venerdì 23 luglio 2010

La cultura dell'accoglienza a Oltre il Colle non è conosciuta

E' tempo di "turismo" ma non dappertutto


Seconda metà di luglio, i cittadini scappano dalle città per il gran caldo; chiedono ospitalità nelle valli bergamasche e trovano ....sorprese.
Oltre il Colle, come ben conoscete e ben conosciuta, è una delle vallate più belle della nostra provincia.
Vallata ampia contornata da splendide cime, pinete, boschi e prati. Frazioni tipiche, e baite sparse sui colli circostanti. Comprensorio da far concorrenza al Trentino e Alto Adige.
Ma l'accoglienza è sempre il punto "dolente" di questa Amministrazione. Le belle fioriere sono un ricordo del passato, le manifestazioni estive, grazie alla notevole riduzione delle sovvenzioni dell'Amministrazione Comunale, sono ridotte all'osso e, con i pochi soldi a disposizione, privilegiano il centro di Oltre il Colle a scapito delle "frazioni".
Zambla Bassa, come al solito cenerentola della Conca, non ha ancora avuto il privilegio di veder tagliata l'erba nell'unico parcheggio disponibile ( davanti al cimitero con buona pace dei defunti).

Un deposito di "ferraglia, reti metalliche, scarti di macchinari e altre porcherie, fanno bella mostra a pochissimi passi dalla chiesa parrocchiale. La competenza per smaltirli é ignota, probabilmente chiederanno l'aiuto alla "protezione civile".

Come più volte detto, la cultura dell'accoglienza "qui non è di casa".
E' stata costruita la strada che dalla località Plassa, sale a quota 1600 metri, dove a suo tempo esisteva la stazione di arrivo della seggiovia. Una strada ampia con un parcheggio spazioso. Ma l'accoglienza è degna di una "città fantasma" del Far West. Il turista non ha alcun appoggio informativo. Turisti fermi davanti ai vecchi e gloriosi resti di un “presunto giardino botanico” convinti che quello sia il “sentiero dei fiori”.
Accanto al parcheggio fa bella mostra una baita di recente costruzione con un bel porticato; sarebbe sufficiente adibire una delle tante stanze a “Ufficio informazioni”, con materiale che descrive la zona e gli itinerari. Magari con la possibilità di acquistare una bibita o una tazza di caffè.

Insomma nessuna idea, nessuna organizzazione: intanto la concorrenza di altri paesi della valle diventa sempre più pressante.
Che anche a Oltre il Colle aspettino il san Percassi ?

venerdì 16 luglio 2010

Cantieri sulle Orobie per sistemare i sentieri

Cantieri sulle Orobie per sistemare i sentieri

Progetti dal monte Alben al tracciato per le miniere al Curò

In programma dieci interventi estivi per 70 mila euro

Torna l'estate, tornano i lavori sui sentieri delle Orobie. E se la manutenzione ordinaria, come annunciato ieri dal Cai, è stata completata proprio nei giorni scorsi, rendendo in questo modo percorribile l'intera rete di competenza del sodalizio, anche quella straordinaria non mancherà, nei prossimi mesi, di impegnare enti locali, associazioni e volontari.


Sempre ieri infatti la Fondazione della Comunità bergamasca – che negli ultimi quattro anni, grazie anche alla stretta collaborazione con il Cai stesso, si è dedicata con altrettanti bandi alla promozione e alla tutela del territorio prealpino – ha reso noto i risultati dell'ultima iniziativa, il bando 2010 appunto, durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche il vice sindaco di Carona Mauro Arioli, Carlo Milesi dell'Ana di Roncobello, Fabio Giudici del Cai Valle di Scalve e Filippo Servalli del Cai di Gandino. In tutto 70 mila euro che verranno destinati a dieci progetti riguardanti altrettanti percorsi: il sentiero 101 (sezione di Piazza Brembana del Club alpino italiano), il sentiero Cai 501 per il monte Alben (sottosezione Valserina), il percorso naturalistico Antonio Curò (sottosezione Val di Scalve), il tracciato al passo delle miniere, sempre nella zona del Curò, (Cai di Bergamo), il percorso tra il monte Agnone e la Capanna Lago Nero (sottosezione Alta Valle Seriana), la traversata tra i pizzi della Valgandino (Cai Valgandino), il sentiero di cresta della Val Cavallina (sezioni Tresconi e Val Cavallina), il percorso tra Carona e il rifugio Calvi (Pro Loco Carona), l'itinerario dalla centrale di Aviasco alla Val Sanguigno (Ana di Valgoglio) e il sentiero dei roccoli a Roncobello (Gruppo Ana di Roncobello).

«In comune – ha spiegato Maria Bellati, segretario generale della Fondazione, affiancata da Davide Villa della stessa istituzione – questi progetti, non hanno solo l'obiettivo più immediato e tangibile che è il ripristino di percorsi a una quota sempre superiore ai 1.200 metri dopo l'inevitabile degrado invernale, ma anche e soprattutto quello di mettere in relazione enti e realtà associative su progetti di qualità che abbiano a cuore la tutela del territorio montano. Questi contributi, assegnati con bandi aperti, si inseriscono su un percorso ormai consolidato grazie anche alla collaborazione del Cai e vanno ad aggiungersi ai 150 mila euro già distribuiti nelle prime tre annualità».

«È certamente la prova tangibile – ha sottolineato il presidente del Cai, Paolo Valoti – di come la fondazione sia una delle poche realtà che continuano a destinare contributi sul territorio, stimolando, al tempo stesso, progetti di qualità sviluppati attraverso la collaborazione di enti e associazioni che altrimenti viaggerebbero su binari separati».

Ora non resta che mettersi al lavoro. E, tra un cantiere e l'altro, godersi un po' quest'estate che sta entrando ormai nel vivo. Come si diceva, la Commissione dei sentieri Cai Bergamo ha dato «il via libera» su tutti i percorsi, compre quel tracciato alto del Sentiero delle Orobie, sul quale solo un paio di settimane fa gli atleti dell'Orobieskyraid non avevano potuto transitare a causa della troppa neve. Il lunghissimo inverno del 2010 è ufficialmente finito anche lassù.

Emanuele Falchetti - • L'Eco di Bergamo Venerdì 16 Luglio 2010  PROVINCIA,  pagina 33

giovedì 15 luglio 2010

I sentieri delle Orobie sono tutti sistemati

La Commissione provinciale dei sentieri del Cai comunica che gli interventi di manutenzione sono stati completati.

La Commissione provinciale dei sentieri CAI Bergamo comunica che dopo i sopralluoghi di ispezione sullo stato dei sentieri delle Alpi Orobie sono state concluse le operazioni di manutenzione ordinaria per tutti i sentieri di accesso dal fondovalle ai diversi rifugi alpinistici ed escursionistici della Sezione e Sottosezioni CAI di Bergamo: Rifugio Alpe Corte Bassa (m 1410), Valle Seriana, 0346-35090; Rifugio Antonio Baroni (m 2295), Valle Seriana, 0346-41235; Rifugio Coca (m 1892), Valle Seriana, 0346-44035; Rifugio Antonio
Curo’ (m 1895), Valle Seriana, 0346-44076, Rifugio Angelo Gherardi (m 1650), Valle Brembana, 0345-47302; Rifugio Fratelli Calvi (m 2015), Alta Valle Brembana, 0345-77047; Rifugio Laghi Gemelli (m 1968), Alta Valle Brembana, 0345-71212; Rifugio Fratelli Longo (m 2026), Alta Valle Brembana, 0345-77070; Rifugio Luigi Albani (m 1939), Valle di Scalve, 0346-51105; Rifugio Nani Tagliaferri (m 2328), Valle di Scalve, 0346-55355.

Inoltre, sono terminati i lavori di sistemazione e marcatura dei sentieri franati, al termine della stagione invernale, grazie agli interventi realizzati con i Soci volontari della Sezione e Sottosezioni CAI Bergamo, mentre i tratti che hanno richiesto la collocazione di ancoraggi fissi o catene sono stati messi in sicurezza dalle Guide Alpine di Bergamo, unici professionisti abilitati a questo tipo di interventi.

In particolare, si è verificato, aggiustato e completato lo storico SENTIERO DELLE OROBIE, nel Parco Orobie Bergamasche, nei tratti: dal Passo di Valsecca al Bivacco Frattini, dal Rifugio Baroni al Rifugio Coca, sia per il ‘SENTIERO ALTO’ n. 302 che passa dal "Ol Simal" 2712m, sia per il ‘SENTIERO BASSO’ n. 330 che passa per il “Pozzo ENEL” 1740m, dal Rifugio Coca al Rifugio Curò, dal Rifugio Curò al Rifugio Albani e il sentiero attrezzato della Porta fino al Passo della Presolana.

Si segnala comunque la presenza di tratti ancora con neve, soprattutto nei canaloni e sui versanti settentrionali, luoghi in cui la neve può essere particolarmente dura e ghiacciata, dopo una nottata fredda o abbassamenti repentini della temperatura.

A tutti gli escursionisti si consiglia e raccomanda di avere adeguati abbigliamento, equipaggiamento ed attrezzatura di sicurezza, di procedere sui sentieri con tutte le precauzioni possibili e di informarsi presso i Gestori dei rifugi, esperti professionisti della montagna e riconosciute sentinelle del territorio, sulle condizioni più aggiornate dei diversi sentieri, itinerari e percorsi.

Per affrontare facili sentieri di fondo valle oppure escursioni più lunghe ed impegnative ad alte quote, ricordati sempre:
- Impara a conoscere le tue forze ed i limiti delle tue possibilità
- Attrezzati bene ed in modo adeguato
- Osserva ogni cambiamento meteorologico e nel dubbio torna indietro
- Non partire da solo, informa sempre qualcuno sull’itinerario della tua escursione
- Iscriviti al Club Alpino Italiano – CAI – e partecipa alle sue numerose attività sociali, culturali e formative

martedì 13 luglio 2010

TROPPE WEBCAM A OLTRE IL COLLE ?

TROPPE WEBCAM A OLTRE IL COLLE. LA LETTERA FIRMATA DAL SIGNOR LUIGI
BEN RIASSUME LE MOLTE PROTESTE PERVENUTE IN QUESTI GIORNI


Premettiamo che non è nostra consuetudine commentare gli altrui Siti. Ciascuno è liberissimo di pubblicare opinioni, commenti, critiche su qualunque argomento. Tuttavia ci é parso che la "lettera" ( e i commenti della Redazione del Sito ) abbiano subito una "caduta verticale" di obiettività con appunti "ridicoli". Forse costoro non sono mai usciti dal proprio "paesello" nonostante abbiano la possibilità, via Internet, di verificare altre Webcam presenti sui monti della bergamasca.Lasciamo ai nostri visitatori ulteriori commenti.

Lettera e commento pubblicati dal Sito http://www.news.oltreilcolle.net/

Arera, quota 2000: d'ora in avanti si potrà stazionare senza essere osservati e analizzati da tutto il mondo? (Foto Archivio Web Network)


Riceviamo in questo periodo numerose proteste riguardanti la nuova webcam piazzata sul monte Arera - a quanto siamo venuti a sapere a cura del Signor Maurizio Andreozzi del sito oltreilcolle.com - a 2000 metri, su territorio comunale, e che inquadra - diciamo pure sfacciatamente - l'ampio spazio di riposo e ristoro a disposizione di turisti e appassionati della montagna che giungono in quota.
Tra le tante mail, ne pubblichiamo una che ben può rappresentarle tutte in questo momento per sintesi e contenuti. Essa perviene dal Signor Luigi C.
Anche questa lettera è firmata per esteso con nome e cognome, ma per evitare le solite rappresaglie in paese, ormai tanto comuni quanto puerili, preferiamo come di consueto ometterne il cognome. Ecco il testo.

"Ancora una Web Cam !!!
Non erano sufficienti quelle che già il noto sito aveva. La nuov poi è piazzata su un punto di riposo e ristoro fuori dal rifigio Capanna 2000. In qeesto momento sto vedendo una famigliola che sta prendendo il sole in un meritato momento di riposo di fronte al rifugio. Una considerazione tra le tante. Ma chi viene da noi mantiene i propri diritti alla privacy sanciti da una legge oppure si mette su un palcoscenico internettiano a sua insaputa? Io non credo che queste persone abbiano piacere a finire su web. Cosa ne pensano gli autori se un telecamera li riprendesse durante i loro momenti di svago?"

Signor Luigi, a dire il vero noi non ci meraviglieremmo molto se il Signor Maurizio Andreozzi e il suo Staff di famiglia non se ne avessero minimamente a male se fossero ripresi durante i loro momenti di svago e/o personali: sono loro stessi, infatti, i primi a proporli spesso, proprio tramite il loro sito a conduzione familiare.
Il problema però non è questo, perché quelli sono fatti loro.
Il problema, gravissimo, è invece il fatto che - a quanto appare a una prima nostra indagine sollecitata dalle numerose e-mail ricevute - la citata webcam a quota 2000 sarebbe stata installata su proprietà del Comune di Oltre il Colle, e oltre a inquadrare le persone infrangendone inevitabilmente la privacy come lei dice (oppure limitandone la libertà di movimento a quota 2000 qualora non volessero essere riprese), non è stata autorizzata nel suo impianto dal Municipio, che ci risulta essere competente in materia.

In definitiva, al momento la webcam sembrerebbe essere stata posizionata abusivamente sul territorio oltrecollese senza presentare alcuna richiesta al Comune, e ciò al di là del fatto di quello che viene inquadrato: e per le riprese, che finiscono comunque sul web a disposizione di tutti, crediamo sia sufficiente presentare una denuncia alle autorità competenti (anche gli stessi Carabinieri, per esempio, dislocati a Serina) per farle cessare immediatamente.

Noi stessi, per completezza e correttezza di informazione, abbiamo chiesto notizie in merito a questa installazione al Signor Maurizio Andreozzi e ad altri due rappresentanti minori del sito che "firma" quella webcam (che in realtà è una IPCam, cioè una webcam che pubblica direttamente e autonomamente le immagini su internet), non avendone però fino a questo momento ricevuto alcuna risposta. E già questo la può dire lunga. Del resto il Signor Andreozzi non è nuovo a queste azioni arbitrarie, messe in atto di forza nel web, delle quali abbiamo già avuto modo di riferire in passato: probabilmente, però, questa volta ha davvero esagerato passando del tutto i limiti.

Di certo terremo aggiornati i nostri lettori sugli sviluppi della questione che comunque, a quanto abbiamo saputo grazie alla nostra breve inchiesta, già qualcuno in paese aveva provveduto a segnalare alle autorità nei giorni scorsi.

Fuga dal caldo torrido. Strade brembane in tilt per l'assalto dei turisti.

Mordi e fuggi nel weekend, code da record fino a mezzanotte. Brembo e locali affollati. Ma in settimana continua la «magra»


Sempre più in alto, alla ricerca di un po' di fresco.
Anche se in questi giorni l'afa non sembra risparmiare neppure i paesi a quote medio-alte. Domenica pomeriggio, a San Giovanni Bianco, si sono toccati i 34 gradi, Carona, a quota 1.100 metri, in riva al lago, i 33 gradi (così almeno segnava il termometro della via principale). Ma, pazienza, per qualche milanese – così si sentiva dire – è comunque un sollievo rispetto ai 35 o ai 40 percepiti della metropoli. E allora tutti in coda per l'assalto all'alta Valle Brembana: con file chilometriche il sabato mattina, da Villa d'Almè e dal viadotto di Sedrina fino a Zogno, ma anche da Piazza Brembana a salire. E, poi, di nuovo tutti in giù, la domenica pomeriggio. Un turismo «mordi e fuggi», limitato al weekend di riposo lavorativo, proprio alla ricerca di un po' di refrigerio dall'afa cittadina.

Bloccati sul viadotto di Sedrina

Risultato: operatori turistici naturalmente contenti, sentieri, «spiagge» in riva al Brembo, ristoranti e bar affollati. Dall'altra parte la viabilità brembana letteralmente in tilt, il sabato mattina e la domenica pomeriggio. Un disastro per chi, residente, doveva muoversi.

All'andata, come segnalano anche alcuni automobilisti, era necessario più di un'ora solo per percorrere il viadotto di Sedrina (dove non è possibile inversione di marcia e le code partivano da Villa d'Almè), poi magari mezz'ora per attraversare Zogno, con i rallentamenti dovuti alle uscite laterali e al rondò nei pressi del ponte perEndenna. E la strada alternativa diStabello, seppure vietata ai non residenti, comunque attraversata da decine di automobilisti. Iniziano così i due giorni di affollamento della valle (perché, il resto della settimana, al contrario – dicono gli operatori – sembra persistere la «magra»). Tutti più in alto alla ricerca del fresco. E allora partiamo dal paese più in quota: Foppolo, 1.600 metri.
«L'affluenza è stata buona – dicono dalla sede operativa di Brembosuperski, che gestisce gli impianti di risalita –. Tanti hanno anche utilizzato le seggiovie per salire verso i 2.000 metri del Montebello. Anche perché, pure qui in paese, la colonnina di mercurio ha toccato i 25 gradi». Scendiamo a Carona. «C'è stato un gran movimento – dicono dall'agenzia Carona vacanze – e le rive del lago erano affollate. Tanti salgono anche solo la domenica, alla ricerca di un po' di fresco. Seppure, anche qui, si siano superati i 30 gradi». «La gente c'era – aggiunge Gaetano Bonetti dell'ufficio turistico di Piazzatorre – e un po' tutti gli operatori
commerciali, bar e ristoranti, hanno lavorato bene. Oggi, però, le presenze si sono dimezzate. Segno che si sale solo per il fine settimana». «Abbiamo anche parecchie richieste di affitti in appartamento – spiega Alessia Masaracchia, dell'ufficio Iat di San Pellegrino –. E molti, probabilmente, visto il gran caldo, hanno anticipato il soggiorno in valle».

La ciclovia come «anticoda»

Stesso trend in Valle Serina. «Durante la settimana non c'è un gran movimento – dicono dalla Pro loco –. Le seconde case sono aperte, ma si fermano soprattutto nonni e nipoti. Nel weekend, invece, salgono anche i genitori, per cercare un po' di sollievo al gran caldo». Poi tutti di nuovo a valle, con le code lungo la provinciale, a Bracca, all'innesto sull'ex strada statale, ad Ambria di Zogno.

Un rientro, quello di domenica scorsa, da bollino rosso. Con incolonnamenti iniziati nel pomeriggio e conclusisi verso mezzanotte. Tanto che, qualcuno, sapendo dell'inevitabile coda si è organizzato: lasciando l'auto al piazzale del mercato di Zogno e risalendo la valle con la bicicletta verso la seconda casa, utilizzando la ciclovia. Per evitare proprio la coda del rientro in serata. E a complicare la situazione, domenica, ci si sono messe le due gallerie di San Pellegrino, chiuse (è almeno la terza volta dall'inizio di giugno) per l'eccesso di polveri rilevate dai sensori. Troppi i fumi anche per gli otto ventilatori posti all'inizio della galleria sud, vicino a Ruspino. Buona parte del traffico, così, si è riversato nel centro cittadino (almeno fino alle 23,30, «come non succedeva da anni», dicono da un albergo della cittadina termale).

Qualcuno, invece, noncurante del rosso all'inizio della galleria, ha comunque utilizzato la variante per scendere verso Zogno. Lo stop al passaggio nei tunnel, infatti, scatta automaticamente sul display quando i sensori rilevano un limite di polveri troppo alto. Ma a deviare il traffico non ci sono vigili o carabinieri. Sta solo all'automobilista decidere se continuare comunque in galleria.

La via alternativa di Taleggio

Di fronte alla coda ferma molti hanno preferito percorrere 30 chilometri in più per aggirare l'ostacolo: centinaia di automobilisti, da San Giovanni Bianco hanno raggiunto Taleggio, Gerosa e Brembilla per poi scendere di nuovo a Zogno. Dopo circa un'ora di percorso. E, considerato il previsto perdurare del caldo torrido, sabato e domenica probabilmente, in Val Brembana, sarà un'altro weekend da bollino rosso.

Giovanni Ghisalberti - Martedì 13 Luglio 2010 PROVINCIA, pagina 29

TROPPE WEBCAM A OLTRE IL COLLE

Foto concessa da Portale http://www.oltreilcolle.com/

LA LETTERA FIRMATA DAL SIGNOR LUIGI BEN RIASSUME LE MOLTE PROTESTE PERVENUTE IN QUESTI GIORNI
Arera, quota 2000: d'ora in avanti si potrà stazionare senza essere osservati e analizzati da tutto il mondo?

Premettiamo che non è nostra consuetudine commentare gli altrui Siti. Ciascuno è liberissimo di pubblicare opinioni, commenti, critiche su qualunque argomento. Tuttavia ci é parso che la "lettera" ( e i commenti della Redazione del Sito ) abbiano subito una "caduta verticale" di obiettività con appunti "ridicoli"da un lato e "pretestuosi" dall'altro.
Forse costoro non sono mai usciti dal proprio "paesello" nonostante abbiano la possibilità, via Internet, di verificare altre Webcam presenti sulle montagne orobiche.
Lasciamo ai nostri visitatori ulteriori commenti.

Lettera pubblicata dal Sito http://www.news.oltreilcolle.net/

Riceviamo in questo periodo numerose proteste riguardanti la nuova webcam piazzata sul monte Arera - a quanto siamo venuti a sapere a cura del Signor Maurizio Andreozzi del sito oltreilcolle.com - a 2000 metri, su territorio comunale, e che inquadra - diciamo pure sfacciatamente - l'ampio spazio di riposo e ristoro a disposizione di turisti e appassionati della montagna che giungono in quota.
Tra le tante mail, ne pubblichiamo una che ben può rappresentarle tutte in questo momento per sintesi e contenuti. Essa perviene dal Signor Luigi C.
Anche questa lettera è firmata per esteso con nome e cognome, ma per evitare le solite rappresaglie in paese, ormai tanto comuni quanto puerili, preferiamo come di consueto ometterne il cognome. Ecco il testo.

"Ancora una Web Cam !!! Non erano sufficienti quelle che già il noto sito aveva. La nuov poi è piazzata su un punto di riposo e ristoro fuori dal rifigio Capanna 2000. In qeesto momento sto vedendo una famigliola che sta prendendo il sole in un meritato momento di riposo di fronte
al rifugio. Una considerazione tra le tante. Ma chi viene da noi mantiene i propri diritti alla privacy sanciti da una legge oppure si mette su un palcoscenico internettiano a sua insaputa? Io non credo che queste persone abbiano piacere a finire su web. Cosa ne pensano gli autori se un telecamera li riprendesse durante i loro momenti di svago?"

Signor Luigi, a dire il vero noi non ci meraviglieremmo molto se il Signor Maurizio Andreozzi e il suo Staff di famiglia non se ne avessero minimamente a male se fossero ripresi durante i loro momenti di svago e/o personali: sono loro stessi, infatti, i primi a proporli spesso, proprio tramite il loro sito a conduzione familiare.
Il problema però non è questo, perché quelli sono fatti loro. Il problema, gravissimo, è invece il fatto che - a quanto appare a una prima nostra indagine sollecitata dalle numerose e-mail ricevute - la citata webcam a quota 2000 sarebbe stata installata su proprietà del Comune di Oltre il Colle, e oltre a inquadrare le persone infrangendone inevitabilmente la privacy come lei dice (oppure limitandone la libertà di movimento a quota 2000 qualora non volessero essere riprese), non è stata autorizzata nel suo impianto dal Municipio, che ci risulta essere competente in materia.
In definitiva, al momento la webcam sembrerebbe essere stata posizionata abusivamente sul territorio oltrecollese senza presentare alcuna richiesta al Comune, e ciò al di là del fatto di quello che viene inquadrato: e per le riprese, che finiscono comunque sul web a disposizione di tutti, crediamo sia sufficiente presentare una denuncia alle autorità competenti (anche gli stessi Carabinieri, per esempio, dislocati a Serina) per farle cessare immediatamente.
Noi stessi, per completezza e correttezza di informazione, abbiamo chiesto notizie in merito a questa installazione al Signor Maurizio Andreozzi e ad altri due rappresentanti minori del sito che "firma" quella webcam (che in realtà è una IPCam, cioè una webcam che pubblica direttamente e autonomamente le immagini su internet), non avendone però fino a questo momento ricevuto
alcuna risposta. E già questo la può dire lunga. Del resto il Signor Andreozzi non è nuovo a queste azioni arbitrarie, messe in atto di forza nel web, delle quali abbiamo già avuto modo di riferire in passato: probabilmente, però, questa volta ha davvero esagerato passando del tutto i limiti.
Di certo terremo aggiornati i nostri lettori sugli sviluppi della questione che comunque, a quanto abbiamo saputo grazie alla nostra breve inchiesta, già qualcuno in paese aveva provveduto a segnalare alle autorità nei giorni scorsi.

lunedì 12 luglio 2010

Progetto G.L.O.R.I.A. - FASE ARERA

Un'interessante iniziativa degli amici del Portale di Oltre il Colle www.oltreilcolle.com/
con i quali ci congratuliamo vivamente

CONCLUSIONE DELLA PRIMA FASE DEL PROGETTO


Siamo arrivati alla conclusione della prima fase del progetto “ARERA”
Come avrete notato nella home page del nostro portale è apparsa la foto di una nuova webcam che sabato inizierà a trasmettere le immagini dall’Arera; dalla montagna regina delle Orobie tutti potranno vedere le immagini che la nuova webcam (una Mobotix ad alta definizione) trasmetterà ogni 5 minuti( per gli addetti, in diretta). Il lavoro per raggiungere questo risultato è stato notevole sia in termini economici sia in tempo impiegato nello studio e realizzazione del progetto.

Fare funzionare bene una postazione meteo e video automatica a quelle altezze (2000 mt) non è facile e ciò ha richiesto l’impegno di lavoro di tutti i componenti della squadra che ha creduto a questo progetto.

Tutto iniziò più di 2 anni fa con la prima installazione della stazione meteo del portale a Capanna 2000.I dati venivano scaricati ogni settimana e controllati dal sig. Flaminio, del rifugio. Stava nel frattempo maturando un progetto internazionale del WWF e dell’università di Pavia: il progetto G.L.O.R.I.A. che ha scelto 3 cime su 4 della nostra conca.

Questo progetto si prefissa di monitorare i dati meteo di 4 cime botanicamente significative per salvaguardare i propri fiori a rischio di estinzione per via del riscaldamento globale in atto.

Dallo scorso anno (giugno 2009) anche il secondo osservatorio meteo dell’Arera è perfettamente funzionante ma alcuni problemi riscontrati nella connessione e negli estremi eventi meteorologici (fulmini) e gelo ci hanno indotto ad attrezzare la stazione con strumenti sempre più professionali.

Da un primo sistema di collegamento on line attraverso il gprs siamo arrivati settimana scorsa a dotare la stazione di una linea ADSL velocissima, con sistemi all’avanguardia tecnologica e in via sperimentale. Infatti il sistema è operativo con queste caratteristiche solo in un'altra postazione Nazionale. Avendo così attrezzato l’osservatorio meteo di queste tecniche innovative abbiamo pensato di “sfruttare” il sistema comunicativo a lunga distanza anche per inviare in internet le immagini di una webcam.

Un ringraziamento personale a tutti gli amici che hanno collaborato e creduto in questo progetto, l’associazione culturale Ultracollem continuerà a sviluppare e perfezionare nei prossimi anni il progetto Arera per divulgare e studiare i fenomeni meteo locali e valorizzare sempre più il grande patrimonio naturale della conca di Oltre il Colle.

Componenti dello staff per il progetto Gloria in Arera

Maurizio Andreozzi - coordinatore e responsabile delle stazioni meteo montane del centrometeolombardo e Progetto GLORIA Installato Osservatorio meteo Presolana e Arera

Gianluca Ferri - Informatico e collaboratore del centrometeolombardo. Installatore osservatorio Presolana e Arera

Massimo Mazzoleni - Previsore meteorologo e controllo qualità delle stazioni meteo installato osservatorio meteo Presolana e Arera

Andrea Bosoni - presidente del centrometeolombardo e installatore Osservatorio meteo Arera

Guido Trivellini - responsabile WWF promotore del progetto GLORIA

Graziano Rossi - ricercatore Università di Pavia e presidente nazionale del progetto GLORIA

Juri Belotti - Ricercatore Università di Pavia

Villa Mauro presidente Parco delle Orobie

Collaboratori del progetto ARERA

Ik2ilw Maurizio Andreozzi – iw2mil

Marco - Ik2mlr Ivano –Paolo Connessioni tratta trasferimento ADSL Monte Penice-Zambla-Arera

Sergio Carnovali - coordinatore portale oltreilcolle.com

Mauro Carnovali - webmaster http://www.oltreilcolle.com/, programmatore e tecnico monitoraggio via remoto rete, stazione meteo di Zambla e webcam del Portale

Attilio e Flaminio di Capanna 2000 assistenza locale e logistica

Ettore Generali - per ultracollem installazione webcam Arera e collegamenti energia solare

mercoledì 7 luglio 2010

Dopo multe e vandali la strada per l'Arera apre anche alle auto


Oltre il Colle: manca la segnaletica, poi via al transito Ma qualcuno è già passato, asportando divieti e catene

Oltre il Colle - Manca solo la segnaletica verticale, poi la strada che dalla località Plassa di Zambla Alta porta alle pendici del Monte Arera, a quota 1.600 metri, aprirà ufficialmente al transito delle auto.

Ufficialmente, perché, di fatto, già alcuni automobilisti l'hanno percorsa, nonostante il divieto. E, incappando anche nelle multe della Protezione civile della Comunità montana.Lavori dal 2008
Una strada asfaltata (i lavori erano iniziati nel maggio 2008), lunga alcuni chilometri, che consente di avvicinarsi all'Arera accorciando i tempi. Una strada, peraltro, gli anni scorsi al centro anche di polemiche, per la contrarietà in particolare di alcuni villeggianti.
Ora la strada è ormai conclusa. «L'ordinanza di apertura con la regolamentazione è pronta – spiega il sindaco Rosanna Manenti –. Entro questa settimana dovrebbe arrivare la segnaletica verticale, quindi la strada sarà transitabile».

Stop a mezzi con rimorchio
«Con alcune prescrizioni – continua il sindaco –. Innanzitutto il limite orario di 30 chilometri orari, visto che il tracciato è utilizzato anche da tanti escursionisti a piedi che la preferiscono al sentiero, più ripido; quindi non potranno transitare mezzi con rimorchio, tipo jeep con moto, e non si potrà parcheggiare lungo la strada. Norme che sono a tutela della sicurezza di tutti». La strada parte dai mille metri della località Plassa, dove si trovano camping Arera e un condominio, quindi risale fino ai 1.600 metri, nei pressi del rifugio Saba. E in quota è stato realizzato un piazzale per ospitare una cinquantina di posti auto.

Usate pietre locali
«La strada è asfaltata – continua il sindaco Manenti – o meglio è stato utilizzato un tipo di asfalto grattato, a cui si è tolto il catrame per evidenziare i sassi macinati presi dall'Arera, come prescritto dal Parco delle Orobie. Così il colore della strada è grigio, anziché nero, per ridurre l'impatto ambientale. Si arriva in quota è c'è un parcheggio dove bisogna lasciare l'auto. La strada prosegue, sterrata, quindi agrosilvopastorale, fino al rifugio Capanna 2000, tracciato su cui è possibile transitare solo tramite permesso, concesso per ricerche, oppure ad alpeggiatori, proprietari e al rifugista».

Obiettivo dell'intervento consentire di portare in quota anche anziani o disabili. «Già molte persone in paese ci hanno ringraziato – prosegue il sindaco –. Hanno potuto raggiungere la zona dell'Arera che frequentavano da giovani. E, nonostante le polemiche di qualche tempo fa, la risposta del paese è stata positiva». Tra i progetti anche l'istituzione di un pulmino-navetta che dalla Plassa arrivi ai 1.600 metri del rifugio Saba. «Probabilmente sarà a chiamata – dice Manenti – ma è ancora da organizzare».

Fino a questi giorni il transito sulla strada è stato vietato proprio perché i lavori non erano ancora terminati, ma c'è chi è salito ugualmente togliendo cartelli di divieto e catene.
«In inverno era stata rotta la sbarra – dice il sindaco – quindi avevamo chiuso il passaggio con alcuni nastri, con blocchi di cemento e una catena. Ma anche quest'ultima è stata rotta, come sono stati portati via i cartelli di divieto. Qualcuno, però, è stato multato dalla Protezione civile della Comunità montana».

«Terrazze» senza soldi
L'apertura definitiva della strada, quindi, dovrebbe porre fine a vandalismi e polemiche. Intanto, in quota, si progetta lo sviluppo dell'area, un tempo punto di partenza degli impianti sciistici, ormai fermi da anni: il Comune ha realizzato un progetto denominato «Terrazze di Arera» che prevede la costruzione di un bar e due alloggi tipo «Bed & breakfast».

Ma finora è mancato il finanziamento della Regione Lombardia. «Stiamo preparandoci per il prossimo bando cercando di perfezionare progetto e richiesta», conclude il sindaco.

G. Gh. - L'eco di Bergamo Mercoledì 07 Luglio 2010 PROVINCIA, pagina 30

martedì 6 luglio 2010

Formula Val Brembana - natura e feste offrensi

«Ma ognuno fa da sé»

Stagione tra prodotti tipici, prezzi buoni e centinaia di eventi
Assessori e Pro loco: «Manca un coordinamento degli operatori»

Punti vincenti: vicinanza a Milano, natura ben conservata, gastronomia e prodotti tipici, prezzi abbordabili. Punti deboli: mancanza di un coordinamento tra operatori del settore, comuni e Pro loco, carenza di strutture per i giovani e gestione troppo dispersiva del mercato degli affitti delle seconde case.

La fotografia del turismo estivo in Valle Brembana, a inizio stagione, è quella fatta da assessori e presidenti della Pro loco. Un turismo fatto soprattutto di seconde case, mirato soprattutto a famiglie e anziani, dove tranquillità, montagna e una serie infinita di feste sono gli ingredienti principali. Su una cosa concordano gli intervistati: al di là di qualche collaborazione parziale tra settori della Valle, manca un coordinamento generale, qualcuno che tenga le redini della stagione, per quanto riguarda gli eventi, ma anche per la promozione o la gestione unitaria delle strutture ricettive. Un tentativo che qualche anno fa avevano fatto le Pro loco, con la Consulta della valle, poi franato. Mentre oggi esiste il Consorzio turistico Valle Brembana, che riunisce albergatori e ristoratori ma, – dicono gli operatori – è in situazione, per così dire, di «stand by». «C'è ancora troppo campanilismo – dice l'assessore al Turismo di San Pellegrino Fabio Sonzogni –. Magari ci si siede insieme attorno a un tavolo, ma poi, ognuno fa da sé». «Il coordinamento manca – aggiunge Alvaro Ravasio, presidente dell'Ecomuseo Val Taleggio –. Servirebbe un ufficio unico, anche solo per
coordinare gli eventi ed evitare doppioni o sovrapposizione delle manifestazioni più importanti». «La mancanza di coordinamento – dice Gaetano Bonetti, albergatore e presidente dell'ufficio turistico di Piazzatorre – è la conseguenza di una carente cultura turistica che per anni ha caratterizzato la nostra valle. Il turismo per molto tempo non è mai stato visto come risorsa economica principale e quindi non si è mai pensato a una struttura unica di riferimento. E anche i consorzi, come quello della Valle dell'Olmo, nati e poi sciolti, sono sempre difficili da ricostituire».

Altro capitolo: le seconde case, migliaia. Ma per la maggior parte vuote buona parte dell'anno. «Vengono lasciate chiuse – dice Renza Piccamiglio, della Pro loco di Santa Brigida – o le affittano solo per lunghi periodi mentre oggi la gente cerca soggiorni brevi». «Ma forse qualcosa sta cambiando – aggiunge Ravasio – perché le nuove generazioni, forse con una mentalità più turistica, sono disponibili anche a concedere brevi affitti. E poi c'è la soluzione dell'albergo diffuso, modalità di gestione che potrebbe rivelarsi vincente». Ciò che manca, invece, è la gestione unitaria delle richieste: «Purtroppo si va in ordine sparso – dice Bonetti – e il turista che arriva in valle non ha un punto di riferimento. Servirebbe un ufficio che raccolga tutte le disponibilità e quindi le prenotazioni, magari anche online».

E la cultura dell'accoglienza? «Al di là di quanto molti sostengono – dice il vicesindaco di Serina e assessore al Turismo della Comunità montana Giovanni Fattori – secondo me non ci manca. Quello in cui siamo forse carenti è la conoscenza delle lingue, e qui, un po' di formazione sarebbe importante, anche in prospettiva futura».

Anzi, c'è chi fa un passo avanti. «Forse – spiega Ravasio – è venuto il momento di lasciare spazio a loro, di coinvolgerli anche nell'organizzazione degli eventi». Le strutture per i giovani? Qualcosa c'è, ma d'altronde il
villeggiante tipo resta la famiglia milanese, magari con qualche anziano. «Siamo il polmone di Milano – dice Bonetti – quindi l'obiettivo, finché non avremo strutture adeguate per i giovani, resteranno anziani e famiglie». «Chi viene da noi non cerca un certo tipo di divertimento e non siamo neppure in grado di offrirlo – aggiunge Ravasio –. Non dobbiamo puntare su quello ma puntare su ciò che già abbiamo: valorizzare le nostre tradizioni, i prodotti della terra, la cultura. Un turismo attento alle peculiarità e alla semplicità, senza cercare cose ingannevoli».

Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo, Martedì 06 Luglio 2010 PROVINCIA, pagina 31




 

domenica 4 luglio 2010

Morso da vipera, paura al lago Branchino


L'escursionista, portato in ospedale con l'elisoccorso, è fuori pericolo



ARDESIO - Mai dimenticarlo: in montagna e nei pressi dei corsi d'acqua in generale, la vipera è una delle più tipiche insidie dei mesi estivi. Specialmente con le temperature alte come questi giorni, quando i rettili escono dalle tane in cerca di acqua e refrigerio.

Lo sa bene l'escursionista morso ieri da una vipera nei pressi del lago Branchino: crocevia del Sentiero delle Orobie e del Sentiero dei Fiori sul monte Arera. Meta, situata tra i confini dei Comuni di Ardesio e Oltre il Colle, per buoni camminatori.

Ed è stato proprio durante la passeggiata che l'uomo, un quarantaduenne, si sarebbe imbattuto nel temuto rettile velenoso. A confermare il sospetto che l'ecchimosi riportata dall'escursionista presentava in effetti caratteristiche compatibili con quelle prodotte dal morso della vipera, è stata l'équipe dell'eliambulanza di Brescia. La centrale operativa del 118 di Bergamo, dopo aver ricevuto l'allarme attorno alle 13.15, avendo impegnato il proprio elicottero in un altro intervento di soccorso ha domandato, infatti, alla centrale di Brescia di inviare sul posto il loro velivolo. Il personale dell'elisoccorso, atterrato nei pressi della colonnina Sos installata non distante dal lago Branchino, ha provveduto a prestare le prime cure all'uomo, trovato comunque cosciente. Caricato sul velivolo, l'escursionista è stato trasportato fino all'ospedale di Esine, in Valle Camonica. Quindi, dalla piazzola di atterraggio dell'elicottero, con un'ambulanza al Pronto soccorso. Per il quarantaduenne, al nosocomio bresciano, si sono resi necessari specifici accertamenti: una valutazione più approfondita della ferita al fine di scongiurare, anzitutto, la presenza del veleno eventualmente iniettato dal rettile. Le condizioni dell'escursionista, dalle informazioni ricevute, non desterebbero comunque fortunatamente preoccupazioni.

Alessandro Invernici  - Domenica 04 Luglio 2010 PROVINCIA, pagina 29 

sabato 3 luglio 2010

Frana a Oltre il Colle distrugge acquedotto fogne e strade rurali


Bacino e tubature di Zorzone travolte da 3.000 metri cubi di sassi

Da lunedì i lavori di ripristino. Il sindaco: smottamento pauroso

Il bacino dell´acquedotto travolto dalla frana foto AndreatoOltre il colleCorsa contro il tempo a Zorzone di Oltre il Colle per riparare i danni del nubifragio che si è abbattuto la sera di martedì scorso sulla Valle Grassa.
Una frana, staccatasi dal monte Menna, a circa 1.400 metri di quota, ha travolto condutture e bacino dell'acquedotto della frazione, fognature, tre strade agrosilvopastorali e la strada comunale che collega Zorzone al capoluogo.
Giovedì e ieri i tecnici della Sede territoriale della Regione (ex Genio civile) hanno verificato i danni, stanziando, per un pronto intervento, 75 mila euro. I lavori, affidati all'impresa Ghisalberti di Zogno, dovrebbero iniziare settimana prossima. Un'urgenza – spiegano dall'ex Genio civile – dettata dal rischio di una pericolosa esondazione della valletta per eventuali altre abbondanti piogge. «La frana ha coinvolto tutta la Valle Grassa – spiega il sindaco Rosanna Manenti –. Si è staccata sopra il bivacco Matuida, ha travolto il bacino dell'acquedotto, le fognature, tre strade rurali, una delle quali porta alle casere di Serina, e ha invaso la strada che arriva a Zorzone. Martedì sera la frazione era isolata ma, lavorando nella notte, siamo riusciti a ripristinare la viabilità da mercoledì mattina. I danni sono ingentissimi: la frana di sassi, fango, alberi, (distante una cinquantina di metri dalle prime case di Zorzone, ndr), è arrivata fino alla Valle Parina. Chi ha visto lo smottamento ha detto che era pauroso. Il problema principale resta l'acquedotto: l'opera di presa e le condutture, di oltre un metro di diametro, sono state letteralmente sommerse, le vasche di cemento sollevate. Anche le fognature della parte bassa di Zorzone si sono rotte».
«Fortunatamente i 15 bacini dell'acquedotto comunale sono collegati tra loro – prosegue il sindaco – e la frazione non è rimasta senz'acqua. Ma se dovesse piovere la situazione peggiorerebbe. Abbiamo quindi segnalato la calamità naturale e ringrazio i tecnici della Regione per essere intervenuti prontamente riconoscendo la situazione di emergenza. I lavori da fare sono tanti e urgenti». Perché la frana è di dimensioni considerevoli, secondo Mauro Fenice, dell'ex Genio civile, «di circa 2.000-3.000 metri cubi di materiale, tra sassi, fango e terra». Immediato, quindi, lo stanziamento dei fondi per la messa in sicurezza, da parte della Sede territoriale della Regione. «Bisogna riparare l'acquedotto il prima possibile – spiega il dirigente della Ster Claudio Merati – perché l'aumento di popolazione del paese in estate potrebbe creare problemi di approvvigionamento idrico. E poi occorre ripristinare il regolare deflusso dell'alveo per scongiurare eventuali esondazioni».
«Si provvederà allo sgombero del materiale franato – continua il dirigente della Ster – al ripristino dell'opera di presa dell'acquedotto e alla costruzione di briglie di contenimento. La frana, infatti, ha distrutto opere di difesa realizzate alcuni anni fa dal Genio civile».

Giovanni Ghisalberti - L'Eco di Bergamo Sabato 03 Luglio 2010 PROVINCIA, pagina 30