giovedì 6 maggio 2010

I Mongoli a oltre il Colle - Ricerca di Massimo Pendughet


I "Mongoli" a Oltre il Colle


Nel "45", poche settimane prima della Liberazione, arrivò ad Oltre il Colle una colonna di "Mongoli",( così vennero poi chiamati dalla gente del posto). una sessantina di uomini dai lineamenti e dagli sguardi duri. Erano bene equipaggiati, con divise di color verde oliva, alla guida di diversi carri a quattro ruote trainati da cavalli; uno in particolare con la croce rossa sul tendone, era adibito a farmacia e pronto soccorso. (I carri vennero poi requisiti dai repubblichini di Zogno). Essendo disertori erano in fuga dai tedeschi ma avendo partecipato a rastrellamenti nazisti dovevano guardarsi anche dai partigiani. La loro meta era la Svizzera, paese neutrale, dove avrebbero trovato la salvezza. Lasciati i carri a Oltre il Colle raggiunsero Zambla con i cavalli e si accamparono dove oggi sorge il camping. Mentre i soldati si sparpagliarono a bere ed ubriacarsi tra le varie osterie, i comandanti cercarono contatti con le autorità comunali in cerca di aiuto o asilo. La difficoltà nella comunicazione era tanta. Il "vecchio Parabel" si offrì come interprete conoscendo un po' di tedesco. Ma da Bergamo il comando tedesco fece sapere immediatamente che se i fuggiaschi avessero ricevuto aiuto o asilo avrebbero messo a ferro e fuoco il paese. L'intenzione era quella di fare terra bruciata attorno a questi disgraziati per poterli attaccare in luoghi adatti ad un agguato. La paura tra la popolazione era tanta. La maggior parte se ne restava chiusa in casa. Qualche giovane partigiano spinto dalla fame e dall'incoscienza della gioventù riuscì a trafugare alcune armi e due cavalli rimasti incustoditi. (I cavalli vennero nascosti momentaneamente in quella specie di ricovero che si trova al Passo della Crocetta.) Le armi andarono ad aumentare la dotazione della formazione partigiana, mentre con i soldi ricavati dalla vendita delle bestie vennero saldati i debiti fatti per necessità dalle proprie famiglie, oltre che comperare qualche sacco di farina. Nonostante la brutta fama di questi soldati non si verificò nessun incidente di rilievo. Il giorno dopo il loro arrivo, valutata la situazione, decisero di partire e si incamminarono su per la Val Vedra in direzione del Branchino incontro al loro destino.

La fonte di queste notizie è un "giovane ottantenne" di Oltre il Colle, ai tempi dei fatti narrati, giovanissimo partigiano

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