sabato 31 dicembre 2016

Buon 2017

Buon 2017 a tutti i visitatori del Blog della Conca.

Colgo l'occasione per invitarvi tutti a brindare al nuovo record mensile di visite, 11 mila nel mese  di dicembre.

 


Un ringraziamento a tutti da parte della Redazione.

venerdì 30 dicembre 2016

Coprifuoco ad Oltre il Colle, a mezzanotte locali chiusi: la protesta di un pub


 
Pubblichiamo la lettera di protesta di Veronica Tiraboschi, titolare del pub Aurora di Oltre il Colle. In seguito ad una rissa il sindaco ha emesso un'ordinanza che impone  la chiusura di tutti gli esercizi commerciali alla mezzanotte, provocando – in questo periodo turistico – un grave danno economico ai locali. 

 
Egregio Signor Sindaco Senatore Valerio Carrara,

in veste di umile cittadina del paese, da Lei rappresentato, Le chiedo pubblicamente che obiettivo abbia perseguito nell’emanare un’ordinanza restrittiva degli orari di apertura dei locali pubblici presenti sul territorio comunale se non quello di ottenere il mal contento dell’intero paese, per non dire dell’intera vallata.


Mi riferisco all’ordinanza emanata il 21 dicembre, notificata a tutti gli esercenti il giorno successivo, efficace da subito, che prevede l’obbligo di chiusura dei locali a mezzanotte e con possibilità di proroga di una sola ora (!) nel periodo natalizio.

Gestisco il Pub Aurora da quasi due anni e mezzo, come ben Lei sa non sono mai state rose e fiori.

Sappiamo entrambi che quando si offre un servizio alla comunità non tutti sono d’accordo.

Insieme, però, abbiamo valutato l’orario continuato per limitare l’eventuale disturbo alla quiete pubblica e per salvaguardare l’ordine pubblico; insieme, dopo alcune lamentele, abbiamo deciso di riportare l’orario di chiusura alle tre, per contemperare le varie esigenze; poi però, senza un minimo di confronto e di scambio di opinioni, è stata emessa l’ordinanza del 21 dicembre!

Sono certo consapevole che alcuni giorni prima, lungo la strada prospicente il locale da me gestito, sia avvenuta una rissa con conseguente intervento delle forze dell’ordine, ma sono anche consapevole che è stato accertata l’estraneità ai fatti del locale Pub Aurora.

Allora perché punire il mio locale?

Sappiamo che in queste situazioni si è portati a puntare il dito contro il primo cittadino, tenuto tra l’altro a garantire e mantenere l’ordine pubblico.

Con questa mia lettera non metto in dubbio che un segnale ai giovani dovesse essere trasmesso: i giovani devono essere responsabilizzati e rendersi conto che ogni loro azione ha determinate conseguenze.

Ciò che io contesto è la tempistica e la modalità con cui è stata emanata l’ordinanza.

Mi chiedo, come credo la maggior parte dei cittadini, se fosse davvero indispensabile un’azione così restrittiva e senza un doveroso preavviso, che non ha minimamente tenuto conto del lavoro di ogni singolo gestore.


Lavoro che per le feste natalizie si basa su un programma con impegni economici e la mia parola da onesta cittadina.

Lavoro che mi permette di pagare un mutuo e di crescere una figlia.

Per questi motivi, il giorno stesso in cui ho ricevuto l’ordinanza, su mia richiesta, il mio legale ha trasmesso una lettera di contestazione con cui evidenziava il grave danno arrecatomi ed in cui si chiedeva una rettifica dell’ordinanza stessa. Lettera a cui non ha nemmeno dato risposta!

Dal 23 dicembre non ho più aperto il pub Aurora, non perché sia impazzita o perché le mie condizioni economiche mi permettano di tener chiuso, ma semplicemente perché il bacino d’utenza di Oltre il Colle non mi consente di sopravvivere rispettando gli orari imposti dall’ordinanza e visto la limitazione di orario è impossibile organizzare eventi musicali, con i relativi costi da sopportare (in primis Siae).

Da quella data, da povera sciocca ho atteso un Suo cenno, quanto meno per un confronto costruttivo, visto il riscontro negativo che la mia chiusura ha portato fra i giovani e non più giovani e che pensavo, ancora da sciocca, potesse avvertire anche Lei all’interno del paese.

Ma ciò non è avvenuto!

Martedì 27 mi sono recata in Comune per protocollare una lettera di richiesta di proroga di orario di chiusura per le tre, per un’eventuale riapertura del locale in questione, con la mia totale disponibilità ad eliminare gli eventi se il problema fossero state le lamentele per il rumore, consapevole che organizzare gli eventi è un mio diritto ma stabilirne i termini spetta a Lei.

Non mi aspettavo mi fosse concessa una proroga fino alle ore tre ma speravo che si arrivasse ad un punto d’incontro; di certo non mi sarei mai immaginata di ricevere una risposta che oltre al danno sembra davvero una beffa.

Molto formalmente, oltre ad una mera conferma dell’ordinanza, mi è stato comunicato che avrei sempre potuto richiedere una nuova proroga, questa volta limitando l’orario all’una!

Alla faccia dei principi di buon andamento e di non aggravamento del procedimento che dovrebbero improntare l’operato della pubblica amministrazione …

Ho perso le speranze, ho finalmente capito che all’amministrazione di Oltre il Colle manca il buon senso di un padre di famiglia che non imponga decisioni ma sia portato alla mediazione, che si tuteli e tuteli la comunità, che ascolti le proteste dei cittadini e non le liquidi con la frase:” ci perdi solo tu!”

Io sì, ho perso, in termini economici, morali e di salute, mia e della mia famiglia, a causa di un’ordinanza che senza il minimo scrupolo non ha mai tenuto in considerazione le esigenze dei gestori, per non dire le esigenze degli avventori del locale, che hanno, a loro volta, perso l’unico punto di svago della zona.

Alcuni amici e avventori, che ringrazio anche in questa sede, nel frattempo hanno creato un gruppo di sostegno sui social network e fra qualche giorno presenteranno una petizione con raccolta firme per chiedere che venga annullata questa ordinanza a mio parere distruttiva per il Paese; spero che riescano nel loro intento perché han dimostrato di credere nella comunità e nelle valli.

A me non resta che pensare a come risollevarmi da tutto questo.

Concludo ringraziando tutti quelli che in qualche modo mi hanno dato la forza ed il supporto in questi giorni pieni di delusione e paura per il futuro.
Non posso concludere questa mia lettera con altri ringraziamenti e non mi aspetto nemmeno delle scuse, mi avete tolto la dignità: le scuse non servono più!!!

Veronica Tiraboschi

 

domenica 18 dicembre 2016

mercoledì 30 novembre 2016

Il vigile (ex) e il corvo che voleva farsi bianco.


 

 

Lo incontro spesso la mattina mentre porta la sua barboncina bianca a passeggio. Come tutti i cagnolini di piccola taglia è sospettosa e non permette che la si accarezzi, ma ti osserva con lo sguardo curioso annusando il fondo dei pantaloni; sente odore di una concorrente: Cleopatra.

 

Lui, ottantasette anni portati bene, è un ex vigile urbano che abita nelle mie vicinanze. Lo ricordo in divisa, trent'anni orsono, quando frequentavo da Consigliere comunale Palazzo Frizzoni. In seguito, smessa la divisa, svolgeva l'incarico di regolare il passaggio ai crocevia dei bambini diretti a scuola. Ora accompagna la barboncina nel parco vicino casa e, seduto su una panchina, la osserva mentre corre nell'erba sul tappeto di foglie gialle.

 

Mentre cerco inutilmente di accarezzare la bestiolina, scambiamo quattro chiacchiere.

 

Nativo di Trieste, da ragazzo aveva vissuto il periodo dell'occupazione alleata della città. Nel 1949 aveva "varcato il confine" arruolandosi a Udine nell'Esercito Italiano. Dopo la ferma militare aveva svolto qualche lavoretto e successivamente si era trasferito a Bergamo.

 

Nella città lombarda, dopo aver partecipato ad un concorso pubblico, era stato assunto in qualità di Vigile Urbano, impiego che mantenne nei successivi quarant'anni.

 

Mi racconta di quando, da ragazzo, abitava a Trieste in una casa di campagna. Aveva allevato due animaletti selvatici: un corvo e uno scoiattolo.

 

Il corvo, trovato da piccolo, lo nutriva con pane imbevuto nel latte e con le more raccolte sulle siepi. «Il corvo svolazzava per casa» - racconta - «al mattino faceva il suo giretto in campagna o sopra le case del paese, poi tornava a casa per pranzare! Purtroppo fece una brutta fine. Sa come è morto?» - mi chiede - «Scivolando in una vasca di calce viva.  Quella che i contadini utilizzavano da pennellare sulla corteccia degli alberi da frutto per evitare l'assalto dei parassiti.» Poi con celia conclude: «Forse, il corvo, voleva farsi bianco!»

Continua: «Quella vasca, senza alcun riparo attorno, fu anche la causa della morte di un bimbo di poco più di due anni. Cose da pazzi. La stessa fine del mio corvo.» Conclude scuotendo la testa.

 

S'è fatto tardi, un impegno mi attende. Vorrei continuare ad ascoltare i suoi ricordi ma non ho tempo.

Mentre lo saluto, ripromettendomi di continuare la chiacchierata in una prossima occasione, cerco di accarezzare la testolina della barboncina, ma l'impresa è impossibile: arretra e mostra la dentatura come in un sorriso.

 

M'illudo che sia proprio un sorriso di commiato, saluto lei e il suo padrone e vado al mio appuntamento.
 
 
Gallicus
 

venerdì 25 novembre 2016

Santiago


Foto di camminandopermonti.com
 

E’ il mitico mandriano che durante l’estate conduce la mandria ai 1800 metri della baita Zuccone e, in perfetta solitudine, l’accudisce. In verità, proprio solitario no, è sempre accompagnato dai suoi fedeli pastori bergamaschi pronti al suo comando a intervenire in caso di necessità.

Santiago possiede ancora l’abitazione e una stalla a Zambla Bassa, in contrada Vidali, ma in paese si vede solo nei mesi di maggio e giugno prima di transumare allo Zuccone. In inverno si trasferisce, con tutte le sue bestie, a Bossico.

La baita Zuccone è situata proprio sul sentiero che conduce a Camplano, tra le pendici orientali dell’Arera e quelle occidentali del Grem, e passando da quelle parti non puoi fare a meno di salutarlo e scambiare quattro chiacchiere. Così come diventa difficile rifiutare l’offerta di un caffè che immancabilmente ti offre.

Sono gli ultimi pascoli alla base della piramide granitica dell’Arera.

Durante la transumanza da Zambla Bassa allo Zuccone, Santiago, in passato, percorreva il sentiero che dalla Plassa sale alla baita Merlàs, seguito dai muli che trasportavano le provviste. Dopo la costruzione di una strada sterrata, silvo – pastorale collegata a quella che sale al rifugio Capanna 2000, il compito di rifornirsi periodicamente è affidato a un fuoristrada.

Anche i “solitari” beneficiano del progresso.
 

La baita è piccola; entrando, sulla sinistra, il grande paiolo utilizzato per la preparazione dei formaggi, di fronte i fornelli per cuocere le vivande con sopra qualche vecchio armadietto, un lettino sulla destra e alcuni attrezzi appesi alle pareti. La convivenza padrone/cani è evidente.

Ma non è il caso di sofisticare.

Potrà sembrare contraddittorio il suo carattere solitario con l’ospitalità e la cordialità con cui accoglie gli escursionisti che passano e che, con evidente curiosità, “sbirciano” l’interno della baita dall’ingresso sempre aperto.

Santiago con la sua lunga barba e con il tipico copricapo da mandriano è diventato uno dei “miti” dell’Arera.

Parecchi anni orsono fu il protagonista di un lungometraggio dedicato ai malgari che durante la stagione estiva soggiornano negli alti pascoli delle nostre montagne. Il filmato, interpretato di “attori” dilettanti residenti in valle, tra i quali mi piace ricordare Beniamino di Zambla Bassa da poco scomparso, nel tratteggiare l’ambiente e le fatiche dei mandriani ricordava una vera “storia” accaduta: il morso di una vipera e le conseguenze subite da Santiago tra il deliquio e l’incubo. La naturalezza con la quale i valligiani interpretarono il “soggetto” mi lascia, ancor oggi, esterrefatto.

Apro una parentesi per ricordare Beniamino.

Risiedeva a Zambla Bassa nella casa proprio di fronte alla chiesetta di Santa Lucia, ricevuta in eredità dalla sua famiglia; quella in cui erano conservati gli ex voto, oggetto di una mostra nel 2014 presso l’Oratorio della Frazione.
 

Lo incontravo tutte le mattine recandomi ad acquistare il Quotidiano e mi soffermavo con lui, e il suo inseparabile amico Luigi, fratello del Battistì, a commentare i titoli e le notizie riportate. Una consuetudine che si perde nel tempo, da quando soggiorno a Zambla Bassa nel periodo estivo.

Lo scorso anno, a Bergamo, leggendo lo stesso Quotidiano appresi che Beniamino aveva raggiunto altri pascoli, ancor più alti, quelli del cielo. Ne fui addolorato, un altro amico che non avrei più rivisto. E, ancor oggi, passando davanti a quella panca vuota ne sento la mancanza.

Chiusa la triste parentesi del Beniamino e riprendendo il racconto su Santiago, lo ricordo seduto su quegli sgabelli tipici del mungitore (con un’unica gamba centrale) mentre munge in mezzo alla mandria comandando, di volta in volta, ai suoi cani quale mucca scegliere per la successiva mungitura.

Ordine eseguito alla perfezione dai cani dagli occhi bicolori.

Altri mandriani e altre baite esistono nella zona, ma Öl Santiago e la sua baita allo Zuccone sono unici.
Gallicus
 
 

martedì 8 novembre 2016

Il piretro di Valerio

Una domenica pomeriggio

 

Sangalli, Sangalli… sento una voce femminile che mi chiama.

E’ quella di una signora, vecchia villeggiante di Zambla (non si offenda la signora per l’aggettivo, ma indica unicamente l a sua presenza nel luogo di villeggiatura) che con il marito e i nipotini è seduta a un tavolino del Centro Parrocchiale.

I nipotini di Mila, questo il nome della signora che mi chiama, assieme a tanti altri bambini, sono immersi nei giochi dei “gonfiabili” sistemati sul piazzale antistante al Centro.

Mi avvicino e ricevo i complimenti per le mie divagazioni pseudo letterarie che pubblico su Facebook. Mi dice che legge con interesse i miei racconti e si rammarica che i ragazzi del giorno d’oggi ignorino le vecchie tradizioni e non abbiano la fantasia che noi, alla loro età, eravamo costretti a utilizzare per giocare e divertirci.

Il marito dice che stanno leggendo un giallo, di un autore tedesco, ambientato a Milano, zona Piazzale Loreto e dintorni negli anni ’70, e poiché in quella zona hanno vissuto molti anni, si ritrovano nelle descrizioni di quegli anni.

Le prometto di regalarle un libretto “I racconti del nonno”, nel quale ricordo la mia infanzia nel dopoguerra e la vita che gli altri ragazzi della mia età conducevano senza incorrere nelle limitazioni e nei pericoli che oggi sono costretti a subire in nome della “salvezza della specie”.

Si avvicina anche Gabriella, mia moglie, e le “nonne” iniziano una disquisizione sui rispettivi nipoti e sui loro comportamenti scolastici. Nonne che conservano il buon senso dei vecchi tempi e si fidano delle esperienze vissute.

Con la promessa di ritrovarci Gabriella e il sottoscritto, continuiamo la passeggiata lungo la via principale della frazione.

Dopo esserci soffermati con altri amici e conoscenti, in maggioranza nonni e nonne con nipotini al seguito, e aver scambiato convenevoli e le notizie della giornata, incontriamo Valerio che c’invita a visitare la sua stalla e i tre cavalli che li ospita.

Sopra la stalla, Valerio, ha ricavato un locale accogliente, rivestito con perlinatura di legno e con le indispensabili comodità per ricevere gli amici- Preferiamo sederci all’aperto mentre i cavalli si avvicinano alla staccionata chiedendo con sbuffi e soffiate e con gesti del capo molto eloquenti, lo zuccherino di cui sono golosi.

Davanti ad bicchiere di acqua fresca e dissetante (Gabriella preferisce il the), parliamo della Conca e della fatica che un amministratore pubblico deve mettere in conto per mantenere, e possibilmente migliorare, la vita della comunità tra limitazioni finanziarie e personalismi tipici della gente di montagna.

Quanta differenza esiste con il contenuto della novella del Verga titolata “La roba”? Diversa la latitudine ma la psicologia umana è la stessa.

Valerio ci fa notare un bellissimo cespuglio di “piretro” fiorito. Una macchia bianca che i cavalli si guardano bene da toccare. A Gabriella quel nome ricorda una poesia del Carducci, (deformazione professionale), ma è solo un parziale accostamento di termini. (Il termine contenuto nella poesia “Piemonte” del Carducci era “piropo”).

Nell’orto, sotto la stalla, sono maturati gli zucchini e Valerio ce ne offre alcuni con la gioia di Gabriella: domani zucchine trifolate e fiori di zucchino in pastella.

I rintocchi delle campane ci avvertono che sono le diciannove e che gli ospiti, come il pesce, dopo un certo tempo, iniziano a puzzare. E’ tempo di rientrare e preparare la cena e lasciare a Valerio il compito di dare la biada ai suoi impazienti e curiosi cavalli che dall’altra parte della staccionata continuavano a osservarci tra il nervoso scalpitio e gli sbuffi impazienti. Anche per loro è giunta l’ora di cena.

Una leggera brezza ci accompagna mentre facciamo il sentiero a ritroso per tornare a casa.


Una domenica pomeriggio tra amici.

 
  
 

 

 

martedì 1 novembre 2016

martedì 25 ottobre 2016

Trovate le risorse per Bracca e Costa Serina

Maltempo, via libera ai cantieri

 

La Provincia di Bergamo ha recuperato le risorse necessarie per intervenire sulle strade danneggiate dal maltempo della scorsa estate.

I cantieri che saranno aperti a breve riguardano i Comuni di Bracca, Costa Serina, Gandosso, Valbondione, Riva di Solto, Valle Brembilla, Dalmine e di alcune strade provinciali.

Ricordiamo che la strada provinciale 27 della Valserina, ha subito uno smottamento nell'abitato di Bracca durante un violento temporale del giugno u.s. e dopo la messa in sicurezza del tratto interessato la viabilità è regolata da un semaforo a senso alternato.

Alla Valserina sono stati destinati 260 mila euro per la sistemazione definitiva del tratto di strada a Bracca e 100 mila euro per la ricostruzione della sede stradale in località Tagliata di Costa Serina.

Il Presidente della Provincia, Matteo Rossi, ha dichiarato che si prevedono due mesi di lavori per il cantiere di Bracca e un mese circa per quello relativo a Costa Serina, subordinando l'inizio, previsto entro fine novembre, alla conclusione delle opere in corso da parte di Uniacque. Il totale del finanziamento, da parte della Provincia, ammonta a 923 mila euro.

Nel frattempo l'Assessore alla protezione civile della Regione, Simona Bordonali, incontrando Provincia e alcuni sindaci interessati, ha affermato di non aver ancora ricevuto risposta dal Governo sulla richiesta di stato di emergenza, avanzata dal Presidente della Regione, Maroni.

Comunque, afferma sempre l'Assessore Bordonali, la Regione è pronta a garantire risorse proprie per coprire, almeno in parte, le prime spese dei Comuni.

La palla passa ora ai Comuni che, per ragioni di bilancio, sperano di avere notizie certe entro fine anno.

Gallicus

martedì 11 ottobre 2016

C 'era una volta


 
Nella Conca di Oltre il Colle, nel periodo invernale e innevamento permettendo, funzionano due piste per lo sci alpino (discesa) e una per lo sci di fondo.


Una, quella esistente al Colle di Zambla, accanto al Ristorante Neve è la più agevole da raggiungere, possiede un ampio parcheggio e usufruisce dei servizi, bar e ristoranti, in loco. Inoltre l'esposizione verso ovest permette anche l'irradiazione solare durante il corso della giornata. Purtroppo, proprio a causa di questo fenomeno, la durata media dell'innevamento è inferiore rispetto alla pista situata nella Conca dell'Alben.


Quest'ultima ha il vantaggio di avere un innevamento più durevole nel corso dell'inverno poiché rimane al riparo dal sole ma, per contro, è raggiungibile solo grazie ad una strada che s'inerpica a tornanti partendo dal centro di Oltre il Colle e che può presentare alcune difficoltà per gli autoveicoli sprovvisti di gommatura adatta.


La pista di fondo è una tra le più lunghe e panoramicamente belle delle nostre Orobie. E' raggiungibile comodamente dal Passo di Zambla Alta e, la partenza della pista, è anch'essa situata in prossimità di bar e ristoranti.


Prescindendo da considerazioni di carattere meteorologiche, attinenti le variabili dovute alle precipitazioni nevose degli ultimi anni, purtroppo sempre tardive, l'affluenza di appassionati di questi sport è più che altro circoscritta ai detentori di seconde case nella Conca oppure di passaparola tra amici e conoscenti. Infatti la zona è insufficientemente pubblicizzata dai "circuiti mediatici" sia pure provinciali e/o regionali.


Qualche anno fa, il Sito skylinewebcams.com/it/webcam/italia/lombardia/bergamo/oltre-il-colle, grazie all'interessamento di un appassionato villeggiante di Zambla Alta, aveva posizionato una Webcam online che permetteva di vedere in diretta, e per l'appunto "online" la situazione della pista del Colle di Zambla. Dal punto di vista logistico, l'unica collegabile.

Posizione precedente della Webcam

Collegandosi al Sito si potevano osservare le condizioni meteorologiche e quelle della pista: innevamento e orari di apertura e chiusura dell'impianto. Un "servizio" adottato da molte altre Stazioni invernali che mette in condizione l'appassionato di sport invernali di verificare in diretta l'opportunità o meno di frequentarle.


Purtroppo, dall'inizio dell'autunno, la visuale della Webcam è stata spostata in direzione della vallata togliendo completamente l'interesse dei visitatori di Internet che approfittavano del servizio.

Posizione attuale della Webcam
 

Pare che il "cambiamento" sia stato causato dalle proteste di residenti delle abitazioni riprese, unitamente alla pista, che non desideravano fosse violata lo loro "privacy".

 
Ci siamo chiesti più volte quale privacy potessero invocare. Osservando le immagini trasmesse lo scorso inverno, non siamo riusciti ad identificare una sola persona ripresa o la targa di un'auto parcheggiata sul piazzale. Le eventuali "proteste", qualora tale giustificazione fosse corretta, sarebbero non solo infondate ma lesive alla libertà d'informazione. D'altra parte per le webcam site sul territorio italiano si fa riferimento alla legge del Garante per la protezione dei dati personali del’8 aprile 2010 (http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=1712680), nello specifico il punto 4.5. e, per quanto attiene la Webcam in discussione, riteniamo non sussistano infrazioni a tale legge.

Sarebbe ancora più inconcepibile se la protesta fosse partita proprio da coloro che gestiscono l'impianto di risalita o dai proprietari dell'esercizio commerciale.

 
Auto castrazione degli operatori turistici o eccesso di zelo degli operatori informatici?

 
Gallicus

 

 

venerdì 30 settembre 2016

Le tegole non finiscono mai


 

Per la Val Serina sembra che i disagi non abbiano mai termine, dopo il ponte di Rosolo la frana di Algua,


I sindaci della valle sono, a dir poco, imbestialiti, accusando la Provincia di rimanere inerte e, dal punto di vista informativo, assente sulla questione della strada franata nei pressi del municipio di Algua, ancora una volta sulla strada provinciale 27, caduta il 16 giugno u.s.


Dal 20 giugno la strada fu riaperta a senso unico alternato, governato da un semaforo, con un provvedimento provvisorio, in attesa dello stanziamento di circa 500 mila euro, necessario per ripristinare il tratto interessato dallo smottamento.

 
Foto del L'Eco di Bergamo


In una lettera, inviata all'Amministrazione Provinciale scrivono: «I sindaci della Valle Serina manifestano grandissima preoccupazione per l'immobilismo e la totale mancanza di informazioni in merito alla parziale interruzione, in prossimità del municipio di Algua, della provinciale 27» - e ancora - «La chiusura della strada causa un notevole disagio alle Aziende, ai pendolari e agli studenti senza dimenticare il considerevole danno all'indotto turistico».

 
I sindaci lamentano che la sistemazione provvisoria, realizzata nei giorni successivi, non appare sicura anche alla luce di un non auspicabile ripetersi di un simile evento. Evidenziano, inoltre, che non esiste la possibilità di un transito pedonale e la ristrettezza della carreggiata che crea impedimento al transito di mezzi pesanti.


Inoltre, scrivono sempre i sindaci: «Il transito avviene su proprietà privata, privati ch forniscono pure l'energia elettrica per alimentare i semafori, creando disagio all'attività adiacente.»

 
In buona sostanza la preoccupazione dei sindaci della valle è che non si ripeta il tormentone già vissuto con la chiusura del ponte di Rosolo e i tre anni di attesa per risolverlo.


La Provincia, da parte sua, invoca l'attuale mancanza di risorse strettamente correlata con la chiusura del bilancio e la necessità di poter ricavare la cifra finanziaria necessaria al completamento dell'opera. Peraltro, sempre la Provincia, attende che lo Stato risponda alla richiesta di "calamità naturale" avanzata dalla Regione Lombardia a giugno, per conoscere la quantità di risorse che verranno assegnate alle singole province.


Concludendo: L'ennesima tegola su una valle che ha già dato e che pesa notevolmente sulla sua economia e vivibilità.


Gallicus

martedì 27 settembre 2016

Superate le 220 mila visite



Cari amici del Blog della Conca


in questi giorni abbiamo superato le 220 mila visite, un successo dovuto alla dedizione e alla costanza con le quali avete seguito le notizie, i commenti e le informazioni pubblicate sul "nostro" Sito.


Nostro, perché aperto alla disponibilità di tutti sia per la lettura che per la pubblicazioni di notizie e commenti che possono essere inviati alla nostra Redazione tramite email.


Nostro, perché non ha mai applicato censure nei confronti di alcuno anche di fronte a critiche e osservazioni.


Nostro, infine, perché siamo convinti che una "Comunità" che fatica a rendere vivibile e attraente una delle zone più belle delle nostre vallate, meriti di essere aiutata nel farsi conoscere e apprezzare da parte di quanti non hanno ancora avuto la fortuna di visitarla personalmente.


Un sentito ringraziamento da parte della Redazione del Blog della Conca di Oltre il Colle è un atto dovuto ed è il minimo che si possa riconoscere e riservare a tanto attaccamento.

 
La redazione di

http://concablog.blogspot.it

sabato 24 settembre 2016

Privacy e pubblicità turistica

Nuovo skyline di Oltre il Colle - Lombardia
 
 
Recentemente è stata modificata la posizione della Webcam Lombardia, on line, che permetteva di vedere gli impianti di risalita del Colle di Zambla. un'ottima finestra sul Colle che consentiva a tutti di poter osservare l'innevamento e la messa in funzione dello skilift.
Purtroppo il nuovo posizionamento della Webcam non consente e il "servizio", utilizzato specialmente dai villeggianti che frequentano nella stagione invernale la Conca di Oltre il Colle, terminerà la sua funzione.
 
Alcune voci affermano che lo spostamento sia stato "caldamente sollecitato", per una questione di presunta privacy, da parte degli abitanti delle case poste alla partenza degli impianti, tutto sommato proprio da coloro che avrebbero dovuto essere i beneficiari di tale servizio.
 
Se tali voci avessero fondamento, forse sarebbe il caso di chiederci se effettivamente gli abitanti e gli operatori turistici della Conca si rendano conto che una simile censura diventa "autolesionismo".
 
In altre località turistiche questi "servizi" sono molto apprezzati e le richieste di poterne usufruire aumentano di anno in anno. Ad Oltre il Colle si rifiutano. D'altra parte non esistono impedimenti tecnologici che abbiano influito sulla decisione di cambiare lo skyline.
 
Confondere la privacy con l'isolazionismo è quantomeno criticabile e si scontra con il lavoro svolto da quanti, con i pochi mezzi a loro disposizione, si adoperano per far conoscere la Conca, le sue bellezze e i suoi "servizi".  Anche quelli di un piccolo skilift e di una piccola pista da discesa.
 
Complimenti, amici della Conca, siete più unici che rari.
 
Gallicus


giovedì 22 settembre 2016

Domenica 2 ottobre a Zorzone, Manifestazione a ricordo dei caduti del "Lady Irene".



Programma:

ore 11 S. Messa

ore 12,30  Pranzo al Centro Parrocchiale

ore 15  Visita guidata al Memoriale con i ricercatori storico-locali

domenica 11 settembre 2016

Il Tobia, un mandriano e casaro di Zambla Alta


Foto del Portale di Oltre il Colle

 
 

La scorsa settimana, sulla stampa locale (che molti avranno ormai letto), è apparso un articolo che narrava la vita quotidiana di Tobia Tiraboschi, allevatore e casaro di Zambla Alta.

 E chi non conosce Tobia Tiraboschi?

Al mattino presto oppure al pomeriggio, tra le sedici e le diciassette lo incontri sui Piani della Mussa oppure alla Conca dell'Alben: i due luoghi dove porta alternativamente al pascolo la sua mandria e dove raccoglie, accompagnato dal fratello Ludovico, il latte per produrre i suoi squisiti formaggi,.

 
Non è raro il caso che lo si possa incontrare a fare provviste da sua nipote Sofia Rizzi che gestisce la latteria di Zambla Bassa.  Anche Sofia segue le tradizioni di famiglia, alleva mucche e produce formaggio, formaggelle e un salame eccezionale.

 
Non è un gran parlatore, il Tobia, appare burbero al primo incontro,  ma se lo prendi dal lato giusto si apre e ti racconta la sua vita e qualche ricordo della sua infanzia. Ricorda di aver visto il mare un paio di volte in tutta la sua vita ma di questo non si duole, anzi, ne fa un vanto.

Nonostante il lavoro e si sacrifici che essi comportano, preferisce la montagna, le sue mucche e la serenità di una vita che trascorre tra il verde dei pascoli e l'azzurro del cielo.

Da quando é nato, nel 1949, è sempre rimasto nella Conca di Oltre il Colle  a perpetuare l'attività dei suoi nonni prima, e dei suoi genitori dopo, con le stagioni che si susseguono e che impegnano faticosamente il montanaro.

 
Il suo cascinale, con annessa casera per la produzione di formaggi, è situata sul versante della Valle del Riso. Per raggiungerla si deve percorrere una strada sterrata che partendo da via Santella (Zambla Alta) scende verso il versante del Riso per un centinaio di metri. Meta, durante la stagione estiva, di villeggianti che acquistano i gustosi prodotti.

 
 

Nella Conca di Oltre il Colle, altri allevatori svolgono lo stesso lavoro di Tobia. Alcuni hanno le mandrie nei pascoli vicini, quelli del Monte di Zambla, altri, invece, pascolano le loro mandrie sulle pendici dell'Arera o presso il lago Branchino. E per questo il Tobia, tutto sommato, può ritenersi fortunato e con la sua fuoristrada datata, raggiungere agevolmente Pian della Mussa o la Conca dell'Alben mattino e pomeriggio.

 
Il proverbio dice che l'occhio del padrone ingrassa il cavallo; l'occhio di Tobia ingrassa le sue mucche.

 
 
Gallicus

 

 

 


giovedì 8 settembre 2016

Scusate il disturbo


 
Da quando questo Blog è nato, sette anni orsono, ha sempre cercato di svolgere unì'attività di servizio pubblicando anche articoli, presi da quotidiani o riviste, che s'interessano dei problemi montani e di coloro che vi risiedono o li frequentano.

Proprio questo elemento caratterizzante ha fatto si che nessuno dei mass media, peraltro citati con il nome del redattore, abbia mai avuto modo di inoltrare "proteste" o intimazioni per non aver ottemperato alle disposizioni di legge che prevedono il copyright.

Le possibilità di eludere tale divieto esistono, basterebbe non "copiare" integralmente l'articolo e "citarlo" in un discorso fatto con parole proprie.

Tuttavia tale sistema sarebbe sembrato una scorciatoia poco seria nei confronti dell'articolista e del giornale per cui lavora. In buona sostanza un mancato riconoscimento di un lavoro svolto da un'altra persona.

Nonostante ciò le nostre intenzioni sono state criticate con la "diffida" a continuare perché lesive degli interessi generali della "casta".

Abbiamo avuto modo di scusarci, cercando di spiegare tali finalità e, sostanzialmente, di comprenderle con un minimo di "tolleranza".

Quest'oggi, avendo letto su L'Eco di Bergamo un simpatico "ritratto" di un allevatore di Zambla Alta ( Tobia Tiraboschi), e poiché l'articolo non risultava firmato e nemmeno accompagnato dal consueto "copyright" a fine articolo, abbiamo ritenuto, ingenuamente, che potesse quantomeno essere tollerato.

Purtroppo così non è stato e il solito "censore" (di cui assolutamente non comprendiamo l'ottusa animosità) é subito intervenuto ricordando la nostra "illegittimità".

Non voglio scusarmi con il "censore" ma con il signor Tobia Tiraboschi e con tutti gli amici della Conca di Oltre il Colle per non aver potuto menzionare il suo lavoro e la sua vita da allevatore  montanaro.

Rimaniamo sempre dell'opinione che il "buon senso" dovrebbe far parte di ogni persona, qualsiasi ruolo o attività svolga.

Ma siamo ingenui, il prossimo non sempre è come vorremmo che fosse.

Ci scusiamo per il disturbo.

Gallicus

martedì 30 agosto 2016

Informazione e "copyright"


Cari amici del Blog della Conca, dopo sette anni che svolgiamo questo "servizio" alla comunità, siamo stati invitati "caldamente" ad astenerci di pubblicare articoli del Quotidiano L'Eco di Bergamo, pur citando il nome dell'estensore e la provenienza, perché  infrangere  le norme sul "copyright"  è illegale e lede gl'interessi dei redattori.

 


Nulla da eccepire. La legge è "Legge".

 
Mi pongo solo una domanda: oggi con la diffusione di Internet, dei social, dei Blog, utilizzati dagli stessi quotidiani, che poi si "salvano" formalmente con il copyright, questo modo di tutela non pare un relitto ottocentesco?

 
Vorremmo sottolineare che il nostro Blog aveva e ha l'unica finalità di "informare" coloro che risiedono, soggiornano o comunque frequentano le nostre belle valli, su ciò che accade cercando, nel contempo, di pubblicizzarle.

 
Non abbiamo "sponsor",  non abbiamo pubblicità a pagamento,  non siamo sostenuti da gruppi politici e, ciò che facciamo, è unicamente per l'amore che nutriamo alla natura e all'ambiente che ci circonda.

 
Abbiamo sempre pensato che ci fosse comprensione nei nostri confronti da parte di tanti amici che per professione informano i lettori, anche se per loro si tratta di lavoro, ma forse non avevamo tenuto conto che la nostra piccola voce sul Blog potesse procurare danni economici ad altri.

 
Ci scusiamo, pertanto, con tutte le persone coinvolte,  assicurando, nel contempo i nostri lettori, che anche senza la "riproduzione" integrale delle notizie giornalistiche continueremo con la nostra  informazione.

 
Continuate a seguirci e grazie per la cortese attenzione

 

Gallicus


Cattedrale vegetale, è boom di visitatori

Ora si pensa a un infopoint
 
 

«Meravigliosa»: è l’aggettivo più usato dai visitatori che, quest’estate, si sono fermati ad ammirare la Cattedrale vegetale di Oltre il Colle, un interessante esempio di arte naturale in Europa, realizzata nel 2010 dal Parco delle Orobie e raggiungibile lungo la strada comunale che porta in Arera, a circa 1.350 metri di quota.

«In questi giorni sono arrivati a centinaia - dice Pierangelo Palazzi, il consigliere comunale che si occupa della manutenzione dell’opera - e i più rimangono veramente meravigliati. Anche se c’è qualcuno che, ancora, non ha capito cosa dovrà succedere e si meraviglia in senso negativo: perché pensa che l’opera sia già conclusa e sia costituita dai pali in legno». In realtà quello visibile è soprattutto lo scheletro, costituito da 42 colonne di legno (ciascuna di otto fusti) che al loro interno sostengono la crescita di altrettanti faggi: cinque le navate per una trentina di metri di lunghezza e 24 metri di larghezza.


Tra una dozzina d’anni l'espansione e l'altezza saranno tali che si potranno unire i rami e costruire il tetto della cattedrale. A quel punto i pali di sostegno potranno essere tolti».

«In queste settimane - prosegue il consigliere comunale - è stato veramente un boom di visitatori, a centinaia. Salgono in Arera e tantissimi poi si fermano, fotografano, visitano e rimangono stupefatti positivamente della struttura». Un patrimonio naturale - turistico che il Comune di Oltre il Colle e il Parco delle Orobie sono sempre più intenzionati a valorizzare.

 


«Stiamo per acquisire un’ampia area a monte della Cattedrale e della pozza d’acqua adiacente - spiega il sindaco Valerio Carrara -. Qui si trova anche un rudere che vorremmo adibire a centro servizi, a infopoint della Cattedrale e di tutti i progetti in corso sul monte Arera».

Recentemente, infatti, il Comune, grazie ad un finanziamento del Parco delle Orobie, ha realizzato un piano d'area per l'Arera, con tutte le previsioni di valorizzazione (in particolaredelle vecchie stazioni di partenza e arrivo delle ex seggiovie) da realizzare nei prossimi anni. L'Arera è da oltre un secolo una delle aree montane di maggiore interesse botanico d'Italia, ben conosciuta anche oltre i confini nazionali.

Giovanni Ghisalberti

L'Eco di Bergamo - 30 agosto 2016

Nota della Redazione del Blog:

La strada di accesso, dalla Plassa alla Cattedrale, è il "biglietto da visita" per gli ospiti. Come tale non deve presentare, come è accaduto quest'anno, una serie di alberature "sradicate" con mezzi inappropriati. Sembrava fosse passato un ciclone.
Un caloroso invito, pertanto, a coloro che sono gli esecutori di tale scempio a riflettere sulle conseguenze di tali "misfatti