mercoledì 17 dicembre 2014

Se l’emergenza va a scapito della lungimiranza.



Dopo un anno d’inerzia, la politica ha dato un segnale di vivacità riguardo alla soluzione del problema della viabilità in Valle Serina.
Non certamente per merito di quella locale, riferita alle Amministrazioni dei Comuni interessati, ma per quella Provinciale che onestamente si è assunta un compito in prima persona di assumersi l’incarico di redigere un “Progetto” e di presentarlo all’approvazione della Comunità valserinese.
Un anno perso che ha influito notevolmente sull’economia vallare e sulla pazienza di cittadini che diuturnamente percorrono quell’arteria vitale.
Il Progetto è funzionale alle risorse, esigue purtroppo, messe in campo nell’attuale finanziaria ed economica in cui versa non solo la Provincia e la Regione Lombarda, ma che non assicura un futuro al riparo, facendo i debiti scongiuri, da possibili nefaste analoghe situazioni.
La “Legge di stabilità”, causa principale, o alibi principale, di restrizioni finanziarie non ha permesso di coniugare l’intervento di emergenza con quello della lungimiranza che avrebbe, forse e non accademicamente, risolto definitivamente il “collo di bottiglia” rappresentato dall’instabilità geologica dei versanti montuosi che incombono sulla zona.
Ma questa boccata di ossigeno accettiamola per quello che vale: “Un monito a prevedere e controllare la natura nelle sue manifestazioni positive o negative che ci può riservare”.
Un altro insegnamento che può valere per tutti è quello della responsabilità con la quale utilizziamo la nostra prerogativa di scegliere coloro che ci devono amministrare.
Scelte fatte unicamente in virtù dell’appartenenza politica non sempre sono la miglior soluzione per una gestione oculata e lungimirante del territorio. Le simpatie o meno delle candidature alcune volte portano alla scelta del dilettantismo a scapito della professionalità e dell’efficienza.
In questa vicenda, purtroppo, ciascuno ha la sua parte di responsabilità. La Regione Lombardia non ha ritenuto prioritario l’aspetto socio economico che incombeva su una parte del suo territorio, e non ha fatto lo sforzo finanziario adeguato a una soluzione lungimirante.
L’Amministrazione Provinciale, allora in carica, ha lasciato per lungo tempo languire un rapporto sinergico con quella locale, affidandosi a un’inesistente struttura operativa locale senza alcun intervento risolutivo.
L’Amministrazione locale, con molta presunzione, ha ritenuto di essere in grado di affrontare una situazione che andava ben oltre le sue note capacità operative e burocratiche. Le altre Amministrazioni locali se ne sono lavate le mani per ignavia e per irresponsabilità.
Ognuno ha la sua parte di colpe e di omissioni ma una cosa è certa: chi ha pagato sin’ora sono i cittadini contribuenti, ai quali mai nessuno riconoscerà un indennizzo per i danni ricevuti.
Ora attendiamo solo che la “burocrazia” non aggiunga altri danni a quelli già perpetrati.
Gallicus


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