martedì 6 agosto 2013

Una stalla, tre cavalli e una vecchia sorgente



A volte succede che ristrutturando una vecchia baita possano verificarsi imprevisti interessanti, riscoprendo ciò che il tempo e la natura hanno occultato per anni.
E’ quanto è successo durante i lavori di recupero di una stalla, la “Cà di Coren”, a Zambla Bassa.

L’edificio, da tempo abbandonato e in precarie condizioni, è stato acquistato da un nuovo proprietario per essere adibito a stalla per i suoi bei cavalli di razza “Appalose”, due eleganti femmine.

Per eseguire tali lavori si è dovuto tracciare una stradina che dalla via principale di Zambla Bassa arrivasse in prossimità della stalla e durante tali lavori, è “riemersa” una vecchia fonte utilizzata dagli abitanti sino all’immediato dopoguerra.
A quel tempo, a monte della fonte (Ol sass de la volp), non esistevano costruzioni e la zona era adibita a pascolo e l’acqua piovana, filtrata dal terreno e dalle rocce sottostanti e diventata sorgente, alimentava la fonte ed era ritenuta potabile. Gli anziani del luogo la ricordano in particolare perché la fonte era situata sul sentiero che, a quel tempo, collegava la frazione di Zambla Bassa con la Val Parina e con la Val Vedra (località Cà Pasì), zone nelle quali esistevano, ed esistono tuttora, numerose stalle, circondate da pascoli, che ospitavano le mandrie prima e dopo la transumanza in alpeggio.

Inoltre il bosco che la circondava rendeva il luogo fresco nel periodo estivo e, al ritorno dai lavori di fienagione e di mungitura del bestiame, era il meritato punto di riposo e di rifornimento di acqua fresca e abbondante.
Dopo gli anni sessanta, l’edificazione del “Sass de la volp” aveva di fatto compromesso la potabilità della sorgente e, successivamente, un violento nubifragio che investì la Conca di Oltre il Colle nel 1974 e che causò smottamenti ed enormi danni in tutta la vallata, seppellì la sorgente e la fonte in pietra che la sormontava.

Ora, a distanza di trent’anni, la vecchia fonte si ripresenta ancora in buona salute, come  testimonia lo stato delle pietre che circondano la volta, e il gorgoglio dell’acqua che vi sgorga, richiama alla mente, nel silenzio del bosco, il lento e cadenzato scalpitio dei contadini che risalivano il sentiero per tornare a sera nelle proprie abitazioni e il cauto e guardingo avvicinarsi degli animali del bosco che colà si abbeveravano.
Nel pascolo accanto alla stalla, recuperato e ripulito da sterpi e cespugli dopo anni di abbandono, brucano le due cavalle accompagnate a debita distanza, quasi con rispetto, da una minuscola giovane cavallina con la  bionda criniera.

La “Cà di Coren” rivive la sua seconda giovinezza e pare voglia dire a quanti passano dal sentiero: “Sono ancora viva e utile e vi ho offerto ricordi del tempo passato. Anche noi vecchi possiamo essere utili!”
Gallicus

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