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domenica 28 febbraio 2010
Anche Oltre il Colle tra i Comuni firmatari del patto
«Diamo energia a Bergamo con 170 milioni»
La Val Brembana si è mossa per prima. Di pari passo è avanzata la Val Gandino. Altri pezzi di Val Seriana si sono uniti, con Ponte Nossa e Albino, che è fra i centri più grandi in campo con i suoi oltre 18 mila abitanti. L'hinterland si sta agganciando, con Ponteranica e Pedrengo già in pista e altri paesi che si stanno attrezzando.
Risultato: nel giro di qualche mese si stanno avviando a superare la cinquantina i Comuni bergamaschi, capoluogo compreso, che hanno aderito al «patto dei sindaci» (covenant of mayors) con l'Unione europea per abbattere le emissioni di anidride carbonica al ritmo del «20-20-20»: aumentare l'efficienza e tagliare la CO2 del 20% entro il 2020.
In Europa le adesioni sono ormai centinaia. E il dato orobico non è indifferente se si pensa che in tutta Italia hanno aderito per ora 299 Comuni. Vuol dire in pratica che uno ogni sei è in Bergamasca.
Il 4 maggio è prevista a Bruxelles la firma ufficiale, preceduta l'11 marzo dalla firma con la Comunità montana della Val Brembana: «Sarà la prima Comunità montana in Europa che firma come ente di sostegno», sottolinea Antonello Pezzini, che da quattro anni rappresenta Confindustria in Europa, come consigliere del Cese, il Comitato economico e sociale europeo, e da un anno a questa parte sta tirando le fila sul territorio per far conoscere l'opportunità a partire dalle valli.
Un'occasione che fa dell'ente pubblico una guida dell'innovazione e che il vicepresidente di Confindustria per l'Europa, Andrea Moltrasio, rispolverando il suo celebre no di anni fa al turismo di massa stile Disneyland, indica come «la risposta a chi pensava che Bergamo potesse diventare solo un parco di divertimenti e invece può diventare un parco energetico. Possiamo fare cose più belle e che creano valore». Con un «patto dei sindaci» che «consente di investire in tecnologia».
I primi passi sono della primavera del 2009. «Bergamo si è mossa per tempo con Confindustria», dice Pezzini. Le idee europee si sono intrecciate con il progetto per la Val Seriana. Qui, ricorda Moltrasio, «si è pensato di orientare le imprese a investire nei cosiddetti lead market». Sono i mercati che indicano una direzione nuova per il futuro e tra questi, insieme al tessile tecnico o all'edilizia sostenibile, ci sono le energie rinnovabili.
Un nuovo incrocio si profila ora con il distretto per l'energia, che vede in campo una pluralità di attori, fra cui la stessa Confindustria Bergamo e l'Associazione artigiani, oltre alle istituzioni, con Regione, Provincia e Comune capoluogo in testa. «Ricongiungere questi percorsi diventa fondamentale», dice Pezzini, con un'annotazione di base: «Il distretto dell'energia nasce se c'è una cultura di fondo». Ed è ciò che si sta cercando di costruire da Foppolo a Gandino.
«Siamo partiti con alcuni artigiani a Brembilla e questi si sono mossi con i loro sindaci», coinvolgendo poi tutta la Val Brembana, e «parallelamente abbiamo iniziato a lavorare anche con i sindaci della Val Gandino», dice Pezzini. «Il fatto che i sindaci stiano diventando protagonisti è significativo perché è il simbolo di una democrazia partecipata che funziona», chiosa Moltrasio. «È la democrazia di prossimità sostenuta da Jacques Delors», gli fa eco Pezzini citando l'ex presidente della Commissione europea.
E il grande sogno europeo si fa più vicino. Cominciamo a fare qualche conto. Pezzini snocciola stime e statistiche. Un Comune con meno di 5 mila abitanti spende in media 280 mila euro l'anno in energia. Si sale a 500 mila euro fino a 10 mila residenti e a 800 mila euro attorno ai 20 mila cittadini. Con le misure previste dal «patto dei sindaci», «si può risparmiare almeno il 40% e si può arrivare anche al 70%», sottolinea Pezzini.
Dalla firma del patto in poi le tappe saranno scandite. Entro un anno dovranno essere realizzati e approvati i Seap, i piani d'azione per l'energia sostenibile: «Il Comune diventa socio dell'Ue per realizzare il 20-20-20 e per raggiungere l'obiettivo prepara un piano, che viene poi valutato dal Centro di ricerca europeo di Ispra e con l'approvazione della direzione generale Trasporti Energia trasmesso alla Bei per il finanziamento».
Il piano fisserà impegni di informazione, «perché il risparmio energetico diventi un elemento culturale forte», e disegnerà la mappa delle emissioni, del patrimonio immobiliare del Comune, dei trasporti e delle energie alternative in essere. «Da lì - spiega Pezzini - partirà la traiettoria per ridurre i consumi energetici e aumentare le energie rinnovabili». Come? Innanzitutto lavorando sugli edifici pubblici per contenere la dispersione di energia con cappotti, caldaie, valvole termostatiche, per fare qualche esempio. Ma si pensa anche alla produzione da fonti alternative.
I finanziamenti per realizzare i progetti arriveranno dalla Bei, la Banca europea per gli investimenti che, spiega Pezzini, ha «una dotazione di 13,5 miliardi di euro per il 2010, e aumenterà, per realizzare un'economia a bassa emissione di CO2». Quanto alla Bergamasca, «se tutti i sindaci aderissero penso che potremmo portare sul territorio 250 milioni di euro. Presumo però che arriveremo a una novantina di Comuni e quindi a 170 milioni di euro nell'arco di un anno, un anno e mezzo». Non sono risorse a fondo perduto: «Sono strumenti agevolati - spiega Pezzini -. La Bei dà i finanziamenti a un tasso d'interesse che è almeno dieci punti base sotto l'Euribor. Copre il 100% della spesa ed è da restituire mediamente in 15-20 anni, da contrattare. Ma se i Comuni si organizzano, il finanziamento si ripaga con i risparmi e non tocca il patto di stabilità».
«I Comuni della Val Brembana penso che potranno beneficiare di 70 milioni di euro», dice Pezzini. «Dobbiamo ancora precisare cosa fare: ci sono le cose tradizionali e quelle che nascono dai sogni, che sono le più belle». E qualcosa abbozza: geotermia, biomasse, fotovoltaico, solare termico e mini-eolico. Tutto da valutare e studiare. Con un dettaglio che va a toccare i conti dei Comuni: anche fare i piani Seap costa. «Il 90% può essere coperto con il programma europeo Elena che per il primo anno stanzia 15 milioni di euro», dice Pezzini, sollecitando le amministrazioni che ancora intendessero aderire al «patto» a stringere i tempi per poter accedere anche a queste ulteriori risorse, per ora non molto ampie visto che sono su scala europea.
Ma una volta raccolte le risorse Bergamo sarà pronta a metterci la tecnologia adeguata? Pezzini conta in una trentina le imprese di vari settori variamente impegnate in campo energetico e già coinvolte dal confronto in Confindustria. E Moltrasio aggiunge un ricordo: «Quando costruì il termovalorizzatore di Dalmine, Fausto Radici mi portò a vedere il sistema di abbattimento dei fumi e mi mostrò con grande orgoglio che tutte le componenti erano state fatte a Bergamo». A conferma, sottolinea Moltrasio, che le capacità tecnologiche sul territorio ci sono e possono essere sviluppate.
Parlando di risparmio energetico nel suo complesso per Moltrasio si può «arrivare a livelli interessanti» di impatto sull'economia. E anche se è difficile prevedere quanto valore aggiunto e quanta occupazione si potrebbero creare, Pezzini cita due stime: «Per ogni megawatt prodotto con il fotovoltaico possiamo avere 3,5 posti di lavoro e per ogni megawatt prodotto con l'eolico 2,7».
I tempi per vedere le idee diventare realtà concreta? «Dipende dalla capacità degli uomini di entrare nell'intelligenza del nuovo», risponde Pezzini parafrasando Oscar Wilde: «L'innovazione è la verifica delle utopie. L'utopia di sviluppare un'occupazione forte in Bergamo è nell'innovazione».
E Pezzini da parte sua non smette di immaginare un'economia diversa: «Pensate se sfruttassimo l'acqua fluente con pale distanziate collegate a una turbina. È questione di organizzarsi. Questa cultura deve entrare nei cromosomi della gente». Un'occasione che, conclude Moltrasio, «potrebbe anche cambiare la fisionomia ambientale» e, ribadisce, fare da volano agli investimenti in tecnologia portando una crescita in ogni direzione, anche culturale.
Silvana Galizzi
Si allunga l'elenco delle adesioni
Si va dai paesi più piccoli, Piazzatorre e Blello, fino alla città di Bergamo, che ha preso l'iniziativa in occasione della conferenza di Copenhagen sul clima di dicembre.
Per ora sono 43 i Comuni censiti dal sito internet ufficiale del «patto dei sindaci» (covenant of mayors), ma già altri sono in arrivo. Manca all'appello, ad esempio, Albino, che ha già deliberato l'adesione ed è tra i centri maggiori scesi in campo finora a fianco dell'Ue. E mancano altri paesi dove la decisione è in dirittura d'arrivo, come Scanzorosciate, che l'aveva in calendario nei giorni scorsi. In tutto sono ormai più di una cinquantina su 299 adesioni in Italia. Questo l'elenco provvisorio e in continuo aggiornamento: Algua, Averara, Bergamo, Blello, Bracca, Branzi, Brembilla, Camerata Cornello, Carona, Casnigo, Cassiglio, Cornalba, Costa Serina, Cusio, Dossena, Foppolo, Gandino, Gerosa, Isola di Fondra, Lenna, Mezzoldo, Moio de Calvi, Olmo al Brembo, Oltre il Colle, Ornica, Pedrengo, Piazza Brembana, Piazzatorre, Piazzolo, Ponte Nossa, Ponteranica, Roncobello, San Pellegrino Terme, Santa Brigida, Sedrina, Serina, Taleggio, Ubiale Clanezzo, Valbrembo, Valleve, Valtorta, Vedeseta e Zogno. È massiccia la presenza dei Comuni della Val Brembana, che saranno supportati dalla Comunità montana come struttura di sostegno per le amministrazioni locali della zona. La sottoscrizione dell'accordo con la Comunità montana sarà l'11 marzo, mentre i Comuni saranno a Bruxelles il 4 maggio per la firma del patto. Sono previste infatti due tornate all'anno per chiamare a raccolta le nuove amministrazioni aderenti e siglare l'intesa.
L'Eco di Bergamo - Domenica 28 Febbraio 2010 ECONOMIA, pagina 21
mercoledì 17 febbraio 2010
Oltre il Colle: Turismo invernale o turismo estivo? Una scelta difficile
Ghiacciata la strada per le piste da sci I gestori protestano
Oltre il Colle, pericolosa la via per la Conca dell'Alben. L'alpinista Astori: «La pulizia è compito del Comune»
da L'Eco di Bergamo di Martedì 23 Febbraio 2010 PROVINCIA, pagina 34
Oltre il Colle«Strada ghiacciata e pericolosa, ma non è colpa nostra. La manutenzione e la pulizia sono compiti del Comune». Il comunicato ufficiale è di domenica scorsa: «Fancy mountain», l'associazione alpinistica che gestisce le piste di fondo e gli impianti di risalita alla Conca dell'Alben, chiede all'amministrazione comunale di Oltre il Colle maggiore cura della strada che dal centro del paese sale verso la località Pian della Palla, dove ci sono gli impianti di risalita (uno skilift funzionante solo la domenica) e le piste di fondo.
«Ci scusiamo nei confronti dei fruitori delle piste che oggi (domenica scorsa per chi legge, ndr), come purtroppo molte altre volte – si legge nel comunicato del comprensorio sciistico Monte Alben – accedendo agli impianti dal Pian della Palla salendo da Oltre il Colle, hanno trovato la strada in condizioni orribili. La manutenzione e la pulizia, nonostante i nostri continui solleciti verbali, è stata sempre fatta in modo superficiale, andando a danneggiare il nostro impegno per le piste e mettendo in condizioni di pericolo i nostri fruitori. Mi auguro che, dopo questa ulteriore giornata di disagio, gli addetti dell'amministrazione comunale di competenza provvedano a evitare ulteriori e peggiori complicanze».
«Ci scusiamo nei confronti dei fruitori delle piste che oggi (domenica scorsa per chi legge, ndr), come purtroppo molte altre volte – si legge nel comunicato del comprensorio sciistico Monte Alben – accedendo agli impianti dal Pian della Palla salendo da Oltre il Colle, hanno trovato la strada in condizioni orribili. La manutenzione e la pulizia, nonostante i nostri continui solleciti verbali, è stata sempre fatta in modo superficiale, andando a danneggiare il nostro impegno per le piste e mettendo in condizioni di pericolo i nostri fruitori. Mi auguro che, dopo questa ulteriore giornata di disagio, gli addetti dell'amministrazione comunale di competenza provvedano a evitare ulteriori e peggiori complicanze».
Ma l'amministrazione comunale, nella persona del sindaco Rosanna Manenti, ieri ha preferito non replicare al comunicato di «Fancy mountain», peraltro pubblicato anche su alcuni siti internet locali. Oggetto delle lamentele la strada, di fatto intercomunale (per la maggior parte di proprietà del Comune di Oltre il Colle, ma con alcuni tratti anche di proprietà del Comune di Serina) che per circa cinque chilometri sale dal centro abitato di Oltre il Colle e, quindi, raggiunge la località Pian della Palla, nella Conca dell'Alben. Qui si trovano un impianto di risalita per lo sci alpino e poi le piste di sci da fondo (queste ultime, peraltro, raggiungibili anche dal Colle di Zambla, dove si trova il centro servizi).
La strada è asfaltata nel tratto iniziale, indicativamente fino all'altezza del centro di cura psichiatrico. Poi il tracciato diventa sterrato. Ed è qui che automobilisti e gestori degli impianti da sci lamentano i pericoli. Si arriva, quindi, ai parcheggi al Pian della Palla (un centinaio di posti auto), località dove ci sono anche alcune seconde case di villeggianti, su terreno di proprietà del Comune di Serina.
«Domenica scorsa il tratto finale della strada, quello stretto, ripido e sterrato, era ghiacciato – spiega Marco Astori di Dossena, alpinista e presidente dell'associazione "Fancy mountain" che da alcuni anni gestisce piste di fondo e di discesa –. Per le piste di fondo si può salire anche dal Colle di Zambla ma per gli impianti è necessario accedere da Oltre il Colle. E, comunque, al Pian della Palla ci sono più parcheggi e quindi chi conosce la zona sale preferibilmente dal capoluogo. Ma le condizioni della strada, da tempo, sono in pessime condizioni e sembra che tale carenza di manutenzione e pulizia sia colpa nostra. Vogliamo, invece, ricordare che la sistemazione della strada non è compito nostro».
«Non vuole essere una polemica nei confronti del sindaco – prosegue Astori – ma solo una presa di distanza: poiché ci troviamo a dover gestire le lamentele degli sciatori devono sapere che non è colpa nostra la mancata pulizia della strada. Condizioni, peraltro, che, naturalmente, danneggiano fortemente anche il nostro lavoro».
La strada è intercomunale ma la manutenzione sembra spetti solamente all'Amministrazione comunale di Oltre il Colle. «In base agli accordi – spiega il vicesindaco di Serina Giovanni Fattori – Oltre il Colle deve occuparsi della manutenzione e dello sgombero neve. Poi, noi, rimborsiamo a loro parte dei costi sostenuti. La scorsa estate, peraltro, dopo le segnalazioni di alcuni villeggianti al Pian della Palla, siamo comunque intervenuti noi per sistemare parte della strada rovinata e piena di buche a causa di un nubifragio».
Tra domenica sera e ieri, peraltro, sulle piste e quindi sulla parte alta della strada sono scesi almeno altri dieci centimetri di neve.
Giovanni Ghisalberti
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Oltre il Colle: Turismo invernale o turismo estivo? Una scelta difficile.
Oltre il Colle: Turismo invernale o turismo estivo? Una scelta difficile.
I recenti finanziamenti Regionali (Un centinaio in tre anni per le valli Brembana, Seriana e di Scalve) a beneficio degli accordi di programma sui comprensori che hanno presentato “Progetti per la valorizzazione dei comprensori sciistici lombardi”, e che vedono l’assenza di una valle importante turisticamente quale la Val Serina, pone alcune riflessioni sulle scelte che le Amministrazioni Comunali di quest’ultima valle sulle “vocazioni” e promozioni turistiche.
Per la verità, almeno per quanto attiene lo “sci alpino”, gli unici progetti risalgono ad oltre una ventina di anni orsono.
Progetti faraonici che coinvolgevano l’Arera e che prevedevano collegamenti, degli impianti di risalita, con la Val Vedra e con la zona del Lago Branchino tramite il superamento (al Passo della Luna) del costone che separa le due vallate.
L’evoluzione meteorologica dell’ultimo ventennio, da un lato, e l’impossibilità di realizzare serbatoi di acqua, sul versante oltrecollese, sufficienti ad assicurare l’innevamento artificiale, hanno di fatto reso irrealizzabile tali “progetti”.
Tuttavia, sempre dal punto di vista del turismo invernale, lo “sci nordico”, con la predisposizione e la realizzazione della pista di fondo dell’Alben (una tra le più belle della nostra provincia ), ha creato un notevole interesse tra gli appassionati di tale sport.
E’ recente il rinnovo della convenzione tra i proprietari dei terreni sui quali si snoda la pista, l’Amministrazione di Oltre il Colle e la Faunctìy Mountain che gestisce le strutture.
Nella convenzione l’Amministrazione di Oltre il Colle si fa carico dell’implementazione delle necessarie strutture mancanti, e, pertanto, con spese che graveranno sul bilancio comunale.
A questa attività turistica e sportiva, dovrebbero essere interessati anche i Comuni di Serina, sul versante Brembano, Oneta e Gorno, sul versante Seriano.
Sarebbe ingiusto esercizio accademico addossare la responsabilità di un’assenza di progettualità alle singole Amministrazioni Comunali, sarebbe invece utile verificare, per il futuro, la possibilità di coordinare la presentazione di specifici programmi magari chiamando come “riferimento” l’Amministrazione di Oltre il Colle, sulla quale grava il maggior peso delle infrastrutture.
Per quanto attiene il “Turismo estivo”, superando le polemiche che hanno accompagnato la realizzazione della “strada” che conduce a quota 1600 dell’Arera,
è interessante il “progetto” "Le Terrazze di Arera", elaborato dallo Studio Sin Tesi di Torino, per la riqualificazione e la valorizzazione delle infrastrutture ormai fatiscenti a quota 1600 metri.
E’ pregevole il fatto che i Comuni di Oltre il Colle, Serina e Roncobello abbiano stipulato un protocollo d'intesa quali soggetti partner per la realizzazione del programma integrato ai sensi del bando della Regione Lombardia "Presentazione delle domande di aiuto finanziario per la realizzazione di progetti infrastrutturali nelle aree Obiettivo 2. Attuazione della programmazione degli interventi infrastrutturali di cui alla DGR 9530 del 27 maggio 2009". Il capofila è stato individuato nel Comune di Serina.
Da queste scelte si evince la prevalenza della “vocazione” “locale al turismo estivo, rispetto a quella del Turismo invernale.
L’unica considerazione che ci poniamo è questa: non era possibile verificare un’intesa intercomunale anche per il “Turismo invernale” sulla base di quanto fatto per quello estivo?
Gallo
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