sabato 29 novembre 2014

«Quel pullman per il Colle di Zambla che mi ha lasciato a piedi a Valpiana»


Lunedì 24 novembre acquisto un biglietto Bergamo-Colle di Zambla in un bar presso la stazione delle autolinee. Salgo sul bus delle 10,30 con l’indicazione “Colle di Zambla” sul display luminoso. Pochi passeggeri. Mi siedo al primo posto davanti. Il bus parte puntualissimo».

«Arrivati a Valpiana il bus si ferma e il conducente mi invita a scendere. Perché? Fine della corsa per interruzione della strada più avanti. Scusi ma non poteva dirlo prima? Da Bergamo sarei andato al Colle di Zambla via Albino-Ponte Nossa. Allora - solo allora - il conducente tira fuori e mi dà una fotocopia con l’avviso. Quindi piedi + autostop».

«Alcune considerazioni attinenti la qualità del servizio  alla quale dichiarate attenzione nella vostra Carta della Mobilità:

- perché non c’era alcun avviso nella pensilina della stazione, né un cartello e nemmeno un “attenzione” sull’indicatore luminoso?

- perché il suddetto avviso non è stato distribuito/affisso nelle rivendite dei biglietti?

- perché non è stato modificato il display sul fronte del bus, indicando “Valpiana” anziché “Colle di Zambla” o “corsa limitata” o qualcosa del genere? Niente.

- perche quella benedetta fotocopia con l’avviso non era attaccata da qualche parte sulla porta di salita del bus o appicciata a un finestrino?

- perché l’autista non ha speso una parola per chiedermi dove andavo, visto che mi osservava mentre timbravo il biglietto azzurro da 3,75 euro? (anzi dovrei chiedere il rimborso della parte di tariffa non utilizzata...).

- perché infine non è stato istituito un collegamento da Valpiana a Zambla con un minibus, visto che l’interruzione riguardava solo i veicoli grandi».

«Non vale dire che gli utenti abituali sapevano del problema. Equivale a dire chissenefrega dei turisti (di cui tanto si blatera e poco si fà). L’informazione è un segno di rispetto verso il cliente. Certo che se lo si considera ancora solo un utente siamo rimasti indietro. Mi rendo conto che questo episodio può sembrare un problema minore ma finché non si comincia dalle piccole cose... Senza polemica e con spirito costruttivo, che ne pensate?»

Prof. Augusto Ferrari, Docente di Marketing del Turismo, Facoltà di Sociologia, CdL Scienze del Turismo, Università degli Studi di Milano Bicocca.

L'Eco di Bergamo - 29 novembre 2014

mercoledì 26 novembre 2014

Auto, moto e go-kart sulla neve


Apre nella Conca dell’Alben la pista dei brividi

Una superficie ghiacciata e innevata di circa 6-7.000 metri quadrati, a sfrecciarci sopra saranno non sciatori ma auto, Ferrari comprese, go-kart o moto.

La pista sta per nascere ai 1.350 metri di altitudine della Conca dell’Alben, sul territorio di Serina (raggiungibile da Oltre il Colle), sui due piazzali-parcheggi nei pressi dei tracciati di sci di fondo e di discesa. L’iniziativa è della «Bestgrip ricerca e sviluppo» di Gandino, azienda leader internazionale nella produzione di chiodi a montaggio rapido e rimovibili.
Che, innanzitutto, aprirà la pista ghiacciata per testare e sviluppare i propri prodotti, mettendola poi a disposizione anche di case automobilistiche o di pneumatici per test estremi; ma tutti potranno cimentarsi in corsi di guida sportiva e sicura (con una Ferrari 458 Italia dotata di 1.500 chiodi o una Subaru Legasi) o, semplicemente divertirsi noleggiando go-kart. Istruttore (con la scuola guida Guidare & Imparare) sarà Walter Santus, 54 anni, pilota dal 1984, già campione italiano di velocità in salita.
Il circuito cambierà in base alle esigenze degli utilizzatori: con muri di neve o semplicemente con birilli. Sul sito dell’azienda, www.bestgriprs.com, tutte le indicazioni. Il corso di guida sicura, per esempio, prevede «la possibilità di cimentarsi in frenate d’emergenza, accelerazioni da togliere il fiato, drifting, testa coda e giri completi lungo tutto il circuito, il tutto studiato e progettato per affrontare al meglio gli esercizi indispensabili per imparare ad avere una guida a 5 stelle sulle strade di tutti i giorni».

mercoledì 19 novembre 2014

Frana valle Serina: la montagna abbandonata a sé stessa


Mentre aspettiamo il progetto esecutivo da parte della provincia in arrivo a fine mese, propongo un commento in merito al progetto preliminare presentato dai sindaci in conferenza stampa  il 24 ottobre, entrando nei particolari del progetto e facendo infine alcune considerazioni generali.

Il documento da cui parto è la relazione generale che il geologo e l'ingegnere  hanno redatto e allegato al progetto preliminare. In sostanza il progetto preliminare si caratterizza per la traslazione di circa 3 m della sede stradale all'interno della roccia, come negli orridi di Bracca. Difatti le simulazioni di eventuali cadute dei massi vedono come punto finale il torrente e non più la strada, almeno nella maggior parte dei casi. Inoltre si applicheranno barriere paramassi e interventi a parete, come disgaggi, imbragature e reti di contenimento.

E fin qui sembra nulla di nuovo rispetto a quanto detto e dichiarato finora. Tuttavia andando a spulciare bene il quadro complessivo degli interventi, compare che in realtà non ci sarà nessuna bonifica massiva della parete rocciosa. I metri cubi soggetti a una demolizione con esplosivo sarebbero solamente 980 mentre il disgaggio senza ÂÂÂ uso dell'esplosivo ammonta a 3015. Per fare un paragone per capire di cosa stiamo parlando, il solo Gendarme conta 16.000 metri cubi e si pensava di demolire questo più almeno altri 4 punti critici di minori dimensioni. Il perché non si proceda con ulteriori demolizioni è presto detto. Oltre al fatto che c'è incertezza rispetto all'esito positivo di tali interventi  e al relativo grado di sicurezza finale (potrebbero formarsi nuove situazioni di instabilità), rimane il fatto che sono parecchio onerosi e "lenti".

Fin qui gli interventi. Di seguito alcune considerazioni.

Dall'ipotesi che per mesi ci siamo sentiti dire e ridire che ci voleva tempo per progettare un intervento così complesso, alla fine il risultato è piuttosto scarno. Ritengo che i due professionisti abbiano fatto un buon lavoro e corretto e preso in considerazione tutti i possibili interventi. Tuttavia allo stesso tempo hanno dovuto eliminare e prendere in considerazione solo quegli interventi che potevano rientrare nel quadro economico. Il piano preliminare risulta così ancora inficiato una volta, come più volte ribadito, dalla ricerca dei fondi prima di avere idea di come intervenire sul fronte franoso. Così gli interventi sono frutto dei soldi disponibili e non delle effettive esigenze di intervento. Tanto che nella relazione si leggono di ipotesi alternative che potrebbero essere prese in considerazione ma potrebbero essere più onerose.

La questione che mi pare inaccettabile è che per mesi si sono avuti ritardi (da dicembre a giugno)perché il sindaco di Serina non ha saputo come darsi priorità nell'arginare l'emergenza, cercando prima i soldi anziché stendere il progetto. Quando poi i soldi sono arrivati da regione Lombardia, da Maroni, i soldi sono stati alla fine 1 milione e 200 mila. Se ne erano promessi almeno 1 milione e 800 mila dalla regione. Ne mancano all'appello 600.000!!

Oltre a ciò vale la pena fare dei paragoni, non tanto per fare una guerra fra i poveri ma vedere come stanno le cose. Riguardo la frana di Ponte Giurino,  (caduta il 2 febbraio, 6 giorni dopo c'erano tutti i risultati geologici),  il 21 febbraio è stata riaperta e si sono investiti almeno 240.000 euro. Beninteso che tale frana per tipologia era un intervento molto più facile e diverso da quello della valle Serina.
I lavori all'orrido di Bracca della seconda galleria artificiale nonché della raccolta e recapito al torrente delle acque di scorrimento superficiale emessa a sicurezza del versante previa opportuna bonifica hanno un importo complessivo di 567.756 euro.

La Green House a Zogno, edificio della cui utilità spero poi che qualcuno ce la verrà a spiegare, è costata 2 milioni e 156000 euro.

Credo che solo da questi tre esempi si possa ben capire che un milione e duecento mila euro siano davvero pochi per un intervento complesso e di messa in sicurezza di un tratto di strada così vasto e pericoloso che serve 3 paesi. Non sono briciole ma nemmeno chissà quale sforzo.

In conclusione vorrei ancora soffermarmi ancora sulla questione sicurezza. E' chiaro, come molte volte, ci siamo detti in questi mesi che una sicurezza al 100% sarebbe impossibile perché viviamo in montagna e un discreto rischio c'è sempre. I professionisti che hanno redatto il progetto preliminare sostengono che solo tramite  la costruzione di una galleria in naturale sarebbe possibile avere una sicurezza completa. Del resto, cito testualmente dalla relazione generale, " in parte di tale settori ( della montagna) i volumi di ammasso roccioso potenzialmente coinvolgibili in fenomeni di crollo sono tali, che qualunque intervento di protezione passiva, anche impiegando le barriere di caratteristiche più elevate ad oggi disponibili, non sarebbe in grado di fermare volumi di tale entità".

E ancora una volta ribadisco il concetto che avevo già espresso ad aprile, ovvero che occorra un discorso di verità. Riaprire la strada in breve tempo con i soldi che abbiamo e con una sicurezza elevata è impossibile. E la sicurezza che otterremo con questo progetto, che garantisce la riapertura in un tempo relativamente breve salvo complicazioni, non è sicuramente la sicurezza che avremmo potuto ottenere con più risorse, senza arrivare a pensare al progetto migliore della galleria. Questo sia chiaro, le risorse attuali, nonché la fretta generata da mesi persi, limitano notevolmente la possibilità di incidere sulla sicurezza, come emerge chiaramente dalla relazione.

Tuttavia rispetto ad aprile, dove il tema era che se si voleva la riapertura rapida della strada, bisognava accontentarsi sul lato della sicurezza, ora la situazione è diventata se i cittadini di Serina si accontentano di questa soluzione al ribasso. Penso che si sarebbe potuto ottenere notevolmente di più in termini di soldi e supporto nell'intervenire sull'emergenza. E se siamo arrivati a questo punto è perché in fondo Serina e la valle Serina conta poco o si muove male dove dovrebbe invece alzare la voce. Perché non mi si venga a parlare del disagio degli amministratori che scendono e salgono per la valle ( Fattori a Bergamo Tv) per cercare risorse perché se è questo il risultato, ne bastava uno di viaggio, visto che i fondi sono stati ottenuti anche perché il comitato e la gente di Serina ha messo alle strette i rappresentanti politici. Oppure che il ritardo è dovuto alla piena sicurezza degli interventi perché così non è. Si deve parlare chiaramente alla gente e non con mezze verità, visto che stiamo parlando della sicurezza di ciascun cittadino.

Concludo dicendo che  al posto di chi attualmente amministra, avrei puntato i piedi per ottenere altre risorse, o almeno quelle promesse, ovvero gli altri 600.000 dalla regione. E avrei approfondito per l'avvenire anche progetti che diano una sistemazione definitiva alla strada perché, speriamo di no, ma alla prossima frana siamo ancora da capo.

Non posso pensare che ancora una volta chi fa lo sforzo di vivere in montagna venga di nuovo abbandonato a sé stesso. Eppure facendo le somme di questa vicenda pare sia così.

Andrea Tiraboschi – Consigliere Comunale di Serina
Mercoledì 19 Novembre 2014 


venerdì 7 novembre 2014

A Zorzone frana vicina all’acquedotto

Canalone del Menna - Foto orobie.in

Il ghiaione del Menna scivola verso i bacini del paese.
Al via la messa in sicurezza.

Serviranno 40 mila euro per intervenire (la ditta è già sul posto) sui circa 2500 metri cubi di materiale che nei giorni scorsi sono scesi nel canalone del Menna, sopra Zorzone, a Oltre il Colle. Già alcuni anni orsono la zona era stata interessata da una frana sempre scesa dallo stesso canalone.

Il ghiaione in scivolata è arrivato a ridosso di due bacini dell’acquedotto che alimentano circa la metà dei rubinetti del comune dell’alta Val Serina.

Per l’acqua non ci sono comunque stati problemi (Uniacque è già intervenuta per le verifiche del caso), ma ulteriori discese di materiale rischierebbero di arrivare fini alle vicine abitazioni che si trovano a valle.

Per questo si è deciso di attivarsi subito: la Ster (Sede territoriale della Regione) ieri mattina ha approvato il “pronto intervento”. I fondi necessari arriveranno dunque per l’80 % dal Pirellone, e per il resto dal Comune, che gestirà anche i lavori. “Il materiale ha anche provocato la temporanea chiusura di due strade secondarie che sono già state riaperte – spiega il Sindaco, Valerio Carrara.

Abbiamo inoltre già provveduto alla delibera di Giunta e ad affidare i lavori che sono quindi pronti a partire. Il tutto si concluderà entro il mese di novembre”. Anche perché poi arriverà la neve; ieri a duemila metri già spiccava il bianco dei fiocchi.

Fausta Morandi

L’Eco di Bergamo . 7 novembre 2014

lunedì 3 novembre 2014

Allerta meteo a Bergamo

Pioggia intensa e vento per tutta la settimana

La protezione civile lombarda ha diramato l'allerta meteo con rischio idrogeologico a partire dalle 18 di lunedì 3 novembre. E' confermato quindi l'intenso peggioramento delle condizioni meteo dopo il week end di sole. “L'approfondimento di una vasta struttura depressionaria Nord-Atlantica sulla Penisola Iberica, in successivo spostamento sul Mediterraneo, condizionerà il tempo dei prossimi giorni sulla Lombardia – si legge nell'avviso della Protezione civile -.

 Si avranno precipitazioni a tratti anche moderate e diffuse, più abbondanti su Alpi e Prealpi (specie su Nordovest) e rinforzi di vento a tutte le quote, in particolare su aree prealpine e Oltrepò Pavese; meno interessate – almeno inizialmente – dai fenomeni le aree di pianura, segnatamente la bassa pianura orientale.

Limite neve a circa 1800 metri, in abbassamento in tarda serata sulle retiche di confine; per domani limite a 1500 metri circa, in risalita dalle ore centrali attorno a 1900 metri

L'AVVISO
http://www.bergamonews.it/cronaca/allerta-meteo-bergamasca-pioggia-intensa-e-vento-tutta-la-settimana-196897