericolo per i convogli in transito…ma la galleria, oggi illuminata, è da anni  tranquillamente percorsa dalla ciclabile di Sorisole), con la sua ristretta sagoma limite, si oppone alla realizzazione del doppio binario. La galleria, in un paio di centinaia di metri, sottopassa la strada provinciale in prossimità del vecchio capolinea dell’autobus urbano, oggi testimoniato da un allegro chiosco-birreria, ed eviterebbe, allora come oggi, la creazione di un trafficatissimo  passaggio a livello. Forse, nell’attesa che la Regione ed i vari Enti interessati trovino i 24 milioni di euro (noccioline…) necessari al completamento della variante stradale di Zogno, si potrebbero trovare i fondi per allargarla, anche perché si attingerebbe a stanziamenti riguardanti le ferrovie e le tramvie che anche in momenti di ristrettezze economiche il Governo mantiene vivi per creare e mantenere in Italia forme di trasporto alternative alla strada.

E qui sarebbe opportuna una levata di voce dagli abitanti della Valle. A me, autore di un libro sulle ferrovie delle valli Brembana e Seriana, è stato chiesto più volte quali siano state le cause di chiusura delle ferrovie: alla già deprecata, e più volte citata, decisione dell’Italcementi, negli anni ’60 maggiore azionista della SAB, aggiungerei il colpevole silenzio della Provincia, che, non dimentichiamolo, era il Concessionario delle ferrovie. Possiamo quindi sostenere che i politici del tempo da un lato non furono attenti interpreti delle esigenze di sviluppo della realtà vallare che non potevano essere soddisfatte dalla sola capacità di trasporto della strada, ma d’altro canto le richieste degli elettori e degli industriali locali non si concentrarono sul mantenimento della ferrovia. L’unica voce forte che si levò a favore del trasporto ferroviario fu la San Pellegrino, che volle far valere il proprio contratto di trasporto con la SAB, citandola in giudizio e proponendo addirittura di mantenere il servizio per il solo trasporto merci. La ferrovia invece andava ammodernata e resa consona alle esigenze degli anni ’60 e ’70, ben diverse, in termini qualitativi e quantitativi, dalle caratteristiche delle nostre linee vallari dell’epoca, rimaste, come mezzi e come cadenza di corse, agli anni ’50 postbellici, quando la concorrenza alle ferrovie, anche nazionali, da parte del trasporto privato non esisteva.
Ecco perché oggi la val Bembana, come accadde agli inizi del ‘900, deve far sentire la sua voce chiedendo di risolvere il problema dell’ingresso a Bergamo non con allargamento della “statale” oggi esistente, o con qualche palliativo tipo i birilli inventati dall’amministrazione di Ponteranica per sfruttare meglio la sede stradale, ma con una struttura ferroviaria, che non dimentichiamolo, è a portata di mano (e l’esempio della vicina valle Seriana lo testimonia – ma come sappiamo la Storia ha pessimi allievi).


Giulio Leopardi  Bergamopost - 25 marzo 2015 

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Ospedale, i sindaci della Val Brembana 
chiedono le dimissioni di Ercole e Zenoni



Dimissioni della dirigenza. È pesantissimo il «documento - richiesta» approvato martedì sera dall’assemblea dei sindaci della Valle Brembana sul futuro dell’ospedale di San Giovanni Bianco e inviato a Regione Lombardia.

Dopo tre ore di discussione, nella sede della Comunità montana a Piazza Brembana, 34 dei 36 Comuni presenti (unico assente il rappresentante di Ubiale Clanezzo), hanno chiesto, su proposta del sindaco di San Giovanni Bianco Marco Milesi, le dimissioni del direttore generale dell’azienda ospedaliera di Treviglio Cesare Ercole e del direttore medico dell’ospedale di San Giovanni Bianco Stefano Zenoni.
Si chiede, inoltre, che «l’ospedale di San Giovanni Bianco venga afferito all’azienda ospedaliera di Bergamo o ad altra azienda più prossima rispetto all’azienda ospedaliera di Treviglio». Il documento è stato approvato con l’astensione di Zogno e Valnegra. La richiesta arriva, a detta degli amministratori comunali, dopo anni di disattese promesse di potenziamento, anzi di continuo impoverimento dell’ospedale vallare e, soprattutto, dopo la chiusura del punto nascite dal 1° gennaio scorso e dopo l’improvvisa «chiusura - razionalizzazione» del reparto di Ginecologia, «accorpato a Chirurgia».
L’Eco di Bergamo – 19 marzo 2015
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Variante di Zogno, commissione al lavoro
per riaprire il cantiere


"Entro un mese, massimo un mese e mezzo, riusciremo a definire la procedura corretta per riaprire il cantiere e concludere la variante di Zogno". Parola del consigliere provinciale delegato alla Mobilità, Pasquale Gandolfi.

Prima riunione della commissione provinciale incaricata di studiare la procedura più corretta per riprendere il cantiere della variante di Zogno e finire l'opera tanto attesa da cittadini e imprenditori della Valbrembana. I componenti sono stati scelti scelti nell'ultimo Consiglio provinciale: Pasquale Gandolfi, consigliere delegato alla Viabilità e Infrastrutture, Fabio Terzi, Denis Flaccadori, Gianfranco Masper e Giorgio Valoti.

L'obiettivo è risolvere il dilemma tecnico sollevato nelle scorse settimane dagli uffici di via Tasso: procedere all'assegnazione diretta dell'appalto da 23,8 milioni di euro oppure indire una nuova gara, con conseguente allungamento dei tempi e possibile aumento dei costi .

L'ipotesi più probabile è un compromesso tra le due strade. Parte dei lavori, quelli relativi al consolidamento delle gallerie, sarà affidata a Itinera, azienda che finora ha lavorato al cantiere. Per tutte le opere rimanenti – servizi, asfaltature, cartellonistica – dovrebbe essere prevista una nuova gara di appalto. Grazie a questa soluzione non dovrebbero esserci troppi ritardi (il condizionale ormai è lo standard in questi casi) rispetto alla promessa di riapertura del cantiere entro giugno di quest'anno.

“Abbiamo incontrato Itinera settimana scorsa e lo stesso faremo la prossima settimana – spiega il consigliere delegato Pasquale Gandolfi, che sta seguendo costantemente tutte le fasi -. Incontreremo anche Regione Lombardia per fare il punto della situazione. A mio avviso entro un mese, massimo un mese e mezzo, riusciremo a definire le procedura corretta per concludere al più presto la variante”.


Bergamonews – 17 marzo 2015

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Val Brembilla e Sant'Omobono
Lo Stato premia le fusioni: 250 mila euro per 10 anni

Un contributo straordinario per 10 anni, niente Patto di stabilità fino al 2019, minor riduzione del fondo di solidarietà comunale, deroga sulle restrizioni imposte agli enti locali riguardanti personale e assunzioni. Sono le agevolazioni previste dallo Stato per i Comuni che hanno portato a termine il percorso della fusione.

Un contributo straordinario per 10 anni, niente Patto di stabilità fino al 2019, minor riduzione del fondo di solidarietà comunale, deroga sulle restrizioni imposte agli enti locali riguardanti personale e assunzioni. Sono le agevolazioni previste dallo Stato per i Comuni che hanno portato a termine il percorso della fusione. In provincia di Bergamo nel 2014 sono nati Val Brembilla (da Brembilla e Gerosa) 

e Sant'Omobono Terme (unito con Valsecca).

Rispetto alle altre 240 amministrazioni bergamasche, alle prese con difficoltà economiche e tagli, le due realtà orobiche possono tirare una boccata d'ossigeno. Val Brembilla riceverà 252 mila euro, come l'anno scorso, e Sant'Omobono 200 mila euro. Il contributo straordinario è previsto per 10 anni, disponibile grazie a un fondo da 30 milioni di euro istituito dal ministero dell'Interno. “Noi siamo molto soddisfatti – spiega il sindaco di Val Brembilla Damiano Zambelli -, siamo stati pochi giorni fa a Roma per un incontro al ministero in cui sono stati spiegati tutti gli incentivi. Tra le note positive c'è l'allungamento dell'esenzione dal Patto di Stabilità da 3 a 5 anni. Gli studi dimostrano che la fusione ha molti benefici per le realtà dai cinquemila ai diecimila abitanti. C'è un notevole risparmio e servizi migliori. In base alla mia esperienza consiglio questo processo anche ai miei colleghi”.
Non mancano lati negativi: campanilismo e difficoltà burocratiche iniziali. “Viene a mancare un po' di rappresentanza politica – continua Zambelli -. Noi abbiamo approvato il nuovo statuto che prevede infatti il Consiglio delle frazioni per rappresentare tutti. All'inizio c'è anche qualche problema di carte bollate. Le aziende hanno dovuto cambiare l'Iban, gli indirizzi, il rinnovo dei documenti è più difficile. Però posso dire che gli aspetti positivi sono molti di più”. L'assessore al bilancio e i cittadini ringraziano.

Bergamonews – 13 marzo 2015

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"Variante di Zogno, per portarla a termine sarà sacrificata Cisano?"


Pubblichiamo l'intervento di Marconio, un lettore ben informato che pone più di un dubbio sul futuro di due opere fondamentali per la provincia di Bergamo: la variante di Zogno e la variante di Cisano bergamasco, infrastrutture molto attese dai cittadini.

A guardarle sulle carte, al di là della definizione di “variante” e della finalità di eliminare dai centri abitati il passaggio di migliaia di veicoli, le due varianti avrebbero poco altro in comune, quantomeno dal punto di vista tecnico. Sono opere differenti, realizzate in zone della nostra provincia lontane tra loro e con esigenze diverse, tuttavia sono due opere accomunate dallo stesso destino o meglio ancora dalla stessa madre: la Provincia, inteso sia come ente sia come classe politica che l’ha governato. Ma andiamo con ordine. Le vicende e i percorsi di entrambe le opere sono noti, visto che sono da anni al centro del dibattito territoriale. Meno noto e molto più incerto è invece il destino di entrambe. La Variante di Zogno è lì, visibile con le sue gallerie e il taglio della strada nella montagna, ferma, immobile, senza alcun operaio che vi lavori, simile a tante altre opere italiane, iniziate e non ancora finite, talvolta mai finite.
Su Zogno si è già detto degli extracosti (24 milioni), delle promesse di far ripartire il cantiere entro maggio 2015 per terminare l’opera nel 2017, per proseguire ora con la doccia gelata di un ulteriore intoppo che potrebbe bloccare l’opera: la necessità di una ulteriore gara d’appalto per assegnare i lavori rimanenti. La nuova gara d’appalto porterebbe gli extracosti da 24 a 32 milioni, portando i costi nel loro complessivo a 76 milioni (16 milioni sopra la prima gara che prevedeva il costo dell’opera in 60 milioni, un aumento del 27% circa). Il problema non risiederebbe solo nello slittamento dei tempi dovuti ad una nuova gara (6 mesi dice la politica, almeno 10 dicono gli addetti ai lavori) ma negli 8 milioni di euro mancanti per giungere alla cifra di 32 milioni. Infatti già oggi gli enti (Regione e Provincia) hanno faticato a coprire i 24 milioni mancanti e non li hanno ancora coperti (la quota della Provincia è ancora mancante).
La Variante di Cisano è invece ancora sulla carta, ma i suoi costi, in anni di attesa, sono aumentati, giungendo ai 40 milioni di oggi. Contro la realizzazione di Cisano ci sono due fattori: da una parte la mancanza di risorse, mancherebbe solo 1 milione, ma dovrebbe garantirlo la provincia (che non ne ha) e dall’altra il tempo, perché la maggior parte dei soldi arriva dal CIPE e per non perdere il finanziamento nazionale, è necessario arrivare entro giugno quantomeno ad aver appaltato la gara (4 mesi alla scadenza in un paese normale sarebbero più che sufficienti, ma nel nostro, fatto di pareri, perizie, delibere e approvazioni di più enti è come voler terminare una maratona in 1 ora).
Ma cosa accomuna Cisano e Zogno, visto che paiono due vicende separate e distinte? Le accomuna la Provincia o come si è detto la classe politica della Provincia e gli errori politici di questa, errori trasversali alle amministrazioni e ai partiti. Già perché sono due opere nate tempo addietro, con una progettazione, nel caso di Zogno che fa acqua da tutte le parti, nel caso di Cisano dove i costi, a forza di tenere l’opera sulla carta, sono lievitati ancor prima di iniziare.
Tuttavia l’errore della classe politica nostrana, dalle amministrazioni Bettoni, passando per quella Pirovano fino all’ultima di Rossi, è la tendenza a rinviare ad un domani i problemi. Cisano ha ottenuto il finanziamento governativo all’epoca di Bettoni, grazie all’interessamento dell’allora Vice Ministro Castelli che, ad oggi, pare sia l’unico politico che abbia lottato per salvare la variante di Cisano (è grazie ai suoi interventi se il finanziamento Cipe non è stato mai ritirato ed è stato confermato anche nello Sblocca Italia). Ma all’impegno di Castelli non ha corrisposto identica volontà e forza d’animo dei Presidenti Bettoni e Pirovano e dei loro assessori alla partita, in particolare Giuliano Capetti, ora promosso a capo di gabinetto dell’Assessorato Infrastrutture e Trasporti di Regione Lombardia. Perché Cisano è rimasta ferma per anni sulla carta se a Roma i fondi c’erano e se in Regione i fondi erano già garantiti? Per il semplice motivo che fin dall’inizio i fondi non bastavano, servivano nuove risorse e la Provincia nel 2009, dopo aver ereditato da Bettoni la partita, ha atteso che fossero Roma e Milano a risolvere il nodo finanziamento. Nel frattempo avanzava la Variante di Zogno e la sua gara d’appalto. Iniziava così nel 2009 per Zogno un braccio di ferro tra Bergamo e Regione (entrambe governate dagli stessi partiti) per i 60 milioni di gara d’appalto.
La Provincia in quel momento preferì privilegiare Zogno, consapevole che Regione Lombardia non avrebbe elargito altri fondi sulla programmazione delle opere viabilistiche provinciali a Bergamo, viste le esigue risorse regionali e le necessità di altre 11 province. In più a Bergamo stava nascendo Brebemi ed era in fase finale di progettazione la TAV con tutte le loro compensazioni ambientali e viabilistiche nella bassa, e ciò, agli occhi dei regionali, sembrava più che sufficiente per dire che 60 milioni per Zogno erano più che sufficienti. Pirovano e Capetti scelsero Zogno e lasciarono Cisano al suo destino, rinviando ad un domani il problema di reperire le risorse. Fecero una scelta politica e ci sta, scelsero l’uovo oggi invece della gallina domani.
Tuttavia in questa scelta c’è un “ma”, un “ma” enorme, un “ma” da 24 milioni (o forse 32) di extracosti di Zogno. Ai nostri amministratori erano noti gli extracosti della variante, se, come ammesso dalla nuova amministrazione Rossi, fin dal primo momento dopo l’assegnazione della gara, fu rivisto il progetto e furono allungate le gallerie, generando extracosti di 7,8 milioni di euro e che, per coprirli, fu firmato un accordo tra Provincia e Itinera (la società che ha vinto l’appalto) per stralciare tutta l’impiantistica dalla base di gara, con lo scopo di reperire successivamente le risorse per questa voce. Anche questa è stata una scelta politica, così come è stata una scelta continuare a sostenere nel febbraio 2014 che gli extracosti ammontavano a 4-5 milioni di euro, dovuti per lo più ai lavori in galleria, omettendo invece che nel corso d’opera ai 7,8 milioni iniziali si sono aggiunti ulteriori 5 milioni di euro per problemi di scavo nelle gallerie e ulteriori 9 milioni per la messa in sicurezza del versante montano, la cui tenuta era stata sovrastimata (un fronte friabile e franoso).
Mentre in valle, in provincia e a Milano già circolavano voci su extracosti intorno ai 20 milioni la politica bergamasca nascondeva lo sporco sotto il tappetto negando i problemi. Oggi, dopo gli annunci trionfali di Rossi (neo presidente) e di Sorte (neo assessore regionale) che i lavori a Zogno sarebbero ripartiti a maggio 2015, emerge, come detto, la necessità di assegnare i lavori con nuova gara. Tuttavia anche questa notizia era nota negli ambienti tecnici. Solo i politici non ne erano consapevoli? Alla fine i nodi vengono sempre al pettine e ora che la Provincia è veramente senza risorse si trova a dover reperire in tempi record 8 milioni di euro per Zogno (a cui potrebbero aggiungersi altri 8 milioni) e 1 milione per appaltare Cisano, oltre a dover correre per chiudere tutte le procedure. In totale 17 milioni, veramente troppo per un ente il cui destino è incerto.
Cosa accadrà? Zogno non potrà rimanere così, dovrà essere terminata! È la decisione più logica ma a farne le spese forse sarà Cisano, sacrificata per le scelte politiche di chi, quando poteva, non ha fatto, lasciando ad un domani la soluzione del problema. C’è chi chiede di non fare una caccia alle streghe e di non fare processi pubblici sugli extracosti di Zogno. Per carità, se vi sono responsabilità penali o amministrative nelle procedure, sarà compito della magistratura o della Corte dei Conti accertarle. È però d’altro canto doveroso sottolineare come la politica abbia fatto delle scelte e che tali scelte abbiano comportato delle conseguenze, ed è altrettanto doveroso che i cittadini sappiano chi le ha fatte in modo che possano giudicare. 

Bergamonews – 4 marzo 2015


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Valle  Brembana, aspettando il tram tutti a passeggio sul sedime



I volontari della zona hanno riportato alla luce l’antico percorso del treno, ora percorribile a piedi o in bicicletta.

Le foto sono davvero emblematiche e sono state pubblicato sul profilo Facebook di Lucio Brignoli, leghista di lungo corso (nonostante la giovane età) e ora capo di gabinetto in Regione dell’assessore Claudia Terzi, dopo aver ricoperto analogo incarico in Via Tasso con Ettore Pirovano. Un viaggio lungo il sedime abbandonato della ferrovia della Valle Brembana, pazientemente reso agibile grazie al lavoro di decine di volontari della zona.

«Ma non credevo fosse stato fatto un lavoro così importante in così poco tempo... Fino a pochi anni fa, l’ultima volta che ci avevo provato almeno, non ero neanche riuscito ad arrivare nemmeno alla stazione di Clanezzo che era chiusa da recinzioni e rovi. Oggi si può percorrere tutto il tratto dalla stazione di Villa d’Alme fino ai Ponti di Sedrina comodamente a piedi o in bicicletta, armati di una buona torcia per l’intero tratto in considerazione delle molte gallerie da percorrere e di scarponi almeno per quella di Villa d’Almè. Sono poco più di 5 chilometri e anche senza essere dei grandi camminatori si possono percorrere in poco più di un’oretta, ma ne vale assolutamente la pena».

«Unici due nei, per ora, sono che non si può accedere al percorso dalla stazione di Villa d’Alme che è chiusa dal parcheggio degli autobus e neppure da Sedrina all’altezza dello svincolo sud del ponte perché il percorso è bloccato dal deposito materiali del settore viabilità della Provincia di Bergamo. Per accedere bisogna recarsi nella frazione Fornaci di Villa d’Alme ma il parcheggio è scarso e disagevole. Nonostante questo ho incrociato molte persone che si stavano già gustando il piacere di questa passeggiata. Forza del passaparola...».

«C’è sicuramente ancora tanta fatica da fare, ma questa iniziativa senza grandi proclami ha già raggiunto risultati veramente importanti. Farla conoscere credo possa essere utile per fare in modo che il recupero finalmente iniziato possa arrivare a conclusione, rendendo merito a chi a proprie spese ha lavorato duro!».

Fotografie di di Lucio Brignoli

L’Eco di Bergamo – 3 marzo 2015

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Variante di Zogno,incognita sull'appalto

Rischio nuovi ritardi



Nuovo ritardo per la riapertura del cantiere della variante di Zogno? Stavolta non sarebbe un problema di soldi, ma di procedura. Gli uffici della Provincia di Bergamo stanno valutando se sia corretto assegnare la conclusione dei lavori, per un totale di 23,8 milioni di euro, attraverso un semplice affidamento diretto.

Nuovo ritardo per la riapertura del cantiere della variante di Zogno? Stavolta non sarebbe un problema di soldi, ma di procedura. Gli uffici della Provincia di Bergamo stanno valutando se sia corretto assegnare la conclusione dei lavori, per un totale di 23,8 milioni di euro, attraverso un semplice affidamento diretto. Il dubbio di alcuni tecnici, emerso negli ultimi giorni, è legato all'iter da seguire per evitare rilievi giuridici ed economici. Una delle ipotesi sul tavolo è lo studio di una nuova gara di appalto: iter più lungo di qualche mese, ma inattaccabile dal punto di vista giuridico.

Con cifre così elevate infatti il rischio di ricorsi e apertura di fascicoli da parte della Corte dei conti è sempre dietro l'angolo. Ecco perché i tecnici, prima di prendere qualsiasi decisione, vogliono valutare le pratiche nel dettaglio affiancati dall'ufficio legale di via Tasso.

Regione Lombardia e Provincia di Bergamo si sono impegnate a concludere la strada entro il 30 giugno 2017 con avvio dei nuovi lavori tra fine maggio e inizio giugno. La promessa è stata sottoscritta durante l'incontro di inizio febbraio tra l'assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Sorte, il presidente della Provincia di Bergamo Matteo Rossi, gli amministratori e gli imprenditori della Valle Brembana. Nel 2015 la Regione si impegna a versare 5 milioni di euro e la Provincia 1. Entro il 2016 la Regione ne verserà altri 5 e la Provincia 3, e nel 2017 la Regione ne metterà altri 6 e la Provincia 3,8.


Bergamonews - 19 febbraio 2015
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Neve e sole, valanga a Foppolo
Passo del Dordona, salvi 5 alpinisti 


Con il sole e il rialzo delle temperature, una valanga è caduta a Foppolo.

Una valanga è caduta a Foppolo intorno alle 12.30 di domenica 25 gennaio. La segnalazione arriva dal 118 con due elisoccorsi in azione: quello da Bergamo ha raggiunto direttamente la zona della valanga mentre quello decollato da Brescia è passato per la sede del Soccorso Alpino di San Giovanni Bianco dove ha caricato 4 soccorritori pronti per intervenire
Cinque le persone coinvolte, tutti uomini, si tratta di alpinisti che sono riusciti a uscire da soli e illesi dalla valanga caduta sulla strada che porta al Passo del Dordona. Solo uno ha riportato lievi contusioni. Tutti e cinque sono stati riaccompagnati a valle.


Sicuramente il sole di questi giorni e la neve caduta nella settimana possono determinare questi fenomeni. In azione anche la VI Delegazione Orobica del CNSAS (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) che ha raggiunto l’area interessata dalla valanga, a circa 2000 metri di altitudine. Venticinque i tecnici di soccorso alpino a disposizione, insieme con le UCV (Unità cinofile da ricerca in valanga), per le operazioni di soccorso e la bonifica dell’area.




L’Eco di Bergamo – 25 gennaio 2015

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Bambino cade dalla seggiovia. Volo di tre metri e mezzo 

Foppolo: l’incidente alla quarta baita. in azione l’elisoccorso. i rilievi dei carabinieri 
Il piccolo, 8 anni, se l’è cavata con una contusione alla schiena 

Un bambino di 8 anni è precipitato dalla seggiovia della Quarta Baita, a Foppolo. Nonostante il volo di 3 metri e mezzo, ha riportato solo una contusione alla schiena e ora si trova all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. 


L’incidente è avvenuto questa mattina (30 dicembre) poco prima delle 10. Non è ancora chiaro come il ragazzino sia caduto dalla seggiovia a quattro posti, che in quel momento era in funzione. E se a bordo con lui ci fossero altre persone. I carabinieri della compagnia di Zogno sono al lavoro per ricostruire la dinamica. 

A lato della pista è atterrato in pochi minuti l’elisoccorso del 118. Nulla di rotto. Per i medici, il piccolo ha solo una forte contusione alla schiena. È stato comunque trasportato in volo al pronto soccorso del Papa Giovanni.


Il Corriere della Sera - 30 dicembre 2014

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Sciatori pronti alla stagione in pista
60 cannoni sparano neve 

Nel comprensorio Brembo Ski sono 60 i cannoni in funzione per dar il via alla stagione invernale 2014-2015. 

Dopo settimane di tempo mite le temperature, che finora erano state di circa 10 gradi sopra la media del periodo, si sono abbassate. La carenza di neve su tutto l’arco alpino sta condizionando questo inizio di stagione, dalla Coppa del Mondo di sci alpino in Val d’Isere e Courchevel che ha costretto i vari organizzatori a cancellare le prove in programma, alle defezioni delle prenotazioni alberghiere per l’8 dicembre annullate per la poca neve caduta.

La neve quindi scarseggia, ma da ieri sera, grazie all’abbassamento delle temperature, sono entrati in funzione nel comprensorio Brembo Ski San Simone -– Foppolo – Carona i 60 cannoni da neve - fissi e mobili - posizionati da diverse settimane sulle piste IV Baita, Montebello e Cappelletta di Foppolo. 

Si tratta di cannoni di ultima generazione, forniti dalle ditte Snowstar e TechnoAlpin, che sono stati sistemati a pochi metri di distanza l’uno dall’altro, per una maggiore e concentrata resa. Il costante abbassamento delle temperature previsto nei prossimi giorni, aiuterà ulteriormente i cannoni in funzione che possano lavorare giorno e notte per far sì che la stagione abbia finalmente inizio. Occhi puntati però anche al cielo visto che sono previste precipitazioni nevose, che aiuterebbero a garantire l’apertura già dal prossimo week end 13 e 14 dicembre. 

Insomma, una situazione in continua evoluzione. La volontà è quella di aprire il maggior numero di impianti e piste man mano le condizioni lo permettano anche in vista dell’importante appuntamento del Parallelo di Natale che festeggia a Foppolo il 23 e 24 dicembre i suoi 25 anni di storia e successi che, saranno celebrati con una due giorni di gare, eventi e tanta solidarietà.

Per maggiori informazioni: www.bremboski.it.

L'Eco di Bergamo - 10 dicembre 2014

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A Cornalba Anpi ricorda l’eccidio di 
partigiani della brigata XXIV Maggio



Domenica 30 novembre l’Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia ricorda il 70esimo anniversario dell’eccidio della brigata Giustizia e Libertà XXIV Maggio IN Valbrembana. La commemorazione fa tappa a Zogno, Endenna, Ambria, Algua, Rosolo, Cornalba e infine Serina.

L’Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia ricorda il 70esimo anniversario dell’eccidio della brigata Giustizia e Libertà XXIV Maggio in Valbrembana. L’appuntamento è domenica 30 novembre, con ritrovo alle 8.30 al parcheggio del Palazzetto dello sport di Bergamo.

Seguirà la partenza dell’autocolonna, che salirà verso Cornalba fermandosi per l’omaggio alle lapidi dei partigiani uccisi per mano fascista a Zogno, Endenna, Ambra, Algua e Rosolo. Quindi, si raggiungerà Cornalba, dove alle 10 sarà possibile rpendere parte a una messa di suffragio nella chiesa parrocchiale locale.

All’esterno della chiesa, poi, alle 10,45, si terrà la cerimonia di commemorazione, con l’intervento di Roberto Cenati, vicepresidente regionale dell’Anpi.

Infine, si concluderà con l’omaggio alla lapide al cimitero, i canti della Resistenza con il coro “Pane e guerra”, mentre alle 12 ci si sposterà a Serina per l’omaggio alle tombe dei Caduti Russi.

L'iniziativa è promossa dall'Anpi della Valle Brembana in collaborazione con l'Anpi di Bergamo.


Bergamonews - 29 novembre 2014

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Festa d'autunno a Cusio: 
alla scoperta di prodotti e tradizioni del mulino

Mulino di Cusio - Foto di Bergamonews

Sabato 25 e domenica 26 ottobre si terrà la Festa d'autunno al borgo dell'antico mulino di Cusio, un'occasione per scoprire le tradizioni e i segreti del lavoro del mulino.

Un fine settimana di festeggiamenti a Cusio in onore dell'Antico Mulino e delle sue tradizioni. Si parte sabato 25 con il laboratorio per bambini "Il mulino ci insegna", con giochi a tema e laboratori di manipolazione a cura di Kairòs Emotion.

Sempre sabato è in programma un incontro-dibattito "Coltiviamo insieme il futuro" al quale interverrà Paolo Valoti del Centro di ricerca sulla mais cultura. Durante l'incontro-dibattito verranno valutate le possibilità di attivare sul territorio un progetti di riscoperta della coltivazione di mais tradizionali in abbinamento alla valorizzazione dell'antico mulino di Cusio. Si continua domenica 26 con una giornata di grande festa nella borgata di Cusio Basso: per tutto il giorno il mulino sarà attivo e visitabile per scoprire i segreti del suo lavoro. 

Alle 11 sarà il momento dell'"aperitivo al mulino" e a mezzogiorno seguirà la "polentata del mulino", con ricette della tradizione in abbinamento alla polenta preparata con la farina macinata la domenica stessa. Tutta la giornata sarà accompagnata da mercatini artigianali e dai canti folkloristici dei "Coscritti di Premana".


Bergamonews - 24 ottobre 2014


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«La Val Brembana vuole vivere»

Gastronomia e sport per il rilancio 




La Sagra della mela di Piazza Brembana è un appuntamento irrinunciabile per turisti e buongustai, ma è anche una privilegiata cartina di tornasole per verificare istanze e speranze di una valle. 


Non è un caso che a inaugurare la due giorni sia stata l’attività didattica proposta da L’Eco café ai ragazzi delle scuole, per scoprire contenuti e allestimenti di Expo. Il futuro prossimo dell’evento planetario, che partirà a Milano il 1° maggio 2015, ma anche la stretta attualità (per esempio) della riapertura delle Terme di San Pellegrino, sono fra gli spunti della chiacchierata con Alberto Mazzoleni, dal 2009 presidente della Comunità montana.

 «C’è grande attesa - sottolinea Mazzoleni -, le Terme possono diventare il nuovo motore di traino. Il turismo bianco ha sofferto, ma si sta rilanciando, grazie anche ad amministratori coraggiosi che hanno faticosamente investito. Quello che non manca in Val Brembana è un territorio spettacolare sia per l’escursionismo estivo che per gli sport invernali. La Comunità montana, pur svuotata di competenze e risorse, è sempre pronta a fare la propria parte, si pensi all’accordo di programma con la Regione per il settore neve, che ha portato in valle alcuni milioni di euro».

Quale il «modello di sviluppo» per il turismo brembano? «Non esistono ricette standard, anche se il mix fra enogastronomia e sport è il più richiesto. Le famiglie dell’area metropolitana milanese sono il target che ha sempre incontrato maggior favore. Lo sviluppo dell’aeroporto Caravaggio a Orio ha aperto nuove prospettive. Siamo penalizzati dai collegamenti viari. Un collegamento tra aeroporto e centro città sarebbe un primo passo, ma se una quindicina d’anni fa si fosse realizzato il progetto del tram leggero per la Val Brembana…».


L'Eco di Bergamo - 19 ottobre 2014

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Variante di Zogno, un errore da 11 milioni


Foto del Corriere della Sera


Sottovalutato il rischio crolli, così i costi sono esplosi. Fine lavori nel 2017


I macchinari sfondano il diaframma di roccia della galleria Monte Zogno e arrivano all’aperto, ma nessuno tira un sospiro di sollievo. Perché davanti agli operai, giorno dopo giorno, si presenta una situazione sconcertante. «Smottamenti ripetuti». Distacchi dalla parete, uno dei quali «determina la caduta di un masso nel sottostante canale Enel, ostruendolo. Solo la limitata portata del canale ha evitato la tracimazione dello stesso in una zona ove sono presenti sottostanti abitazioni». E ancora, si richiedono misure di consolidamento anti-crolli perché ci sono «condizioni di non sicurezza per i lavoratori». 

È un bollettino di guerra, quello che racconta la vera storia del cantiere della variante di Zogno. Ed è ufficiale, perché gli stralci riportati sopra stanno nero su bianco in una delibera. Quella, appena pubblicata, con cui la Provincia ha ratificato l’aumento dei costi dell’ opera nata per liberare dal traffico la Valle Brembana. In totale si parla di 8 milioni che vanno trovati dalla Provincia e 16 richiesti alla Regione. Totale: 24, un’esplosione di costi per un’opera assegnata nel 2010 per 44 milioni. La cui apertura, ora, è spostata al 2017. «Problemi geologici nelle gallerie», è stato detto. «Una cosa imprevedibile», c’è chi azzarda.

I documenti, in realtà, raccontano una storia molto più complessa. Fatta di tunnel che si allungano da un progetto all’altro, ma il cui costo viene coperto a scapito di asfaltature, guard-rail e illuminazione. Fatta di roccia friabile da tamponare, con interventi che però risucchiano fondi in origine destinati a rampe e rondò di accesso. Infine, uno svarione nella valutazione del rischio geologico, tanto che il cantiere finisce sotto gli smottamenti di cui sopra: siamo in zona Ambria, gli accorgimenti di sicurezza vanno fatti in emergenza. Eppure, in Valle, tutti sanno da sempre che quell’area è a rischio. Il Pgt del Comune vieta la costruzione di case, la ex statale lì a un passo è protetta (da quasi 20 anni) da paramassi alti più di cinque metri. Il progetto della variante, avviato nel 2006, prevede muri alti la metà della metà. Per capire chi ha sbagliato, e quanto costerà davvero la faccenda, da metà ottobre scatterà una perizia. Dettaglio: se la Regione non metterà a disposizione nuovi fondi (richiesti da via Tasso che nel bilancio 2014 non li può trovare, ma non ancora ufficializzati) l’opera si fermerà. Ed è questione di giorni. Il 15 ottobre, secondo il cronoprogramma stilato da Itinera, l’impresa di Tortona affidataria, risulteranno esauriti i 44 milioni dell’appalto originario, mentre di fatto ci troviamo con il percorso da 4 chilometri tracciato, le due gallerie (quasi 3 chilometri) scavate, ma poco altro. Niente consolidamento dei versanti, niente asfalto, niente rondò. Oggi si dice che la variante costerà altri 24 milioni. È vero. Ma è anche vero che l’iter è stato travagliato. E non tutti i problemi imprevedibili.

Riassunto delle puntate precedenti. La strada viene progettata in fase preliminare nel 2006 da Abiemmedue, società controllata dalla Provincia, oggi in liquidazione. Nel 2010 la gara, base d’asta 60 milioni: la spunta Itinera con 44, finanziati da Provincia e Regione. La società prepara il progetto esecutivo, ed è qui che iniziano a lievitare le spese. Via Tasso, cui compete l’opera, chiede di limitare la pendenza delle gallerie per renderle più sicure, ma questo implica un allungamento (la M0nte Zogno passa da 1.730 a 2.211 metri) e un extra-costo: 8 milioni di euro. Il cantiere però è assegnato, viaggia, quindi — è il 2011 — si decide di stralciare, piuttosto, le opere «di completamento»: luci, asfalto, sottoservizi. Un pacchetto oggi non coperto, l’appalto verrà assegnato solo a fine lavori. Itinera arriva ai trafori: ecco una montagna friabile, più del previsto. In caso di tunnel non è una cosa rara, ma metterlo in sicurezza costa circa 5 milioni in più. Bloccare tutto o andare avanti? Si opta per la seconda via, ma facendo finire fuori piano le opere «secondarie», come i rondò. Fine 2013. Non se ne parla, ma il prezzo è già salito di 13 milioni. Poi, si arriva sul versante nord. E lì cominciano i (nuovi) dolori. Abiemmedue avrebbe, emerge dai fatti, sottostimato la complessità geologica, ma i progetti successivi (dell’impresa e approvati dalla Provincia) non mutano il quadro. Eppure, come detto, più di un dubbio in Valle c’era. Oggi quel tratto franoso di variante potrebbe, la stima tecnica, costare altri 11 milioni Cifra che la Provincia s’impegna a mettere da parte (con la Regione), ma che comunque sarà sottoposta a perizia. Dalla prossima settimana, a lavori fermi, esperti dell’ente locale e dell’impresa esamineranno situazione. Si vedrà se anche il terzo tassello dei 24 milioni di extra-costi ipotizzati arriverà al massimo del preventivo. Resta sul tavolo il capitolo delle responsabilità, soprattutto la verifica della sottovalutazione geologica. Le vie legali non sono escluse, anche se chi chiamerà in causa chi è tutto da vedere.


Il Corriere della Sera - 27 settembre 2014

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Risolta (a metà) la grana dei bonus bebè.
Serina paga le famiglie straniere


Foto del L'Eco di Bergamo


Bonus bebè per tutti, con il pagamento della quota alle due famiglie straniere che non ne avevano beneficiato. Circostanza, questa, che aveva sollevato problemi di discriminazione.



Il Comune di Serina, dunque, corregge il tiro dopo che la comunità Ruah e Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) avevano portato l’amministrazione leghista davanti al giudice. Da una parte arriva la conferma che ci si aspettava da mesi (a bilancio preventivo approvato) con il versamento, una ventina di giorni fa, di 520 euro per i due nuclei di immigrati che in passato non avevano ottenuto i soldi a causa di un regolamento che escludeva, tra i destinatari, gli stranieri. Dall’altra parte proprio la modifica del regolamento che, ora, contempla sia italiani sia persone provenienti da altri Paesi ma che, allo stesso tempo, alza il tetto temporale che dà accesso al contributo: dai due anni di residenza nel comune stabiliti dal vecchio documento, infatti, si passa a cinque.

Il vincolo, però, ritoccato verso l’alto, non piace alla minoranza. Secondo il consigliere Andrea Tiraboschi «l’amministrazione e il sindaco hanno avuto un approccio fortemente ideologico. È vero che hanno cambiato il regolamento da subito, accogliendo i ricorsi delle due associazioni. Ma è altrettanto vero che ora penalizzano tutti: impediscono alle famiglie che si trasferiscono a Serina di prendere il bonus bebè prima dei cinque anni di residenza. La misura poteva servire per attrarre nuove nuclei di persone. A questo punto, diventa inutile».

L’Eco di Bergamo – 29 settembre 2014
   -------------------------------------  Un divano sul monumento dei Caduti
Il divano sul monumento by Corriere della Sera
Burloni o teppisti
Un divano viola sul monumento del Caduti. Succede anche questo a Serina, dopo l’animata assemblea pubblica sulla frana che dal 2 dicembre 2013 spezza la valle. Il sofà, vista municipio, in paese è suonato come un invito al sindaco e Responsabile unico del procedimento Giovanni Fattori a velocizzare le procedure per l’inizio dei lavori e il ripristino della strada.
La sorpresa, domenica mattina. Il monumento è stato subito liberato. Ma davvero c’entra la frana? Mistero. Il comitato “Frana Sp 27”, che ha organizzato l’assemblea di venerdì, nega che si tratti di una sua trovata: «Noi ci firmiamo, quando organizziamo qualcosa», risponde il portavoce Diego Bonaldi.
Si tira fuori anche l’opposizione. «Un gesto inopportuno», lo bolla anzi il capogruppo, Andrea Tiraboschi.
Il Corriere della Sera - 22 settembre 2014
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L’orso è tornato in Val Brembana


A Piazzatorre trovate delle impronte

  
Prorpio mentre il caso di Daniza è su tutti i giornali, l’orso è tornato a far «visita» nella nostra provincia, in Val Brembana. Il passaggio sarebbe avvenuto una decina di giorni fa sulle montagne di Piazzatorre: il plantigrado ha lasciato nel terreno bagnato «diverse impronte, inequivocabili», dice il Parco delle Orobie.


L’ultimo avvistamento di un orso nella Bergamasca risale ormai a 17 mesi fa, all’aprile 2013, quando, ancora in Val Brembana, a Taleggio, fu visto da alcuni allevatori. In quel caso si trattava di «M7», un maschio di quattro anni, discendente sempre degli esemplari introdotti in Trentino tra il 1999 e il 2002. Prima di lui, nel 2008 e nel 2009, le scorribande di «JJ5». 

Ma tra l’autunno del 2012 e l’autunno del 2013, sempre nella nostra provincia, sono state segnalate tracce di almeno cinque orsi diversi. Poi più nulla, fino a questo mese.

Difficile, naturalmente, solo dalle impronte, stabilire l’identità dell’esemplare passato a Piazzatorre


L'Eco di Bergamo - 19 settembre 2014

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Nel laboratorio che cura Palma il Vecchio. Così rinasce il polittico di Serina

Fotografia  tratta dal Corriere della Sera

L’intervento promosso dalla Fondazione Creberg per la mostra del 2015

Sant’Apollonia ha sguardo che ammalia, malizioso e intrigante, simile a quello di una donna cinquecentesca, più che di una santa con in mano i segni del martirio. Sembra che Palma il Vecchio (1480-1528) abbia voluto riportare in lei un tratto di laicità, ritraendola con capelli sciolti, e non raccolti come prevedeva il disegno preparatorio della tavola, ed espressione seducente, visibile anche nei suoi ritratti di donna, come quello di «Flora» (1522-24), dalle spalle scoperte accarezzate da lunghi riccioli color grano. Sacro e profano si sposano nelle otto tavole del polittico «Presentazione della Vergine».
Rimasto dimenticato sopra al mobile della sagrestia della parrocchia di Serina, paese natale del pittore Jacopo Negretti, a cui la Fondazione Credito Bergamasco e l’Università degli Studi di Bergamo dedicheranno una retrospettiva per l’Expo, «dopo 200 anni Palma torna con i suoi colori cangianti, tipici della tavolozza veneziana di fine ‘400, ma oscurati nell’800 da tempere invecchiate e distese sopra le cromie originali del dipinto.
Questo intervento, determinato da un cambio di gusto dell’epoca nella percezione delle opere, ha stravolto le intenzioni iniziali di Palma, dagli accostamenti cromatici azzardati, come si nota nella tavola di San Giacomo, quasi volesse incantare lo spettatore choccandolo nell’impatto visivo», spiega la restauratrice Eugenia De Beni, alle prese, insieme a un’équipe di lavoro, con il recupero del polittico, finanziato dalla Fondazione.
E aggiunge: «Questa sovrapposizione di stesura pittorica è visibile nei cieli, il cui blu oltremare usato da Palma fu incupito da ridipinture ottocentesche con del blu di Prussia, pigmento inesistente ai tempi del pittore di Serina, essendo in uso in Italia dopo il 1720. E lo stesso abbassamento di tono si vede anche nelle vesti di San Giovanni Evangelista, i cui rosa squillanti e originali, uguali a quelli di Lotto, furono scuriti».
Mentre spiega, la restauratrice mostra le differenze cromatiche visibili nella tavola di San Giovanni Evangelista, ancora in fase di ripulitura. E in questo stato d’avanzamento lavori sarà mostrata dal 2 al 24 ottobre nella sala consiliare della banca, accanto alle tavole di Maria davanti al sacerdote, ancora in fase di ritocco, a quelle di Sant’Apollonia, San Giuseppe, Beato Alberto carmelitano e San Francesco, mentre quelle di San Filippo e San Giacomo saranno esposte in primavera per la mostra.
Databili forse tra il 1516 e 1520, «ma la data non è certa, non sapendo molto del pittore, e questo restauro è un’occasione per approfondirne l’evoluzione stilistica e la cronologia delle opere», racconta De Beni, le otto tavole versavano in uno stato di salute precaria, o meglio da «caso clinico», continua la restauratrice. Lei, più di un anno fa, raccolse l’appello accorato della Soprintendente per i beni storici e artistici della Lombardia, Marina Gargiulo, accortasi delle condizioni penose in cui versava il polittico.
Trovata la disponibilità della Fondazione al restauro, iniziarono i sopralluoghi a Serina, le tavole furono coperte da velina di protezione per fermare la superficie pittorica che rischiava di cadere. Nel settembre 2013 il polittico fu portato nel suo laboratorio, per dare avvio al progetto di intervento. Le tavole presentavano sollevamenti del colore «causati da un’innaturale spianatura con traverse rigide e ponticelli, usate per renderle piatte. Ma il legno è vivo, continua a muoversi — incalza De Beni —. Costretta in questa posizione non naturale, non potendo incurvarsi la tavola si è ritirata e il colore increspato, sollevato e sovrapposto».
Insieme ai tecnici per i supporti lignei Leone Algisi e Ciro Castelli dell’Opificio delle Pietre Dure, si è trovata una soluzione: liberare le tavole.
«Rimosse traverse e listelli, per sei mesi sono state lasciate libere di curvarsi seguendo il proprio movimento naturale, sino al punto corretto di curvatura. Poi è iniziato il consolidamento della superficie pittorica per far ritornare in sede i sollevamenti di colore», spiega.
Terminati gli interventi sul legno e di fermatura del colore, dalla fase di ripulitura sono emerse le ridipinture delle tavole, levate con coraggio da De Beni, aiutata da Fabiana Maurizio e Paola Gotti. «In letteratura queste tavole sono sempre state segnalate come distrutte e ridipinte — continua la restauratrice —. Nessuno vi mise mano per togliere le stesure pittoriche ottocentesche, temendo che non si trovasse più nulla di Palma. Non è così. Il recupero cromatico è stato emozionante e i colori del Palma ritrovati».
Il Corriere della Ser a - 14 settembre 2014

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Frana in Val Serina, scatta la protesta: «Nove mesi di disagi, zero di fatti»

Il comitato di cittadini che si batte per il ripristino della strada provinciale appende gli striscioni, subito rimossi: «Pronti a nuove iniziative»

Il «mesiversario» andava celebrato. Festeggiato, di certo no. Con il 2 settembre sono 9 mesi che la Val Serina è spaccata a metà. Il comitato di cittadini che si batte per il ripristino della strada provinciale, nella notte tra lunedì e martedì, ha appeso due striscioni con la scritta: «Nove mesi di disagi, zero mesi di fatti!». Si prova a riaccendere i riflettori ora che l’estate è finita e riprenderanno le deviazioni quotidiane per studenti e pendolari, aziende e trasportatori.Quindici minuti in più di tornanti e strade strette.
È lo stesso comitato a comunicare l’iniziativa sulla sua pagina Facebook. La prima scritta è comparsa fuori dal Comune di Serina, perché è là che «lavora il sindaco Giovanni Fattori, che ricopre il ruolo di Rup (Responsabile unico procedimento per il ripristino della viabilità sulla Strada Provinciale n. 27 della Valle Serina)», chiarisce il comitato. I soldi per sistemare i danni causati dalla frana del 2 dicembre 2013 ci sono.
Li hanno messi Regione e Provincia. Via Tasso si occuperà della ricostruzione del ponte abbattuto prima della frazione di Rosolo. Il resto dell’intervento, che va effettuato per primo perché consiste nella bonifica e messa in sicurezza del versante franato, è gestito invece direttamente dal sindaco serinese. Motivo che ha spinto i cittadini a prendere di mira il municipio. «A oggi possiamo solo dire che è ancora in fase di svolgimento il lavoro di taglio piante - scrivono ancora i membri del comitato -; purtroppo si sono verificati alcuni ritardi causati dal maltempo che non ha praticamente mai dato tregua agli operai impegnati nei lavori. Nessuna notizia invece riguardante l’inizio della progettazione preliminare».
Per il secondo striscione è stata scelto l’imbocco della valle: la staccionata dell’ex hotel Giancarlo, sul Comune di Bracca. Sia la prima scritta sia la seconda sono state rimosse già martedì mattina. Il comitato, comunque, è pronto a nuove iniziative.

Il Corriere della Sera - 3 settembre 2014
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Rifugi: non deturpano la montagna?

Il Cai: ristrutturata una vecchia baita in Valle Imagna

Il dibattito sulle moto da trial in montagna prosegue e resta molto vivace. Pro e contro si confrontano, anche con parole un po’ troppo affilate. In questo contesto si inserisce la lettera che ci ha scritto Andrea: critica il rifugio costruito dal Cai in Val Imagna e si domanda se in questo caso «non è stato deturpato/inquinato il terreno e la natura montana?».

Il Cai, senza entrare nel merito, si limita a fornire alcune precisazioni: per esempio sul fatto che il rifugio è stato «costruito dopo avere ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni e certificazioni anche ambientali... per ristrutturare una vecchia baita e realizzare un presidio di accoglienza, sicurezza e tutela della montagna aperto a tutti».

La lettera di Andrea
«Spettabile Redazione,
visti i recenti articoli contro le moto da trial in montagna, con tanto di fotografie per testimoniare quanto sia vietato circolare sui sentieri di montagna, perchè dannoso per il suolo/fauna e fortemente inquinate..., gradirei allora che pubblicaste queste mie foto.

Documentano ad esempio quanto il Cai (associazione fortemente contro le moto in montagna per le motivazioni sopra riportate) ha fatto in Valle Imagna per costruire il proprio nuovo e “maestoso” rifugio!

In questo caso non è stato deturpato/inquinato il terreno e la natura montana?

Ho anche foto che testimoniano l’immondizia lasciata ogni fine settimana dalle persone che si recano in montagna a piedi, e si sentono per questo ecologisti! Le zone adibite a picnic, e quindi attrezzate con tavoli e panche, sono una vera e propria discarica a cielo aperto. Ricordo che ci sono anche per loro i cartelli di divieto abbandono materiali.

Questa mail per far capire che non bisogna sparare a zero e accanirsi solo ed esclusivamente contro le moto da trial in montagna, ma che ci sono altri “fruitori” della nostra amata montagna che non rispettano i divieti, o predicano bene ma razzolano male.
Distinti saluti».
Andrea P.
La risposta del Cai
«Francamente - dice il presidente del Cai di Bergamo, che si è confrontato con Giancamillo Frosio, presidente della sezione Cai di Valle Imagna - la lettera appare polemica nei toni e strumentale nei contenuti, e pur nel rispetto del vostro ‘dovere di cronaca’ riteniamo non sia utile entrare nel merito di questa missiva per evitare di alimentare questa pretestuosa e sterile discussione».

E così il Cai si limita a fornire una serie di precisazioni. «A solo titolo di informazione il nuovo Rifugio “Resegone” del Cai Valle Imagna, fortemente voluto anche dal Comune di Brumano, è stato costruito dopo avere ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni e certificazioni anche ambientali, e grazie allo straordinario lavoro del volontariato Cai Valle Imagna per ristrutturare una vecchia baita e realizzare un presidio di accoglienza, sicurezza e tutela della montagna aperto a tutti, inaugurato il 15 settembre 2013, con un’ampia partecipazione, e tra l’altro, sotto gli occhi attenti e compiaciuti anche di agenti del Corpo Forestale dello Stato»
L'Eco di Bergamo -  1 maggio 2014


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Camerata, ciclabile ancora al buio
tra vandali e ciclisti feriti


Camerata Cornello -  

Da due mesi è al buio, probabilmente ancora per colpa dei soliti vandali in azione. E ancora ci sono dei ciclisti feriti. Stiamo parlando della ciclabile della Valle Brembana, aperta da sette anni, lanciata come un fiore all’occhiello della nostra provincia ma sempre più abbandonata a se stessa.

Per l’ennesima volta una delle gallerie sul percorso, in questo caso quella più lunga, la Sotto Cornello, a Camerata (313 metri), da circa due mesi è totalmente al buio per la rottura dell’impianto di illuminazione. All’entrata a sud si nota anche la fotocellula quantomeno manomessa, forse da qualche vandalo. Alcuni giorni fa (come accadde in altre occasioni nel 2012 e anche lo scorso anno), un ciclista sessantenne di Zogno non ha fatto in tempo a fermarsi, è caduto picchiando contro il muro e ferendosi a un braccio.

La galleria, rispetto allo scorso anno, questa volta non è stata chiusa: si passa ugualmente. Ecco allora la scena a cui si può assistere: un ciclista arriva all’ingresso sud, si accorge fortunatamente che l’impianto non funziona. Si ferma in tempo, prende il telefonino e cerca di illuminare con quello il tracciato. Poi desiste. «Meglio tornare indietro». Anche così, forse, si perdono turisti in alta valle. L’alternativa per bypassare la galleria al buio c’è, passa da Orbrembo, ma bisogna conoscerla.

L'Eco di Bergamo - 30 aprile 2014


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Non c'è pace per la Valle Serina


Algua, maxi crepe sotto la strada. Cedimento per un tratto di 5o metri

Una nuova frana interessa la Valle Serina. Questa volta a essere colpito è il Comune di Algua, nella frazione di Sambusita. A un chilometro dalla chiesa parrocchiale, salendo per la strada comunale che porta al «Villaggio le baite», si è verificato un cedimento importante di 50 metri di fronte.

«Quasi giornalmente effettuo un sopralluogo in quel punto – spiega il sindaco Bruno Cimarra – e ho notato un grave abbassamento del ciglio stradale, così sono sceso al di sotto per verificare la solidità del muro di contenimento, scoprendo in questo modo due grosse crepe».

Probabilmente si sono formate a seguito delle abbondanti precipitazioni dei giorni scorsi, sta di fatto che una delle due si è allargata davvero molto: la sua apertura è arrivata a sfiorare i 40 centimetri, mentre il muro si è abbassato per 20 ed è avanzato per altri 20. Da qui la decisione di chiudere la strada al traffico e segnalare lo smottamento alla Ster (ex Genio civile) che ha stanziato circa 75 mila euro.

Il traffico per ora è deviato su un percorso alternativo.

L'Eco di Bergamo -25 aprile 2014
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La frana è una priorità per Maroni


Giovedì i soldi, fra 8 mesi l’apertura
Incontro pubblico: l’assessore Terzi promette i 2 milioni di euro

Per ora sono solo promesse. Comunque, di un certo peso, se è vero che per liberare la Val Serina dalla frana che la taglia a metà da dicembre, ieri, s’è mosso il presidente della Regione Roberto Maroni. Settimana prossima, probabilmente giovedì, la giunta lombarda dovrebbe sbloccare - se non tutti, quasi - i 2 milioni di euro che, secondo la Provincia, servono per mettere in sicurezza il versante traballante. Migliaia di metri cubi di terreno pronti a sgretolarsi, non solo in corrispondenza di quelli venuti giù quattro mesi e mezzo fa, sul ponte che attraversa il torrente qualche tornante prima della frazione di Rosolo, Algua. Ma fino a cento metri prima e fino a sotto l’abitato di Frerola, dopo. Durante il seminario di giunta che si è tenuto ieri mattina, a sollevare la questione sarebbe stato l’assessore all’Ambiente, la bergamasca Claudia Maria Terzi. Per Maroni, l’intervento rientrerà tra quelli con la massima priorità e una delibera sui fondi dovrebbe uscire con la prossima riunione. Questione di giorni, insomma.

Il tempismo non è causale, perché stamattina gli amministratori hanno affrontato i cittadini al cinema di Serina, (ieri 12 c.m. per chi ci legge) in un incontro pubblico chiesto dal neonato comitato residenti e organizzato dal sindaco leghista Giovanni Fattori. Sul palco, la Terzi, al fianco dell’assessore provinciale alla Mobilità Giuliano Capetti e al consigliere regionale Lara Magoni. Presenti anche tutti i sindaci interessati e sala super affollata. L’assessore all’Ambiente ha ribadito l’interessamento del presidente Maroni.

La frana risale alla sera del 2 dicembre 2013 e pesa soprattutto per chi sta a monte, cioè chi abita a Serina, Cornalba e Oltre il Colle. Le vie di fuga non mancano: si passa per Costa Serina o per Bracca. Ma la strada per Bergamo è più lunga di un quarto d’ora. Una tortura quotidiana per studenti e pendolari. Un macigno per le aziende del territorio. E un peso sullo stomaco per chi vive di turismo e già trema all’idea di quest’estate. Perché, ammesso che i soldi arrivino davvero, di aprire in tempo per la stagione non se ne parla. E, se va bene, sarà per Expo 2015, che a Bergamo è il volto di Palma il Vecchio, guarda un po’, artista serinese. «Per riaprire - ha spiegato Capetti - ci vorranno almeno 7 o 8 mesi, se tutto va bene».

Maddalena Berbenni
Il Corriere della Sera - 12 aprile 2014



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Ciclabile Val Brambana, che flop

È ancora una volta al buio
 
Tutto da rifare, direbbe qualcuno. La scorsa estate il problema sembrava risolto: la Comunità montana, con una spesa di circa 20 mila euro, ripristinò le luci nelle gallerie chiuse tra Camerata Cornello e San Giovanni Bianco.

E la pista ciclabile della Val Brembana (21 chilometri, da Zogno a Piazza Brembana, inaugurata nel 2007), quindi, tornò aperta e illuminata. Non è passato nemmeno un anno e, con l’arrivo della primavera, ecco le prime segnalazioni di ciclisti e pedoni: attenzione, la galleria più lunga della ciclabile, la «Sotto Cornello» – 313 metri – è completamente al buio (la galleria, però, resta aperta). L’impianto, ancora una volta, quasi certamente per le infiltrazioni d’acqua, non funziona.
L’anno scorso feriti in ospedale

L’anno scorso una situazione analoga fu causa di incidenti e feriti che finirono anche in ospedale. Le gallerie vennero quindi chiuse fino all’intervento della Comunità montana e alla riapertura di inizio aprile. D’estate, però, sempre nella galleria «Sotto Cornello», l’impianto luci si fermò di nuovo. Venne riparato dal Comune.

Ora lo stop si ripete. E ancora una volta dovrà essere il Comune a intervenire. La Provincia, infatti, da tempo ha formalizzato il passaggio della gestione ai singoli Comuni, pur prendendosi carico dei costi di energia elettrica. «Abbiamo saputo lunedì che l’impianto non funziona – spiega il sindaco Gianfranco Lazzarini –. Provvederemo alla riparazione. Purtroppo quella galleria, da sempre, è soggetta a continue infiltrazioni d’acqua e il problema si ripresenta».

Nel frattempo il Comune di Camerata Cornello sta per approvare la cessione gratuita dal demanio dell’ex sedime ferroviario, comprese le gallerie. «In questo modo non dovranno più essere pagati affitto e altri oneri per servizi – spiega il sindaco –. E a quel punto potremo pensare di cambiare l’impianto, con qualcosa di più adatto alla galleria». Nel frattempo resta in alto mare la gestione unica della pista. Lo scorso anno si pensò di affidarla a Confcooperative Bergamo.

«La trattativa non è più proseguita – spiega il neo assessore ai Lavori pubblici della Comunità montana Jonathan Lobati –. Ad aprile convocherò i sei Comuni: proporrò una gestione tramite volontariato, ma non è escluso che si prosegua con la proposta di Confcooperative».

Nel frattempo, nelle scorse settimane, la Provincia è stata citata davanti al giudice di pace da una ciclista che, a causa delle gallerie buie, sarebbe caduta ferendosi (l’episodio risale al 2012). La ciclista, di San Pellegrino, ha chiesto un risarcimento di 4.800 euro.

L'Eco di Bergamo -  30 marzo 2014


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Macina, ruota e fascino del passato

Il mulino di Baresi a Roncobello
È il mulino più bello del mondo



Era stato proclamato «luogo del cuore» dopo che oltre milleduecentocinquanta avevano firmato per il suo salvataggio con il referendum lanciato nel 2003 dal Fai. L’antico mulino di Baresi gode ora di ottima salute grazie all’intervento di restauro avviato da quell’autentica sottoscrizione popolare.

Acquistato dal Fai e affidato in gestione all’associazione Maurizio Gervasoni, è visitato da migliaia di persone, in prima fila le scolaresche. E si fa festa sul prato che lo circonda. È tra i «gioielli» che il Fondo per l’ambiente italiano ha proposto per il fine settimana appena concluso con l’iniziativa delle Giornate di primavera.

Adesso c’è un motivo di più per raggiungere questo luogo un po’ segreto tra i boschi di Roncobello e apprezzarne la bellezza. Il restauro del vecchio edificio ha ricevuto un premio internazionale che sarà consegnato mercoledì 26 marzo, all’architetto Leonardo Angelini nell’ambito del Salone dell’arte del restauro e della conservazione dei beni culturali e ambientali che si tiene a Ferrara.

Al noto professionista bergamasco è stata attribuita la medaglia d’oro ex-aequo della quarta edizione del Premio Domus. Oltre ad Angelini, riceveranno il medesimo prestigioso riconoscimento lo studio spagnolo Sergio Sebastiàn architects per la valorizzazione di uno scavo archeologico a Daroca, Saragozza, e l’architetto Patrizia Valle per il restauro delle mura di Cittadella, in provincia di Padova.

Al concorso erano state presentate più di cento candidature, provenienti per la maggior parte dall’Europa, ma anche dal Sud America e dall’Asia. Nell’elenco compaiono progetti riguardanti monumenti, siti storici e archeologici, edifici antichi e anche moderni, come il porto per idrovolanti di Tallinn, in Estonia, il cui restauro è stato premiato con una medaglia d’argento. Ma nessuno, crediamo, ha le caratteristiche del piccolo mulino in alta Valle Brembana, costruito con le pietre tolte dal monte, la sabbia setacciata dal vicino corso d’acqua e il legname del bosco.
L'Eco di Bergamo - 25 marzo 2014


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Frana nella notte: chiusa la strada per i Piani dell’Avaro



E' stata precauzionalmente chiusa la strada comunale che dal Colle della Maddalena porta ai Piani dell’Avaro di Cusio a causa di una valanga nella notte tra giovedì e venerdì, all’altezza della partenza del sentiero per il rifugio Benigni.

I Piani dell'Avaro sono situati alla fine di una strada stretta ma asfaltata che da Cusio si dirige a nord-ovest. Per raggiungere Cusio si prosegue lungo la strada provinciale della Val Brembana in direzione di Piazzatorre. Passato il Bivio per Foppolo si gira a sinistra in località Olmo al Brembo e si prosegue lungo la strada principale che attraversa più avanti gli abitati di Averara e Santa Brigida. Arrivati a Cusio si segue lungo la strada principale fino ai Piani. I Piani dell'Avaro sono un altopiano situato a nord di Cusio, in alta Val Brembana, leggermente sopra i 1.700 metri
.
Situati ai piedi del Monte Avaro, nel territorio del comune di Cusio, i Piani dell'Avaro ospitano in estate dei pascoli di bovini, mentre in inverno ospitano una pista di sci di fondo e degli impianti di risalita che servono piste da discesa facili e di breve percorrenza. Alcune baite servono i visitatori con servizio bar e ristorante. La zona è frequentata inoltre da sci-alpinisti.

Bergamonews - Venerdì, 21 Marzo 2014


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A Cusio si studia come scavare nella neve

Prove di salvataggio dopo la valanga

Lo scenario di un intervento di soccorso in valanga è fra i più complessi da gestire e l’utilizzo di tecniche e metodologie all’avanguardia può determinare la sopravvivenza delle persone coinvolte.

Sabato 15 marzo 2014, ai Piani dell’Avaro, nel territorio di Cusio, in Valle Brembana , si svolgerà una giornata di studio sulle procedure di scavo, a cura dello SVI (Servizio valanghe italiano) del CAI (Club alpino italiano).

Si tratta di un tavolo tecnico, a cui partecipano organizzazioni rappresentative di specifiche competenze alpinistiche: CNSASA (Commissione nazionale scuole di alpinismo e sci-alpinismo del CAI), SAGF (Soccorso alpino Guardia di Finanza), AGAI (Associazione guide alpine italiane), CAA (Canadian avalanche assotiacion), AINEVA (Associazione interregionale neve e valanghe) e CNSAS (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico).

L’evento è coordinato dal tecnico SVI, dott. Alessandro Calderoli, che è anche tecnico del Soccorso alpino; sarà presente Maurizio Lutzenberg, in qualità di esperto e di rappresentante della SNATE (Scuola nazionale tecnici) del CNSAS.

La finalità è quella di acquisire nuovi dati attraverso nuove osservazioni. Lo stage proporrà l’esecuzione di una serie di cinque scavi, orientati al raggiungimento e alla pronosupinazione (una particolare manovra, svolta secondo precise procedure) di appositi manichini, sepolti sotto il manto nevoso. Gli operatori applicheranno diverse procedure, conosciute e prestabilite, presentate durante un briefing introduttivo. Durante le prove, un tutor raccoglierà informazioni e dati sui metodi di scavo, sui tempi, sulla densità della neve e altri parametri indicati: tutto questo lavoro confluirà in una scheda tecnica, che diventerà oggetto di studio.

Il fattore tempo è sempre decisivo nell’intervento in valanga e spesso bastano pochissimi minuti per salvare la vita di chi è travolto dalla massa nevosa. Nuovi strumenti e nuove tecniche, abbinate a un percorso costante di formazione ed esercitazione, possono aumentare di molto le probabilità di un esito positivo.
L'Eco di Bergamo - 14 marzo 2014


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Lenna-Foppolo, rischio valanghe


Torna il monitoraggio nel weekend
 
Novità sulle strade delle nostre valli. La Lenna-Foppolo è stata riaperta con una nuova ordinanza che stabilisce degli orari specifici per il transito. Dalle ore 11 alle ore 17, la strada provinciale 2 Lenna-Foppolo verrà riaperta da sabato 8 marzo al 9 marzo con il monitoraggio e la sorveglianza del tratto stradale e dei versanti a rischio.

Nel caso si riscontri una condizioni di pericolo la strada sarà immediatamente chiusa al traffico mentre dalle 17 alle 11 del giorno successivo la Provincia conferma l’apertura senza monitoraggio e sorveglianza.

La nuova ordinanza è stata prevista considerando che nelle ore più calde del giorno, dato il bel tempo, sono possibili scaricamenti e distacchi di lastroni o valanghe di fondo dai versanti con abbondante coltre nevosa sul tratto stradale in oggetto.

L'Eco di Bergamo - 7 marzo 2014


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Variante, venerdì l'incontro
tra Pirovano e il sindaco di Zogno


Incontro molto atteso tra il sindaco di Zogno, Giuliano Ghisalberti, e il Presidente della Provincia di Bergamo, Ettore Pirovano, per discutere dell'andamento della variante di Zogno.

I due si vedranno venerdì sera, per la prima volta dopo l'annuncio della lievitazione dei costi dell'opera. Si tratterà di una riunione tecnica, in cui verranno valutati lo stato di avanzamento dei lavori e i probabili oneri aggiuntivi.

Incontro molto atteso tra il sindaco di Zogno, Giuliano Ghisalberti, e il presidente della Provincia di Bergamo, Ettore Pirovano, per discutere dell'andamento della variante di Zogno. I due si vedranno venerdì sera, per la prima volta dopo l'annuncio della lievitazione dei costi dell'opera. Si tratterà di una riunione tecnica, in cui verranno valutati lo stato di avanzamento dei lavori e i probabili oneri aggiuntivi.

Il tracciato sembrava, di fatto, concluso: la prima galleria era stata terminata nel giugno 2013 e, a dicembre, anche la seconda sembrava sostanzialmente realizzata. Mancavano ancora i necessari interventi di contorno, come l'illuminazione e la pavimentazione; opere, comunque, di facile realizzazione, tanto che gli stessi Pirovano e Ghisalberti si erano detti entusiasti dei tempi rispettati.

Martedì 4 marzo, invece, l'improvviso annuncio dell'aumento dei costi, che, secondo stime ufficiose, sembrano assai ingenti (si parla addirittura di una ventina di milioni di euro). Una cifra che potrebbe addirittura condurre al rischio di fermare temporaneamente i lavori. Il presidente della Provincia, invitando ad evitare ogni tipo di allarmismo, si era però detto sicuro della risoluzione a breve termine del problema, con un intervento da valutare con la Regione.

Dello stesso avviso il Sindaco di Zogno, Giuliano Ghisalberti, che esprime molta perplessità nei confronti delle stime del rialzo: “Ci sarà una lievitazione – ammette -, ma sicuramente non di quella entità. La valutazione iniziale era stata di 44,4 milioni, non mi sembra possibile che i costi dell'opera vengano ora aumentati del 50%”. Comunque, il Sindaco rimanda ogni ulteriore valutazione e commento dopo l'incontro chiarificatore di venerdì.

La riunione è attesissima per più di un motivo: fra le altre cose, a maggio sono previste le elezioni amministrative nel Comune di Zogno e un intoppo di questo tipo potrebbe influire sull'esito della tornata elettorale.

Fabio Tiraboschi
Bergamonews - 6 marzo 2014


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Variante di Zogno, i costi lievitano
“Lotteremo e la finiremo”

I conti della variante di Zogno non tornano e in Valbrembana sale l'apprensione. Stimare i costi di un'infrastruttura complessa come la nuova superstrada della valle non è impresa facile.

Soprattutto se il progetto prevede due gallerie (rispettivamente di 650 metri e 2,2 chilometri) da scavare nella montagna: impossibile non incontrare costosi imprevisti, forse non adeguatamente calcolati nella fase preliminare.

I conti della variante di Zogno non tornano e in Valbrembana sale l'apprensione. Stimare i costi di un'infrastruttura complessa come la nuova superstrada della valle non è impresa facile. Soprattutto se il progetto prevede due gallerie (rispettivamente di 650 metri e 2,2 chilometri) da scavare nella montagna: impossibile non incontrare costosi imprevisti, forse non adeguatamente calcolati nella fase preliminare. I lavori infatti sono stati assegnati per 44,4 milioni di euro (su un progetto d'asta da 60 milioni), ora destinati a lievitare.

Quanto? Per concludere l'ultima galleria servono nove milioni di euro. In totale, secondo le ultime stime, ancora ufficiose, prima di vedere un'auto percorrere la nuova strada Provincia e Regione dovranno scucire circa una ventina di milioni di euro. Senza garanzie economiche non è escluso che il cantiere possa subire rallentamenti, o peggio, fermarsi in attesa di nuovi fondi.

Conti e prospettive da far tremare i polsi a qualsiasi amministratore. Ettore Pirovano, presidente della Provincia di Bergamo, è deciso ad affrontare il problema a testa bassa. Perché nessuno in via Tasso vuole rimanere con il cerino in mano. “Quando si programmano lavori di questa portata è impossibile non aspettarsi sorprese – spiega -. Realizzare due gallerie non è semplice e comporta anche variabili che possono far aumentare i costi. E' difficile trovare i soldi, lo sappiamo tutti. Stiamo valutando con i tecnici quanti ne serviranno e poi vedremo come intervenire in collaborazione con la Regione. Non è il caso di allarmare nessuno: la variante sarà conclusa, lotteremo per finirla”.

Prima di dare il via al progetto, al momento della definizione degli stanziamenti, la Regione ha deciso di “incamerare” i soldi del ribasso d'asta. Si parla di circa 15 milioni di euro, un tesoretto accantonato e quanto mai utile in un momento di difficoltà. “Quando abbiamo ottenuto il finanziamento, la Regione ha trattenuto lo sconto fatto dall'impresa edile – continua Pirovano -. Ora potremmo farcelo ridare un po' alla volta”. Possibilmente in fretta, perché il 25 maggio si vota e a quel punto, se non cambieranno le carte in tavola, Pirovano non sarà più presidente della Provincia.

La partita passerà ai sindaci oppure direttamente i dirigenti, senza il supporto politico. Anche se “quando si va a chiedere i soldi a un ente pubblico come la Regione non basta essere bravi tecnici”.
L'obbiettivo apertura nel 2014 è già slittato di un anno. Da qui al 2015 si dovranno fare passi decisivi per recuperare il divario economico e non trasformare la variante di Zogno da “speranza per la valle” a “grande incompiuta”.

Bergamonew - 4 marzo 2014
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Il Parco del Canto Alto è quasi realtà, ma non tutti sono d’accordo


Mancano solo alcuni piccoli passaggi prima della realizzazione del Plis, il Parco del Canto Alto e del Canto Basso.

Il parco del Canto Alto e Canto Basso è ormai una realtà sempre più vicina. Manca l’ultimo passaggio in consiglio comunale e dopodiché potrà essere realizzato quando il comune lo riterrà più necessario.

Si prevede una spesa di almeno 60mila euro per la realizzazione del progetto che, secondo l’amministrazione comunale intervenuta con l’assessore Massimo Pesenti, è stato concepito con un finale ben preciso: ostacolare l’attività estrattiva di materiale inerte che potrebbe essere attivata nella conca tra Stabello e Sedrina.

Attualmente, infatti, è al vaglio della Provincia di Bergamo e della Regione Lombardia il nuovo “piano cave” con obbiettivo di approvazione dello stesso entro la fine del 2014. Questo significherebbe che se il piano cave della provincia di Bergamo individuasse nell’area di Stabello - Sedrina una zona estrattiva, il comune di Zogno darebbe il via al Plis del Canto Alto.
Questo stratagemma comunale verrà applicato solo se il Plis divenisse una riserva naturale di “Rete Natura 2000” per la protezione della biodiversità (così come per l’attuale sito del Canto Alto e della Valle del Giongo, posto oltre il confine di Zogno).

Tutto ciò, oltre a vietare la caccia, porrebbe vincoli ai proprietari dei terreni circa lo sfruttamento del suolo boschivo e del fondo agricolo che sarebbero soggetti a specifiche restrizioni dettate dalle normative riguardanti le riserve naturali.
Ad oggi però non è ancora chiaro se la “cava di Stabello-Sedrina” sarà attivata a breve e nemmeno si conosce se questa opererà a cielo aperto o in galleria.

Zognolab vorrebbe che nel caso si realizzasse la cava a cielo aperto venisse utilizzata la stessa intensità politica per tutelare il territorio con orgoglio politico come avvenne a inizio 2013 per il progetto della discarica di amianto, cercando una soluzione e una valutazione da parte di tutti gli enti preposti come successo appunto nel caso della discarica.

Un altro punto che l’associazione ha a cuore è la creazione di posti di lavoro: attualmente il personale impiegato nell’azienda estrattiva di Sedrina è per buona parte proveniente da Zogno e l’indotto creatosi attorno a questa azienda porta e crea lavoro a diverse aziende zognesi.

Se venisse attivata una nuova attività di cava in galleria, questa sarebbe sicuramente volano per nuovi posti di lavoro. Zognolab, riguardo al Plis, viste le considerazioni riportate, propone di non costituire il progetto così come è stato concepito e portato avanti finora dall’amministrazione comunale. In primo luogo l'associazione ritiene che non siano state coinvolte le persone direttamente interessate da questa trasformazione, ovvero i proprietari delle terre in questione. Inoltre, valutando come essenziale il contributo di tutti, Zognolab riterrebbe più corretto un diverso approccio con la popolazione a partire da un'informazione più puntuale sulle attività del proprio territorio.

Sarebbero da rivedere anche i confini del parco medesimo al fine di estenderlo fino a ridosso del territorio di Nembro e includendo le aree para-naturali dei Foppi e della Prisa Bassa. Infine, un successivo impegno sarà quello di creare uno statuto e un ente di gestione del parco composto da cittadini Zognesi e da associazioni del territorio.

Nicolò Belloli
Bergamonews - 27 febbraio 2014


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Rischio valanghe alto e nuova neve in arrivo

Lenna-Foppolo chiusa


Secondo la Protezione Civile non ci sarebbero le condizioni di sufficiente stabilità per consentire l'apertura al transito della strada e, soprattutto, il bollettino-valanghe dell'Arpa indica un "rischio 4", ossia forte. Week-end soleggiato, ma la prossima settimana tornerà la neve.

Non ci sono buone notizie per gli abitanti di Foppolo: mercoledì mattina è stata chiusa nuovamente la strada provinciale Lenna-Foppolo nel tratto che va dal km 53,700 al km 57,800. Secondo la Protezione Civile non ci sarebbero le condizioni di sufficiente stabilità per consentire l'apertura al transito della strada e, soprattutto, il bollettino-valanghe dell'Arpa indica un "rischio 4", ossia forte.
Fino a quando continuerà l'emergenza? Nessuno lo sa, tant'è vero che l'ordinanza che ha portato alla chiusura del tratto stradale recita "fino a cessata condizione di rischio".
E venerdì a Foppolo potrebbe già tornare la neve, con il week-end che si preannuncia invece soleggiato. Ma sarà solo un fuoco di paglia: la prossima, stando alle previsioni di 3bmeteo.com, sarà infatti un'altra settimana all'insegna delle nevicate.

Bergamonews - 19 febbraio 2014
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Ripensare gli alpeggi
Il parco delle Orobie chiama a raccolta i Comuni

Il Parco delle Orobie Bergamasche, con il patrocinio dei Comuni di Clusone e Piazza Brembana, organizza due incontri per discutere e condividere le attività di recupero degli alpeggi secondo quanto previsto dal progetto ArcOrobie.

Il Parco delle Orobie Bergamasche, con il patrocinio dei Comuni di Clusone e Piazza Brembana, organizza due incontri per discutere e condividere le attività di recupero degli alpeggi secondo quanto previsto dal progetto A.R.C.OROBIE - Alpeggi: Risorsa Culturale delle Orobie bergamasche.
La prima occasione di riflessione sarà il 20 febbraio all’Auditorium Scuole Elementari di viale Roma, 11 a Clusone.
Dalle 14.30 alle 18, la Commissione Paesaggio del Parco delle Orobie bergamasche e la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici condivideranno, con quanti intendono partecipare, i principali processi di valutazione paesaggistica attuati nell’area delle Orobie.

Il progetto A.R.C.OROBIE, avviato dal Parco delle Orobie in collaborazione con l'Università degli Studi di Milano (Centro Interdipartimentale di Studi Applicati per la Gestione Sostenibile e la Difesa della Montagna) e i Comuni di Colere, Gromo, Oltressenda Alta, Taleggio, Valbondione, Valnegra e Vedeseta e con il sostegno di Fondazione Cariplo, mira a valorizzare il patrimonio degli alpeggi in termini edilizi, naturalistici e imprenditoriali.

“L’intera area delle Orobie, per quanto oggi sofferente a seguito di un progressivo spopolamento, lascia a tutti noi in eredità un patrimonio preziosissimo fatto di storia, tradizioni, paesaggi e sensazioni. Risorse che non possiamo trascurare e che solo con un impegno congiunto potremo far rivivere” – anticipa Yvan Caccia, Presidente del Parco delle Orobie Bergamasche. E proprio il lavorare in sinergia, permetterà di mettere a punto la prima fase del progetto che prevede il censimento delle peculiarità storiche, architettoniche e paesaggistiche degli oltre 71mila ettari compresi tra le Valli Brembana, Seriana e di Scalve.

Una volta schedati e messi in rete i risultati, si potrà, infatti, procedere alla programmazione degli interventi di manutenzione.
“In questa fase di mappatura sarà fondamentale il contributo dei comuni proprietari degli alpeggi – continua Caccia – ecco perché teniamo molto a questi incontri. Condividere conoscenze, informazioni e applicativi è il miglior modo per realizzare un progetto così ambizioso”.

Il corso, aperto a tutti fino a esaurimento posti e rivolto in particolar modo a tecnici e amministratori dei territori afferenti al Parco, prevede il rilascio di un attestato di partecipazione e di utile materiale didattico. L’incontro verrà riproposto la settimana successiva, il 27 febbraio 2014,  alla Sala Civica di via Ing. Sante Calvi, 28 a Piazza Brembana.

Entrambe le giornate sono patrocinate oltre che dai Comun di Clusone e di Piazza Brembana, dagli Ordini dei Dottori Agronomi e
 Dottori Forestali, degli Ingegneri e degli Architetti
Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo.

Di seguito il programma previsto per il 20 febbraio 2014:
- 14.30: apertura lavori a cura di Yvan Caccia, Presidente del Parco delle Orobie Bergamasche e di Paolo Olini, Sindaco del Comune di Clusone,
- 14.40 – 16.45: relazioni frontali a cura della Commissione Paesaggio del Parco delle Orobie bergamasche e della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici,
- 16.45 – 18.00: dibattito moderato da Yvan Caccia.
Prossimo incontro: 27 febbraio 2014 – Sala Civica Via Ing. Sante Calvi, 28 – Piazza Brembana.

Bergamonews - 18 febbraio 2014
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Foppolo torna ad essere isolata

Dalle 12 chiusa la strada provinciale per Foppolo
 

A causa delle continue nevicate e dalle condizioni instabili del manto nevoso sulle pendici delle montagne, Foppolo torna ad essere isolata. Dalle 12 di mercoledì 5 febbraio, infatti, si è tornati nuovamente a chiudere la strada provinciale n.2 Lenna - Foppolo, nel tratto tra Valleve e Foppolo, tra il km. 53,700 fino al 57,800.

La strada resterà chiusa al traffico fino al termine delle attuali condizioni di pericolo.

Qualora si è possibile effettuare il monitoraggio e la sorveglianza del tratto stradale e dei versanti a rischio, sarà cura dei tecnici della Provincia consentire il transito dei veicoli durante le ore diurne, dalle 7 alle 17.

Il personale stradale della Provincia curerà la posa in opera e la costante efficienza di tutte le segnalazioni stradali relativi ai lavori, in conformità al regolamento di attuazione del Codice della Strada.
L'Eco di Bergamo - 5 febbraio 2014

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Seconda galleria di Zogno.
Si abbatte l’ultimo frammento
Da martedì mattina, anche la seconda galleria della variante di Zogno sarà interamente scavata.

L’annuncio arriva dall’Itinera, l’impresa che dall’estate 2012 sta realizzando la strada che dovrà bypassare il centro storico del capoluogo brembano.

La prima galleria a sud, lunga 654 metri, era stata completata nello scavo lo scorso giugno, con tanto di cerimonia alla presenza del presidente della Regione Roberto Maroni.
Più lunga questa seconda galleria – di 2.211 metri – che sbuca nei pressi di Ambria, a nord.

«Alla conclusione dello scavo – spiega il dirigente del settore Viabilità della Provincia Renato Stilliti – mancano ormai poche decine di metri. Il cantiere di Itinera, poi, chiuderà per le festività natalizie e riprenderà dopo l’Epifania». A casa, quindi, tutti gli operai impegnati: quelli della Cogesud di Matera e i minatori sardi dell’Itinera (altre due imprese locali, la Regazzoni di Olmo al Brembo e l’Orobica di Zogno, invece, sono addette ai movimenti terra e alla realizzazione dei traccioli).

«I tempi sono stati rispettati – prosegue Stilliti – anche perché l’impresa ha sempre lavorato anche il sabato e la domenica, facendo turnare gli operai. Concluso lo scavo delle due gallerie mancheranno ancora diversi lavori. L’apertura per inizio 2015 resta comunque confermata».
L'Eco di Bergamo - 12 dicembre 2013 Cronaca
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Accumuli di neve e pioggia
Scatta l'allarme «frane»

Piove e le temperature restano alte. Così gli accumuli di neve in quota sono bassi e l'acqua tanta. Combinazione di fattori che, in questi giorni, sta favorendo cadute massi e smottamenti, in particolare nelle zone collinari e di bassa montagna.
Dopo l'episodio di Gorno è la Valle Brembana a segnalare i primi cedimenti. Lunedì i geologi della Sede territoriale della Regione Lombardia (Ster) hanno effettuato due sopralluoghi a Zogno e Dossena, per altrettanti smottamenti.
A Zogno sono caduti alcuni massi sulla strada che dalla frazione Poscante porta a Castegnone. Il fronte frana è di circa 200-300 metri cubi di roccia che potrebbero cadere sulla carreggiata – prosegue Fenice – per un fronte di 40 metri e un'altezza di circa 25. Una situazione, quindi, a rischio su cui occorre intervenire il prima possibile.
La bonifica dell'area costerà 60 mila euro. La strada resta comunque percorribile su mezza corsia a rischio e pericolo degli automobilisti.
Altro allarme in questi giorni a Dossena, per tre massi che hanno raggiunto una stalla, a poche decine di metri dalla strada provinciale e da alcune abitazioni. I massi sono caduti da un versante roccioso nella zona del Roculì, in via Villa. Al di sotto passa la strada provinciale Dossena-Serina.
C'è il pericolo che un eventuale e ulteriore distacco di massi possa coinvolgere o la strada provinciale o direttamente le abitazioni.

L'Eco di Bergamo - 5 novembre 2013 Cronaca
Cornalba, salta il «meeting»

L'appuntamento è il 26 e 27
 
Alla fine l'hanno vinta le  previsioni meteo, e così anche per questo weekend salta il «Meeting di Cornalba», organizzato dal gruppo alpinistico «I Camosci di San Pellegrino». Inizialmente programmato per il 5 e 6 ottobre, l'appuntamento - che rientra nel circuito «3 Corne climbing» assieme alle date di Brembilla e Roncobello che si sono svolte durante l'estate -era slittato all'imminente fine settimana, ma giovedì sera si è deciso di farlo slittare nuovamente, questa volta al 26 e 27 ottobre.
Il consiglio è comunque sempre quello di consultare il sito www.gruppocamosci.com, prima di partire alla volta della Corna Bianca, la nota parete che si alza come una candido fungo di roccia tra i boschi della Val Serina.
Se tutto andrà per il verso giusto, il 26 e il 27 ottobre sarà sempre lei la protagonista del meeting intitolato a Bruno «Boy» Vistalli e da quattro anni anche al «Camos», al secolo Bruno Tassi, scalatore scomparso nel 2007 che alla Corna Bianca aveva dedicato anni, aprendo le vie più impegnative. La novità di quest'anno riguarderà proprio alcune di queste linee: «Finora - spiega Gianandrea Tiraboschi, tra gli organizzatori del meeting e apritore, assieme allo stesso Tassi, di numerosi tracciati - avevamo consentito di affrontare solo i primi tiri; proprio la presenza di numerosi e spettacolari multi pitch, ci ha convinto dell'opportunità di salirli nella loro interezza».
Quali? Si tratta di vie che hanno fatto la storia di Cornalba come «Solo gli dei», la «Via della Fessura» o «Turisti del vuoto». In tutte lo zampino del Camos naturalmente che anche quest'anno, dicevamo, verrà celebrato con il consueto affetto e un premio assegnato all'arrampicatore e all'arrampicatrice in grado di affrontare in libera la salita più difficile.
Per il resto il copione sarà quello di sempre. Oltre alla «maratona verticale», ovvero la possibilità di arrampicare due giorni in coppia, autocertificando i propri tiri; il memorial Bruno Vistalli «Boy» andrà al climber che realizzerà il tiro più difficile in arrampicata libera. Attorno, la solita, grande festa con il punto di ristoro allestito al Parco alpini alla base della stessa falesia e messo a disposizione con la consueta collaborazione dall'amministrazione comunale. Tanta musica, tanti video e tanta allegria.
L'Eco di Bergamo - 18 ottobre 2013 Tempo Libero

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Trofeo Ermanno Cortinovis. Di corsa tra le creste delle Prealpi Orobiche


Prenderà il via domenica alle 10 il Trofeo Ermanno Cortinovis, gara di corsa in montagna con la fama di essere una delle più avvincenti e spettacolari tra le manifestazioni nazionali.

Ospitata a San Giovanni Bianco, la staffetta nazionale maschile e gara individuale maschile e femminile è organizzata dal Gruppo Sportivo Orobie, in collaborazione con il Comune.

Che sia una competizione tosta e di qualità lo dimostra anche la partecipazione di specialisti come Alex Baldaccini, vice campione europeo di corsa in montagna in Bulgaria, che qui è di casa. Pare che non sarà l’unico atleta di calibro internazionale presente alla partenza.

I contenuti costi di iscrizione, il pacco gara riconosciuto a tutti gli atleti e la possibilità per tutti di pranzare al vicino oratorio completano il quadro di un’iniziativa sportiva giunta ormai alla decima edizione e intenzionata a mantenere tutte le ottime promesse.
Per info www.gsorobie.it

Bergamonews - 11 settembre 2013


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Serina ci ripensa: bonus bebè anche per i cittadini stranieri
Da due a cinque anni di residenza minima da parte di almeno di uno dei genitori e via il vincolo della cittadinanza italiana. Sono queste le modifiche approvate, nell'ultimo Consiglio comunale di Serina, nel regolamento per l'assegnazione del bonus ai nuovi nati.
La variazione è stata attuata dopo che l'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), insieme alla cooperativa sociale Ruah di Bergamo, hanno presentato ricorso al tribunale chiedendo la modifica della norma sottolineando come l'aver inserito come vincolo la cittadinanza italiana fosse discriminatorio in quanto le prestazioni degli enti pubblici debbono essere erogate indipendentemente dalla nazionalità del richiedente.
«Per tutelare e garantire i cittadini serinesi - spiega il sindaco Giovanni Fattori - ma anche rispettare la normativa e al tempo stesso evitare che qualcuno possa approfittarne, abbiamo deciso di innalzare a cinque anni la residenza minima che almeno uno dei genitori del nuovo nato deve avere nel nostro Comune e tolto l'obbligatorietà della cittadinanza italiana».
Il bonus bebè è stato introdotto per la prima volta nel 2003 e il contributo che verrà erogato ai nuovi nati del 2013 sarà di 520 euro. «In campagna elettorale - continua Fattori - avevamo promesso che sarebbe rimasto e il suo mantenimento è un punto del programma che è stato rispettato».
L'Eco di Bergamo - 8 settembre 2013 Cronaca
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Campagna elettorale rovente

Fioccano le denunce a Serina
Non è una bella storia, da qualsiasi parte la si guardi. Una campagna elettorale che da civile confronto si trasforma addirittura in scontro fisico, con strascichi che arrivano dritti dritti in tribunale. Il risultato, a Serina, è una comunità che porta ancora oggi le ferite (aperte più che mai) di quanto avvenuto la primavera scorsa.
È il 24 maggio, tarda sera, quando in paese si incrociano i sostenitori della maggioranza uscente del sindaco Michele Villarboito e i supporter degli sfidanti di «Futuro&tradizione». Vola qualche parola di troppo, poi le versioni si confondono, si sovrappongono e si contraddicono.
Fatto sta che una ragazza, candidata nella lista d'opposizione, finisce al Pronto soccorso, ferita nel corpo e nell'anima da quella turbolenta esperienza. Il primo cittadino leghista (non più ricandidabile a Serina e tuttora in carica ad Aviatico) si precipita il giorno successivo alla caserma dei carabinieri del paese per depositare una denuncia per ingiurie e minacce contro la giovane, il candidato sindaco sfidante Andrea Tiraboschi e i familiari di quest'ultimo.
In questi giorni sono stati proprio loro a passare al contrattacco. Si sono rivolti allo stesso avvocato e hanno depositato all'autorità giudiziaria due distinte denunce. Una, a carico di Villarboito, è da parte dei genitori di Andrea Tiraboschi ed è per ingiuria e minaccia. L'altra è più complessa: oltre all'ex sindaco, sono citate anche gli altri suoi sostenitori presenti quella sera. Le accuse sono di lesioni e diffamazione.
L'Eco di Bergamo - 6 settembre 2013 Cronaca

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Stop dalla Regione: la discarica di amianto a Sedrina non si farà

La Direzione Generale Ambiente regionale ha comunicato agli enti interessati che l'istruttoria della Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale relativa al progetto verrà archiviata dopo la proposta di archiviazione del 30 agosto 2013 richiesta da Unicalce Spa

SedrinaVersione stampabileSend by emailTramonta l’ipotesi della realizzazione di una nuova scarica di amianto a Sedrina. La Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile della Giunta Regionale della Lombardia con una nota ha comunicato agli enti interessati che l'istruttoria della Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale relativa al progetto di una nuova discarica monodedicata per R.C.A., la cui istanza è stata depositata in data 3 dicembre 2012 da Unicalce Spa verrà archiviata a seguito della proposta di archiviazione del 30 agosto 2013 richiesta da Unicalce Spa.

Una decisione che mette la parola fine su una questione molto discussa negli ultimi mesi. Troppo vicina alle case, troppo pericolosa per la salute degli abitanti e troppo rischiosa per l’ambiente di Sedrina e dei paesi confinanti. Queste le motivazioni che avevano portato a marzo alla nascita di un comitato contro il progetto.

A giugno, poi, era arrivato un primo no dalla Regione, con il preavviso di diniego: “Il sito non è sufficientemente distante dai centri abitati. Quella rispetto alla discarica di Sedrina è una decisione eminentemente tecnica, che dipende dal rispetto della normativa vigente, e non certo dalle decisioni della Giunta lombarda”, furono queste le motivazioni. Fino alla bocciatura definitiva di ieri, lunedì 2 settembre.

Una decisione apprezzata dal Gruppo della Lega Nord di Zogno, che ha ringraziato per l'impegno profuso l' amministrazione comunale di Zogno congiuntamente con la Provincia di Bergamo, la Comunità Montana di Valle Brembana nella persona dell' Assessore Enrico Sonzogni, il Comitato Antidiscarica, gli altri Enti e Comuni interessati e la Regione Lombardia, la Direzione Generale Ambiente Energia e Sviluppo di Regione Lombardia, il gruppo Regionale della Lega Nord e l' assessore Claudia Terzi.

Bergamonews - 3 settembre 2013

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Escursionista 55enne stroncato da un malore ai Laghi Gemelli

Un escursionista di 55 anni, S.A. di Corsico, è stato stroncato nella mattina di mercoledì 3 luglio mentre stava raggiungendo il rifugio dei Laghi Gemelli a Branzi. Immediato l'intervento dell'elisoccorso, ma purtroppo per l'uomo non c'era più nulla da fare.

Ha chiesto agli amici con cui stava camminando diretto al rifugio Laghi Gemelli che era stanco. Si è fermato un momento, ha posato lo zaino e poi si è accasciato sotto gli occhi di un amico. E' morto così, pochi minuti dopo le dieci di mercoledì 3 luglio, S.A. 55 anni di Corsico, in provincia di Milano.

Subito i compagni d'escursione hanno dato l'allarme. Sul posto è intervenuto l'elicottero del 118 ma i medici non hanno potuto far altro che costatarne il decesso. La comitiva di amici stava salendo verso il rifugio dei Laghi Gemelli quando in località Grassi il 55enne ha accusato il dolore ed è morto. Sono intervenuti anche i carabinieri di Branzi per i rilievi di legge. Il cadavere dell'uomo è stato trasportato al cimitero di Branzi.

Bergamonews - 3 luglio 2013

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Precipita in un dirupo a Carona
Recuperata escursionista 43enne


Intervento di soccorso lunedì 1° luglio, nei pressi del passo di Valsecca, nel territorio comunale di Carona, a 2.500 metri di quota. Un'escursionista di 43 anni è scivolata in un dirupo per 20 metri: non è grave. In un primo momento si era parlato di due escursionisti caduti.
Il 118 ha ricevuto la richiesta di aiuto, inviato dal marito della donna che non era scivolato nel dirupo a causa della neve, al contrario di quanto si era pensato, e inviato due eliambulanze. Il tecnico di elisoccorso del Cnsas ha recuperato la 43enne, trasportata in elicottero all'ospedale Papa Giovanni XXIII.
La donna ha rimediato botte ed escoriazioni varie, ma le sue condizioni non dovrebbero essere preoccupanti.
Erano pronte a partire anche due squadre a terra delle Stazioni di Valbondione e Valle Brembana della VI Delegazione Orobica del Soccorso alpino, in totale 13 tecnici, ma l'intervento, cominciato alle 12,43, si è risolto poco dopo le 14. In azione anche il 112 di Zogno.
L'Eco di Bergamo - 1 luglio 2013 Cronaca

“I vigili mi multano: io pago e scopro che l’infrazione non c'è



Multato dalla Polizia locale mentre transitava tra Oltre il Colle e Serina Nicola Viscardi ha pagato la multa ma, con grande sorpresa, in seguito ha scoperto che l’infrazione per il quale è stato sanzionato non esiste.
Che succede se la Polizia locale sbaglia a fare una multa? Se lo chiede anche il nostro lettore Nicola Viscardi che, domenica pomeriggio, aveva approfittato della giornata di sole per un bel giro in moto e si è visto comminare una multa da 41 euro per non aver mostrato agli agenti il documento che attestava l’omologazione della marmitta: “Violato l’articolo 180 del Codice della Strada” recita il verbale ma in suddetto articolo, che riguarda il “Possesso dei documenti di circolazione e di guida”, non c’è alcuna menzione all’obbligo di tenere con sé tale documento.
Ecco la lettera che ci ha inviato il nostro lettore:
Domenica di sole e giro in moto con un amico. Ho uno "scooterone" con una marmitta Akrapovic, una di quelle che fa un pò di rumore ma comunque omologata per la circolazione. Alle 11.45, tra Oltre il Colle e Serina, veniamo fermati da due agenti della Polizia locale che mi hanno multato per aver violato l’articolo 180 del Codice della Strada in quanto non avevo con me l'omologazione della marmitta.
Da bravo cittadino il giorno successivo mi sono prima recato in posta a pagare i 41 euro della sanzione e, successivamente, al comando dei vigili di Bergamo per esibire il suddetto documento. Con mia grande sorpresa i vigili urbani mi hanno detto che l’articolo 180 non menziona minimamente il documento di omologazione ma solo patente, libretto, carta di circolazione e assicurazione.
Quindi mi è stata comminata una multa ‘errata’ che ho già pagato: gli stessi vigili urbani di Bergamo mi hanno detto che avrebbero potuto fare lo stesso una carta che richiedeva la presentazione del documento ma senza la multa. Per l'assenza del documento di omologazione, che per altro non è minimamente collegato alla targa del mezzo, non è prevista alcuna sanzione amministrativa!
Mi chiedo come sia possibile che degli agenti della Polizia locale possano sbagliare su un articolo del Codice della Strada, oltretutto su uno dei più sanzionati credo.
Purtroppo, oltre alla sanzione, ho dovuto subire anche un trattamento a mio avviso parecchio fastidioso del genere ‘Dovremmo sequestrarle il mezzo, ma siamo buoni le diamo solo 41 euro di multa’, quando invece non avrebbero dovuto darmi nemmeno quello. E' una vergogna!
Ho provato a chiamare in Comune ad Oltre il Colle e ovviamente nessuno ha voglia di parlare della questione: ho provato anche a mandare una mail sperando di ricevere dei chiarimenti in merito.
Nicola Viscardi
Bergamonews - 28 giugno 2013


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Il futuro incerto del Grand Hotel

«All'asta o resti bene pubblico»

All'asta per almeno 5-6 milioni di euro o mantenerlo di proprietà pubblica? Il futuro del Grand Hotel di San Pellegrino pare essere sempre più incerto. E, probabilmente, decisivo sul suo destino sarà l'avvio delle nuove terme e quanto queste rilanceranno veramente la cittadina brembana.

La società pubblica proprietaria dello storico edificio (al 100% del Comune) è in liquidazione e le ipotesi sul campo ora sono più di una. Quella prevalente sembra essere la vendita.

«A breve verrà eseguita una nuova perizia sul valore dell'edificio - spiega il sindaco Vittorio Milesi - quindi faremo un bando per una manifestazione di interesse. Da lì valuteremo se procedere o meno con l'asta. Ovvio che lo faremo solo se ci sarà un imprenditore disposto a recuperare l'immobile (servono 40-50 milioni di euro, ndr), perché non avrebbe senso venderlo per lasciarlo cadere. Se, invece, dovesse arrivare l'autorizzazione per aprire una casa da gioco le possibilità di recupero sarebbero maggiori.

A quel punto varrebbe la pena mantenerlo pubblico. Il Grand Hotel è stato anche inserito nel "Progetto dimore" del Demanio, progetto in cui si cercano imprenditori disposti al recupero e alla gestione di storici edifici: ma, in genere si tratta di operazioni da pochi milioni di euro, mentre per il nostro ex albergo servono almeno 40 milioni».

Negli ultimi tempi si sono fatte avanti anche altre due soluzioni: in mancanza di fondi per il recupero completo si potrebbe sistemare e utilizzare solo il piano terra, oppure si ipotizza l'apertura di una casa per anziani.

«L'uso di un solo piano comporterebbe comunque una spesa di 6-7 milioni di euro - continua il sindaco - mentre la trasformazione in Rsa, ovviamente di lusso, contrasterebbe, però, con la vocazione turistica della cittadina».

L'Eco di Bergamo - 26 giugno 2013 Cronaca


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Vola nella scarpata per 12 metri

Salvo un 50enne di Dossena
  
Stava rientrando a casa percorrendo a piedi la via Mercatorum per abbreviare il percorso che lo avrebbe portato alla meta, ma, alla fine, si è ritrovato in ospedale a Ponte San Pietro, dopo un volo di una dozzina di metri, fortunatamente senza conseguenze gravi.
L'uomo, un 50enne residente a Dossena in via Villa, aveva appena cominciato a salire il sentiero quando, per motivi non noti, è scivolato per il pendio, procurandosi un trauma cranico e diverse escoriazioni per essere ruzzolato per almeno una decina di metri lungo il pendio. Le sue condizioni di salute non dovrebbero essere fortunatamente gravi.
Nessuno ha assistito direttamente all'incidente ma due villeggianti di Dossena, che si trovavano a passeggiare sulla strada sottostante, si sono improvvisamente trovati il ferito a terra, che, apparentemente, non dava segni di vita, quindi hanno preferito chiamare il numero unico di emergenza che ha inviato sul posto l'ambulanza della Croce rossa di San Pellegrino e l'automatica da San Giovanni Bianco.
Il fatto è avvenuto verso le 17,45 di domenica, sulla strada che collega Dossena a Serina, in via Orobica. Stando a quanto è stato possibile ricostruire l'uomo aveva da poco lasciato il tiro al piattello poco lontano e si era avviato sulla strada per poi imboccare il sentiero che gli avrebbe permesso di raggiungere l'abitazione, dove abita da solo, in via Villa, in tempi più brevi. Ma dopo nemmeno una cinquantina di metri l'uomo, non si sa come, forse appoggiandosi alla staccionata di legno è caduto oltre, ruzzolando per il ripido fianco della montagna.
L'Eco di Bergamo - 25 giugno 2013 Cronaca


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Taleggio, strada chiusa da un mese
Abitanti stremati, il video della frana
 

La frana che si è abbattuta in Val Taleggio, tra Peghera e Lavina, il 19 maggio scorso, è ancora lì. È passato quasi un mese, ma la strada è chiusa. E ogni giorno che passa è un danno per l'economia e il turismo.
Ed è un crescente disagio per gli abitanti della Val Taleggio. Così diversi commercianti hanno firmato una lettera di protesta in cui chiedono ai politici un intervento immediato. «Comprendiamo la protesta – dicono dalla Provincia – però ci sono dei tempi tecnici da rispettare e chi lavora alla sistemazione della frana deve farlo in assoluta sicurezza».
Lo smottamento, di circa 7.000 metri cubi, ha tagliato fuori Peghera dalla valle. Guarda il video tratto da Youreporter.it «La prima settimana hanno studiato la situazione – si legge nella lettera –, la seconda hanno fatto la gara d'appalto con procedura ordinaria, la terza e la quarta hanno continuato a tagliare alberi e con una minipala hanno cominciato a lavorare nella valletta per preparare una briglia. Senza spostare un sasso. 
La valle ha bisogno di un intervento urgente e l'impresa che fa? Impegna solo tre uomini per otto ore al giorno. Lo scenario che abbiamo davanti è questo: riapertura della strada a stagione estiva conclusa e grave compromissione delle attività degli esercenti di Peghera, per i quali i due mesi estivi sono il 90% del lavoro annuale».
«Cosa avrebbero dovuto fare? – prosegue la lettera –. Chiedere un intervento immediato, assegnando i lavori con procedura d'urgenza, come sempre si deve fare in casi come questo.
Poi bonificare il pendio della frana, asportare il materiale, ripulire la sede stradale prima di costruire la briglia alta nove metri di cui si parla, investendo nel trattamento del materiale i soldi che saranno inutilmente investiti nella fantomatica passerella pedonale (prevista entro il 27 giugno, ndr), e facendo lavorare l'impresa anche di sabato e con più persone e più mezzi.
A quest'ora sarebbe quasi tutto finito. Vogliamo ricordare che dopo la recente frana di Brembilla, il giorno successivo si era già ripristinata la circolazione, sia pure in sede stradale provvisoria? Per non parlare della frana di Camorone del 2002. Tre settimane dopo, la provinciale era già percorribile. Qui dopo quattro settimane non si è spostato un sasso».
L'Eco di Bergamo - 19 giugno 2013 Cronaca
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Discarica di amianto a Sedrina

C'è uno stop dalla Regione
 
Preavviso di diniego per la discarica di cemento amianto nell'ex cava di calce a Cacosio di Sedrina. Questo l'esito della Conferenza dei Servizi tenutasi martedì 18 giugno negli Uffici di Regione Lombardia in merito al progetto presentato da Unicalce.
«Il sito non è sufficientemente distante dai centri abitati - spiega l'assessore regionale all'Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Claudia Maria Terzi -. Quella rispetto alla discarica di Sedrina è una decisione eminentemente tecnica, che dipende dal rispetto della normativa vigente, e non certo dalle decisioni della Giunta lombarda.
Ma, senza dubbio, la questione, per l'impatto consistente che ha sul territorio, riveste per me un'importanza notevole: per questo motivo la sto seguendo passo per passo».
Il proponente ora ha 10 giorni di tempo per contro dedurre, risolvendo le cause ostative.
L'Eco di Bergamo - 18 giugno 2013 Cronaca



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Variante a Zogno, ci siamo


Si vede la fine del primo tunnel
E luce sia. Per passarci in auto bisognerà aspettare ancora un po', ma intanto per l'attesissima variante di Zogno arriva un bel giro di boa: lunedì prossimo verrà abbattuto l'ultimo «diaframma» nella prima delle due gallerie. Che quindi diventerà a tutti gli effetti un tunnel completo, lungo 654 metri.
È il più breve dei due previsti sul tracciato di complessivi 4,5 chilometri, ma non per questo ha richiesto meno cure, anzi: proprio in questa prima galleria la tipologia della roccia, un po' meno compatta, ha richiesto che l'intero tratto venisse rafforzato con una serie di archi in acciaio, su cui verrà poi collocata la calotta in calcestruzzo. Se lunedì dunque si festeggerà la fine dello scavo, per completare poi il tunnel serviranno i rivestimenti interni, i tombini, e tutta una serie di ritocchi finali.
A oggi per la seconda galleria si è arrivati a circa 750 metri dall'imbocco sud, e a 180 da quello nord. Un po' meno della metà, insomma. La previsione è che per questo secondo scavo, caratterizzato da una roccia più compatta, il termine possa arrivare per la fine dell'anno.
Poi, prima vedere aperta la strada, bisognerà concentrarsi sulle finiture delle gallerie, ma anche sui tratti a cielo aperto (sono due, di 350 e 1.059 metri), per i quali nell'ultimo periodo si sono un po' fatti i conti con il maltempo. La zona è molto ricca d'acqua, e le piogge abbondanti di questa strana primavera si sono fatte notare, creando dei veri e propri fiumi.
Per la fine dei lavori e l'apertura al traffico si parla dunque grossomodo di febbraio del 2015.
L'Eco di Bergamo - 18 giugno 2013 Cronaca

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Discarica di amianto, tutta la Valbrembana contro il progetto

Questa discarica non s'ha da fare, ormai tutti ne sono convinti. E' stato ribadito anche durante l'assemblea indetta dai cittadini di Sedrina per poter dire un secco no al progetto che ormai spaventa gran parte della Valle Brembana.
Questa discarica non s'ha da fare, ormai tutti ne sono convinti. E' stato ribadito anche durante l'assemblea indetta dai cittadini di Sedrina per poter dire un secco no al progetto che ormai spaventa gran parte della Valle Brembana.
Un impegno di squadra fra i vari Comuni della valle per vietare la creazione di una discarica di amianto, progetto nel comune di Sedrina che però poggia nella conca di Zogno, della serie: l’erba del vicino è sempre più grigia. Il Comune più contrario è proprio quello di Zogno. La creazione della discarica risulterebbe più nociva proprio per questo territorio: l’aria che sale dalla valle - è questo il timore degli amministratori - spingerebbe le particelle velenose proprio sulla testa del capoluogo brembano.
All’assemblea però i vertici della società Unicalce, proprietaria della cava Santa Barbara in località Cacosio, dove dovrebbe avvenire lo stoccaggio dell’amianto, non si sono presentati, creando ancora più tensioni tra i presenti. All'assemblea hanno partecipato anche vari sindaci dei paesi brembani in prima linea per questa battaglia, i comitati di Treviglio e Cortenuova, la Comunità Montana.
Patrizia Fustinoni, membro del comitato per la tutela per il territorio ambientale e salute di Sedrina, spiega che l’intento del gruppo è quello di collaborare con le varie forze politiche e non quello di fare lotte: “ Non ci fermeremo finche non vedremo che la discarica non si farà scritto nero su bianco, è una pazzia un progetto simile in un luogo abitato e anche per altri numerosi motivi, tra cui la pericolosità idrogeologica del territorio”.
Lo stesso sindaco di Sedrina, Agostino Lenisa, in una lettera inviata al comitato, invita la società Unicalce di ritirare l’istanza di discarica entro il 18 giugno dato che i pareri negativi sembrano più che sufficienti e ne sono in arrivo ancora 38 da altri Comuni facenti parte della Comunità Montana. Il primo cittadino ha comunicato inoltre che il Comune di Sedrina non parteciperà alla seconda riunione di servizio ritenendo già improcedibile l’istanza e i numerosi pareri negativi. 
Nicolò Belloli
Bergamonews - 14 giugno 2013
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Val Brembana, frana blocca la pista ciclabile aperta da due mesi

 
La tanto bella quanto tormentata pista non trova pace: dopo la lunga messa in sicurezza delle gallerie e la riapertura due mesi fa, eccone un altro con una grossa frana che ha invaso il tracciato

La tanto bella quanto tormentata pista ciclabile della valle Brembana non trova pace: dopo la lunga messa in sicurezza delle gallerie e la riapertura due mesi fa, eccone un altro con una frana che ha invaso il tracciato.
Il materiale franoso, di vaste dimensioni, è caduto sul tratto di pista a San Pellegrino, proprio accanto alla sorgente Limpia, molto cara agli abitanti della zona, per il rifornimento d’acqua gratuito. Sorgente che ora non disseta più proprio a causa della frana. Lo smottamento è avvenuto, per colpa delle continue piogge e per un’infiltrazione nel terreno, nello stesso punto dove un altro di piccole dimensioni era rovinato sulla carreggiata, la scorsa estate.
Il punto preciso si trova in alto, e ci vorrà un grosso intervento di bonifica per poter rimettere tutto in sicurezza. Numerosi i ciclisti che nonostante il divieto di transito, si sono avventurati all’interno del cantiere, rischiando la propria incolumità, per poter raggiungere San Pellegrino, senza nessun divieto. Nella giornata di oggi (venerdì) tra l’altro il cantiere si presentava deserto.
Diverse anche le lamentale, dato che chi parte da Zogno non ha modo di sapere che la ciclabile a metà strada è interrotta se non per un piccolo cartello posto poco prima dell’imbocco ad Ambria di Zogno. I lavori dovrebbero terminare entro metà giugno, almeno si spera. Proprio quando il grosso dei problemi sembrava finito, con la messa in sicurezza delle gallerie a San Giovanni bianco avvenuta nel mese di aprile, quest’ultimo problema proprio all’inizio della bella stagione ha sconfortato un po’ gli animi nella zona.
Insomma, non c’è proprio pace per la sfortunata quanto bella pista ciclabile della Val Brembana.
Nicolò Belloli
Bergamonews - 8 giugno 2013


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Passo San Marco, strada riaperta
Via libera da Mezzoldo a Morbegno
Finalmente c'è il via libera. E' stata firmata giovedì 6 giugno, da parte del dirigente Renato Stilliti del Settore Viabilità della Provincia di Bergamo, l'ordinanza che apre definitivamente al transito la strada del Passo San Marco, posta nel territorio dei Comuni di Mezzoldo e Averara.
La strada era chiusa dallo scorso 29 ottobre a causa della stagione invernale, particolarmente prodiga di neve quest'anno, ed era stata riaperta parzialmente (di fatto solo sino al rifugio San Marco) circa un mese fa. Più che le condizioni del tratto sommitale bergamasco (di fatto meno di due chilometri dal Rifugio al Passo) a rendere impossibile il transito era la chiusura del tratto valtellinese che scende verso Albaredo e Morbegno.
In questo caso le operazioni di sgombero neve, come cita l'ordinanza emessa da via Tasso, sono state completate martedì 4 giugno, con contestuale apertura al transito veicolare da parte della Provincia di Sondrio.
L'Eco di Bergamo - 7 giugno 2013 Cronaca
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Val Brembana imbiancata
Maggio, neve a mille metri: non accadeva dal 1984
Dopo 29 anni l’evento rarissimo si ripete, e a una settimana dall’inizio dell’estate meteorologica (che parte il primo giugno) la neve fa di nuovo la sua comparsa su buona parte delle località brembane
Risveglio sbalorditivo per gli abitanti dell’alta valle Brembana, chi ha un po’ di buona memoria, ricorderà che un risveglio simile nel mese di maggio era avvenuto l’ultima volta nel 1984 quando la neve tornava a quote relativamente basse per il periodo. Dopo tanti anni l’evento rarissimo si ripete, e a una settimana dall’inizio dell’estate meteorologica (che inizia il primo giugno) la neve fa di nuovo la sua comparsa su buona parte delle località brembane sopra i 1000 metri.
Il tutto causato da un anomalo nucleo di aria artica che giovedì notte ha valicato le nostre alpi, formando un vortice ciclonico sul nord Italia e portando le temperature in picchiata. Una situazione che dopo le effimere schiarite che nel pomeriggio di venerdì, ci farà compagnia anche domani, con tanto di nuove sorprese.
La neve è iniziata a cadere fitta dopo la mezzanotte e ha imbiancato, con un manto di 5 cm Zambla Alta, una spruzzata anche a Oltre il Colle, Foppolo, Valtorta, Carona, Roncobello, Fuipiano, Costa Imagna. Un giorno, da appuntare sul calendario, per la sua eccezionalità.
Questa neve, per quanto possa esser bella, può solo creare problemi in questo periodo, alle piante in fiore, e a tutta l’agricoltura in generale della valle. I mesi primaverili quest’anno sono trascorsi irrimediabilmente sotto la pioggia e le temperature sotto media e per il momento la situazione non è delle migliori.
Giorni fa si parlava anche della riapertura del passo San Marco, il versante bergamasco era stato ripulito e si attendeva lo stesso fatto nel versante Valtellinese, ma dopo la nevicata di questa notte e quelle previste per domani, la paura è quella che il tutto slitterà più avanti, senza un termine indicato visto il manto presente sulla carreggiata. Si spera che sia l’ultimo colpo di coda di un inverno che è stato eccezionale o forse è stato come doveva in realtà essere, per ricordarci che esistono ancora gli inverni di una volta.
Nicolò Belloli
Bergamonews - 24 maggio 2013

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Provinciale chiusa in Val Taleggio
Percorso alternativo di 45 km
Foto de L'Eco di Bergamo
Smottamenti, è emergenza a Peghera, Gerosa e Vertova

Ancora frane, a causa del maltempo che persiste da diversi giorni sulla nostra provincia. Domenica mattina 19 maggio, verso le 11, massi e alberi si sono staccati lungo la strada provinciale della Valle Taleggio che collega le frazioni di Lavina di Vedeseta e Peghera di Taleggio.
A dare l'allarme un automobilista di passaggio che ha notato scendere il materiale nei pressi di una valletta. Ha avvisato subito 112 e vigili del fuoco, quindi sul posto sono arrivati anche gli amministratori comunali con il sindaco Alberto Mazzoleni.
La zona dove si è verificato il distacco di materiale, peraltro, a circa un chilometro dall'abitato di Peghera, negli anni passati era già stata messa in sicurezza con muraglioni e reti di protezione che hanno trattenuto buona parte di massi e alberi.
«Fortunatamente il muraglione e le reti hanno trattenuto la maggior parte del materiale che si è staccato - dice il sindaco Mazzoleni -. Ma la zona resta molto pericolosa. Nell'arco di circa un'ora e mezza dalla montagna si sono staccati massi e alberi per una decina di volte».
Sul posto anche i tecnici della Provincia che oggi, insieme al geologo, dovranno valutare il da farsi. «Sicuramente bisognerà far scendere ancora altro materiale pericolante - continua il sindaco -, poi bisognerà stabilire che tipo di intervento fare. Purtroppo la strada resterà chiusa al traffico altri giorni, in attesa della messa in sicurezza. Data l'alta pericolosità della zona non potremo neppure far transitare a piedi».
Si prospettano quindi grossi disagi per le ditte della valle e per i bambini di Peghera - una decina - che frequentano la scuola elementare di Olda e la materna di Vedeseta: per arrivare alle scuole da Peghera dovranno passare da Gerosa, Brembilla, Sedrina, Zogno, San Pellegrino e San Giovanni Bianco, dopo un percorso di circa 45 chilometri.
L'Eco di Bergamo - 20 maggio 2013 Cronaca
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Serina, ecco la crepa prevista
Istituito il senso unico alternato, rischio di chiusura totale
Il Comune di Serina aveva segnalato alla Provincia fin dal 2009 che quel tornante sopra il campo sportivo del paese era cedevole e stamattina, giovedì 16 maggio, è comparsa sull'asfalto una grande crepa: il risultato è senso unico alternato regolato da semafori sulla strada per Oltre il Colle e Dossena.
In un primo tempo si era parlato di strada chiusa e i disagi sarebbero stati soprattutto per i residenti di Oltre il Colle e le frazioni serinesi di Valpiana e Corone che in pratica sarebbero risultate staccate dal paese. Non si sa ancora per quanto tempo la strada rimarrà chiusa per l'intervento di sistemazione.

Nessun scarpinata, dunque, per i ragazzi delle scuole. Per chi si muove in auto da Oltre il Colle sarebbero state due le alternative in caso di strada chiusa, alternative che inevitabilmente avrebbero determinato un aumento dei tempi (e dei costi) di percorrenza: dirigersi verso Dossena e San Pellegrino e scendere dunque a Bergamo dalla Val Brembana, oppure puntare sul Colle di Zambla e la Val del Riso per arrivare in Val Seriana.

L'Eco di Bergamo - 16 maggio 2013 Cronaca

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Acquedotto di Serina, si accende la polemica tra i gruppi politici


Si accendono gli animi a Serina in vista delle elezioni comunali. Con un comunicato il gruppo “Futuro & Tradizione per Serina” espone le sue perplessità su uno dei temi più caldi per il paese

Ci dispiace per i toni che la campagna elettorale sta assumendo a Serina. In particolare il sindaco Villarboito ha creato solo confusione e cattiva informazione rifiutando qualsiasi confronto pubblico con noi e diffondendo volantini con notizie sbagliate per il paese. Il problema sulla gestione dell'acquedotto a Serina è la depurazione, non l'acqua chiara.
Non ci sarà nessuno che arriva con botti o intuberà l'acqua verso la pianura senza il consenso del comune, nessuno verrà a rubarci l'acqua che rimarrà sempre dei serinesi e per questo ci batteremo, secondo anche il referendum di pochi anni fa. Il problema invece è che Serina ha ancora scarichi di fogne a cielo aperto che confluiscono nel torrente. E' un problema ambientale, di igiene pubblica e tra poco per questo saremo multati dall'Unione europea per 10 milioni di euro più una multa variabile giornaliera dagli 11.000 ai 700.000 euro per ogni giorno di ritardo nell'eseguire l'opera per la depurazione.
Quello che noi ribadiamo è che, a contrario di Fattori e del sindaco Villarboito, vogliamo evitare che i cittadini di Serina paghino 550 euro di multa* nel 2016 perché Serina non è dotata di depurazione, nonostante la depurazione a Serina si paghi da parecchio tempo! La legge ci impone di parlare con Uniacque, o con le buone e quindi strappando accordi favorevoli a Serina, oppure con le cattive, con la magistratura che ci obbliga al passaggio.

La decisione che Serina è chiamata a prendere votando è: - con Fattori, fare muro contro muro e nel 2015 pagare ALMENO 550 euro di multa a cittadino e in più pagare il costo dell'opera (7 mln il costo preventivato); - con noi, farsi pagare l'opera della depurazione visto la disponibilità dell'ATO a garantirci le risorse, evitare la multa e trovare accordi con Uniacque o qualsiasi altra società o ente pubblico garantirà condizioni favorevoli a Serina per la gestione dell'acqua.

Noi siamo pronti a dialogare con chiunque SE E SOLO SE GARANTIRA':
1) i soldi per il collettore fognario e la chiusura dell'opera entro il 2016 per evitare la multa;
2) se si assumeranno i mutui che abbiamo per gli investimenti gia' fatti;
3) se si impegneranno a intervenire per opere urgenti a serina;
4) e nel caso di uniacque, se non verra' richiesto il conguaglio per le bollette dal 2007 ad oggi;

Dichiara infine il candidato sindaco Andrea Tiraboschi."L'unico che ha già "regalato" l'acqua a Uniacque è proprio il sindaco Villarboito. Nel 2006 con una delibera il consiglio comunale, con Villarboito sindaco e Fattori assessore, aderì a Uniacque, acquisì le sue azioni e sottoscrisse lo statuto di Uniacque.

Se un amministratore non è convinto di un'azienda e delle sua finalità, evita di aderire e di sottoscrivere lo statuto che prevede tra le altre cose che Uniacque assumerà la gestione dell'acquedotto a Serina. Insomma, ora Villarboito fa tanto il vichingo quando in realtà fu il primo ad aver abbassato le braghe davanti a Uniacque, senza ottenere nulla in questi anni. Immagino che sia per questo che rifiuti i nostri inviti a un confronto pubblico."

Bergamonews - 16 maggio 2013

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Precipita in un canalone a 2000 mt
Escursionista ferito in alta Val Brembana

 
Intervento in corso per la VI Delegazione Orobica del Soccorso alpino. La segnalazione è arrivata intorno alle 12.20 per una persona precipitata in un canale nella zona del Passo della Porta - Bivacco Zamboni, in Alta Val Brembana, a circa 2000 metri di quota.
 
Sul posto i tecnici della Stazione locale del Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) e l'eliambulanza del 118 da Como.
 
L'uomo sarebbe già stato recuperato e intubato dal personale del 118 che lo ha trasportato con un elicottero all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
 
L'Eco di Bergamo - 15 maggio 2013 Cronaca 


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Variante di Zogno, l’assessore regionale: “Pronta nel 2015”


Era un’opera di cui si attendevano notizie da tempo: la variante di Zogno sarà completata nel febbraio 2015. Parola dell’assessore alle Infrastutture Maurizio Del Tenno che ne pomeriggio di martedì ha visitato la sede bergamasca della Regione Lombardia.

Era un’opera di cui si attendevano notizie da tempo: la variante di Zogno sarà completata nel febbraio 2015. Parola dell’assessore alle Infrastutture Maurizio Del Tenno che ne pomeriggio di martedì ha visitato la sede bergamasca della Regione Lombardia.

Per il 2014 sarà destinato un contributo di oltre 625.000 euro per la manutenzione delle strade in provincia di Bergamo. L’assessore ha anche incontrati i rappresentanti del mondo produttivo e degli Enti locali presso la sede territoriale di Bergamo della Regione Lombardia.

Un incontro, che è la seconda tappa di un tour, iniziato la scorsa settimana a Sondrio, che l'assessore intende compiere in tutti i capoluoghi di provincia per ascoltare dalla viva voce del territorio le reali necessità di chi ci vive e ci lavora. "Il finanziamento fa parte di uno stanziamento regionale destinato a interventi straordinari dovuti a calamità e situazioni di pronto intervento.

Strade in ordine sono strade più sicure e più veloci sia per le persone che per le merci e sono un requisito indispensabile per rendere più competitivo questo territorio" ha evidenziato l'assessore, introducendo l'impegno della Regione per aiutare Bergamo e la sua provincia a superare la crisi economica attraverso una migliore accessibilità".

LE STRADE DI BERGAMO - Il territorio bergamasco è al centro di grandi trasformazioni in termini di mobilità. Regione Lombardia è impegnata nella realizzazione di grandi opere a lunga percorrenza quali la Brebemi, che sarà completata nella primavera del 2014 e la Pedemontana. Per quest'opera è in corso un lavoro intenso per arrivare al closing finanziario.

Fondamentali sono anche le opere provinciali, come il primo tratto della tangenziale di Bergamo (da Zanica a Stezzano) che sarà terminato nel luglio del 2014, mentre i lavori del lotto successivo, da Treviolo-Paladina partiranno entro la fine di quest'anno. La variante di Zogno sarà inoltre completata nel febbraio del 2015 e contribuirà a sciogliere notevolmente i nodi di traffico della Val Brembana, a tutto vantaggio di residenti e turisti.

TRASPORTO SU FERRO E TPL - Proseguono i lavori, la cui conclusione è prevista per il novembre 2016, della tratta ferroviaria ad alta velocità Treviglio-Brescia, ma anche l'impegno per un servizio migliore. A questo scopo l'assessore ha ricordato che Bergamo, insieme a Brescia, prossima tappa di questo particolare giro di Lombardia, sono le Province, che per prime hanno approvato lo Statuto dell'agenzia per il Trasporto pubblico locale (Tpl), prevista dalla nuova legge regionale, che consentirà di offrire un servizio migliore a costi inferiori.

"Ho dato mandato a Trenord di fare una revisione puntuale del servizio, per avere un quadro completo e dettagliato delle criticità delle tratte bergamasche maggiormente problematiche" ha spiegato l'assessore, che ha annunciato l'elaborazione di un piano finanziario per l'acquisto di nuovi treni e la loro salvaguardia. "La mia attenzione nei prossimi mesi sarà molto incentrata sulla sicurezza - ha detto - sul rispetto delle regole e del bene comune, per evitare che i treni nuovi vengano fatti invecchiare rapidamente dai vandali".

MOBILITÀ DOLCE: BATTELLI E BICI - L'assessore ha confermato il contributo regionale per il servizio pubblico di navigazione del Lago d'Iseo e ha annunciato che a luglio sarà inaugurata a Sarnico la nuova sede dell'Autorità di bacino lacuale dei Laghi Iseo, Endine e Moro. Per quanto riguarda le biciclette, Regione Lombardia negli ultimi anni ha cofinanziato la realizzazione di 24,5 chilometri di piste ciclabili attraverso i bandi a favore della mobilità ciclistica, contribuendo alla realizzazione della pista della Val Seriana.

"In un momento di crisi economica come quella che stiamo vivendo - ha proseguito l'assessore - dobbiamo puntare su tutto ciò che può attirare investimenti anche reinventando la nostra economia e il territorio bergamasco ha molte bellezze da offrire al turista che volesse venire a visitarlo".

Bergamonews - 15 maggio 2013

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Si sente male a 1.800 metri
47enne stroncato da un infarto



Un 47enne di Santa Brigida, Sauro Regazzoni, è morto domenica mattina 12 maggio stroncato da un infarto dopo aver raggiunto con la sua moto cross una baita a 1.800 metri di quota con tre amici. Secondo il racconto degli altri motociclisti, l'uomo sarebbe sceso dalla moto in località Serrata e avrebbe detto «mi sento male», per poi accasciarsi a terra.

Subito gli amici hanno lanciato l'allarme al Numero unico 112 ed è stato inviato l'elicottero del 118. Quando il medico ha raggiunto l'uomo, però, non c'era più nulla da fare: il dottore ha tentato la rianimazione ma Regazzoni è stato stroncato da un arresto cardiaco.

La salma, dietro indicazione del magistrato, alle 12,30 è stata trasportata nella camera mortuaria del cimitero di Santa Brigida, dove è giunto anche il sindaco del paese e i carabinieri di San Giovanni Bianco. Sauro Regazzoni, che lavorava con autista di mezzi da cantiere, lascia la moglie e due figli.

L'Eco di Bergamo - 12 maggio 2013 Cronaca

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Neve? No, è «solo» grandine
Il ghiaccio «piove» sulle Valli


Sole, nuvole e anche temporali Il tempo continua a fare le bizze
È tornata la neve? Fortunatamente - dopo un inverno come quello appena passato - possiamo dire: no è solo, si fa per dire, grandine. Il violento scroscio in Val Brembilla è stato immortalato dalla nostra lettrice Donata, che ci ha inviato la fotografia.
Il meteo, nonostante la primavera, continua a fare le bizze. Secondo le previsioni andremo avanti con pioggia e temporali, alternati a schiarite anche ampie, almeno fino a sabato compreso.

Donata ci ha inviato le immagini «in diretta» intorno alle 16,30 di martedì di quella che ha chiamato la «prima grandinata a Cadelfoglia». Purtroppo non sarà l'ultima: i temporali più intensi sono annunciati soprattutto nella notte fra giovedì e venerdì.

Intanto una violenta grandinata si è verificata anche in Val Seriana e, in particolare, in Val Gandino. Poco dopo le 16 la perturbazione particolarmente intensa ha colpito Gandino, Cazzano e Leffe.

Strade allagate e tombini saltati, con qualche difficoltà per il traffico. Non si segnalano particolari danni. La perturbazione ha interessato anche i centri da Clusone a Gazzaniga.

L'Eco di Bergamo - 7 maggio 2013 Cronaca

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Montagna, sempre meno nati il record è in Valle Brembana


Popolazione sempre più anziana, pochi giovani e pochi nati. Così la Valle Brembana continua a perdere abitanti, ponendosi alla guida di quella decrescita a livello provinciale di cui abbiamo riferito domenica su «L'Eco».

Anche lo scorso anno l'andamento demografico dei 38 comuni della Valle ha fatto registrare il segno meno: al 31 dicembre 2012 la popolazione era di 43.181 unità (dati della Comunità montana Valle Brembana) contro i 43.302 dell'anno precedente.

Un trend sostanzialmente costante verso il basso, iniziato ormai da anni, visto che nel 1961 la popolazione della Valle Brembana era di 47 mila residenti, scesi nel 1991 al minimo di 43.255, risaliti ai 43.469 del 2001 e poi continuamente scesi fino ai 43.181 del 2012.

Negli ultimi anni, a differenza dell'andamento altalenante precedente, la perdita di abitanti sembra essere continua. A pesare sul trend negativo è sostanzialmente il bilancio naturale: i nati, rispetto ai decessi, sono molto meno. Così, lo scorso anno, si sono avute 335 nascite a fronte di 473 persone morte.

L'Eco di Bergamo - 6 maggio 2013 Cronaca

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 Smottamento in Val Brembana
Isolate località di Averara e S.Brigida


Da ieri mattina la strada di tre chilometri che collega Averara con la frazione di Valmoresca e con Caprile Basso di Santa Brigida è chiusa al traffico per la caduta di alcuni macigni.

L'allarme per lo smottamento verso le 10 quando i massi si sono staccati da un'altezza di una quarantina di metri sopra la strada comunale. Uno di questi, il più grosso – circa un metro cubo e mezzo – ha superato la carreggiata fermandosi in un piccolo piazzale a lato della strada. Altri sassi si sono invece fermati sul ciglio.

La frana si è verificata a circa un chilometro dal capoluogo, nella zona conosciuta come Madonnina, e qualche centinaio di metri a monte da dove, nel dicembre 2010, scese un'altra frana. Immediato l'allarme da parte di un operaio del Comune che passava. «Abbiamo avvertito la Regione – spiega il sindaco Mauro Egman – che è subito intervenuta con i suoi tecnici per un sopralluogo.

Dobbiamo ringraziarli per la disponibilità e la tempestività con cui sono intervenuti. Il pericolo maggiore è dato dai sassi ancora pericolanti sopra la strada che dovranno essere rimossi».

La strada di fatto è libera ma, per precauzione, il transito alle auto è stato vietato con ordinanza del sindaco e il passaggio vietato con la posa di alcune transenne. Da oggi sono previsti i lavori di messa in sicurezza.

L'Eco di Bergamo - 30 aprile 2013 Cronaca

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Mini tornata elettorale del 26-27 maggio.

Si vota anche a Serina




Queste le liste in corsa:



FUTURO & TRADIZIONE
CANDIDATO SINDACO
Andrea Tiraboschi
Consiglieri: Piero Berbenni, Saverio Carrara,
Daniele Dolci, Valeria Faggioli, Emanuele
Maurizio, Francesca Scanzi


LEGA NORD SERINA
CANDIDATO SINDACO
Giovanni Fattori
Consiglieri: Gianluigi Carrara, Angelo Cortinovis,
Martino Epis, Michel Moschetta
Massimiliano Regazzoni, Michele Villarboito.


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In Val Brembana avvistato l'orso


«Un "coso" enorme in zona Reggetto»

A un anno di distanza dalle ultime segnalazioni, l'orso è tornato a farsi vedere e a predare in Valle Brembana. La segnalazione arriva da Marco Locatelli, 24 anni, allevatore di Reggetto di Vedeseta. «L'ho visto questa mattina presto, verso le 5,30, mentre da casa stavo andando alla stalla a piedi»
.
«Sarà stato distanze una ventina di metri. Quando mi ha visto - racconta - è fuggito nel bosco. Era bello grosso, marrone. Impossibile confondersi, era un orso. Già mio nonno, peraltro, la sera prima mi aveva detto di aver notato un grosso animale nel bosco. C'era buio, pensava fosse un cane. Ma probabilmente era lo stesso orso che ho visto io stamattina».

Lo stesso orso, probabilmente, che qualche ora prima aveva sbranato anche una pecora a Lavina, frazione ancora di Vedeseta, distante, in linea d'aria, poche centinaia di metri dalla stalla della famiglia Locatelli.

A segnalarlo è Valbrembanaweb.com che sul sito annuncia il nuovo avvistamento dell'orso, nella mattinata di martedì 23 aprile. «Marco.... ha visto un “coso” enorme grande il doppio della sua Bea, splendido esemplare di Bovaro del Bernese, tra la strada e la stalla. Appena lo ha visto, e compreso che si trattava dell'orso, il plantigrado è fuggito rifugiandosi nel bosco sottostante».

L'Eco di Bergamo - 23 aprile 2013 Cronaca

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Brembilla, frana la provinciale
Bisogna passare dalla Val Imagna


Una frana di circa 2.000 metri cubi di roccia, terra e alberi, è caduta venerdì sera, verso le 19,15, sulla strada provinciale che collega Sedrina con Brembilla, in località Gogia. Il paese è raggiungibile attraverso i lunghi tragitti della Valle Imagna, della Valle Taleggio o da Sant'Antonio Abbandonato, salendo da Zogno.

La frana, che era ancora in movimento, sembra di grandi dimensioni. Il paese rivive così l'incubo di Camorone di dieci anni fa. Verso le 19,15 un camionista avrebbe trovato delle rocce in strada, staccatesi dalla montagna all'altezza del piazzale di deposito della ghiaia dell'Unicalce.

La cosa sarebbe quindi stata segnalata a chi di competenza in paese. Ma anche una signora, probabilmente negli stessi frangenti, ha chiamato il sindaco avvertendolo di aver visto una pianta scivolare a valle.

Allarmati dalle segnalazioni sul posto sono arrivati a stretto giro il geologo Augusto Azzali e il tecnico del Comune Giancarlo Rinaldi, il responsabile della protezione civile Nunzio Capelli e i vigili del fuoco. In quattro si sono arrampicati nel bosco per raggiungere l'altezza del fronte frana, individuandolo 50 metri sopra la strada.

L'Eco di Bergamo - 13 aprile 2013 Cronaca 

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Ciclabile, luci ok in Val Brembana
Ora si può tornare a pedalare




Da sabato 6 aprile tutte le gallerie della pista ciclabile della Valle Brembana sono tornate illuminate, aperte e, quindi, percorribili in sicurezza.

Si sono conclusi, infatti, i lavori finanziati dalla Comunità montana per la riparazione dei tunnel, chiusi ormai da un anno, tra San Giovanni Bianco e Camerata Cornello, e per la manutenzione degli impianti alle altre gallerie, per una spesa complessiva intorno ai 17 mila euro.

Arriva così a risoluzione una delle problematiche che hanno quasi sempre caratterizzato la ciclabile della Valle Brembana. Realizzata per buona parte dalla Provincia e inaugurata nell'autunno del 2007, già nella primavera del 2008 fu interessata da frane con alcuni massi che caddero nel tratto più critico dei 21 chilometri del tracciato, tra San Giovanni Bianco e Camerata Cornello.

Nel 2010, sempre sotto Cornello dei Tasso, il primo allarme dei ciclisti: la galleria più lunga di 300 metri è totalmente al buio. Vandalismi o impianto difettato, si prosegue per altri due anni, con luci che vanno e non vanno. E la Provincia che inizialmente provvede a ripararle poi lascia tutto com'è, in attesa che i Comuni - come da accordi iniziali - si decidano a prendere in gestione la pista ciclabile.

Nel frattempo i tunnel di Camerata restano al buio e succede pure che qualcuno si scontri, si faccia male e finisca all'ospedale. Si arriva all'inizio di quest'anno quando la Provincia, stanca di attendere una decisione delle amministrazioni comunali, cede la ciclabile ai singoli Comuni, ancora alla ricerca di una soluzione per la gestione.

L'Eco di Bergamo - 7 aprile 2013

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Valanga a Foppolo, ricerche

Ma rientra l'allarme dispersi
Sul Corno Stella. Elicottero del 118 torna alla base. Terminate le ricerche delle unità cinofile. L'allarme era partito da un maestro di sciALTA VALLE

È rientrato l'allarme per eventuali dispersi dopo la valanga di neve sul Corno Stella, in territorio di Foppolo, attorno alle 14 di oggi, martedì 2 aprile.

L'allarme era partito da un maestro di sci, che forse aveva visto qualcosa restare sotto la neve. Il sospetto dei soccorritori era che potesse trattarsi di una persona. Ma le ricerche con i cani e con l'elicottero non hanno dato alcun riscontro. L'allarme è rientrato attorno alle 17,30.

Corriere della Sera - 2 aprile 2013

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Foppolo, valanga sul Corno Stella


Forse un disperso, soccorsi in atto

Valanga poco dopo le 14 nei pressi di Foppolo, sul Corno Stella. Pare coinvolta una persona, per i primi soccorsi stanno intervenendo il Soccorso alpino, il 112 di Zogno e l'elisoccorso. Richieste anche le unità cinofile. Poco prima l'elisoccorso era a Santa Brigida.

L'Eco di Bergamo - 2 aprile 2013

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Costa Serina: addio padre Giuseppe
Stroncato da malore mentre confessa
Una vita dedicata al servizio verso il prossimo, aiutando e ascoltando le persone della sua comunità fino all'ultimo momento, quando è stato stroncato da un malore improvviso durante la confessione di un fedele nella chiesa parrocchiale di Costa Serina.

È scomparso così mercoledì sera 27 marzo padre Giuseppe Cortinovis, 63 anni, di Costa Serina, sacerdote dal dicembre 1977 e dal 1981 missionario monfortano in Malawi. Una persona amata e apprezzata dalla piccola comunità della Valle Brembana.

«È scomparso nel pieno esercizio del suo ministero sacerdotale, come il santo fondatore, San Luigi Maria Grignion da Montfort - dice padre Santino Epis -. Si trovava in Italia da pochi mesi per un servizio di animazione missionaria presso la Procura delle missioni monfortane, in questa Settimana santa si era messo a servizio della sua parrocchia natale, a Costa di Serina, sia per le celebrazioni del Triduo pasquale che per il ministero delle confessioni».

Proprio nella chiesa parrocchiale, mentre stava confessando, mercoledì sera verso le 21 è stato colto da un grave malore che non gli ha dato scampo. Padre Cortnovis si trovava ospite nella casa paterna dove vive ancora la madre di 92 anni.

La notizia è stata accolta con dolore e costernazione non solo nella comunità, pure tra i confratelli delle comunità monfortana di Bergamo e quelli delle comunità monfortane che vivono e lavorano in Malawi, nella diocesi di Mangochi.

L'Eco di Bergamo - 29 marzo 2013 Cronaca

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L'ex sindaco di Carona: "Pgt con case e cemento. Ma ha ancora senso?"


Il prossimo 8 aprile scadono i termini per le osservazioni al Piano di governo del territorio che ha redatto il Comune di Carona. L’ex sindaco Tarcisio Migliorini evidenzia le criticità, in particolare a tutela del suolo.

Un paese rappresenta, anche urbanisticamente, la sintesi di chi ci ha preceduto. Forse anche per questo Tarcisio Migliorini, già sindaco di Carona dal 2004 al 2009, sa che il futuro di questo piccolo centro in alta valle Brembana che conta 350 abitanti passa dal nuovo Piano di governo del territorio. Uno strumento urbanistico che il 23 dicembre 2012 il Consiglio Comunale ha adottato
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“La centralità del Piano si sviluppa su nuova edificabilità per migliaia di metri cubi per seconde case che non rilanceranno né l’edilizia, né l’economia vallare – afferma Migliorini –. Il nuovo Pgt punta a cementificazione gran parte degli spazi verdi a monte del paese costruendo nuove abitazioni. Mi chiedo: per chi? Ormai è un dato di fatto dei 1.200 appartamenti edificati negli ultimi anni, poco più del 30% vengono utilizzati qualche settimana in agosto e a capodanno, poi rimangono chiusi per gli altri mesi”.

Le nuove abitazioni andrebbero ad sottrarre aree verdi preziose per il tessuto montano del paese.
“È inutile continuare a costruire – rimarca l’ex primo cittadino – se si vuol valorizzare Carona investiamo e recuperiamo le vecchie abitazioni del centro storico dove pian piano chiudono i pochi negozi rimasti, negozi che potrebbero ritornare ad essere importanti punti di socializzazione e di ritrovo”.

Migliorini rammenta che la politica delle seconde case ha già dato esiti negativi e evidenzia come il nuovo Pgt andrà ad incidere anche sulle casse di chi in realtà vive a Carona.
“I costi per la strada delle nuove aree da urbanizzare sono quantificabili in circa 970mila euro che, con il conseguente aggravio dei costi di manutenzione, saranno a carico dei cittadini di Carona – aggiunge l’ex primo cittadino – e per far questo si dovranno aumentare le tariffe dell’IMU e della raccolta dei rifiuti”.

Senza dimenticare i possibili rischi di dissesto idrogeologico conseguenti ai lavori previsti.
L’appello di Migliorini va al sindaco Giovanni Alberto Bianchi e ai Consiglieri Comunali perché sulle base delle osservazioni presentate dai cittadini si modifichi il Pgt adottato : “capire che la Carona di domani si progetta oggi coinvolgendo e ascoltando i cattadini”
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Bergamonews - 26 marzo 2013

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Il povero Brembo ammalato
Fogne e rifiuti fino a Clanezzo



Fogne, puzze e acque sporche. Ma anche un eccessivo prelievo d'acqua.

Lo stato di salute del Brembo in Valle Brembana, da Clanezzo fino a Mezzoldo, Foppolo e Valtorta, non è certo dei migliori. Forse meglio di qualche anno fa, ma molto resta ancora da fare per vederlo tornare con «chiare e fresche dolci acque».

A dirlo è Alessandro Gherardi, conosciuto come Geko, di Brembo kayak, l'associazione di canoisti brembani che, probabilmente, meglio di qualsiasi altro, conosce lo stato del fiume. Perché il loro punto di vista è assolutamente privilegiato.

Forre e gole che agli automobilisti sono nascoste per i pagaisti sono pane quotidiano, almeno da marzo a dicembre. Così, a loro, difficilmente sfuggono fogne in alveo, rifiuti o gomme d'auto che cadono nel Brembo da una stazione ecologica, acque grigie o di altri colori e puzze da cui cercano di tenersi lontano.

E Gherardi, anima di «Brembo kayak», sono 13 anni che percorre ogni valletta portando amici da tutta Italia. Per questo è ormai divenuto interlocutore privilegiato quando si vuole conoscere come sta il fiume.

«Rispetto ad alcuni anni fa qualche miglioramento c'è' stato – dice Geko –. Un tempo era usuale trovare sacchetti di immondizia nel fiume. Ora almeno questa brutta abitudine sembra non esserci più».

L'Eco di Bergamo - 25 marzo 2013 Cronaca

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Foppolo, scende una valanga
Soccorritori in azione


Una valanga si è staccata in una zona impervia sulle montagne di Foppolo. L'episodio è avvenuto pochi minuti prima delle 16 sulla pista che collega Foppolo a Carona.

I soccorritori sono in azione e la sala operativa del 118 ha fatto alzare in volo l'elicottero per raggiungere la zona e verificare eventuali escursionisti coinvolti dalla valanga. Sul posto anche le squadre del Soccorso Alpino che stanno operando con le sonde. Ancora non si capisce se ci sono sciatori coinvolti.

Proprio nella giornata di lunedì 18 marzo, era stato lanciato l'allarme valanga per la giornata di martedì 19. L'ultimo colpo di coda dell'inverno ha lasciato infatti fino a un metro di neve fresca sulle Orobie. Il maltempo stava però per terminare e - secondo gli esperti meteo - martedì con il ritorno del sole e un significativo aumento delle temperature ci sarebbero potuti essere dei problemi.

Tra l'altro proprio la BremboSki, che gestisce le strutture di risalita di Foppolo e Carona, nella giornata aveva chiuso alcuni impianti per il pericolo di valanghe e anche la zona dove è caduta questa valanga era già chiusa al momento del distaccamento della neve.

Martedì 19 marzo il rischio valanghe era stato dato a livello 4, ovvero forte. Nei giorni scorsi il vento ha creato degli accumuli, sui quali si è stratificata anche la neve fresca. Distacchi e slavine sono in agguato. Occorre dunque adottare tutte le misure di sicurezza e consultare i bollettini meteo e di rischio valanghe. In primavera poi è importante anticipare i tempi dell'escursione. Nello zaino non devono mancare Arva, pala e sonda e soprattutto prudenza e buon senso.

Il livello 4-forte (nella scala di superiore c'è soltanto il livello 5-molto forte) vuol dire che il distacco è probabile già con un debole sovraccarico su molti pendii ripidi. In alcune situazioni sono da aspettarsi molte valanghe spontanee di media grandezza e, talvolta, anche grandi valanghe. Le possibilità per gite sciistiche sono fortemente limitate ed è richiesta una grande capacità di valutazione locale.

L'Eco di Bergamo - 19 marzo 2013 Cronaca

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Bus di studenti finisce in una scarpata Tredici feriti

Foto di Bergamonews

Martedì mattina alle 6.40 in Valle Imagna un bus con una quarantina di studenti a bordo è finito in una scarpata tra Capizzone e Strozza a causa del ghiaccio. L'autobus si è adagiato su un fianco: tredici i feriti. Nell'impatto l'autista ha riportato la frattura ad un braccio.

Martedì mattina intorno alle 6.40 in Valle Imagna un bus della Sab con a bordo una quarantina di studenti delle superiori è finito in una scarpata nel tratto di strada che collega Capizzone a Strozza. L'autobus è finito fuori strada, per cause ancora da verificare - forse per il ghiaccio - e si è ribaltato su un fianco in un pendio accanto alla strada. Pare che abbia prima urtato contro un muro, poi rimbalzato e infine abbia abbattuto il guard rail nella parte opposta della careggiata finendo nella scarpata.

LA PAURA DEI RAGAZZI E I SOCCORSI
Momenti di paura e terrore tra i ragazzi. Immediato l'allarme di alcuni automobilisti che hanno assistito alla scena e dei ragazzi che erano sull'autobus. Secondo le prime informazioni rilasciate dal pronto soccorso dell'ospedale Papa Giovanni XXIII i ragazzi ricoverati sarebbero tredici, tutti fortunatamente con ferite lievi. Solamente uno dei ragazzi riporterebbe lesioni più gravi, mentre l'autista ha riportato la frattura ad un braccio.
Sul posto sono intervenuti: l'elicottero del 118, i vigili del fuoco, la Croce Rossa e gli agenti della polizia locale.

IL SINDACO DI STROZZA RUGGERO PERSICO
Il sindaco di Strozza, Ruggero Persico, ha prestato i primi soccorsi. "Erano le 6.40 quando ho sentito le sirene, sono andato subito a vedere - racconta il primo cittadino di Strozza -. Fortunatamente i ragazzi contusi erano poco più di una decina, mentre l'autista ha riportato la frattura ad un braccio. Tutti gli studenti sono stati bravissimi, hanno mantenuto la calma, anche se l'elogio va ai soccorsi che sono stati tempestivi e molto preparati. E' arrivato l'elicottero con un medico che ha soccorso i primi feriti e poi sono arrivate le ambulanze, i vigili del fuoco e le forze dell'ordine: devo ringraziare tutti per il loro intervento".

LA DINAMICA DELL'INCIDENTE
Secondo una prima ricostruzione pare che l'autobus della Sab sia scivolato su una lastra di ghiaccio dopo aver imboccato una curva sulla trada che da Capizzone porta a Strozza finendo contro un muro. Un urto che avrebbe fatto da molla: il pezzo ha perso il controllo ed è finito contro il guard rail nella parte opposta della careggiata finendo nella scarpata.

IL TRAFFICO IN VALLE IMAGNA
L'incidente alle prime luci dell'alba di martedì 19 marzo avrebbe causato pesanti rallentamenti lungo tutta la provinciale della Valle Imagna. La strada tra Capizzone e Strozza è stata riaperta al traffico solamente verso le 9.20.

Bergamonews - 19 marzo 2013

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Serina piange il suo Omar
«Non potevi non volergli bene»


«Oggi Serina è avvolta da un velo di tristezza: era speciale e non potevi non volergli bene». C'è il lutto di un'intera comunità nelle parole del sindaco Michele Villarboito per commentare l'improvvisa scomparsa, a soli 24 anni, di Omar Carrara, residente in paese e impegnato come collaboratore presso gli uffici comunali.

Sin dalla nascita Omar era stato costretto a convivere con una malattia congenita, che lo obbligava ad utilizzare una carrozzina per potersi muovere liberamente. Un handicap che non aveva scalfito, ma anzi rafforzato, la sua voglia di vivere e l'impegno per confividere le attività di una comunità che tanto lo amava.

«Omar – racconta il primo cittadino – dava una mano in municipio dimostrando una non comune buona volontà. Il suo impegno era apprezzato anche presso la Cooperativa Contatto di Valpiana, guidata dal presidente Giovanni Faggioli».

Abituato a convivere con la propria disabilità, sino a venerdì Omar non aveva mostrato particolari sintomi di malessere. Aveva normalmente pranzato avvertendo soltanto verso sera forti dolori al ventre. Accompagnato al pronto soccorso dell'ospedale di San Giovanni Bianco, i medici accertavano da subito la gravità della situazione e la necessità di un intervento urgente in un centro specializzato.

Trasferito a Cremona, Omar è stato immediatamente trasferito nella sala operatoria allestita nel frattempo. Il prodigarsi dei medici, anche con un intervento chirurgico, è stato vano e sabato sera il suo cuore ha cessato di battere.

L'Eco di Bergamo - 11 marzo 2013 Cronaca

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Si perde durante una ciaspolata
46enne ritrovata domenica mattina

La 46enne ritrovata dopo essere scesa dall'elicottero dei soccorsi (Foto by RedazioneWEB)Si perde durante una ciaspolata In val Taleggio si cerca 46enne
Ha trascorso la notte all'addiaccio ma sta bene la donna di 45 anni di Boltiere, K.P. le iniziali, originaria della Svizzera Francese, che sabato pomeriggio si era smarrita mentre tornava da un'escursione in visita alla Madonnina del Baciamorti, nella zona del Rifugio Gherardi, in Val Taleggio.
Le condizioni meteorologiche sfavorevoli e il sopraggiungere del buio le avevano fatto perdere l'orientamento. Con il telefonino era però riuscita ad avvertire i familiari e a dare alcune indicazioni sul luogo in cui si trovata, ma i contatti non erano costanti a causa di una copertura del segnale intermittente.
Nel tardo pomeriggio di sabato 9 marzo sono partite le ricerche: impegnati i vigili del fuoco e i tecnici del Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico), ricerche proseguite anche di notte. Domenica mattina la buona notizia: alle 7 è partito l'elicottero che ha perlustrato la zona in cui si presumeva potesse trovarsi la donna la quale, nel frattempo, era riuscita a mettersi di nuovo in contatto tramite un sms, confermando che stava bene. Ha trascorso la notte all'aperto, sotto un riparo roccioso, con una temperatura sotto lo zero.

Il ritrovamento è avvenuto alle 8.38, nella Valle di Ancogno. All'operazione, di sabato e domenica mattina, hanno partecipato oltre quaranta tecnici Cnsas delle Stazioni di Val Brembana, Valle Imagna, Oltre Il Colle, Media Val Seriana per la VI Delegazione Orobica, e della Stazione di Valsassina per la XIX Lariana.

L'Eco di Bergamo - 10 marzo 2013 Cronaca


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Si perde durante una ciaspolata


In val Taleggio si cerca 46enne
  
Sono cominciate nel tardo pomeriggio di sabato 9 marzo e proseguite per tutta la notte le ricerche di una donna di 46 anni dispersa in montagna. La donna, impegnata in un'escursione con le ciaspole, ha chiamato il numero di emergenza dopo aver perso l'orientamento e agli operatori ha spiegato di trovarsi nella zona tra il rifugio Gherardi e il passo Passo Baciamorti, in Val Taleggio.

La centrale, ricevuta la chiamata di soccorso, ha inviato sul posto il Saf (Soccorso speleo alpino fluviale) dei vigili del fuoco, intervenuto con tre squadre da Zogno, Bergamo e Milano e una postazione Ucl (Unità di comando locale), che è stata allestita in prossimità del rifugio Gherardi.
Sul posto sono stati fatti poi convergere anche gli equipaggi del Soccorso alpino della VI Delegazione orobica, intervenuti per le ricerche della donna con una ventina di volontari di tre squadre: Valle Brembana, Valle Imagna e Oltre il Colle.

Inizialmente la situazione pareva abbastanza positiva: sembra infatti che la donna, in contatto con i soccorsi tramite cellulare, fosse prossima ad essere individuata. Per aiutare nelle ricerche si era inoltre alzato in volo l'elicottero, «Drago», in dotazione ai vigili del fuoco. Nonostante le forze messe in campo da vigili del fuoco e Soccorso alpino per la battuta di ricerca, alle 23 di ieri l'escursionista ancora non era stata ancora raggiunta.

Unico canale di contatto con la donna è stato il telefono cellulare, l'utilizzo del quale è stato limitato all'invio di messaggi di testo per evitare che la batteria dell'apparecchio si scaricasse.

L'Eco di Bergamo - 10 marzo 2013 Cronaca

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Val Brembana, torna la ciclabile

Riapriranno i tunnel ora chiusi
  
Entro Pasqua la pista ciclabile della Valle Brembana dovrebbe tornare completamente transitabile: i tunnel chiusi, perché con illuminazione rotta, tra San Giovanni Bianco e Camerata Cornello, riapriranno grazie all'intervento della Comunità montana, mentre le singole amministrazioni comunali provvederanno alla pulizia e all'ordinaria manutenzione dei propri tratti di competenza.
Questo almeno per la primavera e l'estate ormai prossime. Poi la gestione dei 21 chilometri di percorso da Zogno a Piazza Brembana (il tracciato passa anche da San Pellegrino, San Giovanni Bianco, Camerata e Lenna) dovrebbe passare ad alcune cooperative.

Inoltre la Provincia ha accettato di prendersi in carico il pagamento dell'affitto demaniale (buona parte del tracciato passa sull'ex ferrovia) e delle spese Enel di tutto il percorso.

La ciclabile brembana, dunque, esce finalmente dal tunnel, dopo un anno di chiusura nel tratto di Camerata Cornello, e dopo che per cinque anni la Provincia l'aveva gestita passandola, dal gennaio scorso, ai Comuni. Ma proprio Camerata Cornello e San Giovanni Bianco non avevano i fondi per sistemare il tratto più disastrato. Così le gallerie sono rimaste chiuse fino ad ora.

L'Eco di Bergamo - 9 marzo 2013 Cronaca

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Sedrina, giunti da sostituire. Da martedì code sul viadotto


Prepariamoci a qualche incolonnamento e ai rallentamenti sulla strada in prossimità del viadotto di Sedrina.

L'ufficio viabilità della Provincia ha ordinato la sostituzione urgente di numerosi giunti di dilatazione e di alcuni tombini per la raccolta delle acque piovane.
Un lavoro non breve e di una certa importanza: i giunti di dilatazione permettono infatti alla struttura di assecondare le dilatazioni e contrazioni del viadotto in base al variare delle temperature da inverno a estate.

Un lavoro di precisione che richiede la chiusura di una corsia di circolazione per entrambi i sensi di marcia mentre si eseguono le opere. I lavori saranno svolti su tutto il viadotto, in particolare dal chilometro 13,500 al 15,300, da martedì sino a giovedì 28 marzo.

Si tratta di 17 giorni per estrarre i giunti di dilatazione, quindi il posizionamento dei nuovi strumenti e il loro livellamento all'asse stradale. «L'intervento è svolto prima dell'arrivo della stagione estiva – spiegano dalla Provincia – dove le temperature miti provocano una dilatazione consistente della struttura. I giunti sono indispensabili per permettere ai veicoli viaggiare senza intoppi, in totale sicurezza».

L'Eco di Bergamo - 9 marzo 2013 Cronaca 

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Un cippo in ricordo di due partigiani di Endenna di Zogno

Sabato 9 marzo al Parco Partigiani di Endenna di Zogno un cippo per ricordare i due partigiani morti nello scontro di Rosolo


Chiesa e Ferrari, partigiani di Endenna Versione stampabileSend by emailDopo quasi un anno di progetti, raccolta firme, trattative e collaborazioni, il Comitato Parco Partigiani di Endenna di Zogno, in collaborazione con l'ANPI di Valle Brembana e con il patrocinio del Comune di Zogno, inaugura sabato 9 marzo alle 15 il Cippo commemorativo dedicato ai Partigiani endennesi Barnaba Chiesa e Antonio Ferrari trucidati a Rosolo, in Val Serina, all’alba del 25 novembre 1944 mentre scendevano verso Bergamo per un servizio.

Il mezzo su cui viaggiavano incrociò la colonna del famigerato reparto fascista comandato da Aldo Resmini che risaliva la valle verso Cornalba con lo scopo di sorprendere la brigata partigiana XXIV Maggio.

Il programma di questa giornata, dedicata alla memoria di questi giovani partigiani a quasi 60 anni dalla morte, vuole anche essere un esercizio di memoria e un auspicio alla pace ed alla libertà.
All’inaugurazione saranno presenti tutti i volontari che hanno reso possibile questo evento.
Dopo l’intervento delle autorità, la giornata continua con canti e musiche resistenziali dei musicanti folk Terre Miste e un rinfresco offerto dai volontari del paese.

Saranno presenti parenti delle vittime, rappresentanti dell'ANPI provinciale e locale, Amministratori comunali di Zogno .

Bergamonews - 8 marzo 2013

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Variante di Zogno, assalto al quarto varco


Ma l'apertura rischia il rinvio. L'assessore Capetti: «L'obiettivo rimane il 2014». La cappella della Madonna del Lavello che la Soprintendenza vuole salvare ha imposto la costruzione di due bretelle

A vederla dalla Statale, la cara e vecchia ex Statale 470 che in settimana fa il pieno di pendolari e nel weekend di villeggianti, la nuova variante di Zogno sembra quasi fatta. La strada è spianata e nelle due gallerie, la Inzogno che si trova all'inizio del paese e sarà lunga 650 metri e la Monte di Zogno, di 2 chilometri e 200 metri, più spostata verso Ambria, si scava senza sosta.

A colpi di dinamite, oggi sarà abbattuto anche il quarto varco, quello verso San Pellegrino, l'ultimo che finora restava inaccessibile. In questo modo, si lavorerà su tutti e quattro i fronti ed entro l'estate si prevede di raggiungere il primo importante traguardo: vedere la luce alla fine del tunnel. Di tutti e due. Ma poi si potrà viaggiare dal 2014, la data dei comunicati ufficiali? Al di là dei possibili imprevisti, un'incognita c'è ed è rappresentata da una variante alla variante, cioè una modifica al progetto originario, apportata circa sei mesi fa, che riguarda il raccordo tra il nuovo collegamento e la ex Statale appena prima di San Pellegrino.

Già, in quel tratto ci si era messa di mezzo la Madonna del Lavello. Tutti: sindaco, cittadini, persino il parroco, avrebbero volentieri sacrificare la vecchia cappella in nome del progresso (più che altro per trovarle una sistemazione più dignitosa), ma la Soprintendenza si è impuntata e ha fatto cambiare il tragitto. Ora, si tratta di capire quando sarà possibile partire con la realizzazione del raccordo, indispensabile per dare il via libera all'opera. Non è un intervento da poco. Si tratta, in sostanza, di costruire due bretelle: una si ricongiungerà alla ex Statale verso San Pellegrino, l'altra porterà in Val Serina.

Per farlo, sarà prima necessario creare una rotatoria nel tratto più a Nord della nuova strada e una deviazione provvisoria che liberi dal traffico la ex Statale. Dalla Provincia arrivano solo rassicurazioni. «La variante al progetto è già stata approvata dalla Conferenza dei servizi - dichiara il dirigente del settore Viabilità Renato Stilliti - e a breve dovrebbero iniziare i lavori di adeguamento.

Siamo pienamente nei tempi». Il vice presidente e assessore provinciale alla Viabilità Giuliano Capetti conferma: «L'obiettivo resta il 2014». Sia come sia, per ora siamo a quota un chilometro di galleria scavata (300 metri per la più breve, quasi 700 per quella di due chilometri), mentre alla luce del sole si procede alla messa in sicurezza. Incollati alla montagna, ieri mattina, i rocciatori ingabbiavano le pareti della futura strada.

Maddalena Berbenni
Il Corriere della Sera - 6 marzo 2013 | 9:44

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Ciclabile Valle Brembana. A.Ri.Bi scrive agli Enti per denunciare il degrado


Lettera aperta dell’A.Ri.Bi agli amministratori pubblici bergamaschi per denunciare lo stato di abbandono della Ciclovia della Valle Brembana realizzata solo sei anni fa sulla sede della ex Ferrovia della Valle Brembana.

Ecco il testo della lettera che A.Ri.Bi (Associazione per il rilancio della bicicletta) scrive agli amministratori pubblici.

La nostra associazione è notoriamente impegnata prioritariamente nel territorio di Bergamo e provincia ed ha lo scopo di promuovere l’uso della bicicletta come strumento di svago e di mobilità alternativa urbana ed extraurbana, quale mezzo per la salvaguardia ed il miglioramento della qualità della vita e dell’ambiente e di svolgere attività ed interventi a ciò finalizzati ed elaborare studi, ricerche, piani di fattibilità e progetti per realizzarne le finalità.

Da tempo ci viene riferito, con moltissime segnalazioni accorate, di soci e simpatizzanti, il preoccupante stato di abbandono nel quale versa la Ciclovia della valle Brembana, meritoriamente realizzata poco più di sei anni fa su buona parte della sede già della ferrovia (FVB), purtroppo dimessa sin dal 1967.

Avevamo molto fortemente incoraggiato la realizzazione di quel recupero e poi plaudito convinti alla sua inaugurazione, celebrata nel 2007; purtroppo in epoca di crisi, spending-review e declino la nostra Istituzione provinciale, ha recentemente dimesso la proprietà dei sedìmi della ciclovia, trasferendoli ai comuni nei cui territori si snoda quell’incantevole percorso; ma - tipica piaga nazionale - si rischia ora l’inglorioso abbandono dell’opera, soprattutto per mancanza dell’illuminazione di alcune gallerie, non più curata dopo quel passaggio di consegne.

Abbiamo preso atto dell’accorato appello diffuso dall’amico Felini, che condividiamo in pieno, con una precisazione: per le nostre uscite sociali in bicicletta è naturalmente prescritta, a garanzia della sicurezza, la tassativa osservanza delle regole e della segnaletica stradali; le notizie e le immagini diffuse dai media evidenziano la non più provvisoria” chiusura dei tratti in galleria, con deviazione sulla strada di fondovalle (assolutamente sconsigliabile e pericolosa per i nostri gruppi).

Non intendiamo contravvenire alle regole, né accondiscenderle con rischio persino più grave per l’incolumità dei nostri ciclisti, quindi dobbiamo seriamente considerare l’eventualità di annullare la nostra gita in Valle Brembana del 1° settembre 2013 e di sconsigliare le associazioni consorelle, alle quali si riferiva la lettera di Felini, di correre rischi inutili, normativi, d’incolumità fisica o d’entrambe le nature.

Il 3 marzo si è celebrata la VI Giornata delle Ferrovie Dimenticate e non vorremmo per nulla dover accettare che, contrariamente a quanto ancora risulta da pagine di www.ferrovieabbandonate.it , la Ciclovia Zogno/Piazza Brembana, ex FVB, sia destinata a tornare presto nell’oblio e nel molto probabile rapido degrado, tipico effetto del suo abbandono e si vedrebbero così sperperati l’iniziale considerevole investimento, l’utilità non solo ludica e di interesse turistico per la godibilità di quella ciclovia, che nel verde e lontana dal traffico offre scorci inconsueti della nostra valle.

Poiché l’A.Ri.Bi. preferisce fare più che solo protestare, non desideriamo solo caldeggiare e sollecitare, nell’immediato, il rapido ripristino degli impianti inefficienti e l’integrale riapertura del percorso: crediamo pure di poter suggerire la costituizione di un opportuno consorzio di gestione comprendente non solo tutti i comuni attraversati dall’infrastruttra (e quelli che si potrebbero aggiungere, qualora se ne completasse il recupero fino al capoluogo: Sedrina, Villa d’Almè, Almè, Paladina, Sorisole, Ponteranica e Bergamo), ma anche le amministrazioni sovracomunali interessate: Regione Lombardia, Provincia di Bergamo e Comunità Montana, non certo estranee anche in ragione dell’interesse turistico connesso con l’imminente Expo 2015, per la cui partecipazione da parte del Territorio di Bergamo il ripristino ed il mantenimento in efficienza di quelle recenti opere potrebbe rivelarsi molto più che opportuno ed anzi urgentissimo.

Confidiamo che una ragionevole e fattibilissima proposta trovi ascolto prima che la collettività debba stigmatizzare con la protesta il disinteresse, l’abbandono e lo sperpero di un’importantissima risorsa, solo da poco recuperata. http://www.ferrovieabbandonate.it http://www.ferroviedimenticate.it

Bergamonews - 4 marzo 2013

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“Le origini del territorio” dell’Alta Valle Brembana Se ne parla a S. Pellegrino


Primo incontro del ciclo "Alla scoperta del Territorio dell'Alta Valle Brembana": giovedì 28 febbraio alle 20.30 alla Villa Funicolare di San Pellegrino, sede del Centro Storico Culturale Valle Brembana, si parlerà de "Le origini del territorio".

Giovedì 28 febbraio alle 20.30 nella sede del Centro Storico Culturale Valle Brembana, all’interno di Villa Funicolare a San Pellegrino, si terrà la prima delle cinque conferenze del ciclo “Alla Scoperta del Territorio dell’Alta Valle Brembana”: per la partecipazione, gratuita, all’incontro dal titolo “Le origini del territorio”, è richiesta la prenotazione.

Nella prima serata, impostata come un incontro amichevole, verrà illustrato il territorio dell’Alta Valle Brembana e i suoi aspetti geologici: le sue origini, i suoi primi abitanti, evidenziando la loro provenienza e perché hanno scelto di fermarsi su questo territorio, creando comunità numerose e radicate (anni 1596/1951).

Si parlerà di incisioni rupestri e di coppelle, i primi segni lasciati dall’uomo ed incisi sulle rocce delle nostre montagne, del loro significato o dove sono collocate. Seguiranno poi i primi scritti e le prime mappe “Kablei” e l’evoluzione delle stesse sino al catasto attuale.

Le spiegazioni, che non vogliono essere cattedratiche, saranno accompagnate dalla proiezione di diapositive, allo scopo di illustrare i vari argomenti. Saranno ovviamente ben graditi il dialogo e gli interventi dei partecipanti.

Bergamonews - 23 febbraio 2013


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Valle Imagna in bici
Itinerario sulla neve promosso a pieni voti


Da Roncola a Valcava passando per Costa Imagna, 32 chilometri tra andata e ritorno sulla bicicletta. Un percorso invernale promosso a pieni voti dagli appassionati della due ruote del sito Bellitalia in bici. 

Da Roncola a Valcava, un itinerario che conosco molto bene gli appassionati dalla due ruote che percorrono l’alta Valle Imagna. Un report del sito internet “Bellitalia in bici” dimostra come questo percorso sia praticabile anche in inverno, basta essere bene equipaggiati con ruote chiodate e cambi di abbigliamento sportivo e soprattutto allenati.

Un tragitto di 32 chilometri, tra andata e ritorno.
Si parte dalla Roncola a quota 840 metri, dove i ciclisti montano i copertoni chiodati adatti alla neve e al ghiaccio. Bisogna ricordare che il tratto tra Roncola a Forcella Alta e quindi al Passo Valcava per gran parte è sempre in ombra. Dopo la Roncola si sale a Costa Imagna, a mille metri d’altitudine e poi si prosegue fino alla cima del Pertus, in località Forcella Alta. D

a lì si scende di nuovo fino al bivio che porta a Passo Valcava, a 1340 metri di altezza, e la frazione Valcava dove è possibile ammirare un panorama mozzafiato sulle montagne del triangolo Lariano oltre ai cinque laghi della Brianza.

Da qui si risale al Passo Valcava e si torna a Roncola. Un itinerario promosso a pieni voti per la sua pendenza, che oscilla tra il 2 e il 9%, per i punti di ristoro e soprattutto per il panorama. Il giudizio finale di Bellitalia in bici è da dieci e lode.

Bergamonews - 14 febbraio 2013

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Scoperta in Val Taleggio nuova specie di coleotteri:l'Athous pantinivallei


Scoperta in Val Taleggio una nuova specie di coleotteri: il lavoro dei ricercatori del Museo di Scienze Naturali di Bergamo ancora una volta sottolinea quanto il nostro territorio sia abitato da forme di vita esclusive.

Nello scorso mese di dicembre il Bollettino della Società Entomologica Aragonese ha pubblicato un articolo scientifico in cui si riporta la descrizione di una nuova specie di coleottero, rinvenuta in provincia di Bergamo, più precisamente nella Val Taleggio, senz’altro più conosciuta per i suoi formaggi che non per i coleotteri.

Più nel dettaglio, si tratta di un coleottero Elateride rinvenuto nell’aprile del 1994 in occasione di ricerche condotte dal Museo di Scienze Naturali di Bergamo, relative all’entomofauna propria del territorio provinciale. Gli Elateridi sono molto noti agli agricoltori in quanto alcune specie, poche in verità, considerando che in Italia ne sono note oltre 230, presentano larve che vivono nel terreno ed arrecano danni alle coltivazioni; dalla forma allungata ed il colore ferrugineo, prendono il nome volgare di “ferretti”.

La nuova specie scoperta è stata nominata Athous pantinivallei dall’entomologo Giuseppe Platia che ha voluto dedicarla a Paolo Pantini e Marco Valle, i due ricercatori del museo che hanno raccolto l’unico esemplare noto di questa specie. Il riconoscimento della specie non è certo cosa facile: le dimensioni sono inferiori al centimetro, la colorazione è marrone rossiccia piuttosto uniforme, come tutte le specie appartenenti a questa famiglia presenta il corpo allungato e appiattito, la preparazione degli organi interni è essenziale per il riconoscimento della specie.

Le Prealpi centrali ed in particolare le Orobie rappresentano un’area di particolare interesse per quanto riguarda la ricchezza di specie e la presenza di specie rare o a distribuzione ristretta, tale settore orografico costituisce un “hot spot” della biodiversità. Alla stato attuale un censimento condotto dal Museo di Bergamo ha rilevato oltre un centinaio di forme di vita esclusive di questo territorio, si tratta in particolare di coleotteri ed aracnidi.

Bergamonews - 13 febbraio 2013

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Il 16 e 17 febbraio sbarca a Foppolo lo Ski & Test Drive 2013



Ski & Test Drive 2013 darà a tutti la possibilità di testare gli sci da competizione dei 6 più importanti produttori mondiali. In esposizione anche i modelli dalla gamma Mercedes 4MATIC.

Come di consuetudine anche quest’anno Foppolo si conferma quale meta prescelta per un evento d’eccezione, dedicato a tutti gli amanti dello sport invernale per eccellenza. Nel fine settimana del 16 e 17 febbraio il paese dell’Alta Val Brembana si trasformerà infatti in un vero e proprio villaggio dello sci, dove amanti ed appassionati delle discipline sciistiche potranno testare gratuitamente alcuni modelli di sci da competizione dei più importanti e noti brand mondiali.

Un week-end all’insegna dell’adrenalina e del divertimento quello in programma a Foppolo, nel corso del quale si potranno ammirare anche alcuni modelli della gamma Mercedes 4 MATIC, in esposizione per gli amanti delle velocità e della tecnologia su quattro ruote. A fare da contorno alla speciale due giorni tanta musica, esilaranti spettacoli ed animazione sfrenata per grandi e piccini. Il tutto grazie a Cisalfa e alla concessionaria Mercedes-Benz Lodauto.

A partire da sabato 16 e fino a domenica 17 febbraio, presentandosi ai vari stand allestiti per l’occasione nel piazzale antistante la partenza della seggiovia di Foppolo e compilando un semplice modulo, sarà possibile provare gratuitamente alcuni modelli di sci delle migliori marche, ultime novità di questa stagione sciistica. Tra questi Atomic, Elan, Head, K2, Nordica e Salomon.

Gli appassionati degli sport invernali avranno così l’esclusiva possibilità di sperimentare le novità tecniche dei migliori marchi mondiali. Tra di esse gli sci di alta gamma, che riprendono le stesse tecnologie e contenuti di quelli da competizione. Un sogno per i tutti gli appassionati, che potranno così scegliere il loro “style” preferito (carving, freestyle, rocker, fuori pista, da fondo) e cimentarsi sulle piste innevate del paese dell’Alta Val Brembana.

A completare il vero e proprio villaggio dello Ski&Test Drive Foppolo 2013 ci saranno tante altre novità imperdibili, a cominciare dalle tre autovetture della concessionaria Mercedes-Benz Lodauto in esposizione, tutte della gamma 4 MATIC: la nuova CLS Shooting Brake, il mitico suv Classe ML e il fuoristrada Classe GLK. Ad allietare la speciale due giorni non mancheranno, infine, la musica e l’animazione grazie ad un imperdibile dj set che movimenterà il weekend di sciatori e amanti della montagna.

Bergamonews - 12 febbraio 2013

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Un Arlecchino alto cinque metri all'imbocco della Valle Brembana


Che sia la volta buona? La Valle Brembana, forse già entro la fine di quest'anno, avrà la sua statua di Arlecchino. San Giovanni Bianco, terra considerata per tradizione patria della maschera multicolore, che fece poi fortuna a Venezia e nel mondo, da qualche anno s'era messo in testa di celebrare l'Arlechì con un monumento. Operazione mai andata in porto, però, fondamentalmente per la povertà delle casse comunali.

A metterci un «pezza» saranno probabilmente alcuni imprenditori della valle, gli stessi che stanno sostenendo la produzione del film su Arlecchino, con regia e protagonista l'attore bergamasco Giorgio Pasotti. La produzione («Officina della comunicazione» di Bergamo, affiancata da Rai, enti pubblici e imprenditori), dal prossimo aprile inizierà a individuare con precisione location e tempi delle riprese, previste poi dal 10 settembre al 20 ottobre, a Oneta di San Giovanni Bianco (dove si trova l'edificio conosciuto come «Casa di Arlecchino»), Cornello dei Tasso, San Pellegrino, Alzano, Bergamo e Venezia.

L'obiettivo è anche quello di fare del film una vetrina internazionale per la valle. Da qui il progetto di alcuni sponsor di realizzare una statua che caratterizzi ancora di più la Valle Brembana come «Terra di Arlecchino».

«La statua, compresa di piedistallo, sarà alta circa cinque metri – spiega Marino Sonzogni, imprenditore di Zogno nel campo dei marmi e delle pietre antiche – e vorrà essere il biglietto da visita per la valle, un marchio da utilizzare il più possibile per la promozione e la valorizzazione della nostra terra». La statua dovrebbe essere posizionata sulla nuova rotonda di Villa d'Almè, all'intersezione tra l'ex statale Villa d'Almè-Dalmine e la Villa d'Almè-Bergamo, quindi all'ingresso della Val Brembana.

L'Eco di Bergamo - 11 febbraio 2013 Cronaca



Ciclabile, si gioca a scaricabarile
E intanto i tunnel restano chiusi


Gallerie chiuse, deviazioni, frane, mancata manutenzione, Comuni che non accettano il passaggio di proprietà e altri che non vogliono sistemare il proprio tratto. La pista ciclabile della Valle Brembana è ormai sempre più terra di scontro.
Ciclabile di tutti (i turisti) e di nessuno (Comuni e Provincia che non la vogliono più gestire per non sostenere più le spese). E l'uscita dal tunnel sembra lontana. Su iniziativa del consigliere provinciale e sindaco di San Pellegrino Vittorio Milesi, la querelle sarà discussa in una delle prossime assemblee della Comunità montana. Sperando che, dopo cinque anni dall'apertura, si arrivi a una soluzione.
La Provincia, dal primo gennaio scorso, infatti, ha ceduto la proprietà ai singoli Comuni su cui il tracciato passa: San Pellegrino, San Giovanni Bianco, Camerata Cornello, Lenna e Piazza Brembana.
Ma due di loro, Camerata Cornello e Lenna, non si sono presentati e quindi non hanno ancora firmato il passaggio. Camerata, in particolare, accusa la Provincia di aver modificato unilateralmente gli accordi inizialmente presi. E poi c'è San Giovanni Bianco che ha sì preso in carico il tratto di competenza, ma dice di non essere disposto a riparare l'impianto di illuminazione ora guasto della propria galleria.
Nel frattempo – ormai dall'estate scorsa – i tre tunnel tra San Giovanni Bianco e Camerata Cornello, sono pericolosamente al buio, con passaggi vietati e deviazioni sull'ex provinciale. Un vero peccato per uno dei percorsi in bici più suggestivi della Bergamasca.
L'Eco di Bergamo - 6 febbraio 2013 Cronaca


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Lotta all'azzardo in Val Brembana
«Slot solo con la Carta servizi»


La lotta al gioco d'azzardo e all'abuso delle slot machine passerà anche attraverso la «Carta regionale dei servizi» della Regione Lombardia. La proposta arriva dall'Assemblea dei sindaci della Valle Brembana, presieduta dall'assessore ai Servizi sociali Ezio Remuzzi.
Dotare i videopoker dei bar di un'apparecchiatura che consenta la lettura della «Crs» regionale. In tal modo la «Carta» impedirebbe la possibilità ai minorenni di accedere al gioco. E, secondo Remuzzi, potrebbe fare anche da deterrente per qualche giocatore incallito più adulto.
Il progetto è sperimentale e ancora in buona parte da costruire, ma sindaci brembani e l'Asl di Bergamo, che sarà partner principale, ci credono. Area destinata alla sperimentazione sarà la Valle Brembana, dove da tre anni la Comunità montana ha in corso un progetto di prevenzione dalle dipendenze: alcol, fumo e droghe tra i giovani.
Ma dove, da anni, alla sede Asl di Zogno è stato chiuso il Servizio di tossicodipendenze (Sert). Intanto l'età media dei giocatori è in picchiata: il 50% ha meno di 40 anni.

L'Eco di Bergamo - 1 febbraio 2013 Cronaca
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A Dossena è già Carnevale



Venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 febbraio, a Dossena si terrà il tradizionale carnevale della «La mascherada en cuntrada», ovvero la mascherata in contrada. Il carnevale ripercorre l'antico copione dove un gruppo di maschere, rigorosamente di soli uomini, porta nelle frazioni quello che succede durante l'anno, raccontato in forma goliardica, tagliente e ironica la vita e i problemi quotidiani. Una sorta di canovaccio che  viene recitato a braccio sulle aie delle contrade.

Il programma:
1 febbraio ore 20.00 ai Mulì ala Ègia Ostarea
(alla frazione Molini - osteria) - ore 21.15 al Caràl Cà Magogn (al Carale)
2 febbraio ore 20.00 a Gromasera
(frazione Gromasera) - ore 21.15 alla  Adelvai  (frazione Adelvai)
3 febbraio ore 20.00 a Cà di Stur
(frazione Cà Astori) - ore 21.15 a la Costa dèla Ela (frazione Via Villa)

Il primo a entrare in scena è l'uomo del bosco , "L'om del Bosc", che racconta quello che ha sentito durante l'anno stando sul monte ad ascoltare, criticando sia il bene che le malefatte. Poi fa la sua comparsa l'Arlechì (l' Arlecchino), che prepara l'arrivo delle maschere tra salti e risate, delimitando lo spazio della mascherata e ne annuncia il titolo, che quest'anno è: ”La sarésa so la turta” (la ciliegia sulla torta).

A questo punto arrivano il minatore con il lume e i suonatori, seguiti dai veri protagonisti della mascherata: il vecchio, la vecchia e le altre figure. La mascherata si chiude con il ballo delle maschere, che svelano la loro vera identità, segue poi la musica, il canto e il ballo di tutti i presenti.

La festa continua  con  frittelle, torte e  vin brulé che gli abitanti della contrada offrono per avere ospitato la mascherata. L'antica mascherata di Dossena porta in se i germi della Commedia dell'arte: erano infatti bergamaschi i lavoratori che a Venezia erano chiamati normalmente Giovanni, e poi Zuan e infine Zanni. Lo Zanni è la maschera più antica della commedia dell'arte.

Nasce dall'indole e dal carattere tipico dei lavoratori bergamaschi che, tra i vicoli di Venezia, abbandona il lavoro e il servizio tra i nobili e i mercanti veneziani, iniziando i primi passi prima come attori di strada per poi salire sulle tavole del palcoscenico, senza mai dimenticare le proprie antiche radici orobiche.

L'Eco di Bergamo - 29 gennaio 2013 Cronaca

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Piazza Brembana, si chiude
Addio al cinema dopo 61 anni



«Vorrei morire qui, facendo girare ancora quella pellicola. Qui c'è tutta la mia vita». Angelo Donati sembra quasi accarezzare il vecchio Fedi, il proiettore di sua proprietà che l'ha accompagnato in un'avventura straordinaria chiamata cinema. 
L'altra sera ha riavvolto le «pizze» per l'ultima volta, quelle del film «Io e te», di Bernardo Bertolucci. In sala 12 spettatori paganti. Anche per Piazza Brembana e tutta l'alta valle, probabilmente, è calato il sipario su un'epoca, quella fatta di celluloide, di miti hollywoodiani, starlette e 35 millimetri. 

Fagocitati prima dalla tivù, poi da Internet, ora dal digitale e dai nuovi divertimenti dei giovani, più inclini anche per la settima arte ai confort stile «Cola e pop-corn» della multisala di Curno.
Il futuro di quello che fino a oggi è rimasto il cinema-teatro Nuovo è ancora da scrivere. La proprietà è della parrocchia che dovrà valutare costi e tempi di un'eventuale riapertura. «Noi giriamo ancora con la vecchia pellicola ma tra un anno bisognerà adeguarsi al digitale – dice il parroco don Alessandro Beghini – e poi la struttura è da riammodernare. Forse occorrerà pensare a un utilizzo prevalentemente legato al teatro». 

L'Eco di Bergamo - 29 gennaio 2013 Cronaca


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Giugno 2014: San Pellegrino cambia volto

Apriranno le terme. Fra sei mesi pronti teatro e restyling del Casinò. Per l'area benessere il cronoprogramma è nero su bianco. «Sparita» la facciata dell'antico albergo. Il sindaco Milesi: «Si rinnova la parte storica del paese. Per gli spettacoli struttura da 4,6 milioni»

Il tanto atteso centro termale di San Pellegrino spalancherà le porte nel giugno del 2014. E alla vigilia dell'Expo del 2015 la Val Brembana scoprirà se la promessa di un rilancio turistico ed economico potrà effettivamente trasformarsi in concreta realtà. Il cronoprogramma è stato appena confermato. Intanto anche il lavoro su altri interventi avviati dal Comune per ridare nuova linfa alle bellezze del paese si fa serrato: a maggio di quest'anno sarà riaperto il Casinò, oggi oggetto di manutenzioni, ed entro luglio sarà inaugurato il nuovo teatro che lo affianca.

«Per giugno 2014 il rinnovo della parte alta del paese, con Casinò, teatro e terme, sarà completato - garantisce il sindaco di San Pellegrino, Vittorio Milesi -, la speranza è che a quel punto soggetti privati e operatori della zona contribuiscano a dare nuovo slancio alla valle, dove il lavoro manca da anni». Nei prossimi giorni si terrà una riunione del collegio di vigilanza per firmare l'aggiornamento dell'accordo di programma dedicato al progetto delle terme, con la cronologia degli interventi aggiornata e il recepimento dello spostamento del centro benessere.

La struttura, infatti, rispetto al progetto iniziale è stata più volte spostata e ora la scelta è definitiva: vasche, piscine e spazi relax non saranno costruiti in un'unica struttura completamente nuova, ma sorgeranno tra il vecchio albergo Terme-Milano e il porticato che lo affianca. I lavori sono stati avviati, una struttura in metallo ora occupa l'intera facciata dell'ex hotel, che è stata «decostruita». Una demolizione tradizionale avrebbe infatti messo a rischio - come evidenziato nei mesi scorsi - la fonte dell'acqua Sanpellegrino che si trova nelle immediate vicinanze. I lavori dovranno procedere a lungo.

Il Gruppo Percassi ha acquistato l'immobile dalla Sanpellegrino. «Tra acquisizione, progettazione e realizzazione di opere d'urbanizzazione abbiamo già speso oltre 30 milioni di euro - spiegano dalla società -, 18 milioni e 900 mila solo per le terme». Il contributo pubblico al piano complessivo è sostanzioso: 16 milioni arrivano da Comune e Regione. Ma la partecipazione di privati è sempre più importante. «Dobbiamo procedere per tappe - sottolinea il sindaco -, le cose da fare sono tante, serve una nuova struttura alberghiera per le terme e bisogna trovare una soluzione per il Grand Hotel».

Negli ultimi anni sono stati spesi 10 milioni di euro per il restyling del Casinò, 3 milioni per la messa in sicurezza del Grand Hotel (ma ne servirebbero altri 43), 6,4 milioni euro in opere infrastrutturali e di risanamento ambientale, 1,5 per l'istituto alberghiero. A complicare le cose potrebbe esserci il blocco delle attività edilizie scattato dopo la mancata adozione del Piano di governo del territorio da parte del Comune entro fine 2012. «Non c'è da temere, non ci saranno ripercussioni - rassicura Milesi -, tutti i progetti in questione erano già stati approvati».

Un sopralluogo sui tre cantieri in corso, intanto, fa sognare il volto che San Pellegrino potrà avere tra un anno e mezzo. Le terme vengono costruite su un'area di 4.500 metri quadrati, rialzata rispetto alla spianata sottostante sulla quale il Gruppo Percassi conta di riuscire a costruire, più avanti, un quartiere con case e negozi. Superato il vecchio porticato del parco termale si accede all'ala esterna del Casinò, dove gli operai sono al lavoro per la realizzazione del nuovo teatro comunale (a carico pubblico, per 4,6 milioni).

All'interno le grandi vetrate dalle quali si ammira il Grand Hotel, la platea e lo spazio per il palco. Da qui si accede direttamente al Casinò, dove è in corso l'ultimo lotto di lavori: vanno messe a norma le cucine, sistemati mobili e impiantistica, adeguati i servizi igienici. Lo storico edificio, costruito nel 1905, potrà tornare ad ospitare eventi culturali e spettacoli.

Silvia Butera
Il Corriere della Sera - 25 gennaio 2013 | 17:29

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Frana ad Algua, strada chiusa


Ennesima chiusura della strada. Massi pericolanti da rimuovere

Sulla strada è caduto per ora solo terriccio, ma a monte ci sono enormi massi pericolanti. Così, ad Algua, è scattata la chiusura della strada che collega la zona Pagliaro con Frerola, una via alternativa alla provinciale 27 molto frequentata anche dagli studenti.

Le prime avvisaglie del pericolo si sono avute nella giornata di giovedì, e venerdì mattina è scattato il sopralluogo dei tecnici del Comune e dello Ster, l'ex Genio Civile. Le preoccupazioni sono legate soprattutto al rischio che il movimento franoso faccia precipitare un masso di alcune decine di quintali, e altri macigni più piccoli.

In quel tratto era stato realizzato un riparo per evitare cadute dal canalone, ma in questo caso potrebbe non essere sufficiente. Da qui la decisione della chiusura della strada.

Per l'intervento sono stati stanziati, con delibera di somma urgenza, 90 mila euro. L'intervento non sarà comunque immediato e la strada resterà chiusa: sopporta normalmente un traffico abbastanza intenso, anche legato ai trasferimenti da e verso le scuole, essendo l'unica alternativa alla strada principale.

L'Eco di Bergamo - 25 gennaio 2013 Cronaca


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Orridi, c'è l'ok al progetto
galleria pronta al raddoppio


 Orridi, fase due: dopo il primo importante intervento, che risale al 2007-2008, per mettere in sicurezza la viabilità lungo la strada provinciale 27 della Valle Serina, ora la Giunta provinciale ha dato il via libera al progetto per la seconda tranche, di completamento.
Il progetto definitivo (con la stessa tipologia della galleria attuale) ha un valore di 567.756 euro, finanziati dalla Regione con fondi della cosiddetta «Legge Valtellina». L'area interessata è sul territorio di Zogno, all'altezza del chilometro 21,300 della provinciale.
In particolare sarà realizzata una seconda galleria artificiale, in calcestruzzo e acciaio corten, dello stesso tipo di quella oggi già percorsa dagli automobilisti, che, è l'analisi della Provincia, ha dato buoni risultati sia sul piano funzionale, sia dell'impatto visivo.
Verranno poi raccolte e incanalate verso il torrente le acque che scorrono in superficie all'altezza della nuova galleria, e si metterà in sicurezza il versante con la posa di reti e sistemazione della vegetazione.

L'Eco di Bergamo - 22 gennaio 2013 Cronaca


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Piazzatorre e gli impianti chiusi
Trecento in piazza a protestare


Circa trecento persone sono scese in piazza per dire no alla chiusura degli impianti sciistici di Piazzatorre. C'erano residenti, albergatori, maestri di sci ma soprattutto villeggianti. E proprio questi ultimi hanno fatto sentire la loro voce.
«Vogliamo sapere perché la stazione di sci non apre e cosa succederà in futuro». In pochi minuti è stato preparato un tavolino per la raccolta firme. Obiettivo: chiedere all'amministrazione un'assemblea pubblica in cui si discuta del futuro delle piste.
L'idea della manifestazione è partita da due villeggianti milanesi, Mauro Boschi e Alessandro Paderi, vicepresidenti dello sci club del paese. «Non ci aspettavamo così tante persone - dicono - perché con un semplice passaparola abbiamo riempito la piazza.
 Questo incontro è servito per sensibilizzare l'opinione pubblica e per far capire che gli impianti devono aprire l'anno prossimo. È necessario che l'amministrazione e i privati proprietari dell'area di partenza delle seggiovie di Torcola Vaga trovino un accordo. Glielo stanno chiedendo tutte queste persone qui presenti».
L'Eco di Bergamo - 29 dicembre 2012 Cronaca
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Branzi, per inaugurare la pista di fondo ecco la gara in notturna


Riapre l’impianto sciistico di quattro chilometri che costeggia la strada comunale del paese: l’obiettivo è diventare il migliore della bergamasca. Il primo dell’anno una gara serale con attrezzatura gratuita per gli appassionati.

Finalmente l’attesa degli appassionati sta per concludersi. È stata fissata per domani, venerdì 28 dicembre, la riapertura della pista di sci da fondo di Branzi: un anello di quattro chilometri che costeggia la strada del paese e che vuole proporsi come prima scelta per l’attività sportiva invernale.

"La pioggia di questi giorni ha messo un po’ a rischio la neve del tracciato - spiega Renata Curti, una delle operatrici dell’impianto sciistico - ma c’è un grande lavoro alle spalle, e la tenuta è buona". Ad inaugurare la stagione fondista sarà una gara aperta a tutti gli appassionati e a cui aderirà anche lo Sci Club di Roncobello: una sfida “all’americana”, organizzata in una staffetta ad eliminazione.

"Alcuni villeggianti sono già saliti in valle, e non nego che ci aspettavamo maggiori presenze - prosegue Curti - ma il vero boom di arrivi lo attendiamo come ogni anno dal primo gennaio". Riconfermato anche il servizio completo messo a disposizione degli sportivi: quattro maestri, uno spogliatoio ed un centro noleggio per le attrezzature. "La nostra fortuna è stata quella di poter operare su un tracciato non difficile, che avvicina sia le famiglie con i bambini appena iniziati alla disciplina, che gli sportivi più affermati che vengono per allenarsi".

Non mancheranno nemmeno le sorprese in vista dell’anno nuovo, che sarà festeggiato con una sciata notturna, in mezzo al tracciato interamente illuminato. "Si svolgerà nell’arco di un’ora, dalle 20 alle 21, e offriremo gratuitamente le attrezzature necessarie. Sarà una grande festa di sport".

Cristiano Gamba
Bergamonews - 28 dicembre 2012

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Variante di Zogno, si scavano le gallerie anche durante le feste

Foto di Bergamonews

Continuano anche durante le feste natalizie i lavori per la realizzazione della variante di Zogno, la serie di gallerie che permetterà di raggiungere agevolmente la Valbrembana senza dover passare attraverso il paese di Zogno.

Continuano anche durante le feste natalizie i lavori per la realizzazione della variante di Zogno, la serie di gallerie che permetterà di raggiungere agevolmente la Valbrembana senza dover passare attraverso il paese di Zogno.
Gli operai dell’azienda Itinera sono impegnati nello scavo nonostante neve e freddo delle ultime settimane. Si avanza di metro in metro ogni giorno a colpi di esplosivo, un metodo sicuro che garantisce tempi ristretti.
 Il primo varco si addentra per circa 200 metri nella montagna. E’ stato posizionato calcestruzzo per compattare le pareti e tamponare le infiltrazioni d’acqua, che sono una costante nel primo tratto di galleria. Il completamento di questo varco è previsto per maggio 2013, mentre a gennaio 2013 dovrebbe iniziare lo scavo in galleria anche monte. In totale il primo tratto sarà lungo 650 metri.
Il secondo varco, quello più lungo dell’intera variante, ha raggiungo i 450 metri di lunghezza. I lavori procedono senza intoppi: ogni giorno vengono fatte esplodere due cariche di mine per avanzare di circa 9 metri. Anche in questo caso nonostante le infiltrazioni d’acqua non ci si registrano problemi alla roccia, che si rivela sana.
Bergamonews - 27 dicembre 2012
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«Servono impegni precisi»Critico anche il gruppo di minoranza «Uniti per cambiare». «Nutriamo ancora molte perplessità su quanto annunciato - dice Raffaella Sonzogni –. Innanzitutto, dopo cinque anni di attesa, sarebbe stato più serio venire in Consiglio comunale e presentare i nuovi impegni con tempi, modalità e fideiussioni  precise. Ora basta parole, servono impegni e fatti concreti».



Fino al 22 gennaio e dal 17 al 25 marzo e dal 24 marzo al 1° aprile 2012, i clienti ospiti per almeno 3 giorni negli alberghi del comprensorio sciistico Brembo Ski pagheranno il solo soggiorno. Ossia: lo skipass Brembo Ski sarà gratuito.
A deciderlo tutto il Comprensorio della Valle Brembana, una decisione voluta per portare gente sulle montagne orobiche.

Da Foppolo a Carona, da Valleve a Branzi. Per rendere questa stagione con poca neve e troppo caldo meno difficile di quello che è stato il suo inizio.


Quindi l'occasione è da prendere al volo, per i turisti e i gruppi che volessero trascorrere una settimana, ma anche solo tre giorni, in albergo o in residence della zona. Intanto gli impianti continuano a restare tutti aperti anche se il meteo non aiuta: temperature ancora troppo alte (lunedì 9 gennaio a Foppolo c'erano 5 gradi) e ora ci mancava anche il vento, con i danni che ha provocato nella zona della seggiovia del Valgussera (che collega la Valcarisole con Foppolo, ndr) dove ci sono state raffiche di 200 chilometri all'ora, rare sulle Orobie, che hanno gravemente danneggiato l'impianto di risalita.
La stazione di arrivo è stata parzialmente scoperchiata, le funi sono scese dalle carrucole, quadri elettrici e anemometro (per la misurazione del vento, ndr) sono andati in tilt, una trentina i seggiolini distrutti, le reti di protezione della pista (fissate a terra con blocchi di cemento armato, ndr) sono state divelte e i vetri della sala macchine si sono rotti». La seggiovia ora è funzionante e completamente sicura anche se restano ancora da riparare i seggiolini distrutti, operazione che verrà effettuata nei prossimi giorni.
L'Eco di Bergamo - 9 gennaio 2012 Cronaca
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Vento a 200 all'ora. Sul Valgussera seggiolini distrutti


Foppolo: quadri elettrici fuori uso, reti sradicate e stazione di arrivo della seggiovia scoperchiata

Il sindaco: mai visto un disastro tale, danni ingenti


«Mai visto, nella nostra stazione, una disastro tale provocato dal vento. Fortunatamente si è verificato di notte, a impianto fermo, ma per noi i danni sono ingenti». Beppe Berera, sindaco di Foppolo e presidente della Brembosuperski, la società di gestione delle seggiovie di Foppolo, Carona e San Simone, non ricorda nella storia della stazione sciistica dell'alta Valle Brembana una situazione simile a quella verificatasi tra venerdì notte e sabato mattina.
«Nella zona della seggiovia del Valgussera (che collega la Valcarisole con Foppolo, ndr) ci sono state raffiche di vento di 200 chilometri all'ora, rare sulle Orobie – dice Berera –, che hanno gravemente danneggiato l'impianto di risalita.


La stazione di arrivo è stata parzialmente scoperchiata, le funi sono scese dalle carrucole, quadri elettrici e anemometro (per la misurazione del vento, ndr) sono andati in tilt, una trentina i seggiolini distrutti, le reti di protezione della pista (fissate a terra con blocchi di cemento armato, ndr) sono state divelte e i vetri della sala macchine si sono rotti».
«La mattina di sabato non era ancora chiaro cosa fosse successo e l'entità del disastro – continua Berera –. Ci siamo resi conto dopo, e solo ora iniziamo a fare la conta dei danni, comunque per noi molto gravi. Sabato la seggiovia, ovviamente, è rimasta ferma. Abbiamo dovuto far arrivare dalla Germania i tecnici della Siemens che gestiscono l'impianto elettrico per la riparazione. Si è lavorato incessantemente, anche di notte, per il ripristino e domenica mattina (ieri, ndr), siamo riusciti a far ripartire l'impianto, con tutte le condizioni di sicurezza.


Naturalmente senza i seggiolini ancora da sostituire e con altri danni comunque da riparare».
Sabato il collegamento tra Carona e Foppolo è stato garantito da due gatti delle nevi. Ma disagi e lamentele degli sciatori non sono mancati, peraltro nella giornata di maggiore affluenza da inizio stagione. «Per il rientro con il battipista – scrive al giornale uno sciatore – bisognava attendere fino a un'ora.

Sarebbe stato corretto avvisare in biglietteria che il Valgussera era chiuso».
«Abbiamo cercato di gestire un'emergenza che non aveva precedenti – replica Andrea Bosco, responsabile marketing della Brembosuperski – peraltro capitata anche in altre stazioni dell'arco alpino, e i disagi sono stati pesanti anche per noi. Nelle due biglietterie di Carona e Foppolo si avvisavano gli sciatori che il Valgussera era chiuso. Sulle code, purtroppo, sappiamo che i gatti delle nevi non possono portare più di 40 persone alla volta. Tutto quanto nelle nostre
possibilità è stato fatto.


E domenica la seggiovia era già ripartita».
Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo - Lunedì 09 Gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 24
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Val Brembana spaccata in due dal riordino delle ambulanze




Il sindaco di San Pellegrino: bassa valle sguarnita. Ma Valoti ribadisce: mezzi sempre in movimento
E i volontari della Vab ricordano che ci sono pure loro

























Bufera di neve in vetta, salvi nove scout


Oltre il Colle: sorpresi dal gelo sul Grem, recuperati dal soccorso alpino. Una ragazza in ipotermia
«Poco informati e in pantaloncini: con la montagna non si scherza». Ma non hanno rinunciato alla gita
Una bufera di vento e neve ha sorpreso nove scout di Bergamo, salvati dal soccorso alpino di Oltre ...
Oltre il Colle

Se la sono vista brutta nove scout di Bergamo portati in salvo giovedì sera dagli uomini del soccorso alpino della delegazione Sesta orobica, stazione di Oltre il Colle. Una ragazza del gruppo, a causa del freddo, è stata trovata in lieve stato di ipotermia ed è stata colta da malore. È accaduto nel giorno della vigilia dell'Epifania sul Monte Grem, in Valle Serina.
«Purtroppo non è la prima volta – spiega Renato Ronzoni, responsabile della Sesta delegazione orobica del Soccorso alpino –: solo due mesi fa l'ultimo episodio di scout dispersi, in quell'occasione ad Ambria. Occorre inviare un messaggio di prevenzione per fare capire a questi ragazzi: la montagna va visitata solo dopo averla conosciuta e dopo aver preso le opportune misure per frequentarla correttamente».
Due capi e sette sedicenniGiovedì, nel tardo pomeriggio, nove ragazzi (due capi scout sui 30 anni e 7 adolescenti di 16 anni) hanno lasciato la baita privata sul monte di Zambla, dove erano arrivati qualche ora prima con i pullman di linea, e si sono incamminati sul sentiero che porta al bivacco Telini, gestito dagli alpini di Gorno Oneta. Erano le 17, però: troppo tardi per fare un'escursione e pare che qualcuno li abbia anche avvisati del pericolo che correvano, ma il gruppo ha proseguito l'avventura, incurante del consiglio.
Inoltre, sempre stando al racconto dei soccorritori, hanno percorso il sentiero estivo che porta al Grem, non adatto quindi a un'escursione invernale. «Bisogna conoscerla bene la montagna prima di cimentarsi in uscite così rischiose» spiega Gianluigi Carrara, guida alpina e capostazione del soccorso alpino di Oltre il Colle.

«Stando a quanto ci hanno riferito, i ragazzi sono partiti con l'intenzione di raggiungere il bivacco Telini (non presidiato, ma dove avrebbero trovato della legna con cui scaldarsi, ndr), ma si sono trovati in difficoltà, hanno perso l'orientamento e la strada quando sono stati sorpresi da forti raffiche di vento e da una piccola bufera di neve. A quel punto, presi dalla paura, si sono fermati e hanno
informato un responsabile del bivacco, che ha detto loro di chiamare il 118. Da lì si è messa in moto la macchina dei soccorsi».
Si scaldavano con le candeleI ragazzi erano a circa 1.600 metri in quota «e il vento a quelle altezze – prosegue Carrara – è davvero insidioso, soprattutto per l'abbigliamento che indossavano: pantaloncini corti. Oltre che impauriti, li abbiamo trovati infreddoliti e una ragazza addirittura in ipotermia di primo grado. Nell'attesa avevano acceso qualche candela per scaldarsi, in compenso hanno lasciato nei loro zaini degli utili sacchi a pelo».

Appena ricevuta la comunicazione, David Borlini ha inforcato la moto da trial e dopo aver recuperato uno zaino opportunamente riempito di coperte si è messo sulle tracce del gruppo mentre la squadra di soccorso si preparava per andare incontro agli scout. Fin dove ha potuto è risalito lungo il sentiero con la moto, poi l'ha abbandonata per via della neve, proseguendo a piedi.
«Una volta raggiunti li ha guidati sulla strada giusta per il rientro – spiega Carrara –. Nel frattempo, la nostra squadra era partita a bordo di una jeep. Anche noi ci siamo fermati per l'impraticabilità del sentiero e siamo andati incontro al gruppo a piedi. Una volta rientrati alla jeep abbiamo fatto spola un paio di volte per portare tutti quanti a Gorno, passando all'altro versante della montagna, più facile da raggiungere con la jeep. I giovani si sono riscaldati in un bar del paese.

La ragazza che è stata male ha preferito chiamare i familiari, che sono venuti a prenderla».
Ma il resto del gruppo ha deciso di proseguire con il programma della gita e si è fatto accompagnare alla baita sul monte
di Zambla. «Abbiamo consigliato loro di contattare qualche responsabile, per informarlo di quanto avvenuto ma hanno preferito evitare per via dell'ora tarda che si era fatta».

«Non c'è abbastanza conoscenza della montagna – conclude Carrara – bisogna avventurarsi solo quando si conosce il territorio, ci si è informati sulle previsioni meteorologiche e soprattutto si hanno mezzi adeguati e abbigliamento consono per un'uscita invernale a certe altitudini. Mai sottovalutare la montagna».

Silvia Salvi - L'Eco di Bergamo - Sabato 07 Gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 34

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Oltre il Colle: salvati 9 scout




La Valle Brembana resterà sguarnita di mezzi di soccorso, ma anche no. Di più: in questo rincorrersi di allarmi e repliche, c'è chi prevede che fra un anno i volontari delle emergenze si potrebbero perfino pestare i piedi, tra Zogno e Foppolo.


L'affondo arriva questa volta dalla Valle Brembana e porta la firma del sindaco di San Pellegrino, Vittorio Milesi. Questa volta, perché a lamentarsi del piano di riorganizzazione del 118 voluto dall'Areu, l'Azienda regionale emergenza urgenza, furono già, all'inizio dell'autunno, i seriani. Questione di un'ambulanza medicalizzata sparita da Gazzaniga per spostarsi a Piario e poi «avvicinata» a Ponte Nossa.


Al di là del Col di Zambla, dalle parti di San Pellegrino, ecco l'ultimo Sos. Lo lancia il sindaco Milesi in una lettera inviata venerdì ai vertici di Areu, 118 Bergamo, Asl e Azienda ospedaliera di Treviglio, quella dalla quale dipende l'ospedale di San Giovanni Bianco. E ribadisce il concetto espresso un mese e mezzo fa dal presidente della Comunità montana Alberto Mazzoleni: «Il presidio di San Pellegrino deve aprire prima del tempo indicato, non certo alla fine del 2012 o all'inizio 2013: significherebbe lasciare scoperta la media-bassa Valle Brembana».


Il problema per Milesi sta nel fatto che dal 1° febbraio prossimo – quando il piano di riordino diventerà operativo – la valle perderà l'ambulanza medicalizzata di stanza a San Giovanni Bianco e la postazione notturna attualmente aperta a Zogno. E anche se il riordino prevede che al loro posto arriveranno un'auto medicalizzata a San Giovanni Bianco e un'ambulanza presente 24 ore su 24 a Piazza Brembana, per Milesi c'è un ma.


Nell'attesa infatti che diventi operativo il servizio su San Pellegrino (che ora può contare sul servizio della Croce Rossa nei giorni festivi e d'estate), «ci andrebbe di mezzo la gente della media valle» spiega Milesi. E fa un esempio: «Provo a immaginare il caso in cui l'ambulanza fosse già impegnata per un intervento a Cusio piuttosto che a Carona o Foppolo e nel frattempo ci fosse una chiamata a Zambla Alta: dopo quanto arriverebbe l'ambulanza?».


La presa di ferroLa risposta arriva, doppia, da Bergamo e pure dalla valle. E, per restare in metafora da schermidori, pare una presa di ferro.
Da Bergamo Oliviero Valoti, responsabile del 118, devia la lama con quattro parole: «Copertura dinamica del territorio».





Ricorda che «con questo piano tutti hanno da guadagnare: la nostra provincia si vede arrivare cinque mezzi in più». Solo che, aggiunge, «i sindaci vogliono la "loro" postazione. Eppure abbiamo più volte spiegato che ora i confini non esistono più, i mezzi di soccorso ogni giorno vengono spostati dalla centrale operativa» come tante pedine tenute equidistanti.


E se proprio si vuol parlare di numeri, il capo del 118 di Bergamo aggiunge che, a piano avviato, ci saranno quattro ambulanze operative in valle: «A San Giovanni, Piazza Brembana, Villa d'Almè, e quella della Vab. Diventeranno poi cinque con quella di San Pellegrino».


Gli esclusi, il ribaltoneVab: Volontari autoambulanza Brembilla, una settantina di persone («nessuno stipendiato»), tre ambulanze e quattro da dirne a chi li dimentica. «Chiedo solo questo – commenta Carlo Gervasoni, presidente dell'associazione che dal 1995 affianca il 118 su chiamata, "a gettone" –: chi ha lavorato finora da Foppolo a Taleggio a Brembilla, e pure in Valle Imagna? Mazzoleni e Milesi forse si dimenticano che ci siamo anche noi a coprire la media, ma pure l'alta valle».


E poi anticipa che «lunedì (domani, ndr) avrò un incontro con il dottor Valoti per sentire come ci rapporteremo con Piazza Brembana e San Pellegrino». Lasciando intendere che, dal 2013, di emergenze nel campo dell'emergenza non ce ne saranno proprio, qui: «Stando così le cose, noi cosa lavoreremo?».





Marta Todeschini - L'Eco di Bergamo - Domenica 08 Gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 28





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Una ragazza in lieve ipotermia

Nove scout sono stati salvati nella serata di giovedì 5 gennaio dagli uomini del Soccorso alpino di Oltre il Colle. Una ragazza, probabilmente a causa del freddo, è stato colpita da una lieve ipotermia e da un malore. È accaduto sul Monte Grem, in Valle Serina.

Giovedì i nove ragazzi (2 capi scout trentenni e sette adolescenti di 16 anni) hanno lasciato una baita privata sul monte di Zambla e si sono incamminati sul sentiero che conduce al bivacco Telini gestito dagli alpini di Gorno Oneta. Erano le 17, troppo tardi per un'escursione, ma il gruppo ha continuato l'avventura, per di più percorrendo il sentiero estivo.

Così la comitiva si è trovata in difficoltà, ha perso l'orientamento e la strada ed è stata sorpresa dal maltempo. I ragazzi hanno telefonato al bivacco ed è scattata la macchina dei soccorsi. Erano a 1.600 metri d'altezza. Un uomo del Soccorso alpino è partito con una moto da trial e uno zaino pieno di coperte, ha abbandonato la moto quando il sentiero è diventato impraticabile e ha raggiunto il gruppo guidandolo sulla strada giusta per il rientro.

Una squadra era partita anche con la jeep, utilizzata per trasportare tutti a Gorno sull'altro versante della montagna, dove i ragazzi si sono riscaldati in un bar. La ragazza che ha avuto il malore è stata raggiunta dai genitori, mentre gli altri sono stati accompagnati alla baita sul monte di Zambla perché desiderosi di continuare il programma della gita.

Il Soccorso alpino ha ribadito ancora una volta con estrema chiarezza che la montagna va visitata soltanto se la si conosce bene, in condizioni di sicurezza e dopo essersi informati delle condizioni metro per evitare potenziali tragedie.

L'Eco di Bergamo - 6 gennaio 2012 Cronaca

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Terremoto dopo il brindisi d'auguri


Valle Brembana: alle 0,36 di ieri, con 2,1 gradi di magnitudo. L'epicentro ad Alino di San Pellegrino
Nessuna segnalazione di danni e pochi hanno sentito la scossa: «Forse nascosta dai botti di fine anno»
Un inizio d'anno con un «botto» del genere forse in Valle Brembana non s'era mai avuto. Trentasei minuti dopo la mezzanotte di ieri, i sismografi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno fatto registrare una scossa di terremoto di magnitudo 2,1 della scala Richter. L'epicentro, individuato dalle cinque stazioni della Rete sismica nazionale, è stato localizzato ad Alino di San Pellegrino, a una profondità di 4,7 chilometri (latitudine 45,847 gradi nord, longitudine 9,651 est).
L'Istituto di geofisica indica quindi i 15 comuni che, nel raggio di una decina di chilometri, potrebbero aver maggiormente risentito del sisma, anche se a ieri non vi erano segnalazioni di danni a persone o cose: oltre a San Pellegrino, epicentro, i comuni di Berbenno, Blello, Bracca, Brembilla, Camerata Cornello, Dossena, Gerosa, San Giovanni Bianco, Sedrina, Serina, Taleggio, Ubiale Clanezzo, Zogno, Costa Serina e Cornalba.
Nessuna chiamata è giunta però ai vigili del fuoco di Bergamo o Zogno e poche anche le persone che hanno fatto segnalazioni al nostro giornale. «Ho avvertito un lieve movimento della sedia su cui ero seduta», scrive una lettrice da Ponte San Pietro, mentre da Curno qualcuno pare aver sentito «scuotere per due secondi la tapparella di alluminio pesante, nonostante non ci fosse vento».
Da Alino: «Sentito nulla»Ma neppure nella piccola frazione di Alino di San Pellegrino (una sessantina di residenti), epicentro del terremoto, sembrano aver avvertito la scossa. Forse a causa anche dei botti di fine anno. «C'era troppo rumore fuori – dicono dalla famiglia Mostacchetti –. Qui abitiamo in pochi ma per la fine d'anno sono arrivati alcuni gruppi di giovani e il baccano per i fuochi è stato veramente tanto». «Gli spari sono proseguiti fino all'una – aggiungono dalla famiglia Manzoni – e a quel punto era difficile accorgersi di qualcosa». Nessuna segnalazione, quindi.
La scossa è stata troppo lieve e in quel momento c'erano poi i fuochi a distrarre. Nella mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale, peraltro, l'area della Valle Brembana colpita ieri notte dal terremoto risulta essere al livello più basso, quella con grado «minimo».
Sisma a Bracca, nessun aiutoValle Brembana che era già stata teatro di un terremoto l'11 e il 14 maggio 2010, con epicentro vicino a Selvino. In quelle due occasioni a sentire maggiormente il sisma fu la Valle Serina, in particolare le zone di Bracca, Algua e Costa Serina.

Crepe nei muri vennero rilevate nelle chiese di Bracca, nella parrocchiale di Sant'Andrea, nelle chiesine di Zubioni e Truchel, e nella cappelletta in località Levrit. Quindi nelle chiese di Pagliaro, Frerola, Sambusita di Algua, Ascensione e Trafficanti di Costa Serina. La parrocchiale di Bracca rimase chiusa diversi giorni e le campane, che furono danneggiate, sono tornate a suonare l'autunno scorso.
Sondaggi sulla stabilità vennero effettuati nell'estate 2010 sulle chiese di Bracca e Sambusita e la Regione Lombardia quantificò in circa 790 mila euro i danni provocati dalle due scosse di quel maggio (su due milioni di euro di richiesta). «Ma a oggi – dice il parroco di Sambusita don Pierangelo Redondi – nonostante i danni siano stati effettivamente verificati, non sono arrivati fondi per la messa in sicurezza». I lavori, quindi, a parte l'intervento minimo di sistemazione del campanile di Bracca, non sono mai iniziati.
Dopo il terremoto del maggio 2010 la Bergamasca è tornata di nuovo a tremare nel giugno 2010 nell'Alto Sebino, nell'aprile 2011 con epicentro Costa Volpino, nel luglio 2011 (epicentro in Veneto), l'ottobre scorso (epicentro tra Trento e Verona) e, infine, a novembre, con epicentro Bossico.

Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo - Lunedì 02 Gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 26

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Masso cade sull'ex statale. Auto lo evita per un soffio
































































Cede la neve ghiacciata, escursionisti travolti dalla valanga: paura ma salvi



Carona, ricoverati all'ospedale due giovani diretti con le ciaspole al rifugio Calvi
Sono rotolati per un centinaio di metri a valle. Aiutati da un'altra persona in zona


Momenti di paura per due giovani escursionisti travolti dalla prima valanga di stagione nel territorio di Carona. I due escursionisti, entrambi di 27 anni, fortunatamente se la sono cavata senza gravi conseguenze, ma di sicuro non dimenticheranno questa vigilia di Natale in montagna. La loro meta era il rifugio Calvi e quindi il monte Madonnino, a 2.500 metri di altezza.


All'improvviso i due giovani sono stati investiti dalla valanga, probabilmente causata dalla loro stessa presenza, poco prima di raggiungere la vetta. Dopo essere rotolati per un centinaio di metri a valle, sono riusciti a non restare sepolti dalla coltre di neve e chiedere aiuto urlando a squarciagola.
Un terzo escursionista, anche lui frequentatore del rifugio Calvi, ha sentito le voci e ha soccorso i due ragazzi. Si tratta di due ventisettenni, A. P. di Brembate, e M. G. di Telgate.


Una gita con le ciaspole«I due escursionisti – spiega Renato Ronzoni, responsabile della Sesta delegazione orobica del Soccorso alpino – sono partiti la vigilia di Natale per una gita con le ciaspole. Si sono avvicinati al rifugio Calvi e da qui hanno raggiunto la conca sotto il monte Madonnino cominciando a risalire il canale nord. Si tratta di una parete abbastanza impegnativa, per fare la quale hanno utilizzato anche picozza e ramponi.


Mancava poco al raggiungimento della vetta quando la crosta nevosa (lo strato superificiale del manto nevoso) si è rotta e ha causato una valanga che li ha travolti».
In sostanza è successo che la poca neve caduta nei giorni scorsi si è ghiacciata nello strato superficiale, formando una lastra paragonabile a uno specchio di ghiaccio, sottilissimo e fragile, che sotto il peso delle due persone si è rotto e le ha investite scivolando a valle.


«Gli escursionisti sono rotolati insieme a ghiaccio e neve per circa un centinaio di metri, fino in fondo al canalone, dove si perde un po' di pendenza – continua Ronzoni –. Uno dei due era rimasto anche sepolto dalla coltre ma è riuscito a trovare il modo per venirne fuori. Entrambi hanno riportato contusioni e lacerazioni che non permettevano loro di riuscire a muoversi autonomamente e hanno cominciato a chiamare aiuto a gran voce».


«Fortunatamente per loro – continua Ronzoni – un altro escursionista che si trovava in zona ha sentito le loro voci e li ha raggiunti, aiutandoli a raggiungere nuovamente il rifugio Calvi, scendendo a quota 2.000 metri, a nord del monte Madonnino. Anche in quel rifugio, infatti, è situato un locale invernale aperto a tutti e dotato di telefono di emergenza, dato che la zona non è coperta dal segnale dei cellulari.


Alle 12,10 hanno telefonato alla centrale operativa della delegazione
orobica del Soccorso alpino, a Clusone, dove l'operatore presente, avvertito dell'incidente ha messo in moto la macchina dei soccorsi».


Elicottero ostacolato dal vento
Il 118 ha inviato sul posto l'elicottero, ma dopo vari tentativi andati a vuoto per via del forte vento, il mezzo è tornato alla
base senza aver recuperato i giovani. Sono state quindi allertate le due squadre delle Valli Brembana e Imagna che sono partite a scaglioni.


Nel frattempo da Carona sono partite le motoslitte con un medico e un infermiere per accertarsi delle condizioni di salute dei giovani, che sono apparse gravi ma non urgenti. Dopodichè sono arrivati i volontari che hanno immobilizzato i due feriti e li hanno caricati sulle barelle, trasportate poi fino a Carona. Qui i giovani sono stati messi su due ambulanze e
rasportati in ospedale.

Silvia Salvi - L'Eco di Bergamo - Martedì 27 Dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 35

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I cosmetici? Con il latte della capra orobica


Lenna: razza in via di estinzione. L'agriturismo Ferdy per salvarla ha creato shampoo e creme


Ci sono latte detergente e crema antirughe, lozione tonica e bagno doccia, ma anche shampoo, latte corpo e detergente, burro cacao, crema mani e idratante.
Una normale linea di cosmetici, come molte altre? Non proprio se dentro ci trovi latte di capra, anzi latte di capra orobica. L'idea – una delle tante a cui ormai non siamo più sorpresi – è venuta a Ferdy Quarteroni, titolare dell'omonimo e conosciutissimo agriturismo-fattoria didattica di Lenna (con «appendice» d'alpe a Ornica). L'azienda, aperta 25 anni fa, alleva, allo stato brado e senza l'utilizzo di mangimi, una sessantina di capre orobiche.«Montagna pura»
Una razza autoctona, presente sulle nostre montagne, sia sul versante brembano sia su quello della Val Gerola. I valtellinesi usano il suo latte per produrre Bitto Storico, il formaggio più caro al mondo, da noi, invece, gli allevamenti sono sempre meno. L'orobica, rispetto ad altre razze, produce poco latte. Economicamente, quindi, non è molto remunerativa.

A meno che ci si inventi qualcosa di unico, proprio col suo preziosissimo latte, ricco di calcio, vitamine, omega 3 e antiossidanti. In commercio, per esempio, esistono già piccole linee di cosmetici con latte di capra cashmere. Perché non proporre allora una linea anche con il latte di capra orobica? Detto, fatto. Dall'agriturismo nasce «Montagna pura - Il valore della biodiversità» (www.montagnapura.com per acquisti online), un marchio che contiene il senso del progetto: la difesa di una razza montana che, soprattutto sul versante bergamasco, rischiava l'estinzione perché poco produttiva.
È la difesa ostinata di Ferdy appunto della biodiversità: l'evoluzione e il miglioramento di un animale si ha quanto più la specie è diversificata e la scomparsa di una razza (come potrebbe essere quella di capra orobica) sarebbe un danno alla natura. Poi la «purezza».
Ferdy, difensore della natura, non poteva che creare una linea completamente naturale e rispettosa dell'ambiente, anche nelle confezioni. Il latte arriva da capre che mangiano solo erba e fieno (e la maggiore qualità del latte che deriva da tale alimentazione è ormai nota) e i suoi cosmetici – prodotti dalla Uniest di Calcinato, nel Bresciano – contengono erbe e oli pregiati, dalla rosa canina al ginepro, dall'achillea alla betulla.

Niente petrolati, siliconi o sostanze chimiche di sintesi. Già questi due aspetti – dice Ferdy –rappresentano, probabilmente, un valore aggiunto ad altre linee simili di cosmetici con latte di asina o di capra.
Solo latte frescoMa c'è di più. «Per mantenere tutte le proprietà del prodotto utilizziamo solo latte fresco e non in polvere – dice Ferdy –. Il lavoro è più complesso perché il latte viene controllato e congelato appena munto e scongelato poco prima di essere usato. Quindi quello che si trova nei nostri prodotti è davvero latte, non polvere».
Un'ultima annotazione: c'è chi il latte di capra lo ama e lo preferisce al latte vaccino ma chi, invece, non lo sopporta, soprattutto per via del suo sapore caratteristico e intenso. Ma qui il latte di capra, all'olfatto, non si sente. Nessuna preoccupazione, quindi, per signore, ragazze e loro partner.

Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo - Giovedì 22 Dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 50

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Variante in galleria di Zogno «Nessuno stop per l'esproprio»


Provincia e impresa rassicurano dopo le voci di rallentamenti
«Spazi di cantiere sufficienti. A gennaio disponibile altra area»


Nessun rischio di rallentamenti alla variante di Zogno. Lo assicurano Provincia di Bergamo e impresa Itinera a cui, dall'estate scorsa, sono stati affidati i lavori per la realizzazione delle gallerie.
La smentita di eventuali ostacoli ai lavori arriva ufficialmente dopo le voci sollevate da alcuni siti internet che temevano il rallentamento del cantiere a causa di un'area non ancora espropriata in zona Grotte delle meraviglie. È la stessa dirigenza dell'Itinera di Tortona ad assicurare che i «lavori procedono regolarmente e che l'area per il cantiere è sufficiente».

Dal 16 gennaio, inoltre, sarà occupata un'altra area, proprio vicino al cantiere delle Grotte delle meraviglie, quindi i lavori proseguiranno secondo cronoprogramma, senza stop. Si tratta dello spazio dove ora è presente del materiale edile, di proprietà di un rivenditore edile, accanto alla centrale Enel.

Per non intralciare l'attività privata, la Provincia ha individuato uno spazio adiacente dove il materiale potrà essere trasferito. La notizia di eventuali rallentamenti del cantiere era stata diffusa da alcuni siti internet, un allarmismo che non trova riscontro se si interpellano i diretti interessati: «I lavori proseguono a ritmo spedito senza intoppi – spiega Renato Stilliti, dirigente del settore Viabilità della Provincia –. Da gennaio entrerà in vigore un decreto d'occupazione di un'ulteriore area.
Quindi abbiamo individuato uno spazio adiacente per permettere all'attività privata di proseguire con la vendita di materiale edile».
Spiega anche il direttore tecnico del cantiere Ermes Castellet: «I lavori non hanno subito alcun rallentamento e l'area a disposizione per i lavori è sufficiente». «A inizio dicembre abbiamo stipulato un accordo con la Provincia – aggiunge Alessandro Sonzogni di Zogno, titolare del magazzino di rivendita edile – prendendo atto del decreto di occupazione emanato da via Tasso.

Avremmo preferito ancora l'attuale spazio ma vedremo come ci sarà fornita la nuova area.
Intendiamo ribadire che non vogliamo ostacolare i lavori della galleria». E i passi avanti del cantiere sono ben visibili anche per i pendolari che ogni giorno transitano lungo la provinciale. Ad Ambria di Zogno è stata disboscata un'ampia area e ora saranno posizionate le reti paramassi: l'intervento permetterà di evitare il rischio che detriti o altro materiale si riversino sull'ex statale.

In località Ca Boer, sul Monte di Zogno, si stanno svolgendo alcune opere propedeutiche
all'installazione di piloni in cemento, mentre nello svincolo in prossimità delle Grotte delle meraviglie continuano opere di palificazione e interventi di messa in sicurezza del versante, necessarie per dare il via allo scavo del tunnel.

L'Eco di Bergamo - Mercoledì 21 Dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 48

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Seggiovie, da giovedì apre Valtorta


Brembo Ski, in due giorni 2.500 pass

È stato rinviato a giovedì l'avvio della seggiovia quadriposto che da Valtorta porta ai Piani di Bobbio, la stazione sciistica a cavallo tra Valsassina e Valbrembana aperta da sabato scorso.
«In questi giorni gira poca gente – dice l'amministratore degli Impianti turistici barziesi (Itb) Massimo Fossati –. Per evitare di far girare magari a vuoto la seggiovia abbiamo pensato di aprirla da giovedì, in concomitanza con l'inizio delle vacanze scolastiche.
In questo modo avremo anche più tempo per innevare meglio le piste sul versante brembano».
In attesa dell'avvio della seggiovia di Valtorta ai Piani di Bobbio resta comunque aperta la stazione (dalle 8,30 alle 17,15, tranne a Natale tradizionalmente chiusa), con due piste sciabili, che diventeranno quattro da giovedì, con l'apertura della seggiovia di Valtorta.
Si è poi concluso positivamente nel comprensorio di Brembo Ski il primo weekend di stagione. Tra Foppolo e San Simone sono stati staccati 2.472 skipass, «un successo – dicono dalla Brembosuperski – se si considerano le condizioni meteo che stanno caratterizzando tutte le Alpi».
Tra le piste prossime ad aprire a Foppolo c'è la Cappelletta (seggiovia del Valgussera), quindi a Carona la Terre Rosse e la Siltro. Fino a venerdì, inoltre, è confermato lo sconto sullo skipass giornaliero che costerà 15 euro anziché 21, con l'apertura assicurata delle piste Quarta Baita, Montebello e Canalino di Foppolo. Gli impianti di risalita resteranno aperti dalle 9 alle 16,45.

L'Eco di Bergamo - Martedì 20 Dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 43

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Wi-fi a Piazza Brembana. Tra i monti si naviga gratis


Ieri sera si è staccato da un costone, vicino a Lisso di Sedrina
Per il sopralluogo e la bonifica strada chiusa per circa 30 minuti








Un masso di circa 60 chilogrammi è precipitato ieri sera poco prima delle 19 sull'ex statale della Valle Brembana, all'altezza dello svincolo di uscita da Sedrina, appena superata la frazione Lisso.



A trovarsi il sasso davanti a sé, in mezzo alla carreggiata, è stato un dipendente dell'Enel che con la sua auto si stava dirigendo verso Bergamo e che ha cercato di evitare l'ostacolo urtandolo solo leggermente.


Un peso di circa 60 chiliIl masso si è staccato da un ripido costone ricoperto di bosco ceduo che fiancheggia l'ex statale finendo la sua corsa al centro della carreggiata all'altezza del chilometro 13,5, appena superato lo svincolo in uscita dal paese di Sedrina.


Il conducente dell'auto ha immediatamente dato l'allarme intorno alle 19 e sul posto si sono immediatamente portati i vigili del fuoco del distaccamento di Zogno insieme agli addetti della Provincia e ai carabinieri della stazione di Villa d'Almè. Il masso del peso di circa 60 chilogrammi e di una lunghezza di circa 60 centimetri è piombato sulla strada: in quel momento, fortunatamente, nessun automobilista era in transito, altrimenti le conseguenze sarebbero state ben più gravi.


Per il dipendente Enel solo un po' di spavento per essersi trovato davanti all'improvviso un grande sasso e aver riportato solo piccoli danni materiali all'autovettura.


Sul posto si è reso necessario un sopralluogo per valutare la situazione e mettere in sicurezza la zona. Con un'autoscala giunta dal distaccamento di Dalmine i vigili del fuoco hanno inizialmente cercato di ispezionare il versante salendo dall'ex statale. Con un mezzo fuoristrada hanno poi raggiunto insieme ai tecnici della Provincia la parte più a monte del costone e una volta raggiunta la zona da cui si era staccato il sasso, hanno fatto rotolare altri tre piccoli massi pericolanti.





La ditta Felice Ghisalberti di Zogno ha provveduto a spostare il materiale precipitato e a liberare la carreggiata.



Per consentire le operazioni di messa in sicurezza del versante, i carabinieri della stazione di Villa d'Almè hanno regolato il transito dei veicoli che stavano percorrendo l'ex statale.
Per una trentina di minuti tra le 19,45 e le 20,15 si è resa necessaria la chiusura della strada sottostante in entrambi i sensi di marcia, con inevitabili incolonnamenti sia sul viadotto sia verso la frazione di Botta di Sedrina. Un nuovo sopralluogo dei tecnici della Provincia è previsto per oggi, per meglio approfondire la situazione del versante, le cause del distacco del masso e l'eventuale presenza di altri sassi in bilico.


Area già bonificata anni fa«La zona in cui è avvenuto il distacco è particolarmente sensibile – sottolinea il sindaco di Sedrina Agostino Lenisa – trovandosi proprio sopra un tratto di ex statale fortemente trafficato in qualsiasi ora del giorno. Mai in precedenza si erano verificati simili smottamenti, ma già alcuni anni fa la Provincia aveva provveduto a un'opera di messa in sicurezza e di bonifica della parete».
«Il sopralluogo di domani (oggi per chi legge, ndr) dei tecnici provinciali potrebbe servire per valutare eventuali nuovi azioni da intraprendere».





Gabriella Pellegrini - L'Eco di Bergamo - Giovedì 29 Dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 43





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Scivola sul ghiaccio a Valbondione










Giovane soccorso in montagna




Intervento dell'elisoccorso nella mattinata di mercoledì 28 dicembre sopra Valbondione, nei pressi del rifugio Barbellino.




Un giovane di 27 anni di Bergamo è scivolato sul ghiaccio mentre con un compagno di escursione stava raggiungendo il lago di Valmorta, riportando un trauma alla spalla.






I due hanno raggiunto la casa dei custodi della diga del Barbellino, dove sono stati accolti e dove hanno atteso l'arrivo dell'elicottero, che è atterrato a valle delle diga. Il personale sanitario ha medicato il ferito e ha trasportato i due escursionisti a Valbondione, dove un'ambulanza ha trasferito il 27enne all'ospedale di Piario per le cure necessarie. La poca neve in quota, battuta dal vento di questi giorni, rende particolarmente difficoltoso il cammino e richiede la massima attenzione agli escursionisti.






L'Eco di Bergamo - 28 dicembre 2011 Cronaca





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Connessione libera in biblioteca e nelle aree adiacenti del centro
L'assessore Lobati: servizio per i cittadini, ma anche per i turisti



Wi-fi gratuito in centro a Piazza Brembana. Nella biblioteca di via Roma e nella zona adiacente, chiunque in possesso di uno smartphone o di computer portatile potrà collegarsi a internet e navigare gratuitamente, per un massimo di due ore al giorno.

L'iniziativa è stata promossa dall'amministrazione comunale, in collaborazione con la società Unidata che ha organizzato, in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, l'installazione gratuita di 150 hot spot in 150 Comuni della Penisola.
«L'opportunità di collegarsi gratis alla rete – spiega l'assessore Manuel Lobati – ha già suscitato interesse da parte di molti. E penso che turisti e villeggianti di questa stagione invernale avranno modo di apprezzare il servizio, anche solo per controllare la posta elettronica o per esigenze di lavoro».
Le aree attrezzate con il wi-fi gratuito sono la biblioteca e la zona di via Roma adiacente l'edificio. «Il servizio sarà completamente gratuito per i primi sei mesi dall'attivazione e consentirà a tutti gli utenti di navigare gratuitamente nella zona coperta dal segnale – prosegue Lobati –. Chi si vorrà collegare dovrà portarsi nella zona di copertura dove il pc o lo smartphone saranno automaticamente indirizzati alla pagina di rete e inserire una password, che potrà richiedere via sms al numero visualizzato nel momento della prima connessione.

Tutte le istruzioni per completare la registrazione e l'autenticazione dell'utente sono disponibili all'interno della biblioteca e saranno reperibili a breve anche sul sito www.comune.piazzabrembana.bg.it, con contenuti, iniziative e informazioni utili per la cittadinanza».

In Val Brembana anche Piazzatorre e Zogno forniscono gratuitamente il servizio di connessione wi-fi.

Eleonora Arizzi - L'Eco di Bergamo - Giovedì 15 Dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 41


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Primi fiocchi sulle piste da sci. Aprono Foppolo e Piani di Bobbio


Da sabato seggiovie al via per Quarta Baita e Montebello, forse il Valgussera
Nel comprensorio lecchese si salirà solo da Barzio. Da martedì anche da Valtorta

La neve in quota è arrivata. Poca, ma quanto basta perché Foppolo sabato possa assicurare l'apertura, per ora, almeno delle piste della Quarta Baita e del Montebello. E forse del Valgussera. La nevicata di lunedì scorso ha portato circa 15 centimetri di neve fresca che si è aggiunta ai cinque artificiali sparati dai cannoni.
«Il fondo ora c'è – dice il responsabile marketing di "Brembosuperski" Andrea Bosco – e sicuramente da sabato apriremo le piste della Quarta Baita e del Montebello». Ma le previste nevicate in quota di oggi e venerdì potrebbero consentire anche l'apertura della seggiovia al Valgussera.
Versione mobile del sitoPer chi vuole informarsi in tempo reale sulle condizioni delle piste di Bremboski (Foppolo, Carona e San Simone), inoltre, da lunedì scorso è online la versione mobile del rinnovato sito Internet del comprensorio www.bremboski.it, graficamente semplificata e ottimizzata per l'utilizzo su tutti gli smartphone e tablet.
E sabato è assicurata l'apertura anche della stazione lecchese-bergamasca dei Piani di Bobbio per il momento, però, solo con accesso da Barzio (Lecco) e non da Valtorta. «La neve nella zona bassa di Valtorta non è ancora sufficiente – dice l'amministratore degli impianti Massimo Fossati –. Non è detto, però, che le prossime nevicate non ci consentano l'apertura di Valtorta già da sabato.

Diversamente, grazie all'innevamento artificiale, la stazione brembana sarà sicuramente in funzione da martedì». Ancora incerta, fino a ieri, invece, l'apertura degli impianti delle altre stazioni della
Valle Brembana: Piazzatorre, Piani dell'Avaro e Oltre il Colle, dove si attende nuova neve.
Lizzola e Pora speranoTra le stazioni della Valle Seriana e della Valle di Scalve, la situazione migliore sembra essere quella di Lizzola-Valbondione. «La temperatura è scesa e continuiamo a sparare neve artificiale – dice Simona Zanchi, responsabile marketing della "Sviluppo turistico Lizzola" –. A oggi sulle piste ci sono dai 5 ai 10 centimetri di neve. Se dovesse ancora nevicare sabato potremmo anche aprire».
E forse, nel fine settimana, potrebbe aprire la pista del Pian del Termen, alla stazione di Presolana-Monte Pora. «Abbiamo dieci centimetri – dice Fulvio Pasinetti – e molto dipenderà dal tempo di questi giorni. Quella naturale, per ora, non è sufficiente e continuiamo a sparare coi cannoni».
Poca ancora la neve, a ieri pomeriggio, anche nelle stazioni di Spiazzi di Gromo e Colere dove, per attivare gli impianti di risalita, si attendono nuove precipitazioni nevose.

Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo - Mercoledì 14 Dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 38

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Via comunale asfaltata. I privati pagano il 55%


Conti in rosso. E così il sostegno economico diretto dei cittadini per pagare le opere pubbliche è tutta «manna» dal cielo. Succede a San Giovanni Bianco, dove il Comune ha un deficit da recuperare di oltre due milioni di euro e 111 mutui da pagare.

La scorsa settimana si è conclusa l'asfaltatura di circa un chilometro di strada comunale che da Piazzo-Schiava porta a San Gallo, ancora sterrata. Cinquemila euro li ha messi il Comune, altrettanti il Bim, diecimila la Comunità montana (entrambi a fondo perduto) e 25 mila euro (circa il 55%) i privati residenti lungo la strada (per un totale di 45 mila euro).

Una strada importante, per i proprietari delle case ma anche come alternativa in caso di interruzione (come successo recentemente) della principale che passa da San Pietro d'Orzio.
Dell'intervento si è discusso nell'ultimo Consiglio comunale di mercoledì sera. Dubbi sull'operazione sono però stati avanzati dal consigliere di minoranza Luciano Valaguzza del gruppo «San Giovanni Bianco nel cuore»: «E se questi cittadini non volessero più pagare? Dobbiamo fidarci?».

«Ci fidiamo della bontà degli abitanti di San Giovanni Bianco, altrimenti non ci saremmo candidati per diventare sindaco», è stato il commento di Roberto Monaci del gruppo di minoranza «Per San Giovanni Bianco». «I soldi vanno solo riscossi – ha replicato il sindaco Marco Milesi –. A nome di tutta l'Amministrazione comunale ringrazio i privati».

La seduta si era aperta con la surroga dei consiglieri e assessori dimissionari Eva Rondi (Cultura, istruzione e servizi sociali) e Pietro Salvetti (Bilancio, sviluppo economico e personale) sostituiti dai primi non eletti della stessa lista, ovvero Grazia Rubis e Patrizio Daina.
«Ritengo infondate le motivazioni che hanno spinto gli ex assessori a dimettersi – ha spiegato il sindaco Milesi –. Ogni deliberazione che prendiamo, così come ogni piccola azione che facciamo, non è dettata da scelte partitiche, bensì è volta al bene dei cittadini. E i provvedimenti adottati fin qui lo dimostrano».
Alcune variazioni di bilancio, quindi, sono state motivo di discussione. Entrambi i consiglieri di minoranza Valaguzza e Monaci hanno chiesto quali azioni sono state intraprese per ridurre le spese del Comune, con particolare riferimento ai costi dell'apparato comunale. «I 111 mutui ereditati dall'amministrazione ci impongono di pagare, annualmente, 840 mila euro tra restituzione di capitale e interessi – ha risposto il sindaco –. Oltre a questo dobbiamo far fronte al deficit di due milioni e 269 mila euro.

Come previsto dal piano di rientro approvato l'ottobre scorso, siamo riusciti a saldare i 330 mila euro che ci eravamo prefissati per la fine di quest'anno grazie alla riscossione dell'Ici. Dobbiamo ridurre tutte le spese. Per esempio abbiamo spostato le illuminazioni di Natale dal centro in zone che ci avrebbero permesso un maggior risparmio».

Alberto Marzocchi - L'Eco di Bergamo -Venerdì 09 Dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 37


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Una scuola per diventare contadini di montagna


San Giovanni Bianco: il corso dal 2012 al centro professionale
E per i maggiorenni si pensa alla figura dell'operatore d'alpeggio

Impareranno sui banchi di scuola, come da tradizione, ma il mestiere lo acquisiranno soprattutto tra stalle e caseifici della valle, che diventeranno laboratori speciali.
Col prossimo anno scolastico, dal Centro di formazione professionale di San Giovanni Bianco, usciranno i primi «operatori agricoli» bergamaschi. Niente a che fare col perito agrario, ma una nuova figura professionale, voluta da Azienda formazione bergamasca, col supporto di Provincia, Comunità montana Val Brembana e Coldiretti.
Discipline base, dall'italiano all'inglese, dalla matematica all'informatica. E poi quelle tecniche-professionali: economia agraria, coltivazioni ed ecologia applicata, biologia degli animali domestici, chimica e trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici primari. Alla fine sarà esperto di orto-floricoltura, silvicoltura (i boschi), coltivazioni e allevamento di
animali domestici.
«Stiamo verificando con alcune aziende della valle la possibilità di utilizzare stalle e caseifici come laboratori per i ragazzi – spiega il responsabile di sede Nadia Sicheri che sabato scorso ha illustrato il nuovo corso durante l'open day –. A differenza di altri indirizzi, ovviamente, qui non possiamo portare le attività a scuola. Sarà necessario trovare spazi esterni dove i ragazzi potranno fare esperienza». Ma il Centro di formazione professionale sta già pensando oltre.«I nostri ragazzi arrivano prevalentemente dalla montagna – dice ancora il preside – e l'idea è di creare un corso per "operatore montano", una figura che già esiste in Friuli e in Trentino.

Una figura specializzata sulla montagna, dall'ambito turistico a quello agricolo, fino alle piste da sci. Partiamo l'anno prossimo con l'"operatore agricolo", profilo, peraltro, che avrà già un'impronta montana. Non è detto che in un prossimo futuro si possa arrivare a questa nuova figura». E si pensa
anche agli adulti. «Per i maggiorenni, invece – prosegue Sicheri – vorremmo attivare, magari già da quest'anno, il corso per "operatore d'alpeggio", profilo professionale introdotto quest'anno dalla Regione Lombardia».
Convinto sostenitore di queste nuove figure Luigi Roffia, direttore di Azienda bergamasca formazione, con un passato di contadino.
«Con queste nuove figure – dice Roffia – andiamo incontro alle esigenze del territorio e alla crescita della valle in questo campo, dalle fattorie didattiche ai giovani che intraprendono questa strada lavorativa. Da più parti c'è un effettivo ritorno ai lavori di un tempo, alla cura del bosco, all'allevamento degli animali domestici e alla produzione di prodotti caseari tradizionali. È già da due anni che ne parlavamo e ora si parte»

Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo - Martedì 06 Dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 50.

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Cancellate nove corse autobus. Protestano i pendolari brembani


A Brembilla, Laxolo, Taleggio, Ubiale, Santa Brigida, Sant'Omobono e Palazzago
Petizione e lettere: «Pullman strapieni. E qualche autista non si ferma neppure»

Cancellate nove corse degli autobus. E pendolari e studenti della Valle Brembana protestano. Da alcuni giorni la Sab ha soppresso le corse da Palazzago a Presezzo delle 8,05, e viceversa delle 10,10, quindi quelle scolastiche delle 6 da Bergamo a Sant'Omobono, delle 14,45 da Laxolo per Zogno, e delle 6,45 da Piazza Brembana a Santa Brigida.

A queste si aggiungono anche le corse feriali del pullman da Zogno a Ubiale delle 17,45 e viceversa delle 18, quella delle 18,45 da Zogno per Peghera di Taleggio, e viceversa delle 19,30. La protesta arriva soprattutto dalla Valle Brembilla.
«Siamo sempre più isolati» «Il nostro paese è sempre più isolato dai collegamenti con la Valle Brembana – spiega Oliviero Carminati, di Brembilla –. La corsa delle 18,45 che da Zogno arrivava a Peghera è stata soppressa. È un orario di rientro importante, per i pendolari e per gli studenti. Già negli anni scorsi erano state tolte le corse della domenica, poi una della mattina alle 6,30 e infine quella delle 19,15. Il nostro sindaco ha già ricevuto le motivate lamentele per questo disservizio della Sab.

Dal canto suo l'azienda si è giustificata che è la conseguenza dei tagli della Regione per il trasporto pubblico. Ma sopprimere le corse in orari di maggior uso dei pendolari non penso sia un'ottimizzazione del servizio».  «Brembilla non può essere così marginalizzata – dice ancora il pendolare –. Non si pretendono trattamenti di favore, ma un servizio adeguato in virtù del fatto che il bacino d'utenza non è solamente il nostro comune, con oltre 4.000 abitanti, ma include Peghera e Gerosa.

E poi ci si lamenta che i paesi di montagna si spopolano». «Concludo con unaprovocazione – continua –. Si potrebbe rispolverare un vecchio progetto di organizzare un bus navetta dai Ponti verso
Brembilla e Laxolo in coincidenza con le corse di fondo valle».
Le soppressioni delle corse, peraltro, erano iniziate qualche anno fa, con l'eliminazione della corsa domenicale per la Val Taleggio. Circa un anno e mezzo fa la decisione di togliere il diretto da Bergamo per Peghera sostituendolo però con la corsa di un mezzo più piccolo, in partenza e arrivo da e a Zogno, su cui trasbordavano studenti e pendolari.

«L'anno scorso la situazione era abbastanza sopportabile – spiega Daniela Carminati, di Brembilla – ma quest'anno gli studenti sono aumentati molto e, la mattina in modo particolare, tanti utenti viaggiano in piedi. È capitato anche che, essendo il bus pieno, alcuni autisti non si fermassero alle fermate per non illudere le persone in attesa.
Per tutta risposta questi autisti si sono sorbiti pure la ramanzina del controllore che ha intimato loro di non farlo più, doveva essere la gente a scegliere di non salire vedendo il pullman strapieno. In diversi abbiamo mandato lettere all'azienda e alla Regione ma senza avere risposta. Ora abbiamo raccolto le firme per far capire che il problema è lamentato da un centinaio di persone».
Domani incontro in ProvinciaLe proteste sono arrivate anche in municipio a Brembilla. «Abbiamo ricevuto telefonate e lettere – dice il sindaco Gianni Salvi – e abbiamo scritto a Provincia e Sab. Lunedì (domani, ndr) dovremmo avere un incontro e forse una delle due corse cancellate potrà essere ripristinata. Secondo la Provincia quelle corse avevano pochi utenti mentre i pendolari sostengono che, per la maggior parte delle volte, l'utenza c'era».

Silvia Salvi - L'Eco di Bergamo - Domenica 04 Dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 43

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I laboratori scolastici? In dono dalle industrie



Al Turoldo di Zogno le aule di informatica e meccatronica
da Confindustria e ditta Scaglia. Domani l'inaugurazione

Due nuovi laboratori (uno di meccatronica e uno di informatica) saranno inaugurati domani, alle 10,30, all'istituto tecnico di Zogno, parte del polo scolastico Turoldo. I laboratori, una trentina di postazioni ciascuno, sono stati donati da Confindustria Bergamo e dalla ditta Scaglia Indeva di Brembilla, mentre l'Associazione artigiani ha provveduto all'impiantistica elettrica.
«I laboratori – spiega il preside Gualtiero Beolchi – sono il frutto di una collaborazione nata quando si decise l'apertura dell'indirizzo di meccatronica. L'istituto tecnico è partito con la riforma lo scorso anno, una novantina di studenti su 1.280 del polo: noi abbiamo i laboratori pronti un anno in anticipo e sapremo farne buon uso. Il laboratorio di informatica è a disposizione di tutto il polo, con priorità però per l'istituto tecnico. Scaglia Indeva, soprattutto nella persona dell'ingegner Stefano Scaglia, ci è stata vicina per tutto il percorso e gliene siamo grati. Non solo per l'impegno materiale a favore della scuola, ma per aver lavorato con noi anche in altre direzioni: la didattica, l'alternanza scuola lavoro.

Tutti fattori che ci permettono di avere una vera scuola tecnica di valle, che offre prospettive agli studenti perché intonata con la realtà produttiva locale. La gente della Val Brembana non ha mai avuto paura di lavorare. Il salto di qualità è dato dalla qualificazione, e ora è possibile».
«Noi crediamo – sottolinea da parte sua Stefano Scaglia – che il vero vantaggio competitivo stia oggi in personale formato in grado di seguire l'azienda nelle nuove sfide. Se vogliamo restare in valle, per noi è essenziale poter contare su uomini e infrastrutture.

Abbiamo cominciato questo discorso anni fa con il patto dei sindaci e con la Provincia e devo
dire che le promesse sono state mantenute, compresa la variante di Zogno. Siamo tutti d'accordo che per mantenere vitale il territorio, la scuola tecnica è un punto centrale, perché i professionali non bastano. In questa direzione l'assessore provinciale Zucchi ha lavorato molto e le aziende sono contente di aiutare la scuola».
I laboratori saranno intitolati al fondatore della Scaglia e sono un investimento a lungo termine, come sempre è la formazione. Ma i promotori sono sicuri che tornerà a vantaggio di tutti. La collaborazione con l'Associazione artigiani, l'istituto, Confindustria Bergamo è un modello organizzativo che non sarà lasciato cadere.
«Ringrazio in particolare – conclude Scaglia – Aldo Busi, tecnico in pensione della Indeva, che ha seguito per noi con passione tutto il progetto. Credo che in un mondo globale sia bello sentire di far parte di una comunità».

Susanna Pesenti - L'Eco di Bergamo - Venerdì 02 Dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 45

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A Costa Serina maxi aumenti sugli scuolabus


L'annuncio in aula: senza l'aiuto della Regione incrementi fino a 173 euro per ogni famiglia. L'opposizione: le risorse andavano gestite meglio

Diritto allo studioAll'interno del piano di diritto allo studio, infatti, sono inseriti anche i costi che dovranno sostenere le famiglie per la mensa e il trasporto. «I costi sono sostanzialmente i medesimi dell'anno scorso – ha spiegato il vicesindaco Matteo Persico – ma la Regione che in passato aveva contribuito con 12 mila euro non ha ancora attivato il bando per il sostegno alle spese. È possibile che il bando venga aperto per la prossima primavera, ma in caso contrario dovremo chiedere alle famiglie uno sforzo per sostenere questa eventuale riduzione delle entrate».
Il contributo si dovrebbe quindi dividere in due: una prima tranche che corrisponde al contributo ordinario e una seconda che sarà richiesta solo se la Regione, anch'essa alle prese con brutti chiari di luna, non dovesse contribuire. La prima rata aumenta di 17 euro per ogni fascia di reddito rispetto allo scorso anno: la prima fascia passa da 44 a 61 euro, la seconda da 55 a 72, la terza da 66 a 83 euro mentre la quarta da 77 a 94 euro.

Per quanto riguarda la seconda, eventuale, rata i contributi richiesti saranno di 89 euro per la prima fascia, 128 euro per la seconda, 147 per la terza e 156 per la quarta. «Considerando anche la seconda rata si tratta di un aumento consistente – ha aggiunto Persico che è anche assessore ai Servizi alla comunità – ma ovviamente speriamo di non doverla chiedere».
Polemica in aulaL'incremento è stato duramente contestato dalla minoranza, che ha votato contro il piano: «È facile – ha detto il consigliere Luigi Cortinovis – non ottenere più il contributo e girare il relativo costo sulle famiglie: c'è stata una mancanza di programmazione da parte dell'amministrazione. Forse era meglio trattare prima sulle tariffe. È un periodo difficile per i Comuni ma lo è anche per le famiglie».

Di scelta politica ha parlato un altro consigliere di minoranza, Fausto Dolci: «Per
abbassare le tariffe – ha spiegato – si potevano usare altre somme inserite nel piano. Si doveva lavorare meglio in precedenza: quello della Regione doveva diventare un contributo consolidato e non un contributo una-tantum».
Alunni che vanno e vengonoRispetto allo scorso anno gli alunni del polo scolastico del paese, che si trova nella frazione Ascensione e composto da asilo, elementari e medie, sono passati da 107 a 105 di cui 21 nella scuola dell'infanzia, 36 nella elementare e 48 nella media. Sono in aumento gli alunni che provengono da comuni diversi rispetto a Costa Serina: in particolare da Zogno si è passati da 6 a 12 mentre quelli da Bracca sono 10 e da Algua 2. I restanti 81 sono gli alunni residenti a Costa Serina.

A maggioranza è stata votata anche la ricognizione sul bilancio: «Votiamo contro – ha spiegato il consigliere di opposizione Fausto Dolci –. Notiamo che non ci sono incentivi per far fronte alla carenza di servizi ed esercizi pubblici che mostra il paese». All'unanimità è stato invece votato il piano intercomunale di protezione civile.

Davide Cortinovis - L'Eco di Bergamo - Mercoledì 30 Novembre 2011 PROVINCIA, pagina 45

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Val di Scalve e Val Brembana. Pronti al via i progetti di rilancio


Val di Scalve e Val Brembana. Pronti al via i progetti di rilancio


E' stato ufficialmente avviato mercoledì l'iter procedurale che porterà, a conclusione di tutte le fasi, alla sottoscrizione degli Accordi di Programma per la valorizzazione di comprensori sciistici nelle Province di Bergamo e Lecco.

Lo comunicano gli assessori regionali Marcello Raimondi (Ambiente, Energia e Reti) e Daniele Belotti (Territorio e Urbanistica) che, affiancati da Roberto Baitieri, delegato del presidente Formigoni per i rapporti con la montagna, hanno presieduto, a Palazzo Lombardia, il Tavolo dedicato a Valbrembana e Valsassina e quello dedicato alla Valle Seriana e alla Val di Scalve, alla presenza dei rappresentanti di tutti gli Enti coinvolti.

"Da questi progetti, per il cui finanziamento Regione Lombardia stanzia quasi 15 milioni di euro - ha commentato Raimondi - ci aspettiamo una vera e propria scossa allo sviluppo della nostra industria turistica. Una scossa che verrà grazie al metodo di lavoro che ci è consueto e che ha visto la fattiva collaborazione fra diversi soggetti, pubblici e privati.

Non era mai accaduto che si mettessero in campo due grandi progetti di rilancio per le principali località del turismo montano bergamasco. E ciò è stato possibile grazie all'intraprendenza dei Comuni e degli operatori, verso i quali la Regione ha voluto mostrare concretamente fiducia e sostegno come mai prima d'ora".

"C'é una grande soddisfazione - ha detto l'assessore al Territorio Daniele Belotti - nel veder ripartire questo programma di rilancio dello sci nei comprensori della Val Brembana della Val Seriana e della Val di Scalve; 14.600.000 euro di contributo oggi rappresentano una cifra molto importante, che va sfruttata al meglio. Bisogna puntare, per lo sviluppo del turismo nelle valli, sul ricettivo alberghiero, abbandonando così la vecchia logica delle seconde case, che troppi danni ha creato sulle nostre montagne".

VALBREMBANA E VALSASSINA (BG E LC) - L'obiettivo è quello di ammodernare, integrare e sostituire gli impianti di risalita obsoleti e/o in scadenza con la realizzazione di nuovi impianti, che assicurino maggiore portata oraria e un migliore confort per gli utenti, ovvero che siano dedicati a specifici target, quali bambini, principianti, snowboarder.

Saranno ampliate e integrate le piste attuali tramite la realizzazione, qualificazione e messa in sicurezza di nuove piste, tracciati e infrastrutture d'interconnessione; completati e ammodernati i sistemi di gestione e manutenzione delle piste con la realizzazione nuovi impianti di innevamento programmato delle piste e bacini di accumulo e l'acquisto di attrezzature e macchinari per la battitura e trattamento della neve. Infine saranno realizzate infrastrutture di servizio e supporto ai comprensori sciistici (miglioramento dell'accessibilità, realizzazione parcheggi e centri servizi e informazione).

L'Ente capofila è la Comunità Montana di Valle Brembana, con il sostegno delle Province di Bergamo e di Lecco, dei Comuni interessati e delle società gestori e/o proprietarie degli impianti sciistici bergamaschi e lecchesi. Il progetto approvato interessa i comprensori sciistici della Valle Brembana, quali il comprensorio di Carona, Foppolo e Valleve, i comprensori di Piazzatorre, Branzi, Cusio e Mezzoldo e il comprensorio interprovinciale Valtorta - Piani di Bobbio Artavaggio - Piani d'Erta nei Comuni di Barzio, Cassina Valsassina, Cremeno, Moggio e Valtorta.

L'investimento pubblico e privato per la realizzazione dei singoli interventi è di 51 milioni di euro, con un contributo regionale fino a 8 milioni di euro.

VALLE SERIANA E VAL DI SCALVE (BG) - L'Accordo di Programma prevede il collegamento tra gli impianti di Valbondione e quelli di Colere e l'incremento delle piste da sci, il potenziamento degli impianti di risalita e il miglioramento delle infrastrutture di servizio, sia in termini di accessibilità che in termini di gestione e sicurezza delle piste. Il tutto nel rispetto dei valori paesaggistici e culturali del territorio e con particolare attenzione alla sostenibilità, all'eco-compatibilità e alla destagionalizzazione dei flussi turistici.

L'Ente capofila è la Comunità montana di Scalve, con il sostegno della Provincia di Bergamo, dei Comuni interessati e delle società gestori e/o proprietarie degli impianti sciistici bergamaschi. Il progetto interessa le aree bianche di Colere, Spiazzi di Gromo, Lizzola e Schilpario.

L'investimento pubblico e privato per la realizzazione dei singoli interventi previsti dal progetto riguarda impianti di risalita e piste da sci alpino, opere di messa in sicurezza, impianti di innevamento e parcheggi funzionali per 42 milioni di euro per le aree integrate di Colere, Spiazzi di Gromo, Lizzola, con un finanziamento regionale fino a 6,6 milioni di euro.

(Ln) - L'Eco di Bergamo - 23 novembre 2011 Cronaca
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San Pellegrino - Il macigno pericolante verra' bloccato



Il macigno pericolante di 200 metri cubi: è alto 12 metri. Fondi da Regione e Provincia. Da lunedì i lavori alla Rocca per ingabbiarlo e legarlo alle funi

Il macigno pericolante alla Rocca di San Pellegrino sarà immobilizzato con funi di acciaio. I lavori, particolarmente delicati, finanziati da Regione e Comune, inizieranno lunedì e proseguiranno per circa tre settimane. Lavori considerati urgenti, anche dopo gli ultimi sopralluoghi effettuati questa settimana che hanno evidenziato il precario equilibrio del masso ciclopico.


Edifici sgomberati e strada chiusa
Alto 12 metri, per un volume di circa 200 metri cubi, il masso si trova alcune centinaia di metri dagli edifici a valle ma, considerata anche la pendenza del versante, è molto probabile che, in caso di distacco, possa raggiungere case e strada provinciale. Da una decina di giorni, quindi, case, capannoni artigianali e la chiesetta della località sono sgomberati mentre la Provincia ha chiuso al traffico il tratto di strada tra il ponte per Dossena e il confine con San Giovanni Bianco (restano, invece, aperti negozi e bar vicini).


Dopo i sopralluoghi il Comune ha affidato all'ingegner Alberto Frassoni e al geologo Marco Maggi l'incarico di studiare una messa in sicurezza del versante, peraltro già in passato teatro di smottamenti. Chiedendo, nel frattempo, alla Sede territoriale della Regione (ex Genio civile) un contributo per i lavori.


Proprio la Regione ha considerato come di somma urgenza l'intervento, finanziando per 75 mila euro i lavori. Altri 28 mila euro saranno invece stanziati dal Comune. I lavori, già appaltati dal Comune all'impresa Fitzcarraldo di Ballabio (Lecco), inizieranno lunedì.
«Il contributo è stato riconosciuto vista la pericolosità della situazione – dice il dirigente della Ster di Bergamo Claudio Merati –. Il macigno, in pratica, sarà immobilizzato: verrà ingabbiato e quindi ancorato con tiranti in acciaio. A quel punto sarà immobilizzato e si potrà ulteriormente metterlo in sicurezza consolidandone il piede con un sottomuro».


Si bonifica anche il versante
L'ipotesi di demolizione, infatti, era già stata scartata dal progettista Frassoni, considerate le precarie condizioni del macigno, quindi a rischio di crollo. Oltre a immobilizzare il macigno, peraltro, l'intervento prevede anche la pulizia e la messa in sicurezza di tutti i frammenti caduti sul versante.
Inoltre sarà ripristinata la funzionalità di un palo delle reti paramassi nei pressi della provinciale. «L'avvio dei lavori – dice il sindaco Vittorio Milesi – si deve alla positiva collaborazione avuta con Regione e Provincia, in particolare con il dirigente regionale Merati, il presidente della Provincia Pirovano e il responsabile della Viabilità Renato Stilliti».


La Provincia, infatti, interverrà con altri 50 mila euro per la bonifica del resto del versante della Rocca.Lavori, con progettazione ancora affidata a Frassoni, che dovrebbero iniziare contestualmente o subito dopo la messa in sicurezza del macigno.


Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo - Sabato 19 Novembre 2011 PROVINCIA, pagina 43

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I piccoli Comuni «No ai tagli indiscriminati»



Valle Brembana, i centri minori si mobilitano «Gestioni associate? Decida il territorio». L'Anci: vi chiederemo di tornare in piazza


«Al faro rosso, acceso dai sindaci, non ci si può girare dall'altra parte». Enrico Borghi, presidente dell'Uncem (Unione nazionale Comuni Comunità Enti montani) ha voluto così sottolineare, da una parte l'appello forte, chiaro e deciso che proviene dalle amministrazioni e dall'altra la necessità che associazioni e istituzioni prestino attenzione alle istanze che giungono dal territorio.
Punto chiave della questione è l'ormai tristemente famoso articolo 16 della manovra finanziaria bis, quello che ha fatto sussultare i Comuni sotto i mille abitanti, per i quali si prospetta l'accorpamento di tutti i servizi e delle funzioni amministrative. Una norma che, in Valle Brembana ci tengono a dirlo, non è stata affatto dimenticata, ma che vede una mobilitazione significativa.

Ne è prova il fatto che, all'incontro promosso a Piazza Brembana dalla Comunità montana, con la presenza di Enrico Borghi e di Mauro Guerra, vicepresidente Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) e coordinatore della Consulta dei piccoli Comuni, la sala conferenze era piena. E le duecento persone presenti non erano solo sindaci o assessori, ma anche tanta gente dei paesi della valle, a rappresentare le comunità e il territorio.
«Di nuovo in piazza»La situazione della Valle Brembana è assai anomala rispetto ad altre zone d'Italia. Dei 38 paesi che fanno parte della Comunità montana, ben 29 hanno meno di 1.000 abitanti. E quello che, sulla carta, ai legislatori appare una semplice formula matematica da applicare per aggregare i Comuni, sul territorio apre numerose riflessioni tra gli amministratori.

L'Anci in questi mesi sta partecipando direttamente con i suoi rappresentanti agli incontri sul territorio per conoscere e per informare. «Qui non discutiamo del futuro di sindaci pro-tempore – ha detto Borghi –, ma di comunità. Siamo pronti ad affrontare la sfida di un cambiamento, ma quanto proposto dall'articolo 16 non è la medicina giusta».
«Quando ci dicono che tagliare le poltrone dei sindaci è proficuo, è demagogia pura – è intervenuto Mauro Guerra –. I Comuni servono a presidiare la vita dei territori, sono uno dei volani su cui far ripartire il nostro Paese. Sì allora alle gestioni associate, se e dove servono, ma su ambiti che devono essere definiti in modo razionale a livello territoriale».
Mobilitazione, attenzione e partecipazione è quanto l'Anci chiede agli amministratori e alle comunità. «Vi chiameremo di nuovo a scendere in piazza – ha proseguito Guerra –, organizziamoci per ridare dignità di autonomia ai Comuni. Il peso ai tavoli dipende anche dalla capacità di mobilitazione delle amministrazioni».

L'invito poi a provare a costruire soluzioni, nel modo più rispettoso della legge, senza commettere stupidaggini. «Collaboriamo fra di noi e con la ragionevolezza delle cose che diciamo, ce la possiamo fare. Fate cose ragionevoli davanti a norme irragionevoli».

I sindaci: al centro il territorioAlcuni amministratori della valle hanno preso la parola. Raimondo Balicco, sindaco di Mezzoldo, ha invitato l'Anci a non giocare la partita sul valore dei numeri. «Spostare il limite a 5.000 abitanti o al quadruplo del Comune più piccolo non è la formula giusta. Salviamo i nostri Comuni». Stefano Ambrosioni, sindaco di Lenna, ha auspicato che l'interesse per la questione resti alto, anche da parte degli organi d'informazione. «Servono soluzioni che partano dal territorio», ha puntualizzato Angelo Rossi, vicesindaco di Branzi.
«Le gestioni associate sono un destino ineludibile – ha concluso Guerra – ma dobbiamo metterci in testa di farle. Vi invito alla partecipazione attiva. Abbiamo bisogno della forza dei piccoli Comuni per
combattere questa battaglia».

Domani pomeriggio, alle 16, a Roncobello, nella sala polivalente, l'amministrazione comunale organizza un incontro pubblico dal titolo «Articolo 16. Il futuro dei paesi di montagna».

Monica Gherardi - L'Eco di Bergamo - Venerdì 18 Novembre 2011 PROVINCIA, pagina 39

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Bracca, frana alla località Fonte


«Ha colpito l'auto, ma sono salvo»


Momenti di panico questa mattina a Bracca, a causa di una frana caduta sulla strada, che ha parzialmente colpito un'auto. Fortunatamente il conducente non ha riportato ferite. Lo smottamento ha portato a valle alcuni metri cubi di terra e sassi.

E' successo attorno alle 6,30 in località Fonte. Lungo la strada provinciale 67, in quel momento stava transitando un veicolo: ad un tratto dalla montagna si è staccato del terreno ghiaioso che è finito sulla carreggiata.

L'episodio si è verificato quasi all'altezza del Ristorante Giancarlo.
«Ho visto la frana venirmi addosso - dice Massimo Consoli, 44 anni che con la sua Lancia Libra stava recandosi al lavoro a Curno -. Me la sono vista bruttissima. Sono ancora spaventato. E' successo tutto in pochi istanti. Pensavo che la rete potesse contenere lo smottamento invece ha colpito in pieno la fiancata dell'auto che dopo nemmeno una ventina di metri si è dovuta fermare. Sono sceso e mi sono allontanato».


L'auto ha riportato seri danni non solo alla carrozzeria ma anche all'impianto meccanico di trasmissione messo praticamente fuori uso. Consoli ha avuto il suo momento di  notorietà come primo partecipante al Bepi Quiss in onda su Bergamo Tv.

Sul posto della frana sono giunti i vigili del fuoco di Zogno che hanno chiuso al traffico una corsia di marcia della strada invasa dai sassi. Attualmente si procede a senso unico alternato in attesa dello sgombero.

L'Eco di Bergamo - 9 novembre 2011 Cronaca

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Parte il Gruppo di cammino a Oltre il Colle


Biblioteca punto di incontro












































































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«Bassa terra vincente? Ma la montagna ha le mani legate»


Il presidente della Val Brembana: «Lasciateci sfruttare le nostre risorse
Oppure si compensi la difesa del suolo con fondi e servizi alle comunità»


«Zona a protezione speciale», in tre lettere «Zps». Una sigla che amministratori, e non solo, della valli, conoscono bene.
La montagna, in particolare quella bergamasca, è piena di vincoli paesaggistici. È territorio da preservare, diversamente da buona parte della pianura, quella Bassa che, nei prossimi anni, si candida a diventare nuovo baricentro della provincia. Bassa uguale modernizzazione e montagna uguale arretratezza. Secondo il presidente della Comunità montana Valle Brembana Alberto Mazzoleni uno dei motivi dei ritardi della montagna rispetto alla pianura – in termini di servizi, modernizzazione e popolazione – va ricercato proprio nei troppi vincoli ambientali.








































«Brebemi sfregio al paesaggio?»




«Per chi viene da noi in vacanza – dice il presidente della Comunità montana Valle Brembana Alberto Mazzoleni –è cosa normale che la natura venga tutelata. Ma poi il turista se ne va. E la montagna resta con i suoi vincoli, troppi, a difesa del paesaggio. Da una parte sono giusti, dall'altra no. Perché allora non considerare anche Brebemi e Pedemontana uno sfregio al paesaggio e alla natura? La terra è terra, ovunque». «Se obblighiamo la montagna a rimanere incontaminata allora la riteniamo più importante della pianura – continua Mazzoleni –. Ci sta bene, ma questo va compensato in termini di aiuti allo sviluppo e soprattutto in servizi.

Altrimenti rischiamo di essere solo una riserva naturale. E questo senza fare vittimismo o assistenzialismo, che non è certo nel dna dei montanari. Diversamente ci lascino utilizzare le risorse che abbiamo – dai boschi all'acqua – che di sicuro le sappiamo usare meglio di chi viene in montagna una volta all'anno».
Proprio la carenza di servizi convince molte famiglie a lasciare le valli. «Chiediamo cose semplici – prosegue Mazzoleni – dai trasporti al sociale e un ospedale più efficiente. Perché in montagna non serve solo una politica di investimenti sulle opere come magari pensano Stato e Regione».
Opere che, in Valle Brembana, oggi sono legate in particolare a viabilità e turismo: partita la variante di Zogno, bisognerà pensare alle gallerie a San Giovanni Bianco e soprattutto a completare la Villa d'Almè-Dalmine (con la Villa d'Almè-Paladina molto lontana e il tram leggero ancora un sogno).
Centrale lo sviluppo turistico con i progetti in corso, dalle nuove Terme di San Pellegrino al potenziamento di impianti e ricettività nelle stazioni sciistiche (con Foppolo e Valtorta lanciate, mentre Piazzatorre e Oltre il Colle sono in difficoltà).«Purtroppo procediamo a tentoni e siamo preoccupati per i tempi troppo lunghi – dice il sindaco di San Pellegrino e consigliere provinciale Vittorio Milesi – ma dobbiamo crederci anche perché non abbiamo alternative».

«Per troppo tempo abbiamo sottovalutato la nostra vocazione turistica – aggiunge Mazzoleni – e ora dobbiamo recuperare un gap generazionale sugli investimenti. Ci vorrà tempo e soprattutto occorrerà anche riscoprire il giusto modo di investire, cambiando mentalità e approccio al turista. In questo dobbiamo affidarci ai giovani imprenditori. Quello che noto, peraltro, è un fiorire di iniziative, soprattutto legate al settore agroalimentare.

Ci sono molti giovani entusiasti dell'agricoltura. Un ritorno alla terra – che forse potrà essere a breve sancito anche dalla nascita della prima scuola dell'agricoltura – fondamentale per tenere le nuove generazioni in valle». Seppure meno forte di qualche anno fa (oggi, per esempio, la Valle Imagna è in crescita), resta il problema dello spopolamento. «Chi nasce nelle alte valli – dice Milesi – farà il pendolare a vita: disagi e sacrifici quotidiani, dallo studente al lavoratore. Purtroppo gli aspetti positivi del vivere in una piccola comunità sono sovrastati da queste problematiche che limitano di fatto la stessa piena realizzazione delle
persone».
«Servono agevolazioni fiscali»

«Abbiamo bisogno di un'attenzione particolare perché, all'interno delle istituzioni, non c'è la benché minima percezione della maggiore criticità del vivere in montagna e delle ricadute più pesanti che la crisi riversa su questi territori. Una fragilità e una specificità della montagna che devono essere riconosciute anche attraverso una normativa, un sistema di finanziamento e delle agevolazioni fiscali (per esempio, per i negozianti, ndr)».

Infine l'annunciata soppressione dei piccoli Comuni, un danno enorme, secondo qualcuno. «Se il decreto sarà applicato – dice Mazzoleni – sarà l'abbandono e la conseguente distruzione definitiva della montagna». «La legge evidenzia una scarsa considerazione e conoscenza delle problematiche montane – conclude Milesi –. È fuori di dubbio che mantenere i servizi in montagna costa di più ma a chi vive in montagna devono essere garantiti gli stessi diritti di chi vive nella
Bassa o in città».

Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo - Sabato 05 Novembre 2011 PROVINCIA, pagina 30

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Il turismo? A Oltressenda riparte da pozze e «albe»



Sistemate cinque fontane e abbeveratoi, aperte agli allevatori
Il sindaco: ripartiamo dal passato per rilanciare l'economia


L'economia di Oltressenda Alta, piccolo comune che conta circa 300 abitanti, in passato si è basata soprattutto sull'allevamento e sul razionale sfruttamento dei boschi. Un'economia che è andata via via impoverendosi conl'abbandono della montagna, che ha pesantemente caratterizzato anche questo angolo dell'alta valle del Serio.
L'amministrazione comunale retta da Michele Vanoncini è comunque intenzionata a dare alla località un futuro che si basi soprattutto sul turismo ecocompatibile: da qui l'edificazione, ormai alle battute finali, dell'ostello a Valzurio per il quale sono già state presentate alcune domande per gestirlo, così come la sistemazione di mulattiere e sentieri che consentono di raggiungere località molto belle, come le stalle del Moschel, Colle Palazzo, i rifugi Rino Olmo e Albani.

Ma non solo.«Come amministrazione – spiega il sindaco Vanoncini – siamo intenzionati a salvare il salvabile nel campo dell'agricoltura e dell'allevamento. Rientra in quest'ottica la sistemazione, quasi completata, delle pozze di abbeverata del bestiame e di alcuni pozzi o fontane («albe» in bergamasco, ndr) che si trovano sul nostro territorio».
I soggetti coinvoltiProgetti resi possibili grazie alla collaborazione tra Comune, con i progetti stilati dall'Ufficio tecnico, Parco delle Orobie, che ha finanziato l'iniziativa con i fondi del progetto regionale «Incremento connessione ecologica tra Parco delle Orobie bergamasche e pianura - Rete ecologica regionale», il Consorzio forestale Alto Serio, che ha eseguito i lavori. e alcuni privati. Uniti per tornare alle origini e rilanciare il turismo.
Vale per trent'anni«Le pozze di abbeverata e gli "Albe" – continua il sindaco – sono di proprietà privata. Prima dell'intervento di sistemazione, costato in tutto 84.000 euro, abbiamo trattato con i proprietari, che ringrazio per la loro disponibilità, firmando con gli stessi una convenzione: in cambio della sistemazione delle loro pozze di abbeverata si sono impegnati a renderle fruibili, per 30 anni, a tutti gli allevatori e agli alpeggiatori».
Per sistemare pozze e fontane, spiega Adriano Pasini, direttore del Consorzio forestale Alto Serio, si sono seguiti i metodi tradizionali, «quelli che fanno largo uso di materiale naturale, come tronchi, argilla e foglie». Tra le pozze già sistemate quella di Colle Palazzo, la pozza del Lò e quella di Fopa Fosca. I pozzi o fontane recentemente ultimati sono quelli di Crus e quello di Campello, dotato tra l'altro di un'artistica tettoia in legno. Da sistemare rimane ora solo l'abbeveratoio di Grupì, tra Villa d'Ogna e Oltressenda Alta.

Enzo Valenti - L'Eco di Bergamo - Venerdì 04 Novembre 2011 PROVINCIA,

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San Giovanni Bianco - Bilancio in rosso. Ok al rientro


«Entro il 2013 diventeremo un Comune quasi normale». Questo il commento del consigliere di maggioranza Bernardo Galizzi nell'ultimo Consiglio comunale all'approvazione del piano per pareggiare il disavanzo di amministrazione (2 milioni e 269 mila euro).


Con il piano di rientro il Comune si prefigge di annullare il deficit entro il 2013. Mentre per estinguere i 111 mutui in corso dovrà attendere tra vent'anni. «La strategia che abbiamo scelto è la meno gravosa dal punto di vista dell'aggravio fiscale – ha detto il sindaco Marco Milesi –. Inoltre poggia su una varietà di possibilità che ci consentono di reperire delle entrate sicure e diversificate».


Ecco i punti illustrati dal sindaco: «In seguito ad una richiesta avanzata dal Comune, il ministero dell'Interno ha riconosciuto che ci spettano 331 mila euro relativi al pagamento dell'Ici dal 2001 al 2009. Inoltre pensiamo di recuperare Ici dalle cinque centrali idroelettriche nel nostro paese, per circa 800 mila euro».


Ma non solo Ici. Il Comune intende cedere dei terreni ad alcune cooperative. Superficie, finora, data in concessione dal Comune per 99 anni. L'importo che spetta al Comune è di circa 420 mila euro. Infine, il piano di alienazione degli immobili dovrebbe portare circa 720 mila euro. «Il piano di rientro è ottimistico e fan ben sperare – ha detto il consigliere di minoranza Alessandro Balestra ("Per San Giovanni Bianco") –. Tuttavia è indispensabile cercare nuove risorse, per esempio ottimizzando i costi della macchina comunale».


«La riduzione dei responsabili di funzione va in questa direzione», è stata la replica dell'assessore al Bilancio Pietro Salvetti. Critico il consigliere di minoranza Luciano Valaguzza del gruppo «San Giovanni Bianco nel cuore» che, insieme a Ferdinando Begnis, ha lasciato l'aula prima dell'approvazione. «Mi auguro che si realizzi ciò che il sindaco ha illustrato – ha commentato Valaguzza –, ma in realtà non si è voluto affrontare il problema.


Questo piano di risanamento non è attendibile e, a eccezione dei 331 mila euro dell'Ici, non è attuabile. Se si pensa che un Comune in deficit come il nostro ha pagato due volte un amministratore nel 2008 e che solo oggi si viene a scoprirlo, viene da chiedersi: sarà l'unico caso? Perché non si è scoperto prima? Questo fatto suggerisce che ci sia del disordine nella gestione dei conti e del
Comune stesso».


Alberto Marzocchi - L'Eco di Bergamo - Giovedì 03 Novembre 2011 PROVINCIA, pagina 41


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La cascata supera il test . E per Branzi è uno show


Ieri i controlli Enel sulla portata massima del torrente Borleggia
Tutto il paese ad ammirare il tuffo, che non si vedeva dal 1998


L'acqua cade con la sua potenza, la sua spuma bianca e la sua freschezza che punge il viso, proprio ai piedi del paese, a due passi dal municipio, dalla chiesa parrocchiale, dalla scuola, dalle case del centro di Branzi.
La cascata della Val Borleggia ieri era una meraviglia su cui si sono incollati gli occhi dei tecnici, degli uomini della Protezione civile, della gente del luogo e di tanti bambini, incantati da uno spettacolo che non si vedeva dal 1998.
Se per qualcuno è stato una magia da ammirare, per Enel, Ster di Bergamo e Comune di Branzi si è trattato di un importante test per verificare la portata massima di acque del torrente, scaricando l'acqua dalla diga di Pian Casere, senza produrre danni.
Trecento metri di bellezzaLa diga è a circa 1.800 metri di quota. Mille metri più in basso il paese e, proprio sul tratto finale del corso dell'acqua, lo splendido salto di 300 metri. L'ultimo test era stato condotto nel 1998, giungendo a scaricare nell'alveo del torrente 12 metri cubi di acqua al secondo. L'obiettivo di ieri, di giungere allo scarico di 18 metri cubi, è stato pienamente raggiunto alle 14 e il territorio ha saputo resistere alla grande massa di acqua e alla sua potenza.
Alle 7 del mattino sono stati aperti gli scarichi e la portata è stata gradualmente aumentata fino a giungere al tetto prefissato. In quota e lungo il torrente erano collocati i volontari del gruppo di Protezione civile della Comunità montana Valle Brembana, che hanno monitorato la situazione, pronti a segnalare eventuali criticità.
Controlli anche dall'altoControlli effettuati anche dall'alto per mezzo di un elicottero e registrati dai tecnici.
Durante la mattinata, sul piazzale antistante la cascata, sono giunte centinaia di persone e anche i bambini e i ragazzi delle scuole del paese hanno potuto ammirare da vicino lo spettacolo naturale. I dati registrati dai tecnici hanno rilevato che, durante l'operazione, il livello dell'acqua dell'invaso a monte si è abbassato di circa 2 metri e che l'alveo del torrente Borleggia ha brillantemente superato il test.













































«Meglio che nel 1998»«La quantità d'acqua rilasciata è stata notevolmente superiore alla sperimentazione del 1998 – ha spiegato Ambrogio




Piatti, ingegnere di Enel Produzione –. Questo ci indica che la situazione del territorio è migliorata, perché ha saputo reggere un maggior carico. La manutenzione degli alvei e la cura del territorio giocano un ruolo fondamentale in questi casi».
La gente del paese ha osservato con particolare entusiasmo il risveglio del «Börlegì», un ramo del torrente normalmente asciutto e che ieri ha persino superato in spettacolarità la più nota «Börlègia», il ramo principale che con la sua cascata rappresenta uno degli eventi clou dell'estate di Branzi. «Il test ci ha reso possibile definire il campo di esercizio della diga – continua Piatti – e le modalità che possiamo attuare, non solo in casi di emergenza, ma per la gestione di situazioni anche di normale esercizio».

Monica Gherardi - L'Eco di Bergamo - Sabato 29 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 46






















































Piccoli paesi «Unioni? Non vanno imposte»



Piazza Brembana: un altro no  al decreto dal circolo del Pd «Costruire percorsi condivisi»

«Va bene unire i servizi, va bene anche unire più Comuni, ma non con una legge calata dall'alto, che non tiene conto della specificità della montagna».
L'ennesimo appello contro il decreto del governo che obbligherà i piccoli Comuni sotto i mille abitanti all'Unione oppure all'associazione dei servizi, è arrivato dall'incontro svoltosi recentemente nella sede del circolo Pd di Piazza Brembana, presenti decine di amministratori della valle e l'onorevole Giovanni Sanga.
Dopo le prime proteste sul decreto, ora la nuova normativa prevede che i Comuni sotto i mille abitanti costituiscano delle Unioni: ogni Comune avrebbe un sindaco e sei consiglieri, non la Giunta, e le decisioni sarebbero demandate alla Giunta dell'Unione. «Ma all'interno della Giunta – ha spiegato Sanga – sarebbero rappresentati solo alcuni Comuni. E il sindaco, alla fine, delega le proprie funzioni. Verrebbe meno il principio dell'elezione diretta, del rapporto diretto tra eletto e cittadino».
L'alternativa: servizi condivisiLa legge, comunque, consente alle amministrazioni comunali di evitare l'Unione, dimostrando, entro il 31 ottobre 2012, di aver associato tutti i servizi. «Pure in questo caso, però – prosegue Sanga – la Giunta viene soppressa e poi ci sarà comunque un Comune capoconvenzione a cui i servizi verranno delegati. Che rapporto riusciranno ad avere coi propri cittadini e col Comune a cui avranno delegato le funzioni?». «Questa legge – ha proseguito il deputato del Pd – ha elementi di inapplicabilità e di incostituzionalità. È stata fatta senza un minimo di riflessione. Io posso essere d'accordo
nell'unire i Comuni, ma questo va fatto con un percorso condiviso e con i cittadini, costruendolo sul territorio e proponendo degli incentivi».
È emersa poi la specificità della montagna alla quale non possono essere applicate le stesse regole dei Comuni più grandi. «Occorre uscire dalla logica del numero degli abitanti – prosegue Sanga – perché la montagna ha pochi residenti, ma territori vastissimi e un numero altissimo anche di seconde case, a cui occorre dare servizi. E chi ha fatto la legge, di questo non ha tenuto conto».
Tanti anche gli interventi dei sindaci. Il primo cittadino di Lenna, Stefano Ambrosioni, ha ricordato come la Regione (che potrà modificare i limiti demografici previsti dalla legge, entro il 17 novembre) «difficilmente interverrà, visto che non ha approfondito la questione e i tempi fissati dalla legge sono troppo stretti». Quindi ha ricordato come i Comuni della Valle dell'Olmo insieme arrivano a 2.200 abitanti e hanno un'estensione di 140 chilometri quadrati, mentre la Val Fondra ha circa 2.500 abitanti e si estende su 147 chilometri quadrati.

Per entrambe la densità è di circa 16 abitanti per chilometro quadrato. «Il nostro peso elettorale – ha detto Ambrosioni – è quindi minimo». Il vicesindaco di Isola di Fondra, Carletto Forchini, ha ribadito come solo le «Unioni volontarie e non calate dall'alto possono rispondere alle giuste esigenze di
razionalizzazione dei servizi». Il primo cittadino di Roncobello, Andrea Milesi, ricordando come il suo paese abbia 14 associazioni, ha sostenuto che le Unioni porteranno allo scioglimento di tanti gruppi di volontariato.
Limiti demografici: la scadenzaStasera, alle 20,30 nella sede della Comunità montana a Piazza Brembana, sull'argomento si terrà un incontro con la presidente nazionale dell'Associazione nazionale piccoli Comuni, Franca Biglio. E sul decreto la Lista Bettoni e l'Unione di Centro in Consiglio provinciale hanno presentato una mozione urgente, in vista della scadenza del 17 novembre.

Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo - Lunedì 24 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 29


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Le nostre idee per la Valserina




Uniamoci per preservare la nostra autonomia



Riceviamo dal Dal giornalino del circolo Pd Valserina.  e volentieri pubblichiamo:
Come sicuramente saprete, con le recenti manovre finanziarie ci sono state parecchie novità che impattano in modo visibile e permanente sui nostri comuni, in particolare quelli con meno di 1000 abitanti. Ovvero tutti tranne Serina e Oltre il Colle, seppur quest’ultimo paese di soli 62 unità. Nel 2010 difatti Dossena conta 966 abitanti , Costa Serina 980, Bracca 767, Algua 726 e Cornalba 310.

Le principali novità sono:
Obbligo di esercizio associato per tutti i servizi e le funzioni amministrative per tutti i comuni al di sotto  dei 1000 abitanti;

Possibilità di aderire a un’unione per tali comuni per conferirle le PRINCIPALI funzioni (quindi non tutte);

Obbligo entro 3 anni dell’esercizio associato di tutte le funzioni amministrative per i comuni al di sotto dei 5000 abitanti: amministrazione; gestione e controllo; funzioni di polizia locale; istruzione; funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti; gestione del territorio e dell’ambiente;
Eliminazione della giunta per i comuni al di sotto dei 1000 abitanti;

Riduzione da 9 a 6 consiglieri per tutti i comuni, quindi 4 di maggioranza e 2 di minoranza più il sindaco.

Applicazione del patto di stabilità per i comuni fino a 1000 abitanti.
 
Due considerazioni vanno fatte subito: questi provvedimenti all’interno di manovre di contenuto finanziario non solo sono lesive dell’autonomia e dell’autodeterminazione dei comuni, ma mettono a repentaglio la democrazia e la rappresentanza. Il taglio dei consiglieri comunali come quello della giunta rappresenta un taglio al volontariato civile che molti di noi fanno nel nostro comune, aumentando la consapevolezza della cittadinanza di quanto succede e quindi la trasparenza della macchina amministrativa, principio non molto rispettato neppure dalle nostre parti. Inoltre la
diminuzione del numero di cittadini che si occupano del bene comune è un impoverimento della nostra democrazia, con l’accentramento nelle mani di pochi del potere decisionale.

E in questo ha una responsabilità altissima quella forza che dell’autonomia e del federalismo ha fatto la sua bandiera, rimangiandosi poi la parola in funzione di un  neocentralismo regionale. Parlo ovviamente della LEGA, di lotta qua sul territorio e attaccata alla scagna a Roma e a Milano. A tutti le proprie responsabilità e la Lega Nord ne ha molte in questo senso.

A settembre tramite un’interrogazione consigliare ho chiesto al sindaco di Serina a che punto siamo sulla discussione dell’esercizio associato delle funzioni. “Ne stiamo parlando”, ha risposto, dando facilmente ad intendere che è tutto in alto mare.

Vorrei pertanto che sul futuro della nostra valle si facesse una bella discussione mettendo insieme pezzi che all’apparenza sono distanti.

La valle Serina soffre di marginalità economica e politica da molto tempo. Anche Serina ultimamente, se non altro con le ultime stagioni estive, perde terreno in confronto ad altri territori.

A ciò si aggiunge la crisi, quindi la disoccupazione e l’assenza di risorse disponibili ai comuni per rilanciare il turismo e l’attività economica.

In ultimo si sono aggiunte le novità delle manovre che costringono in qualche modo i comuni a dover cooperare e a perdere autonomia. Ma anziché farci imporre dei modelli associativi e farci privare così del potere di decidere in modo autonomo, perché non decidiamo noi quale sarà il nostro futuro?

La mia proposta è pertanto che tutti gli attori principali delle istituzioni ma anche della società civile della Val Serina (associazione agricoltori, pro loco, ecc..) cominciassero a discutere su quale assetto istituzionale sia migliore per rilanciare la valle e quali strumenti di partecipazione alle decisioni possono essere più funzionali.

E’ pacifico che ogni comune voglia, e aggiungo debba, mantenere una propria autonomia e specificità, ma mai come ora dobbiamo ragionare insieme del futuro. Se davvero dobbiamo unire le funzioni, perché non creare a questo punto un’unica istituzione, con un piano strategico e organico condiviso dai sindaci, in cui si decide insieme  come distribuire le risorse, quali provvedimenti prendere, su quali caratteristiche della valle puntare, che strategia di marketing territoriale adottare?

Altrimenti il rischio è che dall’alto ci impongano forme di collaborazione che non condividiamo, o peggio anche fusioni come previsto dalla prima bozza della manovra, e che come ogni scelta imposta si trasformi in un carrozzone inutile  per nostra ostilità o per altro.

Facciamo un percorso assieme e condividiamo obiettivi e strategie. Credo che la prospettiva sia la creazione di un’Unione dei comuni in cui però possiamo inserirci strumenti di autonomia per ogni singola comunità, di codecisione da parte dei rappresentanti dei comuni e di partecipazione democratica dei cittadini . In questo modo unifichiamo sia gli sforzi che gli obiettivi e non sprechiamo risorse.
So che non è una cosa facile anche per le storie diverse e la paura di lasciare recinti sicuri, ma se non lo facciamo noi, qualcun altro lo deciderà a posto nostro.
Andrea Tiraboschi

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Stop al rilancio Piazzatorre ora vede nero




Nuovi impianti e hotel, dopo 4 anni «Alta quota» lascia
Seggiovie in vendita. A rischio l'avvio della stagione



Primo: le seggiovie di Torcola Vaga e Torcola Soliva sono in vendita. Secondo: l'apertura degli impianti di risalita per la prossima stagione sciistica, ormai vicina, è a rischio. Terzo: Piazzatorre, a questo punto, rimette nel cassetto i sogni di rilancio turistico iniziati circa quattro anni fa.
Per la piccola stazione sciistica dell'alta Valle Brembana è un terremoto che non ci voleva, proprio nell'imminenza della stagione della neve. «Alta quota», società proprietaria delle seggiovie che portano alle piste di Torcola Vaga e impegnata da alcuni anni nel tentativo di rilancio della stazione invernale dell'alta Valle Brembana, si è ritirata dalla corsa.

Stagioni in rossoDopo due stagioni con bilanci in rosso (compresa quella dello scorso anno, quando per la prima volta nella storia del paese i comprensori di Torcola Vaga e Torcola Soliva sono stati unificati) ha deciso di non riaprire gli impianti di risalita.

Si è detta però disponibile a cederli in comodato d'uso gratuito o di venderli al Comune di Piazzatorre.
«Le stagioni precedenti sono andate male – taglia corto l'imprenditore Marco Vigani, amministratore di "Alta quota" – e soprattutto siamo ancora in un forte periodo di crisi globale. Non è il momento di investire. Per questo rinunciamo al progetto di rilancio. Con questo, però, non vogliamo frenare lo sviluppo del paese. Siamo disposti a vendere gli impianti al Comune oppure a cederli, sempre all'Amministrazione comunale, in comodato d'uso gratuito».
Da quanto è stato possibile sapere «Alta quota» e Comune sono in trattativa per la vendita-acquisto delle seggiovie. Dal sindaco Michele Arioli, peraltro, non arriva nessuna dichiarazione ufficiale. A questo punto la stagione sciistica, ormai alle porte, sembra essere a rischio. Per l'economia di Piazzatorre sarebbe un colpo veramente duro. Che arriverebbe a conclusione di una travagliatissima vicenda legata al progetto di rilancio, avviato intorno al 2007.
Piano che ebbe il via libera dal Consiglio comunale (allora guidato dal sindaco Federica Arioli) nel marzo 2009.
Prevedeva investimenti, da parte del privato, per circa 50 milioni di euro: l'ex colonia Genovese (in stato di abbandono) trasformata in albergo, circa 400 appartamenti da ricavare nell'ex colonia Bergamasca (di proprietà di «Alta quota») e in località Tagliata, nuove piste da sci e seggiovie.
L'Enel ha tolto la correnteLa scorsa stagione invernale la società «Alta quota» dell'imprenditore Marco Vigani aveva unificato i comprensori sciistici di Torcola Vaga e Torcola Soliva (ancora oggi di proprietà della società Sesp che da tempo le ha messe in vendita), realizzando un sogno, a Piazzatorre inseguito da anni. Ma la stagione è comunque andata male. Tanto che alcuni dipendenti non sarebbero stati pagati e l'Enel ha staccato la corrente dagli impianti.
E la firma finale, davanti al notaio, dell'accordo che avrebbe dovuto dare il via al progetto di rilancio non è mai arrivata, prima per «questioni giuridiche», poi per la crisi del mercato immobiliare in genere. Di fronte a ciò amministrazione comunale e società «Alta quota» avevano cercato nuove soluzioni. Per evitare che quanto previsto dal progetto andasse completamente abbandonato.
In particolare sarebbero state tolte dal piano le 280 previste abitazioni alla Tagliata per mantenere il recupero dell'ex colonia Genovese e dell'Opera bergamasca. Alla fine il progetto di rilancio è tornato nel cassetto, in attesa di nuovi investitori: «Alta quota» ha abbandonato e ora al Comune spetta la difficile scelta di prendere in gestione gli impianti di risalita.

Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo -Giovedì 20 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 36

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Foppolo, una seggiovia veloce per rilanciare la Val Carisole




L’impianto sostituisce 3 skilift e arriva in cima al Conca Nevosa, a oltre 2.100 metri
Alle Foppelle nasce l’area bambini, con 2 tappeti e nuove piste per piazzale alberghi




Una seggiovia tutta nuova che porta a oltre 2.100 metri di quota, un grande campo scuola per principianti, con due tapis roulant per la risalita e nuove piste di collegamento per il piazzale alberghi di Foppolo. Sono alcune delle novità che si stanno preparando nel comprensorio Brembo Ski – Foppolo, Carona e San Simone – in vista della prossima stagione invernale, per garantire un’offerta adeguata ai molti appassionati che scelgono le piste bergamasche e continuare nel rilancio delle stazioni invernali.

Un grande cantiereFoppolo nei mesi estivi è stato – ed è tuttora – un grande cantiere.
Chi arriva in questi giorni sul piazzale alberghi, il punto di partenza degli sciatori, con la seggiovia che porta a Quarta Baita e Montebello, nota subito il primo, evidente cambiamento: non c’è più la partenza dello «storico» Valgussera, la alle Foppelle è in corso una vera rivoluzione: in quella che negli anni scorsi era una zona tutto sommato marginale, con un tracciato di collegamento per il piazzale K2 e il campetto per la scuola sci, si lavora per spianare, ampliare, risistemare le pendenze.

Diventerà una grande area-scuola, destinata ai principianti, con due nastri trasportatori nuovissimi e successivi, di 100 e 150 metri, per la risalita. Un’area attrezzata in special modo per i bambini, un vero parco caratteristica seggiovia monoposto che in qualche modo ha segnato l’immagine del paese brembano. Ormai la seggiovia era desueta ed è stata già sostituta, da qualche anno, da un moderno impianto che sale al Valgussera dalla Val Carisole.


























Adesso sono stati proprio tolti il caseggiato della partenza sul piazzale e alcuni piloni e all’occhio dell’osservatore si apre un ampio sbancamento, sul pendio che porta alla zona Foppelle. Sbancamento che ha creato due diversi tracciati, due piste destinate a collegare in discesa proprio la zona Foppelle e il piazzale alberghi. Già, perché divertimenti sulla neve. Davide

Redaelli, caposervizio del comprensorio, spiega: «È una zona completamente riqualificata e non ha nulla da invidiarea quelle esistenti nelle altre grandi stazioni sciistiche.
Qui si potranno mettere gli sci ai piedi in tutta sicurezza, e i bambini potranno appassionarsi ad uno sport meraviglioso».
In pensione gli skiliftDalle Foppelle alla Val Carisole: adesso ci si arriva in jeep, con gli sci ai piedi, d’inverno, è più facile. E gli appassionati che conoscono la zona hanno come meta gli skilift «Terre rosse», che portano fino al Mirtillo, in quota, da dove si può salire ancora, con un altro skilift, il Conca Nevosa.
Una salita lenta, ripagata poi dalla bellezza delle piste e dello scenario naturale. Ebbene, adesso i due skilift andranno in pensione.

E li seguirà anche il terzo. Al loro posto sta sorgendo – dovrebbe essere pronta per la prima neve – una seggiovia tutta nuova, quadriposto, ad agganciamento automatico, con una portata oraria di 1.800 persone e una velocità di salita notevole: in soli 6 minuti si arriva in cima al Conca Nevosa, oltre 2.100 metri di quota e tante diverse piste a disposizione.
Spiega ancora Davide Redaelli: «Gli skilift erano ormai obsoleti e la seggiovia permette di dare nuovo impulso allaVal Carisole, vero gioiello naturale».

Uno spettacolo mozzafiatoLa partenza della seggiovia è vicino al tappeto coperto già inaugurato l’anno scorso, all’arrivo della seggiovia da Carona, dove funziona un apprezzato campo scuola. In cima, alla stazione d’arrivo del nuovo impianto, lo spettacolo è di quelli che non si dimenticano: di fronte il Valgussera, a destra il Montebello, sotto la Val Carisole che si apre con i suoi tracciati.

Per ora manca solo la neve, che peraltro ha già cominciato a farsi vedere da queste parti: una spolveratina, subito portata dal vento e sciolta dal sole ancora caldo di un ottobre davvero fuori misura. I pochi fiocchi bianchi, però, fanno già pensare– e sperare – a quelli ben più abbondanti attesi per l’inverno e intorno ai quali «gira» l’economia di un territorio.

Già, perché a neve, se per gli appassionati è bellezza, divertimento, emozione, per chi vive qui vuol dire soprattutto lavoro, turismo. È vita.

ALBERTO CAMPOLEONI - L'Eco di Bergamo -Lunedì 17 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 20

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Branzi, stop alle valanghe




Posate le reti in Valle Grande
Ormai conclusi i lavori finanziati dalla Regione Lombardia
Il sindaco: opere ben fatte. L'assessore Belotti: siamo in anticipo




Affronterà i prossimi inverni con maggiori protezioni il comune di Branzi, in alta Valle Brembana. Il milione stanziato dalla Regione per la messa in sicurezza del territorio sta già mostrando i suoi frutti.

Concluso il primo cantiere in Valle Ruine per un costo complessivo di 120 mila euro, è in dirittura d'arrivo il cantiere in Valle Grande, per un costo di 800 mila euro.
I finanziamenti rientrano nell'accordo di programma tra Regione e ministero dell'Ambiente per la riduzione del rischio idrogeologico. Il programma, siglato un anno fa, prevede 225 milioni di euro per il territorio lombardo, dieci milioni solo per quello bergamasco.

I cantieri di Branzi, insieme a quelli di Alzano, saranno i primi a essere terminati.Lo conferma il sindaco di Branzi, Gabriele Curti: «I lavori in Valle Ruine sono già conclusi, mentre in Valle Grande termineranno entro questo mese. Le fondazioni sono ormai ultimate. Da settimana prossima si inizierà l'assemblaggio delle reti a valle, che in un secondo momento verranno portate in
quota. Il tutto richiede una quindicina di giorni. La Regione ha rispettato le tempistiche e gli interventi, oltre a essere necessari, sono ben fatti».
Gli interventi nel Comune di Branzi interessano aree poste a una quota di 1.800 metri di altitudine e riguardano la riduzione del rischio valanghe.
«Centoventimila euro – spiega il sindaco – sono serviti per la manutenzione delle reti di difesa attiva già esistenti. Altri 800
accumulata sulla strada comunale. Soddisfatto l'assessore regionale al Territorio Daniele Belotti: «La Lombardia è tra le regioni italiane quella più avanti nell'esecuzione delle opere previste dall'accordo di programma. I cantieri di Branzi stanno lavorando a pieno ritmo pur essendo a 1.800 metri di altitudine e in condizioni pmila euro, invece, sono destinati alla costruzione di nuove reti e fanno parte di un completamento dei lavori iniziati nel 2008 su finanziamento ministeriale».
La difesa attiva è quella che previene il distacco di valanghe, mentre quella passiva è una sorta di contenimento per le valanghe già in atto. Incidenti causati da valanghe, peraltro, si sono verificati recentemente a Branzi. L'ultimo episodio risale al 7 febbraio del 2009 quando, proprio in Valle
Grande, si era staccata una valanga che aveva raggiunto edifici e si era roibitive. Si stanno completando i lavori dei paravalanghe, che vanno conclusi prima dell'arrivo della neve.

Nei cantieri si stanno addirittura anticipando i tempi previsti per la conclusione».

Alberto Marzocchi - L'Eco di Bergamo - Domenica 16 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 39

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Ristoratori-sherpa di formaggio
Da Ornica a Gerola a dorso d'asino





Cinque cuochi hanno ripercorso il sentiero da secoli collegamento tra le vallate
Hanno portato Formai de Mut e Agrì, in cambio hanno avuto Bitto Storico



Ancora non si è spenta l'eco del successo ottenuto prima al Cheese di Bra e successivamente alla Fiera di San Matteo di Branzi, ed ecco che i sentieri dei «Formaggi Principi delle Orobie» sono stati realmente percorsi da un gruppo di ristoratori appassionati di glorie casearie e di montagna.
Guidati da FerdyCapitanati da Ferdy Quarteroni che quei sentieri li conosce a menadito, Ezio Gritti noto chef stellato dell'Osteria di Via Solata di Bergamo Alta, Fabio Oberti giovane cuoco-patron del ristorante  La Baracca di Camerata Cornello, Graziana Regazzoni dell'Albergo diffuso di Ornica e Marco Fustinoni, titolare dell'agriturismo Prati Parini di Sedrina, martedì si sono incamminati verso il passo di Salmurano (2.017 metri, sopra Ornica) che collega l'alta Valle Brembana con la Val Gerola.
Ad attenderli al di là del passo, alle baite dell'alpe Pescegallo, c'era Paolo Ciapparelli, presidente e leader del Consorzio per la salvaguardia del Bitto storico, associazione fondata dai produttori che caricano gli alpeggi storici del noto formaggio praticamente gemello del nostro Formai de Mut (i territori arrivano a sovrapporsi).

La storia è nota: i ribelli sono fuoriusciti dalla Dop istituzionale del Bitto dopo l'ultima modifica al disciplinare che sostanzialmente, estendendo la zona di produzione a tutta la Valtellina, ne ha minato l'identità storica.
Come riprenderla? Alleandosi con chi, proprio perché lo dicono storia e tradizione, ha più affinità: il Formai de Mut Dop
appunto, e poi il Branzi Ftb e gli altri formaggi che un tempo erano oggetto di scambi commerciali tra le valli confinanti, lo Strachitunt Valtaleggio, l'Agrì di Valtorta e gli Stracchini all'antica anche detti a «munta calda» (questi ultimi due formaggi ora Presidio Slow Food).
Formaggi che nascono in un territorio circoscritto attorno al Pizzo dei Tre Signori. Dunque l'idea formalizzata durante le due fiere per qualcuno è già diventata un sentiero da percorrere per rinsaldare l'antico legame. La delegazione dei ristoratori, già ribattezzati «sherpa del formaggio orobico», hanno trasportato in parte a dorso dell'asino Suellen in parte a spalla nelle gerle il Formai de Mut Dop (quello d'alpeggio, a marchio blu) e la pasta degli Agrì al centro di raccolta ed affinamento del Bitto Storico in Gerola Alta (Sondrio). In sede Paolo Ciapparelli ha autenticato di suo pugno, apponendo l'indicazione del casaro, dell'annata e dell'alpeggio, le cinque forme destinate ai ristoratori bergamaschi. Caricate nelle gerle avvolte nel fieno profumato – così s'usava un tempo, quando perfino il trasporto era concepito come fase di affinamento – il gruppo è tornato sui propri passi raggiungendo il passo di Salmurano e quindi Ornica.
Le riprese della RaiOra le forme riposano nei caveau dei ristoratori in attesa che raggiungano il massimo della loro qualità (che per il Bitto può avvenire anche dopo alcuni anni di affinamento). Già in Val Gerola per raccontare del successo del Bitto Storico durante l'ultimo Cheese, una troupe del Tgr della Rai ha seguito anche l'impresa dei ristoratori bergamaschi.

Il servizio verrà trasmesso all'interno di AmbienteItalia, in onda il sabato – forse già oggi – dalle 12,55 alle 14, su Raitre.

Elio Ghisalberti  - L'Eco di Bergamo - Sabato 15 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 45

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Zogno finisce on line




Il centro ha la wifi gratis
Con il wifi si può navigare in internet col portatile o col palmare


Il centro storico di Zogno è on line. Prende il via il progetto «Zogno WiFi», che permette di collegarsi gratuitamente alla rete internet comunale tramite pc, smartphone o tablet. L'operazione è promossa dal Comune di Zogno ed è una delle iniziative realizzate nell'ambito del Distretto del commercio «La porta della Valle Brembana», cofinanziate dalla Regione Lombardia.

«La collaborazione con l'associazione Punto Amico – spiega Giampaolo Pesenti, assessore al Commercio di Zogno – ha permesso, coinvolgendo le attività commerciali, di espandere la copertura del servizio, oltre ai luoghi pubblici più strategici, ai locali dove i cittadini hanno maggiore tempo e occasioni per fruire del servizio, realizzando così un progetto innovativo nel suo genere».

La registrazione al servizio è semplice e immediata: con l'inserimento dei propri dati si riceve un sms di conferma con le credenziali di accesso personali per accedere a tutti gli hot-spot presenti sul territorio.

Nello specifico la rete sarà sempre accessibile gratuitamente, a ciascuno per un massimo di due ore ogni giorno, nelle sedi municipali e spazi vicini all'aperto, di piazza Italia e viale Martiri della libertà, in biblioteca, al parco Belotti e al parco giochi dell'area mercato, quindi negli orari di apertura al pubblico al bar Cavour, al ristorante What's Up, al ristorante «La Staletta», alla trattoria
«Breve respiro», alla pizzeria Millenium, al b&b «Casa Martina» e all'albergo Da Gianni

L'Eco di Bergamo - 12 ottobre 2011 Cronaca

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Zogno, centro storico con internet gratis




Via al servizio WiFi di Comune e negozianti
Collegamento anche da sette bar e ristoranti



Il centro storico di Zogno è online. Prende il via il progetto «Zogno WiFi», che permette di collegarsi gratuitamente alla rete internet comunale tramite pc, smartphone o tablet. L'operazione è promossa dal Comune di Zogno ed è una delle iniziative realizzate nell'ambito del Distretto del commercio «La porta della Valle Brembana», cofinanziate dalla Regione Lombardia.
«La collaborazione con l'associazione Punto Amico – spiega Giampaolo Pesenti, assessore al Commercio di Zogno – ha permesso, coinvolgendo le attività commerciali, di espandere la copertura del servizio, oltre ai luoghi pubblici più strategici, ai locali dove i cittadini hanno maggiore tempo e occasioni per fruire del servizio, realizzando così un progetto innovativo nel suo genere».
Due ore al giorno online

La registrazione al servizio è semplice e immediata: con l'inserimento dei propri dati si riceve un sms di conferma con le credenziali di accesso personali per accedere a tutti gli hot-spot presenti sul territorio.
Nello specifico la rete sarà sempre accessibile gratuitamente, a ciascuno per un massimo di due ore ogni giorno, nelle sedi municipali e spazi vicini all'aperto, di piazza Italia e viale Martiri della libertà, in biblioteca, al parco Belotti e al parco giochi dell'area mercato, quindi negli orari di apertura al pubblico al bar Cavour, al ristorante What's Up, al ristorante «La Staletta», alla trattoria «Breve respiro», alla pizzeria Millenium, al b&b «Casa Martina» e all'albergo Da Gianni (e spazi
esterni vicini).

Tutte le zone di copertura del servizio sono state segnalate con uno logo che identifica il progetto «Zogno WiFi - Free zone» riportante lo stemma comunale e il simbolo dell'associazione «Punto amico». Per collegarsi alla rete gratuita occorre portarsi nella zona di copertura dove il pc o lo smartphone saranno automaticamente indirizzati alla pagina di registrazione.
«Il progetto Zogno WiFi – sottolinea l'assessore all'Informatizzazione Massimo Pesenti – si inserisce anche in una programmazione più ampia. Infatti il primo passo è stata la realizzazione del nuovo sito istituzionale del Comune di Zogno, in seguito è stato istituito tutto l'albo pretorio online con la gestione delle pratiche edilizie e commerciali in via telematica. Questo è un ulteriore passo verso l'informatizzazione della pubblica amministrazione. La nuova rete "Zogno WiFi" rende accessibili, senza registrazione, tutte le informazioni presenti sul portale comunale».
Sul sito il dettaglio

L'opportunità offerta di collegarsi alla rete gratuitamente ha già suscitato interesse da parte di molti.
In particolare i più entusiasti dell'iniziativa sono gli studenti che frequentano la biblioteca, i giovani in generale e tutte le persone che già utilizzano internet per scaricare la posta elettronica, per esigenze di lavoro o utilizzano i vari social network. Sul sito comunale
www.zogno.bg.it è presente una sezione che spiega il servizio in dettaglio.

Ed. Va. - L'Eco di Bergamo - Mercoledì 12 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 43


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«No al supermercato. Si uccidono i negozi»




Sei sindaci dell'alta valle su nove sono contrari al punto vendita in progetto a Piazza Brembana


Un supermercato a Piazza Brembana. Cosa ne pensano i sindaci dell'alta Valle Brembana? Sei sono contrari alla sua realizzazione, due (o meglio, un sindaco e il presidente della Comunità montana) misurano sul piatto della bilancia i pro e i contro, mentre un solo collega si schiera dalla parte dell'amministrazione di Piazza Brembana, intenzionata a portare in paese il super.
Secondo Virna Facheris, sindaco di Valnegra, «l'amministrazione guidata da Geremia Arizzi non farebbe mai qualcosa contro i propri cittadini. Inoltre la presenza di un supermercato può stimolare la concorrenza. I negozianti dovranno offrire qualcosa in più, sia migliorando i servizi, sia proponendo prezzi più adeguati. Il supermercato è un'opportunità in più e potrà avere ripercussioni positive anche sul turismo».
I commenti cautiTra i primi cittadini che scelgono la prudenza c'è quello di Lenna, Stefano Ambrosioni: «Spetta al Comune di Piazza Brembana valutare se sia un bene o un male – spiega –. Ci sono, indubbiamente, dei lati positivi e dei lati negativi. Sarebbe corretto tutelare i piccoli negozianti del paese, ma dire che avrà degli effetti distruttivi è impossibile. I commercianti, comunque, dovranno adottare delle strategie diverse e ragionare in un contesto più ampio».
Anche il presidente della Comunità montana Alberto Mazzoleni ritiene la questione piuttosto complessa: «Vincolare o chiudere il mercato è sempre più difficile. La logica del protezionismo non paga di certo. Sul supermercato ci sono dei pro e dei contro. È evidente che la proliferazione di esercizi commerciali di grandi dimensioni non faccia bene, tuttavia offrono un servizio in più ai cittadini. Allo stesso tempo, però, si dovrebbero incentivare i piccoli negozi e gli artigiani,
dando dei contributi affinché si mantengano gli esercizi in montagna».
Esemplificativo, in tal senso, l'intervento del Comune di Moio de' Calvi: «Abbiamo stanziato 30.000 euro per riqualificare l'unica bottega del paese – spiega il sindaco Davide Calvi –. Ci lavora una ragazza di vent'anni che rappresenta il futuro per i nostri paesi. Sono assolutamente contrario con quanto l'amministrazione di Piazza Brembana intende fare. A chi serve avere un supermercato? Ai cittadini sicuramente no. All'amministrazione forse sì. Bisogna che si abbia la responsabilità di garantire un futuro ai nostri giovani».
Il rischio chiusura«Non sono d'accordo – è il commento del sindaco di Mezzoldo Raimondo Balicco –, è una scelta dannosa per la società. La concorrenza spietata toglierà i clienti ai negozi della valle, che saranno costretti a chiudere». Dello stesso avviso il sindaco di Ornica Ambrogio Quarteroni, secondo cui «è una decisione non positiva che limita le potenzialità dei piccoli negozi», e il sindaco di Carona Giovanni Alberto Bianchi: «Sarà una difficoltà enorme per i negozianti».
Parla di «difficoltà per tutti gli esercenti» il sindaco di Piazzatorre Michele Arioli: «Il nuovo supermercato non porterà nuovi posti di lavoro e verranno meno quei rapporti di vicinato che contribuiscono al senso di appartenenza alla comunità». «Difficile essere d'accordo – commenta Gabriele Curti, alla guida di Branzi –. Ci perdono i negozi di paese che, se non chiuderanno, ridurranno il loro fatturato. In questi giorni i negozianti del mio paese mi hanno segnalato il loro
disagio».

Alberto Marzocchi - L'Eco di Bergamo - Domenica 09 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 37

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Bracca, fuochi e caldarroste: due giorni di feste




È un appuntamento che si ripete dal 1967: come vuole la consuetudine, nel fine settimana Bracca festeggia il frutto più amato del periodo autunnale, la castagna. La due giorni organizzata dalla Pro loco e dal Comune si terrà nella tensostruttura montata al campo sportivo.

La 45ª festa inizierà oggi alle 16 con la cottura delle prime «börole» e alle 18,30 aprirà il servizio cucina. L'appuntamento clou della prima giornata è previsto alle 22 con lo spettacolo pirotecnico.
La serata sarà accompagnata dalla musica e dalle danze del gruppo «Revival».
Domani la cucina inizierà a sfornare i piatti e a cuocere le castagne dalle 11,30. Nel pomeriggio saranno quattro gli appuntamenti che si susseguiranno per animare la sagra: alle 14,30 ci sarà lo spettacolo del gruppo folcloristico «La Garibaldina» di Terno, alle 16 la gara tra i taglialegna, mentre alle 16,30 si terranno le premiazioni del concorso fotografico «Volti e stagioni della Valle Brembana» che è stato organizzato da Comune e Pro loco con la collaborazione del sito internet http://www.valbrembanaweb.com/.

L'ultimo appuntamento, alle 17,15, è la scalata al palo della cuccagna. Ad accompagnare la cena saranno, dalle 18,30, le note e i canti popolari del «Bandì» di Zogno.
Nel corso della giornata di domani si terranno inoltre il secondo raduno dei camion della Valle Serina, la mostra dei
reperti bellici della Prima guerra mondiale, la mostra fotografica sulla storia del gruppo alpini di Bracca e la mostra di burattini provenienti da tutte le regioni d'Italia. Sempre domani sarà attivo il servizio bus navetta.
E domani appuntamento con un'altra tradizionale castagnata, quella che si svolgerà a Pusdosso, frazione di Isola di Fondra, organizzata dal gruppo Amici. A mezzogiorno pranzo rustico con patate, stracchino e salamini bolliti, torta e caffè (11 euro). Nel pomeriggio castagne arrosto (offerta libera), musica e canti (posti a sedere con tavoli e sedie per 250 persone). Nel ricordo di Rodolfo Melacini, nato e cresciuto a Pusdosso, sarà organizzata una sottoscrizione a premi il cui ricavato andrà al restauro della chiesa. Per raggiungere Pusdosso ci sarà un bus con partenza dalla sbarra della strada
agrosilvo-pastorale (dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15). Costo di 5 euro (andata e ritorno). Info al 346.2411486.
Castagnata e vin brulé domani anche nell'antico borgo di Arnosto a Fuipiano Imagna. La manifestazione, organizzata dalla Pro loco, in caso di pioggia verrà rinviata a domenica 16 ottobre.

L'Eco di Bergamo - Sabato 08 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 46


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Il sindaco a Berlusconi «Ci aiuti per il Casinò»




Da San Pellegrino lettera-appello al premier
«Strumento efficace per combattere la crisi



L'Italia è ormai piena di videopoker e slot machine, il gioco d'azzardo online è stato legalizzato. A breve, lo Stato emetterà il bando per autorizzare altri mille «poker live» in tutta Italia e ora anche i casinò con giochi elettronici sono legali (nel 2009 ha così riaperto quello storico di Bagni di Lucca).
«A questo punto – dice il sindaco di San Pellegrino Vittorio Milesi – non possono certo essere remore morali a frenare la riapertura delle case da gioco». Milesi ha scritto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per chiedere la riapertura della casa da gioco a San Pellegrino (funzionante solo a inizio Novecento).
Campione, 118 milioni l'annoOggi in Italia, in deroga al codice penale, sono aperti i casinò di Venezia, Campione d'Italia, Saint Vincent e Sanremo. Un esempio: il casinò di Campione d'Italia (2.000 abitanti) ha 550 dipendenti, nel 2009, con 673 mila presenze, ha incassato 118 milioni di euro, in parte destinati al Comune. Ovvio che numeri del genere sarebbero manna per San Pellegrino e la valle. Negli ultimi anni la richiesta di apertura di San Pellegrino è stata, da un punto di vista politico, bipartisan.
Lo hanno fatto, tra gli altri, con proposte di legge, il senatore di Oltre il Colle Valerio Carrara, il deputato Giorgio Jannone e i leghisti bergamaschi Pirovano, Stucchi, Consiglio e Vanalli: in quell'occasione la Camera approvò un ordine del giorno che impegnava il governo a valutare la riapertura. L'ultimo disegno di legge, in ordine cronologico, è quello presentato recentemente dal deputato siciliano Domenico Scilipoti che ha chiesto la riapertura di San Pellegrino e Taormina.

Nel 2009 il ministro del Turismo, Michela Brambilla, annunciò un decreto che avrebbe consentito l'apertura delle case da gioco negli hotel di lusso.
Ma nonostante proposte e annunci, ancora nulla di concreto. E per San Pellegrino la roulette resta ancora lontana. «In un
tempo difficile come quello che stiamo vivendo – scrive Milesi a Berlusconi –, la riapertura del casinò, per San Pellegrino Terme ma anche per altre realtà, costituirebbe uno strumento di particolare importanza ed efficacia per affrontare la gravi crisi che ha colpito ancora più pesantemente la Valle Brembana».
La casa da gioco a San Pellegrino, peraltro, potrebbe trovare collocazione, più che nel casinò municipale, nel Grand Hotel (all'ultimo piano), il cui recupero appare oggi come il più complicato dell'operazione di rilancio avviata da Comune, Regione, Provincia e Gruppo Percassi. «La riapertura della casa da gioco – prosegue Milesi – consentirebbe di recuperare il Grand Hotel, obiettivo che finora si è rivelato arduo, per non dire proibitivo».
«I danni dai videopoker»«In questi anni – dice ora Milesi – più parlamentari hanno proposto la riapertura delle case da gioco e, in particolare l'onorevole Giacomo Stucchi si è interessato di San Pellegrino. Ma, purtroppo, finora non si è ottenuto nulla. Nel frattempo nei bar si sono moltiplicati slot machine e giochi vari che, magari, mandano in rovina le famiglie. Non si capisce perché si continui a ostacolare le case da gioco che, invece, farebbero meno danni».

Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo - Venerdì 07 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 44




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