sabato 30 luglio 2016

In Val Brembana si paga «Un’altra tassa inutile»


 

Oltre il Colle. La protesta contro la quota reintrodotta dopo un anno di pausa. «Si poteva evitare»

Villeggianti in rivolta contro le disposizioni previste dalla regolamentazione della raccolta funghi, approvata il 20 maggio dall’Assemblea della Comunità montana Valle Brembana, che ha reintrodotto, dopo un anno di pausa, il ticket.

Le disposizioni previste dalla legge regionale 31 del 2008 stabiliscono per i cittadini non residenti il pagamento di una quota (da 10 euro per il giornaliero, fino a 60 euro per l’annuale) per la raccolta funghi e consentono ai cittadini residenti di poter procedere alla raccolta senza il versamento di alcun contributo.

Il ticket è valido nei 26 Comuni aderenti alla convenzione, per la precisione Averara, Branzi, Carona, Cassiglio, Cornalba, Costa Serina, Cusio, Dossena, Foppolo, Isola di Fondra, Lenna, Mezzoldo, Moio de’ Calvi, Olmo al Brembo, Oltre il Colle, Ornica, Piazza Brembana, Piaszzatorre, Piazzolo, Roncobello, Santa Brigida, Serina, Taleggio, Valleve, Valnegra e Valtorta.

La novità non ha lasciato indifferenti i villeggianti: Promotore della contestazione è un consistente gruppo di villeggianti tra cui Ernesto Malvestiti, Augusta Tiraboschi e Ferruccio Maurizio, che da anni giungono a Oltre il Colle per le loro vacanze estive.

L’opinione generale che ha scatenato la protesta è quella secondo la quale il Comune avrebbe potuto tranquillamente non aderire alla convenzione e quindi non imporre un’ulteriore e gravosa tassa; scelta che, esenti dal pagamento peraltro è stata fatta da circa una decina di altri comuni del territorio, tra cui Vedeseta, San Pellegrino Terme e Sedrina.

«Troppe sono le tasse che siamo già costretti a versare, tra le quali spicca il pagamento annuale della spazzatura, che poco agevola i non residenti, e i costi esorbitanti dell’IMU sulle seconde case. Queste disposizioni riguardanti il tesserino dei funghi aggravano ulteriormente la situazione e ci costringono a rivedere i progetti sulla nostra permanenza in futuro»  spiega Ferruccio Maurizio.

I sostenitori di questa contestazione, pronti anche ad avviare una raccolta firme, fanno anche notare di non essere stati preventivamente informati sull’introduzione della tassa. Inoltre alcuni titolari degli esercizi commerciali temono che queste nuove disposizioni e ciò che ne consegue possano nuocere al turismo e alla loro attività.

Il gruppo sottolinea inoltre un altro aspetto: «I cittadini residenti sul territorio, rischiano di essere severamente multati per aver sconfinato accidentalmente nei territori vicini. Rischio dovuto in primo luogo alla poca chiarezza circa i confini territoriali, su cui tutti dovrebbero ricevere informazioni e chiarimenti».

«La ripartizione dei proventi non è inoltre precisata in maniera trasparente, non è prestabilita e pare verrà fatta a fronte di resoconti finanziari che la Comunità montana darà ai Comuni», conclude Ferruccio.

Alle obiezioni così replica il sindaco di Oltre il Colle, Valerio Carrara: «La legge che regolamenta la raccolta funghi, è una legge regionale  pertanto obbligatoria. La tassa deve essere pagata in tutti i comuni che hanno prosegue – in deciso di applicarla al fine di disciplinare la raccolta allo scopo di salvaguardare il territorio da vere e proprie stragi a discapito delle varie famiglie di funghi, che ogni anno si  verificano nei nostri boschi e che provocano lo sfacelo del micelio e del sottobosco. Abbiamo ritenuto opportuno aderirvi - prosegue – in quanto Oltre il Colle risulta zona nella quale si riscontra una vasta presenza di funghi e poiché ogni anno ci troviamo talvolta costretti a combattere contro il comportamento scorretto di coloro che creano consistenti danni alle nostre aree boschive».

Quanto ai proventi dei permessi, «sono introitati  dalla Comunità montana – precisa Carrara – la quale tratterrà le somme utili alla copertura delle spese per  varie necessità, tra cui la conservazione ambientale e altri interventi volti a migliorare e valorizzare i nostri territori».

Greta Balicco

L’Eco di Bergamo – 30 luglio 2016

mercoledì 20 luglio 2016

Ol Batistì



Lo vedo passare tutte le mattine, si aiuta con due bastoni ma con passo sicuro, sempre accompagnato da qualcuno. La strada che conduce al piccolo camposanto di Zambla è in salita ma il Battista, Batistì per tutti, classe 1916 la percorre con decisione: va a porgere il buongiorno a sua moglie Beniamina, scomparsa due anni orsono. Da casa sua al camposanto sono poche centinaia di metri, sebbene ripidi.

Da fiatone anche per i più giovani.

Battista Tiraboschi è il decano di Zambla bassa, il 16 aprile ha compiuto cent’anni ed è ancora lucido di mente. Era il quinto di dodici figli, tempi di nidiate e di braccia funzionali al lavoro e alla sopravivenza familiare.

 Infatti, racconta che a soli otto anni lavorava nelle miniere nella zona del “Pésel”, sotto il monte Vetro: teneva i sacchi aperti mentre i minatori li riempivano di materiale. A nove fu addetto alla sorveglianza delle mucche sui pascoli del Grem; a tredici svolse il lavoro di carbonaio in val Urtighera e, a diciotto, scese in miniera.

Nell’aprile del 1940 fu richiamato dalla naja per combattere prima lungo la frontiera austriaca poi su quella Jugoslava e sul Monte Nero.

Rientrato in Italia e reimpiegato in miniera per necessità belliche, conosce Beniamina, una taissina, con la quale si unirà in matrimonio nel 1943. Un matrimonio che durerà per ben settantuno anni.

Di quella nidiata di tredici fratelli rimangono ancora Teresa novantaseienne e Luigi, novantenne, gli ultimi di una famiglia rocciosa, degni della montagna sulla quale sono nati e cresciuti.

Alcuni anni orsono, partecipai alla festa del Rifugio Maga, sul Menna. Ero reduce da una settimana trascorsa nella zona del Gran Paradiso, da Cogne a Rhémes Notre Dame passando dai rifugi Sella, Chabod, Vittorio Emanuele, città di Chivasso al Nivolet e, con il precedente “allenamento”, salendo mi sembrava di volare.

Arrivato al rifugio, prima di salire in vetta al Menna, mi ero fermato per dissetarmi. All’ingresso incontrai il Battistì che mi aveva preceduto e si stava informando sull’ora del pranzo: era già ottantenne e, osservandolo, non dimostrava alcun affaticamento, vecio alpino! Eppure molti suoi coetanei e anche molto più giovani di lui avevano usufruito del trasporto in elicottero.

Ancora oggi, vedendolo salire al camposanto, pur aiutato dai due bastoni, ha il passo fermo e cadenzato del montanaro.

Vuol attendere i festeggiamenti per il centesimo compleanno della sorella Teresa e, perché no, anche del fratello Luigi.

Auguri Battistì !