giovedì 19 gennaio 2012

Un masso, e all'improvviso Merelli precipita sullo Scais


L'alpinista di Lizzola è morto mentre stava arrivando in vetta insieme all'amico Paolo Valoti
L'incidente sotto il Torrione Curò.( a destra nella foto ) Colpito dalla pietra, Mario è scivolato per 300 metri


«Non ci credo, non può essere vero». È la frase che più ricorreva tra la gente ieri mattina a Valbondione e nei paesi dell'alta Valle Seriana, al diffondersi della notizia che Mario Merelli, il forte scalatore 49enne di Lizzola, aveva perso la vita quando aveva quasi raggiunto la vetta del Pizzo Scais. Montagna indicata sulle cartine come «Punta di Scais» e che, con i suoi 3.038 metri è uno dei tre big delle Orobie, unitamente al Pizzo Coca (3.050 metri) e al Pizzo Redorta (3.038).
Il tragico evento poco dopo le sette di ieri mattina quando, in compagnia dell'amico Paolo Valoti, già presidente della sezione Cai di Bergamo, l'alpinista era ormai a una decina di minuti dalla vetta di Scais.

Una salita in notturna
Mario e Paolo si erano ritrovati a Lizzola, all'albergo Camoscio-méublé gestito dalla famiglia Merelli, nella serata di martedì. Poi, sul tardi, erano scesi a Valbondione, da dove ha inizio il ripido sentiero che, superando un dislivello di oltre novecento metri, consente di raggiungere il rifugio Coca, posto alla quota di 1.982 metri sul livello mare.
Era circa mezzanotte quando i due amici si sono incamminati lungo il sentiero, percorrendolo con la prudenza necessaria sia per il buio, sia per tratti di neve e ghiaccio che in questo periodo lo caratterizzano. Hanno comunque raggiunto tranquillamente il rifugio, fermandosi per qualche minuto nel reparto invernale, sempre aperto per dare ospitalità agli alpinisti e agli escursionisti che d'inverno salgono in quota
.
La tragica caduta
Merelli e Valoti si sono quindi incamminati verso il lago di Coca (2.008 metri). Lo hanno superato e hanno attaccato la montagna risalendo il Canale Scais. Erano circa le 6,15 quando sono usciti in cima al canalone. C'era ancora buio, quindi i due amici, prima di attaccare gli ultimi tratti della montagna per raggiungere la vetta, hanno deciso di attendere che il cielo si schiarisse. E così hanno fatto.
Notando poi che le rocce della cresta per salire in vetta erano ricoperte di ghiaccio, hanno pensato di spostarsi verso il versante valtellinese, in modo di aggirare la cima e raggiungerla più facilmente. Qui, purtroppo, la caduta mortale.

Valoti era davanti, Merelli lo seguiva. Ad un certo punto, mentre si trovavano sotto il Torrione Curò, si è mosso un grosso sasso che ha colpito Merelli all'addome, facendogli perdere l'equilibrio. L'alpinista è caduto all'indietro, precipitando per circa 300 metri lungo un ripido canale e fermandosi esanime in fondo alla Vedretta di Scais. Valoti, sconvolto, lo ha chiamato più volte, è sceso lungo il pericoloso canale, quindi è risalito in cresta perché solo da là era possibile utilizzare il cellulare, con il quale ha allertato il 118.
L'eliambulanza ha raggiunto la località ma Mario era morto sul colpo. La salma dell'alpinista è stata recuperata con il verricello e trasportata alla sede del soccorso alpino di Valbondione.
Sul posto sono subito giunti i fratelli di Mario, Dino e Raffaella, e quindi parenti, tanti alpinisti e suoi amici. Tra loro, visibilmente affranto, Marco Zaffaroni, l'amico di tante scalate, con il quale Merelli aveva condiviso la gioia della costruzione di un ospedale nella poverissima zona del Dolpo, in Nepal.

La moglie di Mario, Mireia Giralt, si trovava in Spagna, dalla sua famiglia. Avvertita di quanto successo è riuscita a prendere immediatamente un volo da Barcellona e giungere a Orio al Serio dopo mezzogiorno. Intorno alle 14 è giunta a Valbondione. Dopo un abbraccio commovente con Paolo Valoti e i cognati ha voluto rimanere da sola con il suo Mario per qualche istante. Con Mario ha sempre condiviso un grande amore per la montagna.
Verso le 15, la bara con le spoglie dell'alpinista, dopo gli accertamenti dei carabinieri della stazione di Ardesio, è stata trasportata a Lizzola, dove, ad attendere, c'era mamma Luigina che si è abbandonata a uno straziante pianto di dolore.

La scomparsa dell'alpinista bergamasco ha commosso gli abitanti della Valle Seriana e della Bergamasca. In particolare, la piccola comunità di Lizzola e Valbondione si è stretta affettuosamente alla mamma, alla moglie, ai fratelli e ai parenti. Il sindaco Benvenuto Morandi ha dichiarato il lutto cittadino issando a mezz'asta la bandiera del municipio. Il funerale di Mario Merelli sarà celebrato sabato alle 14,30 nella chiesa di Lizzola.
Enzo Valenti - L'Eco di Bergamo - Giovedì 19 Gennaio 2012 CRONACA, pagina 20

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