lunedì 30 gennaio 2012

Soccorsa aquila «a terra». Ed è boom di recuperi


Il rapace non riusciva a volare: forse colpa di una preda avvelenata
Crescono gli interventi della polizia provinciale e i ricoveri al Cras

Il lieto fine si può già annunciare: è un po' debilitata, ma si riprenderà, l'aquila reale recuperata sabato dalla polizia provinciale e affidata alle cure del Cras Wwf di Valpredina. L'esemplare, un adulto, è stato avvistato da due escursionisti dalle parti di Adrara San Martino, sul sentiero che conduce al rifugio Gemba: aveva difficoltà ad alzarsi in volo.

Sul posto sono arrivate due guardie ecologiche volontarie e la pattuglia del nucleo ittico-venatorio, che hanno recuperato l'animale (impresa non facile per il tipo di terreno) e l'hanno condotto al Cras.
L'aquila non è in pericolo di vita, ma per gli esperti del centro di Valpredina l'ipotesi è che soffra gli effetti di un avvelenamento indiretto. «I sintomi fanno pensare che abbia mangiato un ratto o qualche altro animale morto dopo aver ingerito topicida o forse un boccone avvelenato», spiega Enzo Mauri, direttore dell'oasi.

Ora sono in corso le cure, e l'aquila viene tenuta al caldo con un'apposita lampada, per evitare che, già indebolita, sprechi energie per scaldarsi.
«L'obiettivo è liberarla il prima possibile», dice Mauri. A novembre un'altra aquila reale era arrivata al Cras: trovata vicino a Capizzone, era stata colpita da pallini da caccia. Un mese dopo è stata liberata nei cieli di Fuipiano.

«Volontari cercansi»
In entrambi i casi, a prelevare e portare al centro specializzato le aquile ferite sono stati gli agenti del corpo di polizia provinciale, i cui interventi di recupero della fauna selvatica – che in base alle condizioni può andare al Cras, venire liberata sul posto o, in caso di carcasse, finire allo smaltimento o all'asta – sono in aumento: nel 2011 sono stati ben 783, contro i 726 del 2010 (cifra già molto alta se confrontata con quelle di qualche anno fa).
Una media di più di due casi al giorno, anche se in realtà gli interventi hanno un picco nel periodo tardo-primaverile ed estivo.
La casistica include un po' di tutto: dagli incidenti stradali, agli atti di bracconaggio, ad animali debilitati per ragioni naturali o ignote. «L'aumento delle segnalazioni alla polizia provinciale è segno di una positiva, accresciuta sensibilità sul tema – osserva l'assessore provinciale Fausto Carrara –. Considerati però i molti altri compiti che hanno i 19 agenti del nucleo ittico-venatorio, che ringrazio per l'ottimo lavoro, questi numeri stanno diventando difficili da gestire».

Ergo, cercansi rinforzi: «Stiamo studiando collaborazioni con varie associazioni – dice Carrara –. Penso per esempio alle realtà del mondo ambientalista, venatorio, o ai gruppi d'arma. Almeno per le specie o per le situazioni più semplici da gestire, avere il supporto di volontari dotati delle necessarie competenze sarebbe un aiuto molto importante». L'appello, dunque, è lanciato.
A volte capita però che privati cittadini chiedano interventi o raccolgano di persona pure animali che non ne avrebbero bisogno: un comportamento assunto in buona fede, ma che rischia di causare danni alle bestiole. Per questo via Tasso ha avviato la campagna informativa (che viaggia soprattutto nelle scuole) «Non siamo abbandonati». Ovvero: prima di toccare, nel bosco o nei prati, cuccioli di capriolo o uccellini che sembrano in difficoltà, è bene osservare con attenzione.

Altrimenti, si rischia di far loro più male che bene.
Problema confermato dal Cras Wwf: «Dei quattro caprioli che ci sono arrivati nel 2011, due non richiedevano assistenza: chi li ha presi ha pensato fossero soli, invece la mamma era probabilmente a poca distanza. Una corretta informazione è quindi fondamentale». Anche il Cras (che accoglie gli animali selvatici feriti o debilitati della nostra provincia, anche portati da privati, del Bresciano e del Lecchese) ha rilevato in questi anni un forte aumento dei «ricoveri»: dai 1.113 arrivi
del 2009 si è passati ai 1.384 del 2010, fino ai 1.514 del 2011.

Fausta Morandi - L'Eco di Bergamo - Lunedì 30 Gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 25

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