«La montagna ha
troppi rischi
Troppa gente li prende sottogamba»
Lo sfogo di Angelo Giupponi della Aat 118: «Delle 7 persone che ho caricato
in elicottero, solo 2 avevano attrezzatura adeguata»
«Ho saputo che uno degli alpinisti soccorsi in quota aveva, nello zaino,
solamente una maglietta di ricambio a maniche corte e una bottiglietta d’acqua.
Ecco, neppure d’estate si può andare in montagna in queste condizioni. È così
che quello che ci siamo appena lasciati alle spalle è stato un weekend davvero
infernale».
Angelo Giupponi è il direttore della Aat 118 di Bergamo, l’articolazione
aziendale territoriale dell’Areu, l’azienda regionale per l’emergenza urgenza;
sabato e domenica era in servizio sull’eliambulanza di Bergamo che ha
effettuato sette interventi in poche ore per soccorrere le persone che erano
scivolate sul ghiaccio in val Brembana, in val Seriana o in val di Scalve.
Una
giornata difficile, purtroppo segnata dalla morte di Bruno Lorenzi, 52 anni di
Calcinate, precipitato in un canalone sul Pizzo Camino :morto per una caduta,
nonostante fosse un esperto e avesse con se l’attrezzatura necessaria ad
affrontare la montagna d’inverno. Lascia la moglie e 4 figli.
«Sono stati due giorni difficilissimi perché troppa gente affronta i rischi
della montagna prendendoli sottogamba: a Cima Venturosa, i quattro che
abbiamo aiutato erano saliti su una montagna di fatto ghiacciata solo con gli
scarponi ai piedi, senza ramponi e senza picozze». Proprio riflettendo su
calzature, abbigliamento e dispositivi di sicurezza, Giupponi rivela: «Delle
sette persone che io ho caricato in elicottero, solo due avevano attrezzatura
adeguata».
L'Eco di Bergamo - 19 dicembre 2017
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