domenica 10 giugno 2012

Valli, stangata Imu su seconde case




«Sono colpiti ancora i residenti»

Aliquote Imu alle stelle, in particolare sulle seconde case dei luoghi di villeggiatura. È la linea d'azione di tanti comuni della Valle Brembana.

È la linea d'azione di tanti comuni della Valle Brembana. Nell'incertezza dei conti pubblici, hanno deciso di individuare per le seconde case, tariffe tutte superiori al 9 per mille.

A Serina l'amministrazione ha scelto di adottare il 9,6 per mille sulle seconde abitazioni, aliquota base invece sulle prime case. «È una scelta obbligata per compensare i tagli statali al Comune – spiega il sindaco Michele Villarboito –, non è stato facile adottare un'aliquota così elevata, soprattutto se si considera che molte seconde abitazioni sono di proprietà dei serinesi, persone che hanno realizzato con notevoli sacrifici residenze per figli e villeggianti».

A Serina si contano circa 3.500 seconde case, di cui solo 1.500 di proprietà di villeggianti. Le proiezioni prevedono con l'aliquota al 9,6 per mille un introito di poco superiore ai 150 mila euro dalle seconde abitazioni, soldi che compenseranno i tagli statali. «Siamo consapevoli che andremo a tassare la nostra gente – prosegue Villarboito –, ma non avevamo alternative. Fa rabbia sapere che siamo al 20° posto fra i comuni virtuosi della Bergamasca, ma nonostante questo dato positivo, dobbiamo tassare i nostri cittadini».

È di poco inferiore l'imposta su seconde case a Oltre il Colle, con poco meno di 3 mila edifici destinati alla villeggiatura, ha adottato l'aliquota del 6 per mille sulla prima casa, rincarando allo 9,5 per mille sulle seconde abitazioni. «La scelta è stata fatta dalla precedente amministrazione – sottolinea il sindaco Valerio Carrara –. È l'unico modo per compensare l'assenza dei trasferimenti statali e far funzionare la macchina amministrativa». Stessa aliquota sulle seconde abitazioni anche per Foppolo, l'amministrazione non ha ancora deliberato in Consiglio comunale le tariffe, ma l'intento è recuperare gli stessi soldi raccolti con l'Ici.

«I bergamaschi non sono abituati a maggio a non sapere ancora quanto dovranno pagare di tasse». Un mese fa un addetto dei Centri di assistenza fiscale della Cisl di Bergamo commentava così l'atteggiamento dei moltissimi contribuenti che chiedevano delucidazioni sull'Imu. I bergamaschi, per la prima volta alle prese con l'Imposta municipale unica, dimostravano e dimostrano tuttora grande preoccupazione non potendo ancora sapere a quanto ammonterà il conguaglio finale della tassa introdotta dal decreto Salva-Italia.

Secondo quanto stabilito da questo documento, infatti, era chiaro fin da subito che il cittadino proprietario di uno o più immobili (o terreni) avrebbe dovuto corrispondere la prima rata entro il 18 giugno e, se scelto perché facoltativo, entro il 17 settembre la seconda tranche dello stesso importo della precedente. In questo caso la cifra viene calcolata sulla base della rendita catastale e le aliquote stabilite dal governo (0,4% per l'abitazione principale, 0,2% per i fabbricati rurali, 0,76% per immobili che non producono reddito fondiario e 0,76% per tutti gli altri casi).

Presentandosi al proprio Comune di residenza oppure ai Caf e alle Acli è possibile sapere esattamente l'ammontare dell'imposta dovuta allo Stato, tenuto conto anche delle detrazioni da applicare: 200 euro in caso di titolari di prima casa e di 50 euro per ciascun figlio ancora residente in famiglia che non abbia superato i 26 anni). Nel momento in cui si richiede la stampa del modello F24, utile per il pagamento agli sportelli bancari o postali, si può optare per un'unica soluzione oppure due. Fin qui tutto abbastanza chiaro.

Le incertezze nascono, invece, per quanto riguarda la terza rata la cui scadenza è fissata al 17 dicembre. Difatti, il regolamento che disciplina l'Imu lascia facoltà ai singoli Comuni di aumentare o diminuire (o lasciare invariate) le aliquote previste per legge, di introdurre o meno ulteriori agevolazioni e di assimilare all'abitazione principale altri immobili. Il decreto consente di variare il tasso d'imposta dell'abitazione principale dello 0,2%, i fabbricati rurali dello 0,1%, gli immobili che non producono reddito fondiario dello 0,4% e per tutti gli altri casi la variazione può essere compresa tra 0,46% e 1,06%.

Il termine per deliberare queste modifiche è stabilito per il 30 settembre, ma alcune amministrazioni si sono già attivate stimando un'entrata tributaria sulla base del proprio bilancio. Molte, viceversa, non si sono ancora espresse perché ancora devono approvarlo.

Alcuni Consigli comunali hanno preferito adottare le percentuali stabilite dal decreto, altri invece hanno disposto un ritocco più o meno consistente. Spetta (per ora) a Valbondione il primato dell'aliquota ordinaria più alta, la massima consentita, dell'1,06% (resta al minimo dello 0,4% quella sulla prima casa). In molti altri paesi il tasso base è stato alzato sfiorando l'1% (Almenno San Bartolomeo con 0,97, Canonica d'Adda, Colzate, Cortenuova, Serina, Torre Boldone e Treviolo con 0,96% e Oltre il Colle, Gandellino con 0,95%). Soltanto Martinengo ha deciso di applicare un taglio e non un incremento. Lo ha fatto sulla prima casa passando da 0,4% a 0,38%. Branzi, Oltre il Colle, Roncobello e Vedeseta, al contrario, hanno il tasso più alto con 0,6 punti percentuali.

Grazie a questi numeri, pertanto, i contribuenti possono farsi già un'idea di quanto dovranno corrispondere con il conguaglio di fine anno. Ma si tratta solo di un'idea. Sono numeri provvisori, perché ai Comuni è permesso di ritoccare nuovamente le aliquote purché sia fatto prima della fine di settembre. Per apprendere quanti e quali Amministrazioni hanno già preso delle decisioni in merito, è stato necessario «spulciare» uno a uno i 244 Comuni orobici che compaiono nella lista pubblicata sul sito del ministero delle Finanze.

Erano presenti 90 delibere, per altrettanti Comuni, redatte senza una precisa formula, ma seguendo le abitudini e le pratiche consolidate nell'assemblea. Questo ha reso laboriosa l'interpretazione dei vari documenti che spesso riportavano diciture differenti per le varie categorie di immobili, terreni, fabbricati o categorie di soggetti passivi.

Elisa Riva - L'Eco di Bergamo - 10 giugno 2012 Cronaca

Nessun commento: