martedì 26 aprile 2011

Anche i quad sfrecciano sulle Orobie

"Ogni commento è vano, basta la foto"

Una frase che manifesta tutta l’indignazione di un appassionato di montagna nel vedere tre quad sfrecciare su una collina al pian della Palù.

L’unico commento allegato alla mail con la foto inviata dal nostro lettore Gianluigi Bonomelli è “Ogni commento è vano!!”


Una frase che manifesta tutta l’indignazione di un appassionato di montagna nel vedere tre quad sfrecciare su una collina al pian della Palù, vicino al rifugio Magnolini, a Castione della Presolana. Dopo il vivace dibattito tra i sostenitori e i detrattori delle motocross sulle Orobie ecco una foto che punta a sensibilizzare i tanti bergamaschi convinti che motori e montagna vadano a braccetto. Un’immagine che vale più dei mille botta e risposta tra le associazioni ambientaliste e i fedeli delle due o quattro ruote dentate. Nei mesi scorsi infatti più voci si sono levate per impedire questo sport sulle Orobie bergamasche. Da una partel’associazione Orobievive e il Cai, dall’altra il Motoclub Bergamo, che ha cercato più volte il dialogo senza cadere nei giudizi troppo affrettati.

Il Cai si mobilita: ora basta danneggiare con le moto i sentieri di montagna
Il Cai di Bergamo chiede a gran voce un intervento di controllo e di sensibilizzazione per contrastare il danneggiamento dei sentieri da parte dei mezzi motorizzati che scorrazzano indisturbati in montagna.
Il Cai di Bergamo, vale a dire i presidenti delle sezioni e di tutte le sottosezioni, chiede a gran voce (alla Regione, alla Provincia, all'Arpa, alle Comunità montane, all'Asl...) un intervento di controllo e di sensibilizzazione per contrastare il danneggiamento dei sentieri da parte dei mezzi motorizzati che scorrazzano indisturbati in montagna.
 

La ricchezza dei sentieri nella bergamasca e il loro buono stato di conservazione è il frutto del lungo e duro lavoro di chi ci ha preceduto, e attualmente viene salvaguardato solo con l’impegno di volontari di varie sezioni e sottosezioni del Club Alpino Italiano e altre associazioni coinvolte nella gestione della estesa e fitta rete di sentieri e percorsi, come ben rappresentata nella nuova 'Cartografia Turistico - Escursionistica della Provincia di Bergamo', un patrimonio comune fondamentale per sostenere la promozione del turismo naturalistico, storico-cultuale, rurale e agroalimentare di montagna di ogni valle bergamasca.
 

Da anni, ormai, i frequentatori della montagna bergamasca alpinisti, escursionisti, sportivi e turisti segnalano e documentano ripetuti incontri e testimonianze del passaggio di motocross e mezzi motorizzati e dei gravi danni conseguenti del loro transito su numerosi sentieri, itinerari e mulattiere del nostro territorio provinciale.
Nonostante la Legge Regionale 5 dicembre 2008, n. 31 all’art. 59 comma 3 affermi che “Sulle strade agro-silvo-pastorali, sulle mulattiere e sui sentieri è vietato il transito dei mezzi motorizzati, ad eccezione di quelli di servizio e di quelli autorizzati in base al regolamento comunale di cui al comma 1”, i sentieri rientranti sia nel Parco Orobie Bergamasche, nel Parco dei Colli di Bergamo enelle Aree Protette, sia quelli esterni ad esse, sono spesso frequentati dai motociclisti e da altri mezzi
meccanici non di servizio e non autorizzati.
 

Ciò comporta onerose conseguenze di carattere:
· TECNICO:
con distruzione talvolta irreparabile dei sentieri sottoposti al passaggio improprio e ripetuto dei mezzi meccanici, danni in particolare su terra battuta e con fondo bagnato, nelle zone prative e nei boschi, pregiudicando queste infrastrutture fondamentali per la frequentazione, conoscenza e protezione del territorio montano bergamasco.
· AMBIENTALE:
con notevoli disagi sia agli escursionisti, camminatori e appassionati alla ricerca diun ambiente salutare, integro e sicuro sia di coloro che vi si trovano per attività professionali o economiche di montagna
A quanto sopra si aggiunga la distruzione di flora e vegetazione oltre al disturbo sempre estremamente dannoso per la fauna, in particolare nei periodi di riproduzione.
· SICUREZZA:
con motocross innanzitutto, ma anche motoslitte, quad, mountain bike e pratica del
down-hill, rendono molto precaria ed esposta a rischi e pericoli la pratica di ogni forma dell’escursionismo, sia estivo che invernale, con il numero di incidenti a persone in continuo aumento.

Di fronte alla situazione e alle conseguenze precedentemente descritte, causate da frequentatori
della montagna che, violando palesemente la legge, provocano ingenti danni e non li riparano, tutte
le Sezioni e Sottosezioni del CAI della Provincia di Bergamo, sollecitate anche da numerose
segnalazioni e proteste di cittadini, sulla base anche degli indirizzi del CAI nazionale sull’utilizzo dei mezzi meccanici in montagna, tra i quali il documento approvato dal Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo in data 15 luglio 2006 allegato alla presente, dopo attenta e ponderata riflessione interna
INVITANO E SOLLECITANO FERMAMENTE TUTTI GLI ENTI COMPETENTI
·
a realizzare un’adeguata segnaletica su percorsi di montagna vietati al traffico delle moto;
· a svolgere efficaci controlli del transito dei mezzi motorizzati non autorizzati su sentieri, fuori strada e mulattiere;
· a ricercare le soluzioni più idonee per impedire i rischi alle persone e limitare il negativo impatto ambientale del fenomeno, anche attraverso lo studio e la creazione di aree e percorsi adatti alla pratica dell'intero sport del fuoristrada;
· a realizzare fattivi interventi per ridurre i pesanti danni sui sentieri e tracciati di montagna, che vanificano il faticoso lavoro svolto da centinaia di volontari per il mantenimento dell’intera rete sentieristica bergamasca al servizio di tutti;
· a contribuire tangibilmente alla gestione, manutenzione e promozione dell’intero capitale sentieristico bergamasco, affiancando, sostenendo e integrando l’indispensabile lavoro dei volontari;
· a sviluppare interventi di sensibilizzazione che possano concretizzarsi anche in una campagna
permanente di educazione, rispetto e promozione dell’ambientale, del territorio e dell’intera rete sentieristica della Provincia di Bergamo.

Disponibili a un confronto aperto e fiduciosi di un accoglimento della richiesta, si ringrazia per l’attenzione e considerazione prestati e si porgono i migliori saluti.
I Presidenti delle Sezioni e Sottosezioni Bergamaschedel Club Alpino Italiano

"Moto in montagna: troppi pregiudizi"
Paolo Sesti, presidente della Federazione Motociclistica Italiana interviene e replica alla lettera aperta del Cai che chiedeva un intervento di controllo e di sensibilizzazione per contrastare il danneggiamento dei sentieri da parte dei mezzi motorizzati che scorrazzano indisturbati in montagna (leggi la lettera del Cai).

L’obiettivo di salvaguardare il patrimonio della montagna e dalla sua rete sentieristica rappresenta uno degli obiettivi prioritari per i Motoclub, affiliati alla Federazione Motociclistica Italiana, allo scopo di promuovere il turismo naturalistico, storico culturale, rurale e agroalimentare, in piena sinergia con l’ambiente così come viene promosso dal CAI nella lettera.

In particolare, nella Provincia di Bergamo e nel resto del territorio nazionale, vengono organizzati numerosi eventi sportivi ed amatoriali che, con l’uso consapevole delle motociclette, portano un significativo contributo all’economia della comunità locale ove, con la presenza degli appassionati in moto, si ha la possibilità di far conoscere i prodotti nati dalla montagna e le attrattive naturalistiche locali.
 

Lo stesso Motoclub Bergamo ha fatto conoscere il nome della sua provincia a livello Mondiale organizzando eventi titolati a livello internazionale sul suo territorio ma ha anche “esportato” la sua professionalità oltre oceano per contribuire alla gestione dei medesimi eventi in altri continenti portando ai massimi livelli il nome della Provincia che ha visto nascere campioni sportivi nella disciplina motorizzata “fuoristrada”

Tale contributo positivo però vede anche il mantenimento in vita della rete dei sentieri e delle mulattiere dovuto alla presenza delle escursioni motorizzate amatoriali che, prevalentemente, vengono effettuate sui tracciati più impervi e meno utilizzati dall’escursionismo pedonale.
In moltissimi casi di questi particolari tracciati, senza la presenza dei motociclisti, se ne perderebbe la fruibilità, il ricordo e con essa anche la storia rurale del territorio che li ha visti nascere.

Le segnalazioni dei nostri associati riportano infatti situazioni sempre più evidenti di accettazione dell’escursionismo motorizzato da parte dei reali abitanti del territorio, le Amministrazioni pubbliche vedono positivamente la presenza di manifestazioni organizzate che valorizzano il territorio tanto che, per le stesse, se ne ottengono i patrocini dalle stesse amministrazioni.

Dal punto di vista della sicurezza si sono verificate situazioni in cui la presenza dei motociclisti è stata fondamentale per la salvezza di cercatori di funghi o di persone smarrite che sono state ritrovate prima che fosse troppo tardi.
Dal punto di vista etico invece può essere meno condivisibile la posizione espressa dal CAI circa la necessità di avvicinarsi alla montagna solo a piedi per “godere appieno di tutto il benessere fisico e spirituale che ci trasmette” perché esistono modi e situazioni compatibili con la montagna che non necessariamente escludono l’uso di attrezzature moderne.

L’arrampicata in montagna, gli impianti di risalita per lo sci, la presenza dei rifugi alpini (tra l’altro molti gestiti dal CAI), la mountain bike, il parapendio, l’equitazione permettono alle persone di vivere la montagna però prevedono lo sfruttamento di combustibili fossili, l’utilizzo di mezzi a motore per avvicinarsi alla montagna, la presenza significativa e permanente di infrastrutture che probabilmente sono molto più incisive sull’ambiente montano rispetto all’escursionismo motorizzato.
Per il frequentatore della montagna in moto o a piedi la possibilità di trovarsi in un contesto naturalistico incontaminato è prevalente rispetto all’esigenza di mutare le caratteristiche dello stesso per creare condizioni di utilizzo in altri modi della stessa montagna.

Per natura però lo spirito di tolleranza che ci contraddistingue non ci porta a pensare che l’uso etico della montagna sia esclusivo solo di una determinata porzione di persone e solo per un fine esclusivo.
Certo, siamo consapevoli che un uso indiscriminato del mezzo a motore può essere critico, infatti questa Federazione sta attivando iniziative specifiche finalizzate alla mitigazione di possibili impatti derivanti dall’attività motociclistica su viabilità a fondo naturale.
Obiettivo prioritario è perciò la riduzione delle emissioni dei mezzi a motore, la condivisione pubblica della natura sportiva di parte dell’attività motorizzata che trova una sua precisa collocazione nell’ambito delle attività del CONI, la promozione di borse di studio finalizzate a creare una nuova figura di esperti che possano generare ulteriori soluzioni indirizzate alla di riduzione dei potenziali impatti che si creerebbero da un uso indiscriminato dei veicoli a motore.

Siamo certi che quanto rappresentato dalla nota del CAI sia dovuta ad una visione incompleta del contesto dell’utilizzo dei mezzi meccanici in montagna, purtroppo probabilmente dovuta ad una visione etica che tiene conto di determinati aspetti pregiudiziali che, in realtà, trova meno riscontro tra le persone che “abitano” e conoscono la montagna ed il territorio.

In rete, in occasione dell’approvazione del Documento del Comitato Centrale nel 2006, lo stesso CAI promulgò un sondaggio sull’uso dei mezzi a motore che vide un netto vantaggio per questi ultimi rispetto a chi invece era contrario.

Nonostante ciò questa Federazione rimane disponibile ad aprire con gli organismi interessati un momento di confronto e concertazione sull’utilizzo dei mezzi a motore in montagna con l’obiettivo di condividere un percorso di ulteriore miglioramento sulla sostenibilità delle nostre discipline sportive ed escursionistiche in moto.

Cordialità
Paolo Sesti

Bergamonews - martedì 26 aprile 2011

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