La strada che collega Zambla Alta alla località Plassa dove
insistono numerose seconde abitazioni, un campeggio per roulotte, la casa degli
Alpini e dove inizia la salita per il rifugio Capanna 2000, molto frequentato
anche nella stagione invernale, è periodicamente interessata da chiusure e
divieti al traffico alle persone e ai mezzi pubblici a causa di caduta slavine
o rischio di caduta.
Sin dai primi tempi della sua costruzione, agli inizi degli
anni ’80, i progettisti avevano sollevato il problema che interessava un
vallone, a valle del monte Grem, stretto e particolarmente scosceso, che
convoglia le piccole slavine che periodicamente si accumulano a monte e, in
seguito, s’incanalano con violenza verso il basso.
A quel tempo si prevedeva la costruzione di un paravalanghe che
permettesse lo scarico a valle dell’eventuale slavina, lasciando percorribile l’unico
tratto, un centinaio di metri, interessato dall’eventuale evento.
Il fallimento della VOIC, la società che gestiva gli
impianti di risalita, in concomitanza con un periodo di scarse precipitazioni
nevose, aveva procrastinato, e dimenticato, l’esecuzione dei lavori anche se,
nel frattempo, si era intensificata l’edificazione edilizia in zona Plassa con
centinaia di appartamenti e con la costruzione del campeggio per roulotte.
Negli ultimi dieci anni, tuttavia, la “volubilità meteorologica”,
ha riportato in evidenza il problema con precipitazioni nevose di vecchia
memoria e con la riproposizione dei rischi incombenti, aggravati dalla
difficile tutela dei diritti di chi ha acquistato appartamenti o avviato
attività commerciali oltre il vallone in questione.
Anche recentemente si sono verificate situazioni di
alto rischio sia con la caduta di slavine, sia con la precauzionale chiusura di
traffico pedonale e di mezzi meccanici e, per ben due volte, lasciando isolata
la Plassa.
Nel 2007 il rischio valanghe, tenne chiusa la strada per
lungo tempo; nel 2009 la caduta di una slavina isolò per oltre un mese
abitazioni e campeggio senza che l’Amministrazione Comunale badasse a rimuovere
la massa nevosa; nel 2010 una nuova slavina causò l’isolamento che si protrasse
a lungo. Anche quest’anno, in via precauzionale, un’Ordinanza Sindacale vieta completamente
il passaggio del vallone e, allo stato dell’arte, pare sia impossibile
determinare i tempi di riapertura della strada.
Eppure i tempi e i modi (finanziamenti) per realizzare
opportuni accorgimenti preventivi, erano abbastanza accessibili. La Regione
Lombardia e la Provincia di Bergamo negli ultimi anni hanno stanziato diversi
milioni di euro per lo sviluppo del turismo vallare e per la messa in sicurezza
della relativa viabilità.
Il vero problema è che non sono mai stati presentati progetti
specifici da parte delle precedenti Amministrazioni Locali. Specificatamente, la precedente
Amministrazione Manenti, sotto la quale si sono verificati gli eventi di
maggior rilievo, si è distinta per l’assoluta latitanza progettuale per
attingere ai fondi previsti dai vari bandi regionali.
Auguriamoci che l’attuale Amministrazione, più lungimirante
e “attiva”, possa ovviare alle precedenti inadeguatezze e riesca, nel corso del
suo mandato, a completare un percorso di rilancio turistico, anche invernale, e
di tutela dei diritti individuali di coloro che sono loro malgrado coinvolti in
analoghe situazioni.
Gallicus
Nota della Redazione: Le immagini riprodotte provengono dal Portale di Oltre il Colle: www.oltreilcolle.com/