Parrebbe che il lungo calvario dei cittadini della Val
Serina, sia giunto (quasi) al termine.
Con la posa ufficiale del cantiere per la ricostruzione del
ponte, il penultimo atto della tragedia sembra abbia inizio. Penultimo perché manca
ancora l’appalto della parte “sicurezza”, vale a dire la posa in opera del
guard rail e la segnaletica stradale, opere che sembrano marginali rispetto
alla messa in sicurezza del versante boschivo e alla ricostruzione del ponte,
ma che riguardano l’effettiva conclusione del divieto di circolazione.
Ora c’è solo da
sperare nella clemenza del tempo che, ci auguriamo, non imponga sospensioni e
ritardi nelle opere murarie. Tempo che peraltro in questo periodo ha dimostrato
molta benevolenza nei confronti dei residenti pendolari, lavoratori e studenti,
che giornalmente si recano in Valle Brembana o nella Bassa.
Nell’intervista rilasciata al Quotidiano L’Eco di Bergamo,
il Presidente della Provincia ha chiesto scusa ai valligiani per i disagi che
hanno dovuto sopportare, tuttavia, e a ragione, sottolineando che i ritardi
accumulati non sono certo da addebitarsi all’attuale gestione provinciale, in
carica da solo otto mesi, bensì a quella precedente.
Da parte nostra aggiungiamo che l’errore principale della
passata Amministrazione Provinciale sia stata quella di non aver preso in carico
la parte riguardante i controlli idrogeologici e la bonifica della parete ammalo
rata, ma di aver affidato tali incarichi all’Amministrazione Comunale di
Serina, priva non solo di esperienza ma altresì di strutture tecniche all’altezza
della situazione.
L’augurio sincero che possiamo esprimere allo stato dell’arte
nei confronti dell’economia della Valle è quello che il turismo invernale si
riprenda ciò che da quel famoso 2 dicembre 2013 gli è stato tolto.
Infine, crediamo sia un dovere ringraziare tutti coloro che
tramite stampa o manifestazioni pubbliche hanno sempre mantenuto vivo il
problema facendo pressione sull’opinione pubblica e sugli Amministratori
affinché venisse risolta.
Gallicus
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