mercoledì 30 marzo 2011

Trasporti, scatta lo sciopero. Due giorni a singhiozzo

Domani e venerdì tutte le categorie sindacali incrociano le braccia
Saranno garantite solo le fasce orarie di punta per i pendolari



Possibili disagi, tra domani e venerdì, per chi si muove con il trasporto pubblico. Il personale di bus, tram e ferrovie incrocerà le braccia per lo sciopero nazionale di 24 ore indetto dai sindacati dei trasporti Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti, Orsa Trasporti, Faisa e Fast, per protestare contro «il mancato rinnovo del contratto nazionale, scaduto da oltre due anni, e per i tagli al trasporto pubblico locale». I lavoratori del settore sono circa 240 mila a livello nazionale, 1.500 in Bergamasca.

Due giorni
Lo sciopero è organizzato in due giornate: domani si fermano gli addetti ai bus dei servizi extraurbani, mentre venerdì tocca al personale delle reti urbane. Per le ferrovie, l'astensione dal lavoro è invece prevista dalle 21 di domani alla stessa ora del primo aprile. Varie corse potrebbero dunque non essere effettuate: la certezza di partire si avrà solo in alcune fasce orarie garantite. Cominciamo dai bus extraurbani, che si fermano domani: la copertura è assicurata dalle 6 alle 9,15 e dalle 12,30 alle 16. Fa eccezione la Sai di Treviglio: qui le fasce orarie garantite sono quelle che vanno da inizio servizio fino alle 8,30, e dalle 12,30 alle 15,30. In categoria «servizi extraurbani» rientrano anche le corse gestite da Net-Nord Est Trasporti, tra cui il pullman autostradale da Bergamo a Milano lungo la A4. Anche qui sono previste per domani due fasce di garanzia per i pendolari: da inizio servizio fino alle 8,45, e dalle 15 alle 18.

Il giorno seguente, venerdì, a fermarsi saranno invece i bus della rete urbana di Atb (funicolari incluse) e la tramvia delle Valli. Pure in questo caso, la certezza del servizio si avrà solo in alcuni orari: dalle 6 alle 9,15 e dalle 12,30 alle 16. Parte domani alle 21 per terminare la sera seguente, infine, l'agitazione lungo i binari ferroviari. Sui treni locali, i servizi minimi di trasporto garantiti andranno dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 di venerdì. Partiranno comunque, inoltre, alcuni treni a lunga percorrenza (informazioni su www.trenitalia.com). I convogli in viaggio a sciopero iniziato di norma dovrebbero comunque arrivare alla destinazione finale, se raggiungibile entro un'ora. Trascorso questo periodo, possono fermarsi in stazioni precedenti.

I motivi
«Siamo arrivati allo sciopero dal momento che le controparti datoriali sembrano solo interessate a incassare maggiori flessibilità senza offrire contropartite – spiega Cesare Beretta, segretario provinciale della Filt-Cgil di Bergamo –. La nostra protesta non vuole colpire cittadini né pendolari, coi quali ci scusiamo».

Fausta Morandi - L'Eco di Bergamo - Mercoledì 30 Marzo 2011 CRONACA, pagina 24

Enduro in montagna «Basta chiacchiere Creiamo un circuito»






Alto Sebino e Val Seriana si organizzano
Cocchetti (Bossico): «Inutili le barricate. Per uscirne serve un percorso per le moto»

«Senza l'accordo dei Comuni, le moto da enduro non andranno da nessuna parte e ogni discussone è inutile». È chiara e netta Marinella Cocchetti, sindaco di Bossico, che ha seguito con attenzione, e stupore, il dibattito che nelle ultime settimane si è scatenato attorno al problema delle moto che percorrono i sentieri di montagna.

Il precedente «dimenticato»
Lo stupore deriva dal fatto che tutti si sono dimenticati che, partendo dall'esperienza del Mondiale di enduro ospitato l'anno scorso da alcuni paesi dell'Alto Sebino e dell'Unione della Presolana, i Comuni della zona - Bossico, Castione della Presolana, Cerete, Clusone, Costa Volpino, Endine Gaiano, Lovere, Onore, Rogno, Ranzanico, Sovere, Rovetta e Songavazzo ai quali potrebbe aggiungersi anche Angolo Terme - stanno lavorando per individuare un circuito riservato agli appassionati di motocross, offrendo così una reale alternativa all'attuale difficilissima convivenza tra escursionisti e centauri. «Non stiamo dormendo – esordisce il primo cittadino di Bossico – e in questi mesi i vari Comuni coinvolti hanno individuato sentieri e strade di montagna che potrebbero essere riservate al passaggio delle moto. Qualche giorno fa ci siamo trovati a Bossico e ogni amministrazione ha presentato un'ipotesi di tracciato, sono state discusse le criticità e le possibilità di collegamento tra i vari percorsi individuati.

Ognuno rielaborerà il proprio tracciato alla luce delle considerazioni emerse ed entro la prima decade di aprile l'amministrazione di Bossico convocherà un'altra riunione durante la quale si lavorerà su un'ipotesi di tracciato unico». Senza questo passaggio, ogni discussione è fine a se stessa: «Il rispetto e la cura del territorio sta a cuore anche a chi amministra, ma il dato certo di partenza è che le moto vengono prodotte, vendute, comprate. Non possiamo nasconderci dietro a un dito. Le amministrazioni non possono certo erigere della barriere sul proprio territorio impedendo l'accesso alle moto. La soluzione allora è quella di affrontare la situazione, non togliendo il servizio ai pedoni e dandone uno ai motocrossisti».

I passi da compiere
Ecco quindi i passi successivi all'individuazione del percorso da parte dei Comuni: verranno coinvolte le Comunità montane e gli esperti del Museo civico di Lovere che daranno una loro prima valutazione tecnica del percorso. Una volta pronta la valutazione, verranno convocati i moto club, gli ambientalisti, il Cai, il Corpo forestale dello Stato: «Tutti assieme – prosegue il sindaco Cocchetti – valuteremo il percorso e successivamente interpelleremo la Provincia e la Regione. Questi enti sono già a conoscenza del progetto, in quanto è stato loro inviato il documento politico sottoscritto dalle amministrazioni interessate dove si esprimeva la volontà di realizzare il percorso e le motivazioni che hanno determinato i Comuni a intraprendere questa strada; hanno ricevuto anche i verbali delle nostre riunioni».

Una volta realizzato il percorso si discuterà su come regolamentarlo e gestirlo: «Sicuramente per questa seconda fase sarà importante la collaborazione di tutti: enti, associazioni ambientaliste e moto club».
Il sindaco Cocchetti conclude poi le sue riflessioni rammaricandosi «perché non si è dato atto del lavoro intrapreso dal mio e dagli altri Comuni. I contendenti sapevano benissimo del nostro progetto, potevano almeno fare una telefonata per chiedere a che punto eravamo arrivati invece di alzare le barricate».

Giuseppe Arrighetti - L'Eco di Bergamo - Mercoledì 30 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 41

martedì 29 marzo 2011

Mufloni, trasloco dai monti di Nese alla Val Brembana






L'inserimento di nove capi oggi a San Pellegrino
Legambiente: ma il problema resta, non autoctoni

Cambio di destinazione per i mufloni in arrivo dalla Toscana. Dalla Valle Seriana alla Valle Brembana. La Provincia, infatti, ha deciso che i nove esemplari acquistati ad Arezzo tramite il Parco delle Cornelle (per 6.480 euro) verranno inseriti nell'Oasi protezione San Pellegrino (nell'omonimo comune) e non più, come inizialmente previsto, nell'area agrosilvopastorale tra il monte di Nese e il monte Podona, ad Alzano. Il rilascio (programmato già una settimana fa, ma rimandato per problemi logistici) avverrà stamattina alle 9,30: il ritrovo, per la ditta fornitrice degli animali, il veterinario, la polizia provinciale e le autorità, è al ponte di Ambria, a Zogno.

«Motivi tecnici»
All'origine della scelta, stando alle spiegazioni del settore Caccia della Provincia, non ci sono le proteste di Legambiente (contraria all'inserimento dei bovidi, perché, sostiene, «estranei all'habitat orobico»), bensì «motivi tecnico-scientifici». «Raccogliendo la segnalazione del territorio – precisano i tecnici – abbiamo preferito rinforzare la colonia già esistente in Valle Brembana, un po' in sofferenza, anziché fare inserimenti ex novo. La colonia di Nese verrà comunque creata l'anno prossimo».
E gli esperti assicurano: «Legambiente non ha minimamente influenzato la scelta, che è stata di buonsenso. Ribadiamo che il muflone non crea nessun problema alle specie autoctone, con cui non entra in competizione, si adatta benissimo dal Marocco alla Norvegia. Il piano faunistico, inoltre, consente il suo rilascio, anche nella zona seriana, dove non sono presenti né Sic (siti d'importanza comunitaria) né Zps (zone di protezione speciale). E ancora: è una specie facilmente "misurabile" ed eradicabile».

La protesta
Per gli ambientalisti, invece, «si è solo spostato il problema da una valle all'altra. Cosa cambia? Il muflone sarà anche un animale simpatico, ma che c'entra con le Orobie? È un animale fuori posto in Bergamasca», risolleva la questione Nicola Cremaschi, presidente di Legambiente Bergamo.
Per il quale, l'inserimento del muflone «fa solo il gioco dei cacciatori. Così ne avranno un po' di più da eliminare l'anno prossimo. Sempre che la specie non si riproduca a dismisura, con effetti negativi per il territorio, come già avvenuto col cinghiale».

I rilasci
Tra il 1992 e il 2008, infatti, sono già avvenute diverse immissioni, creando 3-4 colonie stabili, ben formate e organizzate: da Valbondione a Gorno, nel territorio di Predore e Tavernola; dalla zona di Val Grande, tra Ponte Nossa e Casnigo, a quella di Ruspino, sopra San Pellegrino. Proprio qui, stamattina, arriveranno i «rinforzi».
«Perché le verifiche tecnico-scientifiche – aggiungono dal settore Caccia – hanno dimostrato che i mufloni restati non sono tantissimi e un po' in sofferenza. Per cui abbiamo preferito rinforzare questa colonia, già esistente, piuttosto che formarne una nuova». Chissà come si troverà lui, il muflone, un po' più tozzo dello stambecco e con corna ricurve molto più grosse, nella sua nuova «casa».

Benedetta Ravizza - L'Eco di Bergamo - Martedì 29 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 43

lunedì 28 marzo 2011

Il Pd lancia la sfida a Lega e Pdl

 "Le nostre donne vinceranno"
Matteo Rossi, responsabile Pd enti locali, pronto a scommettere su: Ariella Borghi a Treviglio, Giuliana Reduzzi a Ponte San Pietro, Chiara Drago a Cologno e Maria Carla Rocca a Solza.

"La nostre donne vinceranno". Non bada alla scaramanzia Matteo Rossi (nella foto), responsabile enti locali del Partito democratico. Da perdere, visti i risultati delle ultime Amministrative, il Pd ha gran poco. Nel 2009 e 2010 qualche vittoria simbolica qua e là, ma niente di più. E' quella del 15 e 16 maggio prossimi la tornata più significativa per testare il polso dell'elettorato.

In gioco (anche se visto il clima di tensione parlare di gioco è sbagliato) ci sono Comuni che pesano: Treviglio, Ponte San Pietro, Costa Volpino, Cologno al Serio, Chiuduno, San Pellegrino. Nelle realtà più importanti, vuoi per scelta, vuoi per coincidenze politiche, il Pd appoggia una candidatura “rosa”. Ariella Borghi a Treviglio, Giuliana Reduzzi a Ponte San Pietro, due sindachesse uscenti; Chiara Drago a Cologno al Serio e Maria Carla Rocca a Solza, quest'ultimo paese punto di riferimento del centrosinistra nell'Isola bergamasca.

“Voglio fare un pronostico – spiega Rossi senza maneggiare amuleti e con le mani ben in mostra sul tavolo – io dico che nei Comuni sotto i 15 mila abitanti come Ponte, Solza e Chiuduno noi vinciamo. La sorpresa sarà Cologno, dove spero che ci possa essere lo stesso vento di novità che ha fatto vincere Federica Bruletti a Levate nel 2009. A Treviglio arriveremo al ballottaggio e credo che possa essere il momento in cui tante forze politiche possano mettere in campo un laboratorio nuovo. Le nostre donne vinceranno, è un mio pronostico”.
Secondo il responsabile enti locali del Pd a pesare nelle urne saranno i tagli decisi dal Governo. In particolare quelli relativi al trasporto pubblico locale, sui quali ministero e di riflesso Regione Lombardia hanno utilizzato la mannaia. “Basta vede le condizioni in cui versano i Comuni – continua – 16 milioni di euro tagliati, 600 chilometri in meno sul trasporto pubblico.

Ora i bergamaschi faranno due conti. Se passiamo al piano politico Lega e Pdl non possono negare che le divisioni tra i due partiti ci siano. E' chiaro e lampante. Sulle cinque amministrazioni commissariate quest'anno ben quattro sono di centrodestra e la caduta del Consiglio è stata causata proprio dalle divisioni intestine alle due partiti. Inoltre nella preparazione delle prossime elezioni stiamo assistendo a infinite discussioni sull'alleanza, un dibattito che si consuma più a Milano che a Bergamo. Noi cerchiamo di lavorare per la comunità. Avremo il simbolo solo a Treviglio.

In passato le liste civiche sono state il modo per nascondere operazioni partitiche, noi abbiamo una linea chiara: mettere in rete l'associazionismo, il volontariato, le varie anime che compongono una comunità”. Al di là dei candidati i temi di fondo che il Pd vuole rimarcare sono due. “Più sociale e più ambiente.

E' il momento di mandare un segnale in questo senso. Anche nei Comuni piccoli sosteniamo le persone che mettono al centro queste due importanti tematiche da cui la Bergamasca, la Lombardia e l'Italia non possono prescindere”.

BergamoNews - Lunedi 28 Marzo 2011

domenica 27 marzo 2011

Cai e motociclisti, prove di dialogo

Attorno al tavolo per discutere i problemi legati al transito motorizzato sui sentieri di montagna
Tra le ipotesi per arrivare a un accordo, giornate ad hoc per i centauri. «Servono percorsi dedicati»






Dopo la denuncia, il dialogo. Tra gli appassionati delle due ruote e il Cai - che nelle scorse settimane aveva indirizzato a tutte le istituzioni provinciali una lettera aperta sullo spinoso tema dell'eccessiva presenza di mezzi motorizzati sui sentieri montani - il clima si sta mettendo al bello.

I toni - almeno quelli del comunicato congiunto tra Club alpino italiano e Federazione motociclistica italiana - sono ancora molto cauti e sfumati, ma dalla riunione che giovedì sera ha visto i rappresentanti delle stesse associazioni sedersi allo stesso tavolo, qualcosa è uscito: «Si è discusso lungamente dei principi fondamentali che animano le due associazioni – si legge –, con piena convinzione di entrambe le parti che ogni cittadino debba avere diritto di fruizione del patrimonio naturale nel fermo dovere di rispettare la salvaguardia dell'uomo e della natura e nel completo rispetto delle leggi vigenti».

Si cercano le soluzioni
«Cai e Fmi – prosegue il comunicato – hanno avviato il dialogo all'insegna dell'interesse e del rispetto reciproci che presto porterà a un tavolo tecnico territoriale dove si discuteranno nel dettaglio le ipotesi di lavoro per superare le criticità legate al transito motorizzato su sentieri e mulattiere di montagna della Regione Lombardia e, in particolare, della provincia di Bergamo. Sono stati analizzati e discussi alcuni accorgimenti sportivi e tecnici per individuare soluzioni eque, con eventuali proposte di natura normativa da sottoporre alle autorità competenti».

Quali siano queste proposte normative ancora non si sa, ma le ipotesi sul tavolo, fermo restando il divieto di scorrazzare sui tracciati di montagna, potrebbero riguardare una differenziazione per quota o stagionalità, ma anche l'individuazione di giornate dedicate alle due ruote in modo da consentire la frequentazione di alcuni percorsi agli appassionati delle discipline motociclistiche. Detto in altre parole, si tratterebbe di allestire dei circuiti, così come già avviene in altre realtà, visto che la provincia bergamasca, pur vantando uno dei più importanti e partecipati motoclub a livello nazionale, non dispone di alcun percorso del genere. Per il momento si tratta, dunque, di un'ipotesi di cui però si tornerà a parlare a breve: il prossimo incontro è previsto infatti dopo le festività pasquali.

Nel frattempo prosegue il dibattito sulla scottante questione ambientale. Nel botta e risposta tra Cai e motard, si inserisce ora la Uisp, l'Unione italiana sport per tutti: «Abbiamo effettuato una piccola inchiesta tra 30 società motociclistiche orobiche affiliate alla nostra associazione – scrive il presidente del comitato Uisp di Bergamo, Francesca Bettineschi – ed è emerso un dato impietoso: nella nostra provincia è praticamente impossibile sia allenarsi che organizzare gare e raduni, alla faccia dei tantissimi appassionati orobici. Stefano Biella, presidente di Speed Racing Team, ci ha spiegato come, ad esempio, per dare un po' di gas ai loro mezzi siano costretti a trasferirsi a Chignolo Po o in provincia di Pavia e di Voghera, dove ci sono strutture adeguate, mentre per il motocross devono "migrare" in territorio bresciano».
 
«Serve un'alternativa»
«Come Uisp – conclude Bettineschi – pur annoverando tradizionalmente tra i nostri valori la tutela dell'ambiente e il rispetto del prossimo, in questo caso rappresentato dagli escursionisti montani, ci auguriamo che le istituzioni, oltre a sanzionare giustamente chi trasgredisce le leggi, si adoperino al più presto per garantire un'alternativa, nel pieno rispetto delle regole, ai tanti appassionati di motociclismo della nostra Provincia».

Emanuele Falchetti - Domenica 27 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 35

venerdì 25 marzo 2011

Merelli ritorna in Himalaya. Nuova sfida al Daulaghiri





Le due precedenti spedizioni erano finite tragicamente
Con lui l'alpinista Zaffaroni. Mezzo secolo fa la prima scalata

«I seracchi sotto campo 1, il piccolo Eiger, quindi il grande plateau e la spalla dove si monta la seconda tenda. Un altro tratto ripido, ma non pericoloso fino a campo 3 e poi il difficile traverso che porta al canalino e infine alla cima».

In quattro parole il Dhaulagiri è questo. Mario Merelli lo ripercorre mentalmente nella sede del Cai di Bergamo (dove ieri sera gli è stato consegnato il gagliardetto del sodalizio) e ne snocciola i passaggi principali come fosse la trama di un film già visto. È così.

Sulle pendici della cima himalaiana di 8.164 metri, ma qualche testo sconta quattro metri arrivando a 8.160, lo scalatore di Lizzola c'è già stato due volte nel 2001 e nel 2007.
In entrambi i casi a un soffio dalla vetta – 8.100 metri la prima volta, quota 8.000 la seconda – spedizioni segnate da un evento tragico: la scomparsa dello spagnolo Pepe Garces nel 2001 e quella del bergamasco Sergio Dalla Longa quattro anni or sono. In fondo tornare lassù è anche un modo per ricordare questi compagni degnamente e celebrarne la grande passione per la montagna: «Ho dovuto aspettare un po' – dice seduto di fianco al presidente del Cai Paolo Valoti –, ma adesso è arrivato il momento. Partirò la prossima settimana (il 4 aprile, ndr) e il biglietto di ritorno è per i primi di giugno». Due mesi intensi, al fianco del compagno ormai abituale – il milanese Marco Zaffaroni – e dopo un anno di preparazione: l'ultima spedizione risale infatti al giugno dello scorso anno quando sempre assieme a Zaffaroni aveva tentato il K2 in Karakorum. Ora si riparte. Tutto pronto, il materiale già spedito, gli ultimi bagagli da preparare, compreso un «grosso zaino di entusiasmo», tiene a sottolineare lo scalatore.

«A parte il ricordo dei due grandi amici – aggiunge – il Dhaulagiri è una montagna stimolante sotto molti altri punti di vista: innanzitutto perché è uno degli ottomila che ancora manca a me personalmente (Mario ne ha già scalati nove, ndr) e che, più in generale, manca a tutti gli scalatori bergamaschi. C'è poi una parte alpinistica decisamente interessante. Il rischio è proprio quello di sottovalutarla. Infine c'è una bella ricorrenza che è il cinquantenario dalla prima ascensione: quella firmata dagli austriaci nel 1961».

Una circostanza che Merelli festeggerà assieme al 150° dell'Unità d'Italia: «Nello zaino – conclude – ho due vessili: il tricolore e il gagliardetto del Cai». «Ci auguriamo – è l'auspicio del presidente del sodalizio Paolo Valoti – che Mario le porti entrambe fino a 8.164 metri. Il terzo tentativo merita di essere festeggiato con il decimo ottomila».

Emanuele Falchetti - L'Eco di Bergamo - Venerdì 25 Marzo 2011 CRONACA, pagina 24

martedì 22 marzo 2011

Pensionato muore in ospedale sette giorni dopo lo schianto in auto

La vittima è un cinquantanovenne di Oltre il Colle. Domani pomeriggio i funerali
L'incidente a Fara: al volante di una Panda si era scontrato con un'altra vettura

L'auto di Mario Tiraboschi

È morto in ospedale a una settimana di distanza dal gravissimo incidente d'auto in cui era rimasto ferito.
La vittima è Mario Tiraboschi, un pensionato di 59 anni che abitava a Oltre il Colle, dove era molto conosciuto e dove la notizia della sua scomparsa ieri ha suscitato profondo cordoglio. I funerali saranno celebrati domani pomeriggio alle 15,30 nella chiesa parrocchiale di Oltre il Colle. Il feretro partirà alle 14,30 dalla camera mortuaria dell'ospedale di Treviglio, dove è stata composta la salma.

Lo schianto
L'uomo era infatti ricoverato nella struttura ospedaliera della Bassa Bergamasca dalla sera del 14 marzo scorso, quando era rimasto coinvolto in un grave incidente stradale a Fara Gera d'Adda. Mario Tiraboschi, verso le 21, stava percorrendo la provinciale 184 bis al volante di una Fiat Panda vecchio modello: verso le 21, all'altezza della zona industriale che si trova al confine tra Fara e Canonica, l'utilitaria del pensionato si è scontrata con una Rover 600 condotta da un quarantenne di Pontirolo Nuovo.

Dinamica e responsabilità sono ancora al vaglio della polizia stradale di Treviglio. Entrambe le vetture, secondo le prime ricostruzioni, erano appena uscite da due curve: la Rover, in particolare, procedeva da Canonica verso Fara, mentre la Panda proveniva dalla direzione opposta. Improvvisamente l'utilitaria del cinquantanovenne, forse a causa dell'asfalto bagnato di quella sera, dopo le due curve avrebbe sbandato scontrandosi con l'altra vettura. La Rover è finita contro la fiancata destra della Panda, che poi è piombata sulla pista ciclabile adiacente alla carreggiata.
 
Incastrato in auto
L'urto è stato molto violento e Mario Tiraboschi è rimasto intrappolato fra le lamiere accartocciate della sua auto, riportando ferite che sono apparse subito gravi. Per liberarlo sono intervenuti i vigili del fuoco di Dalmine che sono riusciti ad aprire la portiera con delle cesoie pneumatiche, affidando poi il ferito al personale del 118 per il trasporto all'ospedale di Treviglio, dove è stato ricoverato in prognosi riservata.
L'altro automobilista invece ha riportato solo contusioni ed è stato accompagnato al policlinico San Marco di Zingonia per una visita di controllo. Le due auto sono state poste sotto sequestro dalla polizia stradale di Treviglio, che è intervenuta per i rilievi e ha avviato gli accertamenti per ricostruire con precisione le cause e la dinamica dell'incidente.

Il cordoglio del paese
Il cinquantanovenne di Oltre il Colle, nonostante gli sforzi dei medici di Treviglio, ieri mattina verso le 4 è deceduto. Mario Tiraboschi lascia la mamma Maria, i fratelli Franco, Bartolomeo e Tiziano, e l'amica Maria. Mario era il terzo dei quattro fratelli, non era sposato e abitava a Oltre il Colle. Nel comune della Valle Serina la notizia della sua tragica scomparsa si è diffusa rapidamente ieri, suscitando il cordoglio di tante persone.
Chi in questi anni lo ha conosciuto da vicino racconta che Mario Tiraboschi, pur essendo una persona che teneva alla sua riservatezza, riusciva a farsi apprezzare dalle persone che incontrava. Aveva, in particolare, una predilezione per i bambini, soprattutto i suoi nipoti, a cui era molto affezionato. Tra le passioni che coltivava nel tempo libero c'era la caccia.

In 80 giorni già 23 vittime
Con l'incidente costato la vita a Mario Tiraboschi, purtroppo, è salito a 23 il numero delle vittime della strada dall'inizio del 2011. La maggior parte delle tragedie stradali nei primi 80 giorni dell'anno ha visto coinvolte autovetture, mentre in meno casi si è trattato di moto, bici e pedoni.
All'inizio di marzo in un incidente d'auto sull'autostrada A4, all'altezza di Ospitaletto (Brescia) le vittime erano state due: due giovani atleti della Pallanuoto Bergamo, di appena 20 e 21 anni.

L'Eco di Bergamo - Martedì 22 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 38

lunedì 21 marzo 2011

Boschi abbandonati

Ma compriamo legna in Russia e Grecia
Dei 108 mila ettari di foresta provinciale solo un terzo viene utilizzato
I costi di gestione sono troppo elevati: mancano strade rurali adeguate

Boschi orobici poco sfruttati e abbandonati. Perché tagliare legna dalle nostre parti è poco remunerativo. I boschi sono poco accessibili, le imprese boschive autorizzate sempre meno – una ventina – e il legno che serve a segherie o all’unica centrale a biomassa oggi funzionante in Bergamasca – quella di Sedrina – arriva prevalentemente da fuori provincia.

Quello delle segherie anche dall’Est Europa o dalla Grecia. Boschi abbandonati (a cui si aggiunge lo spopolamento), quindi, col rischio, dietro l’angolo, del dissesto idrogeologico (leggi «frane e alluvioni»). Bergamasca, 40% di boschi.
L’allarme arriva da Confagricoltura ma anche dai tre Consorzi forestali oggi attivi nella Bergamasca, quello dell’alta Valle Brembana, quello dell’Alto Serio e quello della Presolana.
I dati forniti da Confagricoltura, in quello che l’Onu ha dichiarato Anno internazionale delle foreste: il territorio bergamasco è per il 40% coperto da boschi (circa 108 mila ettari), con le aree montane e pedemontane che presentano un indice di boscosità del 53%.
Si tratta di boschi in prevalenza di latifoglie (71 mila ettari, ovvero il 25% del territorio provinciale) e di conifere (24 mila ettari, il 9%).

Ma gran parte di questo bosco, circa due terzi, è in pratica inutilizzato. I costi, in poche parole, sono troppo alti e la concorrenzadel legname che arriva dall’estero, difficilmente affrontabile.
Così le segherie preferiscono rivolgersi appunto a chi vende a prezzi inferiori. Proprietà piccole «Il nostro sistema forestale – dice il presidente di Confagricoltura Bergamo Renato Giavazzi – non produce redditi significativi, anzi, in molti casi genera costi non coperti dai limitati ricavi sul legname».

Ciò nonostante nella Bergamasca e in tutta la Lombardia vi sono segherie, aziende di carpenteria, mobilifici e aziende che producono imballaggi e pannelli industriali, e ci sono o stanno per nascere centrali a biomasse (Sedrina già funzionante, Fontanella, ad esempio, in previsione). Ma il legno o gli scarti delle lavorazioni arrivano da fuori. «Tra i motivi per cui il nostro  legname è poco competitivo rispetto alle produzioni provenienti da altri Paesi europei o extra-europei – prosegue Giavazzi – c’è sicuramente l’estrema parcellizzazione delle proprietà boschive». «Al contrario – aggiunge il direttore di Confagricoltura Aldo
Marcassoli – una gestione congiunta di vaste aree boschive, quindi con l’adesione, per esempio, ai Consorzi forestali dei proprietari più piccoli, consentirebbe di avere forme di meccanizzazione più adeguate: anziché il piccolo trattore mezzi con potenze maggiori, pur sempre adeguati all’ambiente e alle strade, però in grado di trasporti maggiori. Mezzi che i piccoli proprietari non possono permettersi.

Ma la gestione congiunta consentirebbe di avere anche un generale miglioramento delle condizioni di lavoro degli operatori».
E poi l’accessibilità. Spesso per portare via legna dai nostri boschi servono gru o addirittura elicotteri, con costi esorbitanti che rendono poi poco concorrenziale il prodotto finale. «In questo caso occorre una sinergia di tutti gli enti coinvolti nelle autorizzazioni – continua Marcassoli – per cercare di migliorare e strade rurali presenti nei nostri boschi». «Occorre una politica forestale» Confagricoltura propone poi un maggiore sviluppo della filiera legno-energia. «Anche da noi – prosegue Giavazzi – come in molti Paesi europei, la produzione di biomassa energetica potrebbe ridare fiato a un’agricoltura montana in crisi, creando i presupposti per un progetto imprenditoriale con risvolti ambientali positivi».

Ma anche qui, come recentemente sottolineato dal sindaco di Sedrina Agostino Lenisa rispetto alla centrale a biomassa del paese, occorre potenziare lo sfruttamento dei nostri boschi.
Per evitare che decine di tir debbano correre sulle strade per portare tonnellate di legna. «Se non vogliamo andare incontro a un degrado totale del nostro patrimonio boschivo – conclude Giavazzi – occorre mettere in campo a breve termine una convinta politica forestale provinciale e regionale, adeguatamente sostenuta dalle istituzioni e promossa mediante una concertazione con tutti gli interessati alla filiera». ■

GIOVANNI GHISALBERTI - L'Eco di Bergamo - lunedì 21 marzo 2011

domenica 20 marzo 2011

Oltre il Colle potenzia l'innevamento artificiale

Numeri risicati in Consiglio
Il bilancio passa solo grazie alla presenza delle minoranze.

Al via una serie d'interventi che riqualificheranno strade e muri di sostegno in diverse località di Oltre il Colle, ma anche potenziamento degli impianti di innevamento sulle piste da sci della conca dell'Alben e il via alla redazione del piano di assestamento forestale.
Sono le principali voci del bilancio di previsione 2011, approvato con sei voti favorevoli e tre contrari dell'opposizione «Crescere insieme».

Lavori sulle strade
Lavori resi possibili grazie a un contributo statale di 150 mila euro e altri 30 mila euro dalla Comunità montana Valle Brembana. «Nel corso dei prossimi mesi andremo a intervenire in diverse località del paese – dice il sindaco di Oltre il Colle Rosanna Manenti –. Sistemeremo alcune situazioni che non potevano più attendere, quindi di una certa urgenza. In particolare muri di sostegno ad alcuni tratti di strada. Interventi volti a garantire maggiore sicurezza sul territorio, tra l'altro con parecchi rischi idrogeologici».

Fra i principali cantieri che prenderanno il via le prossime settimane, per una spesa complessiva di centomila euro, c'è la riqualificazione della strada che conduce al museo mineralogico di Zorzone, nello specifico un muro di sostegno alla carreggiata. Sempre al museo sarà eliminato l'impianto a gas tramite la bombola esterna gpl, per predisporre l'impianto a metano. Sulla strada di Zorzone, nella parte bassa della Valle Carnera, per un importo di circa 25 mila euro, è previsto il rifacimento di un muro di sostegno della carreggiata, eroso dopo le forti piogge dello scorso anno.
Lavori urgenti anche in via Sottochiesa a Zambla Bassa, dove si riqualificherà il fondo stradale e alcuni tratti di asfalto. In varie località, per alcune decine di metri, sarà rifatto il manto stradale e in alcuni casi posizionato il guardrail. 
Durante la seduta sono stati approvati anche l'aliquota Ici e l'addizionale Irpef che rimangono invariate rispetto allo scorso anno, mentre con sei voti favorevoli e tre astenuti è stato approvato il bilancio triennale.
Novità pure per gli amanti dello sci. Sulla pista di fondo, grazie a 150 mila euro stanziati dallo Stato, si potenzierà l'impianto d'innevamento artificiale per permettere la fruizione della pista durante tutta la stagione sciistica. Parte dei lavori erano già stati realizzati gli anni passati; con questa seconda fase si completa l'opera su tutte le piste da sci di fondo, per permettere un innevamento costante.

Assenti quattro consiglieri
L'ok al bilancio è arrivato solo dopo una consultazione dei capigruppo. Alla seduta, infatti, erano assenti i consiglieri Elvis Palazzi e Ivano Carrara di maggioranza, Daniele Cavagna del gruppo misto e Marcello Tiraboschi della Lega.
Se i consiglieri di «Crescere insieme» avessero deciso di non presenziare alla seduta si sarebbe dovuto rimandare il Consiglio per mancanza del quorum. «Sappiamo cosa vuol dire governare – ha detto Paolo Maurizio della lista "Crescere insieme"–. Non condividiamo l'impostazione del bilancio ma riteniamo sia fondamentale far proseguire l'attività amministrativa di Oltre il Colle».

Massimo Pesenti - L'Eco di Bergamo - Domenica 20 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 41

sabato 19 marzo 2011

Bracca, in estate aprirà un nuovo ufficio turistico


Bracca, entro l'estate, avrà il suo ufficio informazioni turistiche. Sono state le parole di Giacomo Gentili, neopresidente della Pro loco, eletto con il consiglio direttivo composto da Piero Molinari (vicepresidente), Mattia Ferraris, Giada Cattadori (segretaria), Fabio Rimedio, Demis Sonzogni, Antonello Senatore, Mattia Gentili e il sindaco Giovanni Muttoni.

Maurizio Rondi, presidente uscente del sodalizio, ha ripercorso le tappe più significative dei suoi sei anni di mandato nella Pro loco, ricordando le manifestazioni che sono state promosse, in particolare la «Festa delle castagne» e l'acquisto della tensostruttura per la realizzazione della festa, in collaborazione con il Comune e la reintroduzione del palo della cuccagna in occasione della sagra di ottobre.
«Sono stati sei anni impegnativi ma che hanno dato grandi gratificazioni – spiega Maurizio Rondi –. Abbiamo ottenuto ottimi risultati. Fra gli obiettivi anche quelli di coinvolgere nuovi volontari e residenti, dopo sei anni di mandato. Si può dire che l'obiettivo è stato raggiunto. Grazie a tutte le associazioni, al Comune e ai giovani del paese che in ogni occasione hanno portato il loro contributo. Alcuni ragazzi ora sono nel consiglio direttivo, un bel traguardo».

«È doveroso rivolgere un grande grazie a Maurizio e alla moglie Elena Colombo per il servizio svolto nei sei anni di mandato – ha detto il sindaco di Bracca Giovanni Muttoni –. Un contributo prezioso per il bene della comunità. In diverse occasioni hanno saputo coinvolgere residenti e villeggianti in uno spirito d'amicizia e collaborazione. Sono sicuro che il nuovo consiglio direttivo saprà proseguire a pieno ritmo». «Primo passo è la realizzazione in centro paese di un ufficio informazioni per i turisti di Bracca e della Valle Serina – ha detto il neopresidente Giacomo Gentili, 54 anni –. L'obiettivo è avere tutto pronto per la stagione estiva. Un luogo dove è possibile avere informazioni su iniziative in valle ma anche affitti di case e strutture ludiche.

L'ubicazione è in prossimità del Comune, quindi del centro paese. Rimarrà aperto alcuni pomeriggi la settimana grazie ai volontari. Proprio in questi giorni stiamo definendo le ultime operazioni logistiche, poi il via ai lavori». L'assemblea della Pro loco è stata anche l'occasione per il tesseramento 2011.
«Proseguiremo poi con le tradizionali iniziative che contraddistinguono il nostro paese – prosegue Gentili – come la camminata e la festa delle castagne. La buona volontà certamente non manca».

Massimo Pesenti - L'Eco di Bergamo - Sabato 19 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 43

venerdì 18 marzo 2011

Moto in montagna, Federazione a confronto con il Cai



Dopo le numerose polemiche sul tema delle moto in montagna parte il confronto tra la Federazione italiana e del Club Alpino Italiano.

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato congiunto della Federazione motociclistica italiana e del Club Alpino Italiano, sul tema delle moto in montagna, che nelle scorse settimane ha sollevato numerose polemiche.

"A seguito delle lettere aperte alle Istituzioni, Enti e Associazioni sul tema ‘Divieto della circolazione mezzi motorizzati lungo sentieri e mulattiere di montagna della Provincia di Bergamo’ che si sono susseguite nei giorni scorsi su alcune testate giornalistiche in Lombardia, la Federazione Motociclistica Italiana e il Club Alpino Italiano hanno concordato di avviare in tempi rapidi un sereno confronto delle rispettive posizioni.

La decisione scaturisce dalla convinzione che ogni cittadino debba avere il pieno diritto di fruizione del patrimonio naturale che caratterizza il territorio italiano.
Ma uguale e comune convinzione di entrambe le parti è che questo debba avvenire nell’ambito del completo rispetto delle leggi in vigore, dei doveri di ogni cittadino per la salvaguardia delle qualità ambientali e della montagna, e della convivenza di tutti i fruitori di questa ricchezza.

Obiettivo finale del confronto sarà la ricerca di soluzioni eque e condivise, sotto la supervisione delle Autorità incaricate di controllare il totale rispetto delle norme in materia"

BergamoNews  18 marzo 2011

giovedì 17 marzo 2011

Caccia, Carrara (Pdl) passa al ministero


Arrivato il "premio" !

Il ministro delle Politiche agricole e forestali, Giancarlo Galan (che potrebbe passare alla Cultura), ha nominato con decreto il senatore bergamasco Valerio Carrara consigliere per le problematiche legate al prelievo venatorio.
La nomina di Carrara, come si legge nel decreto, è motivata dalla riconosciuta competenza ed esperienza in materia di questioni legate all'attività venatoria. L'incarico sarà svolto a titolo gratuito.

Nello svolgimento del suo incarico Carrara potrà recarsi in missione in Italia ed all'estero e nella sua nuova veste proporrà al ministero le soluzioni più adeguate a risolvere le numerose istanze che attengono la pratica venatoria, non ultima la sua armonizzazione alla normativa europea.

Nell'accettare l'incarico, il parlamentare bergamasco ha dichiarato: «Sono grato al ministro, che ha riconosciuto in me la persona più adeguata ad assisterlo nel suo gravoso compito, in una materia così complessa ed articolata. Da parte mia, mi impegnerò, come sempre, al fine di contribuire anche a quella riforma della legge 157/92 prevista nel programma di governo».

Valerio Carrara, senatore e responsabile del Dipartimento caccia del Pdl, è uno dei personaggi più determinati della scena politico-venatoria nazionale. Nato e cresciuto ad Oltre il Colle, dove ha mosso i suoi primi passi anche da politico, doppia laurea (in Chimica e Tecnologia farmaceutiche e in Farmacia), è senatore dal 2001.
«Il senatore – afferma una nota del parlamentare – ha portato in Parlamento i problemi dei cacciatori grazie alle numerose interrogazioni e interpellanze mirate a restituire alla caccia e ai cacciatori una dignità spesso calpestata. Un impegno che il senatore bergamasco vive soprattutto da cacciatore».

L'Eco di Bergamo - Giovedì 17 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 40

mercoledì 16 marzo 2011

Centocinquatesimo anniversario dell'Unità d'Italia


Auguri a tutti i visitatori del nostro Blog.

La Redazione

Concorso di fotografia

L'Associazione Ultracollem organizza un concorso di fotografia


Per ulteriori informazioni visitare il Sito: http://www.oltreilcolle.com/  
Auguri a tutti i partecipanti che ci auguriamo numerosi
.
La redazione del Blog

martedì 15 marzo 2011

L'indagine da San Pellegrino alla Valle Serina


I commercianti «Paesi poco vitali e poveri di eventi»
L'indagine da San Pellegrino alla Valle Serina
Chiedono più parcheggi e itinerari gastronomici
Promossi sicurezza e qualità degli spazi pubblici

Più eventi e intrattenimenti serali. In poche parole occorre rendere più vivaci i paesi. La richiesta arriva dal distretto del commercio «Fontium e mercatorum» che riunisce San Pellegrino, Serina, Costa Serina, Cornalba, Bracca e Oltre il Colle.
È il risultato di un'indagine effettuata dalla società «Trade lab» per conto del distretto e presentata nei giorni scorsi alla Camera di commercio di Bergamo (che ha sottoscritto l'accordo del distretto), presenti Roberto Ghidotti di Ascom, Filippo Castelli di Confesercenti e gli amministratori dei sei comuni.

Buona offerta commerciale
Sono stati 155 i commercianti intervistati (60 a San Pellegrino, 6 a Bracca, 12 a Costa Serina, 24 a Oltre il Colle e 53 a Serina), rappresentativi delle diverse tipologie di attività: punti vendita, bar e ristoranti.
I commercianti hanno espresso pareri positivi per quanto riguarda sicurezza, offerta commerciale (prezzi, orari, qualità) e qualità del contesto urbano (pulizia, manutenzione e stato generale degli spazi pubblici dei paesi). «I nodi da sciogliere secondo gli operatori commerciali – ha detto Oliviero Cresta di "Trade lab" – riguardano principalmente la qualità dell'offerta culturale, delle manifestazioni e degli eventi, giudicati poco più che sufficienti con un punteggio di 2,1 su una scala da uno a quattro, e l'accessibilità, valutata con 2,3 punti».

Piuttosto scarsa anche la valutazione della vivibilità dell'area: circa il 30% degli intervistati giudica il proprio comune poco o per niente vivibile. Con alcune differenze: Serina e San Pellegrino risultano migliori della media degli altri comuni. Inoltre, oltre il 60% degli operatori commerciali ritiene che la sua area di attività, negli ultimi anni, abbia visto un riduzione della vitalità e della frequentazione. Nel complesso, il distretto viene visto come poco vitale, soprattutto se si confronta la situazione attuale con quella di qualche anno fa.

Tante le proposte avanzate dai commercianti per cercare di rivitalizzare i paesi: ai primi posti la richiesta di un aumento dei parcheggi e della ricettività turistica, seguita dall'introduzione di itinerari enogastronomici e dalla creazione di eventi che valorizzino prodotti tipici, iniziative culturali, sportive e teatrali.

«Servono bus navetta»
Per vivacizzare i centri, oltre a un'opera di restyling degli arredi urbani, secondo gli imprenditori del commercio, dei servizi e del turismo, urgono una maggiore animazione serale, iniziative di intrattenimento mirate, riservate a bambini e adulti e a un miglioramento dei collegamenti, con la possibile introduzione di bus navetta.
L'indagine tra i commercianti rappresenta peraltro solo il primo passo dell'attività di studio e monitoraggio prevista dal distretto. Seguirà, infatti, una fase che coinvolgerà i consumatori e i frequentatori del distretto stesso. «La conoscenza e l'analisi dei bisogni del territorio e delle opportunità dell'area, infatti – ha concluso Cresta – consentiranno di intervenire con azioni mirate per migliorare l'attrattività dei comuni interessati».

Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo - Martedì 15 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 39

lunedì 14 marzo 2011

17 marzo, Festa dell'Unità d'Italia. Orari dei sevizi pubblici


Il 17 marzo è festa nazionale in occasione del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia: per la giornata di giovedì cambiano gli orari di molti servizi, dai pullman al tram agli ospedali. Qui tutto il dettaglio.
 

PULLMAN E TRAM
Atb e Teb hanno comunicato che giovedì 17 marzo, in occasione della Festa Nazionale per il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, autobus, tram e funicolari circoleranno con orario festivo.

Inoltre la sosta su strisce blu seguirà la regolamentazione festiva. Tutte le informazioni, gli orari, e le notizie dell'ultimo minuto Atb e Teb sono disponibili sui siti www.atb.bergamo.it e www.teb.bergamo.it. Contatti e informazioni:ATB Point, Largo Porta Nuova, 16-Bergamo tutti i giorni feriali da lunedì a venerdì, dalle ore 8.20 alle ore 18.45 e il sabato dalle ore 9.30 alle ore 14.30.Gli operatori rispondono anche telefonicamente alle richieste al numero 035.236026 oppure per posta elettronica all'indirizzo e-mail atbpoint@atb.bergamo.it

AGLI OSPEDALI RIUNITI DI BERGAMO
Nella giornata di giovedì 17 marzo - informano gli Ospedali Riuniti di Bergamo - il CUPS, l'URP e il Centro Prelievi degli Ospedali Riuniti resteranno chiusi, così come tutti gli ambulatori, ad eccezione di quello dell'Oncologia che funzionerà regolarmente secondo il calendario di attività già programmate. La Farmacia Esterna di Via Statuto sarà invece aperta dalle 9 alle 13.30 e dalle 15 alle 20. Dalle 20 fino alle 9 del giorno successivo sarà operativa, ma a battenti chiusi. Gli Ospedali Riuniti di Bergamo per l'intera giornata di festa garantiscono comunque tutti i servizi di emergenza-urgenza, attivi 365 giorni all'anno, 24 ore su 24.

BERGAMO, DEROGA AL DIVIETO DI PANIFICAZIONE
Nonostante il 17 sia una giornata festiva, a Bergamo il sindaco Franco Tentorio ha disposto la deroga al diveito di panificazione: sarà quindi possibile acquistare regolarmente e ovunque il pane fresco.

ASCOM, UFFICI CHIUSI IL 17
Giovedì 17 marzo l' Ascom di Bergamo chiuderà i suoi uffici per la celebrazione del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia. Rimarranno chiusi sia gli uffici delle due sedi cittadine che quelli delle delegazioni territoriali.

HUMANITAS GAVAZZENI: SERVIZI NON URGENTI SOSPESI

Giovedì 17 marzo il CUP, il Punto Prelievi, la Radiologia e tutti i servizi ambulatoriali di Humanitas Gavazzeni resteranno chiusi. L'ospedale, come in tutte le giornate festive, garantisce ovviamente i servizi di emergenza-urgenza.

L'Eco di Bergamo - 14 marzo 2011 Cronaca

domenica 13 marzo 2011

Arriva la bolletta ma il depuratore a Gorno non c'è



Sono una cinquantina le richieste di risarcimento sottoscritte a Gorno al termine di un'assemblea organizzata dall'Fnp Cisl, il sindacato dei pensionati, riguardo il canone di depurazione delle acque non dovuto.
I residenti si sono infatti accorti di pagare – tra i 40 e i 70 euro all'anno, a seconda dei consumi degli utenti – un servizio relativo a un depuratore che in paese, però, non c'è. In assemblea è intervenuto anche il sindaco Giampiero Calegari che ha rassicurato i presenti spiegando loro che «ci sono circa 50.000 euro accantonati proprio per far fronte a possibili richieste di rimborso».
Dopo l'incontro si è detto confortato Luciano Arrighetti dello sportello dell'Adiconsum di Gazzaniga: «Alcuni cittadini hanno già inviato lettere per aver indietro quanto hanno pagato in più, ma per noi è importante che oggi all'assemblea abbia preso parte anche il sindaco di Gorno Calegari che ha spiegato come il Comune abbia accantonato risorse per eventuali richieste di rimborso.

Siamo fiduciosi, riteniamo che o il Comune o Uniacque (che gestisce il servizio idrico integrato) stiano muovendosi nella strada giusta». «Noi come Comune abbiamo accantonato risorse per eventuali richieste di contributo sui canoni di depurazione – spiega il sindaco Giampiero Calegari –, in particolare circa 50.000 euro. Partendo dal presupposto che se un cittadino ha pagato qualcosa che non doveva pagare nei modi e nei tempi stabiliti dalla legge deve avere un rimborso, noi ci daremo da fare per aiutare chi ha versato di più. La domanda deve essere fatta però attraverso Uniacque. Come Comune cercheremo di rappresentare alla società quanto hanno espresso i cittadini con l'odierna assemblea».
 
Per Uniacque c'è un «ma»
Tuttavia, in merito ai risarcimenti non è detta ancora l'ultima parola. La società si è dichiarata «disposta a corrispondere agli utenti le quote pagate per la depurazione eventualmente non dovute», ma allo stesso tempo non è in grado di dare immediate risposte. Sembra infatti che debba esprimersi anche l'Ambito territoriale ottimale.
La società ricorda però che «il decreto ministeriale 43569/2010 all'articolo 6 comma 1 prevede espressamente che esiste un "diritto alla restituzione della quota di tariffa riferita al servizio di depurazione non dovuta", ma "dedotti gli oneri sopportati dal gestore nel periodo oggetto della richiesta di rimborso" nei casi in cui il gestore abbia sostenuto costi per l'attività di progettazione e realizzazione dell'impianto di depurazione. 

È il caso, nella fattispecie, di Gorno, dove sono appunto in corso gli interventi per il collegamento con il depuratore di Ponte Nossa. È già stato realizzato il collettore e ora si sta procedendo all'adeguamento dell'impianto per il trattamento delle acque».
Con tutta probabilità, oltre ai 50 cittadini presenti all'assemblea, altri residenti hanno già presentato il modulo di risarcimento direttamente agli sportelli di Casnigo. Nei giorni precedenti all'assemblea, l'Fnp Cisl ha infatti scritto ai suoi circa 200 aderenti del paese: tra questi alcuni si sono già diretti all'ufficio locale.


Andrea Filisetti - L'Eco di Bergamo - Domenica 13 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 33

sabato 12 marzo 2011

L'allarme di Draghi: "Mafia, Bergamo e Milano le più colpite"


''In Lombardia l'infiltrazione delle cosche avanza, come ha recentemente avvertito la Direzione Nazionale Antimafia''. Lo sottolinea il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi.

''In Lombardia l'infiltrazione delle cosche avanza, come ha recentemente avvertito la Direzione Nazionale Antimafia''. Lo sottolinea il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, intervenendo all'Universita' degli Studi di Milano nel corso di un convegno sulle mafie a Milano e nel nord. ''Le denunce per associazione a delinquere di stampo mafioso - ha proseguito Draghi - si sono concentrate fra il 2004 e il 2009 per quattro quinti nelle province di Milano, Bergamo e Brescia''. "La criminalità organizzata puo' sfibrare il tessuto di una societa', puo' mettere a repentagliola democrazia, frenarla dove debba ancora consolidarsi".

Al centro nord la presenza mafiosa rimane un fenomeno d'importazione, anche se c'è una preoccupante saldatura con le mafie tradizionali per il crimine organizzato come l'usura, il riciclaggio e le estorsioni. Draghi ha poi detto che l'80% delle denunce per associazione mafiosa in Lombardia ha riguardato nello stesso periodo, individui provenienti da Calabria, Sicilia e Campania.

Contrastare i tentativi di infiltrazione delle mafie nel Nord d'Italia è una delle cose che servirebbero "a togliere uno dei freni che rallentano il cammino della nostra economia". "Il prezzo che la società paga -ha detto Draghi- quando è contaminata dal crimine organizzato, in termini di peggiore convivenza civile e mancato sviluppo economico, è alto. Contrastare le mafie, la presa che esse conservano al Sud, le infultrazioni che tentato nel Nord, serve a rinsaldare la fibra sociale del Paese ma anche a togliere uno dei freni che rallentano il cammino della nostra economia".

Per combattere la mafia con successo alcuni "eroi" in passato hanno anche sacrificato la vita. "I successi non sono mancati - ha detto Draghi riferendosi all'azione di contrasto della criminalita' svolta dalle forze dell'ordine e dalla magistratura inquirente - a volte con il sacrificio della vita di alcuni eroi".

BergamoNews - Venerdi 11 Marzo 2011

venerdì 11 marzo 2011

Moto in montagna: è ancora polemica






Sergio Marzinotto del Cai di Bergamo risponde in tono duro al presidente della Federazione motociclistica italiana Paolo Sesti  ri-accendendo la polemica sulle moto in montagna (foto tratta da Valbrembanaweb.com)

Egregio Presidente Federazione Motociclistica Italiana,mi rendo conto che presiedere una federazione importante (sotto l’aspetto affaristico) qual è la Federazione Motociclistica Italiana può essere a volte un compito gravoso che comporta la necessità di effettuare interventi magari non sentiti, ma necessari alla difesa degli interessi degli aderenti alla stessa.

Sono tuttavia rimasto allibito leggendo la sua lettera di risposta alla nota del CAI di Bergamo, il quale contesta la presenza di motociclisti sui sentieri di montagna. Allibito perché, data l’impossibilità di basare in modo fondato la difesa d’ufficio, quest’ultima avrebbe dovuto essere dimessa e discreta nel tentativo di trovare delle attenuanti, non essere addirittura arrogante e supponente.

Con le sue parole infatti, vorrebbe addirittura affermare non solo che per i motociclisti sia un sacrosanto diritto andare sui sentieri di montagna, ma che addirittura la cosa sia altamente benefica per la montagna stessa!
Lo slogan da Lei coniato è: “meno male che ci sono i motociclisti in montagna”. Sembra di sentire quei cacciatori che, nel voler motivare la loro attività venatoria, dicono di sparare agli animali perché amano la natura (e quindi anche gli animali a cui sparano, evidentemente!).
Sarebbe meglio ammettere la realtà, seppure tristissima, piuttosto che adottare teorie fasulle: i motociclisti che vanno in montagna non sono appassionati della montagna, ma solo del loro mezzo con il quale pretendono di dimostrare chissà quali capacità, senza alcuna sensibilità per ciò che li circonda e senza alcun interesse per l’ambiente che stanno attraversando.

Premetto che non sono un fanatico ambientalista integralista (anche se dopo avere letto la sua lettera mi è venuta voglia di diventarlo). Ritengo solo che la “Montagna” e la natura più generale, sia un argomento complesso che va affrontato salvaguardando tutti i diversi aspetti e contenuti che la riguardano.
Entrando nello specifico, non credo sia necessario rammentarLe che la legislazione italiana, sia nazionale sia locale, proprio a tutela dell’ambiente montano prevede specifici divieti di circolazione per i mezzi a motore, non solo sui sentieri di montagna, ma anche sulle carrarecce e le mulattiere, destinandone l’uso ai mezzi agricoli locali autorizzati e ai mezzi di soccorso. Tali divieti sono regolarmente violati dai motociclisti che vanno in montagna e che Lei pretende di difendere.

Ritengo che Lei, da presidente autorevole e certamente competente di legislazione italiana, dovrebbe prendere le distanze da questi signori, che oltre ad essere dei trasgressori, con l’incoscienza con cui spingono i loro mezzi in montagna causano danni di cui probabilmente ignorano i devastanti effetti.
Sovente, purtroppo, ne incontro durante le mie escursioni. Non Le dico il piacere, trovandomi a camminare in un ambiente integro, di sentire all’improvviso il rumore del motore e di respirare i gas di scarico! Lo scorso inverno, mentre salivo con gli sci il versante sud del M. Sirente, mi si affiancò un motociclista che guidava un quad.

Alle mie rimostranze (la circolazione è vietata sin dalla valle sottostante) si giustificò dicendo che mi stava aiutando aprendo la pista! Tralasciando i divieti di legge e tornando alla Sua lettera, taluni passi da Lei scritti lasciano veramente interdetti. A Suo dire l’andare in moto per montagne fornirebbe un contributo “positivo al mantenimento in vita della rete dei sentieri e delle mulattiere …sui tracciati più impervi e meno utilizzati dall’escursionismo pedonale.”… “Senza la presenza dei motociclisti se ne perderebbe la fruibilità”.
Ma ha idea di cosa sta parlando? Sa quali caratteristiche può avere un sentiero “impervio” classificato EE? Conosce l’impatto ambientale causato dall’inquinamento, non solo quello della combustione del propellente, ma ancora di più quello acustico?. Sa che cosa succede alla flora e soprattutto alla fauna al passaggio di una motocicletta? Non vi può essere salvaguardia dell’ambiente se non si tutelano le poche aree dove flora e fauna possono vivere lontane dall’attacco continuo di veleni e rumori assordanti!

Non solo. Quando mai sono stati ritrovati cercatori di funghi o escursionisti dispersi tramite motociclisti? Cosa diversa è dire che le guardie forestali o il soccorso di montagna, i soli in possesso delle competenze tecniche necessarie, si avvalgono anche di mezzi quali la motocicletta.
E parla anche di etica. Ma quale può essere l’etica di un motociclista che invade la montagna, massacrando il fondo su cui cammina con il suo mezzo inquinante e rumoroso, spaventando gli animali? Sia se è inconsapevole (e ciò è già grave di per sé) o consapevole (e quindi senza nessuna sensibilità per l’ambiente circostante) le sue colpe e responsabilità non cambiano.

Lei giunge all’assurdo dichiarando che il frequentatore della montagna a piedi o in moto ha “la possibilità di trovarsi in un contesto naturalistico incontaminato”. Egregio Presidente, il contesto a cui Lei fa riferimento è tale soltanto se si evita di devastarlo con mezzi quali le motociclette.
Mi dia retta. Provi ad ascendere una montagna con le sue gambe. Vedrà che la cosa è ben diversa dal risalire un sentiero con l’ausilio di un mezzo motorizzato. Fatica e sudore saranno ben ripagati dal silenzio pieno di fruscii e richiami di uccelli, e dallo spettacolo continuo che si mostrerà ai Suoi occhi, passo dopo passo. Per superare qualche chilometro ci metterà del tempo, molto di più che se utilizzasse la sua amata motocicletta, ma ne varrà la pena.

La Montagna ha bisogno di rispetto, di silenzi, di sacrale ammirazione, e non di essere martoriata da conquistatori su due ruote.
Sponsorizzi i meeting motociclistici nelle piste da corsa e nei campetti per il motocross, e tenga lontano i motociclisti dai percorsi di montagna. Chi la ama davvero le sarà eternamente grato!

Distinti saluti.
Sergio Marzinotto

Bergamonews - 11 marzo 2011

Notizie in breve







OLTRE IL COLLE
Ici e Irpef sui tavoli dei consiglieri

È convocata per oggi, alle 18,30, la seduta del Consiglio comunale di Oltre il Colle.
Tra gli argomenti all’ordine del giorno c’è la discussione sul bilancio e l’approvazione del piano triennale delle opere pubbliche. Sul tavolo anche l’addizionale comunale Irpef e la determinazione delle aliquote per l’Ici.


LENNA
Le «Donne di montagna» si raccontano a Lenna

È in programma domani a Lenna, alle 21 al teatro comunale, l’incontro «Parliamo tra di noi», organizzato dall’associazione «La fregéra» e dalla biblioteca. Dopo il saluto del presidente dell’associazione, Alessia Proserpio, saranno le donne a prendere la parola presentando le loro esperienze lavorative. Interverranno sul tema del turismo le donne della cooperativa che gestisce «L’albergo diffuso» di Ornica e quelle del coro «Donne alla fontana» di Santa Brigida.
Racconteranno la propria esperienza lavorativa in terra straniera anche delle donne immigrate. Saranno presenti giovani donne che racconteranno la loro esperienza con i disabili, il lavoro in ospedale e quello nel volontariato. La serata terminerà col buffet

L'Eco di Bergamo - 11 marzo 2011

giovedì 10 marzo 2011

Amianto, sull'Alben l'ecomostro record

Oltre il Colle: il condominio che sorge vicino alla stazione sciistica guida la «black list» regionale
Costruito negli anni '60 e disabitato, è alto cinque piani «farciti» di fibre potenzialmente pericolose.

Sulle nevi dell'Alben spunta, da decenni, un palazzo fatiscente alto cinque piani, ognuno con una superficie di circa 350 metri quadrati, che conserva qualche centinaio di metri cubi di amianto nelle pareti e nella struttura. Si tratta del condominio «Alben» di Oltre il Colle, in Valle Serina, posizionato nella conca dell'Alben in un contesto ambientale e naturalistico di gran pregio, nella zona degli impianti di sci.

Il report del Pirellone
Il complesso, che fu dichiarato abitabile nel 1966, figura al primo posto in Lombardia nella poco invidiabile classifica dei siti dov'è presente l'amianto, quindi prioritario per gli interventi di bonifica.
Il dato emerge da un report di Regione Lombardia, coordinato nello specifico dall'assessore regionale all'Urbanistica, Daniele Belotti, in cui si elencano i principali edifici con elevati quantitativi di amianto, ovvero strutture in tutta la regione che necessitano di bonifica.

Una «black list» dei casi più pericolosi, che vede al primo posto Oltre il Colle, con un punteggio assoluto di 4.512 punti (a 681 di distanza dal secondo sito con presenza di amianto, situato in provincia di Milano).
«Situazione imbarazzante»
Il condominio è stato venduto nel 1999 e dei cinque piani che lo compongono, tre sono stati acquistati dalle amministrazioni comunali di Oltre il Colle e Serina per una spesa di circa 415 milioni di vecchie lire, mentre il quarto e quinto sono stati venduti invece a privati, che li hanno trasformati in monolocali e piccoli appartamenti. «È una situazione imbarazzante e difficile – commenta il sindaco di Oltre il Colle Rosanna Manenti –. L'edificio attualmente non è utilizzato da nessuno. Precedentemente aveva funzioni turistico-ricettive. Sull'edificio abbiamo una causa legale pendente, di cui ora non parlo. L'amianto si trova soprattutto attorno alle travi di ferro che sostengono il condominio, una procedura d'obbligo per le tecniche di costruzione dell'epoca».
Non ha mezzi termini, invece, il sindaco di Serina Michele Villarboito che definisce la situazione semplicemente assurda.

Situazione ereditata
«Stiamo parlando di una vero ecomostro – afferma Villarboito –. Una situazione che ho ereditato dalla precedente amministrazione, che comporta solo spese e nessun beneficio alla comunità serinese».
Nello specifico i due Comuni hanno ereditato da circa un decennio una causa contro la società che ha venduto la struttura ai due enti pubblici, senza avvisarli della presenza di amianto. «Ma la situazione è ancor peggiore – aggiunge Villarboito –: all'epoca, quando l'amministrazione di Serina decise di acquistare il fabbricato, ci fu il chiaro parere contrario dell'ufficio tecnico, di cui ero responsabile, ma nonostante il segnale negativo fu avviata la procedura per l'acquisto, con l'esborso per i due Comuni di quasi mezzo miliardo di lire e pochi mesi dopo la causa legale contro l'immobiliare. Da ormai un decennio non facciamo altro che sostenere spese legali».
«Una recente perizia – conclude il primo cittadino di Serina – evidenzia come il costo di smaltimento dell'amianto imbrigliato nelle pareti, non vale il valore dell'intera struttura».

Massimo Pesenti - L'Eco di Bergamo - Giovedì 10 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 35

mercoledì 9 marzo 2011

Amianto killer - A Oltre il Colle il più grande in regione



62 siti da bonificare. 600 siti inquinati in Lombardia «Nella Bergamasca ce ne sono 42»

Amianto killer. Sono 62 i siti di proprietà pubblica in Lombardia contaminati in modo grave con l'amianto. Il più grande, e l'unico nella Bergamasca, è a Oltre il Colle: si tratta del condominio Alben in località Conca Alben, una struttura alberghiera ormai dismessa, che nel punteggio (4.512) supera un sito di Limbiate (3.831), l'ospedale Salvini-Corberi.

Il Comune nelle condizioni più preoccupanti a Sesto San Giovanni che ha ben 9 siti contaminati gravemente dall'amianto. Varese e a quota 4 e Broni 3. Sessantadue siti in totale. È la punta dell'iceberg della mappa delle bonifiche redatta dalla regione che si prepara a varare una nuova legge.

Si punta a interventi che facilitino l'apertura di discariche ed ospedali per le cure. In Lombardia c'è una sola discarica autorizzata ed è già satura. «Dobbiamo essere autosufficienti a livello regionale - ha sottolineato l'assessore regionale al Territorio, Daniele Belotti -. Dobbiamo riuscirci entro il 2015»

Condomini, ospedali, capannoni, persino palestre, scuole e centro anziani. Sono in totale 44.004 i siti in Lombardia con presenza di amianto (28.061 sono ancora da bonificare) e 62 sono i siti pubblici con priorità d'intervento con bonifica. L'obiettivo è di ripulire totalmente la regione.

L'unica discarica attiva è quella di Cavriana, in provincia di Mantova, che in tre anni si è saturata. È stata quindi rilasciata l'autorizzazione alla Profacta per realizzarne una nuova dalle dimensioni limitate (80 mila mq) a Brescia. Altri sei impianti tra Bergamo, Brescia e Cremona attendono il via.

L'Eco di Bergamo - 9 marzo 2011 Cronaca

Internet veloce

A Taleggio arriva la banda larga



La banda larga arriva a Taleggio. Grazie al progetto «1.000 Comuni» di Vodafone che punta a portare la banda larga in un comune al giorno nei prossimi tre anni, fino a un totale di 1.000.
«Abbiamo raggiunto un altro importante traguardo – spiega il sindaco di Taleggio Alberto Mazzoleni –. Grazie all'intervento di Vodafone, anche i cittadini di Taleggio avranno una connessione Internet veloce e avanzata, adeguata alle esigenze di una Valle che con l'ambizioso progetto ecomuseale vuole stare al passo con i tempi.

Lo sviluppo sociale ed economico dei piccoli Comuni montani è particolarmente legato alla capacità di essere competitivi, fornendo a cittadini e aziende gli strumenti per poter essere parte integrante del territorio».
«L'iniziativa di Vodafone deve essere lodata – dichiara Giacomo Stucchi, deputato e segretario di Presidenza della Camera dei deputati – perché permette anche ai cittadini, agli operatori commerciali e imprenditoriali presenti in Comuni dalla rara bellezza perché siti in zone quasi completamente integre dal punto di vista naturalistico di godere delle nuove tecnologie di connessione in tempo reale, utilizzando mezzi e sistemi che nella loro predisposizione e installazione rispettano pienamente l'integrità e l'identità dei luoghi stessi».

Una novità importante dunque per cittadini e aziende di Taleggio. «A Taleggio portiamo il "Progetto 1.000 Comuni" che rappresenta il nostro contributo concreto ed il nostro impegno per portare la banda larga nei comuni in digital divide – sottolinea Massimo Scapini, direttore regione Nord Ovest di Vodafone Italia –. Grazie alla tecnologia via radio offriamo accesso ad Internet ad una velocità adeguata a gestire le principali applicazioni web e con prestazioni paragonabili alla banda larga fissa, compatibili con i più moderni dispositivi di comunicazione sia in casa che in mobilità».

Vodafone Italia ha accelerato il piano di investimenti da oltre un miliardo di euro per portare la banda larga via radio in tutta Italia. La diffusione della banda larga è un fattore chiave per il futuro. In Italia si può stimare che oggi ci siano ancora 1.800 Comuni privi di banda larga. Con questo progetto Vodafone conferma l'impegno a ridurre il divario digitale, assicurando a cittadini, famiglie e imprese la possibilità di accedere ai migliori servizi disponibili.

L'Eco di Bergamo - Mercoledì 09 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 41

lunedì 7 marzo 2011

Motociclisti sui sentieri - Continua la polemica

Il presidente della Federazione motociclistica italiana:
«Così tuteliamo la montagna»


Moto e montagna non sono incompatibili, anzi i motociclisti sono una risorsa per le Orobie. È questa la posizione espressa da Paolo Sesti, presidente della Federazione motociclistica italiana, riguardo al recente intervento critico del Club alpino italiano sugli escursionisti motorizzati, rei di danneggiare alcuni tracciati. «Salvaguardare il patrimonio della montagna e la sua rete sentieristica – replica Sesti – è uno degli obiettivi prioritari per i Motoclub, affiliati alla Federazione motociclistica italiana, allo scopo di promuovere il turismo naturalistico, storico culturale, rurale e agroalimentare in piena sinergia con l'ambiente così come viene promosso dal Cai».

Sesti ricorda che nella Bergamasca vengono organizzati numerosi eventi sportivi e amatoriali che, con l'uso consapevole delle motociclette, portano un contributo all'economia della comunità locale.«Tale contributo positivo – afferma Sesti – però vede anche il mantenimento in vita della rete dei sentieri e delle mulattiere dovuto alla presenza delle escursioni motorizzate amatoriali che, prevalentemente, vengono effettuate sui tracciati più impervi e meno utilizzati dall'escursionismo pedonale. In moltissimi casi di questi particolari tracciati, senza la presenza dei motociclisti, si perderebbe la fruibilità, il ricordo e con esso anche la storia rurale del territorio che li ha visti nascere. Dal punto di vista della sicurezza si sono verificate situazioni in cui la presenza dei motociclisti è stata fondamentale per la salvezza di cercatori di funghi o di persone smarrite che sono state ritrovate prima che fosse troppo tardi».

Più sottile la questione sul fronte etico, ossia quello della maniera più corretta per avvicinarsi e apprezzare l'ambiente montano. Sesti fa notare che «le arrampicate, i rifugi e gli impianti di risalita comportano l'impiego di combustibili fossili, mezzi a motore» per avvicinarsi alla montagna e infrastrutture «che probabilmente sono molto più incisive sull'ambiente montano rispetto all'escursionismo motorizzato». Da qui la riflessione che «un uso indiscriminato del mezzo a motore può essere critico, infatti questa Federazione sta attivando iniziative specifiche finalizzate alla mitigazione di possibili impatti derivanti dall'attività motociclistica su viabilità a fondo naturale. Obiettivo prioritario è perciò la riduzione delle emissioni dei mezzi a motore».

Secondo Sesti la nota del Cai è «dovuta a una visione incompleta del contesto dell'utilizzo dei mezzi meccanici in montagna, purtroppo probabilmente dovuta a una visione etica che tiene conto di determinati aspetti pregiudiziali che, in realtà, trova meno riscontro tra le persone che "abitano" e conoscono la montagna ed il territorio». Il presidente di Fmi conclude facendo notare che nel 2006 «il Cai promulgò un sondaggio sull'uso dei mezzi a motore che vide un netto vantaggio per questi ultimi rispetto a chi invece era contrario».

Ma Orobievive contesta «È una pratica assurda»

«Il coordinamento di Orobievive sottoscrive l'appello lanciato dal Cai di Bergamo sulla grave questione dei mezzi fuoristrada sui sentieri delle montagne bergamasche». Il coordinamento di Orobievive, che comprende F.a.b., Italia Nostra, Legambiente, Mountain Wilderness e Wwf, sottolinea alcuni aspetti: «Il danno provocato di mezzi quali motocross, quad e motoslitte sul delicato ambiente montano è gravemente impattante specie nel momento in cui tali mezzi abbandonano mulattiere e strade per avventurarsi in improvvide scorribande su praterie in quota, nei boschi e anche nei corsi d'acqua con gravi effetti sulla flora e la fauna di tali siti. Pratica purtroppo usuale e verificabile da ogni escursionista e che vanifica i buoni propositi che i vari motoclub vorrebbero fossero seguiti dagli appassionati».

A Orobievive appaiono «assurde le istanze di chi vorrebbe imporre il diritto di praticare un'attività che contrasta con qualsiasi norma di buonsenso. Qui non si tratta di poter fare ciò che si vuole in base a un discutibile criterio di libertà personale, si tratta di rispettare regole e criteri normativi ma non solo. Esiste una legge regionale ben precisa in materia citata nella lettera del Cai e questo dovrebbe da solo troncare qualsiasi discussione». «Giova ricordare – conclude il coordinamento – che in Trentino Alto Adige le cose vanno ben diversamente e nessuno troverà mai lì un motocross dove non deve esserci. Forse anche su queste cose si dovrebbe riflettere quando, da parte di operatori ed amministratori, si rincorre il modello trentino per le nostre Orobie».

L'Eco di Bergamo - Lunedì 07 Marzo 2011 PROVINCIA, pagina 20

domenica 6 marzo 2011

Camilla Ravera racconta - 8 marzo - Giornata Internazionale della Donna

8 marzo 1908 : Mr. Johnson , proprietario dell’industria “Cotton” chiude a chiave all’interno della sua azienda le lavoratrici impegnate in una rivendicazione sindacale. Un incendio farà perire, arse vive, 129 lavoratrici.
Fu Rosa Luxemburg che propose questo giorno, l' otto marzo, come
: La Giornata Internazionale della Donna.





(Tratto da “Camilla Ravera racconta la sua vita” di Rita Palombo – Rusconi editore)
…Nel 1898 andammo a Valenza. Papà veniva continuamente trasferito, specie dove era necessario istituire nuovi uffici del Ministero delle Finanze. In quegli anni lo Stato neonato si estendeva per dare vita alle strutture periferiche (….……..) Così come ad Acqui, a Valenza assistetti ad un fatto che mi rimase scolpito nella memoria. Per molto tempo appartenne ai ricordi della mia infanzia. Ma dopo, quando la mia scelta politica fu compiuta, ciò che successe quel giorno divenne un riferimento storico della mia battaglia per 1'emancipazione e la liberazione della donna.
 

Non ricordo più quanti anni avessi, forse frequentavo la seconda elementare, quindi sette o otto.
Mi piaceva andare a scuola, perché ero contenta di stare con gli altri bambini.
La mamma mi accompagnava ogni mattina e spesso si spazientiva perché mi fermavo ad osservare qualsiasi cosa colpisse l'attenzione. Eravamo arrivati da poche settimane in quella cittadina e avevo ancora molte cose da scoprire.
 

Mentre chiacchieravo con la mamma, sentii all'improvviso delle voci alterate, arrabbiate e subito dopo, da un angolo, vidi comparire tantIssime donne che avanzavano verso di noi. Ebbi paura. Strinsi la mano di mia madre e lei mi obbligò a fermarmi.
Era un corteo di lavoratrici. Prima ancora che chiedessi chi fossero e perché urlassero in quel modo la mamma, accortasi dello spavento che provavo, mi disse che erano le pulitrici dell'oro che protestavano, guidate da un uomo, un socialista che si chiamava Filippo Turati, perché con la loro paga, guadagnata lavorando dodici ore al giorno, non riuscivano a comprarsi nemmeno il pane.

Mi invitò poi ad osservare le loro mani. Io le guardai: erano completamente rose dall' acido che serviva a pulire l'oro. Erano scalze, malvestite e smunte.Chiesi dove andassero e perché quell'uomo le guidasse.
Lei rispose che forse erano dirette alla Lega delle lavoratrici e che Turati, anche se non era povero, era alla testa del corteo perché era un socialista. E per questo era ammirevole.
 

Poco dopo scomparvero in una via e mia madre mi spiegò che non bisognava aver paura dei lavoratori che probabilmente avrei visto altre volte camminare urlando per strada.
In quel modo la mamma mi insegnò ad amare i deboli e innanzi tutto a rispettarli. Allora mi chiesi: "Chi ha soldi non potrebbe darli a chi non li ha?". Questa domanda mi frullò nella testa per giorni e giorni. Anch'io, pensavo, potevo far qualcosa per coloro che soffrivano.
Inutile sottolineare l'importanza che quelle lavoratrici ebbero nella formazione politica di Camilla, che si tranquillizzò sulla sorte di quelle donne solo quando la mamma le disse:
«Le ripulitrici dell' oro hanno ottenuto 1'aumento del salario.
 

Ora lavorano e sono contente».
Dopo un anno, nel 1899, i Ravera si trasferirono a Casale Monferrato. Lì Camilla assistette ad un altro episodio che influì molto sulle sue scelte politiche.
Andavamo spesso ai giardini pubblici, di fronte ai quali si stava costruendo un palazzo.
Io osservavo con interesse quel lavoro. Un giorno, oltre ai muratori, notai delle donne che trasportavano calce ed attrezzi pesanti sulle spalle e si arrampicavano su precarie scale di legno.
Mi fu spiegato che erano le mogli di quei muratori, che aiutavano i mariti a guadagnare quel tanto in più che rendeva sufficiente il salario per portare avanti la famiglia.
 

Fu allora che nacque in me coscientemente l'interesse per la condizione della donna lavoratrice, per i suoi problemi e per la lotta per l'emancipazione femminile.
Camilla intanto aveva terminato le scuole elementari e poi quelle complementari. Per continuare gli studi fu costretta a frequentare !'Istituto Magistrale, perché a Casale Monferrato c'era solo un ginnasio maschile in un collegio privato.
Quella scuola era nata grazie alle battaglie di alcune insegnanti, quasi tutte giovanissime, che prima avevano dato vita all'istituto privato, poi, con il tempo, grazie anche, se non soprattutto, all' ottimo insegnamento che impartivano, apprezzato da studentesse e genitori, ottennero la convenzione a trasformarlo in una scuola parificata e successivamente da parificata a statale.
 

Erano quelli gli anni in cui si cominciava anche in Italia a parlare di emancipazione femminile. E furono belli

Weekend sereno, ma da lunedì torna il gelo






Un weekend soleggiato ma non troppo, mentre è in arrivo per la prossima settimana una ventata d'aria gelida, secondo l'Arpa lombarda.

Le due strutture atmosferiche che interessano la Lombardia attualmente sono un'area di bassa pressione Mediterranea in allontanamento verso ovest e un promontorio anticiclonico Atlantico in espansione verso est. Per sabato variabilità per l'allontanamento della struttura depressionaria con venti al suolo deboli e precipitazioni assenti. Domenica, espansione del promontorio anticiclonico con temperature in aumento. Lunedì, rapido transito di un perturbazione di origine nordeuropea; l'interazione fra questa struttura e il promontorio anticiclonico è ancora piuttosto incerta ma sembrano probabili un rinforzo dei venti al suolo dai quadranti orientali e una brusca diminuzione delle temperature. In seguito, tendenza molto incerta.

LUNEDÌ 7 MARZO
Stato del cielo: inizialmente irregolarmente nuvoloso ma già dalla mattinata nuvolosità in generale diminuzione e in seguito ovunque sereno o poco nuvoloso.
Precipitazioni: assenti, salvo deboli o molto deboli nevicate sulle Prealpi centro-orientali nelle prime 12 ore.
Temperature: minime in lieve aumento, massime in moderata diminuzione.
Zero termico: attorno a 800 metri.
Venti: in pianura deboli orientali con qualche rinforzo al mattino sulla parte orientale, in montagna da deboli a localmente moderati da nordest.
Altri fenomeni: in pianura, foschia nelle ore notturne.

TENDENZA PER MARTEDÌ 8 E MERCOLEDÌ 9 MARZO
Martedì e mercoledì ovunque sereno o poco nuvoloso. Precipitazioni assenti. Temperature in lieve aumento. Venti deboli dai quadranti settentrionali oppure occidentali.



Bergamonews