venerdì 11 febbraio 2022

 Riapertura miniere di Oltre il Colle.


Il Comune dice no alla lavorazione dello zinco in paese


Da dieci anni l’Energia Minerals, società australiana, sta progettando di riaprire le ex miniere di zinco a Oltre il Colle e in Val del Riso, chiuse dal 1982. Studi, sondaggi e ipotesi che fra poco potrebbero concretizzarsi, portando 250 posti di lavoro. Ma – sorpresa – dal Comune arriva ora un imprevisto stop: l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Astori, ha detto no a una “nuova concessione mineraria”.


La richiesta della Minerals era arrivata a inizio dicembre, un documento di migliaia di pagine che, dicono dal Comune, non si è avuto neppure il tempo di analizzare adeguatamente, visto che andava dato un parere al ministero della Transizione ecologica entro fine 2021. Sta di fatto che il Comune, per prendere tempo e valutare meglio i contenuti della richiesta di concessione, ha dato parere negativo al ministero (che poi dovrà passare la pratica per la concessione definitiva alla Regione).


Un diniego che rischia ora di fa saltare il progetto di estrazione, per il quale gli australiani hanno già speso 16 milioni di euro e previsto investimenti di 350 milioni (e 250 posti di lavoro). A spiergare il perché del no è il sindaco Astori: “Non siamo contrari all’estrazione ma alla lavorazione del materiale a Zorzone di Oltre il Colle. Finora ci era stato detto che la lavorazione sarebbe avvenuta a Riso di Gorno, ora la società ha cambiato idea. Dobbiamo, quindi, valutare con attenzione e sentendo la popolazione, l’eventuale impatto ambientale, sulla salute e il turismo”.


L’Energia Minerals, infatti, ora prevede di estrarre zinco (sette milioni di tonnellate in dieci anni, poco più di quanto estratto in un secolo, fino al 1982) e poi di lavorarlo subito, sfruttando i capannoni dell’ex Serbaplast di Zorzone, adeguatamente isolati per polveri e rumori. Da qui, poi, lo zinco verrebbe inviato tramite tunnel sotterranei fino a Gorno.


“Il diniego del Comune è un forte danno al nostro progetto – dicono dalla società -. E’ un no a tutta la concessione, non solo alla lavorazione a Oltre il Colle. La variazione rispetto al progetto iniziale, che prevedeva la lavorazione a Riso, ha vantaggi sia ambientali sia economici. La laveria di Riso non era più idonea”. Venerdì 11 febbraio, alle 20, a Oltre il Colle, si terrà un Consiglio comunale straordinario richiesto dal gruppo di minoranza di Paolo Maurizio. Saranno presenti, per discutere della problematica, anche i vertici della Energia Minerals.


Articolo pubblicato da https://www.valbrembanaweb.com/redazionale/notizie-dalla-val-brembana/riapertura-miniere-di-oltre-il-colle-il-comune-dice-no-alla-lavorazione-dello-zinco-in-paese/?fbclid=IwAR3MsbOqmvTLA8DVg2g0xPtBNScsvkSsSdSRw35vVdd6uXhJS3Tkd_jxN0s

Sabato 5 febbraio 2022

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Le Miniere di Zorzone e i riflessi sulla val Parina e val del Riso.

Una bomba è esplosa con la richiesta della Società Australiana Altamin attraverso la sua controllata italiana “Energia Minerals”, attualmente concessionaria da anni nella ricerca e nell’estrazione del minerale di zinco sotto l’Arera, di avere un’altra concessione con un investimento di circa 16 milioni di euro per nuovi sondaggi e per un nuovo progetto che non prevede l’utilizzo della vecchia laveria in val del Riso, ma sposterebbe tale lavorazione nell’ex stabilimento della Serbaplast di Zorzone.

I problemi che sorgono riguardano lo spostamento del materiale su gomma, dalla miniera in val Parina allo Stabilimento ex Serbaplast di Zorzone, il ritorno degli scarti inerti alla miniera per essere rinviati e depositati a Gorno, il trasporto del minerale “finito”, sempre su gomma, alle lavorazioni finali.

In buona sostanza un tourbillon di autocarri sulle strade, non certamente autostrade, delle due valli.

Le Amministrazioni locali s’interrogano, anche alla luce del promesso riflesso occupazionale (250 posti di lavoro), su quanto possa pesare in termini di traffico e danni ambientali tale progetto.

Dalle informazioni, rilevate dai Quotidiani locali, non è chiarito quanto il problema si rifletta sulla val Parina e quanto sulla val del Riso.

Il tratto Miniere – Stabilimento riguarderebbe 23 autocarri/giorno per i prossimi tre anni e un incremento sino a 68 per ulteriori 25 anni.

Inoltre, ma questo mi pare fosse sott’inteso sin dall’inizio, dopo che il materiale inerte, riportato dallo stabilimento alle miniere e convogliato in sotterranea all’uscita del ribasso Riso/Parina, dovrà essere nuovamente caricato su autocarri e inviato agli Stabilimenti per la fusione e finitura.

Il traffico stradale interesserebbe pertanto tutta la val Seriana.

Dato per scontato che la rimessa in funzione delle Miniere di zinco dell’Arera, avrebbe determinato un problema di trasporto su strada, non si comprende ora la levata di scudi delle Amministrazione di Gorno e, in parte, anche di Oneta sulla decisione assunta dall’Amministrazione di Oltre il Colle nel sospendere l’approvazione della richiesta, fatta dall’Energia Minerals, in attesa di altri chiarimenti in merito.

Mi chiedo, ma sino ad ora i Comuni di Gorno e Oneta su che basi erano interessate al progetto di riapertura delle miniere?

Pensavano forse che, indipendentemente dal posizionamento della laveria, il minerale svanisse nel nulla?

O si sono svegliati tardivamente, oppure non hanno mai considerato i riflessi ambientali che tale riapertura includeva.

Salvo che il risveglio sia unicamente causato da una questione campanilistica: “ Laveria a Gorno, o morte!”.

11 febbraio 2022

 


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