Il sindaco di Serina è diventato il “gendarme intransigente”
nella difesa della Legge. Ma in senso univoco.
Un paio di giorni orsono ha fatto togliere uno striscione di
protesta, appeso dal Comitato dei cittadini, su un edificio privato che si
affaccia sulla strada provinciale. La motivazione: “Affacciandosi sulla strada
provinciale, ho chiesto alla Provincia se esisteva l’autorizzazione. Mi è stato
risposto negativamente, quindi l’ho fatto togliere”.
La scritta ricordava il primo anniversario della frana sulla
S.P. 27. La scritta “ I valligiani stringono i denti, a chi ha perso tempo facciamo i
complimenti!”, riferendosi ironicamente a chi sarebbe dovuto
sollecitamente intervenire nel far partire i lavori di messa in sicurezza:
appunto il Sindaco di Serina.
La replica del Comitato Frana S.P. 27 è stata immediata: L’autorizzazione è stata data dal proprietario
dell’edificio. Può anche essere che effettivamente sia necessaria l’autorizzazione
della Provincia, ma allora significa che le decine di striscioni esposti da
mesi sulla strada della Valle Imagna, sono forse illegali ma nessun sindaco si
è permesso di “sostituire” l’Amministrazione Provinciale nelle sue
attribuzioni. Lo stesso Presidente della Provincia Matteo Rossi, con il quale
il Comitato è in costante contatto, non ha mai sollevato obiezioni o posto
divieti.
Ma il reale problema si nasconde nell’irresponsabile ignavia
del Sindaco di Serina, indicato a suo tempo come coordinatore delle opere di
messa in sicurezza e che in questi dodici mesi non ha saputo andare oltre il
taglio di alcuni alberi che incombevano sulla valle.
Forse la Procura della
Repubblica oltre a mettere in stato d’accusa quattro componenti del Comitato
che aveva indetto la manifestazione ad Ambria il 4 ottobre scorso, con la
motivazione di “interruzione di pubblico servizio” dovrebbe verificare in altro
luogo le vere colpe di tale prolungata “interruzione”.
Gallicus
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