domenica 27 marzo 2011

Cai e motociclisti, prove di dialogo

Attorno al tavolo per discutere i problemi legati al transito motorizzato sui sentieri di montagna
Tra le ipotesi per arrivare a un accordo, giornate ad hoc per i centauri. «Servono percorsi dedicati»






Dopo la denuncia, il dialogo. Tra gli appassionati delle due ruote e il Cai - che nelle scorse settimane aveva indirizzato a tutte le istituzioni provinciali una lettera aperta sullo spinoso tema dell'eccessiva presenza di mezzi motorizzati sui sentieri montani - il clima si sta mettendo al bello.

I toni - almeno quelli del comunicato congiunto tra Club alpino italiano e Federazione motociclistica italiana - sono ancora molto cauti e sfumati, ma dalla riunione che giovedì sera ha visto i rappresentanti delle stesse associazioni sedersi allo stesso tavolo, qualcosa è uscito: «Si è discusso lungamente dei principi fondamentali che animano le due associazioni – si legge –, con piena convinzione di entrambe le parti che ogni cittadino debba avere diritto di fruizione del patrimonio naturale nel fermo dovere di rispettare la salvaguardia dell'uomo e della natura e nel completo rispetto delle leggi vigenti».

Si cercano le soluzioni
«Cai e Fmi – prosegue il comunicato – hanno avviato il dialogo all'insegna dell'interesse e del rispetto reciproci che presto porterà a un tavolo tecnico territoriale dove si discuteranno nel dettaglio le ipotesi di lavoro per superare le criticità legate al transito motorizzato su sentieri e mulattiere di montagna della Regione Lombardia e, in particolare, della provincia di Bergamo. Sono stati analizzati e discussi alcuni accorgimenti sportivi e tecnici per individuare soluzioni eque, con eventuali proposte di natura normativa da sottoporre alle autorità competenti».

Quali siano queste proposte normative ancora non si sa, ma le ipotesi sul tavolo, fermo restando il divieto di scorrazzare sui tracciati di montagna, potrebbero riguardare una differenziazione per quota o stagionalità, ma anche l'individuazione di giornate dedicate alle due ruote in modo da consentire la frequentazione di alcuni percorsi agli appassionati delle discipline motociclistiche. Detto in altre parole, si tratterebbe di allestire dei circuiti, così come già avviene in altre realtà, visto che la provincia bergamasca, pur vantando uno dei più importanti e partecipati motoclub a livello nazionale, non dispone di alcun percorso del genere. Per il momento si tratta, dunque, di un'ipotesi di cui però si tornerà a parlare a breve: il prossimo incontro è previsto infatti dopo le festività pasquali.

Nel frattempo prosegue il dibattito sulla scottante questione ambientale. Nel botta e risposta tra Cai e motard, si inserisce ora la Uisp, l'Unione italiana sport per tutti: «Abbiamo effettuato una piccola inchiesta tra 30 società motociclistiche orobiche affiliate alla nostra associazione – scrive il presidente del comitato Uisp di Bergamo, Francesca Bettineschi – ed è emerso un dato impietoso: nella nostra provincia è praticamente impossibile sia allenarsi che organizzare gare e raduni, alla faccia dei tantissimi appassionati orobici. Stefano Biella, presidente di Speed Racing Team, ci ha spiegato come, ad esempio, per dare un po' di gas ai loro mezzi siano costretti a trasferirsi a Chignolo Po o in provincia di Pavia e di Voghera, dove ci sono strutture adeguate, mentre per il motocross devono "migrare" in territorio bresciano».
 
«Serve un'alternativa»
«Come Uisp – conclude Bettineschi – pur annoverando tradizionalmente tra i nostri valori la tutela dell'ambiente e il rispetto del prossimo, in questo caso rappresentato dagli escursionisti montani, ci auguriamo che le istituzioni, oltre a sanzionare giustamente chi trasgredisce le leggi, si adoperino al più presto per garantire un'alternativa, nel pieno rispetto delle regole, ai tanti appassionati di motociclismo della nostra Provincia».

Emanuele Falchetti - Domenica 27 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 35

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