giovedì 27 febbraio 2014

Scarichi nel Brembo, arrivano i collettori

Si parte dalla valle Serina
 
 
 

La tabella di marcia è tosta. Ma d’altra parte il problema si trascina da troppo e alla fine del 2016, stringi stringi, mancano meno di tre anni. In tutta la Bergamasca sono 230 i terminali non depurati, le fognature che scaricano direttamente nei corsi d’acqua. Il 70% è in Val Brembana, 75 solo in Val Serina, dove non c’è paese che si salvi. Ancora per poco, però. Dopo gli aumenti in bolletta dal 2014, decolla il piano d’interventi di Uniacque, la società pubblica che gestisce il servizio idrico in 177 comuni della provincia.
 
Quei 127 centesimi di euro in più al metro cubo, finiti prima nelle polemiche, poi, la scorsa settimana, nel mirino degli ispettori dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, serviranno in gran parte per mettere in regola fognature e impianti di depurazione. A partire, appunto, dal record in negativo della Val Brembana.
 
 Lo confermano anche i dati delle sei centraline di monitoraggio che l’Arpa ha lungo il corso del fiume. Dal punto di vista dello stato chimico, il Brembo sta bene. È lo stato ecologico, sul quale gli scarichi fognari influiscono pesantemente, che preoccupa. Lunedì pomeriggio, a Bracca, si è tenuta la conferenza dei servizi che ha dato il via libera al progetto del primo lotto per il collettore della Val Serina, opera da 2,2 milioni di euro per un investimento complessivo di 6,5 milioni. Si parte coi lavori entro luglio. In dieci mesi sarà pronto il tratto tra Ambria (frazione di Zogno) e il bivio per Bracca lungo la provinciale 27, il più tortuoso e problematico, perché passa attraverso l’orrido. Poi ci sarà da raggiungere Serina e il ramo verso Selvino, fino a Rigorsa (frazione di Algua).
 
La tempistica sarà scandita da quel 31 dicembre 2016, limite ultimo per scansare le sanzioni previste dall’Unione europea. Fino a Serina (passando per Algua, Costa Serina e Cornalba) la valle sarà quindi collegata al collettore, e poi al depuratore, di Zogno. Oltre il Colle, invece, farà da sé. Sarà realizzato il collettamento di tutte le reti più un depuratore, per un costo di 3,5 milioni di euro. Se la Val Serina è il caso limite, anche da San Giovanni Bianco a Zogno non sono messi bene.
 
Tutto il versante sinistro della valle sversa direttamente nel fiume. A Romacolo, Zogno, non fa eccezione neanche il convento delle suore. Dalla sponda opposta vedi il tubo tuffarsi nel Brembo. Tanto per capirsi. Per risolvere il problema saranno spesi 3 milioni di euro, distribuiti per cinque lotti. Il primo è al progetto definitivo, «e sarà terminato entro il 2014 - spiega Fabio Vavassori, responsabile dell’Area Ingegneria di Uniacque -, gli altri saranno invece accorpati nel 2015 e 2016».
 
La stessa operazione è prevista per San Pellegrino Terme con 2,8 milioni di budget, mentre per San Giovanni ci sarà da dismettere il vecchio depuratore, non più in grado di mantenere gli standard richiesti, e prolungare il collettore fino a quello di San Pellegrino, in modo da creare un’unica rete. Gli amministratori ci sperano. Il sindaco di Zogno Giuliano Ghisalberti: «Dal punto di vista ambientale sono interventi assolutamente necessari - sottolinea -, ci auguriamo che siano portati a termine nel più breve tempo possibile, anche perché il nostro Comune, in passato, ha investito molto, in particolare nel depuratore». Alessandro Vistalli, Cornalba: «Il collettore della Val Serina è un’opera che aspettiamo da tanto.
 
Ora, bisogna che tutti s’impegnino per procedere anche con gli altri due lotti». Serina è uno dei pochi comuni della provincia che ancora non ha aderito a Uniacque. L’ex sindaco Michele Villarboito ne ha fatto una battaglia. L’attuale, Giovanni Fattori (che di Villarboito era il vice) mantiene la linea. Approva il progetto del collettore «perché era quello sottoscritto dall’Ato», precisa, ma «in Uniacque entreremo solo se ci riconosceranno in termini economici gli investimenti che abbiamo fatto nel corso degli anni. Non regaliamo la nostra acqua».
 
Il Corriere della Sera - 27 febbraio 2014

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