giovedì 4 giugno 2020

Dopo la “reclusione volontaria”.

Motociclisti al Passo di Zambla

Dopo la “reclusione volontaria”.

Riprendiamo quanto pubblicato nell’articolo “Lenta e continua “decadenza” di Oltre il Colle.” il 16 gennaio u.s., con qualche attuale ulteriore riflessione.

Le imposizioni sanitarie emanate dal Governo nazionale hanno ulteriormente aggravato la già precaria situazione dei piccoli Comuni delle nostre Valli, togliendo per oltre tre mesi il piccolo rivolo delle entrate turistiche.


Sicuramente le più penalizzate sono state le località che ospitano impianti invernali di risalita, ma, complessivamente la ricaduta si è fatta sentire in ogni attività collegata al turismo, dalla ristorazione al negozio di generi alimentari al Bar, ecc.

Con il venir meno delle strette sanitarie, almeno quelle concernenti la libertà di circolazione all’interno delle singole Regioni, è ripreso un minimo di movimento che, ci auguriamo, esploda nell’imminente periodo estivo.

Forse è una piccola luce in fondo al tunnel, quella che si comincia a intravvedere.

Forse si pecca di eccessivo ottimismo nel ritenere che le seconde case, di cui molte rimaste chiuse negli scorsi anni, siano la meta di tanti proprietari che di fronte alle burocratiche restrizioni delle rituali vacanze marine di bergamaschi, milanesi e, più in generale, lombardi, possano ritornare alla meta “fuori casa”.

Oltre alla speranza e all’ottimismo, devono concorrere altri fattori, altrettanto importanti, relativi all’accoglienza.

In questi giorni non è difficile notare, sui Social e in alcune interviste, casi d’intolleranza riferibili alla ritenuta “invasione” turistica degli appassionati delle due ruote, cosa peraltro abituale anche nelle passate stagioni estive.

Se è vero che il rombo dei motori, dopo mesi di silenzio e isolamento, può offendere la sensibilità uditiva di qualcuno, altrettanto vero è che questo suono può essere il preludio ad altri possibili e auspicabili “disturbi” della sonnolenta quiete delle nostre valli in tempo di Covid 19.

Auspichiamo, al contrario, che i locali pubblici si affollino, i negozi riaprano con code di acquirenti, il passeggio mattiniero e pomeridiano ritorni a far rivivere i tempi passati.

In buona sostanza, che i nostri Centri di villeggiatura riconquistino lo spazio e le attività purtroppo negate da eventi imprevisti.

Accoglienza significa anche pensare al benessere comune. Pertanto meno borbottii e più altruismo.

Gallicus









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