domenica 30 maggio 2010

Il Cai - niente bandierine sui rifugi

Ma la Giunta Provinciale non ha nulla di meglio da fare?

Il Cai - niente bandierine sui rifugi

Il presidente Valoti reagisce alla proposta di issare un nuovo vessillo della Provincia.
È polemica per l'iniziativa dell'Amministrazione, con l'inserimento della scritta Bèrghem sotto lo stemma

Esplode la polemica sulla nuova «bandiera» della Provincia di Bergamo che oggi per la prima volta verrà issata al rifugio Cà San Marco in occasione della posa della targa dedicata a Papa Giovanni XXIII. La bandiera è su sfondo verde con lo stemma provinciale posto in mezzo e due scritte: sopra «Provincia di
Bergamo», sotto «Bèrghem». In pratica il gonfalone riproposto in orizzontale con la scritta in dialetto.
A mettere i puntini sulle «i» è, innanzitutto, il presidente del Cai di Bergamo, Paolo Valoti, in risposta alle dichiarazioni dell'assessore provinciale alle Politiche montane Fausto Carrara rilasciate a L'Eco di Bergamo. L'assessore, dopo aver chiarito che la nuova bandiera non è ancora stata «istituzionalizzata» dagli organi competenti e che, quindi, non può essere usata per occasioni ufficiali, aveva osservato che «non ci sono controindicazioni per essere issata sui rifugi. Buona parte dei rifugisti si è già dichiarata disponibile». Ma Valoti parla di «equivoci: dieci mesi fa ho incontrato l'assessore per un primo contatto. In quel contesto si era detto che si poteva valutare la possibilità di esporre il simbolo istituzionale della Provincia, ma nell'ambito di un progetto complessivo di promozione della montagna, dei rifugi, dei sentieri.

Al contrario il Cai di Bergamo non è disponibile ad esporre nessuna "bandierina": quella della quale si sta discutendo, per ammissione della stessa amministrazione provinciale, non è ancora stata approvata dagli organi competenti. La nostra disponibilità è solo per i simboli istituzionali, riconosciuti da tutta la gente di Bergamo e nei quali tutti i bergamaschi si identificano». E Valoti aggiunge: «La montagna è un luogo di passione, condivisione e libertà per tutti. I rifugi sono case di accoglienza, ospitalità e convivialità. Il Cai fonda la sua autorevolezza e credibilità sulla capacità di accogliere tutte le sensibilità politiche e non vuole essere usato per finalità di parte».

Il presidente del Cai di Bergamo conclude puntualizzando anche riguardo alla manifestazione di oggi a Cà San Marco: «L'edificio – chiarisce – è sempre stato di proprietà della Provincia. Il Cai lo ha gestito come rifugio dal 1954 al 1979: in occasione dell'inizio della gestione, il futuro Papa Giovanni XXIII, allora Patriarca di Venezia, a conclusione del convegno tenutosi a San Pellegrino, scrisse sul libro del rifugio del Cai Bergamo la frase riportata nella targa che verrà posata domani (oggi, per chi legge ndr) da parte dell'Amministrazione provinciale. Ma con questa iniziativa il Cai Bergamo non ha nulla a che fare: non è stato neppure invitato».

A testimonianza di come la questione sia delicata e controversa, ecco una lettera giunta al giornale e inviata
al presidente del Cai da un socio di Bergamo, Paolo Turrazzi: dopo aver ricordato le prescrizioni statutarie del Cai in merito all'esposizione di bandiere, afferma che «nel caso in cui dovessi vedere sventolare questa "nuova" bandiera nei nostri rifugi, vi chiederò di cancellarmi tra i soci del Cai di Bergamo».

Carlo Saffioti, coordinatore provinciale del Pdl e consigliere regionale, osserva: «Credo che qualunque modifica debba seguire una procedura precisa e debba essere condivisa e approfondita. Siamo stati messi di fronte ad un fatto quasi compiuto: il presidente della Provincia Ettore Pirovano ha fatto una forzatura non apprezzata. Ci sono temi più urgenti da affrontare sui quali tra noi e la Lega c'è piena sintonia». Ora Saffioti auspica un «approfondimento sulla questione con un confronto tra le parti politiche». E l'esponente Pdl ricorda che «l'unità della provincia di Bergamo nasce con l'unità d'Italia e con il nome "Bergamo".

Quando si toccano i simboli occorre molta attenzione e condivisione». Saffioti conclude sui rifugi: «È importante che ci sia la bandiera nazionale; dopo di che ci può stare o meno anche il logo della Provincia». Antonio Misiani, parlamentare del Pd, ricorda le «fabbriche che chiudono e le migliaia di persone in cassa integrazione o disoccupate. Ci aspetteremmo che l'Amministrazione provinciale si occupasse di questi problemi, perché solo un imbecille o un provocatore può pensare di impiegare tempo e soldi dei cittadini per cambiare la bandiera della Provincia. Contrasteremo la bandiera di Pirovano in tutte le sedi: il vessillo della Provincia appartiene a tutti i bergamaschi, non è proprietà privata della Lega». Anche gli esponenti del Pd Gabriele Riva, segretario provinciale, e Matteo Rossi, consigliere di via Tasso, invitano Pirovano «a porre al centro dell'agenda politica temi più vicini ai reali bisogni dei cittadini. Inoltre la manipolazione dei simboli istituzionali secondo logiche di parte è segno di scarso rispetto nei confronti delle istituzioni». Valter Grossi e Nicola Carrara di Alleanza per l'Italia parlano di «un'idea che rivela pulsioni secessioniste e un atteggiamento proprietario verso le Istituzioni». Dal canto suo Pirovano spiega che alla base di tutta la polemica c'è «un problema di disinformazione: questa non è la nuova bandiera della Provincia».

L'amministrazione di via Tasso, dice, ha solo preparato «una bozza di una nuova bandiera basandosi sul gonfalone ufficiale della Provincia, attualmente in uso: lo sfondo del gonfalone è verde da almeno quindici anni ed è stato solo messo in orizzontale, sostituendo le parole «Bergomatum Ager» con «Bèrghem» che significa «casa sul monte». «Non è una provocazione – conclude Pirovano –; è una bozza che ripercorre al 99% l'attuale gonfalone. Presto sarà inoltrata ufficiale domanda alle autorità competenti per ottenere il decreto».

Gianluigi Ravasio - L'Eco di Bergamo Domenica 30 Maggio 2010 CRONACA, pagina 25

sabato 29 maggio 2010

Oltre il Colle saluta i suoi alpeggiatori

L'incontro degli allevatori per la salita in quota. «Occorre incentivare i giovani»


Oltre il Colle - La comunità parrocchiale di Oltre il Colle ha voluto rinnovare anche quest'anno la tradizione del saluto agli alpeggiatori prossimi ormai alla partenza per i pascoli di alta quota dove trascorreranno la stagione estiva con le mandrie. Un giorno di festa da trascorrere insieme tra persone che pur svolgendo lo stesso antico lavoro non avranno più modo di incontrarsi o di partecipare alle celebrazioni della parrocchia. L'iniziativa del saluto agli alpeggiatori – evoluzione della Festa dei pastorelli della quale fu ideatore il compianto Pio Rodigari con incontri in alpeggio – è tradizione della vita della comunità della parrocchia della Santissima Trinità di Zorzone, a Oltre il Colle. Gli alpeggiatori e le loro famiglie hanno partecipato alla Messa celebrata nella parrocchiale da don Giovanni Plebani e dal parroco don Augusto Benigni che all'omelia ha sottolineato la peculiarità e l'afflato religioso del lavoro del contadino in quanto continuazione del lavoro del Creatore che ha donato all'uomo la natura.
Ospiti della giornata – curata nell'organizzazione da Sperandio Colombo, Lino Palazzi e Ignazio Carrara – sono stati il sindaco Rosanna Manenti con l'assessore Marco Palazzi, il presidente della commissione agricola comunale di Dossena Carlo Bonzi e Giuseppe Gentili in rappresentanza del consorzio Bim. L'incontro è stato momento di confronto tra rappresentanti di istituzioni pubbliche e di categoria sui temi del settore.
Si è parlato della difficoltà dello smaltimento del letame che sta nascendo pure per gli alpeggi e l'assessore comunitario all'Agricoltura Orfeo Damiani ha reso noto che il problema è allo studio della Comunità montana.
Ancora, di rischio di cementificazione del territorio e perdita di terreni agricoli. A tal proposito il vicesindaco di Dossena Franco Zani ha invitato le associazioni di categoria ad essere attente alla redazione dei Piani di governo del territorio. Sulla necessità di politiche di incentivazione dei giovani nel settore ha relazionato Fabio Bonzi, vicepresidente regionale dei giovani imprenditori. Infine Giancarlo Colombi, presidente della Codiretti provinciale, ha evidenziato il ruolo della biodiversità e della tracciabilità. La festa si è conclusa con il saluto agli alpeggiatori che presto prenderanno la via dei monti.

Sergio Tiraboschi - L'Eco di Bergamo Sabato 29 Maggio 2010 PROVINCIA, pagina 36

venerdì 28 maggio 2010

Trekking e rifugi, su - Orobie - la stagione al via


La meta Vivione, Tagliaferri e Curò: sono queste le tre tappe proposte lungo il tracciato che si può tranquillamente affrontare in due giorni

Nel numero di giugno la rivista Orobie «scalda i motori» per l'estate con un'escursione tra la Val di Scalve e la Val Seriana.
Si tratta di un minitrekking. Perché il minimo indispensabile ad affrontare il percorso tra la Valle di Scalve e la Val Seriana compreso tra il rifugio Vivione e il Curò è un paio di giorni, ma questa porzione delle Orobie è talmente ricca di varianti e cime che potresti starci anche un mese intero. Pronti via. Orobie, il mensile che da vent'anni si occupa della montagna lombarda, nel numero di giugno in edicola da oggi, ha dedicato a questo
bell'itinerario un ampio servizio con cui inaugurare la stagione delle passeggiate, quei tre mesi in cui la montagna si trasforma in un grande polmone verde e la gente ci sale per trovare non solo pace, ma anche un po' di refrigerio. Solo un'avvertenza: magari aspettate ancora qualche giorno perché quest'anno le precipitazioni sono state davvero abbondanti e l'itinerario si snoda quasi per intero attorno ai 2 mila metri, ma anche più. Partenza dal rifugio Vivione (1.828 metri), arrivo Curò (1.915 metri). In mezzo una sequenza infinita di creste, laghi (almeno tre, giusto per considerare i più importanti: Valbona, Venerocolo e Barbellino) e un rifugio, il Tagliaferri, che completa il tris dei ricoveri alpini. Davvero un bel tris, perché il piacere di affrontare questi due giorni in quota sta anche e proprio nell'ospitalità e nell'accoglienza di queste strutture. Prendiamo quella di mezzo, il Tagliaferri: un bel rifugio in pietra con le imposte rosse che fa venir voglia di salirci solo a guardarlo in foto. A proposito: il pezzo forte del reportage di Orobie, senza nulla togliere all'esauriente testo di Enzo Valenti, sono le immagini di Mauro Lanfranchi. Come al solito il fotografo lecchese si è prodotto in un reportage di livello con scatti spettacolari che ben rendono questo ambiente selvaggio e ricchissimo di acque. Non dimentichiamo, e nello stesso servizio non manca un approfondimento, che lungo il percorso si incontrano anche tre dighe (Barbellino, Gleno e Frera). Proprio come i rifugi.

martedì 25 maggio 2010

Web sui monti - nuove reti contro l'effetto lumaca. E Oltre il Colle ?


Salvato il servizio senza fili: la Provincia sposterà nelle aree critiche le antenne dei paesi che hanno avuto l'Adsl

Coinvolte 64 amministrazioni. E per ampliare la connessione rapida nella Bergamasca 5 milioni di euro dalla Regione

Task force per salvare il progetto di internet veloce in montagna
«Un attimo che mi connetto». Potrebbe passare un attimo davvero, come trenta secondi, trenta minuti o un giorno. Dipende dalla fortuna o dalle congiunzioni astrali di nostra meraviglia il world wide web. Ordinaria amministrazione nei comuni di montagna, alta ma neanche troppo, dove il «digital divide» colpisce duro e dove captare il segnale della connessione internet è spesso un'impresa.

Nella Bergamasca, secondo le stime della Provincia, sono una settantina i comuni sprovvisti del servizio classico di internet veloce, l'Adsl che viaggia sui cavi di rame del telefono con centrali abilitati. In queste zone c'è chi per mettersi al passo usa le chiavette, chi scova offerte di operatori privati. In montagna, poi, il pubblico dà una mano con la rete wireless creata con i fondi dell'Obiettivo 2. Ma proprio questa rete , per questioni economiche e di mercato, rischiava di essere scollegata a partire da luglio.

I motivi? Economici. L'operatore a marzo aveva infatti comunicato l'indisponibilità a proseguire il contratto. In via Tasso si erano quindi detti disposti a tentare il salvataggio. Ora è tutto definito: l'accordo con i gestori è stato rinnovato, ma parallelamente ci sarà una riorganizzazione delle reti che riguardano, lo precisiamo, in vastissima parte i municipi. L'operazione è questa: sui paesi più svantaggiati verranno concentrate le attrezzature e gli apparati (antenne, ma soprattutto elementi di fornitura elettrica) ora sparsi su un territorio molto più ampio. Altrove, dove le verifiche effettuate ad hoc hanno mostrato la presenza dell'Adsl (che
al momento del via al progetto magari non c'era), la Provincia si accollerà la bolletta comunale. Ma anche per i privati è in serbo una novità, anche se non proprio dietro l'angolo: il bando Infratel della Regione, nato proprio per superare il «digital divide» con primi interventi nel 2012, mette a disposizione per combattere il «digital divide» nella Bergamasca qualcosa come 5 milioni di euro.

Partiamo dal salvataggio della rete senza fili messo in atto dalla Provincia. Avviato alcuni anni fa, il piano wireless per stessa ammissione dell'assessore all'Innovazione tecnologica Roberto Anelli «ha un sacco di lacune perché nato con apparati tecnologici già dall'origine superati. Ma in alcune zone è meglio di niente». Ad essere messi male sono una trentina di comuni sui 64 interessati dall'Obiettivo 2, il cui progetto prevede il posizionamento di antenne sui municipi. Un servizio che però gli operatori contrattualizzati da via Tasso non ritenevano più sostenibile economicamente, per cui avevano annunciato l'indisponibilità a restare in campo. «Troveremo una soluzione», aveva detto Anelli. Il piano ora è definito: coinvolti 64 comuni, di cui metà circa messi molto male e altri in cui nel frattempo è arrivata l'Adsl. Sui primi verranno concentrate le strutture (ripetitori, reti elettriche, pezzi per la manutenzione) oggi sparse su 64 centri, mentre per gli altri municipi la Provincia pagherà il canone Adsl. «Il servizio nei 32 paesi in condizioni più difficili dovrebbe così migliorare. E la copertura diverrà potenzialmente una opzione, se l'operatore lo confermerà, anche per i privati». Nelle Valli Seriana, Brembana e di Scalve, infatti, il sistema wireless serve esclusivamente i municipi e avverrà la ridistribuzione. Nei 17 comuni della Valle Imagna, dove invece il sistema è utilizzato via contratto anche da alcune centinaia di privati, la rete senza fili sarà mantenuta in toto per non provocare problemi. Oltre alle aree valdimagnine, vedranno potenziata la copertura senza fili Ornica, Valnegra, Moio de' Calvi, Mezzoldo, Valgoglio, Valbondione, Gandellino, Gromo, Ardesio, Gerosa, Sedrina, Ubiale Clanezzo, Colere e Azzone. I lavori inizieranno fra giugno e luglio e la copertura nuova sarà attiva dall'estate. Specificano da via Tasso che «l'elenco potrebbe subire piccole variazioni a causa degli accertamenti della disponibilità di Adsl al momento dell'installazione». Per il mantenimento del servizio in Valle Imagna il contributo della Provincia è di 100 mila euro per tre anni, nelle altre valli siamo sui 58 mila forfait, 43 mila l'anno per tre anni, più il pagamento delle bollette Adsl. «A conti fatti, rispetto a ora, anche le risorse – conclude l'assessore – vengono ottimizzate».

Fin qui i municipi e una piccola parte di privati. Ma per chi fatica a navigare ci sono altre buone nuove. Infratel, la società creata dalla Regione per combattere il «digital divide», ha avviato le operazioni che porteranno ai primi risultati dal 2012. L'obiettivo della società è contribuire all'infrastrutturazione dei territori in cui manca, per il cosiddetto «fallimento di mercato», il servizio internet veloce: il pubblico porterà le fibre ottiche nelle centrali sprovviste e ne adeguerà i sistemi, in modo da mettere una toppa a quello che nel 2010 è un serio problema anche per lo sviluppo economico dei territori. «Per la Bergamasca il bando regionale
ha 5 milioni di euro a disposizione», spiegano dalla Provincia. E l'offensiva anti internet lumaca prosegue.

Anna Gandolfi

Bergamo a due velocità

I progetti Una Bergamasca che marcia a più velocità. È questo il quadro che emerge anche solo osservando le azioni in campo da parte della Provincia per favorire la connessione. Nelle zone di montagna, da sempre più soggette a criticità in questo tipo di servizio, è attivo il piano delle reti wireless sui municipi (ma anche i privati possono agganciarsi tramite contratto ed è accaduto in Valle Brembana) avviato con i fondi dell'Obiettivo 2. «Una rete che risente di diversi problemi – spiega l'assessore provinciale all'Innovazione tecnologica Roberto Anelli – ma che in certe aree è meglio di niente». Sono 31 i comuni su cui da giugno via
Tasso potenzierà il servizio offerto su una rete di sua proprietà. La rete wireless permette la trasmissione di dati senza fili attraverso onde radio in raggio d'azione limitato.

Super velocità E se in montagna si lotta con internet lumaca, altrove (soprattutto nella Bassa) è in corso una infrastrutturazione che fornisce un servizio ad alta velocità. È la banda larga che, secondo un piano provinciale, Abm Ict sta diffondendo con la posa di fibre ottiche. Il servizio è potente e si adatta all'uso aziendale.

Regione in campo L'Adsl è il servizio «classico»: si muove sui cavi di rame del telefono con centrali abilitate. Per migliorare l'accesso a servizi con queste prestazioni e combattere il «digital divide» la Regione ha creato la società Infratel. Nel bando da 5 milioni di euro sono ipotizzati sul 2012 interventi su alcune centrali: si trovano a Cividate, Spirano, Calvenzano, Fontanella, Rogno, Comun Nuovo, Antegnate, Tavernola, Ardesio, Adrara San Martino, Lurano, Solto Collina, Cavernago, Predore, Palazzago, Gromo, Colere, Pumenengo con Villanuova, Valbondione, Fonteno, Costa Valle Imagna, Roncola, Mezzoldo, Valtorta, Lizzola, Valcanale, Ardesio, Ornica e Spiazzi di Gromo.

L'Eco di Bergamo - Martedì 25 Maggio 2010 PROVINCIA, pagina 31

sabato 22 maggio 2010

Banda del forellino a Valpiana di Serina

Cinque colpi, ma il bottino è magro

Ancora furti in Valle Serina, per la precisione a Valpiana, frazione di Serina. La banda del forellino è entrata in azione nella notte fra giovedì 20 e venerdì 21 maggio, passando al setaccio tre abitazioni e due aziende della zona. Magro il bottino: solo alcune banconote di piccolo taglio - 50 e 100 euro - trovate negli appartamenti, mentre nelle aziende sono state scassinate le macchinette distributrici di caffè e bevande, svuotandole completamente dalle monete.

La tecnica per accedere negli appartamenti è sempre la stessa: i ladri praticano un foro nel serramento e poi con un ferro aprono le portefinestre che danno in cucina o nelle stanze da letto, per poi entrare nell'appartamento.

Così a Valpiana i ladri sono entrati negli appartamenti abitati tutti da anziani, che non si sono accorti di nulla. Sono state svuotate borse e borsellini, cassetti, armadi e cassettiere. Magro il bottino - qualche centinaio di euro -, così come poche monete sono state razziate dalle macchinette del caffè e bibite presenti nei due stabilimenti di Serina visitati dai ladri.

L'Eco di Bergamo - 22 maggio 2010 Cronaca
Sul Sito https://sites.google.com/site/zamblaclub/news/  ulteriori notizie e interviste

venerdì 21 maggio 2010

Oltre il Colle, convocata assemblea della Pro loco


È convocata per il 28 maggio, alle 21, alla Domus Mariae di Oltre il Colle, in via Roma, l'assemblea ordinaria dei soci della Pro loco. All'ordine del giorno l'approvazione del conto consuntivo 2009 e il bilancio preventivo 2010.


L'Eco di Bergamo - Venerdì 21 Maggio 2010 PROVINCIA, pagina 34

giovedì 20 maggio 2010

Zogno, Anziano scivola in una scarpata - ferito

La scarpata dove è caduto l´anzianoZogno Stava eseguendo lavori di sfalcio di una scarpata nei pressi di casa e, forse per aver perso l'equilibrio oppure perché colto da malore, è scivolato sul fondo del pendio andando a incastrarsi sotto una rete metallica che lo ha bloccato, evitandogli così di finire in un torrente.

Il fatto è accaduto verso le18 di ieri in località «Al boer», alla periferia di valle di Zogno, zona attraversata da un piccolo corso d'acqua che scende dalla Corna Rossa. L'uomo, S. F., 72 anni, che abita nei pressi del luogo in cui è accaduto l'incidente, eraintento a tagliare sterpi ed erbe ed è caduto lungo il pendio. Fortunatamente per lui, un vicino di casa lo ha visto e gli ha prestato  immediato aiuto. Resosi conto che il ferito era in stato di semiincoscienza, lamentava dolori al fianco destro e aveva difficoltà a muoversi, il soccorritore ha provveduto ad allertare il «118» che ha inviato rapidamente sul posto un'ambulanza. Sono intervenutia nche i vigili del fuoco di Zogno e una squadra del Soccorso alpino della Val Brembana. L'uomo, che nel frattempo aveva ripresa piena coscienza, dopo essere stato recuperato dal fondo della scarpata, ha ricevuto i primi soccorsi sanitari, quindi con l'ambulanza è stato trasportato per accertamenti agli Ospedali Riunti di Bergamo. Le sue condizioni non sembrerebbero
 
L'Eco di Bergamo - Giovedì 20 Maggio 2010 PROVINCIA, pagina 32

martedì 18 maggio 2010

Scoprono la banda del forellino al lavoro ma l'inseguimento dei carabinieri è vano


Notte movimentata tra Cazzano di Sant'Andrea e Bianzano.
L'auto usata rubata ad Oltre il Colle

La banda del forellino, che sta imperversando da tempo, stavolta è stata scoperta e ne è nato un lungo inseguimento con i carabinieri, ma i malviventi, almeno per il momento, sono riusciti a evitare di essere catturati.

Erano circa le 3 quando la banda del forellino ha tentato un colpo a Cazzano, ma stavolta una coppia si è svegliata e l'ha sorpresa durante il tentativo di irruzione chiamando subito i carabinieri. I banditi hanno scavalcato la recinzione e si sono allontanati con un'Audi A4 risultata rubata nei giorni scorsi a Oltre il Colle.

La rapida telefonata ha consentito a una pattuglia della Radiomobile di Clusone d'intervenire rapidamente e di intercettare la macchina dei malviventi. Il lungo inseguimento è culminato a Bianzano, dove i banditi - dopo aver urtato una Mercedes - hanno imboccato una stradina laterale e hanno abbandonato l'auto scappando a piedi.

Uno dei malviventi ha perso una scarpa che ora è all'esame della scientifica dei carabinieri. Trovati anche una felpa grigia, un cappellino rosso e un attrezzo di ferro, un manico di un secchio, usato come strumento per far girare le maniglie delle porte.

A Bianzano c'è stato un gran trambusto perché nella piazza principale si sono ritrovate le numerose pattuglie dei militari dell'Arma che ormai da giorni sono sulle orme dei malviventi. Il comando dei carabinieri di Bergamo ha lanciato un appello alla popolazione invitando tutti a segnalare tempestivamente ogni tentativo di furto.
L'Eco di Bergamo - 18 maggio 2010

giovedì 13 maggio 2010

Oltre il Colle, 5 case prese di mira dai ladri

Foto da camminandopermonti.it

Oltre il Colle, 5 case prese di mira dai ladri. Gorlago, malviventi falliscono due colpi

I ladri della «banda del forellino», specializzati nel compiere furti praticando un piccolo foro nelle finestre e nelle porte delle case, è tornata in azione. In una sola notte, a OLTRE IL COLLE, sono state prese di mira con questa particolare tecnica cinque abitazioni vicine tra loro lungo la via che attraversa il paese. I colpi sono avvenuti nella notte tra lunedì e martedì, ai danni di cinque famiglie che in quel momento stavano dormendo e non si sono accorte di nulla fino al mattino successivo.

Sono spariti soldi, gioielli, apparecchi elettronici e anche un'Audi A4 posteggiata vicino alla casa di uno dei derubati. I furti sono stati scoperti martedì mattina e denunciati alla stazione dei carabinieri di Serina. L'episodio ha suscitato qualche preoccupazione in paese: raid come questo, infatti, nella località montana non sono molto frequenti. I carabinieri sono ora al lavoro per cercare di identificare gli autori dei furti. Il sospetto è che si tratti di una banda arrivata da un'altra zona della provincia appositamente per compiere la raffica di furti.

Ladri decisamente più sfortunati, invece, quelli che hanno agito l'altra notte a GORLAGO: hanno preso di mira due abitazioni in via Rudelli e in via Case Sparse – nella zona residenziale del paese – ma in entrambi i casi il colpo non è andato a segno. I malviventi, secondo le ricostruzioni, avrebbero forzato gli infissi delle abitazioni, ma non sono passati inosservati. Qualcuno dall'interno li ha infatti sentiti e li ha messi in fuga accendendo la luce. In entrambi i casi i malviventi sono fuggiti senza nessun bottino. Immediato l'allarme alla centrale operativa del 112 dei carabinieri di Bergamo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Calcinate per le ricerche dei ladri e per raccogliere le testimonianze dei proprietari delle due case prese di
mira. Fino a ieri pomeriggio non sono state formalizzate le denunce dei due tentativi di furto ai carabinieri della stazione di Trescore Balneario, competenti del territorio.

L'Eco di Bergamo - Giovedì 13 Maggio 2010 PROVINCIA, pagina 34



mercoledì 12 maggio 2010

Costa Serina rifa' le luci e aumenta la tassa rifiuti

Via libera in Consiglio. Nel piano delle opere 2010 il rifacimento dell'illuminazione
La tariffa cresce del 37%. «Incremento dei costi della raccolta»


Saranno il rifacimento dell'illuminazione pubblica e i lavori di messa in sicurezza della scuola ad Ascensione gli interventi previsti per il 2010 e approvati nel corso dell'ultima seduta del Consiglio comunale di Costa Serina.


Per quanto riguarda l'illuminazione pubblica l'intervento porterà ad un miglioramento dell'efficienza energetica e avrà un costo di circa 177.000 euro, di cui l'80% a carico della Regione. Per la scuola sarà messo a norma l'impianto elettrico: in questo caso il costo del lavoro è di 280.000 euro.

Per il 2011 è stata prevista la sistemazione della strada che va da Ambriola a Trafficanti per un costo di 155.000 euro mentre per il 2012 la riqualificazione della strada di via Don Locatelli (quella che porta alla contrada «Gazzo») per un costo di 150.000 euro. Il sindaco ha inoltre annunciato che è stato dato un incarico per la realizzazione di un progetto di riqualificazione del centro storico di «Costa Alta» che avrà un costo presunto di 850.000 euro per cui è stato chiesto un finanziamento alla Regione di 400.000 euro. «Su altre opere – ha aggiunto il sindaco Paolo Cortinovis – stiamo attendendo la risposta dalla Regione: se verranno finanziate le realizzeremo mentre in caso contrario non verranno fatte». Ma non sono mancate le critiche da parte della minoranza: «Sono perplesso – ha commentato il consigliere di opposizione Fausto Dolci – perché l'amministrazione comunale sta operando solo in base ai contributi regionali piuttosto che seguire la linea politica del programma. Siamo sconcertati per l'assenza di un intervento di allargamento del cimitero di Ascensione e dell'area artigianale di Ambriola. Adesso c'è crisi, ma quando passerà bisogna farsi trovare pronti». Il primo cittadino ha replicato sul cimitero di Ascensione spiegando che «è inutile buttare soldi per ampliarlo – ha detto –, faremo una riorganizzazione del cimitero con le estumulazioni».

L'assessore al Lavoro Nadia Brozzoni è invece intervenuta sull'area artigianale: «Ci stiamo lavorando – ha spiegato – e abbiamo sondato le ditte per capire se erano interessate. Quando avremo un progetto definitivo lo inseriremo». Il punto è stato approvato con il voto favorevole della maggioranza e quello contrario della minoranza. Anche il bilancio è stato votato a maggioranza: il sindaco ha annunciato che sarà assunto un nuovo tecnico comunale a tempo determinato per 18 ore a settimana per l'intera durata del mandato amministrativo. Viene quindi dato un nuovo impulso a questo settore visto che attualmente il tecnico era presente il mercoledì pomeriggio e il sabato mattina. Al nuovo tecnico resterà, in un primo periodo, affiancato quello attuale per il passaggio delle consegne.

Inoltre verrà rifatta la pavimentazione del viale di accesso al cimitero di Costa Serina: il costo è di 35.000 euro con un contributo regionale di 20.000. Sarà infine acquistato un totem informativo al costo di 4.000 euro. All'unanimità sono state votate la conferma dell'aliquota dell'Ici e dell'addizionale Irpef mentre la sola maggioranza (la minoranza ha espresso voto contrario) ha votato la tassa sui rifiuti in quanto vi è stato un aumento della tariffa del 37%. I motivi che hanno portato all'aumento sono stati l'incremento del costo di raccolta e smaltimento dei rifiuti (in base all'appalto sottoscritto, durante il periodo di commissariamento, insieme ai Comuni di Algua e Bracca) e di quello della pulizia delle strade.

All'unanimità è stato votato l'aumento delle superfici minime degli alloggi da 40 a 50 metri quadrati. Al termine del Consiglio il vicesindaco Matteo Persico ha annunciato che, in seguito ai tagli agli insegnanti, dal prossimo anno le classi alle elementari di Ascensione passeranno da cinque a tre con l'inserimento di due pluriclassi.

Davide Cortinovis - L'Eco di Bergamo Mercoledì 12 Maggio 2010 PROVINCIA, pagina 34

martedì 11 maggio 2010

Terremoto: Bracca, Frerola, Sambusita e Pagliaro

Col sisma nessun problema di instabilità

A poche ore di distanza dal terremoto che nelle prime ore di martedì 11 maggio ha colpito la Bergamasca si segnalano alcuni danni agli edifici. In particolare, la scossa di terremoto ha lesionato le chiese di Bracca, Frerola, Pagliaro e quella di Sambusita (parrocchia di Algua che comprende anche le chiese di Frerola e di Pagliaro che sono in Comune di Bracca).

Nella chiesa di Bracca sono caduti stucchi e calcinacci, si sono aperte crepe nei muri così come alcune «chiavi» posizionate nelle pareti si sono mosse riaprendo alcune vecchie «ferite». La chiesa di Bracca sorge tra l'altro su un terreno geologicamente instabile, più «sensibilie» quindi alle scosse telluriche. Stessa situazione anche nelle altre tre chiese.
«Il terremoto - racconta il parroco di Bracca, don Francesco Mangili - l'ho sentito benissimo: a quell'ora ero sveglio e ho sentito tremare il pavimento e i mobili per una quindicina di secondi, mentre il cagnolino ha abbaiato a lungo. Ho capito subito che si trattava del terremoto e mi sono precipitato fuori: la casa parrocchiale è a ridosso della chiesa che sorge già su un terreno instabile, così sono corso in strada a vedere se fosse successo qualcosa».

E in effetti i danni non sono mancati. Un primo sopraluogo è previsto per la mattinata di mercoledì da parte di un architetto che sta seguendo alcuni lavori di ristrutturazione nelle altre due chiese danneggiate, quella di Frerola e di Pagliaro. Le campane del campanile di Bracca, che funzionano elettricamente, hanno smesso di funzionare, segno che qualche danno l'ha subito anche l'impianto. Effettuato anche un controllo sul telaio che sostiene le campane del campanile di Bracca: staccatosi dal muro, sarà sostituito nei prossimi giorni.

Della situazione è comunque già stata informata anche la Soprintendenza ai Beni Architettonici e per il momento, anche dopo un sopralluogo dei carabinieri di Serina, non sono emersi problemi di instabilità. Anche per questo motivo è stato celebrato regolarmente un funerale programmato nel pomeriggio di martedì.

Scossa di terremoto in citta' e provincia

Magnitudo 3,3 - Alle 4.13 di stamattina. L'epicentro tra Selvino, Aviatico e Albino. Non si segnalano danni a persone o cose. Si è sentito forte a Bergamo e nell'Isola


Scossa di terremoto in provincia di Bergamo, alle ore 4.13. Secondo i rilievi registrati dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l'evento sismico, avvertito dalla popolazione, ha avuto una magnitudo di 3.3. L'epicentro è stato localizzato tra i comuni di Selvino, Aviatico e Albino. Dalle verifiche effettuate dalla Protezione Civile non risultano al momento danni a persone e/o cose.
La scossa è stata avvertita un po' dappertutto in provincia e anche in città.
I vigili del fuoco di Bergamo hanno ricevuto chiamate allarmate ma non segnalano danni alle cose e nemmeno persone ferite. In Valbrembana non ci sono state telefonate di residenti impauriti.

La scossa si è avvertita in maniera decisamente forte nell'Isola: "Io abito a Ponte San Pietro - spiega il comandante della polizia locale di Albino Valerio Guerini - e devo dire che a casa ho sentito forte il terremoto mentre". Ma anche ad Albino in tanti sono stati svegliati prima dell'alba dalla scossa che è durata un paio di secondi ma davvero si è fatta sentire. Come conferma la polizia locale di Bergamo: "Il nostro centralino dopo le 4 ha ricevuto tante segnalazioni da parte di cittadini impauriti e preoccupati, ma senza verifiche di danni".

E i vigili del Ponte San Pietro confermano: un rumoroso botto da queste parti ha accompagnato la scossa. Ad Almè, a Mozzo il terremoto si è percepito, a Treviglio invece no.
Bergamonews 11 maggio ore 10

lunedì 10 maggio 2010

Gli amici sfilano con il suo cappello alpino




OLTRE IL COLLE - Era andato a Bergamo sabato sera per vedere come era l'adunata degli alpini che tanto aveva aspettato e per poter informare i suoi compagni di banda su come sarebbe stata l'esibizione della domenica. Da quel viaggio non è più tornato e ieri i suoi amici musicanti l'hanno ricordato sfilando con un
cofanetto a lutto con il suo cappello da alpino e le sue bacchette da tamburellista. Perché Filippo Ricuperati non solo era un alpino, ma era soprattutto un musicista, di quelli che la musica l'hanno nel sangue.

«Sabato ci siamo incontrati alla sede della banda – ha spiegato il maestro della banda di Oltre il Colle, Gianmarco Epis – mentre lui preparava le ultime cose per la sfilata di domenica. Mi ha detto che sarebbe andato a Bergamo per vedere un po' com'era la città, ci teneva tantissimo a questa partecipazione. La musica ce l'aveva nel cuore, questo lutto per noi è scioccante. Era riservato e timido, ma si era integrato subito: aveva studiato percussioni nella banda di Clusone e quando gli abbiamo chiesto se ci poteva dare una mano ha accettato subito, svolgendo il suo ruolo con passione e dedizione. Veniva alle prove una volta alla settimana e curava anche la preparazione di un ragazzo. Non mancava mai, con lui condividevo le scelte di repertorio, aveva gusto e talento, ci mancherà tanto».

Filippo, che lavorava l'operaio a Fiorano al Serio, aveva studiato e suonato nella banda «Giovanni Legrenzi» di Clusone per anni. Commosso il ricordo del maestro della banda, Angelo Benzoni: «Aveva diversi amici nel nostro corpo musicale e frequentava ancora diversi di noi. Siamo sconvolti da questa notizia e siamo vicini ai suoi cari».

Da qualche anno Filippo si occupava delle percussioni nella banda di Oltre il Colle. «Per tutti noi era "Pippo" – hanno detto alcuni di loro –. Lo conoscevano tutti, si era subito integrato, era buono e la musica per lui era un amore unico. È questo che ci ha trasmesso, l'amore per la musica e la sua spensieratezza. Era anche un ottimo fotografo e non c'era occasione che perdeva per fare una bella foto. Lo ricorderemo in ogni esibizione che faremo e durante la sfilata con gli alpini è stato comunque con noi, nei nostri cuori che hanno suonato con tristezza, ma con orgoglio, per questo amico volato in cielo».

Gessica Costanzo - L'Eco di Bergamo 10 maggio 2010

domenica 9 maggio 2010

Albino, frontale con un pullman, muore giovane alpino di Oneta


Probabilmente una sbandata, forse dovuta a un colpo di sonno, è stata la causa del tragico incidente che nella notte fra sabato e domenica è costato la vita a Filippo Ricuperati, il quale stava tornando a casa dopo essere
stato all'adunata a Bergamo per vedere che aria si respirava. Vi sarebbe dovuto tornare domenica con la sua banda di Oltre il Colle per partecipare a un'esibizione.

Lo schianto, fra la sua auto e un pullman, è avvenuto nei pressi dello svincolo di Albino della superstrada della Valle Seriana.

L'incidente intorno alle 3 del mattino in via Provinciale: Ricuperati, 31enne di Cantoni d'Oneta che era diretto verso casa, si è schiantato frontalmente contro un pullman che sopraggiungeva in direzione opposta. Un impatto violentissimo: sul bus in quel momento c'era solo l'autista.

È scattato l'allarme e il 118 di Bergamo ha subito inviato sul posto un'ambulanza: ma i sanitari non hanno potuto far altro che constatare il decesso del 31enne. Sotto choc, l'autista del pullman ha poi raccontato quello che era accaduto agli agenti della polizia stradale di Treviglio, inviati sul posto per i rilievi dell'incidente.

Filippo, «Pippo» per gli amici, faceva l'operaio in una fabbrica di Fiorano al Serio. Come musicista, era un percussionista e aveva studiato e suonato per molti anni con la banda di Clusone.
L'Eco di Bergamo - 9 maggio 2010 Cronaca

giovedì 6 maggio 2010

I Mongoli a oltre il Colle - Ricerca di Massimo Pendughet


I "Mongoli" a Oltre il Colle


Nel "45", poche settimane prima della Liberazione, arrivò ad Oltre il Colle una colonna di "Mongoli",( così vennero poi chiamati dalla gente del posto). una sessantina di uomini dai lineamenti e dagli sguardi duri. Erano bene equipaggiati, con divise di color verde oliva, alla guida di diversi carri a quattro ruote trainati da cavalli; uno in particolare con la croce rossa sul tendone, era adibito a farmacia e pronto soccorso. (I carri vennero poi requisiti dai repubblichini di Zogno). Essendo disertori erano in fuga dai tedeschi ma avendo partecipato a rastrellamenti nazisti dovevano guardarsi anche dai partigiani. La loro meta era la Svizzera, paese neutrale, dove avrebbero trovato la salvezza. Lasciati i carri a Oltre il Colle raggiunsero Zambla con i cavalli e si accamparono dove oggi sorge il camping. Mentre i soldati si sparpagliarono a bere ed ubriacarsi tra le varie osterie, i comandanti cercarono contatti con le autorità comunali in cerca di aiuto o asilo. La difficoltà nella comunicazione era tanta. Il "vecchio Parabel" si offrì come interprete conoscendo un po' di tedesco. Ma da Bergamo il comando tedesco fece sapere immediatamente che se i fuggiaschi avessero ricevuto aiuto o asilo avrebbero messo a ferro e fuoco il paese. L'intenzione era quella di fare terra bruciata attorno a questi disgraziati per poterli attaccare in luoghi adatti ad un agguato. La paura tra la popolazione era tanta. La maggior parte se ne restava chiusa in casa. Qualche giovane partigiano spinto dalla fame e dall'incoscienza della gioventù riuscì a trafugare alcune armi e due cavalli rimasti incustoditi. (I cavalli vennero nascosti momentaneamente in quella specie di ricovero che si trova al Passo della Crocetta.) Le armi andarono ad aumentare la dotazione della formazione partigiana, mentre con i soldi ricavati dalla vendita delle bestie vennero saldati i debiti fatti per necessità dalle proprie famiglie, oltre che comperare qualche sacco di farina. Nonostante la brutta fama di questi soldati non si verificò nessun incidente di rilievo. Il giorno dopo il loro arrivo, valutata la situazione, decisero di partire e si incamminarono su per la Val Vedra in direzione del Branchino incontro al loro destino.

La fonte di queste notizie è un "giovane ottantenne" di Oltre il Colle, ai tempi dei fatti narrati, giovanissimo partigiano