Progetto
da rivedere.
Secondo il "Report" della Minerals Energia,
sono necessari ulteriori carotaggi per
verificare la reale consistenza del
giacimento minerario sotto l'Arera.
L'incontro tra i vertici della società australiana e il
sindaco di Gorno, previsto per i primi di aprile e slittato a ieri, 17 aprile,
hanno sollevato alcuni dubbi sulla reale consistenza del giacimento minerario
della Val del Riso - Valle Parina. I carotaggi sin'ora realizzati hanno
rilevato un 20 % in meno di minerale, tanto da dover procedere a eseguire altri
sondaggi prima di definire l'ammontare degli investimenti necessari e, in caso
negativo, rivedere il Progetto iniziale limitando alcuni lavori previsti
originariamente in Val del Riso, spostandoli in Valle Parina, quali, ad esempio
alla "laveria".
Il progetto originario prevedeva infatti che il
trasporto del minerale venisse effettuato attraverso il tunnel Riso - Parina
fino alla laveria progettata a Gorno laddove si trovava quella originale.
L'alternativa, in caso di conferma della riduzione del quantitativo di minerale
estratto, sarebbe quella di restringere l'estrazione alla zona del tunnel
Forcella (in Val Parina) e, conseguentemente, concentrare la lavorazione in
loco. Ovviamente gl'impianti
risulterebbero in scala ridotta, rispetto alle previsioni originarie, e la
stessa previsione d'impiego di circa 200 persone, tra operai e tecnici
amministrativi, sarebbe ridotta di conseguenza.
Tuttavia, sia per quanto attiene le modifiche allo
studio originario, con i previsti investimenti di circa 70 milioni di euro, sia
quello dei posti di lavoro, il tutto viene rinviato alla prossima redazione di
un ulteriore Report legato alle ricerche (carotaggi) tuttora in corso.
La speranza, specialmente per quanto attiene la conferma
dei posti di lavoro, é legata al raggiungimento di quelle famose 500 mila
tonnellate l'anno di zinco, con le caratteristiche definite a suo tempo "eccellenti",
che giustificherebbero la ricerca dei necessari investimenti a la completa
realizzazione del progetto iniziale.
Tra quindici giorni le decisioni.
Gallicus
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Chiesta un'indagine idrogeologica
in Val del Riso
Che la ventilata riapertura delle miniere della Val Parina
- Val del Riso, potesse creare qualche problema alle sorgenti d'acqua che
servono anche la rete idraulica di Bergamo, non é una novità.
Due anni orsono, questo Blog aveva raccolto le
preoccupazioni di residenti della valle, e non solo, ed era stata sottolineata la necessità che,
prima di procedere con i lavori di ripristino delle attività estrattive, fosse
avviata da parte di Uniacque una precisa e approfondita indagine sulle eventuali
conseguenze.
Ora l'amministratore delegato della partecipata, nel
lasciare il proprio incarico e consegnando ai soci il bilancio 20126, lancia un
preciso e pressante richiamo che riguarda la ripresa delle attività estrattive
a Gorno da parte della società australiana Energia Minerals Limited.
«Il mio non é un no a priori ad attività che potrebbero
creare nuova occupazione in zone difficili.» precisa l'Amministrato Delegato di Uniacque, e
continua «Tutto il comprensorio é
caratterizzato da diffusi fenomeni carsici
e da sorgenti, in particolare la Nossana e il Costone che sono
insostituibili: approvvigionano 200 mila abitanti della provincia tra cui anche
il capoluogo. Auspico che chi dovrà
assumere le decisioni su questa partita, affidi ad un Ente terzo un'indagine
idrogeologica per verificare che non ci siano interferenze dannose.»
Comunica, inoltre, che da parte sua é già fatto la
richiesta alla facoltà di Scienze delle terre dell'Università di Milano per una
ricerca sui due bacini interessati.
La risposta del sindaco di Gorno, Gianpiero Calegari,
non si é fatta attendere.
Oltre aver sottolineato il fatto che la società
australiana potrebbe dar lavoro a circa 200 persone ma che sino ad ora non ha
fatto pervenire progetti concreti e sta cercando sul mercato finanziario i 70
milioni di euro necessari all'avvio dei lavori, commenta l'intervento dell'amministratore
delegato.
«Fa specie constatare che ci si accorga dei piccoli
Comuni solo quando si muovono per fare qualcosa.» e conclude «Non siamo certo
qui a dormire, siamo i primi a voler tutelare ambiente e cittadini. Quindi, se
le cose si faranno, avranno tutte le condizioni di salvaguardia che servono.»
In conclusione, almeno allo stato dell'arte, gli
australiani sono fermi; il progetto definitivo, che doveva essere consegnato il
mese di aprile, in Comune non é arrivato e per la ricerca dei fondi necessari
al proseguimento dell'attività non si hanno novità di rilievo
Gallicus
Le prospettive della Valle del Riso
Da un
articolo, pubblicato da un quotidiano locale, apprendiamo che in un incontro
tra i dirigenti della Energia Mineral, la società australiana che ha in
concessione le miniere di zinco della Val Parina (Oltre il Colle e della Val
del Riso, e l'Amministrazione Comunale di Gorno sono a buon punto le trattative
per stipulare una "convenzione" atta a ridefinire i reciproci
rapporti in ordine alla riattivazione della zona mineraria e della sua
valorizzazione anche in campo culturale e turistico.
L'incontro,
sempre secondo le notizie riportate, riguarderebbero entro il 2018 la completa
riattivazione della galleria che collega la zona mineraria della Val Parina con
lo stabilimento di Ponte Nossa. La galleria, lunga 11 chilometri consentirebbe
la lavorazione del minerale estratto in una nuova laveria da costruire presso
lo stabilimento stesso.
Per quanto
attiene la veccia laveria, acquistata dal Comune di Gorno dal Demanio,
risulterebbe necessaria la demolizione, considerato il suo attuale stato di
degrado e un'eventuale ricostruzione.
La richiesta
originaria dell'Amministrazione consisteva nel progetto d'inserimento
dell'edificio nel percorso museale minerario della valle.
Sempre
nell'incontro, è stato ribadito, da parte della società australiana,
l'intenzione di iniziare l'estrazione vera e propria del minerale nel 2018 e,
conseguentemente, assicurare l'impiego per tale attività di almeno 200 unità
lavorative.
In comune
accordo é stata assunta la decisione di organizzare ulteriori incontri, entro
la fine del corrente anno, al fine di approfondire le varie tematiche ancora
sul tappeto,
Secondo il
primo amministratore di Gorno, il sindaco Calegari, la riunione si è svolta con
la comprensione delle rispettive esigenze e con la prospettiva, mai nascosta da
parte dell'Amministrazione Comunale, di veder valorizzata la valle del Riso e
le sue ricchezze culturali e museali nel solco della tradizione mineraria della
zona.
Gallicus
Le scoperte nell'Arera fanno sognare Gorno:
«Per noi leva turistica»
Il report di
Energia Minerals a OLtre il Colle dà concretezza al progetto di riaprire le
miniere nel 2018. Calegari: «Ci sta a cuore lo sviluppo culturale dell'area».
C'è una
miniera di opportunità in Val Parina come in Val del Riso: nuovi posti di lavoro
- almeno 200 - e, nei siti dismessi che tali rimarranno, una nuova vita che
guarda sempre più al turismo e a uno sviluppo nel campo culturale.
Due valli,
stessi benefici. Magari declinati in modo diverso, ma «la scoperta della
società australiana Energia Minerals di
quantità di minerale oltre le aspettative, dentro il monte Arera, non può che
riservarci buone notizie», dicono a Gorno. La scoperta si colloca a Oltre il
Colle in Val Brembana, dove i carotaggi hanno riservato un'ottima sorpresa:
grandi quantità di zinco, piombo e pure argento. C'è da lavorare almeno per 10
- 15 anni, e la prospettiva è di mettere a libro paga 200 persone.
A scavalco
del monte Arera anche i seriani plaudono all'esito delle ricerche. Primo,
perché il trasporto del materiale a valle «sarà a impatto zero: verrà utilizzato il vecchio tunnel di collegamento
Parina - Riso», cioè quello che collega l'area della colonna Zorzone con la Val
del Riso, dove il materiale sarà portato per la lavorazione. Estrazione e
trasporto (il via è previsto nel 2018) saranno quindi sotterranei, proprio come
fino al 1982, quando l'ENI chiuse l'area mineraria.
Gianpiero
Calegari, rieletto sindaco di Gorno lo scorso 5 giugno dopo aver guidato il
paese dal 2001 al 2011, non può che gioire dei test degli australiani. «Riaprire
le miniere è una grande opportunità per entrambe le valli - dice Calegari - :
posti di lavoro per la nostra gente e poi la società sa che a noi sta a cuore
lo sviluppo turistico - culturale dell'area». E' la richiesta messa nero su
bianco agli australiani: voi estraete, ma al territorio, oltre al lavoro,
lasciate risorse utili a recuperare edifici ricchi di storia come ad esempio la
laveria di Riso, che il Comune ha acquistato dal Demanio. «La nostra scommessa
- dice il sindaco - è far convivere l'attività industriale con quella turistico
- culturale».
Che, tra parentesi,
proprio a Gorno è a dir poco fiorente, con un Ecomuseo di tutto rispetto, uno
stuolo di guide volontarie preparate e proposte sempre rinnovate, come - ultima
quanto a nascita - il «Giallo in miniera», in scena domani. Un modo come un
altro per portare nuovi visitatori là dove vivevano gli operai, la vecchia
laveria e i tanti ingressi (ora sbarrati) che punteggiano il monte sono lì a
ricordarlo.
Solo
nostalgia, rilancio del sito in chiave turistica? Non solo: «Per ora conosciamo
gli esiti dei carotai di Oltre il Colle - aggiunge Calegari - , ma quando gli
australiani inizieranno a sondare anche qui....». Allora si scoprirà se - oltre
alla vecchia laveria di Riso che i tecnici della società con sede a West Perth
sono venuti a vedere all'inizio di giugno per valutarne il riutilizzo - , si
ricomincerà a estrarre anche qui, superando così le 500 mila tonnellate l'anno
a oggi previste.
Marta Todeschini
L'Eco di Bergamo 25 agosto 2016
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Uniacque vince la battaglia della Nossana
200 litri in più al secondo. Stop ad Abm
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Colpito da una roccia mentre lavorava
Val Dossana e
Val del Riso, il rilancio
parte anche dai
formaggi d’alpeggio
Sui pascoli che vanno dal monte Vaccaro
al monte Grem, al pascolo della Forcella, del Fop, di Leten, Camplano e
Valmora, «nascono» formaggi unici.
E, tutt’intorno, una vastissima estensione
pascoliva con baite, sorgenti d’acqua, sentieri per le escursioni, miniere
dismesse, una flora e una fauna di prim’ordine. Tutti elementi che, se
valorizzati, insieme alla produzione di formaggi di qualità potranno
incentivare anche una forma di turismo escursionistico in grado di creare posti
di lavoro per la popolazione.
Valorizzare la produzione del formaggio
di monte prodotto sui vasti pascoli di Ponte Nossa, Premolo, Parre, Gorno e
Oneta, creando un protocollo di produzione, ma lasciando inalterate le modalità
che gli alpeggiatori da sempre seguono per la caseificazione.
Questi gli obiettivi dello studio di fattibilità per la «Creazione di una rete
di produzione e valorizzazione del formaggio d’alpeggio in Val Dossana e Val
del Riso», presentato il 10 maggio nei locali della Comunità montana di
Clusone.
Formaggi di buona qualità, pur se
differenti per forma, consistenza, tipo di invecchiamento, aroma. Formaggi che
dovranno comunque mantenere anche in futuro le rispettive diversità, a seconda
dell’alpeggio e dell’antica «sapienza» con cui vengono prodotti. Latte,
caglio e sale sono gli unici ingredienti contemplati nello studio, che si
sofferma anche sul «giusto prezzo» di vendita, cioè più remunerativo per i
produttori, come avviene, ad esempio, in Trentino. Nel corso dell’incontro
si è anche accennato al fatto che la stagionatura dei formaggi possa essere
effettuata in gallerie di miniere dismesse.
L'Eco di Bergamo - 11 maggio 2016
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Uniacque vince la battaglia della Nossana
200 litri in più al secondo. Stop ad Abm
Uniacque «vince» la battaglia della
Nossana, ma tutto sommato è il male minore e i tre sindaci commentano la novità
soddisfatti, riservandosi di valutare come (ma anche se) proseguire nel loro
ricorso.
L’Ato si è pronunciato riconoscendo ciò
che di fatto è cosa nota: il gestore unico del servizio idrico integrato della
provincia di Bergamo è Uniacque. Un passaggio tecnico - la presa d’atto
della delibera del Consiglio provinciale del 2007 con cui si riconosceva in
Uniacque il gestore unico - che, comunicato all’Ufficio territoriale regionale
(ex Ster), nei fatti accoglie la richiesta ad uso idropotabile presentata
vent’anni fa dalla società.
Dagli 800 litri al secondo di media che
già deriva ora Uniacque, con l’ok che verrà formalizzato con decreto dall’Utr,
potrà quindi derivare fino a 1.000 litri al secondo dalla sorgente che nasce a
cavallo dei paesi di Ponte Nossa, Parre e Premolo.
Il 2 marzo prossimo, con la sigla del
disciplinare, la società vedrà ufficialmente accolta la sua istanza. È
invece respinta quella di Abm che chiedeva di prelevare fino a 500 litri al
secondo.
L'Eco di Bergamo - 23 febbraio 2016
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Colpito da una roccia mentre lavorava
Foto di repertorio
Oneta, 35enne in prognosi riservata
Incidente nel pomeriggio di giovedì 14
gennaio a Oneta. Un uomo intorno ai 35 anni è stato colpito da una roccia
mentre stava posizionando delle reti para massi. Pur con casco e imbragatura,
ha riportato un grave trauma cranico.
L’incidente alle 16 di giovedì 14
gennaio, sul posto anche i carabinieri insieme al Soccorso alpino e alla Croce
Verde di Colzate. L’uomo, intorno ai 35 anni, è dipendente di una ditta di
Darfo Boario Terme e stava sistemando delle reti para massi su una parete
rocciosa quando una roccia si è staccata e lo ha colpito alla testa.
Imbragato e con tanto di caschetto di
sicurezza, l’uomo ha però riportato un trauma cranico che gli ha fatto perdere
conoscenza. Il collega che era con lui è riuscito a chiamare aiuto e a
sostenerlo fino all’arrivo dell’elicottero del Soccorso Alpino.
L’operaio è stato quindi preso con il
verricello e trasferito nel vicino piazzale per i primi soccorsi. Poi, sempre
con l’elicottero, è stato trasferito all’ospedale di Bergamo. Le sue condizioni
sono gravi e l’uomo è in prognosi riservata.
L'Eco
di Bergamo - 14 gennaio 2016
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Un filmato degli anni 50
La valle dello zinco
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Riapre la miniera?
Un servizio del Settimanale Regionale di RAI3
sulle miniere di Gorno
Riapre la miniera?
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A Gorno un week-end per scoprire le miniere, la natura e la tradizione
Sabato 22 e domenica 23 agosto a Gorno è in programma un week-end alla scoperta delle miniere di Grem, Grina e Golla, dei verdi pascoli e delle tradizioni montane.
Grem, Grina e Golla: sono le 3 G, alpeggi nel cuore delle Orobie, che si potranno scoprire nel week end di sabato 22 e domenica 23 agosto grazie a un pacchetto turistico pensato ad hoc.
A Gorno, in Val del Riso, paese caratterizzato dalla tradizione mineraria, dai verdi pascoli e dalle tradizioni montane, inizierà questa proposta culturale-naturalistica.
I due giorni prevedono: dalle 14 del sabato la visita al Museo delle Miniere a cui segue la visita all'interno del sito minerario di Costa Jels: a Gorno le miniere, realtà lavorativa fonte di sostentamento fondamentale per decenni, vennero chiuse poco più di 30 anni fa e la storia è ancora viva nei racconti delle guide e nei reperti conservati al museo. Una visita unica nei cunicoli sotterranei alla scoperta delle vite dei minatori, semplici ma straordinarie, che cavavano blenda e calamina e che arrivarono anche dall'altra parte del mondo grazie a questa abilità.
Il soggiorno è previsto, con trattamento di mezza pensione e alloggio in camerate, presso il rifugio Grem in un contesto naturale straordinario a quota 1098 metri.
La domenica, dalle 9, si svolgerà l'itinerario guidato nella natura del Parco delle Orobie Bergamasche alla scoperta delle tre località Grem, Grina e Golla, della flora, della fauna e delle tradizioni locali: ci sarà la possibilità di assistere alla preparazione e di degustare formaggio di malga.
Dopo aver pranzato al Bivacco Telini, l'itinerario naturalistico procede anche nel primo pomeriggio con rientro alle 16.
Il pacchetto è organizzato grazie alla sinergia tra Promoserio, Parco delle Orobie Bergamasche (il pacchetto si trova in Parco Vivo 2015), Comune di Gorno, Ecomuseo delle Miniere di Gorno,
Gruppo Sci Alpinistico Camòs che ha in gestione il Rifugio Alpe Grem, Gruppo Alpini di Gorno che gestiscono il Bivacco Telini (il 23 agosto festeggeranno con una Messa alla Madonnina adiacente il Bivacco alle ore 11), Gruppo Flora Alpina Bergamasca, Orobie Nordic Walking e ProGorno.
“Una bella esperienza per promuovere il territorio facendo squadra – afferma l’Assessore alla Cultura Alex Borlini - Da qualche mese stiamo preparando questo week end occasione per creare le giuste sinergie tra le associazioni del paese, il Parco delle Orobie e Promoserio”.
“La strada per la crescita è segnata dalla valorizzazione delle bellezze ambientali, culturali, gastronomiche del nostro territorio. Questo iniziativa - conclude Borlini – non è un punto di arrivo ma di partenza per sviluppare al meglio le potenzialità delle nostre montagne. Non dobbiamo inventarci niente: basta solo guardare il ruolo 'multifunzionale', produttivo di latte e formaggio e di promozione turistica, che gli alpeggi hanno, per esempio, in Trentino”.
Per avere ulteriori informazioni e per prenotazioni obbligatorie entro il 20 agosto è possibile contattare Iat - Informazione e Accoglienza Turistica - ValSeriana e Scalve, chiamando il numero 035.704063 oppure il 389.8732803, o inviare un'e-mail a: iat@valseriana.eu
Bergamonews - 18 agosto 2015
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