mercoledì 30 marzo 2011

Enduro in montagna «Basta chiacchiere Creiamo un circuito»






Alto Sebino e Val Seriana si organizzano
Cocchetti (Bossico): «Inutili le barricate. Per uscirne serve un percorso per le moto»

«Senza l'accordo dei Comuni, le moto da enduro non andranno da nessuna parte e ogni discussone è inutile». È chiara e netta Marinella Cocchetti, sindaco di Bossico, che ha seguito con attenzione, e stupore, il dibattito che nelle ultime settimane si è scatenato attorno al problema delle moto che percorrono i sentieri di montagna.

Il precedente «dimenticato»
Lo stupore deriva dal fatto che tutti si sono dimenticati che, partendo dall'esperienza del Mondiale di enduro ospitato l'anno scorso da alcuni paesi dell'Alto Sebino e dell'Unione della Presolana, i Comuni della zona - Bossico, Castione della Presolana, Cerete, Clusone, Costa Volpino, Endine Gaiano, Lovere, Onore, Rogno, Ranzanico, Sovere, Rovetta e Songavazzo ai quali potrebbe aggiungersi anche Angolo Terme - stanno lavorando per individuare un circuito riservato agli appassionati di motocross, offrendo così una reale alternativa all'attuale difficilissima convivenza tra escursionisti e centauri. «Non stiamo dormendo – esordisce il primo cittadino di Bossico – e in questi mesi i vari Comuni coinvolti hanno individuato sentieri e strade di montagna che potrebbero essere riservate al passaggio delle moto. Qualche giorno fa ci siamo trovati a Bossico e ogni amministrazione ha presentato un'ipotesi di tracciato, sono state discusse le criticità e le possibilità di collegamento tra i vari percorsi individuati.

Ognuno rielaborerà il proprio tracciato alla luce delle considerazioni emerse ed entro la prima decade di aprile l'amministrazione di Bossico convocherà un'altra riunione durante la quale si lavorerà su un'ipotesi di tracciato unico». Senza questo passaggio, ogni discussione è fine a se stessa: «Il rispetto e la cura del territorio sta a cuore anche a chi amministra, ma il dato certo di partenza è che le moto vengono prodotte, vendute, comprate. Non possiamo nasconderci dietro a un dito. Le amministrazioni non possono certo erigere della barriere sul proprio territorio impedendo l'accesso alle moto. La soluzione allora è quella di affrontare la situazione, non togliendo il servizio ai pedoni e dandone uno ai motocrossisti».

I passi da compiere
Ecco quindi i passi successivi all'individuazione del percorso da parte dei Comuni: verranno coinvolte le Comunità montane e gli esperti del Museo civico di Lovere che daranno una loro prima valutazione tecnica del percorso. Una volta pronta la valutazione, verranno convocati i moto club, gli ambientalisti, il Cai, il Corpo forestale dello Stato: «Tutti assieme – prosegue il sindaco Cocchetti – valuteremo il percorso e successivamente interpelleremo la Provincia e la Regione. Questi enti sono già a conoscenza del progetto, in quanto è stato loro inviato il documento politico sottoscritto dalle amministrazioni interessate dove si esprimeva la volontà di realizzare il percorso e le motivazioni che hanno determinato i Comuni a intraprendere questa strada; hanno ricevuto anche i verbali delle nostre riunioni».

Una volta realizzato il percorso si discuterà su come regolamentarlo e gestirlo: «Sicuramente per questa seconda fase sarà importante la collaborazione di tutti: enti, associazioni ambientaliste e moto club».
Il sindaco Cocchetti conclude poi le sue riflessioni rammaricandosi «perché non si è dato atto del lavoro intrapreso dal mio e dagli altri Comuni. I contendenti sapevano benissimo del nostro progetto, potevano almeno fare una telefonata per chiedere a che punto eravamo arrivati invece di alzare le barricate».

Giuseppe Arrighetti - L'Eco di Bergamo - Mercoledì 30 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 41

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