sabato 31 ottobre 2015

Zinco a Oltre il Colle. Dalle prime ricerche riemergono i minerali.



La società australiana ha iniziato gli scavi “ Previsione confermata, c’è ancora tanto da sfruttare”. Si lavora a un nuovo tunnel. Già 400 richieste di lavoro.
Zinco e piombo ci sono. In gran quantità, come previsto: Le prime indagini effettuate dalla Egergia Minerals a Zorzone di Oltre il Colle, sotto il monte Arera, stanno dando i risultati auspicati.
Il minerale ancvora da estrarre è stato trovato. Ma siamo all’inizio. Il progetto di riapertura delle storiche miniere della Val Parina (Oltre il Colle) e della Val del Riso (Gorno), chiuse dal 1982, è lungo e siamo solo alla prima fase, quella della messa in sicurezza delle gallerie a Cà Pasì di Zorzone e alla ricerca di zinco e piombo.

In campo la società australiana Energia Minerals, pronta ad investire 50 milioni di euro: le ultime tre grandi miniere del mondo, in Australia, Namibia e Irlanda, tra poco chiuderanno, esaurite, e quella di Oltre il Colle potrebbe, quindi, rivelarsi una miniera anche in termini economici. Grazie al ralzo previsto del costo proprio dello zinco.
“I carotaggi che stiamo effettuando da circa tre mesi – spiega il responsabile di Energia Minerals Italia Marcello De Angelis – hanno confermato la presenza di galena e blenda, i minerali che costituiscono piombo e zinco: I dati sono quindi incoraggianti, come previsto. A breve, una volta ottenute tutte le autorizzazioni, avvieremo la costruzione della nuova discenderia (tunnel che sarà lungo circa 700 metri) che ci consentirà di fare sondaggi ancora più approfonditi. Un lavoro di esplorazione che proseguirà almeno fino all’inizio del prossimo anno”.

L’intervento in corso ha un costo di 4,3 milioni di euro e comprende messa in sicurezza degli accessi al tunnel, quindi i relativi sondaggi di ricerca del minerale per circa 6000 metri; complessivamente saranno fatti 120 fori, con profondità variabile anche oltre i cento metri.
Il 2016, una volta raccolti i dati dei carotaggi, sarà invece dedicato alla stesura del piano di fattibilità di estrazione, anche da un punto di vista economico. Contemporaneamente saranno portate avanti le richieste di autorizzazione per i lavori di estrazione vera e propria, prevista dal 2017.

Intanto, in Comune, si raccolgono le richieste di lavoro, “Finora ne saranno arribvate almeno 400 – dice il sindaco Valerio Carrara – e anche i lavoratori presenti ora in paese stanno creando un buon indotto”.
Giovanni Ghisalberti
L’Eco di Bergamo – 31 ottobre 2015

martedì 27 ottobre 2015

Sbloccati i fondi: iniziano i lavori per il ponte franato.


 
Provinciale chiusa da due anni: conclusa la bonifica della roccia. Dal 2 novembre il cantiere. “Se il tempo tiene, senso alternato per Natale”.
Il prossimo lunedì 2 novembre saranno trascorsi 23 mesi dalla frana, quasi due anni.

La data è quella prevista e annunciata dalla Provincia per l’avvio del cantiere che consentirà la ricostruzione del ponte di Rosolo di Serina, semidistrutto dalla frana che cadde il 3 dicembre 2013.
Da allora la strada provinciale di fondovalle è chiusa, uno stop che costringe a tragitti alternativi lunghi e tortuosi e ha messo in grosse difficoltà piccole e grandi aziende della valle, a iniziare dalla Serbaplast di Serina (che in queste settimane sta lavorando a Zogno per portare nell’ex Miti magazzini e logistica).

Danneggiando anche l’attività turistica, soprattutto quella estiva, e creando disagi a pendolari e studenti.
Cantiere da 305 mila euro.
Dal maggio scorso, grazie a un milione e 200 mila euro di fondi regionali si sono avuti i lavori di bonifica e messa in sicurezza (tramite reti) della parete rocciosa sulla strada provinciale. Intervento ormai concluso che, quindi, consentirà l’avvio del cantiere per la ricostruzione del ponte sottostante di Rosolo, danneggiato dalla frana di due anni fa.
“Abbiamo accelerato i tempi, di fatto assegnando due mesi fa i lavori all’Impresa Calabrini di Gorno – spiega il consigliere delegato della Viabilità Pasquale Gandolfi – ma serviva lo sblocco dei fondi già stanziati (305 mila euro per la ricostruzione del ponte e 150 mila euro per la sistemazione della strada) con l’approvazione del bilancio provinciale e il decreto del Presidente della Regione. L’ok di questi ultimi passaggi ci consente di dare il via libera definitivo all’Impresa.
La previsione è di allestire il cantiere questa settimana quindi avviare i lavori settimana prossima, dal 2 novembre”.
Reti di protezione sulla roccia.
A quel punto l’intervento dovrebbe concludersi nell’arco di due mesi, con un’appendice a inizio 2016 per le ultime “rifiniture”.
“Molto dipenderà dalle condizioni meteo – prosegue Gandolfi – ma pensiamo di poter concludere la ricostruzione del ponte entro Natale e, quindi, riaprire la strada per le vacanze, almeno a senso unico alternato. Poi, entro fine gennaio, con gli ultimi lavori di sistemazione, si pensa di arrivare all’apertura definitiva della strada provinciale”.
O lavori ormai conclusi della prima fase hanno consentito di posare barriere paramassi e reti metalliche oltre che demolire i massi più pericolosi su tutto il versante roccioso già ripulito dalle piante nel 2014

Durante questi mesi è stata “alleggerita” di circa 800 metri cubi di materiale anche la sommità del Gendarme, l’enorme roccia che si affacciava sul tracciato della strada.

Giovanni Ghisalberti

L’Eco di Bergamo – 27 ottobre 2015

domenica 18 ottobre 2015

Il nuovissimo paravalanghe alla Plassa


Come avevamo promesso e grazie al servizio fotografico di Marco & Gina (camminandopermonti.it) e contemporaneamente pubblicato anche dal Portale di Oltre il Colle, siamo in grado di pubblicare le immagini del nuovo paravalanghe lungo la strada che da Zambla Alta porta alla località Plassa periodicamente chiusa, nel periodo invernale, a causa dell'immancabile caduta, dal canalone del Monte Grem, di una slavina.



Negli scorsi anni, l'interruzione della viabilità ha causato notevoli danni sia ai proprietari dell'oltre centinaio di appartamenti situati in tale località, sia all'afflusso di turisti e villeggianti diretti al  Camping Arera e al Rifugio 2000.


Con quest'opera non solo vengono ripristinati gli altrui diritti ma si amplia l'opportunità di un ulteriore sviluppo turistico invernale sulle pendici del Monte Arera.


Il sindaco Carrara ha mantenuto una delle sue promesse fatte in periodo elettorale e doverosamente gliene rendiamo atto.

La Redazione