lunedì 30 gennaio 2012

Soccorsa aquila «a terra». Ed è boom di recuperi


Il rapace non riusciva a volare: forse colpa di una preda avvelenata
Crescono gli interventi della polizia provinciale e i ricoveri al Cras

Il lieto fine si può già annunciare: è un po' debilitata, ma si riprenderà, l'aquila reale recuperata sabato dalla polizia provinciale e affidata alle cure del Cras Wwf di Valpredina. L'esemplare, un adulto, è stato avvistato da due escursionisti dalle parti di Adrara San Martino, sul sentiero che conduce al rifugio Gemba: aveva difficoltà ad alzarsi in volo.

Sul posto sono arrivate due guardie ecologiche volontarie e la pattuglia del nucleo ittico-venatorio, che hanno recuperato l'animale (impresa non facile per il tipo di terreno) e l'hanno condotto al Cras.
L'aquila non è in pericolo di vita, ma per gli esperti del centro di Valpredina l'ipotesi è che soffra gli effetti di un avvelenamento indiretto. «I sintomi fanno pensare che abbia mangiato un ratto o qualche altro animale morto dopo aver ingerito topicida o forse un boccone avvelenato», spiega Enzo Mauri, direttore dell'oasi.

Ora sono in corso le cure, e l'aquila viene tenuta al caldo con un'apposita lampada, per evitare che, già indebolita, sprechi energie per scaldarsi.
«L'obiettivo è liberarla il prima possibile», dice Mauri. A novembre un'altra aquila reale era arrivata al Cras: trovata vicino a Capizzone, era stata colpita da pallini da caccia. Un mese dopo è stata liberata nei cieli di Fuipiano.

«Volontari cercansi»
In entrambi i casi, a prelevare e portare al centro specializzato le aquile ferite sono stati gli agenti del corpo di polizia provinciale, i cui interventi di recupero della fauna selvatica – che in base alle condizioni può andare al Cras, venire liberata sul posto o, in caso di carcasse, finire allo smaltimento o all'asta – sono in aumento: nel 2011 sono stati ben 783, contro i 726 del 2010 (cifra già molto alta se confrontata con quelle di qualche anno fa).
Una media di più di due casi al giorno, anche se in realtà gli interventi hanno un picco nel periodo tardo-primaverile ed estivo.
La casistica include un po' di tutto: dagli incidenti stradali, agli atti di bracconaggio, ad animali debilitati per ragioni naturali o ignote. «L'aumento delle segnalazioni alla polizia provinciale è segno di una positiva, accresciuta sensibilità sul tema – osserva l'assessore provinciale Fausto Carrara –. Considerati però i molti altri compiti che hanno i 19 agenti del nucleo ittico-venatorio, che ringrazio per l'ottimo lavoro, questi numeri stanno diventando difficili da gestire».

Ergo, cercansi rinforzi: «Stiamo studiando collaborazioni con varie associazioni – dice Carrara –. Penso per esempio alle realtà del mondo ambientalista, venatorio, o ai gruppi d'arma. Almeno per le specie o per le situazioni più semplici da gestire, avere il supporto di volontari dotati delle necessarie competenze sarebbe un aiuto molto importante». L'appello, dunque, è lanciato.
A volte capita però che privati cittadini chiedano interventi o raccolgano di persona pure animali che non ne avrebbero bisogno: un comportamento assunto in buona fede, ma che rischia di causare danni alle bestiole. Per questo via Tasso ha avviato la campagna informativa (che viaggia soprattutto nelle scuole) «Non siamo abbandonati». Ovvero: prima di toccare, nel bosco o nei prati, cuccioli di capriolo o uccellini che sembrano in difficoltà, è bene osservare con attenzione.

Altrimenti, si rischia di far loro più male che bene.
Problema confermato dal Cras Wwf: «Dei quattro caprioli che ci sono arrivati nel 2011, due non richiedevano assistenza: chi li ha presi ha pensato fossero soli, invece la mamma era probabilmente a poca distanza. Una corretta informazione è quindi fondamentale». Anche il Cras (che accoglie gli animali selvatici feriti o debilitati della nostra provincia, anche portati da privati, del Bresciano e del Lecchese) ha rilevato in questi anni un forte aumento dei «ricoveri»: dai 1.113 arrivi
del 2009 si è passati ai 1.384 del 2010, fino ai 1.514 del 2011.

Fausta Morandi - L'Eco di Bergamo - Lunedì 30 Gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 25

sabato 28 gennaio 2012

Parco delle Orobie. Alla guida c'è Caccia


Eletto presidente all'unanimità «Priorità a turismo e lavoro» Lo affiancheranno due sindaci

Yvan Caccia è il nuovo presidente del Parco delle Orobie Bergamasche. Classe 1968, già sindaco leghista di Ardesio per due mandati e consigliere provinciale per altrettanti, sostituisce il presidente uscente Franco Grassi.
L'elezione è avvenuta giovedì: breve e unanime, con gli altri tre membri dell'assemblea ad accodarsi alla proposta della Provincia di Bergamo. A formularla in rappresentanza del presidente Ettore Pirovano è stato Angelo Bosatelli.

Il consigliere provinciale della Lega Nord ha proposto il collega di partito Yvan Caccia, nome sul quale sono confluite le preferenze dei presidenti delle tre Comunità montane interessate dall'ente Parco: la Valle Seriana di Eli Pedretti, la Valle di Scalve di Guido Giudici e la Comunità della Valle Brembana, guidata da Alberto Mazzoleni.
Un'oasi di 70 mila ettariYvan Caccia si trova a guidare la più grande area a elevata naturalità tra quelle che interessano i Parchi regionali lombardi: estesa su 44 comuni per una superficie che supera i 70 mila ettari. È il regno di aquile e stambecchi, ma anche di un turismo in affanno, il cui rilancio è in cima ai pensieri del neoeletto presidente: «La priorità – spiega Caccia – è fare in modo che le importanti risorse destinate al turismo bianco da Regione Lombardia siano spese al meglio, fornendo occasioni di sviluppo turistico e lavoro».

Sul piatto c'è il comprensorio sciistico che dovrà unire le stazioni sciistiche di Colere e Lizzola. Che il nuovo comitato di gestione ritenga il progetto prioritario lo si legge, in filigrana, dalla sua composizione: ad affiancare Caccia ci saranno il sindaco di Colere Franco Belingheri e quello di Valbondione Benvenuto Morandi. Con loro anche l'ex sindaco di Roncobello (e membro uscente) Antonio Gervasoni e Alessandra Salvi, in rappresentanza della Regione.
«Burocrazia da snellire»«Gli altri ambiti – prosegue il neoeletto presidente dal Parco – sono il consolidamento del bilancio e l'attenzione ai cittadini che abitano le aree montane, per i quali cercheremo di snellire la burocrazia».

È la linea di indirizzo che Comunità montane e Provincia hanno dato al nuovo comitato di gestione, «perché quanti vivono e lavorano in montagna non si sentano penalizzati» e il Parco «sia vissuto come un'occasione in più per valorizzare le nostre splendide montagne». «Nell'eleggere il direttivo – spiega Angelo Bosatelli – abbiamo cercato di privilegiare questa componente montana: sono tutti amministratori di esperienza, conosciuti nei rispettivi territori e in grado di interpretarne le esigenze».
«Siamo convinti che faranno un ottimo lavoro – gli fa eco il numero uno della Comunità montana Valle Seriana Eli Pedretti –, proseguendo quanto fatto con passione da Grassi». Il passaggio di consegne martedì alla sede del Parco delle Orobie a Bergamo.

Nicola Tomasoni - L'Eco di Bergamo - Sabato 28 Gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 39

giovedì 26 gennaio 2012

27 gennaio 2012 - Giornata della Memoria

Per non dimenticare



Il campo di sterminio è stato organizzato fin dall’inizio per distruggere l’umanità dei deportati, oltre che sterminarli. E dalla testimonianza di Levi si può capire che i nazisti sono riusciti anche in questo, sebbene lentamente, togliendo al deportato tutto quanto possedeva, spingendolo a lottare per obiettivi a prima vista futili, ma indispensabili alla sopravvivenza.
Le persone erano vuote e come degli spettri si aggiravano nel campo seguendo la routine imposta dai nazisti. Dopo pochi giorni all’interno del campo i deportati rinunciavano già a ribellarsi o soltanto  guardare male una SS. Avevano compreso che l’unica cosa importante era mangiare quel poco che veniva distribuito. Di conseguenza cercavano di ingannare gli altri e di derubarli, non essendoci più posto né per la gratitudine né per il rispetto.

Ma è interessante notare come appena il campo venne abbandonato, i valori umani vengono recuperati velocemente. I nazisti, quindi, erano riusciti ad “animalizzare” l’uomo, ma allo stesso è bastato poco per ritornare indietro e recuperare le capacità di pensare, riflettere, essere generoso e provare gratitudine, che sono tipiche dell’uomo.

Se questo è un uomo

“Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele  nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.”

(Primo Levi, Se questo è un uomo, Einaudi, Torino, 1976, p.1)

martedì 24 gennaio 2012

Amministrative ad Oltre il Colle il 6 e 7 maggio


In Bergamasca sfida in 19 paesi

Attese dal mondo politico come una prova del nove, le elezioni amministrative - che in Bergamasca coinvolgono 19 paesi - si terranno il 6 e 7 maggio, con eventuali ballottaggi il 20 e 21 maggio. Sono queste le date (ufficiose) individuate dal ministero degli Interni.

La Lega annuncia, con Bossi e con Maroni e non solo, di voler correre da sola. Ma, come si dice, can che abbaia non morde: gli alleati del Pdl non si scompongono più di tanto dopo che in piazza Duomo Umberto Bossi ha lanciato l'ultimatum a Berlusconi («Giù Monti o se no diamo la spallata a Formigoni»).

In ogni caso tutti i partiti avranno quasi tre mesi di tempo per attrezzarsi. saranno un po' per tutti mesi di tutti tensioni e polemiche sulle alleanze.

In terra orobica i Comuni interessati dalla tornata sono: Albano Sant'Alessandro, Arzago d'Adda, Averara, Blello, Brembate Sopra. Calusco d'Adda, Capriate, Cisano Bergamasco, Curno, Gandino, Leffe, Mezzoldo, Mozzo, Nembro, Oltre il Colle, Parzanica, Solto Collina, Sovere e Villongo.

L'Eco di Bergamo - 24 gennaio 2012 Cronaca

sabato 21 gennaio 2012

Pdl, senza tessera il senatore Carrara


Il tridente potrebbe perdere una punta.

La joint venture formigoniana Marcello Raimondi, Marco Pagnoncelli e Valerio Carrara ha lanciato la campagna sul territorio in vista del (probabile) congresso del Pdl del 12 febbraio. Ma stando all'elenco degli iscritti al partito – lista che la stessa ala che fa riferimento al governatore lombardo ha fornito in più occasioni – tra i tesserati, non figura uno dei tre.

Spulciando l'elenco dei 16.998 nomi, infatti, all'appello manca quello di Valerio Carrara. Il giallo sulla tessera del senatore di Oltre il Colle tiene banco da un po' e lui stesso, nei mesi scorsi, aveva alimentato il mistero sostenendo che «è una questione che riguarda me e il partito».
Ma con la chiusura del tesseramento (l'ottobre scorso) e l'avvicinarsi alle assise qualcuno ha voluto vederci chiaro e controllare. Il risultato? L'iscrizione di Carrara – col versamento di mille euro di tessera-senatore – non risulta. E il caso non ha nulla a che vedere con la questione delle tessere incomplete (prive cioè di una certa documentazione), presentata dagli stessi formigoniani.

Per Carrara non mancherebbe solo la carta identità; non risulta proprio iscritto al Pdl. Ergo: non avrebbe diritto di voto al congresso. La situazione sta tenendo banco nel partito. E potrebbe far pendere l'ago della bilancia dalla parte della corrente concorrente, che candida a coordinatore l'assessore provinciale Enrico Piccinelli.

Probabile che Carrara, a furia di passaggi (la prima volta era stato eletto con l'Italia dei valori, poi aveva annunciato di aderire a Forza Italia, ma si era iscritto al Gruppo misto come esponente unico del Movimento territorio lombardo; infine, dopo la scissione di Fli, è passato dal gruppo Pdl a «Coesione nazionale», i responsabili del Senato) si sia dimenticato di iscriversi al Pdl. Ma ormai sembra tardi per rimediare in vista del congresso. A meno che non slitti un'altra volta.

Be. Ra. - L'Eco di Bergamo - Sabato 21 Gennaio 2012 CRONACA, pagina 25


giovedì 19 gennaio 2012

Un masso, e all'improvviso Merelli precipita sullo Scais


L'alpinista di Lizzola è morto mentre stava arrivando in vetta insieme all'amico Paolo Valoti
L'incidente sotto il Torrione Curò.( a destra nella foto ) Colpito dalla pietra, Mario è scivolato per 300 metri


«Non ci credo, non può essere vero». È la frase che più ricorreva tra la gente ieri mattina a Valbondione e nei paesi dell'alta Valle Seriana, al diffondersi della notizia che Mario Merelli, il forte scalatore 49enne di Lizzola, aveva perso la vita quando aveva quasi raggiunto la vetta del Pizzo Scais. Montagna indicata sulle cartine come «Punta di Scais» e che, con i suoi 3.038 metri è uno dei tre big delle Orobie, unitamente al Pizzo Coca (3.050 metri) e al Pizzo Redorta (3.038).
Il tragico evento poco dopo le sette di ieri mattina quando, in compagnia dell'amico Paolo Valoti, già presidente della sezione Cai di Bergamo, l'alpinista era ormai a una decina di minuti dalla vetta di Scais.

Una salita in notturna
Mario e Paolo si erano ritrovati a Lizzola, all'albergo Camoscio-méublé gestito dalla famiglia Merelli, nella serata di martedì. Poi, sul tardi, erano scesi a Valbondione, da dove ha inizio il ripido sentiero che, superando un dislivello di oltre novecento metri, consente di raggiungere il rifugio Coca, posto alla quota di 1.982 metri sul livello mare.
Era circa mezzanotte quando i due amici si sono incamminati lungo il sentiero, percorrendolo con la prudenza necessaria sia per il buio, sia per tratti di neve e ghiaccio che in questo periodo lo caratterizzano. Hanno comunque raggiunto tranquillamente il rifugio, fermandosi per qualche minuto nel reparto invernale, sempre aperto per dare ospitalità agli alpinisti e agli escursionisti che d'inverno salgono in quota
.
La tragica caduta
Merelli e Valoti si sono quindi incamminati verso il lago di Coca (2.008 metri). Lo hanno superato e hanno attaccato la montagna risalendo il Canale Scais. Erano circa le 6,15 quando sono usciti in cima al canalone. C'era ancora buio, quindi i due amici, prima di attaccare gli ultimi tratti della montagna per raggiungere la vetta, hanno deciso di attendere che il cielo si schiarisse. E così hanno fatto.
Notando poi che le rocce della cresta per salire in vetta erano ricoperte di ghiaccio, hanno pensato di spostarsi verso il versante valtellinese, in modo di aggirare la cima e raggiungerla più facilmente. Qui, purtroppo, la caduta mortale.

Valoti era davanti, Merelli lo seguiva. Ad un certo punto, mentre si trovavano sotto il Torrione Curò, si è mosso un grosso sasso che ha colpito Merelli all'addome, facendogli perdere l'equilibrio. L'alpinista è caduto all'indietro, precipitando per circa 300 metri lungo un ripido canale e fermandosi esanime in fondo alla Vedretta di Scais. Valoti, sconvolto, lo ha chiamato più volte, è sceso lungo il pericoloso canale, quindi è risalito in cresta perché solo da là era possibile utilizzare il cellulare, con il quale ha allertato il 118.
L'eliambulanza ha raggiunto la località ma Mario era morto sul colpo. La salma dell'alpinista è stata recuperata con il verricello e trasportata alla sede del soccorso alpino di Valbondione.
Sul posto sono subito giunti i fratelli di Mario, Dino e Raffaella, e quindi parenti, tanti alpinisti e suoi amici. Tra loro, visibilmente affranto, Marco Zaffaroni, l'amico di tante scalate, con il quale Merelli aveva condiviso la gioia della costruzione di un ospedale nella poverissima zona del Dolpo, in Nepal.

La moglie di Mario, Mireia Giralt, si trovava in Spagna, dalla sua famiglia. Avvertita di quanto successo è riuscita a prendere immediatamente un volo da Barcellona e giungere a Orio al Serio dopo mezzogiorno. Intorno alle 14 è giunta a Valbondione. Dopo un abbraccio commovente con Paolo Valoti e i cognati ha voluto rimanere da sola con il suo Mario per qualche istante. Con Mario ha sempre condiviso un grande amore per la montagna.
Verso le 15, la bara con le spoglie dell'alpinista, dopo gli accertamenti dei carabinieri della stazione di Ardesio, è stata trasportata a Lizzola, dove, ad attendere, c'era mamma Luigina che si è abbandonata a uno straziante pianto di dolore.

La scomparsa dell'alpinista bergamasco ha commosso gli abitanti della Valle Seriana e della Bergamasca. In particolare, la piccola comunità di Lizzola e Valbondione si è stretta affettuosamente alla mamma, alla moglie, ai fratelli e ai parenti. Il sindaco Benvenuto Morandi ha dichiarato il lutto cittadino issando a mezz'asta la bandiera del municipio. Il funerale di Mario Merelli sarà celebrato sabato alle 14,30 nella chiesa di Lizzola.
Enzo Valenti - L'Eco di Bergamo - Giovedì 19 Gennaio 2012 CRONACA, pagina 20

mercoledì 18 gennaio 2012

Precipita sulle "sue" montagne, muore l'alpinista Mario Merelli


L'alpinista ha perso la vita cadendo in un canale nella discesa dal pizzo Scais, nei pressi del rifugio Brunone, in territorio  di Valbondione.

Il noto alpinista bergamasco Mario Merelli è morto intorno alle 8 di mercoledì 18 gennaio. Secondo le prime informazioni l'alpinista ha perso la vita cadendo in un canale nella discesa dal pizzo Scais, nei pressi del rifugio Brunone, in territorio di Valbondione. Merelli, 49 anni, viveva a Lizzola ed era amatissimo da tutti gli appassionati di montagna bergamaschi.

L'incidente è avvenuto nella discesa del pizzo Scais insieme all'amico di sempre, l'ex presidente del Cai Paolo Valoti. I due sono partiti da Valbondione alle 23 di martedì 17 gennaio per poi fermarsi al rifugio Coca per una pausa. In notturna la scalata al pizzo Scais. La vetta è stata raggiunta intorno alle 6 di mercoledì. Merelli e Valoti hanno poi deciso di raggiungere il rifugio Brunone.

Durante la discesa Merelli si sarebbe aggrappato a un macigno che ha perso stabilità. E' precipitato per circa trecento metri. Il compagno di escursione è sceso per verificare le condizioni dell'amico ed è risalito per chiamare i soccorsi. Sul posto è giunto l'elicoccorso del 118, che ha issato il corpo senza vita di Merelli con il verricello.

La salma si trova alla base del soccorso alpino di Clusone. Sotto choc anche il responsabile del Soccorso Alpino provinciale, Renato Ronzoni: "Basta un niente perchè tutto si trasformi in una tragica fatalità. Mario era sempre riuscito a ridurre al minimo il rischio".

Originario di Vertova e figlio di una guida alpina, Merelli nella sua ventennale carriera aveva conquistato una decina di «ottomila», tra cui due volte l'Everest. L’ultima in ordine di tempo, il suo decimo ottomila, è stato il Dhaulaghiri (8,167 metri), in Nepal, scalato insieme a Marco Zaffaroni, nel maggio 2011 e prima il Cho Oyu (8201 metri) scalato il 29 settembre 2009.
 .
Bergamonews - Mercoledì, 18 Gennaio, 2012

domenica 15 gennaio 2012

Emergenze in alta quota? «Teniamo aperte le baite»


La proposta del responsabile scout Agesci: si prevedano ripari
E dopo le ultime disavventure aggiunge: corsi col Soccorso alpino

Baite aperte d'inverno in alta quota. È la proposta di Cristiano Baroni, responsabile degli scout bergamaschi dell'Agesci dopo la disavventura del gruppo sorpreso dalla bufera di vento e soccorso la scorsa settimana sul monte Grem.
A chi gli fa notare come il Soccorso alpino sia un po' stanco di recuperare scout dispersi in montagna in braghe corte, come al Telini alla vigilia dell'Epifania e ad Ambria lo scorso novembre, Baroni così replica: «È vero che qualcuno è un nostalgico della divisa scomoda, ma l'associazione prescrive che si affrontino le varie situazioni all'aria aperta con l'attrezzatura giusta. Penso anche che ormai sono molte le persone che vanno in alta montagna d'inverno fra ciaspole, sci alpinismo e camminatori».
Poi la proposta: «Perché non provare a lasciare aperte le baite, in aggiunta agli invernali dei rifugi, come ripari di emergenza? Parliamone: con il Cai, con chi va in montagna, con i proprietari degli alpeggi».
E Baroni cita il Cai non a caso, a riprova, dice, che le due realtà non sono poi così lontane. «Molti scout sono anche iscritti al Cai – spiega –. Inoltre da tempo collaboriamo per fare in sicurezza attività in grotta o di arrampicata. Ora vorrei contattare il Soccorso alpino per vedere se è possibile organizzare specifiche iniziative di formazione alla sicurezza in montagna».
Percentuali e competenzeCerto le ultime disavventure che hanno avuto per protagonisti gli scout farebbero concludere che non sono più quelli di una volta, esperti di tutto. «Una volta erano anche meno numerosi – replica il responsabile degli scout bergamaschi dell'Agesci –. E sul totale degli scout, la percentuale di chi si perde non è alta – il 5 gennaio, per esempio, c'erano almeno altri tre gruppi di scout sui sentieri alti delle Orobie e tutto è andato bene –, ma è innegabile che troppa vita di città fa male e il livello di competenza tecnica si è abbassato.

L'associazione organizza perciò campi nazionali di specializzazione per i capi, uno sulla montagna d'inverno viene fatto da tre anni in Valcanale».
E anticipa: «Di sicuro noi dedicheremo il prossimo tema annuale di zona alla competenza in montagna e potremmo anche formalizzare specifiche pattuglie tecniche con capi esperti a disposizione dei gruppi che vogliono fare attività impegnative».

Da mettere in calendario comunque, perché «un po' di avventura è stimolante. Le attività pratiche sono parte integrante del metodo scout, irrinunciabili. C'è tutta una metodologia che lega il fare, l'imparare, il simbolo, la crescita personale in funzione di un miglior servizio agli altri».
Infine una provocazione: gli scout oggi hanno ancora senso? «Gli scout bergamaschi sono circa 1.700 – spiega Baroni –, con 280 volontari che per diventare capi seguono un iter di formazione. È un metodo educativo che copiano tutti perché se applicato bene insegna l'indipendenza, la stima di sé, la solidarietà. E mi sembra che ce ne sia bisogno ancora. Il punto è che per imparare a far le cose da soli, i ragazzi devono essere lasciati andare. Il capo bravo è quello che lascia sbucciare le ginocchia, ma è capace di circoscrivere il rischio alle sole ginocchia sbucciate».

Susanna Pesenti - L'Eco di Bergamo - Domenica 15 Gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 37


sabato 14 gennaio 2012

Il sindaco di Oltre il Colle Manenti ha annunciato di non volersi ricandidare


Elezioni, il sindaco rinuncia «Comune con pochi soldi»
Oltre il Colle, Manenti non si ripresenterà: mi toglie troppo tempo
La minoranza: «Situazione critica, sarà difficile trovare candidati»

Lo ha annunciato in Consiglio comunale: Rosanna Manenti, primo sindaco donna di Oltre il Colle, eletta nel maggio 2007, non si ricandiderà. Come non si presenterà più il suo gruppo «Per il bene della nostra terra».
 
«L'attività amministrativa mi toglie troppo tempo – dice – e ho dovuto rinunciare a buona parte del mio lavoro. Per questo, a fine mandato, non mi ricandiderò». 

Cinque anni, quelli di Rosanna Manenti, con non poche difficoltà, in particolare nei rapporti con i villeggianti che, in più occasioni, hanno criticato il suo operato. «Sono soddisfatta del lavoro svolto in questi anni – dice –. Pensavo di riuscire a fare di più ma ho dovuto fare i conti con la burocrazia e la scarsità di fondi a disposizione. Così, rispetto agli obiettivi che ci eravamo fissati nel programma, ho dovuto fare un passo indietro. Penso sarà difficile trovare qualche candidato. I sacrifici da fare sono tanti». 

Nessuna candidatura ufficiale, per ora, arriva anche dalla altre due liste in Consiglio comunale.
 
Paolo Maurizio, già sindaco dal 1995 al 2002 e ora consigliere di minoranza nel gruppo «Crescere insieme», non si sbilancia ancora su possibili candidature ma vede non proprio roseo il futuro dell'Amministrazione del paese. «Con la nuova legge, Oltre il Colle avrà solo due assessori e sei consiglieri – dice –. Il lavoro ricadrà ancora di più sul sindaco che dovrà affrontare una situazione difficile da un punto di vista economico: i soldi sono sempre meno, le entrate dalle urbanizzazioni non ci saranno più, visto che ormai si è costruito e non si vende più alcuna casa, il Comune potrà fare sempre meno mutui perché gli verrà ridotta, per legge, la possibilità di indebitamento. Il sindaco, se vorrà fare qualcosa, dovrà mettere la mano nelle tasche dei cittadini, quindi sarà lui a fare la figura di chi aumenta le tasse. 

E sarà sempre più un sindaco-podestà, con svilimento della democrazia».
«Comune con pochi soldi – continua Maurizio – quindi con pochissimi margini di manovra. Si farà l'ordinaria amministrazione e si vivacchierà. E un sindaco che dovrà fare i salti mortali. Anche per questo, alle prossime elezioni, sarà difficile trovare candidati».
 
Pure dall'altro gruppo in Consiglio, la Lega, per ora nessun candidato ufficiale. «Dovremo incontrarci a breve – dice Marcello Tiraboschi –. Non sarà facile, però, comporre una lista di partito, dato che ora devono essere tutti tesserati. Eventualmente ci indirizzeremo verso un gruppo civico».

Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo - Sabato 14 Gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 42

Nota della Redazione:
Le difficoltà da parte delle Amministrazioni locali sono ben note e coinvolgono Comuni grandi e piccoli. Ciò che ha reso ancor più pesantela situazione a Oltre il Colle, è stato il costante rifiuto dell'Amministrazione Locale di interagire con le "offerte"  dei privati ( in buona parte senza richiesta di contributi ) e l'isolamento nei confronti della Amministrazioni vicine. Emblematica la difficoltà di rapporti con la locale Pro Loco, ovunque "mano operativa" nelle attività di promozione e gestione turistica.

lunedì 9 gennaio 2012

Tempo, e' in arrivo il freddo. Neve in pianura a fine mese


Un pazzo inverno che non smette di stupire. Ieri a Bergamo la colonnina di mercurio è salita oltre i 10 gradi; a Milano nel pomeriggio si sono registrati 16 gradi. Ma quando ci sarà la brusca sterzata che ci catapulterà nei rigori invernali? Già in montagna non si scherza. Il vento forte sulle Orobie nella giornata di domenica lo testimonia.

Ma in pianura c'è chi vuole l'arrivo della neve. Le previsioni di un paio di settimane fa davano per probabile una spolverata per metà settimana. Invece no. Tutto come prima. E per vedere i primi fiocchi di neve in pianura occorrerà attendere - dicono gli esperti - gli ultimi giorni di gennaio.

Fino a domenica 15 gennaio il tempo dovrebbe mantenersi abbastanza soleggiato, con nebbie e foschie soprattutto martedì e domenica. Attenzione però alle temperature che subiranno un netto calo. La minima attorno allo 0 mentre le massime da mercoledì in avanti scenderanno fino a solo 4 gradi.

Dopo il 15 gennaio il tempo inizia a guastarsi: dal 16 al 22 sarà una settimana di pioggia (soprattutto giovedì 19). Nel dettaglio gli esperti prevedono pioggia mista a neve - ma sarà solo un rovescio - per la giornata di venerdì 20, mentre fra domenica 22 e lunedì 23 la neve potrebbe cadere con più consistenza. E nei «giorni della merla», gli ultimi tre di gennaio, il grande gelo.

L'Eco di Bergamo - 9 gennaio 2012 Cronaca

sabato 7 gennaio 2012

Bufera di neve in vetta, salvi nove scout

Bufera di neve in vetta, salvi nove scout

 
Oltre il Colle: sorpresi dal gelo sul Grem, recuperati dal soccorso alpino. Una ragazza in ipotermia
«Poco informati e in pantaloncini: con la montagna non si scherza». Ma non hanno rinunciato alla gita

Una bufera di vento e neve ha sorpreso nove scout di Bergamo, salvati dal soccorso alpino di Oltre ...
Oltre il Colle
Se la sono vista brutta nove scout di Bergamo portati in salvo giovedì sera dagli uomini del soccorso alpino della delegazione Sesta orobica, stazione di Oltre il Colle. Una ragazza del gruppo, a causa del freddo, è stata trovata in lieve stato di ipotermia ed è stata colta da malore. È accaduto nel giorno della vigilia dell'Epifania sul Monte Grem, in Valle Serina.

«Purtroppo non è la prima volta – spiega Renato Ronzoni, responsabile della Sesta delegazione orobica del Soccorso alpino –: solo due mesi fa l'ultimo episodio di scout dispersi, in quell'occasione ad Ambria. Occorre inviare un messaggio di prevenzione per fare capire a questi ragazzi: la montagna va visitata solo dopo averla conosciuta e dopo aver preso le opportune misure per frequentarla correttamente».

Due capi e sette sedicenni
Giovedì, nel tardo pomeriggio, nove ragazzi (due capi scout sui 30 anni e 7 adolescenti di 16 anni) hanno lasciato la baita privata sul monte di Zambla, dove erano arrivati qualche ora prima con i pullman di linea, e si sono incamminati sul sentiero che porta al bivacco Telini, gestito dagli alpini di Gorno Oneta.

Erano le 17, però: troppo tardi per fare un'escursione e pare che qualcuno li abbia anche avvisati del pericolo che correvano, ma il gruppo ha proseguito l'avventura, incurante del consiglio.
Inoltre, sempre stando al racconto dei soccorritori, hanno percorso il sentiero estivo che porta al Grem, non adatto quindi a un'escursione invernale. «Bisogna conoscerla bene la montagna prima di cimentarsi in uscite così rischiose» spiega Gianluigi Carrara, guida alpina e capostazione del soccorso alpino di Oltre il Colle.
«Stando a quanto ci hanno riferito, i ragazzi sono partiti con l'intenzione di raggiungere il bivacco Telini (non presidiato, ma dove avrebbero trovato della legna con cui scaldarsi, ndr), ma si sono trovati in difficoltà, hanno perso l'orientamento e la strada quando sono stati sorpresi da forti raffiche di vento e da una piccola bufera di neve. A quel punto, presi dalla paura, si sono fermati e hanno
informato un responsabile del bivacco, che ha detto loro di chiamare il 118. Da lì si è messa in moto la macchina dei soccorsi».

Si scaldavano con le candele
I ragazzi erano a circa 1.600 metri in quota «e il vento a quelle altezze – prosegue Carrara – è davvero insidioso, soprattutto per l'abbigliamento che indossavano: pantaloncini corti. Oltre che impauriti, li abbiamo trovati infreddoliti e una ragazza addirittura in ipotermia di primo grado. Nell'attesa avevano acceso qualche candela per scaldarsi, in compenso hanno lasciato nei loro zaini degli utili sacchi a pelo».

Appena ricevuta la comunicazione, David Borlini ha inforcato la moto da trial e dopo aver recuperato uno zaino opportunamente riempito di coperte si è messo sulle tracce del gruppo mentre la squadra di soccorso si preparava per andare incontro agli scout. Fin dove ha potuto è risalito lungo il sentiero con la moto, poi l'ha abbandonata per via della neve, proseguendo a piedi.
«Una volta raggiunti li ha guidati sulla strada giusta per il rientro – spiega Carrara –. Nel frattempo, la nostra squadra era partita a bordo di una jeep. Anche noi ci siamo fermati per l'impraticabilità del sentiero e siamo andati incontro al gruppo a piedi. Una volta rientrati alla jeep abbiamo fatto spola un paio di volte per portare tutti quanti a Gorno, passando all'altro versante della montagna, più facile da raggiungere con la jeep.
I giovani si sono riscaldati in un bar del paese. La ragazza che è stata male ha preferito chiamare i familiari, che sono venuti a prenderla».
Ma il resto del gruppo ha deciso di proseguire con il programma della gita e si è fatto accompagnare alla baita sul monte di Zambla. «Abbiamo consigliato loro di contattare qualche responsabile, per informarlo di quanto avvenuto ma hanno preferito evitare per via dell'ora tarda che si era fatta».
«Non c'è abbastanza conoscenza della montagna – conclude Carrara – bisogna avventurarsi solo quando si conosce il territorio, ci si è informati sulle previsioni meteorologiche e soprattutto si hanno mezzi adeguati e abbigliamento consono per un'uscita invernale a certe altitudini. Mai sottovalutare la montagna».
Silvia Salvi - L'Eco di Bergamo - Sabato 07 Gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 34





venerdì 6 gennaio 2012

Non è solo questione di “soldi”

Buco nero
 
Nel periodo delle festività natalizie quasi tutti i Comuni componenti il Distretto “Fontium et Mercatorum”, COMUNE DI SAN PELLEGRINO TERME -  COMUNE DI SERINA -  COMUNE DI BRACCA -  COMUNE DI CORNALBA -  COMUNE DI COSTA SERINA, hanno pubblicizzato le varie manifestazioni organizzate sia dagli Enti Pubblici sia dalle varie Associazioni locali. Vedi  il testo del volantino su : http://fontiumetmercatorum.files.wordpress.com/2011/12/locandina-distretto-natale2011.pdf .
Anche Amministrazioni Locali certamente con capacità finanziare inferiori a quelle di Oltre il Colle, hanno contribuito a rendere il “clima natalizio” più lieve rispetto alla generale crisi economica che ha chiuso il 2011.
L’unica Amministrazione “assente” è quella di Oltre il Colle. Eppure appuntamenti interessanti, sia per i turisti sia per i residenti non mancavano.
Cito ad esempio il CONCERTO DEL CORPO MUSICALE di OLTRE il COLLE di mercoledì 28 dicembre 2011 alle ore 20.45 presso la Chiesa parrocchiale di Oltre il Colle, oppure la tradizionale Fiaccolata sugli sci, organizzata come ogni anno dal gruppo G.G.A. di Zambla Bassa per il giorno 05-01-2012 alle 20.15 presso il piazzale inizio del paese con distribuzione di vin Brulé e panettone a tutti. e ai più piccini caramelle dalla befana.
Non crediamo che la pubblicizzazione sul citato volantino potesse costituire un insormontabile problema economico per un Comune che si era affidato a un legale, con la dovuta e relativa parcella, per far chiudere una Webcam sul monte Arera.
Il fatto non è passato inosservato dai residenti e frequentatori della Conca che l’hanno segnalato alla nostra Redazione con un misto di rassegnazione e indignazione.
E’ la dimostrazione che anche nella Conca di Oltre il Colle esiste un “buco nero” Questo corpo è dotato di un'attrazione gravitazionale talmente elevata da non permettere l'allontanamento di alcunché dalla propria superficie.
Gallicus

mercoledì 4 gennaio 2012

Finalmente neve in quota

Sci, apre anche Piazzatorre. E da oggi, in Val Carisole, in funzione la nuova seggiovia quadriposto
Si scende alla Conca dell'Alben, in Val Serina. Ancora chiuso l'Avaro

Finalmente la neve in alta quota. E i fiocchi caduti l'altra notte, circa 20-30 centimetri, hanno consentito a Piazzatorre di aprire ufficialmente la stagione  sciistica. Da ieri si scia sulle piste Panoramica e Gremei grazie alle due seggiovie Gremei 1 e Gremei 2, in Torcola Vaga (aperto, quindi, anche il rifugio Gremei). E da oggi si scierà anche in Torcola Soliva, grazie alla seggiovia del Troacchio. Comprensorio unito, quindi, grazie allo skiweg che collega Torcola Vaga e Soliva. E per l'avvio di stagione lo skipass giornaliero è scontato a 20 euro.
Da oggi apre anche la nuova seggiovia quadriposto della Val Carisole, nel comprensorio di Brembo Ski (Foppolo, Carona e San Simone).
L'impianto va a sostituire i due skilift «Terre rosse», che partivano dalla conca della Val Carisole e arrivavano al rifugio Mirtillo e «pensiona» definitivamente anche il «Conca Nevosa», che dal Mirtillo portava oltre i 2.100 metri di quota. «La neve tanto attesa è arrivata – dicono da Brembo Ski – anche se in misura minore rispetto alle aspettative e con centimetri di neve andati persi per colpa del forte vento che ha raggiunto i 70 chilometri orari fino alla mattina.

I tecnici hanno lavorato, ininterrottamente tutto il giorno, per preparare al meglio la pista Terre Rosse al servizio della prima seggiovia quadriposto ad agganciamento automatico del comprensorio».
Da oggi quindi, a Foppolo e Carona sono aperte le seggiovie Paese, IV Baita, Montebello, Valgussera, Conca Nevosa, Alpe Soliva e il tappeto Bimby oltre al nuovo tappeto in zona Foppelle. A San Simone in esercizio le sciovie Arale e Capriolo e le seggiovie Colla e Camoscio con le rispettive piste. Il comprensorio ha registrato un grande afflusso di sciatori durante le festività natalizie, nonostante le bizze del tempo, con punte di 4.500 primi ingressi nella giornata del 31 dicembre.
In alta Valle Brembana si scia, da dicembre, anche nel comprensorio di Valtorta-Piani di Bobbio (da oggi resta chiuso un solo impianto), mentre è ancora fermo l'impianto di risalita a Cusio-Piani dell'Avaro. Ieri la neve scesa è stata spazzata via dal vento (sono però aperti i rifugi).
Passando in Val Serina sono aperti entrambi gli impianti, quello di Zambla Alta (gestito dalla società Costa Nebel) e della Conca dell'Alben (gestito da quest'anno dallo Sci club Val Serina). Sono aperte, infine, le piste per lo sci di fondo di Roncobello, Branzi, Zambla Alta e Piani di Bobbio
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Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo - Mercoledì 04 Gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 42

martedì 3 gennaio 2012

Dalla Provincia aiuti ai giovanie alla montagna


Tra i progetti finanziati una via ferrata sull´Alben di Oltre il Colle

La Giunta provinciale, su proposta dell'assessore alle Attività giovanili e alle Politiche montane Fausto Carrara, ha deliberato una serie di contributi per sostenere la montagna e le politiche giovanili.
«L'obiettivo è quello di lavorare in sinergia con enti e associazioni per promuovere una politica di sostegno alle attività e alle iniziative di particolare rilevanza e interesse nel settore delle attività giovanili e delle politiche montane – spiega Carrara –. In particolare ci siamo rivolti a quelle azioni rilevanti dal punto di vista della valorizzazione e promozione del territorio e dello sviluppo montano».
I progetti finanziati sono 14 con un sostegno complessivo di 75 mila euro. Il dato importante è che i contributi concessi dell'assessorato alle Politiche montane e alle Attività giovanili valorizzano idee e programmi sul territorio per oltre 260 mila euro.
Si tratta di progetti di varia natura quali la promozione e lo sviluppo del territorio montano e della rete sentieristica, la sicurezza in montagna, la promozione e la valorizzazione delle realtà culturali e delle identità delle popolazioni locali, gli eventi sportivi, culturali, didattici e di spettacolo realizzati in montagna o a favore dei giovani.

«Destinatari dei contributi sono Comuni e associazioni che hanno dimostrato una valenza territoriale e la capacità di esprimere progetti concreti a favore della montagna bergamasca e dei giovani – illustra Carrara –. Fra i vari progetti, tutti meritevoli di attenzione, l'assessore Carrara evidenzia quello realizzato in collaborazione con l'associazione Fancy Mountain che porterà alla realizzazione di una via ferrata sul monte Alben, per contribuire alla promozione e sviluppo di questa splendida realtà del territorio bergamasco.

Con il Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico lombardo
verrà sviluppata una serie di azioni di informazione e divulgazione sulla cultura della sicurezza e prevenzione in montagna, anche con la realizzazione di dvd e opuscoli informativi legati al "Progetto sicuri in montagna" del Soccorso alpino stesso».
«Insieme vogliamo divulgare ai ragazzi e agli adulti appassionati di montagna le nozioni per affrontare in sicurezza l'affascinante mondo della montagna nei suoi molteplici aspetti», conclude l'assessore Carrara.

L'Eco di Bergamo - Martedì 03 Gennaio 2012 PROVINCIA, pagina 29