martedì 30 aprile 2013

I cinque anni del Blog della Conca


Sono trascorsi cinque anni da quando decidemmo di aprire il Blog della Conca.
La decisione fu assunta dopo che un sito locale (Il Portale di Oltre il Colle) decise di astenersi dalla pubblicazione di commenti concernenti fatti politico -amministrativi di Oltre il Colle. La decisione della Redazione del Portale dovuta a polemiche con alcuni residenti disturbati, secondo il loro parere, da “invasione polemica” da parte di persone, legittima e ampiamente dibattuta al suo interno, lasciava scoperto la possibilità ai residenti o, semplicemente, agli appassionati della Conca di poter esprimere considerazioni, negative o positive, sulle iniziative politiche e amministrative locali.
Decidemmo pertanto di aprire un “veicolo informativo” con la possibilità che ciascuno potesse esprimere le proprie valutazioni, considerazioni, proposte sulla gestione della bellissima zona bergamasca, allargando l’orizzonte all’intera vallata e, in generale, alle valli bergamasche. D’altra parte siamo convinti che la valorizzazione delle Orobie e le iniziative politiche, turistiche e culturali che le coinvolgono portino a benefici economici di cui possono beneficiarne i residenti, operatori o semplici cittadini, e i turisti abituali o episodici che le frequentano.

Abbiamo chiarito sin dall’inizio, di essere “apartitici” ma non “apolitici”, nel senso che riteniamo “politico” ogni atto che il cittadino compie o che lo interessa e lo coinvolge. Abbiamo anche cercato, in questi anni, di essere i più obiettivi possibili, non lesinando apprezzamenti o critiche laddove ritenevamo fossero da indirizzare.

Non ci siamo sottratti a esprimere pareri e consigli, qualche volta accettati con fastidio e ritenuti gratuite intrusioni nella vita locale, ma, anche in questo caso, finalizzati a migliorare il grado di accoglienza e di apprezzamento che meritano le nostre bellezze vallari.

In questi cinque anni di vita abbiamo avuto un crescendo di “visite” che potremmo definire inaspettato giacché il nostro Blog non è “generalista” bensì mirato e strettamente collegato a un ambito definito e limitato.

Abbiamo dedicato molte pagine del Blog a descrivere con immagini e filmati i tesori che la Conca nasconde e che meriterebbero maggior attenzione e una più ampia pubblicizzazione. Non abbiamo trascurato la pubblicazione di “storie” o singoli episodi che nel tempo hanno segnato nel bene e nel male la vita della Valle Serina.

Abbiamo ospitato nei “commenti” tutti coloro che hanno avuto la compiacenza di inviarceli, pubblicandoli senza censura alcuna purché non contenessero espressioni offensive e lesive della dignità altrui, come previsto dal Regolamento indicato.

Purtroppo, con altrettanta franchezza, dobbiamo anche rilevare che, pur manifestando in più occasioni la nostra disponibilità, non abbiamo mai ricevuto informazioni ufficiali, da parte degli Organismi locali, obbligandoci in molte occasioni a raccoglierle dai mass media o da altri Siti e Blog che trattano argomenti analoghi su Internet.

Ciononostante continueremo a mantenere vivo e, auguriamoci, interessante il nostro “veicolo informativo” con lo stesso impegno con cui cinque anni orsono decidemmo di avviarlo.
La Redazione

sabato 27 aprile 2013

Mi pongo una domanda: ma dalle nostre parti sanno cosa significhi “turismo” e concorrenza?




Pubblichiamo in prima pagina il commento di un nostro lettore che si pone alcune domande, in generale, sulla "cultura" del Turismo nelle nostre Valli.
La Redazione


Sono un frequentatore delle Valli Bergamasche e, nel periodo estivo, mi piace visitarne i luoghi più belli e spettacolari delle Orobie. Ho seguito la notizia e la discussione sul provvedimento adottato dall’Amministrazione Comunale di Oltre il Colle concernente l’istituzione di un’area di sosta a pagamento sull’Arerà. In via generale comprendo la necessità di mantenere in ordine le strutture esistenti e, conseguentemente, avere denaro disponibile per tale manutenzione.
Quello che non capisco è la differenziazione del costo degli abbonamenti tra residenti e non. Coloro che possiedono boschi o malghe o che svolgono attività lavorative sul monte dovrebbero avere l’accesso gratuito, pagano le tasse per la proprietà o per l’esercizio delle loro funzioni e non capisco perché dovrebbero pagare balzelli per accedervi.
Tutti gli altri salgono per motivi di “svago” e pertanto se correttezza vuole, dovrebbero essere equiparati nei diritti e nei doveri. 50 euro mensili richiesti a quanti vogliono acquistare l’abbonamento mensile sono semplicemente ridicoli. Calcolando le mutevoli condizioni atmosferiche estive, e facendo qualche calcolo sul numero di accessi a disposizione, solo un impenitente ottimista si azzarderebbe ad acquistare un simile abbonamento.
Oltretutto dal lato psicologico, la decisione sembra un accanimento verso il turista, anziché un’agevolazione. Mi pongo una domanda: ma dalle nostre parti sanno cosa significhi “turismo” e concorrenza? Ho seri dubbi sull’intelligenza dei miei concittadini.
Giovanni Tiraboschi

giovedì 25 aprile 2013

Parcheggio sull’Arera


Riviste le tariffe mentre rimangono ancora inespresse le misure relative alla sistemazione dell’area in discussione.

L’Amministrazione di Oltre il Colle, con deliberazione in data 24 aprile 2013, ha dato il via al provvedimento che istituisce un’area di parcheggio a pagamento al termine della strada comunale che dalla località Plassa conduce a Quota 1600.
Con questa delibera si stabiliscono orari e modalità di pagamento e di controllo.

Le tariffe sono le seguenti:
- per tutti i cittadini residenti – Abbonamento mensile del veicolo di € 20,00  TIPO 1;
- per tutti gli utenti, indistintamente – Abbonamento mensile del veicolo di € 50,00  TIPO 2;
- Unica per il parcheggio: € 4,00 per l’intera giornata; Le tariffe evidenziate al pubblico sono da intendersi comprensive di IVA.

La vendita dei contrassegni (grattini) da esporre è affidata agli esercizi pubblici della Conca e il controllo verrà effettuato dalla Polizia Municipale

Viene così modificata la “tariffazione” inserita nella precedente delibera del 12 dicembre 2012 che prevedeva la possibilità di pagare tariffe diverse in funzione delle ore di sosta (- € 1,00 per la prima ora e successive;  - € 3,00 per la mezza giornata;  - € 5,00 per l’intera giornata ), mentre rimangono invariati i costi degli abbonamenti.

La scelta di unificare in un’unica tariffa giornaliera il costo della sosta ci pare sensata e, pur considerando che non sia certamente di lieve entità, non impedirà certamente ai turisti e visitatori del periodo estivo di frequentare la bellissima zona.

Tuttavia rimaniamo convinti che il costo dell’abbonamento, per quanto attiene i non residenti, sia da considerarsi eccessivo con il rischio che gran pochi lo utilizzeranno. Se consideriamo infatti che il maggior afflusso turistico avviene da metà luglio a metà agosto, chi volesse usufruire dell’abbonamento durante il periodo di permanenza dovrebbe sborsare la considerevole cifra di 100 euro.

 Da ultimo un suggerimento, se ce lo possiamo permettere. Perché non favorire il “braccio operativo” dell’Amministrazione, vale a dire la Pro Loco, offrendo a tutti coloro che richiedono la tessera uno sconto sul costo dell’abbonamento. Associarsi alla Pro Loco potrebbe rivelarsi l’occasione per molti villeggianti che ancora non l’hanno fatto.  Il denaro che potrebbe rimetterci direttamente l’Amministrazione Comunale, entrerebbe nelle casse di un Ente pubblico che riceve sovvenzioni dal Comune e pertanto si prefigurerebbe un “giro di cassa”.

Attendiamo ora di verificare se le condizioni dell’area adibita a parcheggio verranno migliorate, sia dal punto di vista specifico con la bonifica del terreno e la predisposizione delle apposite piazzole, e dell’area circostante con un punto di riferimento e d’informazione turistica così come era nelle intenzioni del signor Sindaco.

Gallicus

mercoledì 24 aprile 2013

Qualcosa tipo una liberazione


Domani 25 aprile Anniversario della "Liberazione"
Grazie, partigiani

 
Nell’esporre la sua netta contrarietà all’esecuzione di «Fischia il vento e infuria la bufera» durante le celebrazioni del 25 aprile, il commissario prefettizio di Alassio ha spiegato agli ultimi, stupefatti partigiani che la festa della Liberazione è apolitica. Non me ne voglia Sua Eccellenza, ma fatico a trovare una festa più politica dell’abbattimento di una dittatura. Politica in senso nobile e bello, al netto degli orrori reciproci che purtroppo fanno parte di ogni guerra civile. 

Oggi il modo più diffuso per commemorare la Liberazione consiste nel rimuoverla, annegandola in un mare di ignoranza. Un signore ha scritto scandalizzato dopo avere udito all’uscita da una scuola la seguente conversazione tra ragazzi: «La prof dice che giovedì non c’è lezione». «Vero, c’è qualcosa tipo… una liberazione».

Ma anche i pochi che sanno ancora di che cosa si tratta preferiscono non diffondere troppo la voce «per non offendere i reduci di Salò», come si è premurato di precisare il commissario di Alassio. Una sensibilità meritoria, se non fosse che a furia di attutire il senso del 25 aprile si è finito per ribaltarlo, riducendo la Resistenza alla componente filosovietica e trasformando le ferocie partigiane che pure ci sono state nella prova che fra chi combatteva a fianco degli Alleati e chi stava con i nazisti non esisteva alcuna differenza.

La differenza invece c’era, ed era appunto politica. Se avessero vinto i reduci di Salò saremmo diventati una colonia di Hitler. Avendo vinto i partigiani, siamo una democrazia. Nonostante tutto, a 68 anni di distanza, il secondo scenario mi sembra ancora preferibile. Grazie, partigiani

Massimo Gramellini - La Stampa 24 aprile 2013

martedì 23 aprile 2013

Revocato il divieto di transito

In data 22 aprile è stata revocata l'ordinanza sindacale che vietava il transito sulla strada che collega Zambla Alta alla località Plassa.

La Redazione

mercoledì 17 aprile 2013

L'ecomostro di Oltre il Colle - Dopo il danno la beffa.



Dopo 13 anni persa la causa

«Oltre al danno la beffa». Così il sindaco di Oltre il Colle Valerio Carrara commenta la sentenza del tribunale di Bergamo che pone fine alla battaglia legale contro l'immobiliare Foppabella. Nel 2000 i Comuni di Oltre il Colle e Serina acquistarono dalla società il condominio Alben per realizzarvi un centro servizi per lo sci.

Si accorsero che nella struttura c'era amianto e denunciarono l'immobiliare per chiedere i soldi della bonifica. Dopo 13 anni la sconfitta. Quel che rimane è l'ecomostro in cima alla lista nera della Regione Lombardia degli edifici da bonificare.

«Ora non ci resta che aspettare un finanziamento regionale - dice il sindaco Valerio Carrara -. Anche se volessimo demolirlo dovremmo comunque prima bonificarlo. E servono qualcosa come 600 mila euro». Una storia lunghissima quella dell'edificio a cinque piani costruito nel 1967 alla Conca dell'Alben di Oltre il Colle, nei pressi dello skilift e sulle piste da sci di fondo.

Nacque, grazie a un finanziamento dell'Ente turismo di Bergamo, come albergo e, successivamente, divenne condominio. «Quando venne costruito - ricorda Paolo Maurizio, ex sindaco e ora consigliere di minoranza - i vigili del fuoco imposero che l'intelaiatura in ferro ancora a vista fosse ricoperta di amianto, in modo da aumentare il punto di fusione e quindi difendere lo stabile dagli incendi.

 Solo il piano terra ne rimase privo (ed è utilizzato da tempo come bar al servizio degli sciatori, ndr). Gli altri piani vennero ricoperti di amianto».

«Le motivazioni - dice Maurizio - mi lasciano perplesso. Nella sostanza il giudice sostiene che uno stabile di quelle dimensioni, di circa mille metri quadrati, era stato venduto a un prezzo troppo basso: e quindi ci saremo dovuti accorgere che c'era qualcosa che non andava».

L'Eco di Bergamo - 17 aprile 2013 Cronaca

lunedì 15 aprile 2013

In t-shirt e pantaloncini sulla neve
A Carona 2 soccorsi con l'elicottero
 

Se fossero rimasti bloccati in Trentino o in Valle d'Aosta avrebbero dovuto sborsare centinaia di euro per l'intervento dell'elisoccorso. Invece ieri pomeriggio due escursionisti di Curno e Milano, il primo di 48 anni e il secondo di 57, sono stati prelevati e riportati alle loro auto in cambio di un semplice grazie.

Con la bella stagione, che riempie di visitatori le nostre montagne, si moltiplicano anche gli interventi dell'elicottero del 118. Fondamentali in certi casi, quando il soccorso dev'essere tempestivo e i feriti si trovano in posti irraggiungibili dalle ambulanze, ma un inutile spreco di risorse quando l'equipaggio viene chiamato per motivi inappropriati.

È ciò che è avvenuto domenica. I due amici sono partiti al mattino, con la neve solida, per il rifugio Longo di Carona. Si sono goduti la splendida giornata di sole e al pomeriggio sono scesi. Verso le 17, però, hanno chiamato il Numero 112 chiedendo l'intervento dell'elicottero perché erano rimasti bloccati nella neve «e presto, che fa freddo». Subito l'equipaggio si è alzato dalla base di Orio al Serio ed è andato a soccorrere gli escursionisti.

I due, invece di scendere per prati e sentieri meno impervi, si erano infilati in un canalone con due metri di neve, resa molle dal sole, e non erano più in grado di proseguire. Con, in più, numerose aggravanti: uno di loro era vestito in modo totalmente inadeguato, con una maglietta a maniche corte e un paio di calzoncini da calcio; avevano un solo paio di ciaspole in due; uno aveva uno scarpone con la suola aperta in cui entrava la neve. Insomma, non attrezzati in modo idoneo per affrontare l'escursione.

I due sono stati caricati e riportati a Carona, dove avevano le auto. Hanno salutato con un grazie e sono tornati a casa. Ma non sarebbe bastato un po' di buonsenso per evitare l'uscita dell'elicottero? Un intervento di 45 minuti costa intorno ai 5 mila euro, che comprendono il volo (1.300 euro all'ora), il canone fisso e il personale, composto da pilota, copilota, medico, infermiere e tecnico del Soccorso alpino. Ma in Lombardia non è dovuto alcun ticket, il servizio di elisoccorso è gratuito in qualsiasi caso.

In Valle d'Aosta, per un intervento giudicato inappropriato dall'equipaggio, la persona soccorsa deve pagare 800 euro, «anche nel caso di prestazioni rese a favore di soggetti in grave pericolo per ambiente ostile (ad esempio un alpinista bloccato in parete o escursionista con attrezzatura inadeguata)».

In Trentino, oltre a un ticket fisso di 36,15 euro per ogni chiamata, se la prestazione risulta essere totalmente inappropriata la persona soccorsa deve corrispondere l'intero costo dell'intervento, calcolato sulla base di 92 euro per minuto di volo. «Per i soggetti incolumi ma in pericolo per l'ambiente ostile si è tenuti a compartecipare alla spesa per un importo di 750 euro».

K. Man.
L'Eco di Bergamo - 15 aprile 2013 Cronaca




giovedì 11 aprile 2013

Promozione delle “Bellezze della Conca”



E’ recente la presentazione, presso il Cai di Bergamo, di un libro che promuove particolari motivi di visita di luoghi della Valle Seriana.

Senza voler sottovalutare i luoghi indicati dalla pubblicazione, vorremmo soffermarci sull’inadeguatezza della “promozione” di altrettante, e forse più allettanti, motivazioni di visite “culturali” che interessano la Conca di Oltre il Colle.

Prescindendo dalle pur magnifiche, senza dubbio di smentita, bellezze naturali, la Conca conserva tesori sottovalutati che potrebbero messere un veicolo pubblicitario per quanti vogliono esplorare le valli bergamasche alla ricerca di nicchie culturali fortunatamente conservate nel tempo, grazie all’impegno spesse volte di privati in testimonianza di tradizioni lontane nel tempo.

Santelle, ex voto, quadri e affreschi conservati nelle numerose chiese della Conca, raccontano il passaggio di artisti, alcuni semplici artigiani locali, altri noti artisti dell’arte pittorica, che nel tempo hanno lasciato testimonianze e tesori da riscoprire.

Il nostro Blog ha cercato, in questi anni, di diffondere la conoscenza di tale patrimonio, e continueremo a farlo, ma siamo convinti che questo non basti. La Rete Turistica offre ulteriori e caratteristici strumenti per veicolare, senza dispendio di risorse finanziarie, le necessarie informazioni.

E’ pertanto indispensabile che gli strumenti a disposizione siano utilizzati sistematicamente. Quali siano i responsabili di tale “mission” è irrilevante rispetto alla necessità del “fare”.

Potremmo essere tra i principali utenti del “Turismo culturale”, non perdiamo questa importante occasione.

Gallicus

mercoledì 10 aprile 2013

Nuovi itinerari Cai un libro alla scoperta delle santelle
 
No, non sono le Santelle della Conca ma quelle della media Val Seriana. Eppure la Conca di Oltre il Colle potrebbe fare da capofila in queste manifestazioni.

Venerdì 12 aprile al Cai Bergamo viene presentato il volume per riscoprire e valorizzare le santelle dei borghi della media Val Seriana.

Santella in Valle BrembanaVersione stampabileSend by emailUn libro alla scoperta degli itinerari legati alla religiosità popolare e tradizionali. Queste sono le caratteristiche di "200 santelle nella terra di Honio: Cene, Gazzaniga, Fiorano, Vertova, Colzate".

La presentazione del volume, realizzato dalla sottosezione di Gazzaniga del CAI Bergamo, sarà effettuata a cura di Angelo Bertasa, Angelo Ghisetti e Giordano Santini venerdì 12 aprile alle 20.30 al salone del Centro Sociale di via Dante a Gazzaniga.

La Confederazione de Honio era una federazione di otto comuni della media val seriana, costituita nel XIII secolo. Comprendeva gli antichi borghi di Vertova, Semonte, Bondo, Barbata, Colzate, Fiorano al Serio, Gazzaniga e Rova.

Bergamonews - 10 aprile 2013


Cappellette e Santelle della Conca
http://youtu.be/D2uHGbpT6bs

 

mercoledì 3 aprile 2013

«Pericolo elevato, in questi giorni meglio stare a casa»


I consigli del delegato del soccorso alpino. Ranza: la montagna non è un parco giochi allarme valanghe

«Quando c'è il rischio valanghe a livello 3 bisogna fare una sola cosa: stare a casa a giocare a briscola». Elia Ranza, delegato del Soccorso Alpino, in queste ore in cui rimbalzano da ogni dove notizie di slavine e distacchi di masse di neve, non si stanca di raccomandare prudenza.

«Ma sì, molta gente pensa che il livello 3 corrisponda ad un pericolo medio-basso (il massimo è 5), invece è elevato. Bisogna tenerne conto e non sottovalutarlo».

Forse la scala del pericolo andrebbe articolata meglio.
«È una scala europea, non è che ognuno sia libero di interpretarla come vuole. Piuttosto, chi va in montagna ha il dovere di informarsi meglio prima di avventurarsi in mezzo alla neve».

Qual è la prima cosa da fare?
«Avere una buona conoscenza del territorio. Non tutti i versanti e le cime sono uguali. Ai Campelli di Schilpario, per dire, il rischio di slavine è molto meno elevato che altrove. Ma detto questo, se vengono emessi i bollettini neve che indicano livelli di pericolo non bisogna far altro che rispettarli. Meglio pazientare qualche giorno piuttosto che rischiare la pelle».

Invece voi del Soccorso Alpino anche in questi giorni vedete un sacco di gente sulla neve.
«Purtroppo sì. Molti hanno un'idea sbagliata, da fumetto o da film, della neve. La confonde con l'immagine dei fiocchi che scendono dal cielo. Ma la neve ha una forza spaventosa. Mi si passi la provocazione. Fosse per me costringerei chi vuole fare scialpinismo a spalare un metro cubo di neve. Solo così, forse, si renderebbe conto di cosa significa finirci sotto».

Se la percezione del pericolo non c'è di chi è la colpa?
«Penso sia un problema di cultura e di comunicazione. Lo dico anzitutto ai giornalisti: smettetela di dipingere il Soccorso Alpino come gli angeli della montagna. Siamo uomini come tutti gli altri, con le stesse capacità e le medesime paure. Il rischio è di trasmettere un messaggio sbagliato: quello, cioè, di ritenere che comunque ci sarà qualcuno che ci tirerà fuori dai guai».

Voi siete straordinari in questo.
«Io mi dedico ai soccorsi da 40 anni. Ho estratto dalla neve solo dei morti. Li troviamo, certo, ma a cosa serve? Io so cosa vuol dire essere travolti dalla neve. Ci sono finito sotto anch'io una volta. Per fortuna mi è rimasta fuori la testa e mi sono salvato. Ma per tirarmi fuori c'è voluta un'ora e mezza. I novanta minuti più lunghi e angoscianti della mia vita. Non riuscivo a muovere un dito».

Racconti drammatici come il suo vengono diffusi spesso dalla stampa. Possibile che non facciano breccia nella mente delle persone?
«Pochissimi conoscono la montagna, anche tra gli alpinisti, compresi quelli esperti. Lo ripeto, è completamente sbagliato l'approccio. La montagna non è Gardaland, non è un luogo fiabesco. È un ambiente naturale straordinario, con le sue bellezze e le sue suggestioni. Ma anche ricco di insidie. Per viverla al meglio bisogna conoscerla. Ci vuole l'umiltà di imparare, la pazienza di studiare. Per praticarla d'inverno è necessario averla conosciuta anche d'estate. Sembrano richiami rituali, per qualcuno anche superflui. Ma non smetteremo mai di rilanciarli».

Le pare di predicare nel deserto?
«No, non esageriamo. Però va detto con forza che troppe volte siamo costretti a rischiare la nostra vita per comportamenti leggeri o irresponsabili. Per cui lo ripeto ancora: prudenza, prudenza, prudenza. Anche nei prossimi giorni sono previste abbondanti nevicate. Teniamo alta la guardia. E impariamo ad avere pazienza. Se ci buttiamo nella neve al primo raggio di sole sappiamo a cosa possiamo andare incontro...».

Cesare Zapperi
Il Corriere della Sera - 3 aprile 2013 | 10:27