Dopo un anno d’inerzia, la politica ha dato un segnale di
vivacità riguardo alla soluzione del problema della viabilità in Valle Serina.
Non certamente per merito di quella locale, riferita alle
Amministrazioni dei Comuni interessati, ma per quella Provinciale che
onestamente si è assunta un compito in prima persona di assumersi l’incarico di
redigere un “Progetto” e di presentarlo all’approvazione della Comunità
valserinese.
Un anno perso che ha influito notevolmente sull’economia
vallare e sulla pazienza di cittadini che diuturnamente
percorrono quell’arteria vitale.
Il Progetto è funzionale alle risorse, esigue purtroppo,
messe in campo nell’attuale finanziaria ed economica in cui versa non solo la
Provincia e la Regione Lombarda, ma che non assicura un futuro al riparo,
facendo i debiti scongiuri, da possibili nefaste analoghe situazioni.
La “Legge di stabilità”, causa principale, o alibi
principale, di restrizioni finanziarie non ha permesso di coniugare l’intervento
di emergenza con quello della lungimiranza che avrebbe, forse e non
accademicamente, risolto definitivamente il “collo di bottiglia” rappresentato
dall’instabilità geologica dei versanti montuosi che incombono sulla zona.
Ma questa boccata di ossigeno accettiamola per quello che
vale: “Un monito a prevedere e controllare la natura nelle sue manifestazioni
positive o negative che ci può riservare”.
Un altro insegnamento che può valere per tutti è quello
della responsabilità con la quale utilizziamo la nostra prerogativa di
scegliere coloro che ci devono amministrare.
Scelte fatte unicamente in virtù dell’appartenenza politica
non sempre sono la miglior soluzione per una gestione oculata e lungimirante
del territorio. Le simpatie o meno delle candidature alcune volte portano alla
scelta del dilettantismo a scapito della professionalità e dell’efficienza.
In questa vicenda, purtroppo, ciascuno ha la sua parte di
responsabilità. La Regione Lombardia non ha ritenuto prioritario l’aspetto
socio economico che incombeva su una parte del suo territorio, e non ha fatto
lo sforzo finanziario adeguato a una soluzione lungimirante.
L’Amministrazione Provinciale, allora in carica, ha lasciato
per lungo tempo languire un rapporto sinergico con quella locale, affidandosi a
un’inesistente struttura operativa locale senza alcun intervento risolutivo.
L’Amministrazione locale, con molta presunzione, ha ritenuto
di essere in grado di affrontare una situazione che andava ben oltre le sue note
capacità operative e burocratiche. Le altre Amministrazioni locali se ne sono
lavate le mani per ignavia e per irresponsabilità.
Ognuno ha la sua parte di colpe e di omissioni ma una cosa è
certa: chi ha pagato sin’ora sono i cittadini contribuenti, ai quali mai nessuno
riconoscerà un indennizzo per i danni ricevuti.
Ora attendiamo solo che la “burocrazia” non aggiunga altri
danni a quelli già perpetrati.
Gallicus
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