venerdì 28 maggio 2010

Trekking e rifugi, su - Orobie - la stagione al via


La meta Vivione, Tagliaferri e Curò: sono queste le tre tappe proposte lungo il tracciato che si può tranquillamente affrontare in due giorni

Nel numero di giugno la rivista Orobie «scalda i motori» per l'estate con un'escursione tra la Val di Scalve e la Val Seriana.
Si tratta di un minitrekking. Perché il minimo indispensabile ad affrontare il percorso tra la Valle di Scalve e la Val Seriana compreso tra il rifugio Vivione e il Curò è un paio di giorni, ma questa porzione delle Orobie è talmente ricca di varianti e cime che potresti starci anche un mese intero. Pronti via. Orobie, il mensile che da vent'anni si occupa della montagna lombarda, nel numero di giugno in edicola da oggi, ha dedicato a questo
bell'itinerario un ampio servizio con cui inaugurare la stagione delle passeggiate, quei tre mesi in cui la montagna si trasforma in un grande polmone verde e la gente ci sale per trovare non solo pace, ma anche un po' di refrigerio. Solo un'avvertenza: magari aspettate ancora qualche giorno perché quest'anno le precipitazioni sono state davvero abbondanti e l'itinerario si snoda quasi per intero attorno ai 2 mila metri, ma anche più. Partenza dal rifugio Vivione (1.828 metri), arrivo Curò (1.915 metri). In mezzo una sequenza infinita di creste, laghi (almeno tre, giusto per considerare i più importanti: Valbona, Venerocolo e Barbellino) e un rifugio, il Tagliaferri, che completa il tris dei ricoveri alpini. Davvero un bel tris, perché il piacere di affrontare questi due giorni in quota sta anche e proprio nell'ospitalità e nell'accoglienza di queste strutture. Prendiamo quella di mezzo, il Tagliaferri: un bel rifugio in pietra con le imposte rosse che fa venir voglia di salirci solo a guardarlo in foto. A proposito: il pezzo forte del reportage di Orobie, senza nulla togliere all'esauriente testo di Enzo Valenti, sono le immagini di Mauro Lanfranchi. Come al solito il fotografo lecchese si è prodotto in un reportage di livello con scatti spettacolari che ben rendono questo ambiente selvaggio e ricchissimo di acque. Non dimentichiamo, e nello stesso servizio non manca un approfondimento, che lungo il percorso si incontrano anche tre dighe (Barbellino, Gleno e Frera). Proprio come i rifugi.

Nessun commento: