Lettera di un residente in Valle Serina pubblicata da L'Eco
di Bergamo sabato 22 febbraio 2014
Spett. Redazione
volevo aggiungere alcune personali considerazioni
sull'articolo del 18 febbraio apparso sul vostro quotidiano a pagina 39, a
proposito della frana caduta sulla provinciale di Val Serina il 3 dicembre
scorso.
E' l'ennesimo episodio, la frana, che da riprova della
serietà e capacità di gestire l'affare pubblico in questa valle, come questa
parete di territorio stia a cuore e sia considerata dalle Amministrazioni
provinciali e regionali, complici anche le Amministrazioni locali che non fanno
nulla per farsi valere presso queste Istituzioni.
Siamo di fronte al solito misero teatrino italiota, dove
neppure le legittime lamentele e proteste del sindaco Villarboito nulla possono
di fronte alla sentenza pubblicamente dichiarata con le solite parole magiche:
non ci sono i soldi.
In altro contesto come la Valle Seriana o Brembana la
faccenda sarebbe stata risolta senza tante manfrine e retorici patemi di
circostanza, come giustamente è successo recentemente con la Valle Imagna.
Una manutenzione della viabilità e un presidio del
territorio praticamente inesistente e abbandonato a se stesso, basti pensare
che proprio nella stessa zona della frana, l'ultimo intervento di bonifica
risale a più di venticinque anni fa, sebbene il sito era ed è ad alto a rischio
idrogeologico.
Una viabilità, quella della Valle Serina, che a dire da
terzo mondo è farle un complimento, dove esistono ancora restringimenti di
carreggiata che non superano i quattro metri e mezzo, incredibile!
Ma il tratto più disastrato è quello che da Valpiana porta
al Passo di Zambla, qui i restringimenti sono dovuti ai cedimenti dei muri di
sotto ripa, molto pericolosi essendo mal segnalati e transennati con puntazze
di ferro molto esposte. Alcuni sono li da trent'anni! Allucinante!
Il resto dei muri sia contro che sotto ripa risultano
estremamente danneggiati e pericolanti, anch'essi in quelle condizioni da decenni,
vergognoso!
Il fondo stradale è un vero colabrodo disseminato da buche
ovunque, rattoppate alle belle meglio
che puntualmente si riaprono ad ogni inizio primavera. Non c'è che dire, è uno
splendido biglietto da visita per una Comunità votata al turismo e che vuole
stare al passo con i tempi, ma tant'è, e quando si pensa ai grandi cantieri
miliardari dell'Expo e della nuova viabilità lombarda viene da pensare se la
democrazia in questo Paese abbia ancora un qualche valore civile e morale, dopo
tutto, fino a prova contraria, anche da queste parti si pagano le tasse.
Un valligiano residente
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