martedì 26 agosto 2014

Riapertura delle Miniere della val Parina

Il Sindaco di Oltre il Colle.
Chiediamo di usare le nostre imprese e garantire la viabilità
Fotografie tratta da vallebrembanaweb
 
A Oltre il Colle, ora ci credono (o sperano) un po’ di più: quei 250 chilometri di cunicoli sotto terra che per alcuni decenni hanno rappresentato la principale fonte di sostentamento del paese, saranno riaperti.
Finalmente hanno visto gli australiani tanto citati finora, Robinson in testa. Sono arrivati gli ingegneri minerari, il finanziatore, ci sono stati e ci saranno nei prossimi giorni i sopralluoghi. E le autorizzazioni non mancano.
“Lavori, tempi stretti”
“I tempi secondo loro – dice il Sindaco di Oltre il Colle, Valerio Carrara che li ha incontrati ieri mattina in municipio – saranno stretti. A breve partiranno con la messa in sicurezza delle gallerie. Inizieranno dall val Vedra di Zorzone, nella zona di Cà Pasì, quindi in territorio di Oltre il Colle. Qui, infatti, l’australiana Energia Minerals ha già una concessione di coltivazione, acquistata dalla precedente società, la Berghem Maine. Concessione ancora in essere.
“Il via con 3,5 milioni di euro”
“L’impressione avuta dopo l’incontro è stata ottima – continua il Sindaco -. Stanno portando avanti l’operazione con grande serietà. Con loro c’era anche il primo finanziatore del progetto, australiano, colui che metterà 3,5 milioni di euro per la messa in sicurezza delle gallerie.
Dopo le dieci concessioni di ricerca e quella già in essere per l’estrazione, manca solo l’ok dal Comune”.
Ieri il sindaco Valerio Carrara ha fatto presente le richieste del Comune: “L’invito è che utilizzino Imprese e operai del posto – spiega il Sindaco – e che la non creino problemi alla viabilità. Purtroppo abbiamo una rete stradale non idonea a sopportare decine di camion che portano roccia. Mi è stato però assicurato che la prima selezione dello zinco sarà fatta in galleria. Così come gli scarti dovrebbero essere lasciati nelle gallerie già esistenti ma non più utilizzabili. Infine abbiamo chiesto che una galleria venga lasciata e attrezzata a scopo turistico. Con queste garanzie l’operazione per noi è formidabile e non potremmo che appoggiarla.”
Fotografie tratta da vallebrembanaweb
Proprio il Siondaco Carrara, nel 2003, insieme ai colleghi di Gorno, Gianpietro Calegari, e di Oneta, Alngelo Dallagrassa, diede vita al  “Consorzio minerario val del Riso – val Parina”, per una valorizzazione turistica delle miniere.
Una galleria per il turismo
“In questi anni si è riusciti a re3cuperare per le visite turistiche alcuni tratti di galleria a Gorno e Oneta – spiega il vicepresidente del Consorzio, Pierangelo Manenti, . Purtroppo manca proprio un percorso a Oltre il Colle. Si iniziò da Cà Pasì, poi si incontrarono delle frane sul percorso, i fondi finirono e il progetto rimnase sulla carta”.
“Le intenzioni sono buone – prosegue Manenti, figlio di un minatore -. Quindi non resta che attendere. Ora anche il paese ci crede. La riapertura delle miniere porterebbe lavoro e turismo. E’ l’impatto ambientale, come assicurato, - prosegue Manenti – sarebbe minimo, visto che tanto del lavoro sarebbe svolto proprio sotto terra. E le condizioni di lavoro decisamente migliorate rispetto a tanti anni fa”.
Giovanni Galimberti

L’Eco di Bergamo – 26 agosto 2014
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Riapertura delle Miniere della val Parina
Miniere, estrazione per il 2016
«Ci sarà occasione di lavoro»

Fotografie tratta da vallebrembanaweb
 
Dopo tanti annunci eccoli arrivare in carne e ossa. Lunedì 25 agosto a Oltre il Colle e in Valle del Riso hanno fatto un sopralluogo gli australiani (una delegazione composta da sette persone) intenzionati a riaprire le miniere, il tutto dopo aver presentato pochi giorni fa il piano di investimenti che entro due anni potrebbe dare il via all’attività estrattiva.
 
Cinquanta milioni di euro è quanto si vuole mettere in gioco nell’operazione: secondo la proposta di investimento si scommette sulla crescita del prezzo dello zinco, che dovrebbe aumentare nei prossimi tre anni. Sempre da quello che si legge sulla relazione, nell’agosto 2016, tra due anni esatti, potrebbe ripartire l’attività estrattiva.
A Riso di Gorno, fuori dalla miniera Monica, incontriamo l’amministratore delegato di Energia Minerals Limited, «the big boss» per dirla in inglese, Kim Robinson con tanto di elmetto e stivali dopo il sopralluogo in galleria. «Stiamo valutando - spiega Robinson visibilmente soddisfatto - la possibilità di effettuare i primi lavori per la messa in sicurezza e i sondaggi. Era per noi necessario vedere con i nostri occhi per accertarci, prima di dare il via alla coltivazione, della validità delle risorse presenti, essendoci una prospettiva di spesa che avrà in un primo momento un importo di quattro milioni di euro. Le potenzialità ci sono e questo darà occasioni di lavoro ai residenti. Pensiamo di poter sfruttare anche alcune strutture già presenti in loco»
L’Eco di Bergamo - 26 agosto 2014

domenica 24 agosto 2014

Riaprono le miniere di zinco: gli australiani investono 50 milioni



La riapertura delle miniere di zinco partirà da Ca’ Pasì di Zorzone, a Oltre il Colle. Stasera o al massimo lunedì 25 agosto il direttore generale della società australiana Energia Minerals Limited (sede a West Perth), Kim Robinson, sarà nel paese della Valle Serina insieme ad alcuni ingegneri inglesi e australiani. Obiettivo: avviare le prime ispezioni per verificare la mineralizzazione del sito di Zorzone.
Inizio della produzione tra due anni.
Entro due anni dall’avvio dei lavori di ripristino dei cunicoli, afferma Marcello De Angelis rappresentante del ramo italiano della Società, è previsto anche l’inizio della produzione, come riportato nel rapporto inviato al mercato azionario australiano della nostra Società.
Si tratta, quindi, di un ulteriore passo concreto verso la riapertura della storiche miniere della Val del Riso e Val Parina, tra Gorno e Oltre il Colle, progetto avviato ormai da diversi anni e che vede protagonista la società australiana. Quest’anno l’Energia Minerals ha ottenuto gli ultimi cinque permessi di ricerca, per un totale di dieci, relativi ai territori di Oltre il Colle, Gorno, Oneta, Premolo e Ardesio.
In più, la società dispone già di un permesso di coltivazione, ancora in essere, acquisito dalla vecchia società che l’aveva ottenuto e non più sfruttato. Quindi gli australiani, di fatto, hanno già in mano anche un’autorizzazione (seppure su un’area limitata) per l’estrazione.
Niente impatto ambientale.
Da estrarre nel comprensorio minerario della valle del Riso c’è ancora tantissimo zinco (ma probabilmente anche piombo e, forse, argento). Secondo i calcoli della Energia Minerals Limited, nel secolo di attività delle miniere (fino al 1982) vennero estratti circa sei milioni di tonnellate di minerale; da estrarre ce ne sarebbero sicuramente altri quattro milioni, potenzialmente anche 10 – 11 milioni di tonnellate. E la Società australiana assicura che l’impatto ambientale sarebbe minimo: anche i diversi impianti per la lavorazione verrebbero realizzati probabilmente sotto la montagna. E il distretto minerario di Gorno – Oltre il Colle sarebbe l’unico riaperto in Italia.
L’Eco di Bergamo - l 24 agosto 2014


mercoledì 20 agosto 2014

Oltre il Colle, dopo due anni riapre il distributore di benzina

 
Oltre il Colle, dopo due anni riapre il distributore di benzina 

Dopo due anni di chiusura e di odissea burocratica, l’unico distributore di benzina di Oltre il Colle è pronto a riaprire. Ad annunciarlo il gestore-proprietario, Marcello Tiraboschi: «La stazione è apposto, le autorizzazioni anche. Entro fine mese riapro».

Torna così funzionante un servizio chiesto a gran voce dalla popolazione e dai villeggianti. Chiuso da settembre 2012, il distributore più vicino è ancora oggi quello di Serina (sette chilometri dal capoluogo, il doppio dalle frazioni).

Chi arriva dalla Val del Riso, quindi da Ponte Nossa, invece, prima di trovare una pompa di benzina deve percorrere circa 30 chilometri. Lo stop nacque per un contenzioso tra la vecchia proprietà e il gestore. Poi le lungaggini burocratiche e ancora uno scontro con il Comune che chiedeva l’affitto del sottosuolo.

L'Eco di Bergamo - 20 agosto 2014

lunedì 18 agosto 2014

Quattro passi con la Storia – Le contrade di Zambla Bassa




La Mostra Fotografica sugli ex voto presenti nella chiesetta di Zambla Bassa, allestita quest’anno nei locali dell’Oratorio della Frazione, ha suscitato, in non pochi visitatori, la curiosità si approfondire la storia della località, il periodo e le cause che hanno determinato la formazione delle sue “contrade” e la costruzione della chiesetta.
Gli stessi residenti, i più anziani, interrogati sulla materia non hanno saputo dare indicazioni che non superassero i ricordi dei loro nonni. Per questo motivo, ho ritenuto di utilizzare a piene mani e con il consenso dell’autore, una ricerca fatta a suo tempo da un appassionato “ricercatore storico”, Massimo Maurizio – Pendughet, relativa alla “Storia di Oltre il Colle e delle sue frazioni”.
Tralascio, quindi, le notizie generali attinenti il capoluogo della Conca, soffermandomi su quelle di Zambla, intesa come denominazione comune tra Zambla Alta e Zambla Bassa.
“Il 4 maggio del 1287 l'Alta val Serina fu acquistata dalla popolazione di Serina unitamente a quella di Grimoldo dietro compenso di 624 lire imperiali. Al momento dell’acquisto Zambla o Zolambra, com’era allora chiamata, presentava la visione di una selva nera. Solo con il lento passare degli anni s’incominciò a dissodarla e a sfruttarla, dando luogo a magnifici prati, che dovevano fare di Zambla il luogo ideale dei pascoli più fertili ed estesi, delle mandrie più feconde e numerose e dei latticini più saporiti e ricercati della valle.” ……..
Ricorda Pendughet nella sua ricerca:
" La prima parrocchia della conca, dedicata a San Bartolomeo apostolo, comprendeva tutte le contrade esistenti dal Colle di Zambla in giù,  di qua e di là del torrente Parina, fino all'inizio di Oltre il Colle, una volta delimitato dal torrente Rina ( oggi la Tesa) ribattezzata al tempo della dominazione veneta Valle della Tesa (un termine veneto per indicare un  luogo che forniva una materia prima  per la composizione della polvere da sparo).  Il decreto di erezione a parrocchia venne firmato dal Vescovo Polidoro Foscari di Bergamo il 5 aprile 1449.”
Alle varie contrade della Conca fu quindi dato un nome:
“…….Il nome latino del paese è "Ultracollem", curiosamente italianizzato in alcuni documenti ufficiali in "Oltro 'l Collo". Dopo di ché, in tutti i documenti, appare con chiarezza il nome odierno di OLTRE IL COLLE. Il riferimento non va al Colle di Zambla, come credono alcuni, ma al Col d'Anì, tra Valpiana e Oltre il Colle.”
Tornando specificatamente alla parte che ci riguarda – Zambla -, Pendughet, nelle sue ricerche scrive:
“…..E' anche normale chiamare Oltre il Colle dal momento che si supera lo spartiacque del torrente Serina per entrare in quello della Parina. Inoltre gli antichi documenti fanno sempre riferimento a comunità della val Serina perché la strada comoda e sempre pulita era percorsa da carrozze e carri trainati da animali.
Viceversa il colle di Zambla (la pertinente strada aperta solo verso gli anni 70 del 900) era percorso da una mulattiera che collegava le due comunità intervallari, ma sul versante seriano la strada s’inerpica ripida sui pendii di Oneta e mal si addice per trasporti pesanti.”
Sempre dalla ricerca di Pendughet:
“….Zambla era conosciuta per la qualità suprema dei suoi formaggi.

Questa comunità sta esattamente a metà fra il freddo di Oltre il Colle capoluogo e l’assolata Zorzone.  Una cosa a metà che godeva dei vantaggi dei due estremi. I ricchi pascoli, oggi utilizzati per lo sci, permettevano di allevare centinaia di capi bovini e ovini. Ottimo clima, giusta altezza ma sopratutto abbondanza di acqua e facilità di raggiungimento.

Quest’amalgama ha sempre favorito Zambla. Parlo di Zambla in generale ma mi riferisco a Zambla Bassa. La divisione delle due frazioni risale agli anni 30 del 900. Alla data odierna il cimitero è ancora in comune tra le due frazioni.
Molto interessante ma purtroppo scarsamente illustrato è lo stile architettonico delle case costruite durante la dominazione veneta.
Edificate in uno stile del tutto particolare avevano caratteristiche comuni con le abitazioni classiche di montagna. Muri molto larghi, scarse e piccole finestre strombate, offrivano un suggerimento quasi militaresco perlomeno quasi come gli antichi castelli.
L'entrata era ad arco pieno con i simboli del casato impressi nella chiave d'arco. Entrando si percepiva l'ampiezza dell'atrio, la ricchezza dei manufatti di legno. " Zambla, nonostante sia stata l'ultima zona della conca a essere dissodata e abitata, nel giro di pochi decenni incominciò a offrire uno spettacolo maestoso e imponente di deliziose praterie, frastagliate dai boschi nelle vallate più scoscese.”
Anche a Zambla Bassa sono evidenti alcuni edifici che testimoniano le originali caratteristiche di case costruite nel periodo della dominazione veneta. Le ristrutturazioni, avvenute dopo la metà del secolo scorso, hanno utilizzato materiali non adatti sostituendo o nascondendo quelli originali. Tali testimonianze si possono osservare specialmente alla base delle costruzioni con i muri di sostegno che ricordano “contrafforti” (ampi alla base che via via si restringono salendo, tracce se ne trovano nella contrada Cà di Vidai),
 
e in alcuni portali costruiti ad arco con pietre scolpite a mano. Molto bello quello in contrada Vallomi sovrastato da un balconcino con la base in pietra.

 
Alcune si sono perse definitivamente a causa di frane, smottamenti e incuria (vedi "Ol mulì di Balsì", sulla mulattiera che da Zambla Bassa scende a Oltre il Colle);

altre si potrebbero ancora salvare come ad esempio la fontana sulla mulattiera che dalla chiesetta scende a Cà di Ress

 
 e la fontana, la cui base è ancora visibile, a Cà di Vidai.
 

Le pietre che compongono la vasca sono ancorate l’un l’altra con zanche di ferro sigillate, nei fori della pietra, con piombo.  


Altre tracce si possono scorgere nel nucleo di edifici che compongono la contrada Cà di Ress, stalle, fienili e abitazioni di gente dedita all’allevamento del bestiame.


Continua il Pendughet nella sua ricerca:
“Le diverse contrade sorsero l'una distante dall'altra e fin dal principio la popolazione si dedicò in modo intensivo all'allevamento del bestiame.
Nella conca, infatti, le "bergamine" più numerose, di maggior resa, di maggior commercio sono sempre state di Zambla, costituendo un grosso beneficio economico per l'intero paese. Verso il 1500 Zambla aveva l'aspetto di una comunità compatta e ben distribuita nelle contrade più note.

 
Cà di Merèi, Cà di Vidài, Cà Pezzà, Cà Falgher, Vallomi, Gremsolì, Cà di Ress.
e poi più in alto Bertogli, Zucchi, Armellini, Moratti.
Nel 1587 i capifamiglia di Zambla presentarono al vescovo di Bergamo Gerolamo Regazzoni, in visita pastorale a Oltre il Colle, la domanda di essere separati dalla Chiesa di San Bartolomeo di Grimoldo per costituirsi parrocchia autonoma. In un rotolo di cartapecora, conservato nell'archivio parrocchiale di Zambla, dono del sacerdote Pietro Luigi Palazzini, sono riportate le motivazioni di tale domanda.
(Quando parliamo della parrocchia di Zambla ci riferiamo a Zambla bassa).
Con l'intento di prevenire ogni obiezione nel documento si conclude:" Perché la Chiesa di San Bortolomeo, non abbia a subire danni economici, gli abitanti offrono una dote decente, promettono al vescovo un tanto per mantenere il loro parroco e di versare un tanto anche al vescovo stesso. Si definirono i confini parrocchiali dal val Grassa alla val Parina. Zambla rinunciò a estendere i suoi confini fino alla val Carnera comprendendo anche Zorzone che rimase sotto la giurisdizione di san Bartolomeo. Mantennero il diritto di giuspatronato fino al 1936 come San Bartolomeo.”
“…..Zambla ottiene l'autonomia parrocchiale perché sta meglio di Oltre il Colle.
Perché ha più popolazione, più ricchezza (allevamento, pascoli) più potere negoziale verso le autorità centrali di Bergamo e pur sottostando a un pagamento in benefici verso san Bartolomeo di Oltre il Colle e non le mancano gli uomini e i mezzi per conquistarsi la sua autonomia.
Non si riesce a definire la data della costruzione della prima chiesa di Zambla (Bassa) essa comunque avrà tre altari, e il campanile. L'attuale invece ha cinque altari ed è del 1727 quasi in contemporanea con quella di oltre il Colle san Bartolomeo.

 
Se gli Zamblesi costruiscono una chiesa con tre altari e un campanile fornito di campane presumo che le cose andavano più che bene, sempre rispetto alle altre comunità. La posizione della chiesa è rilevante.
Si trova in cima a un poggio, là dove arrivano almeno quattro strade.

Si è spianata una parte di collina e il campanile slanciato è visibile da ogni angolo della conca.

Con tre altari non si può certo parlare di una cappelletta. Un sacerdote stabile, fornito di sufficienti benefici, che gli permetteva di vivere in maniera dignitosa il suo mandato di curatore d'anime.

La Parrocchia godeva di diritto di giuspatronato, la chiesa era fornita di un organo Serassi, arricchita da un dipinto del Cavagna (1590-1595) rappresentante Santa Maddalena in Gloria.


Il pittore Cavagna per quei tempi era quello che oggi può essere un Guttuso o Morandi.
C'era una gara allora a chi abbelliva meglio la chiesa tra gli oltrecollesi e gli zamblesi.
Credo che stavolta la gara sia stata vinta dagli abitanti di Zambla.“

Passano gli anni e la Conca si arricchisce sempre più e inevitabilmente:
 “……Nella primavera del 1797 truppe armate di russi e austriaci superano il colle di Zambla, diretti a Dossena poi in alta val Brembana e Valtellina per contrastare l'esercito napoleonico che sta invadendo quella valle.
Da noi pretendono vettovagliamenti, animali da soma, alimenti e animali da stalla. Stuprano e uccidono i nostri valligiani. Bruciano stalle se non accontentati. Svuotano le cantine dai formaggi e salami e vino. Insomma lasciano la conca in una miserevole condizione.  Il 2 maggio del 1798 fu un giorno particolarmente nefasto per le nostre genti. A seguito della mancata consegna immediata di vettovaglie i russi e gli austriaci incendiarono numerose stalle e abitazioni. Molti civili furono uccisi all'istante. Furono perfino distrutti i roccoli per la cattura degli uccelli. “
Sin qui i risultati della ricerca negli archivi storici e parrocchiali fatta da Pendughet. Purtroppo un incendio nell’archivio della Parrocchia di Oltre il Colle ha distrutto altra documentazione che avrebbe potuto dare indicazioni sulla piccola chiesetta di S.M. Addolorata di Zambla Bassa.

 
La costruzione è tuttora parzialmente inserita in un edificio che, negli anni passati, era adibito ad abitazione, stalla e fienile. L’ultima proprietaria del complesso, lo lasciò in eredità alla Parrocchia negli anni ’90.

 
Lo stato della parte dell’edificio dedicata al culto era necessario di pesante manutenzione. Purtroppo durante i lavori di restauro e di rifacimento non furono tenute in debita considerazione alcune strutture e/o soluzioni che mantenessero intatte le caratteristiche più antiche. Rimane, sulla parete esterna del lato nord, una lapide in pietra di singolare fattura che riporta incisa un’iscrizione, purtroppo, illeggibile. Con tecniche moderne si potrebbe risalire al periodo cui risale e al contenuto inciso.
Tuttavia la chiesetta, nonostante fosse di proprietà privata, non fu mai chiusa al culto. Lo testimonia l’abbondanza di quadretti ex voto donati dai fedeli ed esposti sulle sue pareti.

 
Pur non appartenendo alle proprietà ecclesiastiche della Conca l’afflusso dei fedeli che pregavano e intercedevano per la grazia alla Madonna era costante e, molto probabilmente, si estendeva alla popolazione al di fuori di Zambla e della stessa Conca di Oltre il Colle.
Recentemente, a seguito di una richiesta di possibili ulteriori informazioni in merito, Pendughet così mi rispondeva:
“Questo edificio è uno dei più antichi luoghi di culto della conca.
 
E' situato in una posizione strategica, all'incrocio di quattro mulattiere una delle quali importantissima scende in valle verso " Ol mulì di Balsì" ed era la strada invernale di collegamento verso la val Serina e verso Dossena.
 
Come dicevo in un precedente post la mulattiera che sale da Oneta e  scollina al Colle di Zambla poi si divide in due.
 
Una,  quella estiva, mantiene la quota altimetrica e procede verso la Mussa e quindi Valpiana, Dossena e Val Brembana.
 
L'altra invece ( quella invernale) scende subito di livello verso Zambla Bassa passa davanti a questa cappelletta, si abbassa ulteriormente verso " Ol mulì di Balsì" per continuare in leggero pendio verso il Pendughet, Oltre il Colle , Col d'Anì Valpiana e Dossena.

Anche qui sarebbe interessante parlare di queste due strade che tagliano la conca ma tornando alla cappelletta questa rappresenta bene nel suo interno lo spirito della devozione popolare.

L'esterno è stata brutalmente restaurata, privata dalla vista della pietra locale, impoverita da quelle due belle colonnine scalpellinate a mano che adornavano il pronao. Il campanile, squadrato,  se ci fai caso è molto simile ai piccoli campanili di convento ( vedi quello di Serina).

L'interno  è un gioiellino. Lo splendido coro ligneo, nel soppalco sopra la porta d'entrata  raccoglie quanto è rimasto dalle numerose razzie di ladri di arte popolare come quelli di" Grazie Ricevute".

L'atmosfera è calda e raccolta come deve essere in un luogo di preghiera.”

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Note: Le parti virgolettate sono state tratte dalla ricerca storica "OLTRE IL COLLE, COMUNE AUTONOMO DAL 1569" tratto dal libro di P. Ceroni  ediz. grafiche dehoniane,  a cura della Parrocchia di Oltre il Colle, svolta da Massimo Maurizio – Pendughet – e pubblicate sul sito http://ultracollem.oltreilcolle.com/.

Si ringraziano Massimo Maurizio per l’autorizzazione alla pubblicazione, il Portale oltreilcolle.com, camminandopermonti.it, Guido Coppetti e Matteo Genovesi per le foto pubblicate.

giovedì 7 agosto 2014

L'Associazione "Amici di Zambla Bassa"

 
L’Associazione “Amici di Zambla Bassa” si è costituita nel mese di agosto del 2007 con le seguenti finalità:
·        Collaborare con l’Amministrazione Locale e con tutti gli eletti in tale Organismo (particolarmente con coloro che rappresentano la frazione di Zambla Bassa) al fine d’individuare e segnalare i problemi esistenti e sollecitare idonei interventi risolutivi;
·        Collaborare con la Pro Loco per promuovere, anche a Zambla Bassa, iniziative culturali e ricreative che favoriscano la partecipazione della popolazione e un rinnovato interesse da parte dei villeggianti;
·        Organizzare, anche con la collaborazione di altri Organismi locali, eventi e manifestazioni in accordo anche con altre frazioni di Oltre il Colle.
All’atto della sua costituzione all’Associazione avevano aderito 31 Soci Fondatori e 39 Soci Ordinari, molti dei quali ancora presenti nelle varie attività locali
In questi anni l’Associazione è intervenuta in numerose occasioni quali , ad esempio, la denuncia alla Procura della Repubblica, all’ASL e alla Comunità Montana della grave situazione fognaria nella valletta Vallomi, le sollecitazioni per lo stato delle strade della frazione e dei muri di contenimento franati, la richiesta di riasfaltare la via principale della frazione in pessimo stato dopo la posa della rete del metano, ecc., ecc..
Per quanto attiene la collaborazione con la locale Pro Loco, i rapporti negli ultimi anni si sono resi maggiormente “dialoganti”, tanto da poter recentemente organizzare la Mostra Fotografica.
E’ pertanto auspicabile che l’attività dell’Associazione possa proseguire in futuro nell’ambito delle finalità elencate in precedenza e con la collaborazione dei cittadini di Zambla Bassa e dei villeggianti che vi soggiornano.
Il bilancio finanziario dell’Associazione è consultabile presso il locale Oratorio o, in alternativa, chiedendo copia, via email, al seguente indirizzo:  sangalli.alberto@libero.it
                                                                                                        Associazione "Amici di Zambla Bassa"
Zambla Bassa,  6 agosto 2014


sabato 2 agosto 2014

A Zambla mostra sugli ex voto bergamaschi dell’Ottocento


La mostra fotografica degli ex voto nella chiesetta di Maria Addolorata di Zambla Bassa sarà allestita da sabato 2 a venerdì 15 agosto. L’inaugurazione è in programma sabato 2 agosto alle 16 al centro parrocchiale di Zambla Bassa.

Un’occasione per rivivere la Bergamo dell’Ottocento, tra storia e povertà diffusa, fede e devozione. Si può presentare così la mostra fotografica degli ex voto nella chiesetta di Maria Addolorata di Zambla Bassa, allestita da sabato 2 a venerdì 15 agosto.
L’inaugurazione è in programma sabato 2 agosto alle 16 al centro parrocchiale di Zambla Bassa: l’esposizione si può osservare tutti i giorni dalle 9,30 alle 12 e dalle 15,30 alle 19.

Nell’Ottocento, in bergamasca, oltre a malattie a carattere endemico dovute all’estrema povertà e alla mancanza di sostanze alimentari adeguate, si diffusero alcune epidemie quali il vaiolo, la febbre tifoide e la febbre petecchiale. Queste ultime dovute alle condizioni igieniche nelle quali viveva buona parte della popolazione rurale e montana. La promiscuità e la coabitazione tra persone e animali favoriva l’insorgere di forme epidemiche che si propagandavano velocemente impedendo provvedimenti sanitari adeguati e, soprattutto, celeri.

La popolazione, conseguentemente, si affidava alla preghiera e all’intercessione della divina provvidenza, offrendo “Ex voto” come pegno o ringraziamento della grazia. Osservando i quadretti esposti nella mostra, infatti, si può notare che nella maggioranza dei casi non si riferiscono a disgrazie patite in ambito lavorativo o militare, ma a infermità causate dalla malattia.

Il più antico della raccolta della chiesetta di Zambla Bassa è datato 1849 ed è riferito alla grazia ricevuta per un bimbo, ancora in fasce, caduto dalla culla, mentre il più recente, anno 1898, ha come soggetto una mamma e sua figlia che intercedono la Madonna Addolorata per una richiesta di grazia.

Solo quattro “Ex voto”, invece, hanno come oggetto le battaglie risorgimentali:
- Un quadretto datato 1849, periodo in cui la bergamasca era ancora soggetta all’Impero Austriaco, si riferisce molto probabilmente al periodo dell’insurrezione bresciana e alle conseguenti battaglie;
- Gli altri tre, datati 1867 e 1870, potrebbero riferirsi rispettivamente alla battaglia di Custoza, Terza Guerra d’Indipendenza, e al tentativo Garibaldino di conquistare il Trentino, purtroppo vanificato con la sconfitta di Vezza d’Oglio.
La mostra è stata realizzata dall'Associazione "Amici di Zambla Bassa" in collaborazione con lo sponsor "Serbaplast", della Pro Loco di Oltre il Colle e dei Volontari "Amici di Zambla Bassa".

Paolo Ghisleni
Bergamonews - 2 agosto 2014