martedì 30 agosto 2016

Informazione e "copyright"


Cari amici del Blog della Conca, dopo sette anni che svolgiamo questo "servizio" alla comunità, siamo stati invitati "caldamente" ad astenerci di pubblicare articoli del Quotidiano L'Eco di Bergamo, pur citando il nome dell'estensore e la provenienza, perché  infrangere  le norme sul "copyright"  è illegale e lede gl'interessi dei redattori.

 


Nulla da eccepire. La legge è "Legge".

 
Mi pongo solo una domanda: oggi con la diffusione di Internet, dei social, dei Blog, utilizzati dagli stessi quotidiani, che poi si "salvano" formalmente con il copyright, questo modo di tutela non pare un relitto ottocentesco?

 
Vorremmo sottolineare che il nostro Blog aveva e ha l'unica finalità di "informare" coloro che risiedono, soggiornano o comunque frequentano le nostre belle valli, su ciò che accade cercando, nel contempo, di pubblicizzarle.

 
Non abbiamo "sponsor",  non abbiamo pubblicità a pagamento,  non siamo sostenuti da gruppi politici e, ciò che facciamo, è unicamente per l'amore che nutriamo alla natura e all'ambiente che ci circonda.

 
Abbiamo sempre pensato che ci fosse comprensione nei nostri confronti da parte di tanti amici che per professione informano i lettori, anche se per loro si tratta di lavoro, ma forse non avevamo tenuto conto che la nostra piccola voce sul Blog potesse procurare danni economici ad altri.

 
Ci scusiamo, pertanto, con tutte le persone coinvolte,  assicurando, nel contempo i nostri lettori, che anche senza la "riproduzione" integrale delle notizie giornalistiche continueremo con la nostra  informazione.

 
Continuate a seguirci e grazie per la cortese attenzione

 

Gallicus


Cattedrale vegetale, è boom di visitatori

Ora si pensa a un infopoint
 
 

«Meravigliosa»: è l’aggettivo più usato dai visitatori che, quest’estate, si sono fermati ad ammirare la Cattedrale vegetale di Oltre il Colle, un interessante esempio di arte naturale in Europa, realizzata nel 2010 dal Parco delle Orobie e raggiungibile lungo la strada comunale che porta in Arera, a circa 1.350 metri di quota.

«In questi giorni sono arrivati a centinaia - dice Pierangelo Palazzi, il consigliere comunale che si occupa della manutenzione dell’opera - e i più rimangono veramente meravigliati. Anche se c’è qualcuno che, ancora, non ha capito cosa dovrà succedere e si meraviglia in senso negativo: perché pensa che l’opera sia già conclusa e sia costituita dai pali in legno». In realtà quello visibile è soprattutto lo scheletro, costituito da 42 colonne di legno (ciascuna di otto fusti) che al loro interno sostengono la crescita di altrettanti faggi: cinque le navate per una trentina di metri di lunghezza e 24 metri di larghezza.


Tra una dozzina d’anni l'espansione e l'altezza saranno tali che si potranno unire i rami e costruire il tetto della cattedrale. A quel punto i pali di sostegno potranno essere tolti».

«In queste settimane - prosegue il consigliere comunale - è stato veramente un boom di visitatori, a centinaia. Salgono in Arera e tantissimi poi si fermano, fotografano, visitano e rimangono stupefatti positivamente della struttura». Un patrimonio naturale - turistico che il Comune di Oltre il Colle e il Parco delle Orobie sono sempre più intenzionati a valorizzare.

 


«Stiamo per acquisire un’ampia area a monte della Cattedrale e della pozza d’acqua adiacente - spiega il sindaco Valerio Carrara -. Qui si trova anche un rudere che vorremmo adibire a centro servizi, a infopoint della Cattedrale e di tutti i progetti in corso sul monte Arera».

Recentemente, infatti, il Comune, grazie ad un finanziamento del Parco delle Orobie, ha realizzato un piano d'area per l'Arera, con tutte le previsioni di valorizzazione (in particolaredelle vecchie stazioni di partenza e arrivo delle ex seggiovie) da realizzare nei prossimi anni. L'Arera è da oltre un secolo una delle aree montane di maggiore interesse botanico d'Italia, ben conosciuta anche oltre i confini nazionali.

Giovanni Ghisalberti

L'Eco di Bergamo - 30 agosto 2016

Nota della Redazione del Blog:

La strada di accesso, dalla Plassa alla Cattedrale, è il "biglietto da visita" per gli ospiti. Come tale non deve presentare, come è accaduto quest'anno, una serie di alberature "sradicate" con mezzi inappropriati. Sembrava fosse passato un ciclone.
Un caloroso invito, pertanto, a coloro che sono gli esecutori di tale scempio a riflettere sulle conseguenze di tali "misfatti
 

sabato 27 agosto 2016

Un vero tesoro nel cuore dell’Arera

Zinco, argento e… posti di lavoro



A sentir parlare di miniera, ci vengono in mente luoghi lontani e tempi andati. Mai immagineremmo che proprio qui nella Bergamasca, a qualche decina di chilometri da Città Alta, si stia lavorando per riaprirne una. Eppure a Oltre il Colle fervono i preparativi. Da un anno e mezzo, infatti, sono in corso i lavori di messa in sicurezza delle gallerie già esistenti nel cuore della montagna e presto, probabilmente a fine 2017, riapriranno grazie agli stimati 70 milioni di investimento da parte dell’azienda australiana Energia Minerals, che proprio qui, in località Ca’ Pasì, ha trovato una vera miniera d’oro. Anzi, di zinco.

 
Un tesoro più che una miniera. Niente di nuovo visto che in quella stessa montagna, fino al 1982, si estraeva lo zinco. Poi, però, si decise di chiudere bottega. Non perché le miniere fossero esaurite, ma perché l’Eni pensò che fosse meglio importare il minerale dall’estero. E così addio miniere e addio lavoro per tanti abitanti della zona. A distanza di 30 anni, ecco arrivare gli australiani. La Energia Minerals, infatti, ha messo gli occhi su quei circa 250 chilometri di gallerie in disuso e ha deciso di puntarci. 70 milioni per la precisione. Un investimento importante, ma irrisorio a confronto della ricchezza che può derivare da quel giacimento tra l’Arera e la Val del Riso: «Le tre grandi miniere di zinco oggi al mondo stanno oramai esaurendo l’estrazione – ha spiegato a L’Eco di Bergamo il rappresentate italiano della Energia Minerals, Marcello De Angelis -. Il prezzo aumenterà e quella di Oltre il Colle-Riso è destinata a diventare la principale miniera di zinco in Italia e tra le più importanti in Europa. L’interesse intorno a questa operazione è molto alto. Peraltro, proprio in questo periodo, si sono scoperti altri usi dell’ossido di zinco, come fertilizzante in agricoltura». In altre parole, appunto, una miniera d’oro.

 



I prossimi passi. Nei prossimi mesi verranno realizzati nuovi tunnel mentre la Edilmac di Gorle si sta occupando di mettere in sicurezza quelli già esistenti. Parallelamente il colosso australiano continuerà l’analisi della roccia attraverso i carotaggi, che hanno confermato una presenza importante, oltre che di zinco, anche di piombo e soprattutto di argento. In passato l’argento veniva semplicemente scartato, mentre oggi potrà costituire un valore aggiunto nei concentrati di minerale che la Energia Minerals andrà a produrre. Finora sono stati spesi 5,5 milioni per l’analisi di circa 7mila metri di area. Entro la fine di quest’anno verrà steso il piano di fattibilità per l’estrazione, mentre l’anno prossimo dovrebbe partire la realizzazione di tutti gli impianti. La speranza è che, nel 2018, si inizi con l’estrazione vera e propria. I report che giungono dai laboratori dell’azienda sono più che ottimistici. Kim Robinson, amministratore della Energia Minerals, in un documento scrive: «È un momento emozionante per noi. Stiamo accelerando il progetto con l’obiettivo di fornire il concentrato di zinco di ottima qualità al cuore dell’Europa occidentale a partire dal 2018, per avvantaggiarci in un periodo in cui le scorte di zinco inizieranno a scarseggiare, con la previsione del relativo aumento dei prezzi».
 
 

Lavoro e vantaggi per Oltre il Cole. E per la gente del posto cosa cambierà? Le strade saranno invase dai camion e sarà deturpato l’ambiente che tanti turisti (sebbene molti meno che in passato) continua ad attirare? A sentire gli australiani (e a guardare il progetto), assolutamente no: è prevista la sistemazione dei circa 11 chilometri di tunnel che collegano la zona della Colonna Zorzone, giacimento chiave, con la Val del Riso, dove il materiale sarà portato per la lavorazione. Nessun camion, tutto avverrà sottoterra. Cosa che ha convinto gli amministratori locali, inizialmente preoccupati dall’ipotetica necessità di rivedere l’intera viabilità della zona. Le previsioni parlano di 500mila tonnellate l’anno di materiale estratto, un dato che, secondo quanto riferito da De Angelis a L’Eco, fa supporre l’impiego di almeno 200 persone tra operai e tecnici. Intanto alcune persone di Oltre il Colle e dintorni già lavorano per l’azienda australiana nei suoi uffici situati in centro al paese, lungo la provinciale. E già piovono curriculum di persone alla ricerca di un posto di lavoro. 370 almeno, scrive L’Eco, arrivati sia alla sede della Energia Minerals che in Comune, ma anche alla Pro Loco. Valerio Carrara, sindaco di Oltre il Colle, è soddisfatto: «I rapporti con l’azienda sono ottimi. La gente ha grandi aspettative e per ora le promesse fatte dalla Energia sono state rispettate. Ci hanno detto che le prime assunzioni saranno destinate a gente del posto o comunque con forti legami con il paese, siamo certi rispetteranno anche questa promessa. Grazie a loro molte famiglie potranno restare a vivere qui». Intanto i primi vantaggi per Oltre il Colle ci sono già: la Energia Minerals, infatti, ha donato al Comune il materiale di risulta degli scavi, il quale, una volta lavorato, può essere utilizzato sia per la sistemazione delle strade che per altri tipi di lavori. L’Arera si sta rivelando una miniera d’oro anche per Oltre il Colle e dintorni.

Bergamo Post - 26 agosto 2016
Immagini tratte da Bergamo Post

martedì 23 agosto 2016

Già 370 richieste per fare il minatore.

 
 
«L'aspettativa è alta»

 
Gli uffici della Energia Minerals sono al centro a Oltre il Colle, lungo la strada provinciale. Sulle vetrine gli ultimi rapporti sui lavori in corso a Cà Pasì di Zorzone. E dentro il personale locale già assunto in questa fase.
 
 
La riapertura delle miniere di zinco e piombo a Oltre il Colle e in Val del Riso porterà lavoro almeno  200, secondo la società australiana, quando l'estrazione nel 2018 avrà inizio.
 
 
E le richieste sono tantissime: i  curricula sui tavoli sono almeno 370, molti persino alla Pro Loco. Tutti, naturalmente, vengono girati all'Energia Minerals. Serviranno minatori del XXI secolo, ma non solo.
 
 
«Le aspettative sono  alte - dice il sindaco di Oltre il Colle Valerio Carrara - e finora la società si è dimostrata sempre disponibile, i rapporti con il Comune sono più che ottimi. Le previsioni fatte sono state confermate,  ormai si attendono i lavori di preparazione dei tunnel, gli impianti e poi l'estrazione nel 2018».
 
 
«L'impegno loro è di assumere iniziando dai residenti o da chi ha legami con il paese  - continua il sindaco -  e siamo certi che manterranno la promessa. Grazie anche a questo progetto molte famiglie potranno restare in valle».
 
 
La prima tranche di estrazione, infatti, dovrebbe durare dai 10 ai 15 anni, ma l'area dovrebbe poi ampliarsi garantendo ulteriore lavoro.
 
 
Ma già ora il Comune sta avendo i suoi vantaggi dall'operazione. «Dalla Energia Minerals abbiamo ricevuto gratuitamente il materiale di risulta degli scavi, il cosiddetto smarino, comunque pregiato, che una volta macinato è stato utilizzato per rimettere in sesto alcune strade comunali, a Zorzone, alla Conca dell'Alben, alle Sinelle. E sempre questo materiale verrà utilizzato in parte anche per il fondo del rinnovato campo da calcio».
 
 
Giovanni Ghisalberti

L'Eco di Bergamo - 23 agosto 2016


L’Arera forziere di zinco e argento: il video

Foto de L'Eco di Bergamo

«Investimenti per oltre 60 milioni di euro»

Un forziere di zinco, piombo e argento. Un tunnel da 11 chilometri che collega Oltre il Colle alla Val del Riso. 250 chilometri di gallerie sotterranee sotto il monte Area. Sembra un romanzo del genio visionario Jules Verne, invece è una scommessa (visionaria, ma non troppo) di una società australiana che ha deciso di riscoprire le miniere della Val Serina abbandonate dal 1982.

Alcuni anni fa la Energia Minerals, con sede a West Perth, in Australia, ha messo gli occhi sul giacimento, tra l’Arera e la Val del Riso. Con un investimento complessivo previsto che ora si aggira sui 65-70 milioni di euro.
«Le tre grandi miniere di zinco oggi al mondo – dice Marcello De Angelis, rappresentante del ramo italiano della Energia – stanno ormai esaurendo l’estrazione. Il prezzo aumenterà e quella di Oltre il Colle- Riso è destinata a diventare la principale miniera di zinco in Italia e tra le più importanti in Europa.
 L’interesse intorno a questa operazione è molto alto. Peraltro, proprio in questo periodo, si sono scoperti altri usi dell’ossido di zinco, come fertilizzante in agricoltura».

I carotaggi, grazie anche alla realizzazione di un nuovo tunnel di 700 metri, dovrebbero proseguire ancora per circa due mesi. «L’estrazione partirà dall’area di Zorzone - conclude De Angelis - successivamente si potrà allargare ad altri punti da definire.
Ma solo il cosiddetto pannello di Zorzone garantirà lavoro per almeno 10-15 d’anni. La previsione è di estrarre almeno 500 mila tonnellate l’anno. E tra operai, tecnici e amministrativo si prevede di dare lavoro a 200 persone».

L'Eco di Bergamo - 23 agosto 2016
Video   
Energia Gorno July2016 D3
https://youtu.be/6SUh3vJv9Wc
 

sabato 6 agosto 2016

Fine della "telenovela" del Ponte di Rosolo



E' ufficiale. Senza tagli di nastri, rappresentanze politiche e amministrative (come suggerito a suo tempo) è stato riaperto completamente al traffico il tratto della Provinciale 27 della Valle Serina interrotta da una frana , e la conseguente distruzione del ponte, in località Rosolo.

Residenti, operatori artigianali, turistici, commercianti, villeggianti, festeggiano l'evento e ringraziano per la velocità con la quale sono stati risolti i problemi della valle.

Con altrettanta fiducia e speranza ora attendono che la messa in sicurezza dei tanti dissesti stradali (ovviamente da anni transennati e segnalati) sia altrettanto sollecita e puntuale.

Gallicus

giovedì 4 agosto 2016

Ricordiamo i caduti del Lady Irene



Quell'aereo sul Pezzadello

Ricordiamo i caduti del Lady Irene

Domenica 14 agosto 2016

Zorzone (Oltre il Colle)

 
Ore 16,00 - Presso il Museo Mineralogico ci sarà l’inaugurazione del Memoriale dedicato ai caduti del B24 Liberator precipitato sulle nostre montagne.

 
ore 21.00 - Presso il Centro Parrocchiale di Zorzone si terrà il convegno sull’evento
Tutta la popolazione è invitata


La storia:





24 ottobre 1944

Quel giorno era particolarmente umido e nebbioso.
Nuvole basse coprivano tutte le cime delle nostre montagne.Un aereo DC3 Dakota dell’AAF ( American Air Force) giunto sulla verticale del monte di Zambla cercava un pertugio tra le nuvole dove indovinare i fuochi che i partigiani avevano predisposto sui prati sottostanti. Due giorni prima radio Londra aveva comunicato in codice che era pronto un lancio nei luoghi convenuti di Zambla. I lanci degli alleati erano particolarmente benvenuti. Oltre a viveri, munizioni, documenti essi portavano ai partigiani soldi, ed erano i soldi di Salò falsi, ma ben imitati. Impossibile con i mezzi di allora individuarli. Inoltre paracadutavano anche agenti segreti alleati con i compiti di collegamento. L'autunno era già avanzato. Si prospettava un inverno freddo e nevoso. La montagna di Oltre il Colle era un valido rifugio per sottrarsi alla cattura dei renitenti che la legge Graziani imponeva. La cattura comportava la fucilazione immediata. A San Pellegrino Terme si era stabilito un ministero repubblichino. Il ministero dell'agricoltura e foreste. (Mi sono sempre chiesto come mai il fascismo abbia sempre 3 avuto una predisposizione per l'acqua. La sede della R.S.I. era a Salò, sul lago di Garda. San Pellegrino come sappiamo è sede di una fonte termale, Mussolini e i suoi ministri vengono presi a Dongo sul lago di Como e lì fucilati). La sede del Ministero delle Foreste a San Pellegrino coinvolgeva anche le nostre montagne. Le pendici dei nostri monti erano terreno ideale per esercitazioni prima, e per rastrellamenti dopo, effettuati dalle guardie forestali coadiuvate dalla G.N.R (Guardia Nazionale Repubblicana). Erano all'incirca le 17.00 e il rumore dei motori dell'aereo proveniente dalla Val Seriana aveva messo in allerta i vari gruppi di volontari dislocati lungo le pendici del Monte di Zambla.. Il pilota scopri quasi subito un buco sgombro di nuvole sulle radure proprio sopra un fuoco di avvistamento e diede immediatamente l'ordine di gettare il primo carico che arrivò paracadutato poco lontano da un volontario. Ad un successivo giro non riuscì a vedere più niente. Dal basso i partigiani continuavano a ravvivare i fuochi, ma niente. Quell'aereo proveniva dal sud Italia appena liberata. Roma era stata liberata del giugno del1944 e tutti gli aeroporti in particolare Brindisi servivano per questo genere di azioni. I bombardieri invece provenivano direttamente dal Nord Africa o dalla Francia. Era troppo anche per gli Alleati far caricare di bombe i bombardieri negli aeroporti italiani per bombardare altri italiani.
Dopo alcuni giri sul monte l'aereo non poteva più restare. Doveva raggiungere altre mete, altri lanci. su altre montagne, forse quelle lecchesi
        


                                     

Il pilota decise quindi di riprendere quota e puntò verso ovest-nord-ovest.Un occhio all'altimetro,chiusura dei portelloni di lancio,
motori al massimo e ripresa di quota. Ogni aviere ai propri posti con cintura allacciata in attesa del nuovo luogo di lancio.
Qui avvenne l’irreparabile.
Prima di continuare il racconto tengo a precisare alcune cose:
-tutto quello che scrivo è fonte orale diretta dai contadini, ex partigiani, gente della valle che visse quel giorno.Alcune testimonianze sono audioregistrate con nome e cognome che qui non rivelo per privacy ma tutto è documentato. Non invento nulla.
- scrivo queste righe ricordando quell'episodio perchè sta scomparendo ormai dalla memoria della gente di Oltre il Colle. Nessun cippo o lapide ricorda il sacrificio di quelle giovani vite di avieri alleati che perirono nello schianto. Nessuna cerimonia di memoria fu mai fatta negli anni successivi. Il senso delle mie ricerche è proprio indirizzato a questo. Dare un nome a chi nel lontano 1944 a bordo di un aereo stava aiutandoci nella nostra guerra di liberazione. Non ho altri scopi.
- Alcuni aspetti di quella missione sono tuttora avvolti nel mistero. Man mano che svolgerò il racconto li indicherò.
- Ho fatto numerose ricerche. Sia negli archivi comunali che altrove. Negli archivi comunali il dossier del caso non c'è più. Non vi è traccia alcuna. Solo un foglio della prefettura di Bergamo che chiede alcune informazioni sull'accaduto. Questo foglio è datato 1953 se non erro. I giornali dell'epoca sono muti su questo evento.
Nemmeno i nomi e il numero dei caduti è dato sapere.
- Infine attraverso internet e l'ufficio preposto all'onorificenza caduti aviatori degli Stati Uniti sto attendendo notizie certe e sicure.
- Chi di Oltre il Colle ricorda aspetti recenti che possano dare nuova luce al fatto può farlo intervenendo sul forum del portale.
 
Lo schianto fu tremendo! Tre metri sotto il crinale del Pezzadello. Ancora pochi metri di risalita e l'aereo avrebbe superato il colle.
Un boato infernale si diffuse in tutta la conca. Sorpresi e impauriti i contadini e i valligiani di Zorzone ma soprattutto quelli di Pian Bracca.. Uscirono dalle loro case e dalle loro stalle chiedendosi l'un l'altro cosa poteva essere successo. Si temeva l'inizio di un bombardamento alla laveria o alle miniere. In quel tempo in piena produzione per esigenze belliche questi potevano essere facili bersagli da bombardare. Subito il loro sguardo fu attirato da una lingua di fuoco apparsa sul crinale del Pezzadello.
Per chi non lo sapesse questo monte di scarsa importanza alpinistica sorge tra il Menna e il Branchino. Più che un monte è un crinale a circa 2.000 metri di altezza.
Distante in linea d'aria circa un chilometro e mezzo dai monti di Zambla.
Fiammeggianti pezzi di aereo furono scagliati a molta distanza dall'impatto. Le ruote del carrello rotolarono fino al torrente. Molti metri in basso. Le lingue di fuoco avevano dissolto completamente la nebbia e ora si vedeva nitida dal basso. Ora anche la magra vegetazione bruciava.
Gruppi di zorzonesi, spinti dalla curiosità e da altruismo partirono dalle loro contrade per salire al luogo dell'impatto.
Non si seppe mai perchè successe questo. Molte supposizioni ma nessuna certezza.
Tra le tante anche la mia. L'aereo era ancora molto pesante perchè non aveva scaricato i fardelli del carico. Forse solo uno o due colli erano stati sganciati. Ancora pesante quindi non aveva sufficientemente calcolato i tempi e la lunghezza del sentiero di risalita. Per la fretta (aveva perso tempo nel cercare uno squarcio di lancio sul monte di Zambla) o per altro (altimetro guasto? errore..) il pilota non era riuscito per pochissimi metri a superare l'ostacolo.
Quella notte erano tanti i fuochi di acetilene che si vedevano risalire i pendii sopra i Pian Bracca. Verso un unico grande fuoco.
I primi che raggiunsero i rottami furono investiti da fetori di carne incombusta, petrolio, gomme, fumo degli incendi della vegetazione. Trovarono molte armi (pistole, fucili, munizioni, bombe a mano) ma soprattutto alimentari in scatola e soldi. Si dice pacchi soldi. Bruciati. Bruciacchiati. Incombusti. Sporchi di olio, di terra, di fumo. Scagliati lontano. Assieme a carte di navigazione, documenti militari, carte toponomastiche con segnati i luoghi dei lanci. E poi ancora radio ricetrasmittenti, bussole vestiti. E nella carlinga devastata i corpi degli aviatori ancora con la cintura di sicurezza chiusa. O quello che era rimasto dei corpi dopo l'oltraggio del fuoco. Furono trovate anche macchine fotografiche. Questo fa supporre che l'aereo aveva anche carattere di rilevamento aerofotogrammetrico per l'individuazione di targets da passare alle squadre bombardieri.
Intervenne subito anche la milizia, i carabinieri, e la forestale da San Pellegrino.
La zona fu posta sotto sequestro immediatamente. Tutte le notizie furono bloccate. Nessuno mai seppe quanti erano i corpi degli aviatori, chi erano, da dove venivano. O per lo meno non le gente comune. Il controspionaggio repubblichino inviò parecchi uomini.
A questo punto cominciano le domande senza risposta.
L'aereo portava molti soldi. Forse troppi per fare dei lanci ai partigiani.
L'aereo portava più persone rispetto a una normale attività logistica.
Dalle testimonianze della popolazione furono rinvenute una dozzina di salme. Forse una di pelle scura. Un afroamericano.
Secondo le mie modeste ricerche l'equipaggio di un aereo alleato destinato a rilievi fotografici e a lanci logistici non superava i sei membri.
Il pilota capomissione, il marconista-navigatore, il meccanico e tre avieri addetti ai lanci. Forse anche un fotografo. Tutto il resto doveva essere delegato al trasporto merci. Teniamo conto che veniva dal Sud Italia e doveva ritornare in Sud Italia.
Perchè e chi erano queste persone in più.?
Ma soprattutto perchè tanto segreto anche a guerra finita. Ho contattato altri appassionati di questo genere di ricerca e tutto è conosciuto anche in caso dell'abbattimento dell'aereo.
E tutti i soldi che fine hanno fatto? Sono state scritte e dette tante cose anche ultimamente. Nessuno però ha chiarito questo mistero.
I corpi, o quello che era rimasto, furono portati ad Oltre il Colle in gran segreto dal controspionaggio repubblichino. I nomi non si seppero mai. Eppure ogni persona in guerra ha una piastrina di riconoscimento. I corpi furono custoditi fino all'indomani in non ben precisati luoghi. per essere poi traslati in qualche cimitero militare o consegnati agli alleati.
E i soldi? Eh.. qui comincia il finale della storia.
Il codice di immatricolazione desunto dalla risposta corrisponde ad un C-47 da trasporto caduto il 24 ott-44 in un non ben precisato luogo.
Potrebbe essere quindi un C-47 e non un Dakota perchè il numero: 10712 10/24/1944 C-47 41-18627 31 è un c-47. Un cargo usato sia dall'aviazione inglese e americana. Per i lanci in montagna si usavano però i Dakota perchè più leggeri più maneggevoli, capaci di decollare da prati erbosi su piste corte e pronti a sfuggire ai caccia tedeschi.
Ma se è così si infittisce il mistero. Capisco le 17 persone su un cargo. Su un dakota non ci starebbero nemmeno.
Ma perchè ? da dove venivano?


E dove andavano con tanti soldi? Capisci che la curiosità storica diventa forte
Dopo una nottata passata dai valligiani a scandagliare il luoluogo dell'impatto nella mattinata ormai la notizia aveva fatto il giro della conca e non solo. I minatori che uscirono dalla miniera di Pian Bracca dopo il turno notturno salirono anch'essi al punto dell'incidente. Furono asportati molti materiali che erano a bordo e che l'impatto aveva scagliato per ogni dove. Paracadute, armi, munizioni, alimentari, e soprattutto i soldi furono furtivamente portati a valle, Ma tutta questa roba sarebbe dovuto essere destinata ai partigiani, parte della zona e parte di altre parti.
Qui si apre un capitolo nuovo dove scandagliare senza dati né prove diventa storicamente pericoloso. E qui vorrei che qualcuno ricordasse cosa successe e come intervennero i partigiani destinatari di quel ben di Dio. Io ricordo perfettamente che in una cascina della zona rinvenni un'ala quasi integra di quell'aereo molti anni fa. Occultata da chi intervenne subito dopo la tragedia. Con la seta dei paracaduti si confezionarono numerosi lenzuoli, camicie, addirittura corredi di sposa. Con parti di quell'aereo si fecero pentole, coperchi. Con i bulloni degli anelli. Chi rinvenne i soldi anche se bruciacchiati cercò subito di spenderli negli esercizi commerciali della zona. I partigiani riuscirono a farsi dire i nomi dagli esercenti di chi aveva pagato le provviste con quei soldi. E costoro dovettero dietro minacce restituire quanto trovato. a qualche biglietto di grosso taglio finì anche negli sportelli delle filiali di banca dei paesi vicini creando non pochi grattacapi ai possessori.
Insomma per un tranquillo paese di montagna in quel tardo autunno del 44 l'incidente aereo del Pezzadello portò non poco scompiglio. Forse anche qualche vendetta postuma.
Con la liberazione in aprile del 45, non se ne seppe più nulla. I giornali del tempo non ne parlarono mai. Nessun rapporto da parte delle brigate partigiane fu steso. Anche da parte della prefettura di Bergamo rappresentante sul territorio della Repubblica Sociale Italiana non uscì niente. Da ragazzo ogni tanto sentivo parlare di quell'evento tragico quasi sottovoce come se ci fossero degli scheletri negli armadi. Quel fatto rimase però nella memoria dei valligiani sempre più avvolto da un velo di nebbia che divenne coltre di nubi fitte proprio come quella sera del 24 ottobre 1944 un Dakota.

Note: qui riporto alcuni dati e risposte avute nel forum del nostro portale sull’argomento:
da Nicola….ho preso contatto tramite e-mail con l'ex Capo di Stato Maggiore Elvetico,
che ha prestato servizio alla Maxwell AirForce base in Montgommery Alabama USA, in Effetti Il C 47 Dakota o Skytrain (in USA) è un Multiruolo (derivato dal DC3) con 2 o 3 membri d'equipaggio.
Usato anche, sia come cargo per materiali, rifornimenti e lancio si spiega comunque cosa, se provata, ci facessero 17 persone a Bordo a meno che non siano stati paracadutisti.

Risposta:

Sì . Ho il codice di immatricolazione di quell'aereo.
Ma non corrisponde al tipo. Si è sempre detto che doveva essere un DC3 Dakota..
Da ulteriori controlli ho scoperto invece che l'immatricolazione corrisponde ad un aereo cargo.
qui di seguito ti copio quanto ricevuto da un sito amatoriale che si occupa proprio di queste cose.
A una mia domanda specifica sull'accaduto, data e quant'altro come segue:

"I am an historian researcher interested to discover details of an air crush happened on 24th Oct 1944 on the mountains sorrounding Bergamo area in Northern Italy.
Aircraft might be a Dakota. It was overflying a mountainous area for launching suppliers for partisans.
There were 17 casualties . I suppose must be a c-47 Dakota with serial number 41-18627.
Thank you in advance -

risponde:
You have, to begin, two solutions.
Checking the J. Baugher's database with the aircraft serial number. You get this match :
18627 (c/n 4788) to USAAF Oct 26, 1942 - Cairo Feb 17, 1943 - 8th AF, UK Feb 27, 1944.
Lost Oct 24, 1944 with 31st TCG. MACR 10712. Condemned Nov 10, 1944 (Missing)
Checking the MACR db on this website and you get this match :
10712 10/24/1944 C-47 41-18627 31
Contact now the AFHRA at Maxwell Airforce base and ask them a copy of the MACR.
The MACR is #10712

Il numero di serie del dakota dovrebbe essere quindi: 41-18627. Perchè l'ho desunto da un’altra ricerca. Ma la risposta che avevo ricevuto era di 17 morti, senza luogo e causa di caduta e c'erano anche dei nomi di aviatori riconosciuti per certi che io adesso non voglio dire perchè non sono sicuro se parliamo delle stesse cose. Rimane comunque la stranezza che di tutti gli incidenti aviatori di questo non si riesca a saperne niente. Ho parlato anche con amici dell'Emilia e del Veneto che fanno questo genere di ricerca (non sapevo che ci sono tante persone appassionate di questo) e tutti

mi hanno confermato che la mancanza di dati certi è anomalo.
Che cos'è il MACR? E’ il numero di incidente aviatorio.
E' doveroso concludere questa relazione storica,  in merito all'aereo del Pezzadello,  facendo degli aggiustamenti dovuti a  successive notizie più precise e provate.
  Come già esposto a Zorzone la sera dell'11 agosto scorso, si trattava di un aereo B24 Liberator che aveva partecipato nel luglio 1943 al bombardamento di Messina e Reggio di Calabria all'indomani dello sbarco alleato nella piana di Siracusa.
Fu colpito dalla contraerea dovette riparare in Tunisia dove rimase in hangar per molti mesi.


L'aereo aveva una doppia missione: l'aviolancio sul monte di Zambla, ma ancor  più importante era quella di paracadutare tre agenti speciali  sopra Monasterolo al Castello.
Dopo lo schianto sul Pezzadello, i corpi vennero ricomposti e sepolti non in una fossa comune ma ognuno con la propria piastrina metallica.
Rimasero sul Menna per due lunghi anni.
Nella tarda primavera del 1947 una colonna di camion militari americani si portarono ad Oltre il Colle e si fermarono in paese.
All'indomani una lunga fila indiana di uomini e muli, con adeguata attrezzatura di vanghe e zappe risalirono il Menna.
Aiutati da gente del posto riesumarono i corpi per inserirli nei sacchi mortuari.
Alcuni ricordano ancora la lunga carovana di tredici muli scendere dal Menna attraversare Zorzone e dirigersi verso Oltre il Colle.
I camion raccolsero i poveri resti nelle bare. Fu fatta una semplice identificazione.
I corpi ora riposano nel cimitero americano di San Louis, Missouri.
  A Oltre il Colle, ma soprattutto a Zorzone, i caduti americani del Pezzadello lasciarono per  anni un vivo ricordo, alimentato sempre dai numerosi reperti che la gente del posto si ingegnò a riciclare.


Nulla si conosce dei tre agenti speciali: molte sono le supposizioni. Senz'altro almeno uno era italiano, ma la loro missione rimane un mistero.
  Questa Storia continua a suscitare un vivo interesse da parte dei numerosi veterani americani e inglesi che in un modo o nell'altro sono venuti a conoscenza dell’accaduto e che  ancora si

domandavano che fine avesse fatto quel B24 Liberator.
Per questo motivo abbiamo pubblicato in inglese il resoconto della serata a  Zorzone.
E’  una Storia unica perchè mai da nessuna parte a distanza di  63 anni  si è potuto ricostruire questo evento con nomi e dettagli.
La parola  FINE  la scriveremo solo quando verrà posta una lapide in loro memoria.
 
Luogo della sepoltura provvisoria delle vittime
 


Qui di seguito la lista dei valorosi aviatori americani caduti sul Monte Menna a Oltre il Colle località Pezzadello il 4 ottobre 1944 come risultano dal MACR (Missing Air Crew Report) N. 9444 redatto a Brindisi il 10 ottobre 1944 e firmato dal capitano RAYMOND FAILER.

Nome dell'aereo B 24 LIBERATOR num immatricolazione 42-40697 - Nickname : " LADY IRENE "

Equipaggio:

-(dispatcher)   JAMES FERGUSON Piastrina N: 693135
  da INTERNATIONAL FALLS - MINNESOTA
-(gunner)        GARRET AUBREY Piastrina n. 38522361
  da MONROE - LOUISIANA
-(gunner)        SAVAGE CARROLL Piastrina N. 38533909
  da WHITESBORO - TEXAS
-(gunner)        CARMACK ISAAC Piastrina n: 36303409
  da DECATUR - ILLINOIS
-(radio Op.)     BLACKWELL ARTHUR Piastrina n. 36596980
  da DETROIT- MICHIGAN -
- (engineer)     GROCHALA FRANCIS Piastrina N. 32757251
  da TRENTON - NEW JERSEY

-(bombardier)   BROOKOUT BOB Piastrina N. O-723685
  da SAN BERNARDINO - CALIFORNIA
-(navigator)     REIDER IRVING Piastrina N. O-723165
  da NEW YORK
-(Co-Pilot)       WILSON JOHN Piastrina N. O-825354
  da ELMIRA HEIGHTS - NEW YORK
-(pilot)            SLOAN CHARLES Piastrina N. O - 427013
  da DUBUQUE - IOWA

Più tre agenti speciali dell'OSS dei quali non conosciamo i nomi. Almeno uno era italiano.
 
Ricerca effettuata da Massimo Maurizio - Pendughet - Oltre il Colle