Per
non dimenticare: 3 dicembre 2013 – 3 ottobre 2014
La
notte tra il 2 e il 3 dicembre 2013 una frana, precipitata dal versante della
montagna dalla parte di Costa Serina e nel territorio di questo Comune, al
confine con Algua, interrompeva la S.P. 27 della Valserina. I detriti
demolivano il vecchio ponte, coperto la vecchia galleria e sommerso a metà il ponte
nuovo.
Domani
saranno quindi dieci mesi esatti dall’evento che ha in sostanza spaccato la
Valserina in due tronconi.
Se
pure è vero che alternative viabilistiche esistono, sia pure con grossi limiti
o addirittura con l’esclusione di veicoli ingombranti, è altrettanto vero che
il danno maggiore è sopportato dal pendolarismo giornaliero di studenti e
maestranze che devono necessariamente scendere nei centri della Valle Brembana
o, addirittura, nelle località di pianura.
La
pletora di riunioni indette in questi dieci mesi non ha prodotto che risultati
scarsi e inefficaci per dare un’adeguata soluzione al problema. Regione,
Provincia e da buon ultima l’Amministrazione Comunale di Serina non hanno
trovato la corretta sinergia di risorse, non esclusivamente finanziarie ma
concretamente operative, per progettare e dare tempi certi al ripristino dell’importante
arteria vallare.
Recentemente
un Comitato spontaneo, il “Comitato S.P. 27” ha riproposto all’attenzione dell’opinione
pubblica la delicata e incancrenita situazione riuscendo, a quanto pare, a
smuovere gli Organismi Pubblici dall’oblio e dall’ignavia.
Questa
volta i notevoli ritardi nell’intervento sono solo in parte imputabili alla
solita cantilena che da anni ascoltiamo a ogni disastro ambientale: “Mancano i
soldi a causa del “fiscal compact”, ma derivano in grandissima parte dall’inefficienza
dei Responsabili diretti o indiretti.
A
dieci mesi dell’evento franoso si attendono ancora i risultati dell’indagine
idrogeologica necessaria alla bonifica del versante franato, propedeutica alla
demolizione e successiva ricostruzione del ponte sul torrente Serina.
Considerando
ciò che normalmente avviene nel campo delle opere pubbliche, forse non ci si
dovrebbe meravigliare ma sicuramente “scandalizzare” per la gestione
dilettantesca e improvvisata di tutta la vicenda.
E
da buoni realisti (con i dovuti scongiuri) aspettiamoci ancora successive
sorprese con l’auspicio che non ne derivino azioni deprecabili.
Gallicus
Nessun commento:
Posta un commento