Egregio Signor Sindaco Senatore Valerio Carrara,
in veste di umile cittadina del paese, da Lei rappresentato, Le chiedo pubblicamente che obiettivo abbia perseguito nell’emanare un’ordinanza restrittiva degli orari di apertura dei locali pubblici presenti sul territorio comunale se non quello di ottenere il mal contento dell’intero paese, per non dire dell’intera vallata.
Mi riferisco all’ordinanza emanata
il 21 dicembre, notificata a tutti gli esercenti il giorno successivo, efficace
da subito, che prevede l’obbligo di chiusura dei locali a mezzanotte e con
possibilità di proroga di una sola ora (!) nel periodo natalizio.
Gestisco il Pub Aurora da quasi due
anni e mezzo, come ben Lei sa non sono mai state rose e fiori.
Sappiamo entrambi che quando si
offre un servizio alla comunità non tutti sono d’accordo.
Insieme, però, abbiamo valutato
l’orario continuato per limitare l’eventuale disturbo alla quiete pubblica e
per salvaguardare l’ordine pubblico; insieme, dopo alcune lamentele, abbiamo
deciso di riportare l’orario di chiusura alle tre, per contemperare le varie
esigenze; poi però, senza un minimo di confronto e di scambio di opinioni, è
stata emessa l’ordinanza del 21 dicembre!
Sono certo consapevole che alcuni
giorni prima, lungo la strada prospicente il locale da me gestito, sia avvenuta
una rissa con conseguente intervento delle forze dell’ordine, ma sono anche
consapevole che è stato accertata l’estraneità ai fatti del locale Pub Aurora.
Allora perché punire il mio locale?
Sappiamo che in queste situazioni si
è portati a puntare il dito contro il primo cittadino, tenuto tra l’altro a
garantire e mantenere l’ordine pubblico.
Con questa mia lettera non metto in
dubbio che un segnale ai giovani dovesse essere trasmesso: i giovani devono
essere responsabilizzati e rendersi conto che ogni loro azione ha determinate
conseguenze.
Ciò che io contesto è la tempistica
e la modalità con cui è stata emanata l’ordinanza.
Mi chiedo, come credo la maggior parte dei cittadini, se fosse davvero indispensabile un’azione così restrittiva e senza un doveroso preavviso, che non ha minimamente tenuto conto del lavoro di ogni singolo gestore.
Lavoro che per le feste natalizie si
basa su un programma con impegni economici e la mia parola da onesta cittadina.
Lavoro che mi permette di pagare un
mutuo e di crescere una figlia.
Per questi motivi, il giorno stesso
in cui ho ricevuto l’ordinanza, su mia richiesta, il mio legale ha trasmesso
una lettera di contestazione con cui evidenziava il grave danno arrecatomi ed
in cui si chiedeva una rettifica dell’ordinanza stessa. Lettera a cui non ha
nemmeno dato risposta!
Dal 23 dicembre non ho più aperto il
pub Aurora, non perché sia impazzita o perché le mie condizioni economiche mi
permettano di tener chiuso, ma semplicemente perché il bacino d’utenza di Oltre
il Colle non mi consente di sopravvivere rispettando gli orari imposti
dall’ordinanza e visto la limitazione di orario è impossibile organizzare
eventi musicali, con i relativi costi da sopportare (in primis Siae).
Da quella data, da povera sciocca ho
atteso un Suo cenno, quanto meno per un confronto costruttivo, visto il
riscontro negativo che la mia chiusura ha portato fra i giovani e non più
giovani e che pensavo, ancora da sciocca, potesse avvertire anche Lei
all’interno del paese.
Ma ciò non è avvenuto!
Martedì 27 mi sono recata in Comune
per protocollare una lettera di richiesta di proroga di orario di chiusura per
le tre, per un’eventuale riapertura del locale in questione, con la mia totale
disponibilità ad eliminare gli eventi se il problema fossero state le lamentele
per il rumore, consapevole che organizzare gli eventi è un mio diritto ma
stabilirne i termini spetta a Lei.
Non mi aspettavo mi fosse concessa
una proroga fino alle ore tre ma speravo che si arrivasse ad un punto
d’incontro; di certo non mi sarei mai immaginata di ricevere una risposta che
oltre al danno sembra davvero una beffa.
Molto formalmente, oltre ad una mera
conferma dell’ordinanza, mi è stato comunicato che avrei sempre potuto
richiedere una nuova proroga, questa volta limitando l’orario all’una!
Alla faccia dei principi di buon
andamento e di non aggravamento del procedimento che dovrebbero improntare
l’operato della pubblica amministrazione …
Ho perso le speranze, ho finalmente
capito che all’amministrazione di Oltre il Colle manca il buon senso di un
padre di famiglia che non imponga decisioni ma sia portato alla mediazione, che
si tuteli e tuteli la comunità, che ascolti le proteste dei cittadini e non le
liquidi con la frase:” ci perdi solo tu!”
Io sì, ho perso, in termini
economici, morali e di salute, mia e della mia famiglia, a causa di
un’ordinanza che senza il minimo scrupolo non ha mai tenuto in considerazione
le esigenze dei gestori, per non dire le esigenze degli avventori del locale,
che hanno, a loro volta, perso l’unico punto di svago della zona.
Alcuni amici e avventori, che
ringrazio anche in questa sede, nel frattempo hanno creato un gruppo di
sostegno sui social network e fra qualche giorno presenteranno una petizione
con raccolta firme per chiedere che venga annullata questa ordinanza a mio parere
distruttiva per il Paese; spero che riescano nel loro intento perché han
dimostrato di credere nella comunità e nelle valli.
A me non resta che pensare a come
risollevarmi da tutto questo.
Concludo ringraziando tutti quelli
che in qualche modo mi hanno dato la forza ed il supporto in questi giorni
pieni di delusione e paura per il futuro.
Non posso concludere questa mia lettera con altri ringraziamenti e non mi aspetto nemmeno delle scuse, mi avete tolto la dignità: le scuse non servono più!!!
Non posso concludere questa mia lettera con altri ringraziamenti e non mi aspetto nemmeno delle scuse, mi avete tolto la dignità: le scuse non servono più!!!
Veronica Tiraboschi
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