martedì 29 settembre 2015

Sull’imprudenza in montagna stangata da mille euro all’ora


La Regione fissa le tariffe, ma mancano i criteri.
Polemico il Soccorso alpino
Elia Ranza, da Fino del Monte, è uno abituato al vuoto. Operaio in una ditta di coperture, da 41 anni è volontario del Soccorso alpino e oggi referente per Bergamo. Per lui non esiste che l’elicottero costi più di un soccorritore: «Dovrebbe essere il contrario — afferma —. I miei uomini lavorano gratis, ma nei boschi possono anche rischiare la vita». Venerdì la giunta regionale ha approvato le tariffe sul soccorso a pagamento, integrazione della legge varata a marzo. Ora per passare dalla delibera ai fatti serve il via libera di commissione e consiglio, ma soprattutto che Areu (Agenzia regionale emergenza e urgenza) e Soccorso alpino stabiliscano i criteri dell’imprudenza.

In attesa di capire esattamente chi pagherà cosa, per ora insomma è chiaro il «quanto». Chiunque in montagna chieda di essere soccorso «nei casi in cui non sussista la necessità di accertamento diagnostico o di prestazioni sanitarie presso un pronto soccorso» sarà chiamato a pagare fino alla metà della spesa prevista per le varie tipologie di intervento. Il conto sarà calcolato a minuti sulla base di tariffe orarie. Per un mezzo di soccorso base (ambulanza con soccorritori certificati e autista) si è stabilito un costo di 56 euro all’ora, che passano a 70 euro nel caso in cui a bordo ci sia anche un infermiere e a 115 con il medico. Per le squadre a terra del Soccorso alpino sono invece 95 euro, mentre per l’elisoccorso si sale a 1.500 euro. «La quota massima richiesta — precisa il consigliere regionale Lara Magoni (lista Maroni presidente), che della legge è stata la relatrice — sarà quindi di 780 euro all’ora per evento». Il 30% in meno o in più a seconda che il finto ferito sia lombardo o abbia tenuto un comportamento imprudente. «Chiunque ha diritto a essere soccorso — spiega Magoni —, con questa legge vogliamo rieducare al senso civico e al rispetto. Ne beneficeranno tutti. Non esiste che l’elicottero esca perché c’è un gruppo di ragazzini stanchi, come è capitato quest’estate». In base ai dati di Areu sono circa il 5% le uscite per soccorsi inutili. Un esempio, invece, di imprudenza? «Chi provoca valanghe».

«Non abbiamo ancora ricevuto nessuna comunicazione — dichiara Oliviero Valoti, responsabile della base del 118 all’ospedale Papa Giovanni XXIII —. Prima che la tariffe entrino in vigore bisognerà definire i criteri, e non sarà semplice». Valoti aveva fatto già notare che «basta avere bisogno del pronto soccorso per non pagare nulla, ma non è detto che chi si ferisce non sia stato imprudente». Il più critico, comunque, è Ranza: «Sarebbe stato meglio fare pagare un ticket a tutti — commenta —. Trovo intollerabile che l’elicottero costi 1.500 euro e le squadre di terra 95. Hanno tenuto conto solo del valore economico, non della nostra esperienza o dei rischi che corriamo».

di Maddalena Berbenni
Corriere della Sera – 29 settembre 2015


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