venerdì 26 agosto 2022

 


Non facciamo “steccati” anche nominalmente.

Chi ormai mi conosce nella Conca di Oltre il Colle, sa che nei Gruppi e nelle Pagine dedicate alla località (Amici della Valle Serina –- Amici delle Valli Bergamasche – Il Blog della Valserina, ecc, ecc.) da anni segnalo notizie che interessano, sia dal punto di vista generale che da quello locale, la splendida località.

Lo faccio perché ho frequentato per anni le montagne delle nostre Valli e, per 49 (quarantanove) la stessa località, Zambla Bassa.

Non mi sento un “forestiero” estivo, bensì un cittadino, seppure senza “potere” di questa località, e tale voglio essere considerato.

Quando nel vigore degli anni ho potuto dare un apporto, non mi sono limitato alle critiche, mq oltre alle proposte che sottoponevo agli abitanti, importante, ma anche alle varie forze politico-amministrative, consistevano in argomenti e/o situazioni che coinvolgevano tutti, residenti e villeggianti.

Ho contribuito a realizzare iniziative, rimboccandomi le maniche e ottenendo la preziosa collaborazione di tanti amici e amiche locali e, sicuramente, molti di più di tanti “villeggianti” presenti in quei momenti.

Eppure non mai lesinato critiche ‘, sempre supportate da proposte, affinché nell’interesse generale ci fosse un coinvolgimento, oltre che delle Autorità Amministrative, anche di commercianti e operatori del luogo.

Quanto fossero ascoltate, non ho elementi da dimostrare, né in senso e neppure nell’altro, ma credo di aver fatto il mio dovere con garbo, senza offese, ma con spirito collaborativo (nel mio stesso interesse avendo una proprietà in loco; lo ammetto).

Come dicevo, mi sono sempre sentito uno di loro e non un “forester”, termine divisivo, uno che salutava ed è tuttora salutato, con amicizia da tutti.

Ecco io vorrei che anche altri Gruppi (e ce ne sono)  utilizzassero lo stesso metodo, gli stessi criteri di coinvolgimento e collaborazione reciproca.

Gallicus


mercoledì 8 giugno 2022

Minerals Story, altro capitolo.

 


Dopo il parere negativo, espresso poche settimane orsono, dalla Regione Lombardia e dal Ministero della Cultura, è arrivato anche quello, sempre negativo, del Ministero della Transizione Ecologica (MiTE), relativo alla compatibilità ambientale del Progetto.

Un’ulteriore zeppa all’avvio dell’estrazione da parte dell’Energia Minerals Italia che prevedeva, dal 2024, l’attività per i prossimi venticinque anni con un investimento di 120 milioni di euro, con costi operativi annui di trentacinque milioni, l’assunzione di circa 235 addetti, tra impianti e miniere, e con la riqualificazione o l’edificazione d’infrastrutture strettamente necessarie allo svolgimento dell’attività.

Tra i nodi cruciali vi è quello del trasporto.

.Secondo l’attuale Progetto presentato, il Comune di Gorno, sul territorio della località Riso, laddove si trova l’attuale laveria in disuso dal 1982, il minerale estratto e convogliato tramite la galleria Riso – Parina, sarebbe caricato su automezzi e destinato al commercio.

Il problema sarebbe proprio quel flusso di camion che da Riso si riverserebbe sull’imbocco della statale 671 della Valle Seriana creando seri problemi all’intera viabilità della zona, già particolarmente congestionata.

Dopo anche questa boccatura alla Minerals Italia rimarrebbero, oltre all’abbandono definitivo del Progetto, altre strade da percorrere:

·        Presentare un altro Progetto, sulla base delle criticità esposte dai vari Enti;

·        Fare ricorso rispetto alle decisioni comunicate dai Ministeri.

Si attendono le mosse della Società Australiana tramite la “Energia Minerals Italia” e del suo rappresentante Geraint Harris.

Gallicus

8 giugno 2022


mercoledì 4 maggio 2022

Mineral Story, Veto ambientale della Regione.



La Giunta lombarda esprime il parere negativo sul “Rinnovo della concessione mineraria”.

In merito alla compatibilità ambientale del Progetto di riapertura delle miniere di Oltre il Colle, presentato dalla Minerals Italia, la Giunta Regionale nel corso della riunione tenuta lunedì 2 maggio, ha dato responso negativo e il parere è stato trasmesso al Ministero della Transizione Ecologica

Secondo le considerazioni sono emerse delle carenze nei dettagli e vengono segnalati diversi aspetti, prevalentemente ambientali ma anche progettuali e la collocazione dell’area in questione in una zona protetta.

Dal documento licenziato emerge che tale area, interessata dalla Connessione mineraria, comprende beni tutelati dal codice dei beni ambientali e del paesaggio ed è inclusa nel perimetro del Parco regionale delle Orobie bergamasche, Zona di Protezione speciale (ZPS), della Val Nossana-Cima Grem, considerata Zona speciale di conservazione (ZSC) e della Val Parina, indicata come Sito d’importanza Comunitaria (SIC).

Inoltre la zona d’intervento e l’area circostante sono ricompresi negli elementi di primo livello della Rete Ecologica regionale afferenti alle aree prioritarie per la biodiversità delle Orobie.

Per quanto concerne l’impatto paesaggistico delle nuove opere, non sono allegate documentazioni esaustive.

Mancano, nel Progetto della Minerals Italia, opere di adeguamento del ponte sul torrente Riso (transito cruciale dei mezzi di trasporto del materiale estratto).

Così come non è convincete l’ampliamento del piazzale nella zona a valle dell’area produttiva in località Zorzone (territorio di Oltre il Colle). Tale zona è particolarmente interessata dalla presenza di boschi e corsi d’acqua, tutelati dal codice dei Beni Culturali e del paesaggio.

In particolare esistono dubbi, espressi dalla Società Uniacque Spa, riguardo agli impatti sulla circolazione idrica sotterranea al fine di escludere conseguenze sulla coltivazione delle sei derivazioni esistenti destinate all’approvvigionamento idrico potabile per una larga parte della provincia di Bergamo: sorgente Nossana, Algua e Ponte del Costone, oltre che di  altre sorgenti minori.

Infine lacune sono state riscontrate riguardo all’inquinamento acustico e relative ripercussioni sulla popolazione circostante.

Un parere importante, quello espresso dalla Regione Lombardia, che si aggiunge all’elenco di pareri richiesti ai diversi Enti coinvolti.

Comunque l’ipotesi di riapertura o meno delle Miniere sarà ufficiale solo con un Decreto firmato dal Ministero della Cultura in accordo con il Ministero della Transizione Ecologica.

A loro spetta da decisione finale.

Gallicus

4 maggio 2022

martedì 19 aprile 2022

Il buco è diventato una voragine.

 


La Cà di Prec, un edificio da salvare.

Citato dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali, è sull’orlo di diventare un “ricordo” fotografico.

La parte centrale della costruzione, della quale il Comune di Oltre il Colle è comproprietario, da anni è alla mercé dell’usura del tempo e senza alcun intervento di carattere precauzionale.

Da diversi anni il tetto ha ceduto e il buco che si é creato è diventato una voragine. Le intemperie hanno fatto il resto. I soffitti sono ammalo rati e sotto il peso di condizioni meteorologiche avverse, acqua e beve, pregiudicando le pareti e l’intera parte storicamente ancora esistente.

Le incisioni sulle pietre poste nella volta dell’ingresso fanno risalire a fine 1700, una parziale ristrutturazione. Anche sulla porta della stalla accanto è visibile un’incisione dei primi ‘800.

In questi anni, da parte  del Gruppo “Amici della Conca di Oltre il Colle”, sono state effettuate diverse segnalazioni all’Amministrazione Comunale affinché si adottassero misure di manutenzione, ancorché provvisorie magari con una copertura con lamiera o teli, volte a evitare il continuo degrado.

Nessuna risposta e nessun intervento conservativo.

La storica costruzione, tra il disinteresse anche dei proprietari delle abitazioni confinanti, rischia un  definitivo crollo difficilmente recuperabile.

Gli “appelli” non sono ascoltati e la natura fa il suo corso.

Purtroppo

Gallicus

La Storia e la realtà

https://youtu.be/3PJzltHrBvg



venerdì 8 aprile 2022

Incontro a Gorno sulla ripresa delle attività estrattive in val del Riso.

 


Minerals Story

Incontro a Gorno sulla ripresa delle attività estrattive in val del Riso.

Il Progetto di riapertura delle miniere in val del Riso, prolifera dubbi e chiede approfondimenti.

Mercoledì sera a Gorno, molti abitanti erano presenti alla riunione con l’interlocutore Gerard Harris, managing director di Energia Minerals Italia che ha illustrato il Progetto di riapertura delle miniere.

Ha chiarito il motivo per cui è stata decisa la riapertura dell’attività estrattiva dopo quaranta anni dalla chiusura.

Il dibattito ha reso evidente i pro e i contro di un’operazione che coinvolgerà non solo la val del Riso bensì tutto il territorio circostante.

«Le tecnologie sono mutate – ha detto Harris – la miniera è sicura sia per coloro sia ci lavorano quanto per l’ambiente che l’ambiente che la circonda. Dopo anni di studio e di ricerca siamo in grado di affermare che esiste un giacimento di minerale sufficiente a far ripartire con l’attività estrattiva».

Il crono programma dell’Azienda prevede la riapertura nel 2024, con un’attività estrattiva continuativa per venticinque anni. L’investimento totale sarà di 120 milioni con costi operativi annui di 35 milioni di euro. L’obiettivo è di dare lavoro a circa 230 persone tra miniera e impianti.

«Certamente – ha continuato Hrris – investiremo nella formazione, consapevoli che è un’attività non molto diffusa nel territorio e, i futuri addetti, andranno istruiti.»

Il Comune di Gorno sarà sicuramente coinvolto nel Progetto relativamente all’area di Riso dove, attualmente, si trova la vecchia laveria.

Il materiale estratto sarà, infatti, convogliato, tramite la galleria Riso – Parina, per essere caricato su autocarri e destinato al commercio.

Tale nodo ha messo in allerta sia l’Amministrazione, sia la popolazione di Gorno.

Il managing director ha quindi proseguito: «Siamo consapevoli che il flusso di autocarri che dal Riso farebbe la spola con l’imbocco della statale 671 della valle Seriana, sarebbe intenso. Stiamo valutando soluzioni alternative al traffico su ruote. Tra queste si valuta il trasporto su nastri trasportatori sino a Ponte Nossa (?) ».

Da parte dell’Amministrazione Comunale si è ribadito il concetto che tuttora esistono strutture e infrastrutture inadeguate nella zona di Riso e Fondo Ripa.

«L’area in oggetto – ha ribadito il vicesindaco di Gorno, Italo Serrturini – sarà coinvolta da frequenti passaggi di camion. Abbiamo calcolato che ne passeranno uno ogni 4 – 5 minuti e per diverse ore il giorno. Gli abitanti di quella zona ne risentirebbero. Altrettanto per le polveri generate che insisterebbero attorno all’ex laveria. Altra questione, prosegue il vicesindaco – riguarda l’impatto economico sul territorio. In questi anni ci siamo impegnati per un rilancio turistico delle miniere, investendo i quattrocento mila euro finanziati dalla Regione, e crediamo che la ripresa dell’attività industriale sia poco compatibile con l’aspetto turistico.»

Infine, ha concluso il Sindaco di Gorno, Gianpiero Callegari: «Non siamo chiusi al Progetto, crediamo, tuttavia, che esso debba portare un valore aggiunto al nostro territorio e non disagi.»

Gallicus

8 aprile 2022

martedì 15 marzo 2022

Buone nuove per l’Arera.

Un Ristorante e un Museo in quota.




Grazie ad un finanziamento di 500 mila euro stanziato dalla Regione Lombardia, potrà decollare il Progetto di Rigenerazione e riqualificazione urbana a quota 1600, dove adesso esiste un parcheggio a pagamento, da cui si parte per raggiungere Capanna 2000, e una serie di strutture da anni in disuso.


Correva l’anno 2010 quando l’allora sindaco, Rosanna Manenti, nell’annunciare l’inizio dei lavori per la costruzione della strada che dalla località Plassa termina appena oltre il Rifugio Saba a quota 1600, presentò alla stampa il progetto, “Terrazze di Arera”, volto a favorire lo sviluppo della zona, fino a qualche anno prima importante centro sciistico: si parlava della costruzione di un bar e di due “Bed & breakfast”, anche se non Questo elaborato, purtroppo non fu inviato ai competenti organismi regionali per un errore dell’allora Amministrazione.


Il Sindaco di Oltre il Colle, Giuseppe Astori, si compiace per la possibilità di metter mano in un’area quasi abbandonata, rendendola maggiormente attrattiva e accessibile a tutti, recuperando nella zona e utilizzate quando funzionava la seggiovia e le piste da sci di discesa erano affollate.


Infatti, un tempo, dalla Plassa saliva il primo tratto di seggiovia, seguito successivamente da un secondo tratto che portava turisti e sciatori in prossimità del rifugio Capanna 2000.

 

Smantellati gli impianti, sono rimasti i ruderi delle stazioni di arrivo e di partenza, quelli del vecchio Bar ristorante e di alcuni servizi di competenza.


L’area interessata dovrà essere ripulita dai detriti rimasti e il vecchio ristorante sarà trasformato in un classico ristorante di montagna in legno. La nuova struttura ospiterà anche alcuni posti letto e i relativi servizi.


Oltre ciò è previsto pure l’allestimento di un “Museo all’aperto”, partendo dai piloni esistenti, che illustrerà la flora e la fauna partendo dalla narrazione della storia dell’Arera.


«L’obiettivo – spiega il Sindaco – è quello di recuperare un’area in disuso da anni e potenziare l’accoglienza e l’offerta turistica di Oltre il Colle e dell’Arera, specialmente in questa zona che vede il passaggio di  molti turisti. Quello che vogliamo fare – continua il Sindaco – è creare un’area turistica e di socialità adatta a tutti, giovani e anziani, da dove si può partire per salire a Capanna 200° o fare escursioni sul Sentiero dei fiori.».


In buona sostanza un luogo ove ci si potrà fermare e godersi una giornata di sole, senza l’obbligo di fare escursioni, non sempre adatte a tutti, mangiando cibo nostrano e con l’alternativa di poter visitare il Museo e la Cattedrale verde, lungo i tornanti che salgono al 1600.


Ci sono voluti ventidue anni per arrivare alla conclusione di poter realizzare il recupero degli ex impianti sciistici, auguriamoci che no si debba attenderne altrettanti per veder realizzato l’interessante Progetto.


Gallicus

martedì 8 marzo 2022

Minerals Story, fuori confine.

 Non solo Oltre il Colle e la val del Riso

Il problema della discarica del residuato allarma i Paesi della val Seriana.

Il Progetto della “Energia Minerals” va ben oltre le due zone coinvolte nella riattivazione delle miniere di zinco: Oltre il Colle e Gorno (frazione Riso) ma, con i materiali di scarto provenienti dalla miniera, anche Pradalunga e Casnigo.

Il problema nasce da un maggior approfondimento del Progetto, presentato dalla Società Australiana, che si riferisce a due siti per lo stoccaggio del materiale di scarto in cave ex Italcementi, uno in località “valle dei prigionieri”in quel di Albino/Pradalunga, per molti anni oggetto di coltivazione sino ad esaurimento, e l’altro in località “Dobenca” nel territorio di Casnigo.

L’Impresa Bergamelli di Albino, che a suo tempo ha acquistato  l’area, ha pure acquisito anche il Piano di ripristino ambientale. Secondo i tecnici di codesta ditta lo studio preliminare il Progetto può raggiungere una capacità massima, in termini di volumi, pari a circa un milione di metri  cubi, sufficiente, quindi, di sopperire ampiamente al esigenze del Progetto delle “Energia Minerals”.

Dalla Società di Albino che ha acquistato l’area, nessun commento, mentre la reazione della Sindaca di Pradalunga, che ha portato all’attenzione del Consiglio Comunale il problema, è stata negativa.



«Siamo in stretto contattto con Regione Lombardia  e non ci risulta che sia stato presentato alcun progetto di recupero ambientale dell’area – afferma la Sindaca Natalina Valoti – non esiste alcuna autorizzazione per portare in loco questo tipo di materiale.», continua affermando la contrarietà ad un ulteriore sfruttamento della nostra montagna, e che sia necessario, al contrario, rinaturalizzare la parte boschiva.

Secondo la prima cittadina di Pradalunga,  afferma che la Ditta titolare della Concessione rilasciata all’Italcementi nel 1933,  terminata nel 2003  e prorogata al 2009 dalla Regione, prevede l’obbligo del ripristino ambientale.


Anche la Comunità di Casnigo è allarmata.



La cava individuata dal Progetto della “Energia Minerals” è situata nel loco mine (Ex Dobenca, sulla via Lungo Roma) ed è di proprietà del Comune di Casnigo.

L’area del sito disporrebbe di una capacità di circa 80 mila metri cubi di materiale.

Anche il Sindaco, Enzo Poli, dichiara di non aver avuto in visione alcuna Relazione in merito; oltretutto, af ferma il Sindaco,  un Progetto di recupero ambientale è previsto attraverso la formula del project financing.

Un recupero che consentirebbe di sistemare anche una strada di accesso al luogo.

In buona sostanza, il Progetto presentato dalla “Energia Minerals”, per questi due sindaci, sembra molto all’Araba Fenice, “Che ci sia, ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa!”

Gallicus

sabato 26 febbraio 2022

Mineral Story, Oltre il Colle ritira il “no”.

 


Il consiglio Comunale di Oltre il Colle ha modificato la propria posizione sulla vicenda del ripristino delle Miniere e sulla nuova richiesta di concessione avanzata lo scorso dicembre dalla Società “Energia Minerals”.

Ricordando che comunque la decisione finale sia di competenza della Regione e dello stato, rileva che quello del Comune sia unicamente un parere non vincolante.

Il responso negativo, inviato al Ministero, a Roma, è stato ritirato e sostituito da un “parere sospensivo cautelativo”. In buona sostanza il Consiglio Comunale ha approvato una mozione “… che esprime un parere sospensivo in attesa di vedere nuove proposte che mitighino significativamente gli impatti ambientali e che intervengano a tutela e sviluppo della realtà socio economico locale”.

Il Consiglio Comunale chiede quali possano essere i vantaggi che deriverebbero al paese dalla ripresa delle attività di estrazione del minerale di zinco, prevista a partire dal 2024 e che si prostrerebbe per i successivi 24 anni.

In ultima analisi la domanda è semplice: quanto peserebbe sulla bilancia dei costi – benefici la previsione dei 230 posti di lavoro e dall’altra parte quale immagine turistica rimarrebbe a conclusione dell’estrazione.

L’amministrazione di Oltre il Colle ritiene altresì che il Progetto proposto non abbia fornito rassicurazioni per quanto attiene le abitazioni e la popolazione residente vicino allo stabilimento di lavorazione di Zorzone. Il timore che le vibrazioni indotte dalla realizzazione del nuovo tunnel possano provocare danni alla Frazione.

Le perplessità ricadono poi sul problema finanziario e sul quesito da porre alla Società mineraria. In poche parole quanto è disposta a sborsare per incentivare il turismo?

La minoranza, presente in Consiglio Comunale con Paolo Maurizio e Daniele Cavagna, Ha contestato la posizione della maggioranza, sottolineando come il “parere sospensivo” rischi di far. perdere altro prezioso tempo all’avvio dei lavori.

Secondo il Consigliere Cavagna: «Il declino di Oltre il Colle, sia dal punto di vista turistico sia quello dei servizi è sotto gli occhi di tutti. Ciò che c’è offerto è una grande opportunità da non perdere.»

Nel frattempo la Società Energia Minerals ha annunciato l’incontro con il pubblico, al fine d’illustrare il Progetto, per il prossimo 12 marzo alle ore 15, presso l’area artigianale di Zorzone, (area ex Serbaplast) laddove è prevista la costruzione del sito di lavorazione del minerale.



26 febbraio 2022


domenica 20 febbraio 2022

Rivitalizzare le Comunità.

 



Un esempio viene da un piccolo paese di montagna, Cornalba in valle Serina, abitanti 286.

Da qualche giorno l’antica e storica Trattoria, ristorante e pizzeria Stella situata nella centrale via Papa Giovanni, che fungeva anche da Bar, è chiusa.

In paese è rimasto solo un negozio di generi alimentari e il futuro non sembra roseo.

Il Sindaco lamenta che un tempo vi erano in Cornalba quattro bar, due mercerie, un parrucchiere e, per l’appunto, il Ristorante pizzeria ora chiuso. Pur cercando di supportare, in questi anni di crisi, le attività private non solo con le poche disponibilità finanziarie comunali e organizzando manifestazioni locali, la situazione si è fatta difficile e gli aiuti si sono dimostrati insufficienti.

Eppure, il Sindaco, crede che esistano potenzialità nella località, passaggio di tanti escursionisti che salgono all’Alben o che affrontano le arrampicate sulla Corna Bianca.

Esiste un Progetto, secondo il Sindaco, e su tale base è stato chiesto un milione di euro, tramite un bando regionale, con il quale s’intenderebbe intervenire sulla biblioteca, conosciuta come Casa Eca, che sarebbe spostata nell’aula consiliare, ricavando nei suoi locali un bar – ristoro. L’aula consiliare sarebbe spostata al piano superiore, in altre parole nel sottotetto dell’edificio.

Con quel milione di euro si vorrebbe pure intervenire sul dissesto idrogeologico e sulla trasformazione dei locali superiori della Casa Eca, in alloggi da affittare.

In buona sostanza il primo obiettivo sarebbe di non lasciare la Comunità senza un “punto di ritrovo”.

In buona sostanza l’Amministrazione Pubblica, se lo vuole, può intervenire al fine di sostituire il privato laddove l’interesse comune lo richiede.

Esempio per altri piccoli Comuni che, al contrario, lasciano al lento degrado i servizi per i propri cittadini trincerandosi dietro i limiti economico-finanziari, ma sostanzialmente per incapacità di trovare soluzioni adeguate alle circostanze.

20 febbraio 2022

Gallicus


venerdì 18 febbraio 2022

Mineral Story, anche Oneta dice la sua.



Le minoranze in Consiglio Comunale sollecitano il Sindaco.


Il Gruppo di Minoranza del Consiglio Comunale di Oneta, “Impegno popolare per l’Italia”, ha presentato una mozione che recita: «Abbiamo appreso dalla Stampa locale che recentemente il Consiglio Comunale di Oltre il Colle ha dato parere negativo alla riapertura delle miniere sul proprio territorio. Al fine di valutare eventuali impatti ambientali, acustici e altro.


La motivazione pare avvenga in presenza della prevista lavorazione nella Frazione di Zorzone anziché, come originariamente previsto, nella località Riso di Gorno.


Oneta è ufficialmente parte di questo progetto di recupero e riapertura delle miniere che interessa i tre Comuni: Oltre il Colle, Oneta e Gorno.


Il Gruppo di “Impegno popolare per l’Italia” ha cercato di portare l’attenzione sulla questione e ci ha lasciato stupiti la mancata presa di posizione del nostro Sindaco, Angelo Dallagrassa, che si è chiamato fuori dalla questione ricordando il suo passato impegno lavorativo nel settore minerario e dichiarando che da anni nessuno si sia presentato per informare sulla questione.


“Impegno popolare per l’Italia” ritiene sia doveroso pretendere informazioni su ogni aspetto. Le miniere, dalle quali si ricaverà il minerale, interessano il sottosuolo di Oneta e per questo riteniamo debbano essere fornite garanzie su ogni fronte.».


In buona sostanza, continua la mozione: «Chiediamo che il Consiglio Comunale deleghi la Giunta a convocare un tavolo di confronto con i Comuni di Oltre il Colle e Gorno e che si convochi un’Assemblea pubblica, aperta alla cittadinanza, al fine di fugare ogni dubbio in nome del coinvolgimento popolare e della trasparenza. Da ultimo la mozione chiede che il confronto avvenga in Consiglio Comunale con la presenza di un rappresentante della società Energia Minerals.».


Il Sindaco di Oneta, Dallagrassa, da parte sua rimane fermo sulla sua posizione affermando: «La questione non ci riguarda e non mi sembra il caso di dar vita a nessun tavolo di confronto o altro, non essendo coinvolti. La possibile, o meno, riapertura delle miniere coinvolge i comuni di Oltre il Colle e Gorno per cui, eventuali prese di posizione da parte nostra, risulterebbero inopportune.»


Risposta molto tranchant che toglie da subito l’ipotesi di una comune presa di posizione sulla spinosa vicenda.

18 febbraio 2022.

Nota: Il testo completo dal quale è stato acquisito sia il parziale testo della Mozione, sia per quanto attiene le dichiarazioni del Sindaco di Oneta, è leggibile sul Quotidiano L’Eco di Bergamo in un articolo firmato dalla giornalista Michela Gaiti.

giovedì 17 febbraio 2022

C’era una volta un’Associazione.

 


Con la messa fuori uso degli impianti sciistici dell’Arera, dovuti alle variazioni climatiche e allo scarso innevamento, il turismo invernale nella Conca di Oltre il Colle ebbe un forte crollo.


Conseguenze ne subirono le attività turistiche e commerciali sino a toccare anche quelle artigianali.


Il turismo estivo, condensato nei mesi di luglio e agosto, non era sufficiente i costi di gestione di tali attività ed ebbe come risultato anche un progressivo esodo dei residenti verso la pianura.


Un successivo danno si ebbe sul valore degli immobili delle seconde case, ricordo del boom economico degli anni ’70.


Molte seconde case rimasero chiuse anche nel periodo estivo e questo fatto influì ancor di più sul commercio locale. La pretesa di coprire con l’incasso di due mesi di lavoro i costi annuali della propria impresa, non fu presa positivamente dai villeggianti che iniziarono a portarsi da casa provviste acquistate presso i Supermercati della città.


Sul versante amministrativo iniziò a evidenziarsi una diminuzione finanziaria diretta e indiretta che si ripercosse sul mantenimento dei principali servizi pubblici e sulla manutenzione del patrimonio viario specialmente nelle tre frazioni: Zorzone, Zambla Bassa e Zambla Alta.


Esaurite le risorse derivanti dagli oneri di urbanizzazione per mancanza di nuovi edifici e dalla Concessione rilasciata per gli impianti sciistici dell’Arera, il Comune si trovò in grosse difficoltà, mantenendo al minimo indispensabile ciò che era stato in precedenza realizzato.


Le preoccupazioni di chi aveva acquistato appartamenti nella Conca erano tangibili e richiedeva risposte rassicuranti da parte degli Amministratori pubblici.


Per tale motivo nella seconda metà degli anni ’80 un gruppo di villeggianti si decise a fondare l’Associazione “Amici di Zambla Bassa” con lo scopo di monitorare le necessità della Frazione e sottoporle a chi di competenza avrebbe dovuto provvedere.


All’Associazione aderirono non solo i villeggianti ma altresì molti residenti decisi a far sentire la propria voce a chi era stato eletto per amministrare la Comunità.


La proposta fatta a suo tempo anche ai cugini di Zambla Alta di aderire a questa iniziativa, cadde nel vuoto.


Questo fu un errore poiché, come si suol dire, l’unione fa la forza e un’implementazione del gruppo avrebbe avuto maggior peso nelle richieste d’intervento.


Tuttavia in alcuni casi, e relativamente alla Frazione di Zambla Bassa, alcuni risultati furono ottenuti e diedero ossigeno, ormai quel poco che rimaneva, alle rimaste attività locali.


Con il trascorrere degli anni, alcuni dei promotori scomparvero, vuoi naturalmente, altri per aver scelto altre località di villeggiatura, altri ancora per i “raggiunti limiti di età”.


L’ultimo canto de cigno si ebbe, nell’estate del 2014, quando, grazie alla sponsorizzazione di Ubaldo Balzi (Serbaplast) e alla disponibilità dei locali dell’Oratorio Parrocchiale di Zambla Bassa, fu organizzata una Mostra fotografica relativa ai vecchi ex voto esposti, nella chiesetta di Santa Maria Addolorata di Zambla Bassa, e necessari di un restauro.


Il residuo in denaro avanzato, ancora in cassa all’Associazione, fu donato all’Oratorio, per le spese ordinarie.


Ma seppure da lontano e con altri mezzi di comunicazione, l’interesse e gli interessi di quella piccola Frazione e in generale della Conca di Oltre il Colle, non sono cessati e continuano sia su Facebbok, con il Gruppo “Amici della Conca di Oltre il Colle, sia sul Blog Il Blog della Valserina. .

 

Gallicus

 

 


mercoledì 16 febbraio 2022

Mineral Story, il dibattito continua.

 



Mineral Story, il dibattito continua.

Il Quotidiano L’Eco di Bergamo, dedica oggi, 16 febbraio 2022, due intere pagine sul problema della Miniere di Zinco dell’Arera.

Un articolo concernente la questione vista dal Sindaco di Gorno, Gianpietro Callegari, e un altro che definisce il compito di analisi al quale è chiamata a svolgere l’Amministrazione di Oltre il Colle riguardante un’eventuale modifica delle decisioni assunte in Consiglio pochi giorni orsono e relative alla nuova concessione richiesta dalla Società Australiana.

Partiamo, pertanto dal primo.

«Le miniere? Nel cuore. Riaprirle si, ma per bene.»

In buona sostanza si rileva quanto possa essere relativo il transito di 68 o, addirittura, di 150 camion al giorno, ma eventualmente la ricaduta sul territorio.

«La contrada Riso, se la riapertura delle miniere porterà quel traffico di mezzi pesanti, è destinata a svuotarsi.»

E le strade si sbriciolano.

A Gorno non c’è famiglia che non abbia avuto qualcuno a lavorare nelle miniere dell’Arera.

L’idea che l’Altamin possa riaprirle, progetto nel cassetto da quasi una decina d’anni, piace, ma in paese, come conferma il Sindaco, «C’è molta disaffezione  da quando la Società aveva annunciato che si poteva lasciare il proprio curriculum in Municipio.».

Era il 2017 e, a quel tempo aveva ricevuto la disponibilità di 5 o 6 ditte e una quindicina di curriculum interessati. «Da allora, l’unico a metter piede in miniera è stato lo spumante.». Trattasi di 1650 bottiglie portate nel 2020 da un’Azienda vitivinicola della val Cavallina.

Anche Callegari rileva che per ottenere il rinnovo della Concessione, come richiesto nello scorso mese di dicembre al Comune di Oltre il Colle, è uno dei tanti pareri in attesa che si pronunciano. ( Ministero, Regione, Arpa, ecc. ).

Ma Gorno fa due conti sull’impatto che una decisione possa avere sul suo territorio.

La questione principale da chiarire, per Gorno, è il movimento mezzi su gomma che si verrebbe a creare a fondo valle per il trasporto del materiale cavato.

In altri termini il conto è subito fatto:

.” dopo i primi tre anni necessari per l’avvio dei lavori, e per i successivi venticinque anni, dovrebbe ro servire 68 camion al giorno per caricarlo e trasportarlo negli stabilimenti per la lavorazione.»

Inoltre, fa notare il Sindaco Callegari, «Prima di partire, devono arrivar e il traffico salirebbe a 150 automezzi al giorno, vale a dire 10 camion/ora, uno ogni 4 minuti!».

Il Direttore di Energia Minerals, tuttavia precisa che si tratta di un programma di massima, poiché il tutto, compreso il trasporto, sarà subordinato alle procedure degli Enti chiamati in causa (vedi sopra).

Il Direttore precisa inoltre che, proprio per far chiarezza, l’Amministratore Delegato di Altamin, Geraint Harris, tornerà a Oltre il Colle verso metà marzo per spiegare alla popolazione il progetto e raccogliere le loro istanze.

Sul versante di Oltre il Colle, l’Amministrazione locale ha intenzione di convocare un nuovo Consiglio Comunale al fine di esprimere una risposta definitiva alla richiesta di concessione.

Il geologo del Comune, Sergio Ghilardi, continua lo studio e l’analisi della documentazione ricevuta al fine di portare le proprie considerazioni alla Giunta e poi al consiglio.

Il Sindaco Astori commenta. «Siamo sempre stati favorevoli all’estrazione mineraria, ma ci ha lasciato stupiti l’improvviso cambio d’indirizzo sul cambio di destinazione della lavorazione del minerale, previsto originariamente a Riso, nello stabilimento ex Serbaplast di Zorzone. L’analisi del geologo, incaricato dal Comune, sarà valutata dalla Giunta e dal Consiglio Comunale e, se la si riterrà accettabile in senso positivo, si passerà dal “no” a una posizione di “osservazione”. Il che ci permetterebbe di valutare il Progetto ancor meglio».

Da parte delle minoranze, l’atteggiamento è stato assunto autonomamente. Secondo il Capogruppo Paolo Maurizio, «Si sarebbe potuto, sin dall’inizio, esprimere osservazioni per dare altro tempo all’analisi della documentazione non solo da parte dei Tecnici Comunale ma, altresì dell’intero Consiglio Comunale, minoranze comprese.»

16 febbraio 2022

NB: Le dichiarazioni virgolettate, sono riferite, seppur in modo parziale, ad interviste raccolte rispettivamente da due collaboratori de L'Eco di Bergamo, Marta Todeschini e Andrea Taletti.

 


sabato 12 febbraio 2022

Miniera Story

 


Nuovo capitolo nella “Miniera story” dell’Arera.

Parla il Sindaco di Oltre il Colle Giuseppe Astori «Dateci più tempo, vogliamo capire l’impatto !».

In un’intervista rilasciata a Giovanni Galimberti, e pubblicata sul quotidiano L’Eco di Bergamo di oggi 12 febbraio, Astori rileva come si sia dato poco tempo per approfondire gli aspetti d’impatto ambientale, sulla salute e sul turismo sul territorio di Oltre il Colle.

In buona sostanza si esplicita, innanzitutto, che l’Amministrazione è sempre stata favorevole all’estrazione del minerale dalle miniere, ma l’improvviso cambio di direzione sul sito di lavorazione del materiale, prima previsto a Riso e ora a Zorzone, crei la necessità di una più approfondita analisi e una meditata risposta.

La Concessione, richiesta dalla Società Australiana, dopo sette anni di studi e ricerca prevede l’utilizzo dell’ex Stabilimento della Serbaplast di Zorzone per la lavorazione del minerale estratto.

Sarebbero previsti, secondo il nuovo Progetto, nastri trasportatori, piattaforme realizzate con materiale di scarto e tunnel di collegamento con l’ingresso della miniera di Cà Pasì.

Da quest’ultima località partirebbe il tunnel Parina – Riso, tuttora esistente, che porterebbe il materiale (scarti e minerale ?) fino a Riso di Gorno e ulteriormente, partirebbero gli autocarri per la destinazione finale.

Secondo la Società Australiana a Zorzone l’area di trattamento sarebbe completamente coperta, i cameroni per la frantumazione sotto 500 metri di terra.

La cronologia di queste opere sarebbe prevista in tre anni, vale a dire la preparazione della miniera e dell’impianto, il ripristino del tunnel Parina – Riso e la costruzione dell’impianto di trattamento presso lo stabilimento ex Serboplast di Zorzone.

L’avvio dell’estrazione mineraria scivolerebbe al 2024 con la chiusura, con il ripristino ambientale, nel 2049.

Un ulteriore problema, sollevato a suo tempo da Uniacque, riguarderebbe la criticità riguardante il sistema unico integrato delle sorgenti Nossana, Costone e Algua che portano acqua potabile a 500 mila utenti della provincia bergamasca.

Il Rappresentante dell’Energia Minerals, presente nella seduta del Consiglio Comunale di Oltre il Colle ha posto l’accento come tutta la documentazione sia stata messa a disposizione dell’Amministrazione Comunale, e sul Sito della società, e del Ministero della transazione ecologica.

Il rischio, secondo il parere di mister Geraint Harris, Amministratore delegato dell’Altamin, è che il Ministero decida in base al parere negativo espresso dal Consiglio Comunale di Oltre il Colle.

La richiesta avanzata, pertanto, è quella di rivedere subito il diniego alla concessione, trasformandola in “osservazioni”.  Quest’ultima proposta è stata appoggiata dalla minoranza ma non ha avuto seguito.

La telenovela continua.

Bergamo 12 febbraio 2022


venerdì 11 febbraio 2022

 Riapertura miniere di Oltre il Colle.


Il Comune dice no alla lavorazione dello zinco in paese


Da dieci anni l’Energia Minerals, società australiana, sta progettando di riaprire le ex miniere di zinco a Oltre il Colle e in Val del Riso, chiuse dal 1982. Studi, sondaggi e ipotesi che fra poco potrebbero concretizzarsi, portando 250 posti di lavoro. Ma – sorpresa – dal Comune arriva ora un imprevisto stop: l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Astori, ha detto no a una “nuova concessione mineraria”.


La richiesta della Minerals era arrivata a inizio dicembre, un documento di migliaia di pagine che, dicono dal Comune, non si è avuto neppure il tempo di analizzare adeguatamente, visto che andava dato un parere al ministero della Transizione ecologica entro fine 2021. Sta di fatto che il Comune, per prendere tempo e valutare meglio i contenuti della richiesta di concessione, ha dato parere negativo al ministero (che poi dovrà passare la pratica per la concessione definitiva alla Regione).


Un diniego che rischia ora di fa saltare il progetto di estrazione, per il quale gli australiani hanno già speso 16 milioni di euro e previsto investimenti di 350 milioni (e 250 posti di lavoro). A spiergare il perché del no è il sindaco Astori: “Non siamo contrari all’estrazione ma alla lavorazione del materiale a Zorzone di Oltre il Colle. Finora ci era stato detto che la lavorazione sarebbe avvenuta a Riso di Gorno, ora la società ha cambiato idea. Dobbiamo, quindi, valutare con attenzione e sentendo la popolazione, l’eventuale impatto ambientale, sulla salute e il turismo”.


L’Energia Minerals, infatti, ora prevede di estrarre zinco (sette milioni di tonnellate in dieci anni, poco più di quanto estratto in un secolo, fino al 1982) e poi di lavorarlo subito, sfruttando i capannoni dell’ex Serbaplast di Zorzone, adeguatamente isolati per polveri e rumori. Da qui, poi, lo zinco verrebbe inviato tramite tunnel sotterranei fino a Gorno.


“Il diniego del Comune è un forte danno al nostro progetto – dicono dalla società -. E’ un no a tutta la concessione, non solo alla lavorazione a Oltre il Colle. La variazione rispetto al progetto iniziale, che prevedeva la lavorazione a Riso, ha vantaggi sia ambientali sia economici. La laveria di Riso non era più idonea”. Venerdì 11 febbraio, alle 20, a Oltre il Colle, si terrà un Consiglio comunale straordinario richiesto dal gruppo di minoranza di Paolo Maurizio. Saranno presenti, per discutere della problematica, anche i vertici della Energia Minerals.


Articolo pubblicato da https://www.valbrembanaweb.com/redazionale/notizie-dalla-val-brembana/riapertura-miniere-di-oltre-il-colle-il-comune-dice-no-alla-lavorazione-dello-zinco-in-paese/?fbclid=IwAR3MsbOqmvTLA8DVg2g0xPtBNScsvkSsSdSRw35vVdd6uXhJS3Tkd_jxN0s

Sabato 5 febbraio 2022

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Le Miniere di Zorzone e i riflessi sulla val Parina e val del Riso.

Una bomba è esplosa con la richiesta della Società Australiana Altamin attraverso la sua controllata italiana “Energia Minerals”, attualmente concessionaria da anni nella ricerca e nell’estrazione del minerale di zinco sotto l’Arera, di avere un’altra concessione con un investimento di circa 16 milioni di euro per nuovi sondaggi e per un nuovo progetto che non prevede l’utilizzo della vecchia laveria in val del Riso, ma sposterebbe tale lavorazione nell’ex stabilimento della Serbaplast di Zorzone.

I problemi che sorgono riguardano lo spostamento del materiale su gomma, dalla miniera in val Parina allo Stabilimento ex Serbaplast di Zorzone, il ritorno degli scarti inerti alla miniera per essere rinviati e depositati a Gorno, il trasporto del minerale “finito”, sempre su gomma, alle lavorazioni finali.

In buona sostanza un tourbillon di autocarri sulle strade, non certamente autostrade, delle due valli.

Le Amministrazioni locali s’interrogano, anche alla luce del promesso riflesso occupazionale (250 posti di lavoro), su quanto possa pesare in termini di traffico e danni ambientali tale progetto.

Dalle informazioni, rilevate dai Quotidiani locali, non è chiarito quanto il problema si rifletta sulla val Parina e quanto sulla val del Riso.

Il tratto Miniere – Stabilimento riguarderebbe 23 autocarri/giorno per i prossimi tre anni e un incremento sino a 68 per ulteriori 25 anni.

Inoltre, ma questo mi pare fosse sott’inteso sin dall’inizio, dopo che il materiale inerte, riportato dallo stabilimento alle miniere e convogliato in sotterranea all’uscita del ribasso Riso/Parina, dovrà essere nuovamente caricato su autocarri e inviato agli Stabilimenti per la fusione e finitura.

Il traffico stradale interesserebbe pertanto tutta la val Seriana.

Dato per scontato che la rimessa in funzione delle Miniere di zinco dell’Arera, avrebbe determinato un problema di trasporto su strada, non si comprende ora la levata di scudi delle Amministrazione di Gorno e, in parte, anche di Oneta sulla decisione assunta dall’Amministrazione di Oltre il Colle nel sospendere l’approvazione della richiesta, fatta dall’Energia Minerals, in attesa di altri chiarimenti in merito.

Mi chiedo, ma sino ad ora i Comuni di Gorno e Oneta su che basi erano interessate al progetto di riapertura delle miniere?

Pensavano forse che, indipendentemente dal posizionamento della laveria, il minerale svanisse nel nulla?

O si sono svegliati tardivamente, oppure non hanno mai considerato i riflessi ambientali che tale riapertura includeva.

Salvo che il risveglio sia unicamente causato da una questione campanilistica: “ Laveria a Gorno, o morte!”.

11 febbraio 2022