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E’ il mitico
mandriano che durante l’estate conduce la mandria ai 1800 metri della baita
Zuccone e, in perfetta solitudine, l’accudisce. In verità, proprio solitario
no, è sempre accompagnato dai suoi fedeli pastori bergamaschi pronti al suo comando
a intervenire in caso di necessità.
Santiago possiede ancora l’abitazione e una stalla a
Zambla Bassa, in contrada Vidali, ma in paese si vede solo nei mesi di maggio e
giugno prima di transumare allo Zuccone. In inverno si trasferisce, con tutte le
sue bestie, a Bossico.
La baita Zuccone è situata proprio sul sentiero che
conduce a Camplano, tra le pendici orientali dell’Arera e quelle occidentali
del Grem, e passando da quelle parti non puoi fare a meno di salutarlo e scambiare
quattro chiacchiere. Così come diventa difficile rifiutare l’offerta di un
caffè che immancabilmente ti offre.
Sono gli ultimi pascoli alla base della piramide
granitica dell’Arera.
Durante la transumanza da Zambla Bassa allo Zuccone,
Santiago, in passato, percorreva il sentiero che dalla Plassa sale alla baita
Merlàs, seguito dai muli che trasportavano le provviste. Dopo la costruzione di
una strada sterrata, silvo – pastorale collegata a quella che sale al rifugio
Capanna 2000, il compito di rifornirsi periodicamente è affidato a un
fuoristrada.
Anche
i “solitari” beneficiano del progresso.
La baita è piccola; entrando, sulla sinistra, il grande
paiolo utilizzato per la preparazione dei formaggi, di fronte i fornelli per
cuocere le vivande con sopra qualche vecchio armadietto, un lettino sulla
destra e alcuni attrezzi appesi alle pareti. La convivenza padrone/cani è
evidente.
Ma
non è il caso di sofisticare.
Potrà sembrare contraddittorio il suo carattere
solitario con l’ospitalità e la cordialità con cui accoglie gli escursionisti
che passano e che, con evidente curiosità, “sbirciano” l’interno della baita
dall’ingresso sempre aperto.
Santiago con la sua lunga barba e con il tipico copricapo
da mandriano è diventato uno dei “miti” dell’Arera.
Parecchi anni orsono fu il protagonista di un
lungometraggio dedicato ai malgari che durante la stagione estiva soggiornano
negli alti pascoli delle nostre montagne. Il filmato, interpretato di “attori”
dilettanti residenti in valle, tra i quali mi piace ricordare Beniamino di
Zambla Bassa da poco scomparso, nel tratteggiare l’ambiente e le fatiche dei
mandriani ricordava una vera “storia” accaduta: il morso di una vipera e le conseguenze
subite da Santiago tra il deliquio e l’incubo. La naturalezza con la quale i
valligiani interpretarono il “soggetto” mi lascia, ancor oggi, esterrefatto.
Apro una parentesi per ricordare Beniamino.
Risiedeva a Zambla Bassa nella casa proprio di fronte
alla chiesetta di Santa Lucia, ricevuta in eredità dalla sua famiglia; quella
in cui erano conservati gli ex voto, oggetto di una mostra nel 2014 presso
l’Oratorio della Frazione.
Lo incontravo tutte le mattine recandomi ad acquistare
il Quotidiano e mi soffermavo con lui, e il suo inseparabile amico Luigi,
fratello del Battistì, a commentare i titoli e le notizie riportate. Una
consuetudine che si perde nel tempo, da quando soggiorno a Zambla Bassa nel
periodo estivo.
Lo scorso anno, a Bergamo, leggendo lo stesso Quotidiano
appresi che Beniamino aveva raggiunto altri pascoli, ancor più alti, quelli del
cielo. Ne fui addolorato, un altro amico che non avrei più rivisto. E, ancor
oggi, passando davanti a quella panca vuota ne sento la mancanza.
Chiusa la triste parentesi del Beniamino e riprendendo
il racconto su Santiago, lo ricordo seduto su quegli sgabelli tipici del
mungitore (con un’unica gamba centrale) mentre munge in mezzo alla mandria
comandando, di volta in volta, ai suoi cani quale mucca scegliere per la
successiva mungitura.
Ordine eseguito alla perfezione dai cani dagli occhi
bicolori.
Altri mandriani e altre baite esistono nella zona, ma Öl
Santiago e la sua baita allo Zuccone sono unici.
Gallicus
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