martedì 19 aprile 2022

Il buco è diventato una voragine.

 


La Cà di Prec, un edificio da salvare.

Citato dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali, è sull’orlo di diventare un “ricordo” fotografico.

La parte centrale della costruzione, della quale il Comune di Oltre il Colle è comproprietario, da anni è alla mercé dell’usura del tempo e senza alcun intervento di carattere precauzionale.

Da diversi anni il tetto ha ceduto e il buco che si é creato è diventato una voragine. Le intemperie hanno fatto il resto. I soffitti sono ammalo rati e sotto il peso di condizioni meteorologiche avverse, acqua e beve, pregiudicando le pareti e l’intera parte storicamente ancora esistente.

Le incisioni sulle pietre poste nella volta dell’ingresso fanno risalire a fine 1700, una parziale ristrutturazione. Anche sulla porta della stalla accanto è visibile un’incisione dei primi ‘800.

In questi anni, da parte  del Gruppo “Amici della Conca di Oltre il Colle”, sono state effettuate diverse segnalazioni all’Amministrazione Comunale affinché si adottassero misure di manutenzione, ancorché provvisorie magari con una copertura con lamiera o teli, volte a evitare il continuo degrado.

Nessuna risposta e nessun intervento conservativo.

La storica costruzione, tra il disinteresse anche dei proprietari delle abitazioni confinanti, rischia un  definitivo crollo difficilmente recuperabile.

Gli “appelli” non sono ascoltati e la natura fa il suo corso.

Purtroppo

Gallicus

La Storia e la realtà

https://youtu.be/3PJzltHrBvg



venerdì 8 aprile 2022

Incontro a Gorno sulla ripresa delle attività estrattive in val del Riso.

 


Minerals Story

Incontro a Gorno sulla ripresa delle attività estrattive in val del Riso.

Il Progetto di riapertura delle miniere in val del Riso, prolifera dubbi e chiede approfondimenti.

Mercoledì sera a Gorno, molti abitanti erano presenti alla riunione con l’interlocutore Gerard Harris, managing director di Energia Minerals Italia che ha illustrato il Progetto di riapertura delle miniere.

Ha chiarito il motivo per cui è stata decisa la riapertura dell’attività estrattiva dopo quaranta anni dalla chiusura.

Il dibattito ha reso evidente i pro e i contro di un’operazione che coinvolgerà non solo la val del Riso bensì tutto il territorio circostante.

«Le tecnologie sono mutate – ha detto Harris – la miniera è sicura sia per coloro sia ci lavorano quanto per l’ambiente che l’ambiente che la circonda. Dopo anni di studio e di ricerca siamo in grado di affermare che esiste un giacimento di minerale sufficiente a far ripartire con l’attività estrattiva».

Il crono programma dell’Azienda prevede la riapertura nel 2024, con un’attività estrattiva continuativa per venticinque anni. L’investimento totale sarà di 120 milioni con costi operativi annui di 35 milioni di euro. L’obiettivo è di dare lavoro a circa 230 persone tra miniera e impianti.

«Certamente – ha continuato Hrris – investiremo nella formazione, consapevoli che è un’attività non molto diffusa nel territorio e, i futuri addetti, andranno istruiti.»

Il Comune di Gorno sarà sicuramente coinvolto nel Progetto relativamente all’area di Riso dove, attualmente, si trova la vecchia laveria.

Il materiale estratto sarà, infatti, convogliato, tramite la galleria Riso – Parina, per essere caricato su autocarri e destinato al commercio.

Tale nodo ha messo in allerta sia l’Amministrazione, sia la popolazione di Gorno.

Il managing director ha quindi proseguito: «Siamo consapevoli che il flusso di autocarri che dal Riso farebbe la spola con l’imbocco della statale 671 della valle Seriana, sarebbe intenso. Stiamo valutando soluzioni alternative al traffico su ruote. Tra queste si valuta il trasporto su nastri trasportatori sino a Ponte Nossa (?) ».

Da parte dell’Amministrazione Comunale si è ribadito il concetto che tuttora esistono strutture e infrastrutture inadeguate nella zona di Riso e Fondo Ripa.

«L’area in oggetto – ha ribadito il vicesindaco di Gorno, Italo Serrturini – sarà coinvolta da frequenti passaggi di camion. Abbiamo calcolato che ne passeranno uno ogni 4 – 5 minuti e per diverse ore il giorno. Gli abitanti di quella zona ne risentirebbero. Altrettanto per le polveri generate che insisterebbero attorno all’ex laveria. Altra questione, prosegue il vicesindaco – riguarda l’impatto economico sul territorio. In questi anni ci siamo impegnati per un rilancio turistico delle miniere, investendo i quattrocento mila euro finanziati dalla Regione, e crediamo che la ripresa dell’attività industriale sia poco compatibile con l’aspetto turistico.»

Infine, ha concluso il Sindaco di Gorno, Gianpiero Callegari: «Non siamo chiusi al Progetto, crediamo, tuttavia, che esso debba portare un valore aggiunto al nostro territorio e non disagi.»

Gallicus

8 aprile 2022