sabato 30 ottobre 2010

Neve e freddo a Foppolo



Già aperta la scuola di sci. Mai così presto negli ultimi anni. Minibelt tutti i fine settimana. Pista con 40 centimetri di manto

Mai così presto sugli sci. Quanto meno in un campo scuola a Foppolo. Ieri c'erano già alcuni piccoli sciatori sulla pista delle Foppelle, gestita dalla Scuola sci 90 Foppolo. E oggi ci sarà l'apertura ufficiale della stagione invernale, seppure per piste vere e seggiovie bisognerà attendere ancora qualche settimana.
«La neve dello scorso weekend – dicono dalla società Brembosuperski che gestisce impianti e piste – ha consentito un discreto innevamento del campo scuola alle Foppelle. Campo che si apre con una settimana di anticipo rispetto allo scorso anno, eccezionalmente a ottobre. Con l'avvio delle lezioni si apre anche ufficialmente la stagione invernale 2010-2011 del comprensorio sciistico di Bremboski, con Foppolo, Carona e Valleve».

Pista lunga 50 metri
A consentire l'apertura del campo scuola, oltre alla nevicata dello scorso fine settimana e al freddo, ci hanno pensato anche due cannoni sparaneve che, per due giorni, hanno incrementato il manto nevoso fino a circa 40 centimetri. Il minibelt per l'utilizzo della pista (lunga una cinquantina di metri), sarà aperto solo nei fine settimana, dalle 9 alle 16 (orario continuato), fino a fine novembre. Ai clienti sarà data anche la possibilità di uno sconto del 50% per l'affitto dell'attrezzatura e per le lezioni individuali, di piccoli gruppi o collettive. «Nel frattempo – proseguono dalla sede di Brembosuperski – si sta lavorando alacremente per ultimare i lavori e preparare al meglio le nuove piste in modo da aprire il comprensorio al più presto». L'ufficio di Bremboski rimarrà aperto sabato, domenica e lunedì, dalle 9.30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17.

Stagionali scontati
E oggi scade l'offerta proprio di Brembosuperski sugli stagionali scontati: 160 euro anziché 200 euro per il baby (nati dopo il 30 novembre 2002), 250 euro anziché 290 per gli junior (nati dopo il 30 novembre 1994), 380 euro anziché 420 euro per gli adulti, 290 euro anziché 320 per i senior (nati prima del 30 novembre 1945) e per la famiglia 950 euro anziché 1.020 euro. Lo stagionale su Bremboski (Foppolo, Carona e Valleve) avrà validità dal 4 dicembre 2010 al 10 aprile 2011. I possessori dello stagionale, inoltre, avranno diritto a una giornata di sci gratuita sulle piste di Madonna di Campiglio. E pronte sono anche le tariffe per la stagione del nuovo comprensorio unito di Piazzatorre (info sul sito www.piazzatorreskiarea.com).


Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo Sabato 30 Ottobre 2010PROVINCIA,pagina 4

venerdì 29 ottobre 2010

Zogno, Provincia alla carica per confermare i fondi

Pirovano - per la variante metto sul piatto la presidenza
Zogno, Provincia alla carica per confermare i fondi
«Disposti anche a sforare il patto di stabilità»
Fra le sanzioni previste l'impossibilità a ricandidarsi

«Quella variante val bene una poltrona». La prima è quella di Zogno, la seconda quella della presidenza della Provincia. La dichiarazione, resa in pubblico dal numero uno di via Tasso e da lui confermata con forza ieri, non è una boutade.
L'impossibilità a ricandidarsi è una delle sanzioni accessorie che il Codice delle autonomie in discussione in Parlamento prevede per gli amministratori di enti (Province, ma pure Comuni) che dal 2011 sforeranno il patto di stabilità. «E io non ho dubbi – spiega Ettore Pirovano – pur di fare quest'opera, attesa da anni e anni dalla popolazione, sono pronto a uscire dal patto, a fare un mutuo. E pure a non candidarmi più».

La variante agognata
La vicenda è complicata e sta generando un caso politico. Alla base di tutto, ancora una volta, i tagli previsti dalla Finanziaria. Quei tagli che hanno fatto saltare sulla sedia le Regioni, e che a cascata, modello domino, si riversano su Comuni e Province. «Il governo di centrodestra – chiosa Pirovano, che è anche parlamentare – per sanare il debito del Centro-Sud ha dovuto penalizzare i virtuosi».

La variante di Zogno, opera da 61,4 milioni che la Valle Brembana schiacciata dal traffico attende come fosse d'oro, è finita in pieno nel calderone. E dei tagli potrebbe essere una delle vittime. Ma Pirovano non ci sta. Prima di uscire dal patto, la via è un nuovo appello alla Regione perché copra la spesa. Quanto serve? Tolte spese di progettazione e altri oneri, occorrono 43,9 milioni. «Al netto di fondi provinciali e di altri che il Pirellone ha a disposizione, servono circa 26 milioni dalla Regione fra quelli messi in discussione dalla manovra». Indicativamente divisi in tre anni.

Il fatto però è che la Regione, da dividere su tutte le Province, ha spiegato di avere in tutto 44 milioni («Ma i tagli vanno ancora quantificati in modo preciso»). Il presidente spiega perché una grossa fetta di questi dovrebbe andare a Bergamo. «La nostra variante è già finanziata, si veda la delibera 10/111 dell'agosto 2009. Lì i nostri sogni sono diventati concreti, prima non si sarebbe potuto avviare alcun cantiere. Non mi risulta alcun atto ufficiale di revoca dei fondi». Ma il tasto su cui si batte è soprattutto un altro: «La nostra è l'unica fra le opere viabilistiche sul tavolo dell'assessorato in Lombardia ad avere un contratto firmato».

In tutto le Province chiedono opere per 120 milioni. «Zogno, ribadisco una volta per tutte, è la più avanti. Se non arriveranno quei soldi ci esponiamo a ricorsi. Non si può equiparare l'avanzamento della variante ad altre in fase embrionale».

Fuga in avanti?
Dopo la delibera del 2009, l'11 maggio 2010 c'è stata l'aggiudicazione provvisoria dell'opera. «È stata individuata una ditta di Alessandria, sono partite le verifiche burocratiche. Da qui uno stop ci avrebbe esposto alle richieste di danni non solo della vincitrice ma anche delle altre imprese partecipanti. A giugno, poi, si è saputo che i fondi erano in forse. Ma l'iter era partito». A metà agosto si sono concluse le verifiche e i lavori sono stati aggiudicati. Il 22 settembre la firma del contratto. «Subito dopo mi è arrivata una lettera in cui l'assessore regionale Cattaneo chiedeva di fermarci. Tempistica a parte, non ritengo una lettera
dell'assessore, con cui per altro ho buoni rapporti, un atto ufficiale. Ci saremmo esposti ancora di più a ricorsi».

Poi è arrivata l'eco di mal di pancia fra le altre Province. «Dicono che abbiamo fatto i furbi. Falsissimo, e offensivo. Abbiamo seguito l'iter, fatto le cose secondo le regole e nei tempi per ottenere un'opera fondamentale. Adesso sarebbe una colpa?». Il caso è più che aperto. La richiesta di finanziamenti resta oggetto di incontri fra Provincia e Regione. L'ultimo martedì. Sul piatto una controproposta: «Abbiamo offerto alla Regione di lasciare nelle sue casse 15 milioni, frutto di ribasso d'asta, facendoci carico noi dei costi successivi eventuali. Un rischio, lo so. Ma per quest'opera lo faremo».

La faccenda diventa politica: «La Lega è per la variante. Umberto Bossi è al corrente di tutta la vicenda. Attendiamo il rientro di Roberto Formigoni da Shangai».

A mali estremi, estremi rimedi
Se con la Regione le cose non quadrassero, si passa all'altra strada. «Per opere viabilistiche, dalla variante di Riva di Solto a quella di Clusone, già nel piano 2010 la Regione ci deve versare 25,8 milioni. Non abbiamo visto nulla, usciremmo dal patto di stabilità già così. Allora dico: se così sarà, andiamo oltre e, per Zogno, chiederemo mutui. Di 44 milioni». Un'esagerazione? «No. È possibile».

Però ci sarà un prezzo da pagare: «Se sforiamo ora lo faremo anche nel 2011. Non mi potrò ricandidare presidente? Pazienza». Ci sono poi anche lo stop agli altri mutui, alle assunzioni, il calo del 30% delle indennità politiche. «Le ultime due voci non mi preoccupano. La prima? Non si può più temporeggiare su un'opera fondamentale per il territorio, le aziende, il turismo». Ora si vedrà. Ma l'intenzione pare chiara: «Questa strada è da fare». Costi quello che costi.

Anna Gandolfi - L'Eco di Bergamo Venerdì 29 Ottobre 2010 PROVINCIA, pagina 34

giovedì 28 ottobre 2010

Obbligo di catene o gomme da neve


Dal 15 novembre sulle strade provinciali milanesi. Anche Bergamo sta preparando l'ordinanza
L'Aci propone l'esempio della Val d'Aosta «No a divieti uguali per pianura e valli»

Memore degli ingorghi e dei disagi patiti dagli automobilisti durante le nevicate degli ultimi anni la Provincia di Milano ha emanato un'ordinanza resa possibile dal nuovo codice della strada che - dal 15 novembre 2010 al 31 marzo 2011 - obbliga tutti gli automobilisti a circolare su tutte le strade di sua competenza con le gomme invernali montate o con le catene a bordo pena una multa di 78 euro. Gli automobilisti bergamaschi che percorrono le strade milanesi sono avvisati: si tratta di un provvedimento che, facilmente, sarà adottato anche da altre provincie o città e in altri ambiti stradali e autostradali.

Nella Bergamasca, per ora, non è stata preparata ancora nessuna ordinanza né per la provincia né per la città. Sia chiaro: può darsi che nel territorio orobico tutto rimanga come prima visto che, nel comma 4 della legge 120 del 29 luglio sulle nuove disposizioni in materia di sicurezza stradale, si legge che il sindaco o l'ente proprietario della strada può emettere l'ordinanza; quindi, non è obbligato. In ogni caso è meglio mettersi in regola perché altrimenti, il mese prossimo, gli automobilisti non informati potrebbero raggiungere Trezzo – il comune milanese più vicino – ed essere sanzionati dopo un normale controllo perché sprovvisti di catene o gomme invernali.

Regole da non dimenticare
Nel caso in cui viene prescritta un'ordinanza – come successo per le strade della Provincia di Milano – l'obbligo a circolare con gomme invernali o catene a bordo non vale solo quando c'è la neve ma in tutto il periodo temporale stabilito indipendentemente dalle condizioni atmosferiche di quel preciso momento. In più, durante tutto l'inverno, gli automobilisti – in particolare quelli che viaggiano spesso – sono tenuti a informarsi delle eventuali normative restrittive a carattere locale che contemplino l'uso obbligatorio di pneumatici invernali o catene a bordo.

Attesa la decisione di Via Tasso
La Provincia di Bergamo sta ancora valutando l'ipotesi di adottare tale misura: «Non abbiamo ancora preso una decisione a riguardo – spiega il dirigente del settore Viabilità della Provincia Renato Stilliti –. Certo è che l'adozione di un provvedimento di questo tipo eviterebbe il riproporsi di situazioni come quella verificata lo scorso anno in occasione delle nevicate, con la paralisi della mobilità lungo le strade provinciali e la conseguente congestione dei centri urbani. Ad ogni modo al provvedimento sono legate delle sanzioni, quindi ci stiamo ancora riservando di valutare come intervenire».
L'inosservanza di queste ordinanze, infatti, è sanzionabile non solo con multe ma anche con l'allontanamento o il fermo del mezzo.
Le forze dell'ordine possono infatti ordinare al conducente di non proseguire la marcia perché il veicolo si trova in condizioni tali da costituire un pericolo per la circolazione. Questo ordine può essere accompagnato da sanzioni pecuniarie e eventuale sottrazione di punti sulla patente.

Manca la segnaletica
La polizia locale di Bergamo – oltre a confermare che l'ordinanza non è obbligatoria ma a discrezione di ogni provincia e comune – segnala anche un'altra problematica: per emanare un'ordinanza che sancisce l'obbligo di pneumatici invernali o idonei mezzi antisdrucciolevoli a bordo del veicolo bisogna anche preparare l'apposita segnaletica per avvisare tutti gli automobilisti che, a oggi, non è pronta.

La sicurezza prima di tutto
Indipendentemente dalle eventuali ordinanze e da quel che stabilisce il nuovo codice della strada da diversi giorni – chi si occupa delle misure di sicurezza alla circolazione – invita tutti gli automobilisti a fare una scelta concreta per la sicurezza di tutti attraverso il pneumatico invernale: «Durante la stagione fredda sono la miglior soluzione possibile – ha dichiarato Fabio Bertolotti, direttore di Assogomma –. Addirittura, in presenza di neve, esaltano le loro prestazioni riducendo gli spazi di frenata fino al 50% rispetto alla gomma estiva. Su pioggia e al freddo riducono gli spazi di frenata fino al 15%».
«Non è più tollerabile che autoveicoli senza pneumatici invernali e catene da neve si blocchino sulle carreggiate provocando la paralisi della mobilità – ha aggiunto l'assessore della Provincia di Milano, Giovanni De Nicola –. Ancora meno tollerabili sono i troppi incidenti originati dalle medesime cause, ai quali, non intendiamo più rispondere solo con misure tradizionali. Auspico che, pur essendo sufficiente munirsi di semplici catene da neve per ottemperare all'ordinanza, gli utenti delle nostre strade si dotino di
pneumatici invernali sostituendoli a quelli tradizionali nel periodo indicato. Si tratta solo di anticipare il costo di un treno di gomme».

«Nella Bassa obblighi solo se nevica»

Catene da neve a bordo e gomme invernali? Sì, ma con una serie articolata di distinguo. In sostanza è questa la presa di posizione dell'Automobile Club di Bergamo in merito all'attuazione della norma del nuovo Codice della strada che ha lasciato la facoltà agli enti proprietari delle strade di regolamentare la materia. In primis l'Aci, per voce del suo direttore, Barbara Aguzzi, mette la priorità alla sicurezza: «L'Aci da anni promuove la scelta delle gomme invernali. E questo è un punto fisso. Ma l'obbligo di avere catene a bordo o quello di installare i pneumatici, richiede un insieme di considerazioni di non poco conto».

Servono i cartelli
Da dove si inizia dunque per fare chiarezza? «Il primo passo è rappresentato dalle strade ove vige questa disposizione. Agli automobilisti devono essere date delle indicazioni inequivocabili e immediatamente comprensibili. In tal senso prendiamo a buon esempio quanto fatto in Valle d'Aosta dove sui tratti in cui vige l'obbligo vi è la segnalazione fatta con la collocazione dei classici cartelli a sfondo blu con l'indicazione del pneumatico con catene».

Diversità di territorio
Barbara Aguzzi aggiunge: «Bisogna poi stabilire anche quando e se catene o pneumatici devono essere installati. Sempre in tal senso prendiamo come buona pratica l'ordinanza della Valle d'Aosta che fa due distinguo. Per le strade di collina e montagna l'obbligo è applicabile, senza condizioni legate all'andamento meteorologico, al cui imbocco è però posizionato il cartello blu; lungo queste strade, i veicoli non dotati di pneumatici da neve dovranno circolare con le catene a bordo in ogni circostanza, mentre, in caso di effettiva nevicata, le catene dovranno essere montate. Diverso invece – sottolinea la Aguzzi – è quanto previsto
lungo le strade di pianura, nelle quali non è esposto il cartello stradale sopradescritto. In questo caso, l'obbligo di pneumatici da neve o catene a bordo, vige esclusivamente in caso di precipitazioni in corso di neve oppure con la presenza di ghiaccio sulla carreggiata».

I costi inutili
Le premesse dell'Aci giungono poi a delle considerazioni di buon senso: «Accanto a questi aspetti che sono fondamentali per evitare confusioni, vi sono poi quelli di natura generale e del buon senso. Obbligare indiscriminatamente tutti a tenere catene a bordo o gomme invernali mi sembra eccessivo. Ad esempio utenti che percorrono poca strada e dinnanzi ad una bella giornata invernale in cui non vi sono pericoli di neve o ghiaccio sarebbero costretti a sostenere dei costi di non poco conto e per giunta inutili».

Strade sempre da pulire
L'Aci, lancia un appello molto forte agli enti proprietari delle strade: «In nessun modo l'eventuale obbligo di gomme invernali o catene può far venire meno quello della manutenzione delle strade e dei provvedimenti per renderle percorribili in caso di ghiaccio o neve. Queste ordinanze devono essere puntualmente studiate e calate in un contesto preciso per evitare che si trasformino nella classica occasione di fare cassa con le multe».

sabato 23 ottobre 2010

La cattedrale vegetale sull'Arera unico esempio nei parchi italiani


Tutelare le tipicità del territorio, rilanciare il turismo e favorire la riscoperta delle bellezze naturali di cui la Lombardia è ricca.

Sono queste le principali richieste presentate venerdì all'assessore ai Sistemi verdi e Paesaggio della Regione Lombardia Alessandro Colucci, in occasione della terza tappa degli Stati generali dedicata ai Parchi montani (Orobie bergamasche e Colli di Bergamo, Alto Garda, Grigna settentrionale, Adamello e Orobie valtellinesi).

La Lombardia vanta caratteristiche che la rendono un «unicum» nello scenario mondiale: è il punto più a nord del mondo dove si producono i capperi, ma è anche il luogo dove crescono piante e fiori come i limoni, l'agave e la stella alpina. E' l'unica regione italiana che può vantare, proprio all'interno di uno di questi parchi (quello delle Orobie bergamasche) una vera e propria cattedrale vegetale interamente costruita con legno, chiodi e corde secondo l'antica arte dell'intreccio.

Una cattedrale a 5 navate e 42 colonne costruita con 1.800 pali di abete, 600 rami di castagno, 6 mila metri di rami di nocciolo e 42 piante ai piedi del Monte Arera a Oltre Il Colle (Bg) a 1.200 metri di altitudine, realizzata da Giuliano Mauri, artista di fama internazionale.
«Regione Lombardia - ha detto l'assessore Colucci - vuole creare un collegamento tra le aree protette, per fare in modo che tutti i Lombardi possano conoscerle e diventarne così orgogliosi e soprattutto testimoni. La Lombardia offre possibilità diverse e fantastiche che spesso sono poco conosciute. E, proprio per fare in modo che tutti possano conoscere le nostre eccellenze, è quanto mai necessario lavorare insieme ascoltando il territorio».
«Tutto questo ovviamente - ha concluso Colucci - deve essere fatto avendo sempre ben presente che la salvaguardia dell'ambiente deve rimanere la priorità». (Ln)

L'Eco di Bergamo - 22 ottobre 2010Cronaca

mercoledì 20 ottobre 2010

Il mio incontro con il lupo. Mi ha guardato negli occhi

La conferma del ritorno del lupo sulle Orobie arriva dal racconto di un fungaiolo che sabato 16 ottobre ha avuto un incontro ravvicinato con un esemplare.
Ecco la sua testimonianza pubblicata su valbrembanaweb.com.

Sabato 16 Ottobre 2010 alle ore 9.30 mi trovavo nella zona della Val Terzera, (zona rifugio Madonna della Neve) alla quota di circa 1.650 metri e precisamente sopra il dosso erboso che limita la baita “Terzera” dalle soprastanti tre “Caselli” (il terzo dei quali è essenzialmente un capanno di caccia con richiami). Ero a raccogliere gli ultimissimi funghi della stagione. Conosco la zona molto bene in quanto sono 7 anni che la pratico per almeno dieci giornate/anno, da Agosto ad Ottobre inoltrato, secondo la stagione. Mi trovavo lungo il margine del bosco in una zona comunque di prato con alcuni abeti. Sul posto insisteva una nebbia fittissima, l’umidità era molto forte (di fatto piovigginava in modo molto fine) e la temperatura era intorno ai 6-7 gradi.

Da circa un quarto d’ora esaminavo alcuni alberi che si trovano nel prato. Di fatto in questo periodo in quel luogo, assai alto, si può sperare di trovare qualcosa solo i prati, il margine del bosco e alcuni alberi isolati. Dallo stesso tempo in ragione di alcuni piccolissimi rumori “anomali” ho avuto la sensazione della presenza di qualche animale, cosa peraltro comunissima, visto che mediamente nella zona ho sempre avvistato i camosci, qualche capriolo, oltre ovviamente ad un infinità di marmotte, qualche lepre, mentre assolutamente normale è sentire fuggire il gallo. Per farla breve passati un paio di minuti da uno scricchiolio di ramo alzo la vista, che era concentrata per lo più sul suolo, ed a una distanza di circa 20 metri, al limitare del bosco osservo quello
che non posso escludere essere né un cane né, come progressivamente ho realizzato: un lupo.

Mi guardava fermo con il muso diritto verso il sottoscritto ed il capo leggermente ruotato.

L’incontro è durato non più di due o tre secondi. Il tempo da parte mia di rendermi conto in che cosa ero incappato e, poiché , ahimè sono piuttosto pauroso dei cani e stante la situazione: nebbia fitta, incontro totalmente inaspettato ed improvviso, assoluta assenza di altre persone o di escursionisti o di cacciatori (oltreché di funghi!) , non nascondo che ho avuto molta paura e mi sono dileguato anche rapidamente, distogliendo per primo lo sguardo girandomi e iniziando a rediscendere il prato.
Ammetto di essermi guardato più volte indietro mentre scendevo, anche perché ero ben conscio che la scia di odore che lasciavo era sicuramente una pista facile…!

Non avevo né macchina fotografica né telefonino, (in quella zona non prende). Né comunque penso che l’avrei usata in quelle condizioni. Posso descrivere l’animale come di altezza e proporzioni del tutto simili ad un grosso cane lupo o, molto meglio, ad un incrocio tra un husky e cane lupo, con un colore beige molto chiaro. La lunghezza del muso vista la prospettiva non sono stato in grado di apprezzala ne ho potuto vedere la coda. Quello che in quei brevissimi istante ho potuto apprezzare era comunque la “floridezza” della faccia ed il naso nero e una espressione che pur impropriamente, definirei “incuriosita”

Faccio inoltre presente che l’idea che fosse un lupo non mi è venuta al momento. Ma si è fatta strada in modo progressivo mentre scendevo e e ragionavo su un insieme di elementi. Poiché pratico la montagna al di fuori delle normali rotte per pescare, cercare funghi, o semplicemente per rifugi, altre volte mi sono imbattuto con cani randagi e regolarmente erano piuttosto provati e e spesso cercavano l’uomo. Quello, no, era decisamente florido e “fiero”. Inoltre l’animale “usciva” da una parte del bosco folta, ripida, e totalmente priva di sentieri.

Sottolineo che nella zona non c’era nessuno. Conosco di vista i frequentatori dei 3 caselli del dosso e nessuno ha un cane, l’unico ad averne uno (una specie di bracco nero) è una persona che frequenta la baita Dossello più avanti (verso passo di San Simone).

Ne ho parlato con il mio “socio”, che da molto più di me batte la zone e che mi ha confermato che non consoce nessuno con un cane, lupo o husky salvo il fatto che comunque nessuno in quel luogo fa pascolare cani liberamente e che insieme, in parecchi anni ed in molteplici uscite in tutte le condizioni atmosferiche, gli unici cani avvistati sono solo e sempre stati quello della già citata baita Dossello più avanti e i vari cani dei pastori che occupano la baita terzera stessa e quelle più in alto verso il passo. più o meno da giugno a settembre.

Ancora una volta, quello che mi ha fatto pensare è la circostanza della quasi certezza che mi stesse osservando da un po’. Quanto sopra evidentemente spero possa servire per una migliore conoscenza del nostro ambiente montano. La cosa buffa è che ha coinciso con il giorno in cui a Bergamoscienza faceva una conferenza in merito.

Cordiali saluti
Marcello

lunedì 18 ottobre 2010

Varante di Zogno sempre più vicina


Via Tasso appalta i lavori

«La variante di Zogno è a tutti gli affetti appaltata». A dichiararlo l'assessore alla Viabilità Giuliano Capetti che nella serata di lunedì 18 ottobre ha dato tutte le delucidazioni su uno dei lavori pubblici più attesi in provincia. «La Regione Lombardia, con delibera dello scorso 7 agosto 2019 - ha spiegato Capetti - ha finanziato questa opera pubblica per un importo di 61 milioni e 400 mila euro e da quel momento la Provincia ha indetto la gara per appaltare i lavori, verificando le eventuali anomalie sui diversi partecipanti alla gara d'appalto».

Successivamente i controlli e trascorsi i 35 giorni previsti dalla legge per l'assegnazione definitiva, via Tasso ha individuato l'impresa Itinera e, sottolinea Capetti, «a oggi non risultano atti amministrativi da parte della Regione che fanno pensare a una revoca dei finanziamenti». Quest'ultima dichiarazione dell'assessore risponde anche alla polemica scoppiata nei giorni scorsi in Provincia dopo che il Pd aveva tirato in ballo prorpio la variante di Zogno, chiedendosi in occasione dell'avvio di un viaggio sul territorio che i Democratici provinciali stanno compiendo in dieci tappe (fino al 19 novembre, passando da Sebino, Valli, Bassa e hinterland) dove «fossero finiti i soldi per la variante di Zogno».

L'Eco di Bergamo - 18 ottobre 2010 Cronaca






domenica 17 ottobre 2010

Orobievive - troppe case a Piazzatore e Valtorta

No di Orobievive ai progetti di sviluppo residenziale di Valtorta e Piazzatorre.

Il coordinamento che riunisce le associazioni Flora alpina bergamasca, Legambiente, Mountain Wilderness, Seriana ambiente, Wwf e Italia Nostra, interviene sui previsti progetti di «valorizzazione» turistica delle Orobie.
«Ci riferiamo al potenziamento degli impianti per lo sci a Valtorta e a Piazzatorre – dice un comunicato di Orobievive –. Così come è accaduto a Vilminore, Lizzola, Arera, Foppolo e San Simone, pare proprio che non si riesca a realizzare nuovi interventi senza una pesante ricaduta sull'ambiente. Ci vediamo costretti a ripetere: le caratteristiche geomorfologiche e ambientali delle Orobie non consentono di intervenire in questo modo sul loro ambiente. Considerando, soprattutto, che l'ammodernamento degli impianti e delle piste rappresenta il grimaldello per la realizzazione di complessi residenziali che, indici di mercato alla mano, sono
sempre più difficili da piazzare e che comportano per contro un consumo di territorio e beni ambientali pesantissimo».

Continua Orobievive: «A Piazzatorre annunciati 105 alloggi nell'ex colonia Genovese e 280 nuovi appartamenti in località Tagliata, a Castione prevista dal nuovo Pgt una colata di cemento, a Valtorta previsto un complesso alberghiero-residenziale che cementificherà la piana di Ceresola. Vogliamo considerare le condizioni della strada che sale a Ceresola, le code di ore nei fondovalle, la mancanza di alternative allo sci valide e non velleitarie? Vogliamo considerare la ricaduta occupazionale? Questa è data da un turismo di qualità rispettoso dell'ambiente non dalla speculazione delle seconde case».

E ancora: «Ci chiediamo inoltre cosa serva aver istituito un'area di tutela quale il Parco delle Orobie se poi al suo interno si interviene con le vecchie logiche di sfruttamento. Ha ragione chi sostiene che le popolazioni che vivono in un'area protetta non devono "pagare" una sorta di pegno perché il loro territorio è tutelato. Si deve allora avere il coraggio da parte della politica di riconoscere a questi territori una sorta di riconoscimento per la funzione che svolgono quali riserve di naturalità, acqua, aria, foreste».

L'Eco di Bergamo - Domenica 17 Ottobre 2010 PROVINCIA, pagina 37

venerdì 15 ottobre 2010

Serina completa il centro sportivo con parcheggi e parco attrezzato

A cinque anni dall'avvio del cantiere. Entro gennaio i lavori nell'area esterna
Si prepara anche il bando per trovare il gestore di bocciodromo e palestra

Entro fine anno o al massimo entro il mese di gennaio riprenderanno, a Serina, i lavori per completare il Villaggio dello sport e dotarlo di un parco verde attrezzato e di parcheggi. Lo ha annunciato, nel corso dell'ultima seduta del Consiglio comunale, il vicesindaco e assessore al Turismo Giovanni Fattori (Lega Nord). E, a conferma del prossimo avvio dei lavori, il Consiglio ha approvato il piano economico, con contributo regionale di 200.000 euro, per l'ampliamento dell'area esterna al Villaggio.

Finanziamento che sarà utilizzato per realizzare i parcheggi (alcune decine di posti auto vicino al campo da calcio) e un'area verde attrezzata (con alberi, panchine e zona picnic) a lato del bocciodromo. Il progetto prevede anche la realizzazione di un marciapiede in via Tridentina (sul lato destro della provinciale, salendo dopo la discoteca Snoopy). Gli impianti sportivi – i due campi per il gioco delle bocce e il campo sportivo – sono già aperti al pubblico dall'inizio dello scorso luglio, gestiti dalla Pro loco.

Resta ancora chiusa, invece, la palestra, dotata di spogliatoi e tribune, ma priva delle attrezzature sportive.
Il Comune sta intanto procedendo a stringere un accordo con una cooperativa già operante in paese in altri settori: dovrebbe subentrare alla Pro loco nella gestione del Villaggio, al cui interno è presente anche un bar. E i nuovi gestori dovranno provvedere all'acquisto del materiale da installare in palestra, come reti e attrezzi. Contemporaneamente partiranno i lavori, finanziati dalla Regione Lombardia per una somma complessiva di 200.000 euro, per la realizzazione dei parcheggi e dell'area verde attrezzata.

Presumibilmente dovrebbero concludersi entro la prossima estate, a cinque anni dalla posa della prima pietra. Nei progetti futuri – ma solo in parte finanziato dalla Provincia – c'è anche un laghetto per la pesca sportiva, sempre adiacente all'area verde. «L'assenza di esigenze particolari ci ha consentito di non dover aprire il Villaggio anzitempo – ha spiegato Fattori –. Con i miglioramenti approvati in Consiglio comunale forniremo al pubblico un servizio ottimale». Le scuole usano infatti già una propria palestra e, in casi particolari, può essere utilizzato il nuovo palazzetto dello sport, non c'era quindi fretta di aprire la palestra del centro sportivo.

Via libera dal Consiglio comunale anche ad alcuni finanziamenti destinati ai servizi sociali, per complessivi 24 mila euro: approvato il contributo di 9.000 euro della Comunità montana Valle Brembana per la manutenzione della Casa anziani «Tiraboschi-Bombello» e di 15 mila euro destinati all'assistenza di una persona diversamente abile.

Alberto Marzocchi L'Eco di Bergamo - Venerdì 15 Ottobre 2010 PROVINCIA, pagina 39

mercoledì 13 ottobre 2010

Passo San Marco, un Comune contro tutti per il parco eolico


Passo San Marco

Si è conclusa con un nulla di fatto la riunione indetta mercoledì mattina a Roma dal Dipartimento per il Coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla questione del parco eolico al Passo San Marco.

L'incontro era stato convocato a causa del dissenso tra le Amministrazioni coinvolte, durante le precedenti Conferenze dei servizi: per questo il problema è diventato di competenza dal Dipartimento per il Coordinamento amministrativo, che ha cercato invano di trovare una soluzione condivisa.

LE VOCI PER IL «NO»

La Provincia di Bergamo, rappresentata dall'assessore all'Ambiente Pietro Romanò, ha ribadito il proprio parere contrario al progetto, sottolineandone ancora una volta l'assoluta incompatibilità con il luogo scelto, per le sue caratteristiche naturali e paesaggistiche.

Dello stesso parere la Provincia di Sondrio, per la quale era presente il presidente, e il sindaco del Comune di Averara (in rappresentanza anche del Comune di Mezzoldo).

Anche Regione Lombardia e Parco delle Orobie, che non erano presenti, hanno fatto pervenire il loro parere negativo. Bocciatura anche da parte del Ministero dei Beni e Attività culturali, dalla Sovrintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e dalla Sovrintendenza archeologica per la Lombardia, che ha sottolineato il grande interesse archeologico rivestito dall'area in questione e l'ingente costo, in termini di presidio e sorveglianza dei lavori, che un simile progetto comporterebbe.

UNA SOLA VOCE PER IL «SI»

Il Comune di Albaredo, rappresentato dall'assessore al bilancio Patrizio Del Nero, ha invece ribadito il proprio parere favorevole difendendo la proposta.

I COMMENTI

«I funzionari del Dipartimento per il coordinamento amministrativo sono apparsi stupiti e hanno detto che è la prima volta che capita loro una questione del genere – commenta l'assessore Romanò –. Da parte mia, oltre a ribadire la posizione di assoluta contrarietà della Provincia, non posso che augurarmi che la questione venga chiusa al più presto, come è giusto che sia di fronte a una presenza così massiccia di pareri negativi espressi con decisione e molto particolareggiati. Questo per il grande interesse ambientale del luogo e per i suoi cittadini, che lo amano molto e che in esso si identificano fortemente».
«E' inaudito che Del Nero, che è anche presidente del Consiglio della Provincia di Sondrio, e dovrebbe quindi essere in sintonia politica e amministrativa con il Presidente della sua stessa Provincia, la Giunta e il Consiglio, abbia invece indossato questa mattina la maglia di assessore del Comune di Albaredo - rimarca il Presidente della Provincia di Bergamo, Ettore Pirovano - e andando contro al parere di Regione, Provincia di Bergamo, Provincia di Sondrio, Parco delle Orobie, Sovrintendenze varie e Comuni della zona, primo tra tutti Averara, si ostini a volere la realizzazione di un impianto a pale - alte oltre 90 metri - tale da
deturpare una delle più belle zone delle nostre montagne».

L'Eco di Bergamo - 13 ottobre 2010 Cronaca

martedì 12 ottobre 2010

Piazzatorre. Piste da sci finalmente collegate

Iniziati i lavori per unificare le aree di Torcola Vaga e Soliva. A dicembre comprensorio unico

«Per Piazzatorre è un sogno inseguito da anni che, dalla stagione ormai imminente, sarà realtà». Il sindaco Michele Arioli e i dirigenti della società «Alta Quota» non usano mezze parole. Il collegamento dei comprensori sciistici di Torcola Vaga e Torcola Soliva segnerà il rilancio della stazione: con i demani sciabili unificati si salirà a 30 chilometri per 16 piste e a cinque impianti di risalita.

I lavori per collegare le due aree (affidati alle imprese locali Salvini-Magnati, per circa 400 mila euro) sono iniziati nei giorni scorsi e, assicurano da Comune e società di gestione, il comprensorio unico sarà pronto da dicembre.

Per anni le aree sciabili di Torcola Vaga e Torcola Soliva hanno proseguito separatamente: gestori, seggiovie, biglietti e prezzi diversi, senza la possibilità di passare da un comprensorio all'altro.

In attesa della convenzione
Cinque anni fa, poi, la chiusura di impianti e piste di Torcola Soliva sembrava aver fatto cadere nel baratro la stazione. Fino all'impegno, iniziato nel 2007, di Comune e società immobiliare Alta Quota (con sede a Telgate), per il rilancio. Di fatto manca ancora la firma della convenzione tra comune e società, documento che fissa tempi, costi e modalità degli interventi («un ritardo dovuto anche a nuove normative», dice il sindaco Arioli). Ma l'avvio dei lavori rappresenta il segnale concreto della volontà di proseguire nell'operazione di rilancio.
L'unificazione delle due aree sciabili sarà resa possibile da un tracciato (skiweg) lungo 800 metri e largo sette, dalla curva della pista Panoramica a Torcola Vaga fino a scendere alla pista del Roccolo a Torcola Soliva: la pista, esposta al sole, avrà una pendenza media del 9%. Il rientro a Torcola Vaga avverrà grazie al tracciato, esistente da anni, tra la cima del Toracchio e la pista Panoramica.

«Grazie all'unificazione – dice il sindaco – triplichiamo i chilometri di pista disponibili. A Torcola Soliva abbiamo impianti di risalita praticamente nuovi, con scadenza tecnica nel 2038 (seggiovia biposto) e nel 2031 (due skilift). Un patrimonio che non potevamo lasciare inutilizzato».
«Sempre entro dicembre – prosegue il sindaco di Piazzatorre – "Alta Quota" dovrebbe completare l'innevamento artificiale della parte bassa della pista del Bosco. Nel frattempo, la Sesp, società proprietaria degli impianti di Torcola Soliva, sta revisionando seggiovie e skilift».

Dal 2011 alberghi e alloggi
«L'operazione di rilancio – conclude il sindaco – prosegue e va ringraziato chi, prima di me, l'ha avviata. Speriamo anche sia l'occasione per una maggiore unità del paese. Questa, per noi, è un'opportunità unica».
E dopo l'unione dei comprensori, dal 2011 dovrebbero partire anche le operazioni immobiliari, sempre a opera di «Alta Quota»: l'ex colonia Genovese trasformata in 75% di ricettività commerciale-alberghiera e nel 25% di residenziale (105 alloggi), l'ex colonia dell'Opera bergamasca (già acquistata da «Alta Quota») trasformata in 120 alloggi, quindi 280 nuovi appartamenti a Tagliata. «Sono già in corso gli studi progettuali – confermano da "Alta Quota" – e nel 2011 inizieremo i lavori».

Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo Martedì 12 Ottobre 2010 PROVINCIA, pagina 37

venerdì 8 ottobre 2010

Studenti del Turoldo - paghiamo noi la gita ai prof

Dopo il rifiuto degli insegnanti ad accompagnare le gite scolastiche, i 1200 alunni di Zogno si sono offerti di sostenere le spese.

Gli studenti di Zogno non si arrendono. Dopo la decisione di alcuni docenti degli istituti superiori “Secco Suardo” e “Belotti” di non accompagnare i ragazzi alle gite, anche dall’istituto “David Maria Turoldo” di Zogno, i professori protestano contro la riforma Gelmini, dicendo no alle gite. Una decisione male accolta dai 1200 studenti dell’istituto che si sono dati da fare per cercare alternative. I

l viaggio d’istruzione è un momento atteso di formazione ed aggregazione e in nome di questo “diritto”, gli alunni si sono persino offerti di sostenere le spese dei professori. Le voci dei ragazzi continuano così a farsi sentire, ognuno manifestando il proprio punto di vista: c’è chi non sciopererà, chi propone gite autogestite, chi vive questa decisione come una penalizzazione ingiusta e chi si astiene da un giudizio. Venerdì ci sarà lo sciopero e la spaccatura tra docenti e studenti potrà farsi più evidente.

Per ora rimane il blocco dei viaggi d’istruzione imposta dai sindacalisti ai consigli di classe che sembra l’unica soluzione possibile per fare fronte ai tagli della riforma.

Bergamonews - 8 ottobre 2010

mercoledì 6 ottobre 2010

Serina, migliaia all'ultimo saluto di Alessandra


Un abbraccio intenso, silenzioso e commosso. Erano circa un migliaio ieri, a Valpiana di Serina, ai funerali di Alessandra Cortinovis, la trentatreenne morta domenica dopo una lunga malattia.

Gli amici e la gente della valle hanno affollato la frazione di Valpiana, stipati nella parrocchiale e in gran parte sul sagrato, a pochi passi dalla casa di Alessandra. Moltissime le attestazioni di affetto, a conferma di una persona che lascia un segno indelebile, una voglia di vivere che il dolore della malattia e la tristezza del distacco non hanno comunque intaccato. «Ci ha chiesto di sorridere per una vita intera – hanno ripetuto i familiari in questi giorni – vogliamo farlo anche in quest'occasione, apprezzando il dono che Dio ci ha fatto attraverso Alessandra».

I funerali sono stati celebrati da don Gianluca Marchetti, cancelliere della Curia e amico di Alessandra e del marito Denis. Il 21 febbraio dello scorso anno don Marchetti aveva benedetto, nella stessa chiesa le nozze dei due giovani. Con lui hanno concelebrato anche don Edoardo Algeri, delegato per la Pastorale della famiglia, don Pierangelo Redondi e don Marco Ghilardi.

Sull'altare anche il parroco di Serina monsignor Gian Martino Lanfranchi e don Pierangelo Gualtieri che ha diretto la corale, nella quale canta anche Mery, mamma di Alessandra. Presenti i sindaci di Serina, dove il papà di Alessandra è consigliere, Cornalba e Aviatico, delegazioni di gruppi e associazioni di volontariato nei quali Alessandra era impegnata. Nell'omelia don Marchetti, sottolineando la passione di Alessandra per la montagna, ha ricordato che «la vita è come una scalata cui tutti siamo chiamati. C'è chi arriva prima, chi arriva più tardi, chi fa più fatica. Ma l'esempio di Alessandra ci conferma che è una scalata possibile, che tutti
siamo chiamati alla vetta, unendo le forze». La salma di Alessandra Cortinovis è stata tumulata nel cimitero di Serina.

G. B. G. - L'Eco di Bergamo Mercoledì 06 Ottobre 2010 PROVINCIA, pagina 36






martedì 5 ottobre 2010

Zogno, ritardi cronici. E torna l'autostop

Continuano i disagi per i 1.200 allievi dell'Istituto Turoldo. In campo la Comunità montana

Non sono ancora terminati i disagi col trasporto pubblico per i 1.200 studenti che frequentano la scuola superiore di Zogno «David Maria Turoldo». A ormai un mese dall'inizio della scuola, ci sono ragazzi che
raggiungono la classe attorno alle 8,20, i più sfortunati si siedono sul proprio banco solo alle 8,30, ma l'inizio lezioni è fissato per le 8,10.

«Abbiamo raccolto tutti i disagi della Valle Brembana in maniera minuziosa – spiega Gianni Salvi, assessore alla Viabilità della Comunità Montana Valle Brembana –. Mi son recato dall'assessore provinciale Giuliano Capetti per cercare d'individuare una soluzione a tutti questi disguidi. Entro fine settimana avrò una risposta dagli uffici di via Tasso. È inaccettabile che uno studente che termina lezione alle 13, arrivi a casa non prima delle 15.30, i casi peggiori poi sono in alta valle dove per pochi minuti si perdono le coincidenze con altri autobus e bisogna attendere ore».

Gli studenti che frequentano l'istituto Turoldo nel frattempo cercano di limitare i ritardi e i disagi, come spiega Luca Castiglioni portavoce degli studenti del Turoldo e rappresentante d'istituto: «C'è chi ha improvvisato delle navette con i genitori e a turno portano i ragazzi a scuola prima che inizino le lezioni, ma i disagi rimangono per molti. Tutti noi aspettiamo una soluzione in tempi rapidi. Altri studenti hanno deciso di non affidarsi al trasporto pubblico ma di raggiungere scuola con la propria moto: c'è chi parte addirittura dall'alta Valle Brembana o Taleggio».

Per citare alcuni dei disagi più pesanti è abbastanza pensare agli studenti di San Giovanni Bianco e San Pellegrino che raggiungono il polo scolastico ogni mattina con ritardi di 10-15 minuti. Il rientro rimane parecchio difficoltoso per chi abita oltre Piazza Brembana, verso Foppolo o Cusio, e aspetta intere mezzore la coincidenza successiva, avendo perso magari per pochi minuti quella precedente. Anche in alta Valle Serina è problematico rientrare il pomeriggio da scuola e la sorte è identica per chi abita in Valle Imagna.

«Ad oggi l'unico rimedio – conclude Castiglioni – è affidarsi a privati come genitori o amici che si spostano con propri mezzi. Oppure l'autostop rimane una soluzione efficace per chi non vuole varcare la soglia di casa il tardo pomeriggio».

La problematica dei trasporti era emersa dopo una vivace protesta degli studenti della scuola superiore zognese, che criticavano pure la scelta della scuola di diminuire il tempo d'intervallo da 15 a 10 minuti. Ieri il collegio dei docenti ha ripristinato l'intervallo a 15 minuti.

Ed. V.- L'Eco di Bergmo  Martedì 05 Ottobre 2010 CRONACA, pagina 20

domenica 3 ottobre 2010

Internet non corre. A Zogno protestano ditte e cittadini

Internet non corre. A Zogno protestano ditte e cittadini
Problemi tecnici degli operatori, la linea veloce è un miraggio
Disagi per residenti e villeggianti. C'è chi paga e non ha il servizio
 
Avere una connessione Adsl a Zogno non è cosa semplice. Sono sempre più numerose le famiglie, attività commerciali e giovani studenti che richiedono un abbonamento Adsl sulla propria linea telefonica, ma la risposta dal call center Telecom, quando si avvia la procedura di registrazione, è sempre la solita: non è
possibile proseguire con il perfezionamento del contratto.

Identica la risposta se ci si rivolge a un qualsiasi call center di altre compagnie telefoniche. E adesso sempre più zognesi sono sul piede di guerra per cercare di ottenere una connessione internet a banda larga, ma nonostante le continue lamentele, la situazione rimane immutata. «I reclami non giungono solo dalle frazioni – spiega Massimo Pesenti assessore all'Informatizzazione del Comune di Zogno – ma pure da attività commerciali e residenti del centro paese. Maggiori criticità poi nelle frazioni, dove le proteste dei residenti proseguono da anni».

A raccontarci il suo caso è Mary Ruggeri, residente con la famiglia a Poscante: «Ho chiamato più volte e per più mesi la Telecom – spiega Ruggeri – ma non è cambiato nulla. In molti nella frazione non hanno la possibilità di usufruire del servizio Adsl. Lo scorso inverno abbiamo indetto un'assemblea in paese con una società che forniva l'Adsl senza fili, ma si son presentati una serie di problemi tecnici che non permettevano di ricevere con certezza il segnale proveniente da Sant'Antonio Abbandonato, oltre poi ai costi parecchio elevati. Alcuni di noi usufruiscono di internet attraverso le chiavette, ma la connessione è lenta, a volte non si
aprono nemmeno le pagine dei siti web». «Sono un appassionato del mondo virtuale – aggiunge Alessandro Rinaldi, 17 anni, di Poscante – ma da casa è impossibile navigare se non a 56 Kbit».

La situazione non cambia nemmeno in centro Zogno dove a farne le spese, oltre a privati cittadini è addirittura un'attività commerciale: «non so quante volte abbiamo richiesto il servizio Adsl, tutte chiamate a vuoto – commenta Monica Carminati che gestisce con la sorella Giuse il negozio Munsì –. Non solo non c'è stato fornito il servizio, ma da alcuni mesi lo stiamo addirittura pagando in bolletta».

Problema identico a Stabello, altra frazione di Zogno, dove da poco sono state realizzate delle nuove abitazioni, per circa cento nuovi residenti, ma avere una connessione a banda larga è un'impresa quasi impossibile. «Prima ti tartassano con promozioni su promozioni al telefono fisso – dice Maria Ferrari – proprio quando chiamo per voler attivare il servizio, ti rispondono che non è possibile. A quel punto la rabbia è doppia». Non va meglio nemmeno a Somendenna, Miragolo San Salvatore e San Marco, altre frazioni zognesi, dove la connessione Adsl è un privilegio per pochi. «Sono molti i villeggianti che durante l'estate raggiungono queste località – prosegue l'assessore Pesenti – in molti hanno quindi richiesto l'attivazione del servizio, anche per lavoro, ma non è stato possibile. Inutile dire che la faccenda è seria anche per i residenti. Da alcuni mesi sto tartassando il servizio clienti Telecom per cercare di porre una soluzione al problema, ma nulla per ora è cambiato. In questi giorni ho spedito lettera e fax al centro Telecom con le esigenze della comunità».

Avere la connessione a banda larga a Zogno sembra diventato impossibile, c'è l'eccezione: qualcuno da poco ha ottenuto questo servizio, si tratta di Ernesto Gavazzi di Poscante. «Sono sette anni che chiamo con costanza una volta ogni due mesi il centro assistenza per richiedere il servizio – commenta Gavazzi – e dopo sette anni di insistenza e lamentele, da giugno m'è stata attivata la linea con una connessione Adsl: ho pensato a un miracolo».

L'Eco di Bergamo - Domenica 03 Ottobre 2010 PROVINCIA, pagina 36